Campanilismi

Campanilismo 1

Se scorrete le vecchie annate dell’Italia Scacchistica – diciamo tra gli anni ’50 e ’70 – potete verificare facilmente che le sfide amichevoli a squadre (tra circoli, città, o addirittura intere regioni) erano un fatto consueto. Credo che allora fossimo tutti un po’ meno esigenti. Modi più raffinati e ambiziosi di occupare il week-end (che non si chiamava ancora così) erano di là da venire. Un po’ di scacchi senza pretese, una gitarella fuori porta, una mangiata come si deve, quattro risate fra amici condite dai soliti, doverosi sfottimenti: che cosa desiderare di più? Un classico di questo genere erano gli incontri Lombardia-Piemonte, organizzati alternativamente di qua o di là del Ticino: il mattino sette, otto squadre di quattro giocatori a testa, che si sfidavano con il sistema Scheveningen. Poi, il pomeriggio, la gara pensata. Per tradizione i piemontesi, migliori lampisti, prevalevano al mattino, mentre noi ci prendevamo la rivincita nel pomeriggio. La prima volta che ho partecipato, credo fosse il 1970, eravamo a Como, a Villa Olmo. Mi ricordo la delusione quando fui escluso dalla squadra del pomeriggio, perché nel frattempo era arrivato qualcuno più bravo di me: io giocavo da meno di un anno, di anni ne avevo 14, e per poco non mi sono messo a piangere.

Campanilismo 4

Come si capisce da quanto detto sopra, il progetto prevedeva un felice equilibrio tra scacchi e cucina; ma invariabilmente la seconda finiva per prevalere. Come una volta a Moncalvo, quando ci siamo seduti al tavolo che erano quasi le 5 del pomeriggio, dopo aver ingurgitato alcune decine di portate di antipasto. La qualità delle partite ovviamente non ne traeva vantaggio; se togliamo però quel pizzico di sale che ha poco a che vedere con gli scacchi, ma poi a volte riesce a tirar fuori qualcosa di divertente. Ecco dunque il caso, avvenuto a Stradella nel 1988 (dove credo che si sia svolta l’ultima edizione).

Campanilismo 2

Vi invito caldamente a farvi quattro cordiali risate sulla grottesca partita che segue.

Trabattoni – Grinza

1.d4, d5; 2.Cf3, c6; 3.g3, Cf6; 4.Ag2, e6; 5.0-0, Ae7; 6.c4, dc4; 7.Ce5, 0-0; 8.Cc4, Cb-d7; 9.Cc3, Cb6; 10.Ce5, c5;

Posizione dopo 10...c5

Posizione dopo 10…c5

Questa dovrebbe essere imprecisa (nel mio db non ci sono esempi): perché così si ridà vita all’Alfiere “catalano” prima di aver preso le dovute contromisure (l’Alfiere campochiaro del Nero è ancora a casa).

11.dc5, Ac5; 12.Db3?

Posizione dopo 12.Db3?

Posizione dopo 12.Db3?

Questa, invece, credo davvero che sia sbagliata. Il Bianco non deve temere il cambio di Donne, per il motivo detto sopra (lo sviluppo del lato di Donna del nero è impacciato). Penso che una buona alternativa sia 12.Af4. Ma un domani, dopo il cambio di Donne, può diventare buona anche Ae3, infischiandosene della doppiatura (una cosa del genere mi giocò anni prima Kovacevic).

12…h6; 13.Td1?!, De7; 14.Af4??

Posizione dopo 14.Af4??

Posizione dopo 14.Af4??

Devo ammettere che la sequenza delle ultime tre mosse del Bianco, se prese insieme, è davvero disgustosa. “E se gioca 13…g5”, mi sono detto, ancora con l’Alfiere in mano? Beh, mi sono risposto, si indebolisce…

14…g5!; 15.Ad2, Af2+

Bene, dopo circa 11 mosse più o meno teoriche, ne sono bastate al Bianco 3 giocate di testa sua per consegnargli una posizione completamente persa. Mestamente mi è toccato giocare

16.Rh1

perché su 16.Rf2 segue 16…Dc5.

16…Ad4; 17.Cf3, e5;

Posizione dopo 17...e5

Posizione dopo 17…e5

Il B. ha un pedone in meno senza alcun compenso; anzi…

18.Tf1, Ae6; 19.Dc2, Ta-c8; 20.e3, Ac3; 21.Ac3, Cb-d5;

Mentre guardavo questa posizione mi dicevo: “ma che schifo”. Aggiungi la digestione difficile, la testa pesante per il vino; ma sì, giochiamo le altre mosse alla “viva il parroco”, almeno se non altro finisce in fretta.

22.Ce5, Ce3

Un conduttore del Nero che non si fosse sentito sicuro nelle complicazioni avrebbe di certo catturato l’Alfiere, rinunciando al pedone per un consistente vantaggio posizionale. “Ora”, mi dico, “proviamo questa”:

23.Cg6

Posizione dopo 23.Cg6

Posizione dopo 23.Cg6

visto che se ora 23…fg6; 24.Dg6, Dg7, segue 25.Tf6 e sopravvivo.

23…Dc5!; 24.Db1, Ad5!; 25.Tf6, Ag2; 26.Rg1

Posizione dopo 26.Rg1

Posizione dopo 26.Rg1

Il Nero ha giocato in modo molto energico, e ora ha almeno due modi chiari per vincere: o giocando la semplice 26…Tf-e8; oppure con la scoperta di cavallo: 26…Cd5; 27.Rg2, Cf6; 28.Af6, Dc6 e vince. Ma proprio perché la posizione del Bianco sembra una Waterloo senza speranze, il Nero ha creduto di poter affrettare la fine con una mossa tranquilla; dopodiché, deve avere pensato, le numerose minacce sono imparabili:

26…Ad5??

E’ finita così:

27.Ce7, De7; 28.Tg6, abbandona

Chi conosce Grinza immagina facilmente che in questo momento gli è comparso in viso quel suo sorrisetto enigmatico, identico nel bene e nel male, qualunque fosse l’evento che suggellava.

Per pura e semplice associazione di idee, aggiungo in calce, quasi senza commenti, una partita giocata qualche anno dopo (la data è ignota, ma si trattava di un C.I.S., e la sede era Torino) contro lo stesso avversario. Per essere onesti la qualità non è molto migliore; ma anch’essa è simpatica (ovviamente per chi ha vinto!) nella parte finale.

Trabattoni – Grinza

1.d4, c5; 2.d5, Cf6; 3.Cc3, g6; 4.e4, d6; 5.Cf3, Ag7; 6.Ab5, Cb-d7; 7.a4, 0-0; 8-0-0, a6; 9.Ae2, Ce8; 10.Ag5, h6; 11.Ah4, Cc7; 12.Cd2, b6; 13.Cc4, De8; 14.f4, Tb8; 15.e5

Posizione dopo 15.e5

Posizione dopo 15.e5

Il fatto che il Nero non abbia fin qui giocato bene emerge dalla semplice constatazione che il Bianco ha realizzato con poco tempo e senza spesa la mossa tematica contro questo tipo di schemi. Se ora 15…de5, segue 16.d6, cd6; 17.Cd6, De6; 18.Ac4 e il Nero perde la donna. Dunque, vistosi superato sul piano strategico, Grinza dà inizio alla bagarre.

15…g5; 16.ed6, gh4; 17.dc7, Tb7; 18.d6, Ac3

TrabattoniGrinza8

Posizione dopo 18…Axc3

Praticamente forzata, perché non si può permettere a questo cavallo di andare in d5; inoltre il Nero così guadagna un tempo legando la Donna bianca alla difesa dell’Alfiere.

19.bc3, ed6; 20.Af3, Tc7; 21.Dd6, Ta7; 22.Tf-e1, Dd8; 23.Te7, Te8

Posizione dopo 23...Te8

Posizione dopo 23…Te8

Se non gioca questa mossa il Nero rimane chiaramente legato come un salame; ma la replica è ovvia:

24.Tf7, Rf7. 25.Ah5, Rg7; 26.Dg6, Rh8; 27.Dh6, Rg8

Posizione dopo 27...Rg8

Posizione dopo 27…Rg8

L’idea iniziale era di giocare a questo punto 28.Dg6, Rh8 (il Re nero non può mai andare il f8 a causa del matto in f7); 29.De8 e vincere il finale con i due pedoni in più. Ma con questa posizione effettivamente davanti agli occhi (alla cieca sono sempre stato scarso), ho poi pensato: “aspetta un attimo…”:

28.Af7! (sorrisetto di Grinza)

Concedetemi un punto esclamativo, nonostante che questa combinazione sia facile e in fondo anche superflua (si vince facilmente anche nell’altro modo), solo per ragioni estetiche.

28…Rf7; 29.Cd6, Re7;

Posizione dopo 29...Re7

Posizione dopo 29…Re7

Se 29…Rg8 il B. dà matto in f7, o di Donna o di Cavallo.

30.Te1, Ce5; 31.Te5, abbandona.

Forse non tutti sanno che Andrea Grinza è stato uno dei più forti giocatori italiani degli anni ’70.

Un abbraccio, Andrea.

Campanilismo 3

avatar Scritto da: FM Franco Trabattoni (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a Campanilismi

  1. avatar
    Fabio Lotti 27 Aprile 2013 at 23:53

    Questo articolo mi riporta indietro negli anni quando al torneo di Levico Terme incontrai proprio Andrea Grinza con il quale riuscii a pattare di Nero con una Grunfeld. Sono d’accordo sul sorrisetto ineffabile.

  2. avatar
    Yanez 28 Aprile 2013 at 00:47

    Condite da commenti gustosissimi due partite inedite… almeno io non son riuscito a trovarle su nessun database. La domanda per Franco è allora la seguente: taccuino, archivio elettronico o un talento della scacchiera come te le ricorda semplicemente a memoria?? 😯
    In ogni caso un pezzo da leggere e da rileggere, grazie! 😎

  3. avatar
    Franco Trabattoni 28 Aprile 2013 at 01:31

    Molto più semplice: vecchi formulari!

    • avatar
      Ramon 28 Aprile 2013 at 09:38

      Importante è che sian state sottratte all’oblio del tempo e che ne possiamo godere tutti noi con la medesima allegria e simpatia di chi le ha giocate… 😉

  4. avatar
    Alessio 28 Aprile 2013 at 21:05

    Ho particolarmente apprezzato le partite proposte. Se posso approfittare per chiedere chiarimenti su un dubbio che ho avuto da sempre, ecco, si tratta di questo: su tutti i manuali la Partita di Re è considerata il viatico per eccellenza dei cosiddetti giochi aperti, quindi 1.e4 eppure, anche a livello di Grandi Maestri, le grandi partite d’attacco nascono dall’apertura di Donna, cioè 1.d4
    Possibile?!? Cosa mi sfugge in concreto?
    Spiegatemelo con concetti semplici se possibile, grazie a tutti.

  5. avatar
    Franco Trabattoni 28 Aprile 2013 at 23:25

    Caro Alessio, ci provo, per come la vedo io. Il fatto è che la teoria delle aperture è molto cambiata. Quello che tu dici (va bene il tu?) era vero grosso modo sino agli annio ’20, quando (ad es.) 1.d4 preludeva quasi immancabilmente alla cosiddetta ortodossa (1.d4, d5; c4, e6; ecc.), ossia una partita decisamente posizionale; e quando dopo 1.e4 l’apertura spagnola (1…e5; 2.Cf3, Cc6, 3.Ab5), l’unica considerata accettabile per dare al B. un vantaggio, era normalmente utilizzata per attaccare il re. Ma le cose, come ti dico, sono cambiate. Indiane (1.d4, Cf6), slave (1.d4, d5; c4, c6) semi-slave, Tarrasch ecc. hanno soppiantato quasi del tutto l’ortodossa; la spagnola, dopo Karpov, si gioca spesso e volentieri di posizione sul lato di Donna, ecc. In sintesi, ora vige una deregolamentazionne quasi completa, cosicché sia da 1.e4 sia da 1.d4 può venire fuori di tutto. Dipende, caso per caso, dalle linee che si scelgono. La Caro-Kann, ad esempio, è tradizionalmente considerata una difesa tranquilla, che prelude a lente manovre posizionali. Beh, guardatevi questa, che è di pochi giorni fa. In generale quello che a livello di grandi maestri esiste sempre di meno sono le partite lineari, dove si vince giocando solo di posizione o solo di attacco. I buoni giocatori di oggi conoscono molto meglio sia le aperture sia il gioco. Ed è dunque raro che subiscano senza reagire l’applicazione conseguente e rigorosa di schemi classici (dell’uno o dell’altro tipo). Normalmente nelle partite di alto livello giocate oggi la tensione rimane sempre attiva sia sul piano posizionale sia su quello tattico; per cui quello che capita spesso è che una partita sia impostata in un modo e finisca in un altro (o meglio, che la minaccia di questa trasformazione sia latente ad ogni mossa): ciò capita ad esempio quando un giocatore, per evitare inferiorità posizionali chiare, dà adito ad un attacco; o viceversa quanto per parare un attacco si finisce per accettare un difetto posizionale. Non so se sono stato chiaro. Comunque la mia impressione generale è che oggi le dottrine strategiche classiche siano come l’aritmetica per un matematico: il matematico la deve conoscere, perché all’occorrenza deve saper fare un calcolo corretto; ma non è certo con questo strumento che risolve i suoi problemi di oggi (inutile aggiungere che nelle partite di noi comuni mortali succede di tutto soprattutto proprio perché…siamo appunto comuni mortali).

    • avatar
      Alessio 29 Aprile 2013 at 07:36

      Grazie Franco (onoratissimo per il tu), tanti concetti importanti illustrati in maniera semplice. In un certo senso stiamo assistendo al trionfo della tecnica giusto? i Maestri del passato hanno esplorato tutte le vie ed oggi (anche per causa dei computers) il giocatore pratico sa maneggiare alla perfezione gli “strumenti” messi a disposizione da decenni di esplorazioni ed il suo è più che altro un approccio concreto ai problemi che deve affrontare alla scacchiera… qualcosa del genere? Ancora grazie.

      • avatar
        Franco Trabattoni 29 Aprile 2013 at 10:11

        Hai colto perfettamente che cosa volevo dire

    • avatar
      Ramon 29 Aprile 2013 at 07:41

      ed ai ringraziamenti di Alessio aggiungiamo, vivissimi ed entusiasti, i nostri di onesti e modesti “peones” della redazione di SoloScacchi, a Franco che con l’obiettività, la modestia e la classe del campione di razza ci ha regalato questo ennesimo contributo, non soloscacchistico, evidenziando con imparzialità e sportività i propri errori, le qualità dell’avversario e soprattutto mettendo a disposizione di tutti noi il proprio scibile, le sue esperienze, il tutto con eleganza, garbo e simpatia…

    • avatar
      Yanez 29 Aprile 2013 at 07:55

      Interessantissimo il concetto di deregolamentazione. Mi pare che qualche anno addietro John Watson abbia dedicato degli approfondimenti importanti, nei suoi trattati sulla storia della strategia scacchistica, a questo importante aspetto del modo moderno con cui i giocatori attuali affrontano il gioco. Ne derivò uno scontro anche abbastanza acceso con Aagaard, no?

  6. avatar
    Boxeur con la ruga 30 Aprile 2013 at 07:22

    Grazie! il formato che preferisco degli articoli: una parte aneddotica di introduzione, meravigliosa in questi pezzi di Trabattoni, una o due partite senza note troppo pesanti e immagini stupende. Continuate così, siete i migliori!

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