La posta dei Lettori

Scritto da:  | 21 Luglio 2013 | 25 Commenti | Categoria: La posta dei Lettori

La posta dei Lettori 4

Vi scrivo per avere un consiglio per un misero 1ª Nazionale anzi una 1ª Nazionale mancata.

Avrei bisogno di suggerimenti su come si conduce un attacco.

Potrebbero essere utili link a partite commentate sul tema e anche una scaletta mentale dei punti importanti da seguire nei vari tipi di attacchi, la difficoltà una volta entrati in una posizione superiore è la scelta di come proseguire, di capire come proseguire.

Lettera firmata

Attacco
Sono un appassionato di letteratura e amando molto il gioco degli scacchi, cerco libri che trattano di questa materia.

Tra i volumi di narrativa segnalati nel vostro sito, non mi sembra di vedere seguenti:

  • La variante di Lüneburg – Paolo Maurensig
  • La regina degli scacchi – Walter Tevis
  • Il re degli scacchi – Acheng
  • L’alfier nero – Arrigo Boito
  • più un delizioso scritto di poche pagine, La morale degli scacchi di Benjamin Franklin, curato da Mario Leoncini.

Sperando con questa segnalazione di far cosa gradita, porgo i miei distinti saluti.

Alessandro

La variante di Luneburg

avatar Scritto da: La posta dei Lettori (Qui gli altri suoi articoli)


25 Commenti a La posta dei Lettori

  1. avatar
    Punta Arenas 21 Luglio 2013 at 09:18

    Se vuoi migliorare le tue capacità combinative, e la tua forza di giocatore d’attacco, nulla di meglio che allenarsi a risolvere “puzzles”, e trovare le mosse vincenti di posizioni tratte da partite di torneo.
    Puoi andare su questo sito, ad esempio, http://wtharvey.com/, dove ne trovi addirittura 10.000, di giocatori di ogni epoca.
    E’ un ottimo sistema, perché oltre a migliorare senza eccessivo sforzo, ci si diverte nello stesso tempo.
    Un altro sistema, anche al fine di “assimilare” uno stile di attacco valido ed incisivo, può essere quello di giocare e rigiocare le partite di un giocatore di alto livello, il cui stile ti piaccia particolarmente.
    Ad esempio, io ho giocato parecchie volte le partite di Tal, ma magari a te potrebbero piacere le partite di Kasparov, o di Alekhine, o di Carlsen, questione di gusti.
    Non condivido invece l’idea che proponi di cercare “scalette mentali”, per capire come proseguire in certi momenti.
    Dal punto di vista didattico, si è sempre rivelato il metodo PEGGIORE, anche perché porta alla rigidità, e di fatto ogni posizione è diversa dall’altra.
    Quello che invece ha fatto progredire molto e rapidamente tanti giocatori, è stato proprio l’apprendere una gran quantità di posizioni, combinazioni, esempi pratici, che poi li hanno portati ad ampliare e a rendere più incisivi i propri schemi di attacco abituali, e soprattutto ad acquisire degli “automatismi”, cioè un miglioramento della loro capacità di “vedere” rapidamente combinazioni e possibilità d’attacco che prima non vedevano.
    Insomma, mille volte meglio migliorare il “colpo d’occhio”, che non studiare a lungo aridi “principi astratti”.

  2. avatar
    Enrico Cecchelli 21 Luglio 2013 at 10:28

    Caro Alessandro, trovo che “Punta Arenas” ti abbia dato
    dei consigli e spunti molto sensati. La combinazione
    scaturisce comunque sempre dal saper individuare le debolezze
    della posizione avversaria( prosaicamente e semplicisticamente
    : un sacrificio di pezzo/ pedone che fa ricadere pezzi importanti
    a salto di cavallo, “adescamento”, scoordinamento/inattività
    dei pezzi avversari, debolezza dell’arrocco/posizione avversaria,
    “sovraccarico”,ecc. ecc.oltre alla padronanza dei finali che ti
    permettono spesso di sacrificare ad es del materiale spettacolarmente
    per rendere imperdibile un pedone ). Difficile codificare tutto ciò che
    sta dietro ad un sacrificio. Anche la buona conoscenza delle aperture
    che sei solito giocare ti permetterà di conoscere immediatamente le debolezze
    strutturali che si verificano se l’avversario commette un errore così da punirlo con un sacrificio anche talora di un solo pedone. Kotow ( vedi la sua splendida trilogia
    “Gioca, Pensa, Allenati come un grande maestro”;) si pose lo stesso tuo problema agli
    inizi della sua carriera e fece un lavoro specifico sulle posizioni tattiche che reputava essere il punto debole del suo gioco.
    Un altro libro a mio avviso interessante che puoi leggere è “Chess Sacrifices” di
    Leonid Shamkovich … purtroppo in lingua inglese.
    P.S. Dal punto di vista tecnico anche l’amato/odiato computer ti può aiutare: spesso
    ricostruendo una partita ti chiederai perchè non era possibile muovere il cavallo come tu invece avresti fatto, lascia la briglia sul collo al p.c. e spesso ti mostrerà qualche trabocchetto dal quale magari potrai evincere la debolezza di quella mossa o della struttura della tua posizione.Ciao!

  3. avatar
    paolo bagnoli 21 Luglio 2013 at 11:16

    Lungi da me l’idea di dare consigli, ma formulo soltanto qualche riflessione.
    Il gioco lampo abitua, più o meno in fretta, al cosiddetto “colpo d’occhio” giustamente citato da Punta Arenas, tuttavia presenta aspetti anche negativi.
    MAI affidarsi a regole fisse ed immutabili.
    Alcuni grandi giocatori erano “monotoni” per quanto riguarda le aperture (Fischer, tanto per fare un nome) ma avevano da ciò il vantaggio di risparmiare tempo e di apprezzare fin nei minimi dettagli debolezze e forze dell’avversario.
    Se ti è possibile, gioca sempre con avversari più forti di te; ti accorgerai che gli espedienti tattici da loro usati ti si stampano nel cranio e potranno venirti utili in seguito.

  4. avatar
    Punta Arenas 21 Luglio 2013 at 13:52

    Ah dimenticavo…
    Se vuoi dare un certo “ordine” allo studio dei tatticismi e delle combinazioni, nulla di meglio dell'”Enciclopedia del mediogioco” edita dall’Informatore iugoslavo.
    Lì le combinazioni e i diagrammi sono ripartiti in 16 categorie:

    1) Attacco doppio
    2) Attacco di scoperta
    3) Inchiodatura
    4) Deviazione
    5) Incamminamento
    6) Interferenza
    7) Eliminazione della difesa
    8) Sgombero di spazio
    9) Blocco
    10) Azione raggi x dei pezzi
    11) Sovraccarico dei pezzi
    12) Intermedia
    13) Rottura del pedone
    14) Pedone libero
    15) Demolizione della struttura pedonale
    16) Inseguimento

    Quindi diventa più facile memorizzare un certo numero di situazioni tipiche e schemi, che poi puoi richiamare in partita.
    Però sempre ricordando che essere troppo “schematici” è negativo.
    Il 99,9% dei giocatori gioca una combinazione dopo aver capito che la posizione è matura per giocarla, e dopo aver controllato a mente 4-5 varianti, a meno che sia evidente e semplice.
    Ma nessuno pensa ai “principi generali”.

  5. avatar
    Mongo 21 Luglio 2013 at 14:31

    Ti consiglio caldamente ‘Il manuale del gioco combinativo’ di Yakov Nejstadt.
    😎

  6. avatar
    fuser 21 Luglio 2013 at 20:48

    di Paolo Maurensig segnalo anche “L’ULTIMA TRAVERSA”
    edo con piacere che uscià il film tratto da la sua variante di Luneburg
    l’unica cosa che mi lascia perplesso è il regista
    il cast è di primissimo ordine ma il regista è quello del pluripremiato Amour , il piu deprimente film della stora del cinema .

  7. avatar
    danilo 21 Luglio 2013 at 21:04

    sicuramene mi sono spiegato male
    qundo ho scritto
    una volta entrati in una posizione superiore capire come proseguire.
    non intendevo quello che avete scritto che pur condivido (sugli esercizi di tattica siamo tutti daccordo)
    faccio un esempio
    ipoizziamo che siamo in mediogioco, l’analisi della posizione e’ stata corretta, e il B decide di attaccare su un’ala giustificando che il cenro e’ chiuso, che su quell’ala ha una maggior concenrazione di forze etc
    ecco: analisi corretta e piano corretto
    ora vorrei vedere passo passo come pensa in maesrto che porta avanti il suo piano, (o piani?)
    forse questo tipo di cose si vedono solo nelle partite commentate
    x scaletta mentale intendevo le fasi che ricorrono durante lo svolgimento delle azioni (esempio, accumulo di forze, cambio dei pezzi giusti, indebolimento della posizione etc)
    😕

  8. avatar
    Alfredo 21 Luglio 2013 at 21:06

    a essere un po’ pedanti la bellissima trilogia dello scrittore cinese Acheng non mi sembra tratti dei ” nostri ” scacchi” ma degli scacchi cinesi .
    se l’amico puo’ fare la lista dei libri citati guardo
    colleziono anch’io tutti i libri che abbiano attienza con gli scacchi
    questo per esempio è magnifico e vi è stato tratto di recente un film
    “ultimo treno di note per Lisbona”
    l’attinenza?
    eh ..leggetelo
    ne vale la pena

  9. avatar
    Alfredo 21 Luglio 2013 at 21:26

    il film tratto da La variante di Lunenburg è un fanta film
    ne uscirà uno ma non è questo (fonte assolutamente sicura)
    purtroppo non avevo visto che il film si riferiva al festival di Roma 2012
    é un falso ben fatto della locandina , ripeto, di un ” fanta film”
    da fonte assolutamente ben informata comunque posso dire che uscirà di sicuro il vero film !
    Mi scuso

  10. avatar
    Alfredo 21 Luglio 2013 at 21:26

    il film tratto da La variante di Lunenburg è un fanta film
    ne scirà uno ma non è questo ( fonte assolutamente sicura)
    purtroppo non avevo visto che il film si riferiva al festival di Roma 2012
    é un falso ben fatto della locandina , ripeto, di un ” fanta film”
    da fonte assolutamente ben informata comunque poso dire che uscirà di sicuro il vero film !
    Mi scuso

  11. avatar
    Punta Arenas 22 Luglio 2013 at 10:12

    @Alessandro

    Ti sei spiegato bene, e ho capito bene.

    Per questo ti ho suggerito di giocare e rigiocare molte partite di un giocatore d’attacco il cui stile ti piaccia, ma SENZA guardare i commenti o le analisi del computer(che impigriscono e non ti fanno pensare con la TUA testa).

    Solo così riuscirai ad analizzare, capire ed assimilare il suo stile d’attacco.
    Sei tu che stai ancora insistendo col concetto astratto di “piani d’attacco”.
    E’ ovvio che se un giocatore è uscito dall’apertura (es. Dragone) impostando un attacco sulle colonne g e h, poi non si metterà ad attaccare sulle colonne a e b, è una questione di coerenza logica.

    Però se vuoi capire bene e CONCRETAMENTE come ragiona un GM di alto livello, nulla di meglio che studiare le sue partite, e ragionare da solo sulle sue mosse.
    Ma comunque, di testi con i commenti dei giocatori ce ne sono molti, dalle 60 partite di Fischer, alle partite di Kasparov, ecc.
    Ma se ti impigrisci sui commenti, non progredisci.
    E’ un po’ come imparare una lingua straniera sempre in mezzo agli italiani, o cercando sempre la traduzione “parola per parola”. Non la impari. Era il vecchio sistema scolastico, che non ha mai insegnato a parlare le lingue.
    Se invece ti abitui a stare all’estero, o in mezzo a gente che non parla la tua lingua, cercando di capire il senso di quel che dicono e le parole principali, poi piano piano la parli bene e senza problemi, perché la “full immersion” ti costringe ad assimilarla.
    Lo stesso con gli scacchi: se cerchi sempre la “traduzione” delle mosse dei GM (ovvero di impigrirti sui ragionamenti altrui) poi non progredisci.
    Se invece giochi e rigiochi le loro partite, ragionandoci con la tua testa, e analizzando da solo, progredisci.

    Oppure, prima analizza da solo, e solo DOPO guarda i commenti, a titolo di controllo.
    Se poi non sei convinto, pazienza, io ti ho esposto non tanto la mia opinione, ma quella di MOLTI giocatori e trainer di alto livello.
    Tra cui Kotov, che rivela di avere fatto un enorme salto di qualità, mettendosi ad analizzare con la sua testa le posizioni “clou” delle partite più importanti, dandosi un tempo di circa 20′ per sviscerarle e scrivere poi le varianti principali.

  12. avatar
    danilo 22 Luglio 2013 at 21:47

    adesso ho capito e ti ringrazio dei suggerimenti
    penso che iniziero’ da qui
    Lezioni di Scacchi (del GM Gabriel Schwartzman)

  13. avatar
    Luca Monti 24 Luglio 2013 at 15:43

    Condivido che anche la qualità degli interventi sia indicatore attendibile del gradimento presso i Lettori; ne sono persuaso.Ma pure rivendico l’importanza del
    numero dei commenti.Scorrendo le pagine di SoloScacchi,chiunque puo verificare la
    presenza di articoli che hanno registrato decine e decine di commenti( escludendo
    dalla conta quelli “a concorso” che per loro natura vivono di quelli),a fronte di
    altri,per me ottimi che stanno a zero o poco in là.Quando un autore vede che il suo
    lavoro non è premiato che da pochi o nessun intervento,siano essi di critica o di
    elogio,come può capire se il suo impegno abbia o meno incontrato il favore dei Lettori? Un caro saluto ad ognuno .

  14. avatar
    danilo 25 Luglio 2013 at 23:47

    domanda provocazione
    e’ vero che non serve andare da un istruttore?
    una volta lette le cose che si devono sapere, e di fonti ce ne sono tante,
    poi si tratta di mettere il culo nella sedia e lavorare lavorare lavorare,
    buttarsi dentro un circolo e giocare con gente + forte fino alla nausea.
    solo cosi si migliora.
    e non rispondete
    ad una cosa serve, a spennare un po’ di soldi, 😉
    ci sarà pure gente onesta…..

    • avatar
      alfredo 27 Luglio 2013 at 11:28

      beh penso che a Kasparov un istruttore come Botvinnik sia servito a qualcosa
      a mio parere non solo serve
      è indispensabile
      come in medicina o in architetura o in altre scienze / arti .
      Renzo Piano disse una volta che non sarebbe diventato nessuno se al’università non avesse avuto un maestro come Franco Albini
      c’era un po’ di esagerazione forse ma condivido il concetto
      bisogna poi capire le qualità dell’istruttore
      hai presente il film ” searching for Bobby Fischer ” ?
      eco un istruttore non deve essere solo una macchinetta spra varianti .

  15. avatar
    Rocco 26 Luglio 2013 at 15:33

    …da amatore degli scacchi intesi come puro piacere intellettuale( non sono un agonista anche se mi piacerebbe un giorno esserlo)vorrei porre un quesito ai tanti ed illustri frequentatori di questo fantastico blog… visto che non mi spaventa lo studio, anzi, chiedo a voi tutti: quale è il libro ( manuale o altro)della immensa letteratura scacchistica che vi ha letteralmente “aperto la testa” sul gioco indirizzando così il vostro studio?? Complimentoni per i tanti che alimentano il blog…veramente grandi!! Un saluto.

  16. avatar
    alfredo 26 Luglio 2013 at 15:38

    saro’ banale ma ai tempi in Italia non c’era quasi nulla
    “Strategia a tattica nel gioco degli scacchi” di Paoli .
    un altro che mi colpi’ molto fu , anni dopo ed è un libro che consiglio ai principianti il manuale di Pacman , edito anche lui da Mursia
    ora non c’è che l’imbarazzo della scelta !

  17. avatar
    paolo bagnoli 26 Luglio 2013 at 18:53

    Il ricordo che ho del libro di Fine (Le idee nascoste dietro le aperture) è ancora molto forte. Fu una delle tante idee trasmessemi da Mario Tamburini, del quale ho pubblicato un ricordo nell’anniversario della scomparsa.

  18. avatar
    danilo 27 Luglio 2013 at 00:27

    e’ molto difficile suggerire un libro,
    anche perche’ anche se buono, puo’ essere inadatto al livello del lettore, e quindi uno sforzo inutile con ben poco valore aggiunto. e’ anche vero che proprio xche’ c’e’ tanto, e’ facile sbagliare e leggere cose del tutto inutili, ad esempio il classico principiante che perde tempo a leggere libri di aperture anziche’ capire gli scacchi studiandone il meediogioco, o leggere libri ormai datati,che impongono dottrine ormai superate dagli scacchi moderni. in questo si che serve una maestro che guidi un percorso didattico corretto. potrei dire come primo libro che “scuola di scacchi di ponzetto” mi ha sicuramente aiutato ad avere una bussola

  19. avatar
    Punta Arenas 27 Luglio 2013 at 08:08

    Dimenticavo…è importante che un giocatore si “definisca”: si ritiene più “posizionale”, o “tattico/combinativo”? Perché in base a ciò, e al tipo di scacchi che ama giocare, gli si potrà consigliare un tipo di autori e di manuali, piuttosto che un altro.
    Ad esempio, negli anni ’90 era uscito l’ottimo “Manuale del gioco posizionale” di Gelfer, che spiegava i temi posizionali principali della partita (case critiche, punti deboli, cavallo buono e alfiere cattivo, ecc., ecc.) valendosi di moltissimi diagrammi di partite di ogni epoca, in modo molto incisivo.

    Però alla fine direi che è una pia illusione quella di poter giocare senza essere preparati ad analizzare e calcolare le varianti, cioè solo sulla base dei “principi generali”, spesso per pigrizia.

    Il gioco moderno (ancor più dopo l’avvento dei computer!) impone a tutti di saper analizzare in ogni posizione, anche quelle apparentemente più “lineari”, diffidando sempre dei soli “principi generali”.

    E’ vero che i posizionali citano spesso il commento di Tal contro Botvinnik: “Gli sparai una sfilza di varianti, poi lui mi disse che riteneva che il piano migliore per lui sarebbe stato non cambiare le Donne. Sulle prime mi sembrò una considerazione del tutto astratta, ma poi capii che aveva ragione.”

    Però non bisogna esagerare nemmeno all’opposto, cioè solo considerazioni strategiche, e nessun calcolo concreto delle varianti.

    Il difficile è appunto trovare sempre il giusto mix.

  20. avatar
    Punta Arenas 27 Luglio 2013 at 08:20

    @Rocco

    Sicuramente le “60 partite da ricordare” di Fischer.
    Mi ha fatto capire che genere di ragionamenti e considerazioni compie in partita un GM moderno di altissimo livello.
    Prima di allora avevo letto il “centro di partita” di Romanovsky, che è bello, ma è troppo schematico, troppo “vecchio stile”, a volte addirittura dogmatico.
    Invece le 60 partite di Fischer commentate da lui stesso, con estese analisi di varianti dei punti principali, insieme a molte considerazioni strategiche, e ad analisi più brevi, fu proprio l’introduzione al modo di pensare “pratico” di un GM moderno, che non conoscevo minimamente, prima di allora.

  21. avatar
    Punta Arenas 27 Luglio 2013 at 08:30

    A tutti…

    Però non seguite i consigli del buon Vujovic 😆 , che quando voleva sbolognare un libro a qualcuno gli diceva: “Micko, compra questo, bellissimo, io dopo che l’ho letto sono diventato subito maestro internazionale!”, e ogni tanto trovava pure il pollo che ci cascava

  22. avatar
    alfredo 27 Luglio 2013 at 09:38

    simpaticissimo teneo Vujovic
    quanti libri gli ho preso
    ne prendevo uno e lui me ne regalava sempre uno piccolo come omagio personale .
    ti ringrazio Punta Arenas per aver ricordato questa persona di rara umanità e simpatia di cui tuti conservano, credo, un bel ricordo

  23. avatar
    Punta Arenas 27 Luglio 2013 at 11:09

    @ Alfredo

    Una volta qualcuno chiese a Vujovic: “Ma tu, quante blitz avrai giocato in vita tua?”

    E lui rispose soltanto: “MILIONI!!”

    ahahahahah!!

  24. avatar
    alfredo 27 Luglio 2013 at 11:23

    me le ricordo le sue notti a giocare blitz a 100 lire a partite ( spesso con handycap di tempo a suo sfavore)
    e i suoi trucchetti come ad esempio quello di arroccare corto e fare h6 nella stessa mossa , facendo con le mani un gesto che ricordava le corna .
    comunque un personaggio positivo
    cosi’ vivendo mantenne il figlio in ex jugo che riusci’ poi a laurearsi in ingegeria o architettura . anni fa conobbi uno che voleva fare un doumentario su di lui , poi non si è saputo nulla
    anche la sua partita immortale , quella con il fratello di portisch sembra sia un po’ taroccata . non so se il fratello di lajos , ferenc , MI , sia ancora vivo ma sarebbe interessante dare uno risposta a uno dei misteri vujoviciani .
    comunque sulla scacchiera , tra un grappino e un informatore venduto ( fu uno dei primi se non il primo a portarli in italia , uno scoop ) i pezzi nelle case giuste li sapeva mettere !

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