Albin Planinc, la caduta di un genio

Scritto da:  | 20 Dicembre 2013 | 27 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Albin Planinc 9

Albin Planinc. Un’immagine ormai lontana e sbiadita, fulmineo e fugace mito della mia giovinezza scacchistica, personaggio quasi da tutti dimenticato. Morì il 20 dicembre del 2008. Sono oggi cinque anni.

SoloScacchi ha già dedicato pagine più belle a questo sfortunato genio degli scacchi (qui quella di cserica del 5 luglio 2010 e qui quella di Lawrence of Arabia del 7 dicembre 2012). In questa data vorrei aggiungere ancora qualcosa.

Ricordo che un settimanale italiano di attualità e politica dedicava nel secolo scorso un certo spazio anche all’attualità degli scacchi. Curatore di quella bella rubrica era Wladimiro Grgona, più noto come giocatore di bridge. In uno dei primi numeri del 1975 Grgona si occupò del torneo di Hastings, terminato il 14 gennaio dello stesso anno e vinto da Vlastimil Hort. Grgona aveva titolato il suo articolo di quel giorno “caduto sul traguardo”. Si riferiva ad Albin Planinc. E spiegava così il motivo di quel titolo:

“Il combattutissimo torneo internazionale di Hastings è stato vinto dal grande maestro cecoslovacco Vlastimil Hort, davanti all’islandese Sigurjonsson e al sovietico Vaganian. Ma il protagonista, l’eroe del torneo, è stato senz’altro il sesto piazzato, Albin Planinc, di Lubiana.

Dopo aver esordito con due sconfitte (Basman, Hartston) e una patta contro tre giocatori finiti in fondo alla classifica, lo jugoslavo ha battuto uno dietro l’altro i favoriti, tanto da arrivare, all’ultimo turno, a solo mezzo punto dal primo in classifica (Hort) e a pari punti con i due secondi,Vaganian e Sigurjonsson.

All’ultimo turno la partita Planinc-Hort è stata drammatica. In una situazione ancora non chiara, Hort ha proposto la patta e Planinc ha rifiutato. A un dato momento della partita ciascuno dei due contendenti aveva appena un minuto di tempo per riflettere e c’erano ancora da fare dieci mosse. Nella continuazione lampo, Planinc ha fatto un errore e così ha guastato forse la più bella impresa della sua carriera scacchistica.Le sue partite contro Beljavski e contro Vaganian, però, faranno il giro del mondo”.

Il maestro tedesco Stefan Kindermann definì poi la vittoria di Planinc contro l’estroso Raphael Vaganian come “il trionfo della fantasia”. La partita già è apparsa qui su SoloScacchi, ampiamente e ben commentata. Eccovi ora quella con Beljavski.

35.Da2 e il Nero abbandona

35.Da2 e il Nero abbandona

Infatti l’unica mossa di cui dispone il Nero è 35…Re8; al che seguirebbe 36.Axb8,Txb8 37.Td7,Dxd7 38.Dg8+,Re7 39.Dxh7+,Re8 40.Txd7.

separator4

Albin Planinc era un giocatore jugoslavo, nato il 18 aprile del 1944 a Brise, un paesino di campagna nei pressi di Zagorje, fra dolci colline ed incantevoli castelli, attuale territorio sloveno. Figlio di genitori molto poveri, da bambino viveva con la mamma, contadina, in un modestissimo appartamento. A sette anni scoprì gli scacchi e se ne appassionò. Presto ebbe le prime esperienze di lavoro come tornitore di metalli. Si dice che non sia neppure andato a scuola, o forse c’è andato ma pochissimo. Conobbe casualmente il maestro Vitolins (suppongo solo omonimo del maestro lèttone), che lo introdusse al gioco, e bene, tanto è vero che a 18 anni seppe vincere il campionato juniores jugoslavo. Il che gli valse la convocazione nella nazionale giovanile. Ma alla madre non piaceva questo passatempo poco remunerativo e si adoperò per trovargli lavoro per l’intera giornata in un negozio di biciclette, fermandolo per qualche anno e probabilmente compromettendo così la sua ascesa definitiva.

Albin poté successivamente riprendere l’attività agonistica e a Lubiana nel 1969 stupì tutti, vincendo il Memorial Vidmar con un gioco brillante e talentuoso. Eppure tra i suoi rivali c’erano campioni come Gligoric, Parma, Matanovic, Gheorghiu e Robert Byrne. Con 10,5 punti su 15 ed una sola sconfitta (col secondo classificato), mise in riga Gligoric, Unzicker, Tringov, Byrne e tutti gli altri.

Nel ‘70 trionfò nei tornei di Varna e Cacak. Ma già all’epoca s’andava affacciando il suo principale avversario, un avversario quasi imbattibile: una grave forma depressiva, da lui a lungo contrastata, con alterne vicende, mediante psicofarmaci. E gli scacchi ad alto livello, con lo stress naturale che ne seguiva, non erano certamente la migliore medicina per il povero Albin.

Nel 1972, nonostante tutto, divenne Grande Maestro, ed è del 1973 il suo più importante successo, nel torneo IBM di Amsterdam, alla pari (10 p. su 15) con Tigran Petrosian e davanti a mostri sacri quali Spassky, Kavalek e Laszlo Szabo.

Scriveva in proposito l’Italia Scacchistica (numero 818 del dicembre 1973): “Mentre per Petrosjan la cosa non desta grande scalpore, per Planinc è stato un vero e meraviglioso successo. Se non fosse che la retorica è ormai del tutto fuori moda, si potrebbe dire che la città dei diamanti ha “tagliato” un nuovo e superbo diamante per tutti gli appassionati. L’uomo dalle mille sfaccettature è Albin Planinc. Ha condotto imperiosamente il torneo … all’ottavo turno aveva già 6,5 punti, al nono due punti di vantaggio sul campione sovietico, che, non avvezzo a far da secondo, lo batteva all’undicesimo”. Peccato che una scivolata con l’argentino Quinteros (ultimo, in quel momento, in classifica) lo abbia poi privato di una sfavillante vittoria “in solitaria”.

IBM Amsterdam 1973
Amsterdam1973

I Re ancora al centro e Planinc prepara l’assalto: nella foto si ha l’impressione, se la guardate attentamente per almeno dieci secondi, che al giovane Jan Timman, sconfitto nell’incontro diretto, stia quasi per scivolare di mano la tazzina del caffè!

 Albin Planinc 3Nel 1974 giunse 3°-5° a Wijk aan Zee (qui vinse Browne davanti a Donner), poi vestì i colori della nazionale jugoslava alle Olimpiadi di Nizza. Giocava in quarta scacchiera (nelle prime tre c’erano Gligoric, Ljubojevic e Ivkov). La Jugoslavia fu seconda assoluta dietro l’URSS e davanti agli USA. Albin totalizzò 11,5 punti su 15, con una sola sconfitta, prestazione che gli valse la medaglia d’argento. Nel 1975, come visto all’inizio, gli sfuggì per un soffio il grande risultato ad Hastings.

Hastings19741975

Per le sue taglienti aperture e i suoi attacchi spettacolari gli venne attribuito il soprannome di “Don Chisciotte degli Scacchi”. Da ragazzo non vedevo l’ora di trovare una sua partita su qualche giornale o rivista: nessuno sapeva interessarmi e divertirmi quanto l’immaginifico Albin. Ecco, quando si dice che gli scacchi sono anche un’arte, e non soltanto gioco e sport, si ha sicuramente ragione se si guarda a Planinc. La sua fantasia non aveva limiti e traguardi. E non è un’esagerazione: basti pensare che un giorno Susanna Polgar arrivò a scrivere che non c’è stato campione con più fantasia di lui nella storia del nostro gioco.

La sua creatività si esprimeva da subito, già nelle scelta delle aperture: in “The Penguin Encyclopedia of Chess” Raymond Keene scriveva che Planinc “è specializzato in aperture apparentemente obsolete, alle quali il suo gioco immaginativo infonde nuova vita”. Esemplare della sua fantasia innovativa è la “variante Planinc” contro l’attacco dei 4 pedoni nella difesa Alekhine: 1. e4 Cf6 2. e5 Cd5 3. d4 d6 4. c4 Cb6 5. f4 g5!?!

 Albin Planinc 5Planinc e Petrosjan, anzi: Petrosjan-Planinc

Planinc ottenne la sua migliore classifica nel maggio del 1974 (Elo 2545), ma ci dobbiamo render conto, naturalmente, che l’Elo premia la continuità dei risultati e non valuta i picchi di livello di gioco nei singoli tornei o nelle singole partite o match.

 Albin Planinc 2

“1.e4 e bada bene a quello che potrebbe succedere ora…”

Albin era un selvaggio guerriero, un guerriero “sui generis”, alto e dinoccolato, timido e taciturno, schivo e malinconico, ma con una mente libera da compromessi e calcoli di ogni tipo.

Era un genio senza regole, un artista come pochi, uno che non giocava mai per la patta (ebbene, sì: anche costoro, sebbene rari, esistono o sono esistiti!). Era un campione.

Ed era, oltre che campione, anche un gentiluomo, sempre correttissimo, sulla scacchiera e non solo.

Si raccontava questo aneddoto: siamo nel 1975, campionato jugoslavo. Partita Planinc-Velimirovic. Il Nero, in chiaro vantaggio ma non decisivo, offre il pareggio. Albin guarda l’amico e gli dice: “No, no, Drasko, qui io non posso accettare un pareggio, la mia posizione è persa”. Complimenti, Albin, sei statofenomenale anche nelle sconfitte! Planinc abbandonò prematuramente quella partita con Velimirovic, secondo alcuni commentatori. Ma in quei giorni lontani non c’erano ancora Houdini & soci!

 Albin Planinc 4

Insomma, Albin aveva o no raggiunto in carriera gli obiettivi che si era prefisso? Forse no, forse aveva ancora altri traguardi. Ma non ce lo disse mai. Né poté mai agguantarli. Il genio non poté frenare la sua caduta. Purtroppo la sua fantasia infinita e la sua spregiudicatezza sulla scacchiera nulla poterono per sconfiggere quella, sempre meno latente, depressione che lo accompagnava fin da ragazzo.

L’ultimo suo torneo è stato, nel 1979 a Polanica Zdroj, il Memorial Rubinstein (quasi un’ironia della sorte, l’accostamento con un altro poco fortunato campione!), dove fu appena dodicesimo, ma già dal 1976 la sua attività si era fatta meno intensa.

Lasciò il gioco attivo e per qualche anno provò a dedicarsi all’insegnamento. La malattia lo costrinse tuttavia ad abbandonare sia il gioco sia ogni altra attività, e con tristezza lo trascinò, prima saltuariamente e poi definitivamente a partire dal 1993, in un ospedale psichiatrico di Lubiana, dove egli visse, da tutti ignorato, per altri quindici inutili anni. Lì, per un errore e quasi per un accanimento di uno stupido destino, accadde pure che il suo cognome fosse orribilmente storpiato e cambiato in “Planinec” !

In quel luogo perse ogni contatto con la vita esterna. Pare che quasi nessuno si recasse mai a trovarlo, neppure la madre. E non c’era nessuna pensione di stato, nessun sussidio. Dimenticato completamente anche dalle autorità slovene. Dimenticato, diavolo, anche da me, che da troppo tempo avevo riposto in fondo ad un cassetto il mondo degli scacchi. E nessuno, quando il grande Albin si spense (20 dicembre 2008, secondo altre fonti il 16), partecipò al suo funerale. Neppure poté farlo il suo migliore e forse unico amico, il Maestro Georg Mohr, che fu informato dell’evento parecchi giorni più tardi. Nel frattempo, un uomo di nome Albin Planinec era stato sepolto in una fossa comune. Qualche mese dopo, su “New in Chess” uscì un articolo di Mohr dedicato al suo amico, dal titolo “The Genius of Albin Planinc”.

Scrisse un giorno il MI olandese Gert Ligterink: “Planinc scomparve rapidamente come rapidamente era apparso. Ma a Wijk aan Zee il nome di Planinc vivrà per sempre. In primo luogo perché noi frequentatori del vecchio “Corus” non dimenticheremo mai le sue partite scintillanti, ma anche per una ragione molto diversa, perché la strada che dal caffè Sun si avvicina al Aertszweg Rijkert noi usiamo chiamarla da tanti anni “il cammino di Planinc””.

 Aertszweg Rijkertil “cammino di Planinc” in una cartolina degli anni passati

Quanto Albin fosse stimato e benvoluto dai maestri lo dimostra un altro simpatico aneddoto, relativo al torneo di Madrid 1973 (lui fu appena decimo qui, dove Karpov mise in fila Tukmakov, Furman, Hort, Uhlmann, Portisch, Andersson, Ljubojevic e Browne): doveva giocare di bianco con Pomar, ma tardò di una mezz’ora a presentarsi in sala gioco. “Arturito” andò dall’arbitro, Medina, per chiedergli se fosse possibile azzerare gli orologi e annullare l’handicap di trenta minuti per Planinc. Medina gli rispose che non era possibile. Allora Pomar prese l’orologio e rimediò da solo, dividendo a metà il ritardo: 15 minuti ciascuno!

Nel novembre del 2010, due anni dopo la sua morte, sul primo canale della TV slovena apparve su di lui il documentario “Total Gambit”, a firma di Jan Cvitkovic, al quale hanno partecipato anche Spasski e Beljavski e col quale l’autore ha inteso rendere omaggio a quello che ha chiamato “un pazzo talentuoso”, uno scacchista pazzo che morì talmente ignorato e dimenticato che il pubblico sloveno e tutti gli altri vennero a conoscenza del decesso solo dopo che furono trascorse oltre due settimane.

No, Albin Planinc non deve essere ricordato come un pazzo. Lui è stato uno straordinario figlio degli scacchi, straordinariamente straniero per gli umani, ma ugualmente un genio, un vero campione, in tutti i sensi, forse campione per due sole stagioni (1973-1974) e troppo presto punito da un destino ingeneroso e spietato.

Albin Planinc 13

Un ringraziamento particolare al M.F. Claudio Sericano, che ha partecipato alla preparazione del presente articolo.

Foto tratte da: Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau.

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


27 Commenti a Albin Planinc, la caduta di un genio

  1. avatar
    alfredo 20 Dicembre 2013 at 08:23

    un bellissimo ricordo di questo affascinante giocatore .
    grazie

  2. avatar
    Fabio Lotti 20 Dicembre 2013 at 09:05

    Mi associo ad Alfredo.

  3. avatar
    Jas Fasola 20 Dicembre 2013 at 09:12

    Per l’elo a me risulta Najwyższy ranking w karierze osiągnął 1 maja 1974 r., z wynikiem 2545 punktów dzielił wówczas 36-38. miejsce na światowej liście FIDE, jednocześnie zajmując 3. miejsce (za Ljubomirem Ljubojeviciem i Svetozarem Gligoriciem) wśród jugosłowiańskich szachistów[5].

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    Mongo 20 Dicembre 2013 at 12:00

    Complimenti caro Marramaquis… Ti sei superato!! 😉
    Un gran bel personaggio questo Planinc(ec) qua. 😎

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    nikola 20 Dicembre 2013 at 12:37

    leggere questo articolo ed altri (Cosulich, etc..) mi riconciliano con gli scacchi quando sono circondato da persone che mi dicono che sono solo calcolo, razionalità e cervelli formati dai computer. grazie, :)

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    Enrico Cecchelli 20 Dicembre 2013 at 12:59

    Caro Marramaquis, Grandissimo Campione ( volutamente con la maiuscola ) e magnifico articolo!. Condividiamo anche questo mito.
    Solo un breve complemento sul torneo di Liubliana 1969 ( Memorial Vidmar ) dalle parole di Pachmann. Come ricordato anche da cserica
    Planinc era senza titolo internazionale. Probabilmente fu anche l’unico a non potersi preparare per il torneo in quanto lavorò fino all’ultimo
    giorno prima del torneo. Egli utilizzava spesso il Gambetto di Re riuscendo a inventare combinazioni alla Tal. Proprio con il gambetto di Re esordì
    contro Matanovic ad inizio torneo battendolo in 28 mosse. Prima dell’ultimo turno era in testa precedendo Gligoric di mezzo punto e tutto faceva presupporre
    una divisione del primo premio nel torneo visto che Gligoric doveva giocare contro l’ultimo in classifica, Stupica, mentre Planinc doveva vedersela
    con un brutto cliente: Gheorghiu. Inoltre Planinc aveva il Bianco e molti Grandi Maestri si sarebbero accontentati di approfittare del vantaggio del tratto
    per impostare la partita su binari tranquilli così da concordare una rapida divisione del punto che per il giovane di 25 anni alla prima esperienza internazionale sarebbe già stato un incredibile successo. L’impresa sarebbe stata tanto più facile in quanto durante la partita Gheorghiu propose la patta per ben due volte !
    Planinc invece rifiutò ed effettuò un dubbio sacrificio di pedone e quindi , questa volta correttamente, di qualità, costruendo una delle partite più belle del torneo.
    Con la vittoria nel torneo Planinc fece anche la norma di Grande Maestro ma non potè usufruirne perché il regolamento FIDE non contemplava tale salto e prima
    bisognava essere almeno Maestro. Mitico Albin!Ecco la tabella del torneo ( forse qualcuno col titolo di GM lo diventò solo in seguito ma è indicativa della forza del torneo )

    Planinec, Albin 10.5
    GM Gligoric, Svetozar 10.0
    GM Unzicker, Wolfgang 9.5
    GM Tringov, Georgi P 9.0
    GM Byrne, Robert E 8.5
    GM Matanovic, Aleksandar 8.5
    Puc, Stojan 8.0
    GM Gheorghiu, Florin 8.0
    GM Barcza, Gedeon 7.0
    GM Damjanovic, Mato 7.0
    GM Parma, Bruno 7.0
    GM Robatsch, Karl 6.5
    IM Musil, Vojko 6.5
    GM Forintos, Gyozo V 5.5
    FM Bajec, Ivo 5.5
    Stupica, Janesz

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    The dark side of the moon 20 Dicembre 2013 at 15:25

    Ho letto poco fa l’articolo su Cosulich che ho trovato bellissimo, tra i commenti c’era quello di Eden che preannunciava un altro lavoro su un grande personaggio.
    Ora ho appena finito di leggere questo articolo e come per il precedente sono rimasto senza parole.
    Grazie infinite agli autori!

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    alfredo 20 Dicembre 2013 at 15:34

    con il N. Planinc era un superbo interprete della Benoni .
    spesso sacrificava il Pd6 per ottenere una rapida mobilizzazione dei pezzi .

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    INSALA' 20 Dicembre 2013 at 15:56

    …il grande Albin era un uomo che non aveva la mente confusa da troppi studi e per questo era animato da un’utopia semplice: giocare a scacchi con lealtà dando l’anima sino alla fine senza ostruzionismi più o meno smaccati(vedi tornei odierni).Un agonismo sano che a ben vedere rende gli scacchi un gioco per pacifisti. Il pulsare del suo stile,così carico di energia e ritmo,mai anarchico e sempre inserito nel gioco mi ricorda la Moldava di Bedrich Smetana. Planinc è la risposta alla cinica banalità del reale e interroga i tanti “ragionieri” che continuano ottusamente ad esaltare il “similoro” del presente scacchistico.Planinc con il suo talento cristallino spezza “l’incanto” e svela l’essenza di piombo della “nuova era” Carlsen!

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      Marramaquis 20 Dicembre 2013 at 22:11

      Càspita, INSALA’, ma allora non dev’essere un caso la mia straordinaria ammirazione per la Moldava di Smetana (a tal punto che io sono uno dei pochi italiani che siano andati a visitare la sua tomba nel cimitero di Vysehrad)!

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        delpraub 22 Dicembre 2013 at 19:33

        Marramaquis, in quanto a questo siamo almeno in due qui 😉
        Grazie per lo splendido profilo. Devo ammettere che sto colmando molte mie lacune in storia scacchistica con questi articoli che combinano dati biografici, aneddoti e psicologia dei giocatori.
        Per più di qualcuno dei profili presentati, la mia conoscenza si fermava alle sole partite giocate.

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          Marramaquis 22 Dicembre 2013 at 20:37

          E allora ti piacerà, almeno altrettanto, il Perlis di oggi di Bagnoli!
          Una gemma, anzi … una perlis!

  10. avatar
    The dark side of the moon 20 Dicembre 2013 at 17:01

    Vero!
    Purtroppo viviamo un epoca dove “l’essenza di piombo stile Carlsen” è legittimata dalla cultura del risultato ad ogni costo, non importa come.
    La fine degli ideali, l’assenza di ideologie, l’inesistenza di un modello di mondo altro ha portato anche nel gioco degli scacchi elementi come agonismo e “fisicità” che non mi piacciono per nulla.
    E’ finita la POESIA.

    • avatar
      nikola 20 Dicembre 2013 at 23:44

      oltre a sottoscriverle, queste parole, le ricopio e le faccio mie.

  11. avatar
    paolo bagnoli 20 Dicembre 2013 at 21:10

    La mia ammirazione per Planinc è enorme! Quando parlai di lui a Zavatarelli (grande storico degli scacchi soprattutto per quanto riguarda giocatori dell’Ottocento), quest’ultimo mi fece avere, in COPIA UNICA, una raccolta di partite di Planinc dal titolo “Il mio Planinec”. La conservo gelosamente in quanto il genio del grande Albin è ampiamente illustrato da questa raccolta-biografia degna di essere resa pubblica.
    Fu uno degli ultimi grandi poeti degli scacchi.

  12. avatar
    paolo bagnoli 20 Dicembre 2013 at 22:28

    Aggiungo la mia firma al commento di “Dark Side of the Moon” (se lui lo permette). Siamo nella merda! E tra un paio di mesi il terzo (secondo come data di nascita) dei miei quattro figli se ne andrà all’estero per riuscire a lavorare!
    Buon Natale a tutti!

  13. avatar
    alfredo 22 Dicembre 2013 at 11:18

    Le foto penso si riferiscano al torneo IBM di Amsterdam 1973
    La partita contro Spassky , una variante Breyer della Spagnola , fu molto interessante . Spassky migliorò il suo approccio dopo la sconfitta contro Fischer , nella 10 del match .
    Ma fu veramente uno scontro tra campioni
    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1128929
    vidi Planinc solo una volta , a Portorose nel 1975 .
    Giocava contro Mariotti ( due attaccanti un po’ simili) . Attacco’ ma quella volta l’attacco non aveva basi solidissime e Mariotti si difese bene vincendo .
    Planinc mi sembro’ una sorta di Woody Allen
    Cercai di avere un autografo ma purtroppo non ci riuscii
    Non vorrà dire nulla ma è morto a 64 anni come si’ il numero delle case degli scacchi ma anche come tanti altri grandi giocatori ( steinitz , Staunton …altri )

  14. avatar
    alfredo 22 Dicembre 2013 at 11:33

    Forse l’amico Renato potrà suggerirci una interpretazione migliore ma questa non mi sembra proprio malaccio ….

    • avatar
      Renato Andreoli 22 Dicembre 2013 at 21:33

      L’interpretazione va benissimo.
      Piuttosto, vi farei notare l’incredibile somiglianza del tema della Moldava con la canzone napoletana “Fenesta ca lucive”.

  15. avatar
    Marramaquis 22 Dicembre 2013 at 20:41

    Piuttosto, lasciatemi un attimo ringraziare tutti per i lusinghieri commenti e per le ulteriori notizie ed osservazioni che hanno qui accompagnato questo mio lavoro. Grazie.

    • avatar
      INSALA' 22 Dicembre 2013 at 21:59

      … grazie a te, caro Marramaquis, per il tuo prezioso e sentito affresco.Buone Feste a tutti voi.

  16. avatar
    Marco Lantini 24 Dicembre 2013 at 02:57

    Non so come fare a dimostrarlo ma permettimi di dubitare che “Planinc ottenne la sua migliore classifica nel 1974 (38° al mondo, Elo 2641)”. Cioè. ci credo sia stato al 38 posto in graduatoria ma 2641 nel 1974 era un elo da primi dieci.

    • avatar
      delpraub 24 Dicembre 2013 at 08:39

      Caspita, credo che Marco abbia proprio ragione. Nella classifica Elo del Maggio del 1974 Petrosian aveva un Elo di 2640…
      Cercando su Chessgames, ho trovato che il miglior Elo di Planinc è stato 2525, ma non specifica in che anno.

      • avatar
        Jas Fasola 24 Dicembre 2013 at 09:55

        il terzo post era in polacco ma mi sembrava comprensibile

        • avatar
          delpraub 24 Dicembre 2013 at 13:40

          Hai ragione, Jas, lo era. Capisco anche che Chessgames “toppa”.

    • avatar
      Marramaquis 24 Dicembre 2013 at 14:52

      Sì, Marco, scusatemi.
      Il 2641, di cui in effetti parlano alcuni siti, si riferisce evidentemente ad altri sistemi di calcolo. Il dato ufficiale degli archivi Elo FIDE dovrebbe essere (stavolta uso il condizionale) 2545, toccato a maggio 1974 e che in quel momento valeva il 36°-38° posto, una classifica assai ingrata per chi, come Planinc, giocava alla pari con gente come Hort, Andersson, Gligoric e Szabo.
      Abbiamo provveduto a rettificare. Grazie.

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