Riflessioni di un giocatore di scacchi sul nobil gioco

Scritto da:  | 2 Luglio 2013 | 25 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Personaggi, Stranieri

“A scacchi si vince e si perde”
Bobby Fischer
Riflessioni sul nobil gioco by Pollini01

“Je lui proposai une partie. Il joue remarquablement avec une prédilection pour les parties fermées, la Sicilienne, l’Ouest-Indienne, comme tous le joueurs qui sentent ces rélations secrètes de case à case qui sommeillent sur l’échiquier cette puissance explosive latente qui dort dans chaque pièce et dont l’appréhension intuitive fait toute la supériorité du jeu de fakirs, comme Alekhine, comme Breyer, comme Botvinnik, sur les géomètres de l’échiquier qu’étaient un Morphy ou un Rubinstein” 1.

“Un beau ténébreux”– Julien Graque

Introduzione

Le partite dei grandi giocatori di scacchi, ma anche quelle di semplici amatori, possono trasmetterci utili insegnamenti sul piano del gioco, quando uno sappia riconoscere il linguaggio delle mosse e lo stile dell’avversario. Inoltre uno dei principali requisiti per perfezionarsi nel gioco degli scacchi è un’analisi critica delle proprie sconfitte che ogni giocatore purtroppo conosce bene. Capablanca ha scritto in “My Chess Career”: “Alla maggior parte dei giocatori non piace perdere e considera la sconfitta come qualcosa di vergognoso. Questa è un’attitudine sbagliata. Coloro che desiderano migliorarsi devono considerare le proprie sconfitte come lezioni ed imparare cosa evitare in futuro”. [1]

Studiando le partite dei campioni desideriamo capire le ragioni delle loro sconfitte, i loro errori e le loro eventuali sviste. Orbene si può facilmente constatare che gli errori commessi dai grandi giocatori non differiscono molto da quelli dei dilettanti. Avevo descritto in precedenza i vari tipi di errori che si fanno durante le partite ed avevo considerato errori inerenti a fenomeni mentali e psicologici piuttosto che quelli di natura tattica o tecnica, dovuti a una valutazione imprecisa della posizione sulla scacchiera.[2]

In questo articolo verranno dunque esaminate le partite giocate dai vari campioni nei tornei internazionali o per corrispondenza, per rintracciarne i momenti critici e le cause di sconfitta. Le partite per corrispondenza sembrano piuttosto interessanti poiché, in linea di principio, dovrebbero essere più corrette e presentare una quasi totale assenza di sviste o di errori macroscopici. Presenterò anche alcune mie partite per corrispondenza assieme ai commenti e alle impressioni provate durante il gioco. Queste partite hanno caratteri (font) diversi da quelli del testo principale e sono inframmezzate alle altre partite in modo da rendere più varia la trattazione dell’argomento. Ho anche cercato di valorizzarle e di renderle più interessanti con le analisi di Fritz 13. Queste partite costituiscono una mia riflessione personale e non hanno alcuna pretesa di confrontarsi col livello di gioco e lo stile dei vari campioni.

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I grandi campioni

Paul Morphy

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini18

Paul Charles Morphy (New Orleans 18371884), leggendario giocatore americano, e forse il più famoso giocatore di scacchi di tutti i tempi, è stato un ragazzo prodigio, il miglior giocatore della sua epoca e un Campione del mondo non ufficiale. A 12 anni aveva la forza di un maestro, avendo prima sconfitto il Campione di New Orleans Eugène Rousseau e successivamente il noto giocatore Johann Lowenthal in tournée negli Stati Uniti. Vincitore del primo “American Chess Congress” nel 1857, aveva poi vinto nel 1858 tutti i match contro i più forti giocatori del vecchio continente.

Sono interessanti alcuni giudizi di grandi campioni, tra cui Capablanca, Botvinnik, Smyslov e Fischer su Morphy. Capablanca, che riteneva lo stiledi Morphy perfetto, ha affermato di aver imparato a giocare a scacchi dalle sue partite. La sua vera forza, aveva dichiarato, risiedeva nel gioco posizionale e nello stile diretto e preciso. Nel suo metodo semplice e logico, era racchiusa la vera bellezza del suo gioco, quando lo si esaminava dal punto di vista dei grandi maestri. Botvinnik riteneva che ogni scacchista, dal dilettante al maestro, dovrebbe costantemente riferirsi all’opera di questo geniale americano. Smyslov considerava Morphy un grande artista, il cui gioco incantava per la freschezza delle idee, per l’armonica comprensione posizionale e per la profondità della sua intuizione. Infine, Bobby Fischer nel suo famoso articolo su “Chessworld” del 1964 aveva definito Morphy come uno dei dieci più grandi chess players di tutti i tempi e il più preciso giocatore che sia mai vissuto. Infatti – diceva Fischer – Morphy non incorreva praticamente mai in sviste, malgrado che giocasse velocemente, impiegando di rado più di 5 minuti per scegliere una mossa, quando i suoi avversari ci mettevano delle ore. Analizzando le partite di Morphy avevo anche ricordato ne “Il Ruolo della Psicologia negli Scacchi” [2] e nel “Il fascino degli scacchi” [3] come il campione americano avesse inaugurato col suo stile di gioco le basi del dinamismo negli scacchi.

Nel 1858 Morphy aveva giocato a Londra molti “off-hand games contro i più forti giocatori dell’epoca, come Barnes, Bird, Boden, Lowenthal e Owen. Anche se si trattava di partite amichevoli, Morphy non poteva certo permettere ai suoi avversari di ottenere uno score positivo contro lui, perciò aveva dovuto impegnarsi molto per ottenere il risultato di 35 vittorie, 9 sconfitte e 5 patte. Una sconfitta Morphy l’aveva subita contro John Owen del St. George Chess Club. Owen era un forte giocatore che era arrivato terzo al torneo di Birmingham nel 1858 e a Londra nel 1862. A Londra, per esempio, era arrivato terzo dopo Anderssen e Paulsen, ma davanti a Steinitz, Lowenthal, Blackburne ed altri. In considerazione di questi risultati, Morphy aveva accettato di giocare un match con Owen, a cui aveva dato il vantaggio di pedone e mossa, ottenendo il risultato di 5 vittorie e 2 patte. Vediamo ora la conclusione dell’unica partita vinta da Owen2, dove il giocatore inglese aveva scelto la Difesa del Fianchetto di Donna: 1. e4 b6.

Posizione dopo 38. Tc2

Posizione dopo 38. Tc2

Morphy – Owen, 1858

38. Tc1-c2 d7-d5 39. g5-g6 – dopo questa mossa la partita non si può più tenere (G. Maroczy)

39…d5xe4 40. g6-g7 Tc8-g8 41. Th2xg2 h3xg2 42. Tc2xg2 Rf5-f6 43. Tg2-c2 Tg8xg7 44. Tc2xc4 Tg7-g3+ 45. Re3-e4 Tg3-a3 46. Tc4-c2 Ta3-a4+ e il Bianco abbandona. [4]

Nel 1858, Morphy aveva visitato il famoso Café de la Regence di Parigi, e la sua visita era stata vista come un evento sensazionale. Qui, discostandosi dal suo comportamento abituale, aveva avvicinato il Re della Regence, Daniel Harrwitz, chiedendogli di giocare una partita. Harrwitz aveva acconsentito e, avendo vinto la partita, aveva accettato di giocare un match col campione americano, che registrerà due sconfitte all’inizio del match (!). Ma nella terza partita Morphy otterrà con una Difesa Olandese la sua prima vittoria contro Harrwitz, che non riuscirà più a vincere un’altra partita e abbandonerà il match in modo poco cavalleresco.

Posizione dopo 50. Td2

Posizione dopo 50. Td2

Harrwitz – Morphy, 1858

50. Td2 Rg4 51. Tg2+ Rf3 52. Tg5 Tc5 53. Th5 Rxe3 54. Th4 Rf3 e il Nero vince.

Al Café de la Régence prima della partenza di Morphy da Parigi, era stato esposto un suo busto marmoreo, opera del celebre scultore Eugène Louis Lesquesne, accanto a quelli di Philidor e di La Bourdonnais, e St Amant vi aveva sovrapposto una corona d’alloro.

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini37

Emanuel Lasker

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini04Emanuel Lasker (Barlinek 1868 – New York 1941), Campione del mondo dal 1894 al 1921, è stato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Usava un approccio psicologico al gioco e pare che giocasse deliberatamente “second-rate moves” per mistificare i suoi avversari. Tuttavia analisi più recenti hanno indicato che Lasker era avanti rispetto al suo tempo e che il suo stile di gioco era più flessibile di quello dei suoi contemporanei. Si diceva anche che Lasker non conoscesse le aperture. In realtà le conosceva, ma non era sempre d’accordo con le analisi fatte a quel tempo.

Una sorprendente sconfitta di Lasker da parte di H. Caro al Torneo nazionale di Berlino. [5]

Gambetto di Donna: 1.Cf3 d5 2. d4 Af5 3. c4 c6 4. Db3 Dc8 5. c4xd5 c6xd5 6. Cc3 e6 7. Af4 a6?

Primo errore: era meglio 7…Ca6. 8.Ca4! Ta7 ? – secondo errore: si doveva giocare 8…Cd7.

9. Cb6 Dd8 10. Axb8 Dxb8 11. Da4+ Re7:

 

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini05

Caro – Lasker, 1890

12. Tc1! g5 13 Ce5! Ch6 14. Cc8+ e il Nero abbandona.

Campionato del mondo, Avana 1921 – 5a partita :

Posizione dopo 45. Db7+

Posizione dopo 45. Db7+

Capablanca – Lasker, 1921

Il Bianco ha appena giocato 45. Db7+ Rf8?? 46. Db8+ e il Nero abbandona (46…Re7 47. De5+).

Il campione del mondo esausto perde il Cavallo. Dopo questa svista la partita è persa, mentre si poteva salvarla con 45…Rf6 o 45…Re6. [6]

Dopo il match dell’Avana Lasker si era ritirato per due anni, ma era riapparso nel 1923 a Mahrich-Ostrau in modo sensazionale, vincendo il primo premio senza perdere una partita! L’anno seguente, in uno dei più forti tornei di tutti i tempi, New York 1924, Lasker aveva ancora vinto con 16 punti, davanti a Capablanca (14½ punti) e Alekhine (12 punti). Dunque Lasker era tutt’altro che finito come giocatore e sarà ancora presente in importanti tornei come Mosca 1925 (secondo, dopo Bogoljubov, terzo Capablanca), Zurigo 1934, Mosca 1935 (terzo, dopo Botvinnik-Flohr, quarto Capablanca), Mosca 1936 e Nottingham 1936.

Vediamo ora la partita Euwe – Lasker giocata al torneo di Zurigo. Lasker aveva allora 66 anni e doveva incontrare Euwe di anni 33. Tutti si aspettavano una facile vittoria del giovane maestro, ma lo svolgimento della partita e il suo risultato superarono di gran lunga ogni aspettativa. La difesa di Lasker aveva retto di fronte all’iniziativa di Euwe, lo specialista delle aperture, e nel medio-gioco era stato Euwe a lottare per mantenere l’equilibrio della posizione, finché una debole mossa di Donna (34. Df1) lo ha precipitato verso la sconfitta. Lasker, dopo un sacrificio posizionale della Donna, ha invaso con le Torri il campo avversario, terminando la partita con un attacco da matto.

Posizione dopo 35. Ce4

Posizione dopo 35. Ce4

Euwe – Lasker, 1934

34. Df1? Cc2! 35. Ce4 Dxe5!! magnifico sacrificio posizionale della Regina! Lasker dà la Donna per Torre, pezzo leggero e pedone. 36. Cf6+ Dxf6 37. Txf6 Cxf6 38. Tc1 Ce4 39. Ae2 Cd4 40. Af3 Cxf2 41. Dc4 Cd3 42. Tf1 Ce5 43. Db4 Cexf3 44. gxf3 Ce2+ 45. Rh2 Cf4+ 46. Rh1 T2d4! 47. De7 Rg7! 48. Dc7 T8d5 49. Te1 Tg5 50. Dxc6 Td8! e il Bianco ha abbandonato.

José Raul Capablanca

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini08

José Raúl Capablanca y Graupera (Avana 1888 – New York 1942), campione del mondo dal 1921 al 1927, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, era famoso per la sua abilità nei finali e per l’eccezionale velocità di gioco. Nel “quick chess” Capablanca è stato supremo fino alla fine della sua carriera. Nel 1950 Fischer aveva dichiarato alla radio islandese, che i vecchi membri del Manhattan Chess Club parlavano della velocità di Capablanca nelle partite veloci o lampo con rispetto (with awe), e ricordavano che nel 1933 Capablanca aveva vinto tutte le partite in un “rapid transit tournament”, finendo due punti avanti a Reshevsky e Fine. Reuben Fine, unoustanding speed player degli anni 1940, ricorda che Capablanca trattava i suoi avversari nel gioco lampo “as children”, e che le rare volte che lo aveva incontrato era stato da lui battuto senza pietà (mercilessly) [7]

Il piccolo José aveva appreso il gioco degli scacchi a quattro anni guardando il padre giocare. Lo stesso Capablanca racconta i suoi inizi in “My Chess Career”, ma si hanno più versioni di questa storia avvolta da un alone di leggenda. Per esempio, nel libro di Linder “Das Schachgenie Capablanca” [8], si può leggere il seguente divertente racconto: “Il piccolo Raoul, assistendo a una partita del padre, ad una sua mossa irregolare aveva esclamato: “Papà, hai fatto una mossa irregolare col Cavallo!”. I giocatori, sorridendo al bambino, avevano continuato a giocare. Ma al termine della partita il padre aveva domandato al piccolo cosa sapeva di scacchi. Il fanciullo, dopo aver ripristinato la posizione sulla scacchiera, indicò al padre l’errore fatto. “Caramba!” esclamò il padre stupito: “Ma sai giocare a scacchi?”e Josélito in modo deciso aveva risposto: “Jo te doy la salida!” (Io ti batto!).

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini09

Giocarono e il padre perse. “Ave Maria! Un prodigio! Mio figlio di 4 anni mi ha battuto a scacchi”.

Dopo il torneo di San Sebastiano del 1911, Capablanca era stato nominato Ambasciatore di Cuba con incarico a San Pietroburgo, dove era previsto un importante torneo internazionale nel 1914. In viaggio verso Pietroburgo, il Cubano aveva giocato varie partite di esibizione a Londra, Parigi e Berlino, dove aveva vinto due brevi match con Richard Teichmann and Jacques Mieses. A Pietroburgo aveva giocato con Alexander Alekhine, Eugene Znosko-Borovsky e Fyodor Duz-Chotimirsky, perdendo una sola partita con Znosko-Borovsky.

Vediamo lo svolgimento finale della partita d’esibizione a San Pietroburgo 1913 contro Alekhine3 con i commenti dello stesso Capablanca:

Posizione dopo 17…Dxe7

Posizione dopo 17…Dxe7

 

Capablanca – Alekhine, 1913

18. Ae4! “Considerai questa mossa a lungo. Sembra semplice e inoffensiva, ma è il fondamento dell’intero attacco contro la posizione del Nero. L’Alfiere del Bianco non sta facendo quasi niente, mentre il Cavallo del Nero è la chiave della sua difesa, da qui la necessità di cambiare il quasi inutile Alfiere per il valido Cavallo.”

18…Ab5 19. Tfe1 Dd6 20. AxC e6xA 21. Da5!

Ora la casa c7 è controllata dal Bianco e questo deciderà la partita. Si può notare che la debolezza della posizione del Nero in tutto il centro-partita è la sua impossibilità di comandare le case nere.

21…a6

Posizione dopo 21…a6

Posizione dopo 21…a6

Capablanca – Alekhine, 1913

22. Dc7 DxD 23. TxD h6

Il Bianco minacciava di giocare Cg5, attaccando il pedone f7 e dare scacco in e6.

24. Txb7 Tac8 25. b3 Tc2 26. a4 Ae2 27. Ch4

L’Alfiere non difende più la casa d7, così che il Re non può uscire in f6 per lo scacco Cd7+ e non c’è modo di difendere i pedoni dell’ala di Re. Il Nero avrebbe potuto abbandonare adesso.

27…h5 28. Chxg6 Te8 29. Txf7+ Rh6 30. f4 a5 31 Ch4 Txe5 32. fxe Rg5 33.g3 Rg4 34. Cg2 e il Nero abbandonò a questo punto”. [1]

Nella 27a partita del campionato del mondo a Buenos Aires 1927 Capablanca avrebbe potuto ridurre lo svantaggio di 4-2 nel punteggio, ma il Cubano è stato sfortunato ed ha commesso un grave errore, permettendo ad Alekhine di salvarsi con uno scacco perpetuo.

Posizione dopo 35…Df8

Posizione dopo 35…Df8

Capablanca – Alekhine, 1927

Nella posizione del diagramma il gioco era proseguito con: 36. Tgxg6 Dxc5+ 37. Rf1 Dc1+ finché alla 38a mossa Capablanca ha fatto una svista incredibile. 38. Rf2?? “Peccato! – ha scritto Alekhine – con questa colossale svista il valore sportivo della partita viene annullato”. Dopo 38…Dd2+ il Nero ha lo scacco perpetuo. [6] La vittoria di Alekhine stupì il mondo intero e il nuovo Campione del mondo espresse sorpresa per questa sua vittoria. In seguito, Alekhine dichiarò che Capablanca, sicuro di vincere l’incontro, si era presentato senza alcuna preparazione tecnica o fisica.

Già l’anno successivo Capablanca era sceso nuovamente in campo, partecipando a numerosi tornei, ma l’atteggiamento del mondo scacchistico verso il Cubano era cambiato e si era anche notata qualche incertezza nel suo gioco. Per esempio Rudolf Spielmann, che lo aveva considerato fino ad allora imbattibile, vincerà due partite con Capablanca nei tornei di Bad Kissingen 1928 e Carsbad 1929, portandosi in parità nel conteggio dei loro incontri (2 a 2 con 8 patte).

Capablanca viene sconfitto dall’ultimo bardo del gioco romantico a Bad Kissingen 1928. [9]

Posizione dopo 25…Af6

Posizione dopo 25…Af6

Capablanca – Spielmann, 1928

Il Nero aveva giocato 25…Af6 attaccando la Regina del Bianco e il Cubano, pensando di poter guadagnare un tempo con una mossa intermedia (zwischenzug), invece di spostare la Regina, aveva giocato 26. Td1?: ma così subisce un’abile interferenza tattica: 26…Td5! Questa mossa para l’attacco alla Regina nera e non permette 27. Cxd5 per 27…Axa1 che vince immediatamente.

Era perciò seguito: 27. Txd5 exd5 28. Ce5? Probabilmente Capablanca era ancora in uno stato di shock per la sua precedente svista. L’unica mossa possibile per tenere la posizione era 28. Cb2, anche se dopo 28…d4!? il Nero avrebbe mantenuto una forte iniziativa grazie ai due Alfieri e all’inchiodatura sul Cavallo in b2. 28…Dd6 29. Cfd3 Aa6!

Posizione dopo 29…Aa6

Posizione dopo 29…Aa6

Capablanca – Spielmann, 1928

Ora il difensore del Ce5 inchiodato è a sua volta attaccato determinando perdita di materiale. Dopo un breve tentativo di difesa il Bianco deve accettare la sconfitta.

Le successive mosse erano state: 30. De1 Axe5 31. Cxe5 Dxe5 32. Dxb4 Ad3 33. Dc5 Db8 34. b4 Db7 35. b5 h5 36. Dc3 Ac4 37. e4 De7 38. exd5 Axd5 39. a5 De4 (0-1)

In tutta la sua carriera Capablanca aveva giocato 582 partite ufficiali, in tornei e incontri contro avversari di livello magistrale, perdendone soltanto 35. [10] Nel 2006 è stato fatto uno studio delle partite giocate dai vari Campioni del mondo con i computers Crafty e Rybka, da cui è risultato che Capablanca è stato il giocatore più accurato. Sono inoltre notevoli i giudizi sul giocatore Cubano da parte di vari campioni del mondo: Botvinnik riteneva Capablanca il più grande tra i campioni del mondo poiché il suo gioco era intuitivo e Spassky lo considerava il miglior giocatore di tutti i tempi. Infine Bobby Fischer, che lo aveva preso a modello, lo ammirava per la semplicità dello stile e la rapidità nel trovare la mossa giusta sulla scacchiera.

Rudolf Spielmann

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini15

Rudolf Spielmann (Vienna 1883 – Stoccolma 1942) è stato un maestro inventivo con una completa padronanza della tattica, particolarmente abile nel confutare le idee tattiche e le combinazioni difettose da parte dei suoi avversari. Nonostante la forte opposizione per la presenza giocatori come Alekhine, Capablanca, Lasker, Tarrasch, Rubinstein, Nimzowitsch e Tartakower, Spielmann, ha vinto numerosi tornei. Il suo più grande successo è stato Semmering 1926, mentre Carlbad 1923 era stato uno degli eventi infelici della sua carriera. Scoraggiato per una sconfitta da parte di Rubinstein, Spielmann aveva cominciato a gettare via punti, finché era stato rimproverato da Reti per il suo comportamento.

Un contrito Spielmann allora aveva promesso a Reti di vincere il giorno seguente.

“Vincere?”, rispose Reti, “ma domani giocherai con Alekhine!”

E Spiemann: “Questo non è significativo”

“Ma avrai il Nero!”

“Tanto meglio”.

Reti, scuotendo la testa, aveva cambiato argomento, ma Spielmann manterrà la promessa!

 

Posizione prima di 62…Ta2

Posizione prima di 62…Ta2

Alekhine – Spielmann, 1923

In questa posizione Spielmann aveva giocato 62…Ta2! minacciando 63… h2: il pedone h era immune dalla cattura, poiché se 63. Txh3 sarebbe seguito Ag2+. La continuazione avrebbe potuto essere 63. Rg1 Tg2+ 64 Rf1 h2 65 Th6 Tg1+ con promozione del pedone passato, ma Alekhine aveva immediatamente abbandonato la partita e rientrato al suo hotel, aveva sfasciato il mobilio della sua stanza per calmarsi.[9]

Il gioco per corrispondenza

Gli scacchi per corrispondenza sono una variante del gioco degli scacchi in cui si fa uso di un server o della posta elettronica. I giocatori hanno di solito molti giochi in corso allo stesso momento, arrivando anche ad avere un centinaio partite in simultanea, possono fare analisi e calcoli più precisi ed essere così meno soggetti a sviste. Nel mio caso ho iniziato a giocare per corrispondenza (on line) nel periodomaggio-settembre 2012 per il piacere di trovare nuovi avversari distribuiti in tutto il mondo, con differenti stili di gioco e diversa forza. E’ tipico del gioco per corrispondenza che, a causa dei diversi fusi orari, si hanno sempre mosse a cui rispondere, giorno e notte (!).

Paul Keres

Paul Keres aveva iniziato la sua brillante carriera proprio col gioco per corrispondenza, vincendo nel 1935 il Torneo Internazionale “Fernschachbund”. Aveva poi vinto il grande torneo AVRO nel 1938, che riuniva gli otto più forti giocatori del mondo, ed era considerato un torneo dei Candidati. [11] Keres è stato in seguito un “runner-up” nel torneo dei Candidati per altre quattro volte e tra gli anni 1930 e 1960 è rimasto tra i primi giocatori del mondo.

 Riflessioni sul nobil gioco by Pollini17

Vediamo una sua partita del 1931 con l’analisi di Fritz 13 in parentesi quadre.

Karu – Keres: Gambetto di Donna

1.d4 d5 2. c4 e5 3. Cc3 exd4 [3. dxe5 e4 (+=)]

4. Dxd4 Cc6 5. Dxd5 Ae6 6. Db5 a6 7. Da4 Ab4 8. Ad2 Axc4 9 a3 b5 10.Dc2 Cd4 11. De4+ Ae7

12. Cf3 c5 13. Tc1 Cf6 [-+]14. Db1 Dd6 15.Cxd4 cxd4 16. Ce4 Cxe4 17. Dxe4 O-O 18. Af4 Dd8 19. Td1 Af6 20. Df3 Te8 21. b3 d3

22. e4 ?? – Terribile, ma la partita è ormai persa.

[22. bxc4 bxc4 23. e4 Da5+ 24. Ad2 Dxa3 25. Axd3 Dxd3 26. Dxd3 cxd3 27. f3 (-+)]

22… Ac3+ 23. Ad2 Dd4 24. Axc3 Dxc3+ 25. Td2 Txe4+ !! – Attacco per il matto.

26. Dxe4 Dc1+ 27. Td1 d2 #

La posizione finale merita un diagramma:

Posizione dopo 27…d2 #

Posizione dopo 27…d2 #

Karu – Keres,1931

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Partite per corrispondenza

 

Nel seguito presento tre partite che ho giocato con avversari di vari paesi del mondo, il cui punteggio era mediamente compreso tra 1700 e 1900 punti, e più raramente tra 2000 e 2200. Il punteggio sul sito “Chess.com” era assegnato sulla base del “rating system” Glicko. All’inizio, non essendo abituato a questo ritmo di gioco, rispondevo usando solo pochi minuti di riflessione, quando il tempo ufficiale era di 1-2 giorni per mossa. Questo comportamento da “coffee player”, superficiale e inadeguato, ha comportato varie imprecisioni ed errori, con conseguenze spesso catastrofiche sull’esito delle mie partite. In particolare, la seguente partita mi è rimasta particolarmente impressa nella mente.

IEP (1739) – ChessGuru (1790):Difesa Francese

 

In questa “drammatica” partita ero stato challenged dal giocatore statunitense ChessGuru. Ricordo un vago disagio per le sue mosse d’apertura e per il suo “nickname, che stranamente mi influenzava. Le analisi di Fritz 13 sono in parentesi quadre per distinguerle dai miei commenti.

1.d4 e6 2. e4 a6 3. Ad3 Cc6 4. Cf3 Cge7 5. O-O Cg6 6. Ae3 Ae7 7. Cc3 O-O 8. a3 (?) b6 9. d5 Ce5 10. Cxe5 Cxe5 11. Ae2 Ad6 12. f4 Cg6 13 Ah5 (?) – dubbia.

[13. e5 Ac5 14. Axc5 bxc5 (+=)]

13… e5 14 Dd2? exf4 15. Axf4 ?? – un gioco assurdo: così si perde un pezzo.

[Unica chance era 15. Ad4 Dg5 16. Axg6 fxg6 17. Tae1 (-+)]

15…Cxf4 16. e5 – giocata impulsivamente – 16… Ac5+ 17. Rh1 Cxh5 18. b4 Ae7 19. g4 Cg3+ (!) 20. hxg3 d6.

 

Posizione dopo 20…d6

Posizione dopo 20…d6

 IEP – ChessGuru, maggio 2012

Ancora oggi non mi è chiaro perché non abbia abbandonato in questa posizione. Comunque sia, dopo qualche mossa, avevo notato un’incertezza nel gioco del mio avversario che mi aveva indotto a continuare la partita. ChessGuru, avendo una posizione vinta, probabilmente riteneva di aver partita vinta e deve essersi rilassato. Così, mentre la sua posizione tendeva a deteriorarsi, io cominciavo a giocare meglio: 21. exd6 Axd6 22. Ce4 Ae5 23. Tae1 Axg4 24. Cg5 Axg3 25. Te4 h5

[25…f5 e il Nero vince: 26. d6 Dxd6 27. Td4 Dc6+ 28. Dg2 DxD+ 29. Rxg2 (-+)]

26. Rg2 Ah4 27. Ch3 f5 28. Tc4 Dd6 29. Cf4 g5 [ con 29…Tad8, il Nero vince, 30. Rg1 (-+)]

30. Tc6 Dd7 31. Ce6 Tfc8 32 Rg1 f4 33. Dd4 Axe6 34. Txe4 Df7 35. Dd3 Td8 36. Tg6+ Rf8

Posizione dopo 36…Rf8

Posizione dopo 36…Rf8

 IEP – ChessGuru, maggio 2012

37 Th6 Dxd5 ?? – questa mossa è un errore, ma stranamente Fritz 13 non fa commenti – 38. Th8+ Re7 39. DxD RxD 40. TxT Td2 41. Th8 Txc2 42. Txh5 Ta2.

Il Nero ha il vantaggio di materiale e due pedoni passati uniti, che dovrebbe essere sufficiente per vincere. Tuttavia la posizione del Bianco era migliorata e “sentivo” la patta avvicinarsi, ma mi attendeva una sorpresa !

43. Th7+ Rd6 44. Tf3 c5. 45. Th6+ Rc7 46. b4xc5 bxc5 47. Txa6 Rb7 48. Tg6 c4 [Fritz 13 (=+)]

Posizione dopo 49. Tc3

Posizione dopo 49. Tc3

 

IEP – ChessGuru, maggio 2012

49. Tc3 Ta1+ 50. Rg2 Ta2+ 51 Rh3 Ta1 52. Txc4 Txa3+ 53. Rg4 Tg3+ 54. Rh5 f3 ??

Un blunder! così il Nero perde l’iniziativa! [L’unica mossa per salvare la posizione era 54…Tb3 (=)]

55. Te4 (!) Qui il Nero avrebbe potuto abbandonare.

[Fritz 13 dava: 55…g4, sperando in un miracolo, 56. Rxh4 Th3+ 57. Rxg4 Th7 (+- )]

55…Rc7. L’ incredibile si avvera! 56. Te7+ Rd8 57. Ta7 f2 58. Tg8#

Questa partita mi aveva insegnato che: 1) si deve usare meglio il tempo di riflessione e di analisi; 2) si possono fare sviste anche in partite per corrispondenza (!).

Michail Botvinnik

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini23Michail Botvinnik (1911-1995) è stato uno dei più importanti giocatori di scacchi, tre volte Campione del mondo. Nel periodo 1941-1947 Botvinnik ha partecipato a sette grandi tornei, vincendoli tutti, superando con queste serie grandiosa di vittorie perfino i successi di Lasker e Alekhine. E’ diventato Campione del mondo nel 1948 in un torneo a cui partecipavano i più forti giocatori dell’epoca: l’ex-campione del mondo Euwe, lo statunitense Reshevsky, i sovietici Paul Keres e Smyslov. Botvinnik, in forma smagliante, aveva vinto tutti i match, imponendosi con 14 punti (10 vittorie, 8 patte e 2 sconfitte) e distaccando il secondo classificato Smyslov di 3 punti. Seguivano in classifica Keres e Reshevky con 10 1/2 punti e Euwe con 4 punti. [12]

Negli anni successivi Botvinnik ha dovuto sostenere gli assalti dei forti sfidanti selezionati nei Torneo dei Candidati: David Bronštejn (1951), Smyslov (1954), Michail Tal (1960) e Tigran Petrosian, (1963). L’incontro Botvinnik – Bronstein per il titolo di campione del mondo era iniziato nel 1951 a Mosca sotto gli auspici della FIDE. Il match aveva originato molte partite interessanti, ma anche un notevole numero di grossi errori. Bronstein aveva entusiasmato il pubblico per il suo gioco brillante nel medio gioco, ma aveva commesso nel finale di partita delle incredibili imprecisioni. Botvinnik da parte sua aveva ottenuto i più grandi successi per la sua precisione nei finali, mentre nell’esecuzione dei piani nel centro-partita si era notata la sua mancanza d’allenamento. Era apparso sconcertante vedere che nella 9a partita del match Botvinnik, con una Torre di vantaggio, non era riuscito a vincere la partita (!) e che nella 17a partita aveva addirittura regalato un Cavallo all’avversario per una svista.

Dopo quattro partite terminate in parità Bronstein aveva rotto il ghiaccio vincendo la 5a partita, ma nella successiva partita, Bronstein aveva improvvisamente commesso un memorabile errore nella seguente posizione:

Posizione dopo 56…e3

Posizione dopo 56…e3

Bronstein – Botvinnik, 1951

Invece di giocare 57.Ce6+ con parità, Bronstein aveva giocato 57. Rc2?? e aveva immediatamente abbandonato, constatando che sia con 57…Rg3 58. Ce6 e2 59. Rd2 Rf2 o con 58. Rd1 Rf2, il pedone nero avrebbe raggiunto la promozione.

Nel libro “Battaglie sulla Scacchiera” [13] Botvinnik così commenta la partita che ha deciso il campionato del mondo del 1951: “Sebbene il Nero abbia un pedone in più, il vantaggio del Bianco è evidente: egli dispone di due forti Alfieri contro i due passivi Cavalli dell’avversario. Nella posizione riportata nel diagramma il Bianco doveva mettere in busta: per 20 minuti provai a valutare se fosse migliore 42. Ad6 oppure 42. Ab1. In base a considerazioni di carattere generale decisi di scrivere 42. Ad6, anche se giunto a casa e sistemati i pezzi sulla scacchiera mi convinsi che il Bianco non era in grado di rafforzare la sua posizione. Viceversa, appurai sulla base di analisi della posizione, che con 42. Ab1 il gioco si apriva e gli Alfieri dominavano la scacchiera.

Le mosse alla ripresa del gioco erano state: 42. Ad6 (?)

Posizione dopo 41…Rg6

Posizione dopo 41…Rg6

Botvinnik – Bronstein, 1951

42…Cc6 43. Ab1 Rf6. Per l’intera notte avevo cercato un’occasione per protrarre la lotta. Solo alle 8 del mattino mi era riuscito di trovare la stupefacente possibilità che si realizzò alla ripresa della partita. Se Bronstein avesse sospettato quale sorpresa avevo in serbo per lui, avrebbe forse trovato la continuazione 43…Ca7 44. exd5 exd5 45. Aa2 b5 46. a5 b4+ 47. Rd3 Cb5 48. Ae5 Cac7 49. Rc2 Rf7 50. Rb3 Ca6 e avrebbe in tal modo strappato la patta , diventando, con ogni probabilità, il settimo campione del mondo”. La partita era così proseguita: 44. Ag3!! fxe4 45. fxe4 h6 46. Af4 h5 47. exd5 exd5 Un cambio utile: il Cavallo nero non potrà più occupare la casa centrale d5.

48. h4 Cab8 49. Ag5+ Rf7 50. Af5 Ca7 51. Af4 Cbc6 52. Ad3 Cc8 53. Ae2 Rg6 54. Ad3+ Rf6 55. Ae2 Rg6 56. Af3 C6e7

Posizione dopo 57. Ag5

Posizione dopo 57. Ag5

Botvinnik – Bronstein, 1951

57. Ag5! Il Nero, pur conservando ancora il suo pedone di vantaggio, è perduto a causa dello zugzwang. Ad esempio: 57…Cc6 58. Axd5 Cd6 59. Ad3 Rf5 60. Ac1 b5 61.Axc6 bxc6 62. a5. Dopo 40 minuti di riflessione il Nero abbandonò. Il punteggio del match era tornato in parità. L’ultima partita terminò patta ed io riuscì a conservare il titolo di campione del mondo”.

Alberic O’Kelly de Galway

Alberic O’Kelly de Galway (1911 – 1980), dopo aver vinto il campionato del Belgio 13 volte, aveva ottenuto il titolo di GM nel 1956 e quello di GMC nel 1962 per la sua vittoria al terzo Campionato del mondo per corrispondenza.

Alberic O’Kelly de Galway – E. Garner: Gambetto di Donna Rifiutato.

1.d4 d5 2. c4 e6 3. Cc3 Cf6 4. Ag5 Ae7 5. Cf3 Cbd7 6. Dc2 c6 7. e3 O-O 8. Td1 Te8 9. a3 dxc4 10. Axc4 Cd5 11. Axe7 Dxe7 12. Ce4 h6

13. O-O C5f6 [13…b6 14. h3 (+=)]

14. Cg3 [14. Cxf6 Dxf6 15. Ad3 a5 (+-)]

14…b5 15. Ad3 Ab7 16. e4 Tec8 17. e5 Ce8

18. b4 g5 ?? [18…a5 è una opzione giocabile (+=)]

19. Dd2 Cf8 20. h4 [20. Ce4 Cd7 (+-) e il Bianco può rilassarsi]

20… g4 21. Ch2 Dxh4 22. Df4 Cg6 ? [22…Dg5 23. Dxg4 Dxg4 24. Cxg4 Cd7 (+-)]

23. Axg6 fxg6 24. Cxg4 Rg7 25. Ce4 Tc7 26. Cc5 Ac8 27. g3 Dg5 28. Dxg5 hxg5 29. Rg2 a5 30. Th1 Rg8 31. Th6

Posizione dopo 31. Th6

Posizione dopo 31. Th6

O’Kelly de Galway – Garner, 1959

31…Tg7 32. Tdh1 axb4 33. Th8+ Rf7 34. a3xb4 Re7 35. T1h7 Tf7 36. Ch6 (1-0)

Il Bianco abbandona in vista di: 36…Txh7 37. Txh7+ Rd8 38. Cf7+ Rc7 39. Cd6+ Rd8

40. Th8 Ad7 41. Cxd7 Rxd7 42. Th7+ Rd8 43. Cxe8 Ta1 44. Cc7. [Analisi di Fritz 13]

Seconda partita per corrispondenza

US daddy (2012 ) – IEP (1956): Difesa Scandinava

1.e4 d5 2. exf5 Dxd5 3. Cc3 Da5 4. Cf3 Cf6 5. d4 c6 6. Ac4 Af5 7. O-O e6 8. Ad2

[Ultima mossa teorica. Il Bianco ha una posizione attiva] 8… Db6 9. Ca4 Dc7 10. Ch4 Ag4 11. f3 Ah5 12. g4 Ag6 13. Ae2 Cbd7 14. f4 O-O-O (!?), lasciando l’Alfiere di Donna esposto alla minaccia di cattura da parte dei pedoni d’arrocco.

 

Posizione dopo 14…0-0-0

Posizione dopo 14…0-0-0

US daddy – IEP, luglio 2012

Con la prossime mosse il Bianco infatti catturerà l’Alfiere di Donna, esponendo tuttavia il Re bianco a un possibile attacco. Nonostante la perdita di materiale ritenevo che la posizione del Re, non protetto dallo schermo dei pedoni d’arrocco (il Castello), potesse darmi una certo compenso e l’iniziativa.

15. f5 Ad6 16. Tf2 Ce4 [=] 17. Tg2 Cdf6 [=] 18. fxAg6 (?!) hxg6 19. Ae1 Cd5 20. Ad3 Ce3 [Fritz 13 -+] 21. De2 Cxg2 22. Dxg2 Cg5. In questa posizione il Bianco ha ottenuto due pezzi del Nero (A+C ) per una Torre e un pedone (T+P) del Bianco. La posizione sembra equilibrata: il Bianco ha un vantaggio di materiale, mentre il Nero ha il vantaggio di posizione (maggiore mobilità) e l’Iniziativa. Chissà come valuterebbe la posizione Steinitz! La teoria dà in generale il vantaggio a che possiede i due pezzi, ma qui Fritz 13 sembra dare un lieve vantaggio ( ½ P) al Nero [=+] 23. Cc5 Th7 24.Ce4 Cxe4 25. Axe4 Tdh8 26. Cf3 f5 27. Ad3 Axh2+ 28. Rf2 [28. Rf1 Th3 29. Af2 (-+)] 28… Af4 29. gxf5 gxf5 30. Ac4 De7 L’attacco del Nero adesso è forte: 31. Df1 [Se 31. Rf1 “it’s curtains” dopo 31…Th1+ 32. Rf2 T8h2 33. Dxh2 Txh2+ 34. Cxh2 Axh2 (-+)] 31…Th2+ 32 Cxh2 Txh2+ 33. Rf3 Dg5 34. Axe6+ Rd8 35. Axf5 DxA 36. Dg1 Ad2+ Rg3 Df4#.

 

Posizione finale

Posizione finale

 

US daddy – IEP, luglio 2012

Questa è stata una delle mie migliori partite, in cui ho avuto la fortuna di vincere contro un avversario definito esperto dal sistema di punteggio Glicko di Chess.com.

 

Vasily Smyslov

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini30

Vasily Smyslov (1921-2010), Campione del mondo 1957-58, è stato uno dei migliori giocatori per oltre 50 anni. Candidato al Campionato del mondo in otto occasioni (tra il 1948 e il 1985) e due volte primo a pari merito nel Campionato Sovietico: nel 1959 con Bronstein e nel 1955 con Geller. Le sue 17 Olimpiadi degli Scacchi sono un record insuperato. La sua vittoria al torneo di Zurigo nel 1953 è stato uno dei grandi eventi nella storia degli scacchi. In uno dei più forti tornei di tutti tempi la vittoria di Smyslov con una sola sconfitta ha brillato di luce propria (!).

La sue partite hanno una chiarezza e un’armonia che ha sempre destato grande ammirazione. Il suo stile è vicino a quello di Capablanca: definito, accurato e logico nel trattamento delle aperture e del medio-gioco ed elegantemente preciso nei finali. Anche se più noto come “chess-player, Smyslov ha sempre avuto grande interesse per la musica. Nel suo libro “Smyslov’s 125 Selected Games,” [14] ha scritto: “Il mio studio degli scacchi è sempre stato accompagnato da una forte attrazione per la musica ed è stato probabilmente il motivo per cui, fin dall’infanzia, ho sempre ritenuto gli scacchi piuttosto un’arte che non una scienza o uno sport. Probabilmente gli scacchi e la musica sono uniti dalle leggi dell’armonia e della bellezza che sono difficili da formulare e da interiorizzare. Dotato di una bella voce da baritono avrebbe anche potuto cantare al teatro d’opera.

Riflessioni sul nobil gioco by Pollini32

Nella prima partita del Campionato del mondo 1957, una Partita Inglese4, Botvinnik aveva messo in busta la mossa 41. Af6 e non aveva più ripreso la partita. (0-1).

Posizione dopo 40…Ae7

Posizione dopo 40…Ae7

Botvinnik – Smyslov, 1957

Il pedone libero a vince: dopo 41…Dc5+ 42. Ad4 Df5! 43. Dxf5 exf5 44. Ae3 Aa3! il Nero avrebbe vinto con Ab2 e a3. Invece, se dopo 41…Dc5+ avesse invece giocato 42. Rg2 si sarebbe avuto 42… a3 43. BxB DxB 44. Dc2 Dc5. Lo scacco 45. Da4+ non andava per …Dc6+, e le successive mosse del Nero …Da4, …Da5 e…Db3 non potevano essere evitate. [12]

Nel 1983, a 62 anni d’età, Smyslov era arrivato in finale al Torneo dei Candidati per designare lo sfidante del Campione in carica Anatoly Karpov: un risultato di per sé eccezionale! La finale giocata a Vilnius nel Marzo 1984 era poi stata vinta da Garry Kasparov col punteggio di 8,5 – 4,5. Nel corso del match Smyslov aveva festeggiato i suoi 63 anni d’età, mentre Kasparov avrebbe poco dopo compiuto 21 anni. Le partite di questo match, molto combattute nonostante il punteggio finale, sono state riportate nel libro di Kasparov “L’épreuve du temps”.[15]

Bobby Fischer

Schacholympiade: Tal (UdSSR) gegen Fischer (USA)

A man of genius makes no mistakes.

His errors are volitional and

Are the portals of discovery

-Ulysses-

James Joyce5

Robert James Fischer (Chicago 1943 – Reykjavik 2008), noto al pubblico come Bobby Fischer, è stato un giocatore statunitense naturalizzato islandese. Grande Maestro Internazionale è stato l’unico giocatore americano ad aver vinto il titolo di Campione del mondo. Fischer ha conquistato la corona degli scacchi il 1º Settembre 1972, battendo il sovietico Boris Spassky, e l’ha perduta per essersi rifiutato di difenderla nel 1975. È considerato uno dei giocatori di scacchi dotati di maggior talento di tutti i tempi. I suoi modi di fare stravaganti, la sua vita privata caratterizzata da solitudine, le scarse capacità sociali e l’ossessione per lo studio degli scacchi hanno portato molti psicologi a ritenere che Fischer fosse affetto dalla sindrome di Asperger, una lieve forma di autismo. E’ triste considerare che il più grande giocatore americano, morto in Islanda a 64 anni, abbia passato la maggior parte della sua vita in esilio.

Da “My Memorable 60 Games” vediamo la partita con Spassky a Mar del Plata 1960. Abbandonando la sua amata Siciliana, Fischer permette a Spassky di giocare il Gambetto di Re6 non credendo che l’avrebbe giocato davvero.[16] Fischer guadagna rapidamente un pedone e imposta su questo tutta la partita, ma non trova la manovra corretta per arrivare in un finale vincente. La forte mossa di Regina in d4 di Spassky, seguita da 27. Te5!, lo avvierà verso la sconfitta: 26. Dd4! Questa forte centralizzazione della Regina paralizza completamente il Nero. 26…Tf8? Fischer non vede la vera minaccia del Bianco, essendo preoccupato per la mossa 27. Ce5 che poteva essere controbattuta da 27…Ac5. La difesa esatta era data da 26…Af8!

Posizione dopo 27. Te5

Posizione dopo 27. Te5

 

Spassky – Fischer, 1960

27. Te5! Incredibile! Il Nero ora perde un pezzo. 27…Td8 28. De4 Dh4.

Scrive Fischer: “Sapevo che stavo per perdere un pezzo, ma ancora non volevo crederci. Dovevo giocare ancora una mossa per vedere se era proprio vero!”

29. Tf4 e il Bianco abbandona. Dopo 29…Dg3 30. Txe7 è decisiva.

Diceva il famoso giocatore inglese Joseph H. Blackburne: “Quando un giocatore, dopo 1.e4 e5, gioca 2. f4, essendo cosciente delle conseguenze che tale mossa può produrre, allora vuol dire che comincia a capire il gioco degli scacchi”.

Quello che la stampa occidentale battezzò il match del secolo, tra Spassky e Fischer, si svolse a Reykjavík in Islanda, da Luglio a Settembre del 1972. All’inizio, dato il suo temperamento volubile e le molte richieste agli organizzatori, sembrò improbabile che Fischer si presentasse all’incontro, ma all’ultimo minuto decise di partecipare. Una donazione di 125.000 dollari, che portò il premio a 250.000 dollari, fu probabilmente un fattore determinante. La prima partita servì solo ad aumentare la tensione che circondava l’incontro. Fischer, che non aveva mai sconfitto Spassky in precedenza, sembrò aver partita facile col Nero, quando commise un errore incredibile, del tipo che non si vede facilmente in una partita tra grandi maestri. Irritato a seguito della sconfitta, Fischer fece ulteriori richieste agli organizzatori e quando queste non vennero soddisfatte rifiutò di presentarsi, dando la vittoria nella seconda partita a Spasskij per forfait. Sembrò che Fischer stesse per scomparire! Invece pretese ed ottenne una nuova scacchiera, dove le case avevano lati di 54 mm invece che 57 mm, una piscina riservata ed altro ancora. La cronaca giornalistica del tempo riportava sui quotidiani di tutto il mondo intere colonne sulle gesta di Fischer, soprattutto quando era lontano dalla scacchiera, notizie che erano lette avidamente da un pubblico quasi in delirio.

Dal match del secolo vediamo ora la conclusione della terza partita, una Moderna Benoni, giocata in una saletta riservata, senza pubblico, tra il 16 e il 17 luglio 1972 (!) Fischer vince per la prima volta una partita con Spassky.

Posizione dopo 40…Db3

Posizione dopo 40…Db3

 

Spassky – Fischer, 1972

Il gioco era proseguito con la mossa 41. Dd4?? giocata dal Bianco. A questo punto la partita era stata sospesa e Fischer aveva messo in busta la mossa 41….Ad3+. Il giorno dopo, in assenza di Fischer, quando l’arbitro Schmid ha aperto la busta ed ha eseguito la mossa 41…Ad3+!, Spassky, dopo alcuni minuti di riflessione, ha rovesciato il suo Re e ha lasciato la sala. Il Bianco può scegliere tra perdere il pedone in b4 con scacco o consentire 42. Re3 Dd1, 43. Ab2 De1+ 44. Rf4 Dd2+ vincendo l’Alfiere. [12, 17]

Terza partita per corrispondenza

IEP (2003) – Mazura (1993): Sistema Colle

1.d4 Cf6 2. Cf3 g6 3. Cbd2 d5 4. e3 Cc6 5. c3 Ah6 6. Ad3 O-O 7. O-O Dd6 [ 7…Te8 !? =]

8. e4 e5 9. exd5 Dxd5 10. Ac4 Dd7

Posizione dopo 11. Ce5

Posizione dopo 11. Ce5

 IEP – Mazura, settembre 2012

11. Cxe5 Cxe5 12. dxe5 Cg4 ?? [Terribile, ma come salvare la partita? 12…Ch5 (+-)] 13. e6 ! [Interferenza] 13…fxe6 14. Dxg4 Axd2 15. Td1 e il Nero ha abbandonato. Se 15…Tf4 16. De2 De7 17. Axd2 Tf7 [(+-)]

Dopo aver subito 6 severe sconfitte nei vari match, all’ultimo turno, ho avuto la soddisfazione di battere un altro avversario degli Stati Uniti. Il risultato finale delle partite di match (60), giocate nell’estate del 2012, è stato: 50 +; 6 -; 4 =. A parte la partita con Guru, salvata in posizione persa, che mi è sembrata di qualche interesse per il lettore, non ho riportato le altre partite perse che non sembravano interessanti per le varie sviste fatte.

Osservazioni conclusive

Se ci interroghiamo sulle ragioni per cui si commettono vari tipi di errori a scacchi, notiamo che la maggior parte di questi sono, sviste a parte, di origine tecnica e/o psicologica. Per limitare le sviste è stato suggerito di guardare sempre l’intera scacchiera, e di prestare grande attenzione alla difesa della propria posizione. Maestri come Steinitz, Tarrasch, Lasker, Capablanca, Nimzowitsch e Euwe, nei loro trattati, hanno individuato la sorgente degli errori in un’inadeguata preparazione tecnica e tattica e in un’insufficiente applicazione dei principi fondamentali degli scacchi.7Lo sforzo verso il miglioramento va comunque fatto, ma è inutile illudersi più di tanto poiché, come diceva Cicerone: “Errare humanum est” e il tentativo di creare una partita perfetta, senza imprecisioni o errori è al di sopra delle capacità umane. E’ inutile persistere nell’illusione della perfezione sul campo di battaglia degli scacchi. Negli scacchi, come nella vita, è preferibile guardare ai propri errori in modo critico, tracciarne le caratteristiche, catalogarli e tentare di limitarne il numero. Non esiste giocatore che non abbia sperimentato l’amaro sapore della sconfitta. Questo destino non ha risparmiato neppure i più grandi. Anche l’”invincibile” Capablanca, soggetto per alcuni anni all’incantesimo di non poter perdere neppure una partita, è stato brutalmente riportato dalla sua “dreamland” nel mondo reale e ha dovuto smettere di illudersi sulla sua realtà di giocatore invincibile.[1] Prima di lui, il saggio Lasker aveva scritto: “La vita di un maestro di scacchi è la vita di un lottatore, un vita piena di alti e bassi”… e anche quella di un giocatore di club.

Note al testo

  1. Dal “Un beau ténébreux” di Julien Graque: “Gli avevo proposto una partita. Lui gioca in modo ammirevole con una predilezione per le partite chiuse – la Siciliana e l’Ovest-Indiana – come tutti i giocatori che sentono quelle relazioni tra casa e casa che sonnecchiano sulla scacchiera, quell’esplosiva energia latente che dorme in ogni pezzo e la cui apprensione intuitiva fa la grande superiorità del gioco dei fakiri come Alekhine, come Breyer, come Botvinnik sui geometri della scacchiera come Morphy o Rubinstein”.

  1. Paul Morphy – John Owen: 1. e4 b6 2. d4 Ab7 3. Ad3 e6 4. Ch3 c5 5. c3 c5xd4 6. cxd4 Cc6 7. Ae3 Cb4 8. Cc3 Cxd3 9. Dxd3 Ab4 10. 0-0 Axc3 11. bxc3 Cf6 12. e5 Cd5 13. c4 Aa6 14. Ad2! Tc8 15. Tac1 0-0 16. Db3 Ce7 17. Ab4 Tfe8 18. Tfd1 Cf5 19. g4 Ch4 20. f4 f6 21. Ae1 fxe5 22. d4xe5 De7 23. Cg5 h6 24. Ce4 Ab7 25. Dd3 Tef8 26. Axh4 Dxh4 27. Cf6+ Txf6 28. e5xf6 Dxg4+ 29. Dg3 Dxg3+ 30. h2xg3 Ac6 31. f6xg7 Rxg7 32. Rf2 Rf6 33. g4 h5! 34. g5+ Rf5 35. Re3 h4 36. Td2 h3 37. Th2 Ag2 38. Tc2 d5 39. g6 d5xc4 40. g7 Tcg8 41. Thxg2 h3xg2 42. Tcxg2 Rf6 43. Tgc2 Txg7 44. Txc4 Tg3+ 45. Re4 Ta3 46. Tc2 Ta4+ e il Bianco abbandona.

  1. José R. Capablanca – Alexander Alekhine: 1. d4 d5 2. c4 c6 3. e3 Cf6 4. Cf3 e6 5. Cd2 Cd7 6. Ad3 Ae7 7. 0-0 0-0 8. Dc2 dxc4 9. Cxc4 c5 10. Cce5 cxd 11. exd Cb6 12. Cg5 g6 13.Cgf3 Rg7 14. Ag5 Cbd5 15. Tac1Ad7 16. Dd2 Cg8 17. Axe7 Dxe7 18. Ae4! Ab5 19. Tfe1 Dd6 20. AxC e6xA 21. Da5! a6 22. Dc7 DxD 23. TxD h6 24. Txb7 Tac8 25. b3 Tc2 26. a4 Ae2 27. Ch4 h5 28. Chxg6 Te8 29. Txf7+ Rh6 30. f4 a5 31 Ch4 Txe5 32. fxe Rg5 33.g3 Rg4 34. Cg2 e il Nero abbandona.

  1. Botvinnik – Smyslov: 1. c4 Cf6 2. Cc3 g6 3. g3 Ag7 4. Ag2 0-0 5. e4 c5 6. Cge2 Cc6 7. 0-0 d6 8. a3 Ad7 9. h3 Ce8 10. D3 Cc7 11. Tb1 Tb8 12. Ae3 b5 13. cxb5 Cxb5 14. Cxb5 Txb5 15. d4 Dc8 16. dxc5 dxc5 17. Rh2 Td8 18. Dc1 Cd4 19. Cc3 Tb7 20. f4 Ac6. 21. Tf2 a5! 22. Df1 Cb5! 23. e5 Cxc3 24. bxc3 Axg2 25. Txg2 Txb1 26. Dxb1 Dc6 27. Td2? Txd2+ 28. Axd2 c4! 29. Ae3 f6 30. Ad4 Rf7 31. Dd1 a4! 32. De2 Dd5 33. Rg1 Af8! 34. f5 fxe5 35. fxg6+ hxg6 36. Axe5 e6! 37. Df2+ Re8 38. Df6 Axa3 39. Dxg6+ Rd7 40. Dh7+ Ae7. Qui la partita era stata interrotta e il Bianco aveva messo in busta la mossa 41. Af6.

 

  1. Nel famoso libro“Ulysses”di James Joyce si trova la nota dichiarazione:“Un uomo di genio non commette errori. I suoi errori sono di volontà. Sono il portale d’accesso verso la scoperta”

 

  1. Boris Spassky – Bobby Fischer 1. e4 e5 2. f4 exf4 3 Cf3 g5 4. h4 g4 5. Ce5 Cf6 6. d4 d6 7. Cd3 Cxe4 8. Axf4 Ag7 9. Cc3? Cxc3 10. bxc3 c5 11. Ae2 cxd4 12. 0-0 Cc6 13. Axg4 0-0 14. 0041c8 Txc8 15. Dg4 f5 16. Dg3 dxc3 17. Tae1 Rh8 18. Rh1 Tg8 19. Axd6 Af8! 20. Ae5+ Cxe5 21. Dxe5+ Tg7! 22. Txf5 Dxh4+ 25. Rg1 Dg4? 24. Tf2 Ae7 25. Te4 Dg5 26. Dd4! Tf8? 27. Te5 Td8 28. De4 Dh4 29. Tf4 il Nero abbandona

 

  1. Nel suo ultimo saggio “Capablanca’s Last Chess Lectures” (Herbert Jenkins Ltd, London 1967), il grande campione cubano ricorda che “una delle ragioni che gli permisero per molti anni di stabilire “records” mai eguagliati in partite simultanee, era stata la continua applicazione dei principi fondamentali degli scacchi”.

 

Bibliografia

[1] José R. Capablanca: “My Chess Career”, The Mac Millan Company, London 1920

[2] Ivano E. Pollini: “Il Ruolo della Psicologia negli Scacchi”, Accademia Scacchi Milano e SoloScacchi 2011

[3] Ivano E. Pollini: “Il fascino degli scacchi”, Claudio Mori edizioni, Charleston, USA 2013

[4] Géza Maroczy: “Paul Morphy”, Edizioni Olms, Zurigo1989

[5] Jacques Hannak: “Emanuel Lasker, Biographie eines Schachweltmeisters”, Verlag, Hamburg 1984

[6] Pablo Moran: “World Chess Championship: Steinitz to Alekhine”, B.T. Batsford, London 1986

[7] Reuben Fine: ”Lessons from my Games”, Dover Publications, Inc. New York 1958

[8] Isaak and Wladimir Linder:” Das Schachgenie Capablanca”, Sportverlag, Berlin1988

[9] Neil McDonald: “Rudolf Spielmann, Master of Invention”, Everyman Chess, London 2006

[10] Harry Golombek:”Capablanca’s Best Games of Chess”, G. Bells and Sons, Ltd, London 1970

[11] Fred Reinfeld: “Keres’s Best Games of Chess 1931-1948”, Dover Publications, Inc., New York 1949

[12] Svetozar Gligoric: “The World Chess Championship”, B.T. Batsford Ltd, London1972

[13] Michail Botvinnik: “Battaglie sulla Scacchiera”, Prisma Editori, Roma 1990

[14] Vasily Smyslov: “125 Selected Games,” Pergamon Press Ltd, Oxford 1983

[15] Garry Kasparov: “L’Epreuve du Temps”, Grasset, Paris 1987

[16] Bobby Fischer: “My Memorable 60 Games”, Faber and Faber, London 1969

[17]“The Games of Robert J. Fischer”, Edited by Robert Wade and Kevin O’Connell, B.T. Batsford Ltd, London 1972

 

avatar Scritto da: Ivano E. Pollini (Qui gli altri suoi articoli)


25 Commenti a Riflessioni di un giocatore di scacchi sul nobil gioco

  1. avatar
    paolo bagnoli 2 Luglio 2013 at 08:55

    Splendida carrellata! A scacchi, in effetti, “si vince e si perde”.

  2. avatar
    Armando 2 Luglio 2013 at 09:13

    Ciao Ivano,
    complimenti per l’articolo!
    Sarebbe interessante una seconda parte dedicata agli errori grandi giocatori di cui non ti sei occupato qui (Steinitz, Rubinstein, Petrosian, Spassky…;)

  3. avatar
    Enrico Cecchelli 2 Luglio 2013 at 09:30

    Mi associo. Una bellissima occasione per ricordare
    tanti campioni immensi . Complimenti!

  4. avatar
    Luca Monti 2 Luglio 2013 at 10:21

    Oltre che al valore oggettivo dei propri cinque articoli o saggi sin’ora proposti , esprimo gratitudine al Signor Pollini per avere scelto SoloScacchi come strumento di
    promozione degli stessi.Dentro ogni scritto,percepisco la passione per una ricerca seria,certosina e meticolosa che posso solo che applaudire.Con tale metodo di lavoro, qualità e ricchezza vengono spesso premiate.

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      Marramaquis 2 Luglio 2013 at 11:04

      Posso firmare anch’io le stesse parole di Luca? Grazie, Ivano!

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    Jas Fasola 2 Luglio 2013 at 12:53

    Era cominciato tutto in maniera molto promettente… “In questo articolo verranno dunque esaminate le partite giocate dai vari campioni nei tornei internazionali o per corrispondenza, per rintracciarne i momenti critici e le cause di sconfitta”.

    Le cause di sconfitta non mi sembra siano esaminate e nemmeno i momenti critici vengono sempre individuati. Per esempio nella prima partita il Bianco (Morphy)e’ gia’ in un finale difficile se non disperato e dubito possa pattare anche con una mossa diversa da 39. g6.

    Nella Botvinnik-Smyslov 40. Af6 non solo non e’ un errore ma secondo Houdini e’ la mossa migliore. La posizione era persa comunque (si vede “ad occhio” che il pedone a decide).

    Anche nella Spassky-Fischer la posizione del Bianco era disperata e una mossa diversa da 41. Dd4 non avrebbe cambiato niente.

    Non riesco a trovare un legame tra le partite presentate, mi sembra tutto un po’ caotico. 😥

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    Jas Fasola 2 Luglio 2013 at 13:29

    nella partita Botvinnik-Bronstein i pedoni c, d, e vanno spostati di una colonna a Est.
    Per la precisione la posizione dopo 41…Rg6 è la seguente:

    Posizione dopo 41...Rg6

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    L'Alessio 2 Luglio 2013 at 17:18

    Articolo azzeccato e molto stimolante alla lettura,ben fatto.

  8. avatar
    alfredo 2 Luglio 2013 at 18:21

    uno dei migliori articoli comparsi su SoloScacchi
    ed è tutto dire!!!

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    Ivano E. Pollini 3 Luglio 2013 at 08:41

    RISPOSTA a Jas Fasola

    Gentile Signor Jas Fasola,

    le critiche costruttive, specialmente se permettono di migliorare un lavoro (articolo, saggio o libro), sono sempre molto gradite a un autore che, essendo fallibile, può aver commesso un errore.

    La ringrazio per l’osservazione relativa ad uno dei diagrammi del match Botvinnik-Bronstein 1951, che è stato corretto ed inviato al webmaster di Soloscacchi per la sostituzione.

    Comunque, diagramma a parte, non sono sicuro di aver ben capito il contenuto dei suoi commenti 6 e 7.

    Cercherò di rispondere alle sue osservazioni al meglio delle mie conoscenze:

    1)Morphy – Owen in ref. [4]- Geza Maroczy, “Paul Morphy”, Editions Olms : partita N° 135, p. 149 + commenti di Geza Maroczy:

    33. g4 (mossa debole del pedone dell’ala di Re) e 35 g5+ (questa mossa perde); e poco dopo 39. g6 (dopo questa mossa la partita non si può più tenere – G. Maroczy).

    Nell’articolo è indicata solo l’ultima mossa che determina la sconfitta.

    2) Nella partita Botvinnik-Smyslov, citata in ref [12] e riportata al completo nella nota N° 4 dell’articolo, la mossa 40. Af6 non ha “?”.

    Il punto interrogativo nel testo, sotto la foto di Smyslov, è evidentemente un “typo”, dato che il “?” non è riportato nel libro di Gligoric citato in ref.[12]. Chiaramente il “?” verrà tolto, appena possibile

    L’Alfiere bianco non aveva molto da dire in quella posizione, con o senza il commento di Houdini. L’interesse della partita consiste nella transizione in un finale vincente per il Nero, con il Bianco che gioca virtualmente con un pezzo in meno.

    3)Non capisco il senso della sua frase “Anche nella Spassky-Fischer la posizione del Bianco era disperata e una mossa diversa da 41. Dd4 non avrebbe cambiato niente”, dato che il Bianco non è in posizione disperata dopo la mossa 23…Dg4? del Nero e la mossa 42 Dd4 non esiste, poiché il Nero abbandona alla mossa 29.

    Il momento critico avviene in realtà dopo le mosse 25. Te4 Dg5; 26. Dd4! Tf8? ; 27. Te5! – ora il Nero perde un pezzo. Il commento di Fischer mi pare molto esplicito.

    In conclusione nel commento a queste partite, come nelle altre, il momento critico della partita sembra essere ben individuato, come pure le mosse che causano la sconfitta.

    Infine, in risposta alla sua frase “Non riesco a trovare un legame tra le partite presentate, mi sembra tutto un po’ caotico”, sono spiacente per lei, e vorrei ricordarle che l’articolo è rivolto a giocatori di scacchi che si suppone abbiano un minimo di “feeling” posizionale e sappiano leggere il significato delle mosse.

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      Jas Fasola 3 Luglio 2013 at 09:25

      L’articolo era cominciato con “verranno dunque esaminate le partite giocate dai vari campioni nei tornei internazionali o per corrispondenza, per rintracciarne i momenti critici e le cause di sconfitta”. Di conseguenza mi aspettavo di vedere le posizioni critiche.

      Con riferimento alle tre posizioni che avevo segnalato:
      1)Morphy – Owen se 35. g5 e’ la mossa che perde perche’ iniziare dalla mossa 36?
      2)Botvinnik-Smyslov evidentemente anche questa non e’ la posizione critica. La posizione (ed il risultato) sono già ben definiti.
      3)Spassky-Fischer, parliamo di due partite diverse, mi riferivo a quella alla fine dell’articolo.

      Con riguardo all’ultima sua frase, sarebbe stato allora forse opportuno mettere all’inizio dell’articolo l’avvertenza “Si sconsiglia di leggere l’articolo ai giocatori di scacchi che non abbiano un minimo di feeling posizionale e non sappiano leggere il significato delle mosse”. Io non lo sapevo e l’ho letto.

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      Joe Dawson 3 Luglio 2013 at 21:43

      Pare che di fronte all’ultima minaccia di Martin (il pesante busto di Paul Morphy che gli cade accidentalmente su una rotula) il nostro povero webmaster abbia finalmente ceduto e si sia deciso alla sostituzione del diagramma incriminato…

      Quando si dice “uno slancio volontario”… 😉

  10. avatar
    alfredo 3 Luglio 2013 at 11:42

    Mi piace questo Jas,
    mi ricorda tanto un tipo che scriveva e polemizzava su una rivistina (bella, fatta con amore e passione) di 30 anni fa.
    Era uno capace di fare le pulci anche alla monografia di Korchnoy sulla spagnola o sulla inglese, ora non ricordo bene.

  11. avatar
    fede 3 Luglio 2013 at 14:54

    Bell’articolo, molto articolato, fatto con grande impegno. Complimenti sinceri.
    Però Jas ha ragione.
    Dalla introduzione: “…per rintracciarne i momenti critici e le cause di sconfitta”
    mi aspettavo una esposizione diversa sulle singole partite.
    Ora, è chiaro che nessuno può conoscere la verità (forse nemmeno i protagonisti) ma credevo di trovare delle ipotesi dentro e/o fuori dalla scacchiera, anche solo per avviare un sano confronto.
    ciao

    • avatar
      H.B.Simpson 20 Luglio 2013 at 17:45

      Indeed! The green eyed monster is perfidiously present every where.

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    Ivano E. Pollini 3 Luglio 2013 at 15:18

    Replica finale a Jas Fasola

    “L’articolo era cominciato con “verranno dunque esaminate le partite giocate dai vari campioni nei tornei internazionali o per corrispondenza, per rintracciarne i momenti critici e le cause di sconfitta”.

    Di conseguenza mi aspettavo di vedere le posizioni critiche. (?)

    “Si sconsiglia di leggere l’articolo ai giocatori di scacchi che non abbiano un minimo di feeling posizionale e non sappiano leggere il significato delle mosse”. (??)

    Io non lo sapevo e l’ho letto. ?

    Peccato!

    Il contenuto di queste frasi comporta questa mia replica.

    Non ritengo sia il caso di discutere nuovamente le posizioni delle partite da lei menzionate, poiché è già stato sufficientemente chiarito che queste partite sono state riportate da libri di noti maestri, citati nella Bibliografia, con i loro commenti qualificati.

    Un lettore attento e appassionato di scacchi, rigiocando le partite presentate nell’articolo, dovrebbe essere in grado di individuare da solo i momenti critici e le possibili cause di sconfitta delle partite in esame.

    In ogni caso, nel lavoro, sono state inserite varie referenze ad integrazione del testo.

    L’impostazione dell’articolo sottintende proprio l’utilità della ricerca bibliografica, che, oltre ad essere consultata, può dare maggiori informazioni o chiarimenti ulteriori.

    Concludendo, la stesura dell’articolo nella forma presentata è in linea con la mia personale convinzione che la composizione di un testo di questo tipo comporti per l’autore il dover dare gli elementi per la verifica di quanto affermato.
    Sta poi al lettore, utilizzando gli elementi dati, risolvere i propri dubbi e perplessità e trovare nella propria mente coerenza ed armonia.
    Ovviamente, possibili errori a parte, di cui mi sono già scusato.

  13. avatar
    luca miglioli 4 Luglio 2013 at 11:25

    Molto bello. Un ricordo di campioni immortali.
    CIAO!

  14. avatar
    Yanez 6 Luglio 2013 at 11:04

    Certe volte il sito, e questo articolo in particolare, mi fa tornare alla memoria i begli anni dell’università.
    Rammento in particolare al terzo anno il corso di Elettronica Industriale col Professor P.
    Nonostante fosse uno dei corsi obbligatori e più importanti di quell’anno, insieme a Comunicazioni Elettriche e Controlli Automatici, il corso del Professor P. godeva presso gli studenti di un fascino ineguagliabile.
    A dispetto del fatto che il simpatico professore spiegasse benissimo gli argomenti la calamita era costituita dal fatto che si trattasse di un 30 sicuro. L’esame non vertava infatti praticamente su nessuno degli argomenti trattati lungo l’anno ma era, a scelta dello studente, o sullo sviluppo di un qualche modulo software di interesse del docente (si immagina collegato a qualche consulenza esterna di suo interesse, come è prassi in tante sedi accademiche) oppure un lavoro compilativo, di ricerca bibliografica e che non avrebbe mai letto nessuno…
    Un 30 assicurato… 😉

    • avatar
      Jas Fasola 6 Luglio 2013 at 17:10

      Proprio cosi’… quel mio amico tanti anni fa fece proprio due lavori compilativi, di ricerca bibliografica, e pochissimi glieli comprarono 🙁 . Il piu’ pollo fu Martin Eden, che se li prese tutti e due! 😆

      • avatar
        alfredo 20 Luglio 2013 at 12:43

        quel tuo amico ne possiede ancora qualche copia ?
        adoro queste ” nugae”
        anche in fotocopia
        un saluto Jas
        fa caldo a Varsavia ?

    • avatar
      Hector Letroyen 20 Luglio 2013 at 10:21

      To this comment there seems only one possible repy, which I feel quite old enough to give: grow up young man!

  15. avatar
    Ivano E. Pollini 7 Luglio 2013 at 22:55

    Risposta a Yanez

    Yanez,
    quanto ai suoi ricordi di università, purtroppo esistono professori come quello che lei ha descritto ed altri che prima di dare una sufficienza (un 18,non un 30) fanno fare l’esame 2-3 volte o più ai malcapitati studenti. Non esiste il “professore ideale”, ma solo singoli individui con le loro diverse caratteristiche.

    Per quanto riguarda i “lavori compilativi”, persino in molti lavori di tesi di laurea sperimentali la parte originale, compilata dal laureando, può arrivare a circa 30% del lavoro, dove sono poi descritti gli “elementi noti” nell’ambito del tipo di tesi (fisica, biologia, psicologia, geologia, scienza della terra, ecc), e sono spesso riportati in Bibliografia 100-150 lavori, probabilmente in parte non letti, ma messi solo per “cultura” generale.

    Questo non è il mio caso.!

    Tutti i libri citati nella Bibliografia dei miei articoli sono stati da me letti e consultati più volte nel corso degli anni e fanno parte del mio patrimonio di conoscenze sugli scacchi. Inoltre, io non ho nulla da dimostrare a chicchessia e nulla da avere da parte di nessuno. Ho voluto solo condividere con altri quello che ho assimilato e penso sugli scacchi.

    Ma torniamo a noi.

    Vedo che devo ulteriormente chiarire il mio atteggiamento mentale e il mio metodo di lavoro. L’articolo in questione presenta fatti e situazioni del mondo degli scacchi da un punto di vista storico, della letteratura e della tradizione. La ricerca bibliografica è un mezzo importante per approfondire le conoscenze acquisite sul nostro gioco, come le partite dei campioni, le loro personalità e psicologia , ecc., e tutto ciò non è ovvio, poiché si tratta di una ricerca frutto di anni di letture, approfondimenti e studi basati sulle opere dei GRANDI MAESTRI.

    Ritengo inoltre che anche un “cultore della materia” e un semplice giocatore di scacchi possa condividere collegamenti, intuizioni e conoscenze con altri appassionati del campo.

    Nessuno può scrivere sul vuoto. Per cui ne consegue che un lavoro (articolo, saggio o libro) che si fondi su una ricerca bibliografica ha valore e dignità, a patto che l’autore non contrabbandi come sue le idee già espresse da altri autori senza citarne la fonte.

    Best wishes

    iep

  16. avatar
    H.B.Smithson 20 Luglio 2013 at 09:46

    It was a pleasure to find on my last visit to “Soloscacchi” this new and excellent article by Mr Pollini. I can only apologise that my poor written Italian does not permit me to comment in your beautiful language.
    As in his previous articles Mr Pollini shows above all an understanding of the game in its essence. I found most interesting the part dedicated to playing chess online. This is rarely written about whilst it presents a whole new set of dynamics. Further study of this mode of play would be welcome.
    My congratulations to Soloscacchi for the high standard of this article.

  17. avatar
    Hector Letroyen 20 Luglio 2013 at 09:51

    It was a pleasure to find on my last visit to “Soloscacchi” this new and excellent article by Mr Pollini. I can only apologise that my poor written Italian does not permit me to comment in your beautiful language.
    As in his previous articles Mr Pollini shows above all an understanding of the game in its essence. I found most interesting the part dedicated to playing chess online. This is rarely written about whilst it presents a whole new set of dynamics. Further study of this mode of play would be welcome.
    My congratulations to Soloscacchi for the high standard of this article.

  18. avatar
    Hector Letroyen 20 Luglio 2013 at 10:18

    Pour une mystérieuse raison que j’ignore, le commentaire écrit par la personne précédente semble m’être attribué. Je n’en suis point l’auteur. Je me joins toutefois a ce qui a été exprime dans le commentaire ci-dessus. J’ai également apprécie la partie qui traite du jeu d’échec par l’entremise de l’internet, un domaine qui mérite attention. Peut être Ivano E Pollini en fera-t-il une étude dans un prochain article? Ce serait for intéressant.

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