il Cappellaio Matto

Scritto da:  | 29 Maggio 2013 | 11 Commenti | Categoria: Finali, Tattica

Matti di Torre 0

Le ultime mosse della partita Carlsen-Ivanchuk, giocata al dodicesimo turno del Torneo dei Candidati di Londra 2013, hanno condotto precisamente a un finale che ho trattato in un articolo pubblicato su Torre & Cavallo Scacco! di dicembre 2012.

Per costringere all’abbandono il numero uno del pianeta, Ivanchuk non ha esitato a sacrificare uno dei suoi due pedoni per concludere grazie una minaccia di scacco matto ricorrente nei finali di Torre.

Mossa al Nero

Mossa al Nero

1… h3! 2. Rf2 h2 3. Rg2 h1=D+! 4. Rxh1 Rf5 5. Te1 Tg8

Posizione dopo 5...Tg8

Posizione dopo 5…Tg8

 

Il Nero vince, secondo teoria, combinando il concetto teorico della “distanza di scacco” con la condizione pericolosa in cui si trova il Re bianco al bordo della scacchiera:

6. Rh2 Rf4 7. Tf1+ Re3

Qui Magnus ha abbandonato. Perché?

…e tutto questo cappello solo per un matto?!?

La risposta la trovate verso la fine dell’articolo, che riporto quasi integralmente.

il cappellaio matto

Scacchi matti nei finali di Torre

(da Torre & Cavallo Scacco! – dicembre 2012)

Appena ricevuto l’ottimo libro Come dare scacco matto, di John Nunn (ediz. Caissa Italia), mi sono tuffato a risolvere una dozzina di posizioni del capitolo “dare matto in finale”, un argomento che mi ha sempre deliziato.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

Dopo aver risolto questa posizione (nel libro è il diagramma numero 161 a colori invertiti) ho pensato che forse si poteva trarne un esercizio di livello meno “basic” e di utilità più generale sui finali di Torre. In breve ho “composto” la posizione che segue:

Muove il Bianco

Muove il Bianco

 

Qui può essere didatticamente utile osservare che il Bianco “sta peggio” e se non si decide a cedere il Pa7 per “difendersi” in un finale di Torri e pedoni “4 contro 3” va sotto immediatamente, per esempio dopo 1. Rf1? (o altra mossa di Re) 1… Rf3! seguita da 2… Ta1+.

La soluzione:

1. Tb8! Txa7 2. Tb5! e poi matto di Torre in g5 o di pedone in f3.

La posizione “inventata” è così naturale che mi sono chiesto se magari non si fosse presentata in qualche partita di torneo.

Infatti una rapida ricerca nel database di ChessBase mi ha condotto alla tragica partita Rerabkova (2015) – Kalista (1860), giocata nel 2000 a Plzen, Open Boemia.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

L’antefatto è molto interessante: 38. a6 h5 39. h4 Rf6 40. a7?! (di solito in queste posizioni conviene lasciare il pedone in sesta: con 40. Rg2 Rf5 41. Ta7 f6 42. Rf3 il Bianco avrebbe pattato abbastanza facilmente. Invece Rerabkova sbaglia e perciò vince) 40… Rf5 41. Rg2

Qui lo sfortunato conduttore dei neri ha scelto 41… Rg4?? prendendo matto come da copione.

41… Re4! avrebbe messo il Bianco in zugzwang, costringendolo come male minore a 42. Tb8 e a una lunga e incerta difesa nel classico finale di Torre “4 contro 3”.

Ora che abbiamo assimilato il “pattern” – il “matto modello” – non sarà difficile risolvere questo Studio di Selezniev.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

1. h3+ Rg5 2. h4+ Rg4 [se 2… Rf6 3. Tf8+ e poi b8D] 3. Tf8! Tb2+ 4. Tf2 Txf2+ [4… Txb7 5. Tf4 matto] 5. Rxf2 a2 6. b8D a1D 7. Dc8 matto.

Improvvise minacce di matto si presentano abbastanza frequentemente nei finali di Torre, e si elevano da mero “accidente tattico” a elemento strategico di più ampio respiro.

Vediamo una dimostrazione di come l’attività dei pezzi unita a varie e ripetute minacce di matto può valere molto di più del materiale.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

1. Tc8+ Rh7 2. f5! Tf4 (unica; se 2… gxf5 3. g6+ Rh6 4. Th8 matto) 3. Tc7+ Rg8 4. Rxg6 Tc4 (se 4… Rf8 5. f6 Re8 6. f7+ Rf8 7. Tc8+ Re7 8. Te8+ Rd7 9. f8D) 5. Tb7 Tc8 6. f6 c2 (se 6… Rf8 7. Th7 Re8 8. Th8+ Rd7 9. Txc8 Rxc8 10. f7) 7. Tg7+ Rf8 8. Th7 Re8 9. f7+ Re7 10. f8D+ Rxf8 11. Th8+ Re7 12. Txc8 e vince.

In questo campo è sempre valido il finale della Capablanca-Tartakower, New York 1924, riportato da ogni buon vecchio manuale sui finali.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

 

Il Bianco non può salvare il Pc3, ma la Torre in settima unita al pedone passato in g6 e all’infelice posizione del Re nero suggeriscono il piano: in questi casi basta che un altro attore si aggiunga all’attacco e cala il sipario:

1. Rg3! Txc3+ 2. Rh4 Tf3 (forse era meglio conservare la possibilità di uno scacco in c6 – per quando il Re bianco arriverà in f6 – e cercare un controgioco con 2… a6 seguita da 3… b5) 3. g6! Txf4+ 4. Rg5 Te4 5. Rf6! (tipico: il pedone f5 è uno scudo per il Re bianco dagli scacchi verticali della Torre del difensore)

Posizione dopo 5...Rf6!

Posizione dopo 5.Rf6!

5… Rg8 6. Tg7+ Rh8 7. Txc7 Te8 8. Rxf5 Te4 9. Rf6 Tf4+ 10. Re5 Tg4 11. g7+ Rg8 12. Txa7 Tg1 13. Rxd5 Tc1 14. Rd6 Tc2 15. d5 Tc1 16. Tc7 Ta1 17. Rc6 Txa4 18. d6 (1-0)

Vediamo ora come anche la Teoria “con la maiuscola” si appoggi alle minacce di matto per risolvere questioni tecniche di ordine superiore.

I finali che seguono costituiscono un grandioso “trittico” di André Cheron, teorico e compositore immenso, nonché tre volte campione di Francia nel 1926, 1927 e 1929.

Muove il Bianco

Muove il Bianco

 

In questa posizione Re bianco e pedone non riescono ad avanzare insieme, perché la Torre nera si trova alla cosiddetta “distanza di scacco”, necessaria e sufficiente per tenerli a bada. Potrebbe intervenire in loro aiuto la Torre bianca, ma verrebbe meno al suo compito di tenere il Re nero tagliato fuori di due colonne, come ci insegna la Teoria.

Per fortuna, il Re nero al bordo stimola la nostra fantasia:

1. Rd4 Td8+ (se 1… Rh7? 2. e5 è decisiva: 2… Td8+ 3. Rc5 Te8 4. Rd6 Td8+ 5. Re7 Td2 6. e6) 2. Rc5 Te8 3. Rd5 Td8+ 4. Re6 (è solo patta dopo 4. Rc6 Te8 5. Te1 Rg7 6. Rd7 Te5 7. Rd6 Ta5 8. e5 Ta6+) 4… Te8+ 5. Rf6! (ecco l’idea, se ora 5… Txe4 6. Th1+ e poi matto) 5… Tf8+ 6.Re7!

Così il Re bianco ha conquistato la posizione che gli serviva: dopo 6… Tf2 oppure 6… Ta8 seguirà 7. e5 entrando in un noto schema di vittoria.

Vediamo il secondo finale di Cheron:

Muove il Bianco

Muove il Bianco

Dato che con 1. Rd4 o 1. Rf4 il Re bianco non riuscirebbe a progredire, tormentato dalla Torre nera che dispone della distanza necessaria e sufficiente, anche qui al Bianco serve un “aiutino” per conquistare uno scenario di facile vittoria:

1. e5! Rh5 (se 1… Txe5 2. Rf4! minacciando contemporaneamente il matto e la Torre) 2. Re4 Rh4 3. Rd5 … dove la Signora Teoria ci insegna cosa voglia dire non avere più la “distanza di scacco”: 3… Td8+ 4. Rc6 Te8 (oppure 4… Tc8+ 5. Rd7 e poi 6. e6) 5. Rd6 Td8+ 6. Re7 e poi 7.e6.

Il trittico di Cheron si completa con uno zugzwang raffinatissimo:

Muove il Bianco

Muove il Bianco

1. Tg2! Rh4 (da notare che 1… Te7 perde la “distanza di scacco” e con essa la partita: 2. Rd4 Td7+ 3. Rc5 Te7 4. Rd5 Td7+ 5. Re6!; altre mossa di Torre perdono, per esempio 1… Tf8 2. e5 seguita da 3. Re4; invece 1… Rh6 2. Rd4 produrrebbe la stessa conclusione del primo finale, grazia alla diabolica Rf6 al momento opportuno) 2. Tg7! (attenzione: ora 2. e5? sarebbe prematura a causa di 2… Txe5+! 3. Rf4 Rh3!) 2… Rh5 (il Re nero non può scendere ulteriormente con 2… Rh3 a causa di 3. Rf4 Tf8+ 4. Rg5 e vince facilmente, per esempio 4… Te8 5. Rf5 Tf8+ 6. Re6 Te8+ 7. Te7) 3. Tg1!! Rieccoci nella posizione iniziale, ma con mossa al Nero. Dato che il Nero non può giocare Te7 né altre mosse di Torre senza cadere in un finale teoricamente perso, non resta che muovere il Re in h6 o in h4, ricadendo rispettivamente nel primo o nel secondo finale del “trittico.”

Lasciatemi dire che è affascinante. Ma, imparato un “pattern”, dobbiamo subito ribadirlo, per fissarlo nelle nostre deboli meningi…

Muove il Bianco

Muove il Bianco

Sembra patta, in vista del cambio degli ultimi pedoni, ma…

1. e5!! (non funziona 1. Rf7? per 1… Ta7+! 2. Rf6 fxe4 e patta) 1… Txe5+ (ora non salva 1… Ta7+ per 2. Rf6 e il Pe5 è troppo forte: 2… f4 3. e6 f3 4. e7 Ta8 5. Rf7 Rh6 6. e8D Txe8 7. Rxe8 Rh5 8. Tg3! e il pedone nero cade dopo 8… f2 9. Tf3) 2. Rf7! (facendosi scudo del Pf5, senza il quale il Nero patterebbe con lo scacco al Re da f5; inutile 2. Rf6? Ta5 e sarebbe solo patta) 2… Rh6 3. Rf6! e vince grazie alla solita doppia minaccia.

Mini Test (cimentarsi rigorosamente da soli, ovvero come suggerisce sempre il buon Mongo: senza motori al silicio e …quasi spegnendo il PC!)

Muove il Bianco

Muove il Bianco

Il Bianco muove e vince

Il Bianco muove e vince

Il Bianco muove e vince

Il Bianco muove e vince

Il Bianco muove e vince

Il Bianco muove e vince

Buono studio… e cercate di non uscirne matti! 😉

Matti di Torre 18

avatar Scritto da: IM Roberto Messa (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a il Cappellaio Matto

  1. avatar
    Fabio Lotti 29 Maggio 2013 at 21:48

    Tanto di cappello!… 🙂

  2. avatar
    Gabbiere di parrocchetto 30 Maggio 2013 at 18:04

    Spesso le persone sono inclini a credere che la qualità di un blog o di un sito siano in correlazione con la quantità di commenti postati, è invece vero il contrario. Questo articolo ne è la prova più recente…
    Complimenti per il servizio che ci regalate e per l’impegno profuso quotidianamente.

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      Jas Fasola 30 Maggio 2013 at 19:05

      Io invece – posto che sono d’accordo con l’ottima qualità dell’articolo – faccio due ipotesi

      a) i lettori di questo blog amano discutere di ciò che sta attorno agli scacchi e molto meno della tecnica del gioco.

      b) è stato fatto fino ad ora poco per diffondere questo sito.

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        Gabbiere di parrocchetto 30 Maggio 2013 at 19:27

        E’ vero anche quello che lei dice.
        Fantastiche le sue due “serie”, quella sui finali e quella sui “personaggi mascherati”: non ci faccia attendere troppo per le prossime puntate! 😉

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          Joe Dawson 30 Maggio 2013 at 19:31

          Gabbiere, è Martin il collo di bottiglia, il vero responsabile di tutti i ritardi nelle uscite dei nostri articoli!

          Anzi più che del collo forse è colpa della bottiglia…

        • avatar
          Yanez 30 Maggio 2013 at 19:33

          Gabbiere?!? …sarà mica in arrivo l’ultimo dei pennuti della nostra ornitologica collezione di volatili??

          Dopo Bagadais, il piccione del Soldato Walnut, il Merlo di Andreoli, ecco cosa ci manca ancora?? 😉

          • avatar
            Marramaquis 30 Maggio 2013 at 19:42

            Ci manca ancora lo svasso, ma prima o poi ve ne parlerò.
            Ciao a tutti.

  3. avatar
    danilo 30 Maggio 2013 at 20:54

    ue’ un momentino 😯
    gli utenti sono sicuramente di tutti i tipi e tutti i livelli
    e ci saranno anche quelli che amano articoli tecnici o meglio ancora didattici,
    detto questo aggiungo il mio solito rimprovero,
    perche’ dimenticate sempre il link pgn delle partite e posizioni che ci permettono di ristudiarle con calma su un reader?
    sono comunque d’accordo
    soloscacchi… the number one! 😉

    • avatar
      Ramon 30 Maggio 2013 at 21:45

      Grazie Danilo… eccoti qui accontentato! 😎

  4. avatar
    Roberto Messa 31 Maggio 2013 at 08:29

    Benissimo i PGN e i reader, comunque Kramnik ha dichiarato che recentemente ha deciso di alternare lo studio al computer con quello sulla tradizionale scacchiera da torneo: aveva notato che il computer alla lunga rende pigri (tanto le varianti ce le calcola lui) e che si dimentica tutto molto più velocemente.

  5. avatar
    Roberto Messa 31 Maggio 2013 at 08:38

    A proposito del mini-test finale, ho dimenticato di precisare che nel primo diagramma non si richiede soltanto qual è la mossa vincente (così facile che l’ha vista persino un vice-campione del mondo) ma chi è il GM con 2742 che alla mossa precedente ha giocato la suicida 55… Rg8-h7??

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