Ricordo di Mario

Scritto da:  | 20 Luglio 2013 | 14 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi
un 20 luglio come oggi… diciassette anni fa, in quello stesso giorno, un amico ci lasciava
Ricordo di Mario 1
Bologna, primavera del 1967. Passeggio sotto i portici del Pavaglione in attesa di incontrare una persona per motivi di lavoro. Sono in anticipo, e scendo lungo la breve e stretta via Foscherari. Sulla sinistra si apre un ingresso. Una porta a vetri sovrastata dalla scritta “Circolo dei Dipendenti Comunali” mi spinge ad entrare – un caffè ci sta bene – e mi ritrovo in una sala ampia occupata quasi interamente da una serie di tavoli dal ripiano in vetro, attraverso il quale si scorge una scacchiera incastonata nel legno sottostante.
Più della metà dei tavoli è occupata da persone che giocano… ah, sì, a scacchi.
Ricordo immediatamente “le mosse” che mio zio Arrigo mi aveva insegnato diversi anni prima, ma la velocità con la quale i giocatori muovono i pezzi mi risulta incredibile, così come il clac schioccante dei pulsanti di quegli strani orologi doppi. Risate, urla, sfottò. Ma… gli scacchi sono fatti così?
Timidamente, mi avvicino ad un giocatore momentaneamente disoccupato e gli chiedo spiegazioni (credo fosse Cerioli) e quello, dopo avermele date sbrigativamente e sommariamente, mi invita a giocare, ma rifiuto. Però… però, chissà perché, in pochi istanti sono rimasto affascinato dai giocatori, dall’ambiente, da qualcosa … Ricordo le mie sconfitte, subite da parte del “professore” ai tavolini del Bar Byron di Ravenna pochi anni prima (questa è un’altra storia che, prima o poi, dovrò raccontare).
Apprendo che tutti i giorni, dalle dieci del mattino fino all’una di notte, lì si gioca a scacchi. Come faccio ad iscrivermi? Devo venire alla sera e parlare con Tamburini (chi è?), segretario e factotum del Circolo.
Ricordo di Mario 2E così torno dopo qualche giorno, verso le otto e mezza di sera, chiedo di Tamburini che mi viene indicato da qualcuno con un distratto cenno della mano, mi presento e vengo immediatamente arruolato ed iscritto di forza al torneo per inclassificati: traguardo, la 3° sociale. Il giorno seguente procedo all’acquisto del Pasquinelli ed apprendo l’esistenza della presa en passant…..
Per farla breve, supero rocambolescamente l’esame di ammissione, e faccio visita a Tamburini nel suo piccolo laboratorio sotto i portici di via Indipendenza, chiedendogli lumi su qualche testo che non mi lasci in braghe di tela nel corso delle aperture, e Mario mi invita a leggere il testo di Fine, prestandomi la sua copia (in traduzione francese).
Divoro avidamente il tutto e nell’inverno 67-68 passo 2° sociale, poi 1° e scopro di essere un giocatore “aggressivo”. Prendo rischi a volte ingiustificati, ma mi piace attaccare (ho conservato il vizio…). Non mi curo molto dei finali, che trovo noiosi, e la faccenda mi costa cara in diverse occasioni. Incontro, con alterne fortune, altre 1° sociali alcune delle quali agguerritissime: ricordo Masi, Taruffi senior, Cavallini, il professor Alfonso Dipietro, Paganelli, Piero Balletti (che ho ricontattato mesi fa tramite Facebook) che hanno già in carniere qualche occasionale successo contro i Maestri bolognesi (Tamburini e Palmiotto), Maestri che guardo da lontano con timore reverenziale .
Al Circolo si gioca sempre, ma le serate “di torneo” sono due, martedì e venerdì, e Mario c’è sempre, a sistemare le scacchiere, a predisporre tutto a puntino, ed anche a giocare nei lampo e nei tornei sociali “assoluti”. Chiude il negozio, si precipita a casa, mangia un boccone ed è il primo ad arrivare.
Con lui si consolida, spontaneamente, un’amicizia nel corso della quale egli si dimostra prodigo di consigli nei miei confronti, e si arriva così all’estate del 1969, con i campionati italiani a squadre da disputarsi  a Fanano, sull’Appennino. Mario punta al successo nelle serie minori e costruisce due squadre (serie C e serie D) molto competitive : la formazione della serie D è, in ordine di scacchiera, Bagnoli, Pulda, Pianori e Malferrari, con Bonfà come riserva. Vinciamo  con un clamoroso 19,5 su 20  e Ileano Bonfà dimostra doti notevoli, che lo porteranno negli anni successivi al titolo magistrale. Anche la squadra di serie C (Gardini, Renato Cappello, Masi, Taruffi senior e Paganelli come riserva) vince in bellezza (18 su 24), e Mario esulta, visto che le formazioni che ha allestito portano a casa il trofeo.
Le foto di quei giorni immortalano anche i vicini reggiani (Vittiglio, Cugini, Pederzoli e Ghinolfi) che vincono la serie B mentre la serie A è appannaggio della fortissima squadra del “Centurini” di Genova (Tatai, Porreca, Scafarelli e Grassi). Nella foto di gruppo dei bolognesi Mario Tamburini è giustamente in cima alla piramide.
Nel frattempo, Mario mi ha affidato la redazione di “Bologna Scacchi”, e passo con lui intere serate ad impaginare la nostra “rivistina” bimestrale che esce in carta patinata, e che nel 1970 aprirà il numero di Luglio-Agosto con un mio pezzo da Vinkovci corredato da foto mia e di mia moglie in compagnia di Bobby Fischer, e che Mario titolerà “Dal nostro inviato”.
Nel 1971 mi trasferisco a Modena per lavoro, e lì nascerà Alessandro, il primo dei miei quattro figli, ma i contatti con Mario non si interrompono, visto che mi aiuta con frequenti consigli a rimettere in piedi lo sgangheratissimo circolo di quella città.
Prima del trasferimento, con Mario e sua moglie Renata, consumiamo una pantagruelica cena a Cesenatico (foto). Dopo un anno di Modena mi trasferiscono a Piacenza, e dopo un anno di Piacenza mi riscaraventano a Bologna, dove riprendo la redazione di “Bologna Scacchi” che, nel frattempo, ha ridotto le proprie ambizioni ed esce in forma ciclostilata. E’ in questa mia seconda permanenza bolognese che nasce Stefano.
In questi anni, dal ’73 al ’75, Mario mi lascia mano libera, ed escono sulla “rivistina” alcuni esilaranti pezzi su personaggi caratteristici del Circolo Scacchistico Bolognese, che nel frattempo si trasferisce dalle parti di piazza Santo Stefano, in locali trovati dopo affannose ricerche e dopo una tempestosa assemblea nel corso della quale viene approvato un vertiginoso aumento della quota sociale. E’ in questo periodo che il circolo inaugura una “sezione bridge”, che frequento assiduamente in compagnia di Renato Cappello e di Giorgio Pulda, sotto la sguardo corrucciato e disapprovante di Mario, il quale, nel frattempo, continua ad organizzare tornei, lezioni per le “nuove leve”, incontri a squadre, in particolare la “Targa Cussini” ed il “Trofeo Nettuno”, con inviti rivolti a circoli di Milano, Venezia, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Torino, Genova.
Poi, nel ’76, trasferimento a Milano, graduale abbandono degli scacchi, tranne sporadiche apparizioni al “Bovisa”, per poi giungere all’abbandono totale; l’unico contatto col gioco rimane la valanga di appunti accumulatasi negli anni e che mi servirà per i libri successivi al primo “Scacchi matti”.
Gioco qualche torneo per corrispondenza, divento CM ASIGC , poi pianto tutto lì.
L’unico contatto con Mario e Renata rimangono, tristemente, gli auguri di Natale, fino a quando, diciassette anni fa, un comune amico mi comunica la morte improvvisa di Mario e, come spesso capita in questi casi, vengo sommerso da ricordi, battute, volti senza un nome e sensi di colpa nei confronti di un amico che se n’è andato per sempre e senza la cui passione e volontà gli scacchi italiani avrebbero, oggi, qualcosa in meno.
Mario Tamburini visto da Paolo Bagnoli 1Mario Tamburini visto da Paolo Bagnoli 2Mario Tamburini visto da Paolo Bagnoli 3Mario Tamburini visto da Paolo Bagnoli 4Mario Tamburini visto da Paolo Bagnoli 5
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


14 Commenti a Ricordo di Mario

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    Luca Monti 20 Luglio 2013 at 11:27

    Oltre alla persona di Mario Tamburini,le memorie del Bagnoli rimandano ad un tempo nel quale il circolo,più di adesso,era il luogo principale ( unico?) d’incontro di
    tante nature differenti con una comune passione.Mi sembra che in passato apparve una
    intervista/articolo riprodotta in Scacchi e Scienze Applicate,proprio sul maestro
    bolognese.Mi parve una iniziativa lodevole,al pari del pezzo di oggi.Una domanda:la
    foto della pantagruelica cena in Cesenatico verrà pubblicata in un secondo momento?

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      Mongo 20 Luglio 2013 at 17:49

      Mi sa tanto che la foto della cena se la è pantagruelicamente ‘mangiata’ il nostro magico impaginatore. 😉
      Un bel ricordo di un personaggio di cui conoscevo solo il nome.

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    alfredo 20 Luglio 2013 at 12:27

    Ricordi bene Luca
    l’articolo su Tamburini ce lo ho qua
    se ti interessa te lo posso fotocopiare e inviare
    al solito bravissimo Paolo , uno che sa far rivivere gli scacchi come pochi
    caro Paolo ti devo una risposta in pvt . arriverà presto
    lascia che riordini le idee
    ho smesso di lavorare ieri sera e ti assicuro che ho avuto un periodo pesantuccio .
    un abbraccio agli amici
    io andro’ a rendere omaggio a Misha Tal .
    PS : una delle cose che piu’ mi piacciono di soloscacchi è non solo è che ha saputo ricreare ” a distanza” quasi una dimensione famigliare di circolo .
    e poi le foto . meravigliose .

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    alfredo 20 Luglio 2013 at 19:24

    sono andato a vedere il fascicolo di Scacchi e scienze applicate
    vol 4 pag 4 – 21 1986
    c’è qualche buona partita
    ma la cosa piu’ interessante sono a mio parere le foto
    ce n’è una scattata a Fischer , un’altra con Tal assieme a Contedini Palmiotto e tamburini
    in quella olimpiade Tamburini ebbe l’onore di giocare contro il campione del mondo in carica , Botvinnik
    Tale onore mi sembra sia accaduto solo a Tatai nel 1986 quando affronto’ Kasparov.
    Ta le foto c’è anche una dell torre Einstein di Postdam .
    ho cercato con voluttà una partita con Paolo ma non c’è 😐

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      Carlo Alberto Veronesi 16 Aprile 2015 at 15:42

      Alle olimpiadi di Lipsia 1960 il Campione del Mondo in carica era Tal, non Botvinnik. Il match per il titolo mondiale fu giocato in Marzo/Aprile, mentre l’Olimpiade si tenne a cavallo tra Ottobre e Novembre.
      Altrimenti i nostri eroi si sarebbero fatti la foto con Botvinnik, no?!

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        alfredo 16 Aprile 2015 at 15:45

        il ragionamento di carlo alberto non fa una grinza
        chiedo scusa per l’imprecisione , nata da un mio falso ricordo ….che forse avro’ modo di raccontare
        ciao a tutti gli amici di soloscacchi .

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    paolo bagnoli 20 Luglio 2013 at 22:29

    Alfredo, Alfredo, di questo core… con quel che segue. Hai voglia di cercare mie partite? Vana speranza, se non su Bologna Scacchi, la cui collezione completa ho venduto per necessità di denaro. Però conservo il testo manoscritto di alcune partite giocate contro Tamburini, Palmiotto, Gaprindashvili, ecc. Se ti interessano te le mando.
    Per la Redazione: non vi sono arrivate le foto? C’era Mario con Renata sul molo di Cesenatico, c’erano i reggiani vincitori della serie B di Fanano 1969, c’era una mia foto con in mano la coppa della serie D dove appare il giovanissimo Bonfà ed anche Masi e Taruffi senior di schiena, c’era il gruppone dei bolognesi con Mario sopra tutti. c’era una foto dove appaiono il sottoscritto, Pulda in 2°, Malferrari in 3° , Pianori (riposante) in piedi, il professor Dipietro con sguardo scrutatore.
    Ho sbagliato a mandarvele?

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      Joe Dawson 20 Luglio 2013 at 22:40

      Ciao Paolo, no, hai fatto benissimo a mandare le foto… solo che quello scapestrato del nostro grafico si è preso ben tre giorni tre di vacanza senza avvertire nessuno e lasciandoci in braghe di tela dalla sera alla mattina… sta tranquillo che quando torna sistemiamo le foto e… anche lui una volta per tutte! ;)

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      alfredo 22 Luglio 2013 at 10:53

      cavolo se mi interessano
      nihil mihi scacchisticum alienum puto
      ti ho mandato una mail in pvt per il ” progetto” ma ti manderò anche il mio cell
      magari ci sentiamo
      mi piaciono le mission impossible e poi questa tanto impossible non è
      già ier sera ho fatto un passetto
      comunque se ti fai vivo ci sentiamo direttamente e vediamo quale è la via percorribile
      in fondo tu sei un autore che ha già pubblicato, non un dbuttante
      quindi un bacino d potenziali lettori tra cui TUTTI gli amici di solo scachi lo hai già
      e questo vuol dire molto

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    mauro berni 22 Luglio 2013 at 09:47

    Grazie per questo bel ricordo di Tamburini, che si aggiunge, a distanza di tanto tempo, all’intevista di Scacchi e Scienze Applicate. Se ci si può mettere in coda per ricevere le partite dell’autore citate nei commenti lo faccio, altrimenti pazienza… Peccato invece per Bologna Scacchi. Ne ho un solo numero, del 1981,preso da Palmiotto, e direi proprio, a valutare da quello, fosse un’ottima rivista di circolo, di un circolo importante come era il CSB in quegli anni.

  6. avatar
    alfredo 22 Luglio 2013 at 10:55

    caro Mauro
    ( mi permetto il tu . ti dispiace ? )
    come ho piu’ volte etto sono un appassionato di questepubblicazioni, bolettini etc.
    potrei averne una copia in anatatica o scansita ?
    ovviamente i costi verrebbero adeguatamente compensati
    grazie e buona giornata 🙂

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    paolo bagnoli 22 Luglio 2013 at 23:36

    Sono arrivate le foto, molto bene… A proposito del “gruppone”: Gardini all’estrema sinistra, i tre ragazzini uno dei quali è il giovane Palmiotto (gli altri non li ricordo, ma uno dovrebbe essere De Lillo), la testa di Paganelli appoggiata sulla spalla di Pianori, Masi con maglione bianco, Renato Cappello e Pulda. In seconda fila, da sinistra, Malferrari con sigaretta, Ileano Bonfà, il sottoscritto sghignazzante (Mario mi stava facendo il solletico), Sauro Taruffi e Roberto Rava, ottimo bridgista. In cima a tutti, doverosamente, Mario.
    Vista la richiesta, vi mando il testo della noiosissima simultanea con la campionessa mondiale.
    Gaprindashvili-Bagnoli (Bologna, 1970): 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ab5 a6 4. A:c6 d:c6 5. 0-0 f6 6. d4 Ag4 7. c3 Ad6 8. h3 Ah5 9. Cbd2 De7 10. a4 0-0-0 11. Dc2 g5 (fin qui credo fosse tutta teoria dell’epoca, ma potrei sbagliarmi) 12. b4 g4 13. h:g4 A:g4 14. b5 c:b5 15. a:b5 A:f3 16. C:f3 a:b5 17. d:e5 f:e5 18. Ta8+ Rd7 19. T:D8+ R:D8 , e a questo punto la Nona mi propose la patta che, ovviamente, accettai.

  8. avatar
    alfredo 23 Luglio 2013 at 12:21

    la sotto-variante “valium” della variante del cambio della spagnola :mrgreen:
    ma cosa avevate messo nel caffè di nona prima della simultanea ?
    proprio robusta dose di Valium temo 😉

  9. avatar
    paolo bagnoli 23 Luglio 2013 at 20:59

    Sono d’accordo, valium e basta. Da parte mia, stavo “studiando” la variante del cambio e la variante aperta (bellissima!) e non feci altro che applicare i sacri testi… Comunque, se la memoria non mi inganna, la Nona terminò con un +18 =2 -0 .
    Eccheccazzo….

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