Una vita a cento all’ora…

Scritto da:  | 18 Aprile 2013 | 14 Commenti | Categoria: Curiosità, Personaggi, Stranieri

Jean Claude Andruet

Estate 1989, Épinal, un tranquillo pomeriggio di fine agosto, l’amena cittadina dei Vosgi, nella regione della Lorena è pressoché deserta, tutti gli abitanti sono a godersi il fresco in qualche ridente località di villeggiatura, anzi per meglio dire quasi tutti e, a ben guardare, quel pomeriggio non è stato poi così tranquillo, o almeno lo è stato, in quello scorcio di piena estate, fino al decimo turno del Campionato Nazionale francese, allorquando nella seguente posizione, il Maestro Internazionale Jean-Luc Seret accenna con la mano a spostare la Donna da c6 a e6.

Posizione dopo 25...Rf7

Posizione dopo 25…Rf7

Senza neppure attendere che il suo avversario posi il pezzo nella fatidica casa finale il riccioluto Gilles Andruet, campione in carica, fino a quel momento imbattuto ed in testa al torneo, tende, in segno di resa, la mano al Bianco. Scambio formale di sorrisi, più convinto e soddisfatto quello di Seret, più accigliato quello di Andruet, quasi un ghigno. I due fanno per scambiarsi i formulari per la firma di rito quando il Nero, Andruet, s’accorge con disappunto che l’avversario ha comunque segnato 26.De6 sul proprio formulario e, siglatolo con uno scarabocchio, glielo restituisce con una riga di biro sulla mossa conclusiva a sancirne la cancellazione come mossa non effettuata. A questo punto l’imponderabile: Seret ha un raptus, scatta secco improvviso un diretto mirato al volto di Andruet dalla cui arcata sopraccigliare sgorga copioso un fiotto di sangue. Andruet tenta di reagire con un malrovescio ma Seret sventa il colpo, parte la zuffa che gli allarmati presenti riescono a sedare a stento.
Riunitasi in tutta fretta una “commissione di sorveglianza” viene omologata la vittoria del Bianco a cui tuttavia viene inflitta una nota di “severo biasimo” per il riprovevole atto.
Andruet, furioso, si rivolge prima al pronto soccorso dell’ospedale locale rimediando otto punti (non di Elo, ma di sutura) poi al commissariato di polizia e infine abbandona in segno di protesta il torneo perdendo per forfait i cinque incontri rimanenti.

Epinal89
Alla conclusione della manifestazione una commissione disciplinare riunitasi appositamente sancisce la sospensione per tre mesi di Seret da ogni attività agonistica ufficiale e a nulla vale la lettera ufficiale di scuse di questo scritta ad Andruet in cui si offre di devolvergli il premio di 6000 franchi conquistato col secondo posto.
Jean-Luc Seret, quattro volte Campione di Francia non vincerà più negli anni successivi il massimo titolo transalpino, rimanendo tuttavia, con alterni risultati, nell’ambiente degli scacchi.
Gilles Andruet, figlio di quel Jean Claude celeberrimo pilota di rally, verrà trovato nel 1995, a soli 37 anni, esattamente in quello stesso giorno di fine agosto, come 6 anni addietro, privo di vita e col cranio fracassato a colpi di mazza da baseball sulle rive di un fiumiciattolo nei pressi di Versailles, pare per una storia legata all’appropriazione di una grossa eredità che gli era stata destinata ma che, interdetto dalla famiglia, non poteva intascare.
Coinvolto anche in un traffico internazionale di droga, aveva da tempo smesso di giocare a scacchi guadagnandosi da vivere con gli espedienti più vari tra cui il gioco d’azzardo, si mormora con mezzi più o meno leciti.
Jean-Luc Seret e Gilles Andruet erano compagni di squadra, nella nazionale francese, alle Olimpiadi del 1982 e 1984.

Gilles Andruet 2

Antefatto

Alès 1984, ancora un Campionato Francese, agosto nuovamente… al settimo turno si affrontano Bachar Kouatly e di nuovo Gilles Andruet, questa volta col Bianco. La partita è in corso già da un pezzo. Kouatly immobile, sguardo da cariatide, è concentrato, o per meglio dire, tenta di rimanere concentrato. Dall’altro lato della scacchiera il suo avversario, Gilles Andruet si moltiplica in smorfie e facce strane. Si alza in continuazione, si risiede, si dimena come una scimmia sul trespolo, saluta il pubblico, mormora commenti e commentini ad ogni mossa, sbuccia un’arancia, infine estrae dalla borsa una lattina di birra, la sbatte con violenza sul tavolo e ne tira con fragore la levetta fino a quando Kouatly, senza perdere la flemma, gli rimbrotta a muso duro: “Ora o la smetti e stai fermo una buona volta o io ti mollo un cazzotto in faccia…”

AndruetKouatly

L’istante esatto prima della tempesta

La posizione sulla scacchiera

La posizione sulla scacchiera

Andruet: “tu provaci…”
Risultato: scoppia il finimondo, botte da orbi, l’arbitro non senza fatica riesce a separare i due pugili, la partita malgrado tutto alla fine continua e termina patta con aggiornamento davanti al giudice: un anno con la condizionale per Kouatly, tre mesi con la condizionale per Andruet. Due altri giocatori si ritirano indignati dal torneo per protesta con l’atteggiamento morbido e accondiscendente degli organizzatori e ulteriore nuovo strascico di polemiche sull’attribuzione dei premi.
I primi tre si qualificano per le Olimpiadi di Salonicco (prima scacchiera della nazionale francese d’autorità attribuita a Boris Spassky). Ah, volete per caso sapere il podio di Alès, Campionato di Francia edizione 1984??
Andruet alla fine del campionato termina terzo, Kouatly secondo ed il torneo è vinto da …indovinate chi?!?
Jean-Luc Seret!! Massì, proprio lui! Ancora ignaro di quello che gli sarebbe toccato in sorte cinque anni dopo ad Épinal.

Gilles AndruetFrancis Meinsohn (uno dei due ritirati ad Alès 1984) qui alle prese con Gilles il guiscardo

avatar Scritto da: Alfredo (Qui gli altri suoi articoli)


14 Commenti a Una vita a cento all’ora…

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    Jas Fasola 18 Aprile 2013 at 22:12

    quando giocai nel 1984 un lampo domenicale a Parigi (circolo Caissa? non so ma Alfredo forse lo sa 😆 … usciti dalla metro sulla piazza solo negozi porno, cinema a luci rosse… poi questa stradina dove si trovava il circolo) mi capitò un MI francese molto corretto fino a quando non si trovò in zeitnot. A quel punto decise di muovere molto velocemente ma soprattutto di non permettermi di schiacciare l’orologio 👿 … beh non protestai anche perché quasi non sapevo il francese e poi ero un ospite… forse feci bene visto la gente che girava da quelle parti 😎 .

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    Giangiuseppe Pili 18 Aprile 2013 at 22:56

    Fatti interessanti e articolo molto ben scritto. Purtroppo Anche io sono venuto a conoscenza di casi assai simili, anche se meno drammatici, dimostrando il fatto che gli scacchi conducono assai spesso alla difficoltà di mantenere la calma per via dei nervi. Parlando con una certa persona è emerso il dilemma: sono gli scacchisti ad essere più esposti di altri a tali rischi o semplicemente lo scacchismo non è altro che lo spaccato della società di cui fanno parte?

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      Franco Trabattoni 19 Aprile 2013 at 00:27

      Non conoscevo questi due episodi; ma conoscevo bene Kouatly, che era effettivamente un tipo sanguigno. In Italia ho visto una cosa del genere solo due volte; e in entrambi i casi la vittima – cioè il “menato” – era la stessa persona…

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        alfredo 19 Aprile 2013 at 17:21

        Un masochista?

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          Franco Trabattoni 20 Aprile 2013 at 01:15

          Piuttosto un provocatore…

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    Mongo 19 Aprile 2013 at 09:48

    Beh, Andruet è stato un grande anticipatore dei tempi; oggi ‘scacchi e boxe’ è una competizione riconosciuta con i suoi campioni in carica.
    Ero un tifoso del padre, ma non conoscevo la storia tragica del figlio.

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    Ramon 19 Aprile 2013 at 09:49

    Racconta Dominique Primel che in occasione della partita con Kouatly il burrascoso Andruet già all’avvio della partita si rifiutò si stringergli la mano, pare per ruggini dovute a vecchi rancori, sembra originatisi da una partita a ping-pong.
    Ricorda ancora Primel che l’incidente ebbe un’eco vastissima su tutti i maggiori quotidiani nazionali francesi e anche alcune emittenti televisive ripresero la notizia.

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    Mariano 19 Aprile 2013 at 18:32

    Episodi che spesso vengon dimenticati ma che è comunque importante portarsi dietro. Bravissimi.

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    paolo bagnoli 19 Aprile 2013 at 22:07

    Mi sembra di ricordare che qualche anno fa si sia verificata una scazzottata tra due MI per una questione di donne. Per quanto riguarda il “nervosismo” sono stato personalmente testimone, nel corso di un semilampo a Turbigo (parlo di qualche anno fa, sei o sette), di un “volo di scacchiera” con susseguente abbandono della sala da parte del lanciatore.

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      Mongo 19 Aprile 2013 at 23:54

      Vero: la scazzottata, poi smentita (ma un’occhio nero c’era!!) fu alle olimpiadi di Torino 2006 tra Aronian e l’inglese Gormally, per ‘colpa’ dell’avvenente giocatrice australiana Arianne Caoili, l’attuale compagna dello stesso Aronian.

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    Yanez 20 Aprile 2013 at 07:25

    Complimenti Alfredo, ottimo articolo! Come sicuramente sai Andruet ha giocato anche in Italia. Un’apparizione importante a Roma nel 1984, tra i suoi avversari i nostri Cocozza, Tassi, Arlandi, Passerotti e Rombaldoni senior.
    Sicuramente una figura controversa, uno spirito fuori dagli schemi, ma anche un ragazzo sfortunato…

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    Sergio Rossi 20 Aprile 2013 at 07:46

    Il grande Enrico Paoli non si stancava mai di ricordare che “il signore e il signorino si vedono a tavola e a tavolino…”

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    alfredo 20 Aprile 2013 at 11:20

    Era un ottimo giocatore Andruet.
    Ecco qui un nitido esempio.

    Il problema è che divenne un “gambler”, ovvero un giocatore d’azzardo patologico.
    Una vera e propria, grave “dipendenza”.

  10. avatar
    alfredo 20 Aprile 2013 at 11:25

    Qualche giorno addietro gli amici discettarono dottamente di pipe, prendendo spunto da la pipa – non pipa di Magritte.
    Io citai Simenon.
    La notizia dell’omicidio di Andruet la captai su “videotel” l’aggeggio precursore di intenet. Mi ricordo i tornei seguiti all’inizio degli anni 90 proprio su Videotel
    Scrissi poi un articolo per l’ IS, definendo il caso “degno di un libro di Simenon”.
    I suoi assassini furono individuati e condannati ma sembra che il caso, almeno da un punto di vista extragiudiziario (come spesso avviene) non sia ancora chiuso.

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