Macelleria Messicana

Scritto da:  | 21 Aprile 2013 | 27 Commenti | Categoria: Zibaldone

Macelleria Messicana 2

Da alcuni giorni – indovinate il perché – volevo ritornare su questo mio tormentone per ribadire quanto scritto il primo giorno qui: lo stallo messicano non può restare sospeso all’infinito, prima o poi si comincia a sparare ed è sempre una carneficina… ma il copione non prevede che uno dei pistola, pardon dei pistoleri, attorcigli la canna della sua arma in modo tale che i pallettoni tornino dritti al mittente, sfracellandogli i pendagli, come in certi fumetti di Jacovitti.
Sempre per stare sul truce, ma a un livello molto più elevato, oggi mi è capitato di vedere “Macelleria messicana“, una piece teatrale il cui titolo è ispirato alla definizione che Ferruccio Parri, capo del governo provvisorio dell’Italia liberata, diede di Piazzale Loreto qualche  giorno dopo il 25 aprile. Ho trovato inquietante questa affinità di cose “messicane” in un momento in cui la Storia d’Italia potrebbe essere alla vigilia di una qualche svolta epocale.
Per me stesso e per chi volesse riflettere sui tempi passati e presenti, ricopio le righe introduttive della piece Macelleria Messicana: “Da una stanza buia, dimenticata, chiusa da anni, preclusa ad ogni sguardo, riemergono brandelli di Storia e di esistenze perdute. In questa stanza si rischia la vita, si procede cautamente e con estrema attenzione. E’ un luogo instabile e mutevole e qui si avverte l’odore acre del tempo: una polvere sottile ricopre ogni cosa. In questa “soffitta dell’immaginario” in cui si celano oggetti e storie del passato, trascinano la loro stanca quotidianità due attori, miseri “eidolà”, prigionieri dei loro stessi gesti e dei loro ruoli. 
Da questo luogo oscuro è impossibile uscire: la luce annienterebbe questi poveri simulacri umani.
 Dal pavimento, dalle porte celate nel muro, riemergono i fantasmi della Storia: siamo al termine del ventennio fascista, il destino è imprevedibile, la morte aleggia nell’aria, la voce del supremo capo si è affievolita e sarà presto affogata nel sangue. I nostri due protagonisti consumano le loro ultime ore di vita in un’atmosfera sospesa, tra mille nefandezze, ansie, paure, mitomanie, voglie sfrenate, deliri improvvisi e squarci di Poesia.
 In questo momento tutto è permesso. Ci troviamo in un interstizio del Tempo, in piena sospensione della Storia: in questa stanza stanno per avvenire eventi irriferibili e pericolosi.
”

La Storia

avatar Scritto da: IM Roberto Messa (Qui gli altri suoi articoli)


27 Commenti a Macelleria Messicana

  1. avatar
    Alfredo 21 Aprile 2013 at 21:57

    Caro Roberto, non entro nella questione di Piazzale Loreto.
    Ricordo la descrizione (e le foto!) di mia nonna che come tanti andarono a vedere il macabro spettacolo
    ma rileggendo il passo di Parri mi vengono in mente altri nomi, ad esempio quello del grande giurista e costituente Pietro Calamandrei.
    E solo questi due nomi, a confrontarli con i saltinbanchi di adesso, mi fanno venire in mente il titolo di una canzone di Battiato: “Povera patria”.

    • avatar
      Roberto Messa 21 Aprile 2013 at 22:17

      Ecco, scusa se ho generato questa piccola confusione: Parri (o secondo alcune fonti un altra figura di primo piano del CNL) disse che Piazzale Loreto era stata un’orrenda “macelleria messicana”. Groppali ha ripreso queste due storiche parole come titolo del testo, da cui lo spettacolo.

      Copio incollo due recensioni:
      Corriere della Sera, 11 aprile 2013
      Patologia del potere – Il baratro delle colpe
      Se Groppali ci mette la materia prima di alto profilo, non va dimenticata la straordinaria regia polifonica di Daniele Salvo che orchestra con sapienza di linguaggi e segni (la realtà perturbante dei filmati e delle immagini è un apparatoiconico che si carica di afflato lirico rispetto alla finzione del testo. Il lavoro di squadra – e che squadra, più coautori che gregari – è completato dalle invenzioni sceniche di Alessandro Chiti, dalle musiche di Marco Podda, dai costumi di Silvia Aymonino(…;)
      (…;) in exelsis, i due attori principali, Elisabetta Pozzi e Paolo Bessegato, che prestano la loro fisicità carnale, ma sanno anche cavar fuori vocalità da vertigine.
      Macelleria messicana è un allestimento sontuoso e necessario, già iscritto negli annali.

      Nino Dolfo

      Il Giornale, 15 aprile 2013

      In Macelleria messicana il dramma di due disperati bugiardi
      (…;) dramma struggente e crudele apparentato con la nostra tragica storia recente…con la scrupolosa regia di Daniel Salvo, le scene del fantasioso Alessandro Chiti e l’appassionata interpretazione di Elisabetta Pozzi e Paolo Bessegato, accompagnati da due verdi, e già bravi attori bresciani.
      (…;) Ma quale fatale destino li lega? Lo si scoprirà alla fine di uno spettacolo che si segue con il cuore in gola per novantacinque minuti di rara intensità.

  2. avatar
    Roberto Messa 21 Aprile 2013 at 22:10

    Devo aggiungere un “disclaimer”: avevo scritto quanto sopra come semplice commento in coda all’articolo Stallo Messicano, proprio non pensando che meritasse di assurgere ad articolo autonomo. Mi fa ovviamente piacere che la “Mente occulta” di SoloScacchi abbia deciso questa “promozione” e lo (o la?) ringrazio di cuore.
    Rileggendolo mi accorgo di una grave omissione: ho dimenticato di citare l’autore del testo di Macelleria Messicana, che è Enrico Groppali. La piece è stata prodotta dal Teatro Stabile di Brescia per la regia di Daniele Salvo, ha avuto il suo debutto nazionale il 9 aprile a Brescia, presumo che andrà in tournée in varie città.

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    Alfredo 21 Aprile 2013 at 22:31

    Se verranno a Monza o a Milano andrò a vederli.
    Non c’era stata nessuna confusione.
    Solo che citando Parri mi sono venuti in mente tanti nomi e paragonare queste persone che ci hanno ridato libertà e dignità a tanti nomi attuali che la dignità non sanno neppure cosa sia è esercizio retorico ma assolutamente impietoso.
    Purtroppo…

  4. avatar
    Alfredo 21 Aprile 2013 at 22:47

    caro Roberto,
    ho visto che sul web ci sono molte recensione e quasi tutte positive sulla piece teatrale che prende il titolo dalla famosa frase di Parri, ripresa poi, purtroppo in tempi più recenti per i fatti del G8, alla scuola Diaz.
    Due orrende pagine della nostra storia.
    Ma lo spettacolo teatrale sembra davvero interessante.

  5. avatar
    Paolo Bagnoli 21 Aprile 2013 at 23:56

    Caro Roberto, cosa dire della attuale “macelleria italiana”? L’antipatico D’Annunzio esclamò: “Roma, alma Roma, ti darai tu ad un beccaio?” a proposito dello pseudo-colpo di Stato che si stava consumando in quei lontani giorni. Che dire, quindi, dei giorni nostri (oppure ho frainteso)?

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      Roberto Messa 22 Aprile 2013 at 08:49

      Caro Paolo, sicuramente non hai frainteso perché il senso di questo dramma, come nella migliore tradizione, lascia aperte infinite interpretazioni. La mia non è riferita a fatti precisi del passato o del presente, ma al senso della Storia che imcombe tragicamente su tutti noi: il trovarsi politicamente dalla parte sbagliata nel momento sbagliato (come i due miserabili fascisti a Milano il 25 aprile) o semplicemente trovarsi nel posto sbagliato nel momento storico sbagliato (disoccupati nullatenti o imprenditori sull’orlo del suicidio nella Grecia del 2012 o, chissà, nell’Italia del 2013). Nei momenti in cui la Storia corre più in fretta (chi avrebbe detto solo quattro giorni fa che il più grande e longevo partito italiano era in procinto di squagliarsi nell’espace d’un matin?), ed incombe sulla testa degli individui come una spada di Damocle, il fattore tempo diventa più rilevante degli altri fattori strategici (materiale, struttura della posizione, spazio)… Non ci sono Re, Cavalieri o semplici pedoni (come noi) che possano prevedere in quale casella la Storia li posizionerà oggi o domani: potrà essere una casella centrale o angolare… come pure la scatola dove giacciono alla rinfusa i pezzi usciti dal gioco.

  6. avatar
    alfredo 22 Aprile 2013 at 10:21

    Caro Roberto forse sottovalutavi la propensione al suicidio di Bersani .
    Ricordo che quando componesti il tuo studio sullo stallo io commenati che piu’ che uno stallo mi sembrava una situazione di Zugzwang
    Bersani doveva muovere e ogni mossa lo avrebbe portato alla sconfitta .
    piu’ che a consiglieri politici e spin doctors che coniavano le metafore che hanno fornito tanto materiale a Crozza , Bersani doveva farsi aiutare da un esperto di ” teoria dei giochi ”
    c’è una frase di Calvino , tratta da ” se una notte d’inverno un viaggiatore” che secondo me fotografa molto bene la situazione che si era creata . devo cercare il libro e la frase .
    comunque a me bersani ricorda molto uno di quelli che a pallone venivano chiamati ” veneziani” . voleva a tutti i costi la palla . quando però la ha avuta tra i piedi ha dimostrato di non essere non dico Messi ma neppure il piu’ sciagurato scarpone dei campionati interaziendali . ha ceduto a tutti i ricatti possibili e immaginabili facendosi imporre il nome di due cattolici come marini e prodi, rinunciando alla grande opportunità di rodotà. persona che pero’ aveva un grosso difetto. non solo è un laico ( in fondo tutti noi siamo ” laici”, se non ordinati sacerdoti ) .
    è soprattuto un dfensore , anzi un convinto assertore della laicità dello stato su cui ha scritto molto , su repubblica , micromega e insegnato nelle aule universitarie .
    e un paese come l’italia ( su cui pesa ancora il concordato mussoliniano , riavallato anni dopo dal laico craxi )non puo’ forse permettersi ancora un presidente ” cosi” laico .
    con tutte le conseguenze che questo poteva portare .
    Rimpiango sempre piu’ personaggi come Parri e Calamandrei

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      Roberto Messa 22 Aprile 2013 at 13:43

      Caro Alfredo, grazie per i commenti sempre ricchi. Ci sarebbe tanto da approfondire… a me è piaciuto aprire queste piccole discussioni più che altro perché “stallo” (e “stalemate”;) sono le parole più gettonate di questi tempi dai commentatori politici in Italia (e all’estero), a dimostrazione del forte potere simbolico degli scacchi. E perché mi piace fissare per iscritto piccoli pensieri… a mio uso e consumo.
      Mi piacerebbe partecipare di più anche alle altre discussioni in coda ai bellissimi articoli che escono ogni giorno su Soloscacchi, ma a volte mi manca perfino il tempo per leggerli. Me ne scuso e colgo l’occasione per complimentarmi con tutti voi. Alla prossima!

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        Filo Sganga 25 Aprile 2013 at 19:56

        Peccato. È sempre un piacere leggere quello che scrive Messa. Lo si capisce anche dagli editoriali di T&C. A mio modesto parere ha la stoffa del grande giornalista.

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    paolo bagnoli 22 Aprile 2013 at 15:48

    Caro Alfredo, Rodotà non andava bene non in quanto laico, ma in quanto PROPOSTO DA GRILLO, e qui sta la meschinità dei “politici” i quali, piuttosto che “cedere” al M5S, hanno ideato questo pasticciaccio dal quale usciremo con le ossa rotte.
    Grillo non mi sta simpatico, ma devo riconoscere che, sic stantibus rebus, potrà scorrazzare per l’Italia gridando all’inciucio, mentre gli altri (in primis Berlusconi, che così si è salvato dalla morte politica) proseguiranno imperterriti per la strada verso l’abisso, continuando a tacciare Grillo & C. di “antipolitica”.
    Abbiamo superato il ridicolo.

  8. avatar
    alfredo 22 Aprile 2013 at 19:08

    Paolo sei molto saggio e ancora una volta hai ragione ma penso di non essere in torto neppure io .
    un po’ come nella “polemica” ( fatte le debitissime proporzioni ) a distanza sulla natura della luce e dei colori tra newton e goethe
    ma io penso al particolare tipo di laicità incarna Rodotà e nella quale mi riconosco .
    ma si puo’ essere laici e cattolici
    il cattolicissimo de Gaulle andava a messa alle 5 di tutte le mattine senza che nessuno lo potesse vedere perchè non si pensasse che la sua fede religiosa potesse ripercuotersi sulla sua attività politica
    e si parla di de gaulle e si parla della laicissima francia.
    rodotà come presidente della repubblica avrebbe potutto ” firmare ” leggi , se approvate sulle coppie di fatto , sulle staminali , sulla fecondazione assistita , sul testamento biologico , sul cd ” fine vita” ( ricordi i casi Welby ed Englaro )
    tutti punti molto sensibili nell’ Italia ” cattolica”. troppo
    dei cattolici come Prodi o Marini al colle leggi nuove su queste materie non sarebbero state neppure proposte
    il capo di stato garante sarebbe stato , invece , un deterrente
    e questo secondo me è stata la grande occasione persa .
    PS : continuo a ripeterlo : laici siamo tutti noi , in fondo .
    Rodotà ha fatto della laicità dello stato uno dei suoi argomenti di studio e di battaglia .
    In quanto a Grillo stendiamo un velo pietoso .e sui ” grillini” meglio tacere , per quanto hanno dato prova fino ad ora . i due portavoce non hanno fatto altro che collezionare figure penose
    Grillo invece è un grande comunicatore . è il suo mestiere .
    ma non ho ancora capito nulla delle sue idee
    non si puo’ pensare di governare un paese con l’insulto , la provocazione ,la minaccia .povera patria
    e rimpiango non solo berlinguer ma anche un personaggio come aldo moro e anche se non ero ancora nato , da cio che ho letto , non posso non esprimere ammirazione per un de gasperi
    e lo dico da ” Fuser” , come a volte mi firmo
    fossi un politico vorrei avere come avversario politico , al di là del linguaggio fumoso e contorto che usava , un aldo moro piuttosto che un beppe grillo
    ciao !

  9. avatar
    Paolo Bagnoli 22 Aprile 2013 at 20:57

    Alfredo, non ti davo torto, ma davo torto ai miopi che, pur di non sostenere la candidatura di Rodotà, hanno portato il PD al massacro, con dimissioni, scissioni più o meno palesi, e conseguente il trionfo (politico) di Mister B. Ora avremo ciò che il PD, per voce del suo (ex) segretario politico, aborriva violentemente: il cosiddetto “governissimo”. Gran bella “soluzione”, complimenti…..

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      Franco Trabattoni 23 Aprile 2013 at 00:43

      Posso dire una parola? Il governissimo non mi piace nemmeno un po’. Ma di chi è la colpa? Se alcuni milioni di italiani, invece di votare Grillo (“perché qui è tutto un magna magna”), avessero votato a destra o a sinistra, semplicemente in base alle loro idee (“idee? uff, ma che roba vecchia!”), ora avremmo semplicemente …un governo. E nessuno stallo.

      • avatar
        fds 23 Aprile 2013 at 09:35

        Ciao Franco.

        Forse circa 8,5 *milioni* di italiani sono totalmenti stufi di quello che brevemente definisci “magna magna”, che in realtà rappresenta il concetto del totale distacco di una classe politica dalla realtà quotidiana dei cittadini che dovrebbe amministrare, e non da oggi. Non sono stati capaci nemmeno di eleggere il Presidente della Repubblica, tutti presi dai loro giochini di potere. Uno spettacolo penoso.

        Vogliamo “colpevolizzare” tout court circa 8,5 milioni di persone? Tutti pazzi? Siamo sicuri che i nuovi arrivati sulla scena politica non hanno idee – quelle che una volta chiamavamo ideologie – e proposte concrete (il classico programma)? O vogliamo continuare a basare i nostri giudizi e le nostre convinzioni sulla scorta di quanto si legge sui principali quotidiani e in TV, tutti media che si distinguono particolarmente per autonomia dai partiti o gruppi di potere economico. L’Italia risulta al 57° posto nella classifica mondiale sulla qualità dell’informazione. Qualcosa vorrà dire.
        Ciò detto, metto un pò di faccine e la chiudo subito qui.
        😉 🙂 :mrgreen:

        • avatar
          alfredo 23 Aprile 2013 at 17:03

          caro Franco
          se l’Italia fosse un paese “normale” le elezioni sarebbero state un civile duello con Bersani da una parte e Monti dall’altra .
          quello che ci tiene ancora lontani dalla normalità, direi quasi statistica de paesi democratici a noi vicini è una anomalia che molti chiamano il signor B.
          ma che per molti non è affatto una anomalia .
          senza scomodare filosofi questo signore ha incarnato per milioni di italiani ( ma cosi’ viene visto anche da molti ossservatori esteri) ” lo spirito del tempo” . ma anche uno come Mussolini , anche quello forse una anomalia ma lo spirito del tempo fatta carne , duro’ venti anni . invece questo fattore B. ( che Le Mond defini’ ” mummia”;) è ancora tra di noi . vive e lotta . ovviamente pro domo sua .
          ma è la democrazia .
          o un paradosso della democrazia ?
          che questo fattore B. sia un paradosso mi è sembrato evidente quando anni fa lessi un saggio proprio su di lui dello storico Paul Ginzburg
          Ferose.
          Editore Einaudi , già al tempo proprietà proprio della ” anomalia”
          e ho smesso di pensare , cercando di imitare il mio poeta preferito , Sandro Penna .
          Quando chiesero a Panna cosa aveva fatto durante il fascismo rispose che al fascismo non ci aveva neppure fatto caso .
          fosse stato un personaggio di Sergio Leone avrebbe detto ” sono andato a dormire presto ”
          ma comunque adesso appena tornato a casa ho trovato il libro pubblicato da new in chess su 100 partite selezionate di ivanchuck
          e mi sono detto che se ci sono le partite di chucky , le poesie di sandro penna forse devo rivedere il mio a-teismo ( come scrive Cacciari)
          ma mi sono anche chiesto : ma Martin Eden questo libro ce lo ha già o per una volta lo ho bruciato sul tempo?

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    Franco Trabattoni 23 Aprile 2013 at 10:06

    Grazie per la risposta. Capisco le tue ragioni. Ma io non credo più alla vecchia favola di un paese onesto e civile governato da una classe politica scadente. Gli elettori non sono meglio del gli eletti, e ogni paese ha la classe politica che si merita. Grillini compresi. Per cui il grido, ora sempre più ricorrente anche da sinistra, “mandiamo a casa quelli lì” è una fesseria. “Quelli lì”, così come “questi altri”, siamo sempre noi.
    Ecco perché a mio parere la politica la si fa sulle idee. Cioè sulle cose che durano, che hanno un senso e una storia. Non sugli slogan del momento.
    Se fossi capace di farlo aggiungerei anch’io qualche faccina…sorridente

    • avatar
      alfredo 23 Aprile 2013 at 17:37

      George Bernard Shaw definiva la democrazia come l’assicurazione di non essere governati meglio di quanto ci meritiamo
      (vedi sotto : i para-doxa della democrazia )
      PS : ma cavolo quanto ci costa questa assicurazione ! 😆

  11. avatar
    Franco Trabattoni 23 Aprile 2013 at 11:15

    Aggiungo una piccola cosa. Se il m5s ha delle idee e un programma, suppongo che desideri realizzare le une e gli altri. Ma allora ci provi, proponendo un’alleanza di governo: così come si fa in tutti i paesi democratici quando un partito non ha i numeri per governare da solo. Ovviamente con l’obbligo di accettare qualche compromesso, come è normale in tutte le democrazie sane. O si resta in attesa dei plebisciti e delle adunanze oceaniche, che sono invece il segno inequivocabile delle democrazie malate (o meglio, morenti)? 😉

  12. avatar
    Marramaquis 23 Aprile 2013 at 13:42

    Franco, condivido al mille per mille le tue parole, soprattutto quando scrivi che “quelli lì”, come “questi altri”, siamo sempre noi.
    La settimana scorsa ho avuto la fortuna di trascorrere una mezza giornata in piazza Monte Citorio, durante le prime due votazioni per il Presidente.
    Ho parlato a lungo con la gente presente e persino con alcuni deputati.
    Non attraversiamo un buon momento, in tutti i sensi. E la memoria non aiuta, mentre la storia è derisa dai più o è divenuta insignificante.
    Non so se c’è qualcuno che si salva (mi auguro di sì), ma sono fortemente convinto che da salvare nel nostro Paese oggi ci siano anzitutto le istituzioni: l’ancor giovane Costituzione, il Parlamento, la Democrazia rappresentativa, la concertazione, l’idea stessa di Politica.

    • avatar
      alfredo 23 Aprile 2013 at 17:11

      caro Marramaquis hai parlato anche con quella bonazza pazzesca ( peraltro mia concittadina ) della Moretti ?
      vedi non tutti i politici sono da buttare via . n’est pas ?
      anni fa scrissi un aforisma che diceva piu’ o meno cosi ( era riferito a Veltroni quando parlava di ” bella politica” .. non nel senso della On. Moretti
      “SE COSTA COSI’ TANTO SUDORE
      QUESTA ” BELLA POLITICA”
      CI DEVE PUR ESSERE DA QUALCHE PARTE
      LA VERITA E CHE MI SEMBRA SEMPRE PIU’ PROIBITA
      AL PUNTO CHE PER AVERNE ALMENO UN POCO
      BISOGNA RUBARLA .

      • avatar
        Marramaquis 23 Aprile 2013 at 20:58

        Càspita, Alf, no, disgraziatamente. E dire che per la Moretti avevo anche una bella domandina. Non ti dico quale.

        • avatar
          alfredo 23 Aprile 2013 at 21:03

          facile da indovinare… il numero di telefono?!? ;)

  13. avatar
    Mongo 23 Aprile 2013 at 14:48

    Nel breve periodo c’è solo una cosa da fare: riforma elettorale con relativa riduzione dei parlamentari e, forse, la chiusura di una delle due camere.
    Potremo avere, che so, solo 400 consiglieri eletti dal popolo (anche in base all’età dell’elettore, come è ora), con almeno 2 consiglieri per regione che formeranno il nuovo parlamento con una sola camera, con potere legislativo. Nessun consigliere a vita. Pagati a presenza oppure paga fissa con però un numero massimo di assenze possibili stabilito a priori (escluse malattie/lutti, insomma come è già nel mondo del lavoro). Numero di mandati consecutivi due o tre. O fai il consigliere o fai un altro lavoro. Benefici si (è ovvio, ci vogliono), ma ridotti e non trasferibili ad altri. Riforma elettorale senza porcellate di mezzo e che vinca il partito/movimento con il programma di governo migliore! 😎
    Poi si provvederà all’eliminazione delle province, accorpamento dei comuni, miglioramento del sistema sanitario pubblico (eliminazione dei ticket, cure gratuite a tutti i cittadini) miglioramento del sistema scuola: istruzione gratuita, compresi i libri di testo, almeno sino alle scuole superiori comprese (oltre sarebbe troppo ‘comunista’!), assistenza per i meno fortunati, riforme sul mondo del lavoro; IVA al 15%; riduzione delle aliquote su tutte le tasse; tassazione sulle rendite finanziarie. Poi si potrebbe scendere in dettaglio, tipo lo stato non deve dare soldi /sovvenzioni alle scuole private, agli ospedali privati, ecc.
    Sul finanziamento pubblico ai partiti, secondo me è giusto che ci sia; magari lo si potrebbe/dovrebbe ridurre, ma ci deve essere, altrimenti farebbero politica solo quei cittadini con più possibilità economiche di altri.
    Senza dimenticarci della natura.
    Mi stoppo qui, altrimenti potrei venire preso per il ‘Molleggiato’.
    Hasta la victoria. Italia y muerte, siempre!
    😉

  14. avatar
    alfredo 23 Aprile 2013 at 17:13

    ecco rinunciando a persone come Zagrebelsky e Rodotà l’Italia è stata privata di avere un poco di ” bella politica”
    e questa mi sembra davvero una colpa molto grave

  15. avatar
    alfredo 23 Aprile 2013 at 17:28

    Capitolo settimo
    I para-doxa della democrazia

    Winston Churchill diceva che la democrazia è la peggior forma di governo, a parte tutte le altre che sono state provate. Ma sapeva che il miglior argomento contro la democrazia sono cinque minuti di conversazione con un elettore (o con un politico) medio. George Bernard Shaw definiva la democrazia come l’assicurazione di non essere governati meglio di quanto ci meritiamo. E aggiungeva che l’avvento della democrazia aveva sostituito la nomina di pochi corrotti con l’elezione di molti incompetenti. Gustave Flaubert identificava il sogno della democrazia nell’elevazione del proletariato allo stesso livello di stupidità raggiunto dalla borghesia. Bertrand Russell precisava che gli eletti non possono mai essere piú stupidi dei loro elettori.

    Sembra dunque che la democrazia abbia i suoi problemi, per risolvere i quali sono state avanzate alcune paradossali proposte letterarie. Ad esempio, Il parlamento di Jorge Luis Borges suggerisce che, per ottenere una rappresentanza veramente rappresentativa, un’elezione debba eleggere tutti gli elettori. All’estremo opposto, Diritto di voto di Isaac Asimov ritiene sufficiente che alle elezioni venga interpellato un solo votante, purché sufficientemente rappresentativo. Infine, Noi di Evgenij Zamjatin propone che si considerino come veramente democratiche soltanto le votazioni palesi e unanimi.

    Queste provocazioni letterarie si possono facilmente accantonare con un sorriso. Non cosí quelle logiche e matematiche, la cui rimozione è meno agevole. I paradossi della democrazia sono infatti svariati e subdoli, come sapevano già gli antichi. Ad esempio, si può instaurare una dittatura in maniera legale? Se sí, la libertà potrebbe avere i giorni contati; se no, è limitata già ora. Oppure, si può eliminare l’articolo che permette le revisioni costituzionali? Se si, il potere di revisione è in pericolo; se no, è incompleto.

    Forse il piú ovvio dei paradossi della democrazia è una semplice variazione sul tema del sorite, sul quale torneremo in seguito: poiché nelle elezioni con molti elettori non succede mai che il vincitore vinca per un solo voto di differenza, nessun singolo voto è determinante. Dunque, tanto vale non andare a votare.

    Gli ulteriori paradossi che andiamo a enunciare riguardano invece la pratica della vita democratica, una volta che si sia deciso di andare comunque a votare. Non è infatti per niente chiaro come (o addirittura se) si possano determinare gli eletti, o distribuire i seggi, in maniera logicamente soddisfacente….. continua
    piergiorgio odifreddi
    c’era una volta il paradosso
    einaudi ( !) editore
    invito gli amici a leggere , se non il libro almeno questo capitolo
    spiega molto meglio di migliaia di analisi politiche la ” democrazia”
    e usando la logica ci spiega anche perchè tanto usate sono , in politica , le metafore scacchistiche .

  16. avatar
    paolo bagnoli 24 Aprile 2013 at 16:16

    Scusate la rozza intromissione, ma non ce la faccio a tacere.
    AVETE TUTTI RAGIONE, chi in un modo chi nell’altro! “Governo del popolo” oppure “democrazia”, una “invenzione” ateniese che, nei suoi meccanismi, prevedeva pure l’ “ostracismo” (da non dimenticare…;). La cosa funzionava abbastanza quando la si praticava su scala ridotta, cittadina, tra qualche migliaio di persone che più o meno si conoscevano tutte tra loro.
    Gli Stati moderni hanno dovuto ricorrere, viste le dimensioni, alla cosiddetta “democrazia rappresentativa”, e qui precipita la bestia da soma (oppure, “casca l’asino”;): i “rappresentanti”, umani come noi che facciamo parte del parco buoi, una volta assaporato il gusto dello scranno ed adattati al medesimo gli onorevoli glutei, tendono a deragliare, a scantinare, a traballare, ad ondeggiare.
    L’indecoroso spettacolo di un Parlamento che plaude a Napolitano quando quest’ultimo bacchetta il Parlamento stesso ne è il risultato, ma tant’è …..
    Una forma di democrazia diretta in un Paese delle dimensioni dell’Italia è impensabile, quindi teniamoci quello che abbiamo, MA ALMENO SALVIAMO QUALCHE PRINCIPIO !
    No, niente, i principii sono andati a farsi fottere, i voti di Grillo corrispondono ad altrettante schede bianche o ad astensioni, quindi, vista la tanto invocata “emergenza”, godremo per il prossimo futuro di un governo pasticciato, con ministri come al solito nominati col bilancino da farmacista in nome dei “pesi e contrappesi”, eccetera eccetera.
    A quando l’ottanta per cento di astensioni?

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