Uomini soli

Scritto da:  | 27 Febbraio 2014 | 78 Commenti | Categoria: Libri, Personaggi, Stranieri

“chi vola alto è sempre solo”

Uomini soli 11Sono nato a Milano il primo giorno d’autunno di tanti anni orsono ed esattamente dodici mesi prima di quella data mio padre e mia madre, la sera del 22 settembre 1966, uscirono nel loro primo appuntamento per assistere ad una spettacolo di balletto che avrebbero ricordato tutta la vita… Alla Scala si sarebbe esibito quello che è stato uno dei grandi miti della mia vita: Rudolf Nureyev nel ruolo del principe Florimondo. Aurora era una giovane e talentuosa ballerina milanese di nome Carla Fracci… Oso sognare ed illudermi che nei miei cromosomi l’amore e la passione per il balletto sia scaturito dall’atmosfera magica di quella serata accompagnata dalle melodiose note di Tchajkovskij. Ho adorato Nureyev tutta la vita, ho sognato con lui… mi sono immedesimato nella sua eleganza, nella sua grazia possente e speciale, nella sua arte unica e inimitabile, in quella figura indescrivibile di inarrivabile e imperscrutabile tartaro nato su un treno. Un uomo in fuga, insondabile e inavvicinabile, distante dal mondo eppur sensibile ad ogni aspetto della vita, l’emblema e la rappresentazione della danza e dell’arte come appena poche altre figure di artisti lo sono state nella loro esistenza. Mi piace, chissà, immaginare che se Plutarco avesse potuto scrivere un parallelo delle sue vite  proiettato nel futuro avrebbe forse messo accanto le storie di Nureyev e Robert James Fischer, due uomini soli e due geni inarrivabili… facile sognare, con Plutarco, con libri mai stati scritti e difficile trovar libri che son stati scritti ma che ci faccian sognare…

Uomini soli 06
Ne ho letti tanti, ne ho riletti alcuni, mi sono innamorato di pochi e con pochissimi di questi ho sognato veramente… l’ultimo di questa sparuta schiera è quello che è nato dall’ispiratissima penna di Helgi Olafsson amico e compagno di viaggio dell’inquieto Ulisse di Chicago negli ultimi tre anni della sua vita trascorsi nell’isola islandese. Il diario di Helgi è emozionate e toccante, denso di episodi e ricordi struggenti, a volte buffi a volte malinconici e tristi ma mai scontati e banali quali quelli che sempre hanno riguardato la vita di questo grande genio delle 64 caselle. Lo prendi in mano e lo sfogli come un diario, come il quaderno caro della scuola in cui ogni pagina ti rammenta qualcosa di prezioso… i ricordi di Olafsson ti emozionano come se fossi stato tu ad esser l’amico islandese di Bobby, colui col quale prender un caffè lungo in un pomeriggio piovoso mentre ti racconta di Reshevsky o ancora inveisce contro la Fide per i torti subiti… si legge tutto d’un fiato e di Bobby emerge il ritratto di un personaggio unico, particolare, contraddittorio eppure vivo e finanche coerente nelle sue singolarità… Bobby come Rudy, uomini soli…

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78 Commenti a Uomini soli

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    INSALA' 27 Febbraio 2014 at 15:02

    …”Umanità, mi stai sul cxxxo da sempre!” così amava esprimersi il grande Bukowski. Si tratta sicuramente di una meditazione commovente sulla solitudine, espressione di un pensiero profondo e carico d’emozione. In fondo Nureyev e Fischer, con le loro vite “incomprensibili”, hanno ricalcato questa pillola di saggezza che ha ispirato intere generazioni. Charles, Rudolph, Bobby,numeri primi indivisibili e maledetti. E’ vero, “Chi vola alto è sempre solo” perchè un cuore amante non ha bisogno di complici.

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    Fabio Lotti 27 Febbraio 2014 at 16:11

    Bella l’idea di accostare questi due campioni.

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      Mongo 27 Febbraio 2014 at 16:35

      Io ci avrei messo dentro pure il pirata Pantani… ‘Uomini soli, uomini a metà’, come cantavano, singolarmente, i Pooh. 😉

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        alfredo 27 Febbraio 2014 at 17:45

        la stessa idea di Mongo lo ho avuta io .
        forse il pirata era veramente il piu’ solo di tutti .

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          alfredo 9 Marzo 2014 at 20:14

          @ Mongo
          ricordi questo bellissimo addio al Pirata di Gianni Mura ?
          http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/sport/pantani/pantadat/pantadat.html

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            INSALA' 10 Marzo 2014 at 10:32

            …un conto è l’epilogo tragico della vita di Pantani un conto sono i fatti sportivi! E, su questo, il solito Mura scrive ciò che gli pare (dico come al solito perchè ho “conosciuto” questo giornalista in occasione di una intervista fatta qualche decennio fa a Rodica Popa, un’ icona del volley dell’Est). L’Hct alto è un fatto. Che fosse una pecora nera è un fatto. Che non ci sia differenza tra Armstrong e il “pirata” è un fatto. Sono zemaniano nell’animo e per questo affermo con certezza che l’eroe “omerico” dello sport italiano è stato MENNEA (che ho avuto l’onore di conoscere)…un grandissimo in tutti i sensi!

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              nikola 10 Marzo 2014 at 18:45

              …che alcuni sparino sentenze e giudizi in maniera anonima e un tantino arrogante è un fatto. che abbiano entrambi (Armstrong e Pantani) delle macchie lo sanno tutti ma basterebbe semplicemente considerare dal punto di vista umano i loro vissuti e sopratutto i loro epiloghi per avere il buon gusto di non metterli sullo stesso piano.

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                Jas Fasola 10 Marzo 2014 at 18:52

                Bisognerebbe chiedere a quelli che sono arrivati in gara dopo di loro se notano qualche differenza 🙁

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                INSALA' 10 Marzo 2014 at 19:49

                …Donati è trattato da reietto per aver scoperchiato il vaso di Pandora. Guardate quello che stanno combinando a Zeman! Per non parlare delle strane crisi emetiche (di “vomito”;) di Messi nel mentre di una partita( vedi ultima amichevole dell’Argentina). Riguardo Mennea i suoi record sono stati ottenuti in 10 anni di durisssimi allenamenti ( necessari per temprare un fisico da “ragioniere” del catasto) con miglioramenti costanti nel tempo e non “di botto” come accade oggi. Riguardo Pantani…dispiace per la sua vicenda umana ma, dati alla mano (e non sentenze, caro “arcangelo” buonista con la Kappa!) ,rivelano che le di lui vittorie sono fasulle. Per cui,accanto a Fischer e Nureyev ascriviamoci magari Mennea o Zeman non Pantani! …P.S. gli scacchi non sono indenni dalla “piaga”, non dimentichiamolo.

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                  nikola 10 Marzo 2014 at 23:24

                  caro mio (?), lei riesce a buttare in polemica anche gli spunti più innocenti. le posso solo ascrivere il merito di dirigere la mia attenzione verso spunti piú autorevoli, mi sono letto l’articolo di Mura.

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            Mongo 10 Marzo 2014 at 11:16

            @Fuser: sul Pantani ogni mia parola/giudizio sarebbe troppo cattiva/o, perché io sono stato ‘tradito’ da lui.
            Lo credevo pulito, ho pianto quando seppi che si era rotto una gamba ed altro in quel giro del Piemonte, che aveva corso nelle retrovie, dove venne investito da un auto. Ho gioito, goduto, alle sue vittorie. Pianto quando giunse secondo dietro ad Indurain in un campionato del mondo. Ad Oropa ho incominciato a farmi delle domande che prima di quella tappa che arrivava a Madonna di Campiglio hanno avuto le risposte che nessuno si aspettava. Una grande delusione. Quel giorno, per me, è morto il ciclismo. Altri criminali (Armstrong, Riccò, Valverde, ecc.) hanno ‘sparato’ solo contro un cadavere!!

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              alfredo 10 Marzo 2014 at 11:23

              anch’io non so cosa dire oggi su Marco .
              Provo solo una enorme tristezza.
              in fondo anche Merckx fu fermato a Savona nel 69 . Ma rimontò in bici e stravinse il tour ( consiglio di guardare su Raisport la seconda parte dello speciale a lui dedicato giovedi’ sera).
              Marco dopo Madonna di Campiglio non seppe rialzarsi . Si senti’ vittima di un complotto . E anche le persone che lo circondavano non erano delle migliori .
              A un certo punto bisognava però salvare l’uomo Pantani , il ciclista non c’era piu’ .
              Qualche giorno prima della sua morte incontrai un ex corridore molto importante . Mi disse ” uno di questi giorni trovano morto Pantani” cosi fu .
              Ma le emozioni che mi diede non le rinnego .
              A proposito in Colombia al mondiale arrivò terzo . Vinse Olano ( con la gomma posteriore afflosciata) davanti a Indurain e a Pantani

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                alfredo 10 Marzo 2014 at 11:39

                per quel che puo’ valere mio padre lo conobbe bbastanza bene , avendo fatto il servizio medico al giro del 94 , quello vintoma da Berzin ( ❗ ) davanti a Marco e Indurain . Fu il giro in cui Marco esplose . Al di là del giudizio tecnico mi disse che Marco era una persona molto intelligente , garbata , gentile . Ma nei suoi occhi non c’era mai gioia ma una sorta di disagio , tristezza , malinconia .
                Qualche giorno fa ho rivisto queste foto di mio padre con Marco . In quei suoi occhi belli ma tanto tristi mi sembrava veramente scritto il suo destino.
                Marco non era “piadna e romagna mia”
                era un personaggio tragico .
                degno di comparire veramente , nel ricordo , vicino a tanti grandi

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                  Mongo 10 Marzo 2014 at 14:52

                  Chiedo venia sulla classifica finale del mondiale Colombiano.
                  Giovedì sera, invece, sarò impegnato a ‘gustarmi una fiorentina’ sperando che non mi sia indigesta! 😉
                  La trasmissione su Merckx spero di vederla poi su http://www.rai.it.

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    Renato Andreoli 27 Febbraio 2014 at 17:32

    Dopo un’adeguata preparazione, sono riuscito a mostrare a tutte le nove classi della scuola dove lavoro il video del balletto Petrushka in cui Nureyev danza il ruolo del protagonista. I bambini ne sono rimasti affascinati; anche i più piccoli delle classi prime, attenti e concentrati per tutti i 35 minuti di durata del capolavoro di Stravinsky.
    Guardate per esempio la seconda scena, che inizia al minuto 15′ 30″ di questo video e che risulta particolarmente in tema con il presente articolo.
    Guardate come Nureyev interpreta la solitudine disperata del burattino Petrushka, chiuso nella sua squallida stanza, maltrattato dal padrone e vanamente innamorato della Ballerina che invece gli preferisce il volgare Moro. Quando la Ballerina entra nella stanza, tutto ciò che lui riesce a fare è di spaventarla con una reazione scomposta.

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      Martin Eden 4 Marzo 2014 at 20:38

      Grazie Renato per l’eccellente suggerimento… per un artista immortale come Nureyev vi è solo l’imbarazzo della scelta in quanto a filmati da proporre. Quello inserito lo trovo particolare e per l’ispirata interpretazione di Freddie Mercury e per le commoventi immagini di Rudolf… delicatissima quella in cui, con l’animo e il candore di un fanciullo purissimo, tira una palla di neve in aria… era il 1987: dopo 26 anni di lontananza dalla sua patria rimette piede prima a Leningrado, poi a Ufa, sua città d’infanzia… come quando abbraccia la sua anziana maestra di danza… avrò visto questo video dozzine di volte e ogni volta mi viene un groppo in gola di malinconia e tristezza… hanno gli occhi di Rudy una magia particolare, guardateli bene… non trovate anche voi?

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      franco trabattoni 4 Marzo 2014 at 21:17

      Renato, ho un bambino di poco più tre anni che ha appena iniziato la scuola per l’infanzia. Chiedo troppo se spero che quando sarà un po’ più grande abbia la fortuna di incontrare un maestro (o maestra) che almeno un po’ ti assomigli?

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        alfredo 5 Marzo 2014 at 18:42

        Davvero .
        Una volta Gesualdo Bufalino , in una intervista ,disse che la piu’ grande speranza che potesse avere l’ Italia era riposta nei maestri elementari.
        so che in TV hanno fatto una miniserie sul Maestro Manzi.
        Uno che ha fatto per l’ Italia piu’ di migliaia di presunti ” intellettuali”
        ed è di pochi giorni fa la notizia della morte di Mario Lodi . Ebbi la fortuna di conoscerlo in maniera un po’ ” romanzesca”
        A Milano in una aiuola trovai una borsa contenente numerosi scritti.
        C’era il suo nome . Lo contattai e mi disse che gli era stata rubata alla stazione . Ci incontrammo e , siccome gli avevo detto che avevo una nipote piccola mi regalò alcuni suoi libri con una dedica “a Laura che comincia ora il suo lungo viaggio attraverso la vita” ( o qualcosa del genere. Dovrei chiederlo a mia nipote che ovviamente li ha conservati con grande amore)
        un bellissimo incontro per me

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          Renato Andreoli 5 Marzo 2014 at 19:47

          Il maestro Manzi mi era simpatico per vari motivi, ma il principale è il seguente.
          Quando negli anni ’80 cominciò a venire avanti tutta la marea burocratica che ancora oggi sta soffocando la scuola italiana, le cosiddette scartoffie, che sono fatte apposta per sottrarre tempo ed energie agli insegnanti, lui si oppose con decisione e si rifiutò categoricamente di compilare i “documenti”, pagine e pagine debitamente scritte in “scuolese” che tutti erano tenuti a produrre.
          Gli mandarono un’ispezione e fu sospeso dal servizio e dallo stipendio per tre mesi (estivi) con l’intimazione per il seguente anno scolastico di compilare tutte le scartoffie in ogni parte.
          E lui le compilò. Scrisse dappertutto una sola parola: “merda”.

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            alfredo 5 Marzo 2014 at 19:52

            cosa che dovrei fare anch’io con le scartoffie ospedaliere ❗

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    Zenone 27 Febbraio 2014 at 19:07

    Caro Martin, hai colpito nel segno, ancora una volta.
    E’ il destino dei “geni” nei vari campi, siano il balletto (Nureyev), gli Scacchi (Fischer), la matematica (Nash) ecc. quello di essere comunque soli, pur essendo circondati da molti (più o meno amici).
    Bravo

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    Giuseppe Ragunì 27 Febbraio 2014 at 19:11

    Caro Martin, grazie!
    Cercherò il libro (sperando di trovarne una versione in spagnolo o italiano).

    Pippo

    PS ma allora sei milanese?

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    alfredo 27 Febbraio 2014 at 19:27

    @ zenone
    Cedric Villani , uno dei piu’ grandi matematici viventi , nel suo libro ” IL TEOREMA VIVENTE” ( Rizzoli) paragona Bobby Fischer non solo a John Nash ( reso famoso dal film ” a beautiful mind” . Film che allo stesso Nash non è piaciuto affatto) ma anche ad altri matematici con un destino simile : Paul Erdos , Grigorj Perel’ man , Alexander Grothendiek ( del famoso gruppo Bourbaki) , Kurt Godel (pagine 78 – 79)
    a un milanista come me viene in mente anche il Nureiev del calcio : l’inarrivabile Marco Van Basten

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    Giuseppe Ragunì 27 Febbraio 2014 at 19:49

    A proposito di grandi uomini (spesso soli) un pensiero anche a Paco de Lucia, morto ieri a 66 anni!
    Se dall’altra parte del mondo puoi sentirci, grazie infinite per le emozioni della tua musica!!!

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    alfredo 27 Febbraio 2014 at 20:04

    @Pippo :
    ti dispiace se ci sentissimo in privato ?
    gli amici di soloscacchi hanno ovviamente tutti i miei recapiti .
    ciao !
    Buona serata a tutti 😀
    PS : concordo anche su Paco de Lucia . Ma su questo artista mi piacerebbe sentire il parere del nostro musicologo, Renato

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      Giuseppe Ragunì 27 Febbraio 2014 at 21:29

      Certo carissimo Alfredo! Ho anch’io tanto desiderio di approfondire la tua conoscenza! Mi sembrava di avertelo detto.
      Tra l’altro sono curioso di saperne di più dei tuoi interessi di logica, sul tuo fratello fisico e su quant’altro ti interessa. Perchè sono sicuro che interessa anche me: percepisco forte sintonia.
      Scrivimi a graguni@ucam.edu, ci conto!

      A presto, Pippo

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      Renato Andreoli 28 Febbraio 2014 at 09:49

      Caro Alfredo, mi dovrai sospendere la patente di musicologo, perché io del De Lucia non so praticamente nulla. E’ un genere di musica che non mi interessa. Non parlo tanto del flamenco, che rispetto, ma del rockjazz, del crossover e via commercializzando.
      Io sono valtellinese – abito nel paese della plurimedagliata Arianna Fontana – e mi viene subito in mente il buon Vissani che ha voluto “contaminare” la ricetta tradizionale dei pizzoccheri con aggiunte e sostituzione di ingredienti a suo arbitrio. Se Vissani si è attirato le ire della locale Accademia del pizzocchero, i Vissani in musica – fra i quali annovero anche l’ultimo Pavarotti – sono invece idolatrati dallo sterminato pubblico internazionale di bocca buona.

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        nikola 28 Febbraio 2014 at 10:06

        a me il flamenco non interessa e talvolta il rockjazz non mi piace (e forse non lo capisco) ma la passione e la sapienza che ho visto in quest’uomo che imbraccia la chitarra raramente l’ho vista altrove, tant’è che potrebbe suonarmi qualsiasi genere ma se lo fa in questo modo resterei ad ascoltarlo. (per chi avesse tempo consiglio di arrivare fino alla terza parte)

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          Renato Andreoli 28 Febbraio 2014 at 10:41

          Caro Nikola, questo non è né flamenco né rock, né jazz: è il concerto di Aranjuez di Joaquin Rodrigo, musica classica, di cui potrai trovare sulla stessa Youtube un’infinità di altre interpretazioni.
          Ascolta per esempio quella di John Williams

          o quella di Pepe Romero

          e vedrai che non sono per nulla inferiori sia la passione, sia la sapienza.

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            nikola 28 Febbraio 2014 at 11:05

            lo so benissimo che non è nè flamenco nè jazz, nè tantomeno la mia è una gara a chi la suona meglio. se posso permettermi un parere personale io continuo a preferire la performance di De Lucia, e oserei dire che il suo approccio con lo strumento, in apparenza più freddo e distaccato, e me sembra più profondo e nobile.

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              Renato Andreoli 28 Febbraio 2014 at 12:20

              E’ un parere legittimo e anche condivisibile. Io intendevo dire che quello che rende magico questo concerto è la musica di Rodrigo più che l’interpretazione di uno o dell’altro chitarrista.
              Il Paco De Lucia che suona Rodrigo o De Falla o Albeniz mi va benissimo, come mi va bene il Pavarotti che canta la Bohème; è il resto che non mi interessa, e purtroppo il resto è la parte preponderante.

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                nikola 28 Febbraio 2014 at 12:43

                visto che siamo in tema di pareri personali io posso solo aggiungere che se a quel tempo avessi ascoltato le versioni del concerto che lei mi ha proposto probabilmente non ne sarei rimasto colpito (e non si può dire che la mia preferita sia la più ‘commerciale’, semmai il contrario), invece ringrazio il ‘da poco scomparso’ de Lucia se da quel giorno continuo a riascoltarlo con rinnovato entusiasmo. per questo e non solo per questo (si pensi alla diffusione mondiale del flamenco spagnolo da lui patrocinata) reputo la sua morte una grande perdita per la musica, senza distinzioni di genere.

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                  Renato Andreoli 28 Febbraio 2014 at 12:51

                  Va bene, Nikola, ma per favore non diamoci del lei.

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    The dark side of the moon 27 Febbraio 2014 at 21:50

    Martin, hai fatto centro!
    Bello l’accostamento di questi due grandi geni.
    Mia moglie è una insegnante di danza e conosce tutto di Nureyev, sa chi è stato Bobby Fischer…puoi immaginarti l’effetto che ha avuto quando gli ho fatto vedere questo articolo :o
    A questo punto ti chiedo se sai se esiste una versione in italiano del libro citato.
    mi piacerebbe tanto leggerlo ma ho paura di perdermi qualcosa dalla mia traduzione dall’ inglese 😐

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      The dark side of the moon 28 Febbraio 2014 at 15:24

      Avrei poi una curiosità personale.
      Tu dici parlando di libri: “Ne ho letti tanti, ne ho riletti alcuni, mi sono innamorato di pochi e con pochissimi di questi ho sognato veramente… ”
      Potresti elencarne alcuni (anche non scacchistici)?
      Grazie.

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        Zenone 28 Febbraio 2014 at 22:41

        Bella quest’ultima sfida. Voglio partecipare. Per i contemporanei: “Pastorale Americana”, per i classici “L’uomo che ride”. Coì, per dirne due! Ora voglio sapere quelli di Martin (e, naturalmente, degli altri).

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          Alfredo 1 Marzo 2014 at 09:04

          ” Una solitudine troppo rumorosa ” di Hrabal
          ” Libera nos a malo” di Luigi Meneghello ( ma questa è per me una citazione obbligatoria).
          ” Danubio ” di Claudio Magris .
          Tutto Kafka , tutto Pessoa , tutto Saramarago .

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            nikola 1 Marzo 2014 at 09:27

            sarà un caso, alfredo, ma abbiamo gli stessi gusti letterari. io aggiungo anche un: – tutto Dostoevskij, e mi fermo perchè potrei continuare per un bel po’.

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        Martin Eden 1 Marzo 2014 at 10:08

        Idea davvero eccellente Dark side! Ma vorrei lasciar prima voi, amici miei carissimi, a riempire pagine e pagine di commenti coi vostri libri preferiti… i miei possono aspettare ancora un momento 😉

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          nikola 1 Marzo 2014 at 10:11

          eh no, così è facile, se ti metti alla fine poi ci copi ;)

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            Alfredo 1 Marzo 2014 at 10:25

            caro Nikola
            sarà o un caso o forse no!
            esistono le affinità elettive .
            poi nel mio caso aggiungere anch’io ” L’orlando Furioso” .
            e i lirici greci .
            ho avuto la fortuna di avere al liceo una professoressa di latino e greco a dir poco straordinaria ❗

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            Martin Eden 1 Marzo 2014 at 10:26

            Be’, se la metti in questi termini…

            inizierei ovviamente dal capolavoro di Jack London a cui il mio nick rende modesto omaggio… poi il libro per eccellenza: Moby Dick!
            E, in ordine sparso, Pierre et Jean di Guy de Maupassant, Une vie

            Sans famille
            di Hector Malot, L’Île mystérieuse di Jules Verne per rimanere ancora ragazzo…

            Cañas y barro
            e La barraca del mio adorato Blasco Ibáñez… La casa de los espíritus per venire a qualcosa di più recente… Pasolini, Gramsci… ma non mi sento a mio agio a buttar giù questa lista, riduttiva e superficiale… anche se l’idea di scambiar consigli e suggerimenti con tutti voi è stupenda! Grazie a tutti!!

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              nikola 1 Marzo 2014 at 10:29

              sulla definizione di Moby Dick mi trovi pienamente d’accordo.

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                Alfredo 1 Marzo 2014 at 10:34

                eccola qui la mia professoressa
                Giuliana Boirivant , nel suo quarto d’ora di notorietà televisiva
                la ringrazierò sempre

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                Zenone 1 Marzo 2014 at 11:03

                Giusto Martin, Moby Dick, profetico e decisivo. E’ un manuale di consultazione, ma anche “L’uomo che ride” di Hugo ha molti punti in comune: la definizione dei caratteri degli uomini, il mare e le sue battaglie ecc.
                Dai, continua: dicci…dicci… 😛

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    Ricardo Soares 1 Marzo 2014 at 07:22

    Bravo Martin!

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    INSALA' 1 Marzo 2014 at 11:03

    …tutto Bukowski (grazie di cuore caro “Hank”;), tutto Pasolini ( il Maestro), tutto Bobby Fischer (tra i più grandi intellettuali del ‘900). E, poi, sul comodino, la mia Bibbia, OTRA VEZ del grande Ernesto…per non dimenticare.

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      Zenone 1 Marzo 2014 at 11:06

      Sì, anche sul mio. Ma quella è come alcune montagne del “Tour”: “Hors categorie”

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        Martin Eden 1 Marzo 2014 at 11:10

        Già… visto?!? la memoria vacilla, facile -almeno per me- dimenticarsi di monumenti immortali, che testa! 😉

        E “Senza perdere la tenerezza” di Paco Ignacio Taibo II l’avete letto? Tra le tante biografie del Furibondo Ernesto mi pare una delle più emozionanti…

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          Alfredo 1 Marzo 2014 at 11:29

          per quanto riguarda la poesia è molto bella la rubrica domenicale che Walter Siti tiene su La Repubblica
          Tra i tanti libri sul Che quello di Paco Ignacio Taibo è uno dei piu’ belli anche se io ricordo con piacere anche il libro di uno psicanalista argentino , molto profondo a mio parere .
          ma caro Martin non si puo’ citare cosi’ il Che in un sito che vede tra gli affezionati due tipi che si fanno chiamare Mongo e Fuser e che il Che lo hanno ( letteralmente) tatuato!
          E’ una pugnalata al cuore .
          Comunque penso che Pasolini ( il piu’ grande intellettuale del nostro 900 e che andrebbe insegnato al posto del Manzoni dei Promessi sposi ) sia stato come poeta grandissimo , come ” romanziere” un po’ meno .
          ma sono quiquilie .
          vado spesso a Casarsa a rendergli omaggio . Giace vicino alla sua amatissima madre .
          Comunque il Simenon romanziere , quello che non scrive i Maigret ( peraltro bellissimi) , a mio parere è un autore maiuscolo .

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      Mongo 1 Marzo 2014 at 15:04

      Otra vez nella versione italiana vale poco, perché letteralmente tradotto con i piedi.
      Esempio: il Che amava farsi con l’erba – in realtà l’erba in questione non è la cannabis, ma il mate (una specie di tea argentino); il Che odiava i partiti (party) – in realtà il Che, che non sapeva assolutamente ballare e che era stonato come una campana non amava le feste (party).
      La casa editrice di Minà ha cappellato alla grande dando da tradurre questo libro ad una persona che manco sapeva chi fosse il Che.
      Meglio la versione originale o quella inglese.

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        INSALA' 1 Marzo 2014 at 15:16

        …concordo!

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    Zenone 1 Marzo 2014 at 11:10

    Martin…un attimo…un attimo. C’è anche Calvino, tutto, ma anche “L’Isola di Arturo” – ancora mare -, mannaggia, ora cosa scelgo…a non dimenticate le poesie di Kavafis…va bene, mi arrendo. Ha ragione Martin Eden, non si può fare l’elenco…

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      Martin Eden 1 Marzo 2014 at 11:13

      La ragazza di Bube? Il giardino dei Finzi Contini??

      …vi scongiuro: staccatemi la spina! 😉

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        Zenone 1 Marzo 2014 at 11:16

        Abbiamo innescato una catastrofe mnemonica 😛

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    Alfredo 1 Marzo 2014 at 11:36

    e , ne abbiamo già parlato :
    ” Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino.
    ” La cripta dei cappuccini” di Joseph Roth .
    “i canti orfici” di Dino Campana
    e personalissimamente ” Le particelle elementari ” di Michel Houllebecq .
    ma anche il Philip Roth non è male , direi

  14. avatar
    nikola 1 Marzo 2014 at 11:46

    visto che finora ho copiato ecco i miei spunti (non parlo di lista perché sarebbe infinita):
    Auto da fè di Elias Canetti (un capolavoro poco noto ma che consiglio a tutti)
    Il maestro e Margherita di Bulgakov (come si fa a non citarlo)
    Viaggio al termine della notte di Celine
    e ovviamente tutto Primo Levi.
    e ahimé, mi fermo qui

  15. avatar
    Alfredo 1 Marzo 2014 at 12:13

    auto dafè , grandissimo
    con il nanetto Fischer-Le che vagheggia di diventare il campione del mondo di scacchi .
    e in effetti Celine ero sul punto di citarlo io .
    due scrittori italiani a me molto cari sono Morselli e Landolfi .

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      Martin Eden 1 Marzo 2014 at 17:03

      Di Canetti io ho trovato affascinante anche La lingua salvata

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        nikola 1 Marzo 2014 at 20:41

        di Canetti credo sia affascinante tutto. mi sembra addirittura che il libro preferito di De Andrè fosse ‘la provincia dell’uomo’.

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    The dark side of the moon 1 Marzo 2014 at 12:35

    Mi associo ai vari Pasolini (Ragazzi di vita, Una vita violenta etc…;), tutto Gramsci (Piove, governo ladro! etc..), Paco Ignacio Taibo II (Niente lieto fine, Ombre nell’ombra et…;), Calvino (Se una notte d’inverno un viaggiatore etc..), Hugo (Notre dame de Paris, I miserabili etc..), Dostoevsij (Il sosia, Le notti bianche etc…;)
    Poi però aggiungerne qualcun’altro visto che nessuno li ha ancora citati: Garcia Marquez col capolavoro assoluto (Cent’anni di solitudine), tutto Zola, il mio primo amore letterario (Germinale, Il ventre di Parigi, L’avvelenatorio, Nanà e tutto il ciclo dei “Rougon-Mcquart”;), Gunter Grass (Il tamburo di latta), Isabel Allende (Paula), Jorge Amado (Donna Flor e i suoi due amanti), Antonio Tabucchi (Sostiene Pereira).
    Fermatemi ❗ ❗ ❗

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      Mongo 1 Marzo 2014 at 14:50

      I miei preferito sono:
      – Pensiero e politica dell’utopia di Roberto Massari (un’autentica ‘bibbia’ sul Che)
      – Le opere di Ernesto Che Guevara
      – Tutto Simenon
      – Tutto Jack London
      – Il club degli incorreggibili ottimisti di J. Michel Guenassia (new entry. E’ un bel mattoncino che consiglio a tutti: assolutamente da leggere)
      – Tutto Trotsky
      – Tutto Sartre
      – Tutto Bronstejn (il mio stregone scacchistico)
      – Il Messia armato di Pierfranco Zarcone
      – Spong
      – La trilogia di storia di Camera-Fabietti
      – Il paradiso è come un cavallo bianco che non suda mai di Adriano Celentano (solo perché è il primo libro che ho letto e come il primo amore, non si scorda più).

  17. avatar
    Giuseppe Ragunì 1 Marzo 2014 at 21:15

    Ne aggiungo qualcuno:
    La montagna incantata e i Buddenbrook di Mann
    Il ponte sulla Drina di Andric
    ….
    Un pò più “leggeri”: Il gattopardo (Tommasi di Lampedusa), Il nome della Rosa (Eco), Madame Bovary (Flaubert), Le novelle di Poe, Le menzogne della notte (Bufalino), … aimè quanti non ne stiamo menzionando… questo è un gioco in cui si perde sempre!!

    Forse potrebbe aiutarci Giangi: lui ne ha letti davvero parecchi. So che metterebbe al primo posto “cuore di tenebra” (Conrad) che non ho ancora letto. Quando l’ha saputo, m’ha guardato incredulo: “… non è possibile…” ha sussurrato con occhi spalancati.

    Basta una vita per leggere tutti i libri che meritano esser letti? E i film? E tutte le partite di scacchi interessanti? (questo, poi, è davvero impossibile!).

    Pensaci tu, Martin, facci sognare che è possibile…

  18. avatar
    Giuseppe Ragunì 1 Marzo 2014 at 21:19

    Dimenticavo: Giangi mi ha regalato uno dei libri più belli che ho mai letto: Il giorno del giudizio di Satta

    • avatar
      Zenone 2 Marzo 2014 at 07:46

      Sì, lo so, non c’entra niente ma mi è venuto in mente leggendo il titolo di Satta; visto che è una delle mie poesie preferite ve la propino:

      « Er giorno der giudizzio

      Quattro angioloni co le tromme in bocca
      Se metteranno uno pe’ cantone
      A ssonà: poi co ttanto de vocione
      Cominceranno a dì: “Fora a chi ttocca”

      Allora vierà su una filastrocca
      De schertri da la terra a ppecorone,
      Pe ripijà ffigura de perzone
      Come purcini attorno de la biocca.

      E sta biocca sarà Dio benedetto,
      Che ne farà du’ parte, bianca, e nera:
      Una pe annà in cantina, una sur tetto.

      All’urtimo uscirà ‘na sonajera
      D’angioli, e, come si ss’annassi a letto,
      Smorzeranno li lumi, e bona sera. »

  19. avatar
    alfredo 2 Marzo 2014 at 08:15

    Su il giorno del giudizio di Satta concordo .
    è uno dei capolavori ” nascosti della nostra letteratura”

  20. avatar
    INSALA' 2 Marzo 2014 at 16:11

    …è stata persa una grande occasione. Eppure il messaggio era fin troppo chiaro: mettere a nudo la propria ANIMA. Invece, c’è stato solo uno sfoggio di biblioteche, un mostrare i muscoli, una gara a chi la faceva più lunga, un OK IL PREZZO E’ GIUSTO de noantri. Verrebbe da chiedersi quanto è stato introiettato di cotanto sfoggio. Ma questa è un’altra storia. “La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto”…avevi ragione Hank!!!

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      nikola 2 Marzo 2014 at 18:08

      ‘è stata persa una grande occasione’?
      per quanto mi riguarda lo ‘sfoggio di biblioteche’ mi è servito ad appuntarmi qualche titolo e a conoscere qualche autore in più (oltre a conoscere un po’ di più alcuni dei frequentatori di questo sito: io penso che noi siamo anche quello che leggiamo).
      posso essere anch’io perplesso sulla reale portata di tutto ciò ma parimenti mi chiedo che cosa si sarebbe dovuto fare per ‘mettere a nudo la propria anima’.
      qui nessuno impedisce ad alcuno di indicare la strada che reputa più giusta da seguire, anzi (viceversa la critica fine a se stessa si commenta da sè).

      • avatar
        INSALA' 2 Marzo 2014 at 19:01

        …la prima gallina che canta ha fatto l’uovo? Chissà…

        • avatar
          nikola 2 Marzo 2014 at 19:59

          se si parla di galline arrivate prima io posso vantarmi di essermi posizionato dopo di te (o ‘lei’?) nell’aver ‘sfoggiato’ la mia biblioteca. vedo che altro dal mio commento non é stato colto quindi possiamo andare oltre.

  21. avatar
    Andrea Tamburrini 2 Marzo 2014 at 18:45

    Grazie per la poesia di Satta

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      Giuseppe Raguní 2 Marzo 2014 at 20:00

      Credo che sia di Trilussa, mi sbaglio?

      • avatar
        Zenone 2 Marzo 2014 at 20:55

        Chiedo scusa se ho creato confusione con il mio intervento a gamba tesa su “Il giorno del giudizio”. Il sonetto in romanesco è del Belli e l’ho inserito perché ha lo stesso titolo (in vernacolo) del romanzo di Satta citato da Ragunì. E’ solo una poesia che amo e che ho voluto condividere. :oops:

  22. avatar
    Martin Eden 10 Marzo 2014 at 22:24

    Ogni volta che mi scorrono davanti agli occhi le immagini di Rudolph con la bacchetta in mano, le uniche in cui forse i suoi occhi magnetici non brillano del suo sorriso unico e speciale, ecco, rivedo la stessa espressione delle ultime immagini di Tal…

  23. avatar
    Alfredo 13 Marzo 2014 at 00:14

    Emozionante e senza bisogno di commento questa recentissima immagine di un grande che rende omaggio alla memoria di un altro grande…

    Garry in omaggio a Bobby

  24. avatar
    Mongo 18 Marzo 2014 at 14:35

    Proprio ieri, il 17/03, Rudolf Nureyev avrebbe compiuto 78 anni!! Rudolf aveva un sogno, quello di danzare il Romeo e Giulietta composto proprio dall’eroe dell’Unione Sovietica: Sergej Sergeevič Prokof’ev.
    Eroe sovietico Prokof’ev? Beh, forse ho esagerato, ma i russi lo adorano perché fu proprio Prokof’ev a uccidere Stalin.
    La mattina del 5 marzo del 1953, subito dopo aver fatto colazione, Stalin chiese ai suoi agenti quale novità ci fossero e alla risposta: “A parte la morte avvenuta in mattinata di Prokof’ev, nulla da segnalare.”. A Stalin, che era un grandissimo fan di Prokof’ev, venne un colpo e poco dopo morì. Ecco perché i russi amano così tanto Prokof’ev.

  25. avatar
    INSALA' 18 Marzo 2014 at 15:23

    …Kasparov e Bobby. Apparentemente simili ma in realtà non paragonabili. Fischer è stato un grande FILOSOFO e TEORICO del nostro tempo. Si continua a porre in risalto l’ attività da scacchista che è, in realtà, marginale se confrontata alla grandezza intellettuale manifestatasi in tutta la sua magnificenza nella seconda parte della sua vita.Le straordinarie intuizioni politiche e sociali al limite del profetico (vedi il famoso OROLOGIO FISCHER) meritano attenzione profonda. ODIO l’AMERIKA, società nazista che ha distrutto simile mente. Per fortuna ci restano le sue partite ricche di segni cabalistici tutti da interpretare. Non era un malato mentale (non vi sono segni clinici in tal senso); cercava semplicemente nuovi pascoli.Come si suol dire…il tempo sarà galantuomo.

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