il Leone del Kentucky

Scritto da:  | 12 Maggio 2013 | Un commento | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
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Jackson Whipps Showalter nasce a Minerva, nel Kentucky, il 5 febbraio 1859.  I suoi genitori, Freeman Benoni (guarda un po’…) Showalter, e Margaret Rachel Whipps provenivano dalla Pennsylvania e possedevano una azienda agricola. Jackson era il più giovane di tre fratelli, uno dei quali divenne membro della Corte Suprema dell’Illinois.
Jackson si diplomò presso il Kenyon College nel 1979, per poi laurearsi due anni dopo all’Istituto Militare del Kentucky. Collaborò per qualche tempo alla gestione dell’azienda paterna, per poi trasferirsi a Georgetown dove prese parte ad un’asta che vedeva in palio una fattoria di 325 acri. Una “leggenda familiare” narra che egli giunse a cavallo sul luogo della vendita all’incanto, che si aggiudicò la proprietà e, quando richiesto come volesse onorare il pagamento (29mila dollari), estrasse dalle borse della sella la somma in contanti. Questa fattoria venne destinata dal giovane Jackson alla coltivazione di tabacco, attività che egli svolse con successo per moltissimi anni.
Aveva appreso dal padre il gioco degli scacchi e questa passione lo accompagnò sempre, ovunque si trovasse. Nel corso di alcune sue visite a New York si rivelò giocatore forte e dallo stile impetuoso, votato all’attacco, e divenne noto come “Il Leone del Kentucky”, sia per le caratteristiche del suo gioco che per il suo aspetto: alto, robusto, con una folta criniera bionda e con due giganteschi baffi. Era gioviale, non disdegnava un buon sigaro ed un bicchiere di whisky, e fu un buon marito per la giovane sedicenne che aveva sposato e che si rivelò anch’essa buona giocatrice. Nell’ambiente scacchistico americano era molto stimato, anche per i suoi modi franchi e al contempo signorili, e ciò gli valse l’invito a far parte del comitato organizzatore del Congresso Scacchistico tenutosi a Chicago nel settembre del 1888. Showalter vinse il torneo con il risultato di 8 vittorie, due patte e nessuna sconfitta, e la sua fama crebbe ulteriormente.
L’anno seguente partecipò al grande torneo di New York (38 turni!), vinto da Cigorin e Weiss, piazzandosi a metà classifica, ma togliendosi la soddisfazione di battere i fortissimi Burn e Blackburne, piazzatisi entrambi a ridosso dei primi. Nel 1890 vinse il torneo di St. Louis e quello di Chicago e nel 1891 quello di Lexington: il risultato finale di questi tre tornei lo vide chiudere con 29 vittorie, una patta e due sconfitte.
Quando Emanuel Lasker, futuro campione mondiale, giungerà negli USA per un tour di esibizioni, Showalter, nonostante afflitto da una forte influenza, lo impegnerà in un match di dieci partite; Lasker lo vincerà (+6 =2 -2), tuttavia, al termine, dichiarerà, parlando del suo avversario: “E’ il miglior giocatore che io abbia incontrato”.
 Ogni anno di quelli che seguirono, il nome di Showalter compare nella classifica di qualche torneo o nelle notizie relative a qualche match. Si battè, con alterne fortune, per il titolo assoluto degli USA, a volte vincendo ed a volte perdendo, senza mai abbandonare, tuttavia, il suo stile impetuoso ed aggressivo. Visitò l’Europa a più riprese negli ultimi anni del secolo (Norimberga, Vienna, Colonia, Londra, Parigi, Monaco sono le città dove giocò in tornei di alto livello) fino a quando, nel 1904, lo troviamo al grande torneo di Cambridge Springs, la manifestazione che vide trionfare Marshall e che vide Showalter quinto classificato con un numero di patte per lui insolito (+4 =9 -2).
Poi, per diversi anni, Showalter scompare dalla scena scacchistica, fino a quando, nel 1909, viene coinvolto in un problema di “burocrazia”. Nel 1898 era stato sconfitto da Harry Nelson Pillsbury in un match col titolo americano in palio, ma nel 1906, con la prematura morte di Pillsbury, tale titolo era rimasto vacante, ed il Consiglio Direttivo degli USA decise che esso dovesse tornare al precedente detentore: Jackson Whipps Showalter.
Ma… chi era in effetti il miglior giocatore statunitense di quegli anni? Senza dubbio Frank Marshall, e venne infine deciso (nel 1909, appunto) che il detentore Showalter avrebbe dovuto incontrare Marshall in un match alla 7° vittoria (draws not counting) oppure lasciare il titolo nelle mani del più giovane avversario.
Showalter, nonostante fosse assente dalle scacchiere da diversi anni, decise di giocare, e venne sconfitto da Marshall che si impose nettamente (+7 =3 -2).
Passano altri sei anni, e ritroviamo l’ultracinquantenne Showalter nel Minnesota, ad Excelsior, dove vince il primo premio al Western Open. (+9 =0 -1). Forse il risultato gli ha fatto tornare l’ùzzolo degli scacchi, e si ripresenta l’anno seguente all’Open di Tampa dove si classifica al secondo posto, così come a Chicago quello stesso anno, preceduto soltanto dal vincitore Edward Lasker, che lo precederà anche nel 1917 a Lexington.
Prossimo alla sessantina, Showalter gioca qualche altro torneo: Chicago 1918 (+4 =1 -6), vinto da Bora Kostic, Cincinnati 1919 (+6 =1 -3), vinto da Edward Lasker, e Louisville 1922 (+7 =2 -2) vinto da Factor. Il suo ultimo torneo è quello di Chicago del 1926, vinto da Marshall, dove si classifica dodicesimo (+2 =2 -8).
Jackson Whipps Showalter, il “leone del Kentucky”, muore nel giorno del suo 76° compleanno a Lexington.
Showalter 1
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


Un Commento a il Leone del Kentucky

  1. avatar
    Armando 2 Luglio 2013 at 15:42

    Articolo molto interessante su un giocatore presumibilmente di straordinario talento naturale.
    Non avevo mai sentito nominare Showalter, ma considerando i suoi rispettabilissimi risultati anche contro Lasker, è probabile che se fosse nato in qualche metropoli europea sarebbe diventato un giocatore di classe mondiale.
    Crescere nell’America rurale del XIX secolo non è il massimo quanto a opportunità scacchistiche!

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