il Segreto delle Leggi contrapposte

Scritto da:  | 14 Giugno 2013 | 9 Commenti | Categoria: Mediogioco, Partite commentate, Strategia, Tattica

circolo

E’ ancora presto per giocare quando arrivo al circolo della Federazione polacca, nel centro di Varsavia, per il semilampo del giovedi pomeriggio. Mi accomodo e, come faccio spesso, passo un po’ di tempo guardando le decine di ritratti alle pareti, con le foto di tutti i GM polacchi da una parte e di tutti i campioni e le campionesse polacche dall’altra.

campioni polacchicampionesse polaccheGM polacchi

Ad un certo punto la porta a vetri si apre ed entra Lui, il Maestro. So che quasi tutti i campioni polacchi degli ultimi vent’anni hanno seguito i suoi corsi, so quanto sia rispettato, direi anzi venerato, nonostante abbia un carattere difficile e una lingua tagliente. So anche che ha appena tenuto un corso a Mielno ai giovani polacchi più promettenti. Mi domando quali argomenti abbia trattato, quali piccoli e grandi segreti abbia loro rivelato. Non gli ho mai parlato prima d’ora. Con uno sforzo, dovuto all’emozione ma anche ad un po’ di timore, mi alzo e mi avvicino a Lui.

“Buon giorno Maestro, mi chiamo Jas Fasola”.

La sua risposta dapprima mi lusinga: “Ho già sentito parlare di Lei”, subito dopo però mi deprime “un gran pasticcione, ne ha combinate di tutti i colori”.

Divento rosso. “È vero, ma Le assicuro, io i pasticci non li faccio apposta. Mi capitano così, naturalmente”.

“Capisco. Di che categoria è Lei?”.

Mi viene un groppo alla gola. “Inclassificabile. Ultimamente le ho prese anche dai ragazzini. Studio, studio … da Philidor con il suo “i pedoni sono l’anima degli scacchi” ai libri di Dvoretsky. Nessun risultato”.

“Beh, non si abbatta. Tutti abbiamo alti e bassi. Arriveranno anche gli alti. Prima o poi.”.

Non resisto alla tentazione di fare un accenno a Mielno. “Chissà che lezioni straordinarie avrà tenuto, Maestro, quali segreti avrà rivelato, beati i suoi allievi!”.

Il Maestro capisce che vorrei anche io conoscerne qualcuno, ma la sua risposta mi scotta.

“Signor Fasola, quelli che Lei chiama segreti sono preziose conoscenze, talvolta non ben comprese, altre volte dimenticate. Comunque, sappia, anche se le rivelassi questi “segreti”, ciò non le garantirebbe di progredire. Non solo bisogna sapere ma anche comprendere ed essere capaci di mettere in pratica. È una strada lunga, molto lunga”.

Non demordo. “Va bene Maestro, ha ragione, mi scusi, ma comprenda il mio stato d’animo. Non capita tutti i giorni di incontrare una persona come Lei, che forse potrebbe darmi una speranza di un migliore futuro scacchistico”.

Forse l’ho ammorbidito. Continua: “Bene, Le darò una regola d’oro. Si chiama “Principio delle Leggi contrapposte” o, se vuole, “Segreto delle Leggi contrapposte” e recita:

“Talvolta a una Legge posizionale si oppone un’altra Legge, con princìpi opposti sulla stessa materia, detta Controlegge. Spetta al giocatore essere capace di capire quale di queste due Leggi sia nel suo caso la più forte e saperla applicare”.

“Ho capito, Maestro”, gli dico con superficialità, “Lei intende dire che le leggi scacchistiche hanno le loro eccezioni”.

Il Maestro mi guarda con aria di commiserazione. “Fasola, non ha capito niente. L’eccezione – lo dice la parola stessa – è cosa rarissima, capita solo in situazioni straordinarie, negli scacchi in posizioni assolutamente particolari, spesso una sola volta nella vita. La Controlegge si può applicare non ad una sola posizione ma a molte e poi costantemente nell’arco di tutta la propria carriera”.

Sono sconcertato. “Maestro, per me le sue parole sono difficili da comprendere. Poi, se è così, allora mi chiedo, che cosa ho imparato fino ad ora? Mi faccia un esempio, La prego”.

“Prima di farle un esempio le voglio fare due domande per capire se con lei non sto solo perdendo tempo. Se risponderà correttamente, Le spiegherò. Ritornando “all’anima degli scacchi”, qual è la maggiore debolezza della struttura pedonale?”.

Ci penso su solo un momento, questa la so… rispondo: “i pedoni doppiati!”.

Il Maestro fa un cenno di assenso con la testa e passa alla seconda domanda. “Giusto, e in quale situazione i pedoni doppiati sono ancora più deboli?”.

Questa volta ci devo pensare su un po’, poi mi viene in mente e rispondo: “se oltre che doppiati sono isolati dagli altri pedoni dello stesso colore!”.

La risposta del Maestro mi fa tirare un sospiro di sollievo.

“Bravo. La Legge della debolezza dei Pedoni doppiati e isolati ci insegna che bisogna evitare come la peste di avere propri pedoni doppiati e isolati. Infatti questi possono venire attaccati facilmente, sono poco mobili, non possono venire difesi da altri pedoni. Eppure, tanti anni fa, un giovane scacchista non si limitò ad imparare questa Legge, come invece fecero e ancora fanno in tanti, ma seppe per primo trovare, comprendere ed applicare la Controlegge della forza dei Pedoni doppiati e isolati, che recita: “passando dalla formazione pedonale orizzontale a quella verticale si indebolisce la propria posizione orizzontalmente ma la si rafforza verticalmente. Ad esempio i pedoni c3 e c4 sono forti sulla colonna d in quanto il secondo fa da supporto per un proprio pezzo che si può portare in d5 mentre il primo può impedire al Nero di portare un suo pezzo in d4. Inoltre le colonne a fianco dell’impedonatura sono aperte e sono la strada per l’invasione con i propri pezzi pesanti. Infine, se l’impedonatura avviene attraverso un cambio, con questo si può eliminare il pezzo avversario più attivo”.

A questo punto il Maestro toglie dalla sua borsa in pelle un piccolo dossier. Vedo la copertina con la scritta “Mielno”. Dopo una breve ricerca ne tira fuori un foglio che ha quattro diagrammi.

“Ecco, dia un’occhiata a queste posizioni. Si tratta di partite giocate da quel giovane. Quale è la mossa più antiposizionale? Quella è la mossa giusta” .

 

Posizione 1

Posizione 1

 

Posizione 2

Posizione 2

 

Posizione 3

Posizione 3

 

Posizione 4

Posizione 4

Guardo le posizioni. Noto un particolare. Le prime tre partite sono terminate in 41 mosse. Forse hanno messo in busta e il Nero ha abbandonato senza riprendere la partita.

Mentre sto ancora guardando i diagrammi si avvicina al Maestro un funzionario della Federazione che lo invita nel suo ufficio.

“Signor Fasola, tenga pure questo foglio, spero Le possa servire”, mi dice il Maestro.

“Non so come ringraziarla, Maestro, Lei è gentilissimo! Spero di rivederla presto!”, gli rispondo e ci salutiamo.

Il Maestro se ne va lasciandomi con nell’animo sensazioni contrastanti. Da una parte sono felice per l’incontro inaspettato e la lezione ricevuta, dall’altra mi rendo conto quanto sarà per me difficile progredire in questo gioco. Riuscirò mai a comprendere e a mettere in pratica almeno una minima parte di quello che comprese e fece quel giovane? Ci proverò. Forse anche qualche Lettore di SoloScacchi vorrà provarci.

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avatar Scritto da: Jas Fasola (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a il Segreto delle Leggi contrapposte

  1. avatar
    Franco Trabattoni 14 Giugno 2013 at 10:24

    Bellissima pagina didattica. Le spiegazioni del maestro sono così chiare che credo proprio di aver capito tutto.

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    Mongo 14 Giugno 2013 at 11:46

    D’istinto, ricordandomi che Kasparov vinceva partite anche triplicando i pedoni, sul primo giocherei 1. dxc5, …; sul secondo, invece, spingerei in d5 con 1. d5, ..; così da bloccare il pedone debole nero in d6, per poi attaccarlo utilizzando il cavallo.

  3. avatar
    Jas Fasola 14 Giugno 2013 at 12:46

    Quel monello di Martin ha tolto le mosse delle partite… evidentemente vuole che le indoviniate (basta la prima mossa, se leggete con attenzione l’articolo non e’ difficile).
    Conto su Alfredo per scoprire chi era quel “giovane scacchista”. Forza Alfredo, metti in moto il tuo dizionario enciclopedico neuronale, basta che ti ricordi chi ha giocato una sola di queste partite…

  4. avatar
    Jas Fasola 15 Giugno 2013 at 21:12

    Posizione 1: 14. dxe5! dxe5 15. Ch4 g6 16. Cg2 Cg7 17. Ce3 Cf6 18. Ag2 Ae6 19. c4 Tad8 20. De2 Cd7 21. Ab2 f6 22. f4 Tde8 23. Tad1 b6 24. Td2 exf4 25. gxf4 g5 26. fxg5 fxg5 27. e5 Df7 28. Cd5 1-0, 41 (Botvinnik-Panov, camp.URSS, Leningrado 1939) Lo stesso tema ad esempio nella Geller-Lipnicki, Mosca 1951

    Posizione 2: 11. dxe5! dxe5 12. Ad3 h6 13. 0-0 0-0 14. f4! Cd7 15. f5 Cf6 16. Ce4! Dd8 17. Cxf6+ Dxf6 18. Ae4 Tb8 19. Tad1 1-0, 41 (Botvinnik-Kan, camp.URSS, Leningrado 1939)

    Posizione 3: 16. dxc5! dxc5 17. Td1 Tad8 18. Td5 b6 19. Tfd1 Ca5 20. h3 Txd5 21. Txd5! De7 22. Ag4 Db7 23. Af5 Db8 24. Td7 1-0, 41 (Botvinnik-Chekhover, camp.URSS, Leningrado 1938)

    Posizione 4: 20. De3! Dxe3 21. fxe3 Ag4 22. a5 Cc8 23. Tc1 Axf3 24. gxf3 Ce7 25. Cd5 1-0, 55 (Botvinnik-Sorokin, camp.URSS, Mosca 1931). Lo stesso tema ad esempio nella Fischer-Rossetto, Buenos Aires 1960

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      Franco Trabattoni 16 Giugno 2013 at 00:23

      Posso dire che le avevo indovinate tutte e quattro?

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        Jas Fasola 16 Giugno 2013 at 00:39

        Puoi, puoi 🙂

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    alfredo 16 Giugno 2013 at 11:52

    tranne forse la 1 ( piuttosto celebre) non riuscivo ad attribuire le altre tre allo scienziato russo
    comunque esercizio molto molto interessante .
    ma è stato Adamski a proportelo caro Jas ?

    • avatar
      Jas Fasola 16 Giugno 2013 at 17:44

      L’interessantissimo articolo-lezione e’ del MI e pluricampione del mondo di solving Piotr Murdzia (che incredibilmente ho visto per la prima volta in vita mia proprio l’altro giovedi’, giorno in cui sono anche riuscito a vincere – per la prima volta – con Adamski! Due miracoli in un colpo solo :mrgreen: ).

      • avatar
        Mongo 17 Giugno 2013 at 12:43

        Quel titolo sarà mio!!! 😎
        Così lo affiancherò a quello che la FIDE mi ha, unico al mondo, recentemente concesso: GB!

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