i Re degli scacchi: Mikhail Chigorin

Scritto da:  | 13 Luglio 2013 | 12 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Chigorin 1

La sua unica, vera passione della vita furono gli scacchi. Ad essi si dedicò con una forza, una energia, una determinazione che è difficile trovare in altri grandi campioni del presente e del passato. Il padre della scuola scacchistica nazionale russa Mikhail Chigorin nasce a Gatcina, presso Pietroburgo, il 31 ottobre 1850 da Ivan Ivanovic Chigorin e da Natalja Egorovna. Due genitori che scompaiono troppo presto dalla sua esistenza. A nove anni si ritrova solo al mondo nell’orfanotrofio “Nicola I” di Gatcina. Una vita dura, difficile, sotto la direzione maniacale di un certo Dolivo Dobrovolskij che mette paura solo a guardarlo. Ma, come succede spesso, nel brutto ci può essere posto anche per il bello. Che si concretizza nella persona dell’insegnante di tedesco August Schuman a cui piacciono gli scacchi.

Chigorin 2

A sedici anni, dunque, Mikhail Chigorin incomincia a passeggiare sulle sessantaquattro caselle. Si trasferisce a San Pietroburgo e il 29 agosto 1871 viene assunto presso l’Ufficio di protocollo. Lavora e, soprattutto, frequenta il ristorante Dominique, meta preferita degli scacchisti pietroburghesi. Incomincia da qui il suo apprendistato che gli costa, come è ovvio, qualche bruciante amarezza. Nessuno nasce imparato, dicono a Napoli, e il Nostro non fa certo eccezione. Però è svelto di mente e apprende con facilità. Se ne rende conto Emmanuel Stepanovic Shiffers, suo coetaneo, giocatore di grande talento. All’inizio gli concede il vantaggio della Torre, poi del Cavallo e infine solo il tratto ed un pedone. Arriva il momento, siamo nel 1878, del loro primo match in condizioni di parità. Chigorin lo vince con sette vittorie a tre.

Due anni prima aveva fondato una rivista, dandole il nome di “Shakhmatnyi listok”, nella quale non solo trattava e sottolineava il valore della teoria, ma cercava di superare le divisioni e le disorganizzazioni degli scacchisti del suo paese. Tentativo fallito dopo cinque anni che proverà ancora più volte in seguito con una caparbietà davvero sorprendente (doveva fare quasi tutto da solo).

Tra la fine del 1878 e l’inizio del 1879, dopo essersi battuto di nuovo con Shiffers e poi con Shmidt e Alapin uscendo sconfitto una sola volta dal primo, partecipa al torneo di San Pietroburgo ed è splendida, anche se sofferta vittoria. Riesce a distinguersi in altri tornei successivi tanto che il grande Zukertort scrive di lui con entusiasmo lodando il suo gioco “intraprendente ed energico”, ed in seguito Bird completerà il giudizio osservando che egli, pur audace e brillante, era anche in grado di calcolare in modo estremamente preciso.

Chigorin 5

Il 1881 è un anno importante perché lascia il lavoro e si dedica completamente agli scacchi. E’ anche un momento di grande passione e di coinvolgimento totale per l’innato desiderio di diffondere questo giuoco nel suo paese. Viaggia in lungo e in largo, tiene simultanee, partecipa a partite in consultazione. Brucia così tante forze ed energie che anche i suoi contemporanei ne restano sbalorditi.

Un altro aspetto della sua possente e poliedrica personalità è quello relativo al gioco per corrispondenza. Secondo Lasker in questo campo non aveva rivali. Nel 1886 organizza addirittura un match per telegrafo con il Circolo di Londra, reputato il più forte del mondo il quale, ad un certo punto, vistosi in brutte acque, smette perfino di rispondere! Ci vuole l’intervento dell’arbitro Kolisch per conoscere quali siano le decisioni dei giocatori inglesi. Essi fanno sapere che abbandonano una partita e ritengono patta l’altra. Un vero trionfo per i russi guidati magistralmente da Chigorin.

Chigorin 8

Ed eccoci arrivati al primo scontro mondiale con il grande Steinitz. Si tratta di un vero e proprio scontro ideologico tra il calcolo e la ragione e la dirompente forza della creatività. Steinitz ha già imboccato la strada del revisionismo rispetto al gioco romantico del suo tempo, mentre Mangiafuoco-Chigorin continua a crederci, anche se in maniera del tutto personale. Si batte bene con il Gambetto Evans ma con il Nero è quasi una tragedia. Il risultato è un secco +10-6=1 per il campione in carica.

Chigorin, però, non si abbatte e nello stesso anno vince il torneo di New York a pari merito con Max Weiss, poco conosciuto, forse, ma uno dei più forti esponenti della scuola viennese di quel tempo. Intraprende, poi, nel 1890-91, un paio di incontri con Isidor Gunsberg, noto soprattutto per avere fatto coppia per un certo periodo con Mephisto, un automa costruito nel 1876 da C. Gumpel, ingegnere tedesco che viveva in Inghilterra. Tale marchingegno giocava a scacchi attraverso un sistema elettrico azionato a distanza; in questo caso proprio da Gunsberg, un Maestro da non sottovalutare che perderà in seguito contro Steinitz nella sfida per il campionato mondiale con due sole partite di differenza. I due match risultano piuttosto scorbutici. L’avversario non si scompone né si scopre troppo. E’ un seguace dello stesso Steinitz senza possederne la sua testardaggine. Il primo incontro termina in parità, il secondo è vinto da Chigorin +6=9-4.

Ma è ora di affrontare nuovamente Steinitz, nel frattempo sconfitto in un match per telegrafo per la corona mondiale. La battaglia sulla scacchiera è una delle più dure della storia degli scacchi. Si sa come finì. Tragicamente per Chigorin proprio all’ultima partita con un matto memorabile che ha fatto il giro del mondo.

Chigorin 6

L’Ottocento è il secolo delle grandi sfide. Tutti cercano l’approccio diretto, lo scontro personale. Ci si guarda fissi negli occhi senza tanti salamelecchi e giù botte da orbi. Lo abbiamo constatato millanta volte. E così si giunge ad un altro momento importante della vita scacchistica del Maestro russo: il match con Tarrasch. Ed è proprio il magnifico praeceptor, per il quale il gioco combinativo altro non sarebbe che una anomalia perniciosa, a sfidarlo. A San Pietroburgo, dopo un lungo periodo di trattative, l’8 ottobre 1893. E’ lotta aspra ed equilibrata. Rimarchevole per un paio di novità teoriche e non priva di qualche grossolano errore tipico, ogni tanto, di Chigorin. Che, comunque, prevale +10=4-9.

Chigorin 7

Dopo un brillante secondo posto al torneo di Hastings del 1895, che vede l’affermazione del quasi sconosciuto Harry Nelson Pillsbury, Chigorin ha un tracollo nel successivo quadrangolare di San Pietroburgo e da questo momento inizia una serie di prestazioni altalenanti. Ma non mancano momenti di soddisfazione come le sue vittorie uomo contro uomo con il solito Shiffers, contro Lasker partendo da una posizione del Gambetto Rice del Gambetto di Re, e contro George Salwe, poco conosciuto ai lettori ma tremendamente forte in difesa stante anche il giudizio dello stesso Lasker.

Nel 1905 si incominciano a intravedere i segni del suo declino fisico dovuto ad una grave malattia del fegato: dimagramento, colorito terreo, volto sofferente. I tornei di Ostenda e di Karlsbad del 1907 sono il suo calvario. E’ gravemente malato ma non demorde. Pur conoscendo le sue condizioni “non tradiva alcun sentimento di mestizia e continuava a mostrarsi animato da un’indomita volontà di operare” ci fa sapere il giovane Spielmann. Viene ricoverato nella clinica di un celebre professore di Pietroburgo, ma vi resta solo un mese. Il resto della sua esistenza lo trascorre a Lublino dove vivono la moglie e la figlia. L’amore per gli scacchi è troppo forte e sembra ancorarlo alla vita. Fino all’ultimo respiro. Che esala il 25 gennaio 1908.

Storia di una vita, storia di una passione.

Chigorin 9

Il solito sentito e doveroso ringraziamento alla prestigiosa rivista L’Italia Scacchistica

Chigorin 4

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a i Re degli scacchi: Mikhail Chigorin

  1. avatar
    Luca Monti 13 Luglio 2013 at 19:13

    Chiedo scusa se ho letto superficialmente.L’elenco dei – Re degli Scacchi – contempla: Euwe,Marshall,Spassky,Korchnoj,Botvinnik,Reshewsky,Fischer,Karpov,Lasker, Tal,Capablanca,Chigorin,Tarrasch,Rubinstein,Steinitz ed Alechine.Di Kasparov si trova traccia all’interno dell’articolo su Karpov,ma poi nulla di organico. Sarà argomento di un prossimo lavoro? Buona fine settimana a tutti.

    • avatar
      Enrico Cecchelli 14 Luglio 2013 at 01:51

      Complimenti a Fabio Lotti per il solito bel lavoro. Tra i Re degli scacchi se ci sono Rubinstein e Korchnoj…..un posticino per Keres non lo troviamo?

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    Jas Fasola 13 Luglio 2013 at 21:04

    Fortissimo Chigorin. Fortissimo anche Luca 🙂

  3. avatar
    Fabio Lotti 13 Luglio 2013 at 23:44

    Caro Luca
    nel mio computer ho ancora i profili di Rèti e Petrossiàn. Kasparov non è contemplato e lascio volentieri ad altri l’eventuale dolce fatica (io sono alle prese con i miei nipotini).

  4. avatar
    Fabio Lotti 14 Luglio 2013 at 08:54

    Caro Enrico
    ti lascio volentieri il testimone per sondare le vite di illustri scacchisti (visto anche lo splendido risultato su Pillsbury). Io sono alle prese con altre vite ben più frenetiche… 🙂

  5. avatar
    paolo bagnoli 14 Luglio 2013 at 12:56

    Caro Fabio, ancora una volta complimenti! Continuerò ad occuparmi di duchi, marchesi e baroni…

  6. avatar
    Fabio Lotti 14 Luglio 2013 at 15:11

    Paolo, non fare più certi scherzi!… 😉

  7. avatar
    L'Alessio 14 Luglio 2013 at 16:12

    Piacevoli narrazioni queste della serie i re degli scacchi.Da leggere anche ai due
    nipoti…… 😛

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    Filologo 17 Luglio 2013 at 09:36

    Segnalo che il bellissimo match fra Chigorin e Tarrasch si chiuse con un pareggio per 9 a 9, e non con la vittoria di Chigorin.

    • avatar
      Jas Fasola 17 Luglio 2013 at 11:39

      Se il tipografo aggiungesse anche una virgola 😆
      Ma è ora di affrontare nuovamente Steinitz, nel frattempo sconfitto in un match per telegrafo, per la corona mondiale.
      (il “match” era comunque di due partite e Chigorin pote’ scegliere le aperture)

  9. avatar
    Fabio Lotti 17 Luglio 2013 at 17:23

    Ho telefonato a quel bischero che scrisse l’articolo tanti anni fa, sottolineando l’imprecisione, ma mi ha mandato a quel paese… 🙂

  10. avatar
    Enrico Cecchelli 17 Luglio 2013 at 19:26

    Credo che Filologo si riferisse proprio al match mondiale che fu prolungato, pare proprio da Steinitz, sul risultato di 8 vinte per parte per non lasciare adito a dubbi su chi fosse il piu forte. Sulle condizioni del match ci sono ancora molto punti controversi e oscuri e diverse versioni

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