Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris

Scritto da:  | 6 Ottobre 2013 | 28 Commenti | Categoria: Attualità, Internazionale, Tornei

“Di ciò che posso essere io per me,
non solo non potete saper nulla voi,
ma nulla neppure io stesso.
Luigi Pirandello
Uno, nessuno e centomila (1925)

Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris 2Ed eccomi in un altro aeroporto. Uno dopo l’altro, tutti uguali ed ognuno con la sua personalità. Questa volta è lo Charles de Gaulle, a Parigi (o meglio Roissy). Non è il mio aeroporto preferito. Dispersivo, a volte impersonale, quasi monumentale. A Parigi preferisco il vecchio aeroporto di Orly, con il suo stile anni 70, i colori una volta vivaci e le linee arrotondate. Qui invece si respira una francese e ambiziosa modernità.

Eppure non ho avuto scelta. Ho dovuto abbandonare in fretta la deliziosa Chapelle de la Villedieu, prima della premiazione del FIDE Grand Prix, perché mia moglie mi ha “convocato” urgentemente a casa per un chiarimento sui miei passati pallavolistici (puntini, puntini…).

Sospiro pensando a quello che mi aspetta e mi guardo attorno alla ricerca di un regalo, un pensiero che possa aiutarmi a sciogliere la tensione che troverò a casa, ma non vedo nulla di meritevole. Una volta negli aeroporti potevi trovare qualcosa di, in qualche modo, esclusivo del posto. Che so, ambra a Riga o Vilnius, cioccolato a Zurigo o Bruxelles, liquori locali. Adesso invece è sempre la stessa paccottiglia o le offerte delle grandi marche che trovi ovunque. Ecco, forse del paté de foie gras, ma… no, portare della roba di oca grassa a mia moglie, proprio stasera, non mi sembra una buona idea.

Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris 3

Mi guardo attorno oziosamente in attesa del mio imbarco e, tra gruppi di turisti sciamanti e uomini d’affari trafelati, vedo un profilo che conosco bene: è lui, Caruana! Ma non dovrebbe essere a Versailles alla premiazione? Certo, il torneo non è finito come sperava, ma non essere presente alla premiazione di un torneo che comunque ha vinto, suvvia…

Da buon ficcanaso, guardo la destinazione del volo di Caruana e capisco: Bucarest. Incredibile come il nostro possa giocare tornei con una tale continuità. Sicuramente la necessità di trasferimento rapido sarà stata considerata come una valida scusa, anche se non vedo attorno Ponomariov e Wang Hao, anch’essi attesi domani a Bucarest. Manca ancora qualche minuto all’imbarco del volo e decido di tentare uno scoop: un’intervista “a caldo” dopo la fine del torneo. Nessuno ha avuto questa occasione e i lettori di SoloScacchi avranno una vera e propria chicca.

Mi siedo accanto al Grande Maestro e lo saluto cordialmente: ci siamo incrociati più volte durante il torneo e bene o male abbiamo stabilito un contatto abbastanza informale.

“Ciao Fabiano! Sempre in viaggio, eh?”

“Ciao delpraub” mi risponde lui con un atteggiamento abbastanza dimesso, quasi triste.

“Complimenti per la vittoria nel torneo, well done!”, faccio io, mettendoci un po’ di inglese tanto per farlo sciogliere, se mai preferisse parlare nella sua madrelingua.

“Thank you, ma, certo, non una vittoria completa”. Mamma mia, che atteggiamento fatalista, quasi distante.

“Già, peccato per quella fingerfehler con Nakamura…” butto là, sperando di carpirgli qualcosa che spieghi l’orrenda 14. … hxg6.

E lui: “Una vera e propria mossa da fagiano, eh?” mi fa con uno sguardo strano e un po’ obliquo.

Guardo meglio la targhetta sul suo bagaglio a mano e, improvvisamente, si accende una luce: non sto parlando con Fabiano Caruana, ma con il suo fantomatico fratello gemello Fagiano Caruana!!

Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris 1Rimango un attimo disorientato e lui capisce che ho capito.

“Già, Fabiano non gioca volentieri di Domenica e quella disgraziata partita è toccata a me.”

Mi si affollano nel cervello milioni di domande, ma il tempo è troppo poco per anche solo una piccola parte. Benedetto Zeitnot!

“Ma, scusa, come fate a scambiarvi di posto? Nessuno nota la differenza?”

“No, lo facciamo da anni. Siamo talmente uguali che è impossibile che qualcuno se ne accorga, meno che mai gli arbitri.”

“Ma tu sai quindi giocare a scacchi allo stesso livello di Fabiano?”

“Non proprio. Abbiamo cominciato insieme e siamo cresciuti, scacchisticamente parlando, in simbiosi, ma Fabiano ha quel quid in più che a me manca. Di base, lui è più motivato e caratterialmente forte, mentre io sono più soggetto a sviste e a dimenticare la preparazione teorica. Diciamo che io perdo almeno quanto Fabiano vince.”

Mi fermo un attimo a organizzare queste informazioni, poi gli faccio: “E, quindi oggi…”

“Esatto, delpraub, anche oggi ho giocato io. Fabiano aveva una delle sue giornate di scarsa vena e quindi mi sono presentato io di fronte a Lenier. Dopo averci perso ad Atene, avrei evitato volentieri, ma, come ti dicevo, Fabiano ha una personalità molto forte.”

Ho improvvisamente un moto di simpatia per Fagiano, che si sta aprendo a una confessione che di sicuro non ha fatto a nessun altro. Lui continua:

“Adesso gli tocca anche stare alla premiazione, perché io non me la sono sentita. Preferisco sostituirlo Domenica al Torneo dei Re -lo dice con un sorriso sardonico- piuttosto che stare in mezzo agli altri e dover spiegare perché mai Caruana non ha provato in tutti i modi a vincere una partita che avrebbe potuto cambiare la sua carriera scacchistica. Mi dispiace che lo debba fare Fabiano, ma sono sicuro che se la stia cavando molto meglio di come avrei fatto io.”

Attonito, rimango in silenzio di fronte a questo impeto di sincerità. Stanno chiamando il suo volo, per cui ho solo il tempo per un’ultima domanda.

“Ma tu, Fagiano, sei contento di questa vita nell’ombra? E’ davvero quello che ti piace fare?”

Fagiano si alza, si mette sulle spalle lo zaino con il prezioso computer portatile e si gira con una studiata lentezza.

“No, not really. All’inizio era anche divertente: girare il mondo, stare con mio fratello, godere dei suoi, anzi, dei nostri successi. Ma adesso comincia a essere pesante. In realtà, io vorrei aprire un chiosco di grattachecca a Brooklyn. Mi ci vedo bene a trattare con i turisti, spiegargli cosa è una grattachecca, insegnargli la pronuncia corretta, elencare i mille aromi con cui posso prepararla…”

Per un attimo gli si apre lo sguardo e sorride, con quel classico sorriso timido dei Caruana. Ma solo per un attimo. Poi continua:

“But not today. No, adesso abbiamo un altro torneo, poi un altro ancora. Pensa che a uno dei prossimi tornei sono stato invitato proprio io, non Fabiano. E non so come dirglielo…”

Fagiano invitato a un torneo al posto di Fabiano? Non ci posso credere…

Mentre si incammina nel finger gli chiedo: “Ma, scusa, di quale torneo parli?”

“Next Candidates!” mi dice prima di andare via, ma non sono sicuro di aver capito bene.

Il prossimo torneo dei candidati per il quale, proprio oggi è ufficiale, non si è qualificato?

Sono abbastanza frastornato da questi ultimi minuti di conversazione e non so bene come riordinare i pensieri. Fabiano, Fagiano… ma com’è possibile? Due persone così simili e così diverse.

Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris 4

Mi avvicino alle ampie vetrate e guardo fuori l’aereo che porterà Fagiano a Bucarest. Vedo vicino a me, dall’altra parte del vetro, un amico: Bagadais XXIV. Da buon reporter pennuto, sa comunicare anche senza parlare.

“Ciao Baga. Che ci fai qui?”

“Ciao delpraub. Ma non mi chiamare Baga, per favore, sai che ci tengo al mio nome completo. Sto tornando da Versailles per il mio reportage a Marramaquís.”

“Non ci crederai, amico, ho appena incontrato Caruana diretto a Bucarest e…”

“Davvero? Ecco perché non si è presentato alla premiazione finale! Che tipo, però. Prima patta in 19 mosse la partita della vita e poi non si presenta alla premiazione!”

Rimango di nuovo perplesso di fronte a questa ulteriore notizia. L’aereo di Fagiano (o Fabiano?) si stacca dal finger e si avvia verso la pista di decollo. Bagadais XXIV mi saluta frettolosamente e vola via anche lui, verso l’Italia.

Rimango da solo. Solo, con molti, troppi pensieri. Ho parlato con Fagiano che stava andando alla sua ennesima rappresentazione di Fabiano o con Fabiano che è fuggito via spacciandosi per Fagiano? E poi, cosa ne sappiamo veramente di Fagiano e del suo sogno di aprire un chiosco di grattachecca?

Forse è vero che gli scacchi sono la metafora della vita.

Tutto è lì, visibile a tutti, ma non tutti ci vedono la stessa cosa.

Chiamano il mio volo, mi avvio verso il gate, quando vedo un foglio ripiegato sulla poltrona dove stava seduto Fagiano. Lo prendo e leggo l’intestazione sotto il logo della FIDE “Dear Mr. Fagiano Caruana” e l’oggetto “Invitation to the next Candid 8 Tournament”.

Candidates, Candid eight… Ecco di cosa parlava Fagiano!

Adesso ho solo il tempo di mandare questo pezzo in redazione con il mio smartòfono.

Poi, durante il volo, cercherò di capire di più su questo torneo.

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Nota dell’Autore

L’autore avvisa e precisa che, durante il trasferimento dell’articolo tramite uaifai, il titolo della storia che avete appena letto si è inspiegabilmente modificato. Il titolo originario era: “Fanta-intervista a uno dei tre vincitori del Grand Prix di Paris”. Infatti il racconto è di pura fantasia (questa sì, “esclusiva”;) e, anche se fa riferimento a luoghi, fatti e persone reali, inserisce elementi e personaggi fittizi, completamente inventati al solo scopo di far sorridere il lettore.

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Riferimenti alle immagini (in ordine di impaginazione):

  1. René Magritte – The Pilgrim (1966)
  2. Bernard Cathelain, Dominique Parent, Olivier Mas – Hall F at Charles de Gaulle Airport
  3. Elke Rehder – One of six woodcuts to the chess story “The Royal Game” by Stefan Zweig (1941)
  4. Bernard Cathelain, Dominique Parent, Olivier Mas – Concourse at Charles de Gaulle Airport

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avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


28 Commenti a Intervista esclusiva a uno dei vincitori del FIDE Grand Prix di Paris

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    Roberto Messa 7 Ottobre 2013 at 13:55

    Finalmente riuscirò a mettere insieme un titolo un po’ diverso per il prossimo numero della rivista:
    FAB FAG PRIMI EX-AEQUO A PARIGI
    o suona meglio
    FAG FAB?

  2. avatar
    Marramaquis 7 Ottobre 2013 at 19:05

    Suonano bene ambedue, Roberto.
    Piuttosto, dopo aver sorriso e scherzato insieme al nostro delpraub, “suona” strano che nessun lettore sia intervenuto sulle “mosse” di Caruana, col quale la stampa specializzata internazionale non è stata in questa occasione per niente tenera.
    Fabiano avrebbe dichiarato più o meno questo, dopo il suo discusso pareggio col cubano: “…non mi sarei mai potuto perdonare di aver troppo rischiato e perduto contro Leinier, nel caso anche Gelfand fosse poi incappato in una sconfitta contro Ponomariov”.
    Una decisione rispettabilissima, quella di Caruana, intendiamoci.
    Ma i lettori di SoloScacchi cosa ne pensano? Quale scelta avrebbe fatto uno di noi/voi al posto di Fabiano? E Carlsen avrebbe fatto la medesima scelta?
    (Ricordo che battendo Dominguez all’ultimo turno Caruana avrebbe potuto scavalcare Mamedyarov nella classifica finale del Grand Prix e così qualificarsi al suo posto fra i Candidati al titolo mondiale. Che Ponomariov, ormai fuori da tutti i giochi, potesse vincere con Gelfand all’ultimo turno, era infatti assai poco pronosticabile).

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      delpraub 7 Ottobre 2013 at 19:34

      Al di là delle mie facezie, c’è in effetti da chiedersi se Caruana è veramente così interessato a far parte dei Candidati in questo ciclo. Qualcuno ha interpretato la sua decisione come una sorta di messaggio (negativo) a chi dovrà decidere a chi assegnare la wildcard. Al netto di sempre possibili favoritismi da campanilismo (o sponsorship) la scelta tra Nakamura e Caruana (per non voler considerare Grischuk e Gelfand) sembrerebbe essere tra un giocatore motivato e sempre in grado di mettere il 100% di se stesso in un torneo ed uno che esita e calcola troppo. Non voglio dare troppo addosso a Caruana, ma chi non avrebbe provato a giocare le sue carte fino in fondo? In fin dei conti l’alternativa alla ripetizione di mosse non era una posizione persa, ma una solo leggermente inferiore e del tutto giocabile. C’è stato anche un altro aspetto di un certo interesse nell’ultimo turno del torneo: se Grischuk avesse perso con Bacrot, quest’ultimo sarebbe arrivato primo a pari merito con Caruana e Gelfand. La conseguenza pratica sarebbe stata che Grischuk sarebbe arrivato terzo nel Gran Prix (con annesso maggior premio in denaro e primogenitura in caso di rinuncia di Topalov o Mamedyarov). Sono sicuro che Grischuk lo sapeva, ma ha fatto comunque di tutto per non perdere. Bravo.

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        Mr Fly 7 Ottobre 2013 at 20:12

        “C’è stato anche un altro aspetto di un certo interesse nell’ultimo turno del torneo: se Grischuk avesse perso con Bacrot, quest’ultimo arebbe arrivato primo a pari merito con Caruana e Gelfand. La conseguenza pratica sarebbe stata che Grischuk sarebbe arrivato terzo nel Gran Prix (con annesso maggior premio in denaro e primogenitura in caso di rinuncia di Topalov o Mamedyarov). Sono sicuro che Grischuk lo sapeva, ma ha fatto comunque di tutto per non perdere. Bravo.”

        Accidenti!
        Fammi capire bene: se Grishuk avesse perso anzichè cercare di pattare o vincere sarebbe arrivato lui terzo nella classifica finale del Gran Prix?
        Hai controllato bene i numeri?
        Se è così, e considerando che nel caso sono pure io convinto che lo sapeva, tanto di cappello a Grishuk.
        Mentre Caruana ne esce male che più male non si può…

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          delpraub 7 Ottobre 2013 at 20:31

          Ho rifatto i conti e in effetti perdendo Grischuk sarebbe arrivato quarto (e non terzo) anziché quinto nel Grand Prix. Scusate.
          Comunque dietro Caruana (terzo), ma davanti a Gelfand.
          Niente posizione da “prima riserva” ma solo 10.000 dollari in più dal monte premi generale del Grand Prix e 3.000 dollari in meno dal montepremi del torneo.
          Singolare situazione in ogni caso: ottenere un premio maggiore perdendo…

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        Marramaquis 7 Ottobre 2013 at 20:16

        Grazie di averci sottolineato questo particolare, che forse a qualcuno era sfuggito. Pertanto potremmo anche premiare la sportività, e assegnare a Grischuk la wild card!

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      Uova e Bacone 8 Ottobre 2013 at 07:06

      Quanti anni sono ormai che Fabiano è in Italia? Più di Schumacher?? Hanno mai ingranato? Si sono mai integrati?? Entrambi vincenti ma freddi e calcolatori… sarà mica per questo che non entusiasmano?

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    Enrico Cecchelli 7 Ottobre 2013 at 19:19

    Carissimo Marramaquis per quel che puo’ valere io che non sono nessuno in una situazione simile avrei sicuramente rischiato qualcosina in piu’. In effetti Pono non aveva piu nulla da chiedere al suo torneo ed era prevedibilissima una divisione del punto.

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    Renato Andreoli 7 Ottobre 2013 at 20:34

    Io sto con Caruana e difendo la sua decisione.
    Accettando la patta, Fabiano aveva una possibilità su tre (33,3 %) di sopravanzare Gelfand, mentre, se entrambe le partite fossero continuate, i casi favorevoli sarebbero stati soltanto due su nove (22,2 %). E non si trattava di giocare niente contro tutto; si trattava di giocarsi il terzo posto nel Gran Prix, il primo posto nel torneo, l’Elo che si avvicina a 2800 ecc.
    Col senno di poi è facile parlare.
    Col senno di poi – non vorrei dire una sciocchezza – a Caruana sarebbe convenuto perdere invece di pareggiare le partite contro Kasimzhanov, Ponomariov e Svidler a Tashkent, torneo scartato da nostro giocatore. In questo modo avrebbe consentito ai suoi tre avversari di raggiungere o superare in classifica Mamedyarov, portandogli via in tal modo quel gruzzoletto di punti sufficienti a Fabiano per scavalcarlo nella classifica generale e qualificarsi come secondo.
    Inoltre, Caruana è un professionista, e per un professionista nessuna partita è la partita della vita. Domani (oggi) c’è un altro torneo, un’altra partita…
    Al grande torneo di Milano 1975, Portisch doveva vincere assolutamente la sesta e ultima partita di finale contro Karpov che conduceva di un punto. Portisch fece patta in 21 mosse, quando era stato cambiato in tutto un pezzo per parte.
    Possiamo criticare finché vogliamo, ma metterci nei panni di Caruana è un esercizio che ci è lecito solo fino ad un certo punto.
    E poi, se io fossi Caruana, chi starebbe scrivendo questo post?!

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      Renato Andreoli 7 Ottobre 2013 at 21:18

      Mi correggo, la percentuale 22,2 è sbagliata. E’ sempre il 33,3 % (3 su 9), quindi la stessa probabilità, sia pattando che continuando a giocare.

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        delpraub 7 Ottobre 2013 at 22:56

        Beh, Renato, l’ipotesi “continuare a giocare” è un’ipotesi aperta, mentre “accettare la patta” stabilisce un fatto. Non si possono paragonare.

        In effetti “continuare a giocare” significa mantenere le probabilità all’inizio della partita, con un numero di combinazioni ben superiore alle 9, perchè sia Bacrot che Nakamura avevano qualche matematica possibilità di vincere il torneo (per la precisione le combinazioni possibili di risultati erano 81, con 22 di esse favorevoli a Caruana, poco più del 27%).

        Accettando la patta, le combinazioni si sono ridotte a 27, si cui solo 4 favorevoli a Caruana, quasi il 15%.

        Il punto è che, continuando a giocare, Caruana avrebbe cercato di realizzare l’evento “vincere la partita”, che avrebbe portato le sue probabilità di qualificazione al Torneo dei Candidati a 22 su 27 casi, ovvero a qualcosa più dell’81%.

        Non è stato quindi un puro calcolo statistico a suggerire a Caruana di accettara la patta per ripetizione, ma altro.

        Possiamo poi discettare su cosa avrebbe potuto fare a Tashkent, ma la differenza è che qui si era all’ultimo turno dell’ultimo torneo, con la massima visibilità possibile delle conseguenze dei risultati. E anche con la possibilità di poter influenzare gli esiti finali con le proprie decisioni.
        Caruana ha preferito non rischiare qualche punto ELO e qualche migliaio di dollari, tutto qui. Assolutamente legittimo, ma anche di poca soddisfazione per i suoi estimatori.

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          delpraub 7 Ottobre 2013 at 23:10

          Una precisazione: per “favorevoli” intendo le combinazioni di risultati che avrebbero fatto vincere a Caruana il torneo da solo (e quindi qualificarsi per il Torneo dei Candidati).

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    Enrico Cecchelli 7 Ottobre 2013 at 21:14

    Tutto giusto ma qui non era in ballo un torneo e solo i soldi ma rientrare nel ciclo del campionato del mondo e non e’ che ricapiti proprio domani….tutti gli esempi citati sono per la supremazia in un torneo. Certo …. Se Caruana non ha / non ha ancora ambizioni mondiali allora tutto giusto….professionista, elo, domani c’e una altro torneo ecc ecc. Ma se si viole puntare in alto non si puo’ soltanto puntare sulla matematica. Alcune occasioni non si ripetono cosi’ sovente e la psicologia e’ importante( alcuni campioni c’e lo hanno insegnato ) era ovvio che ponomariov col torneo che ha fatto ( guardare il tabellone) avrebbe quasi sicuramente pareggiato.sempre cordialmente ovviamente …

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      Renato Andreoli 7 Ottobre 2013 at 21:31

      Però, vedi, Enrico, il terzo posto nel gran prix, il primo nel torneo e soprattutto l’elo a 2800 possono costituire un’altra strada, meno diritta ma altrettanto praticabile, per conquistarsi un posto nel torneo dei candidati.

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        Ricardo Soares 7 Ottobre 2013 at 21:50

        No, io dubito su questo. La cautela excessiva di Fabiano nao facilita a scelta a seu favor.

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    Marramaquìs 7 Ottobre 2013 at 22:09

    Ma intanto, caro amico Soares, Caru tira dritto e oggi, imperturbabile, batte col Nero Nisipeanu, contro il quale non ha mai perso e, presumo, non perderà mai.

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    Mr Fly 8 Ottobre 2013 at 09:19

    “Uova e Bacone”
    > Quanti anni sono ormai che Fabiano è in Italia? Più di Schumacher?? Hanno mai ingranato? Si sono mai integrati?? Entrambi vincenti ma freddi e calcolatori… sarà mica per questo che non entusiasmano?

    Ieri pomeriggio mentre guardavo la diretta della partita di Caruana su chessbomb ho letto questa conversazione in chat (che ho deciso di copiare e salvarmi su un foglio word):

    Patzer88: Sempre divertente vedere italiani che tifano Caruana… lol
    Fablemn: è molto bravo (per me)… non solo perchè è italiano
    optimuswise: is there livecommentary?
    Fablemn: eppoi è nato a miami
    Fablemn: lol
    Patzer88: No, il punto è che NON è italiano!!!
    Fablemn: infatti
    Patzer88: non è italiano in nulla.. nè come persona nè come scacchista.
    Fablemn: ma la bandiera sul tavolo è quello
    Fablemn: quella*
    Patzer88: appunto
    Patzer88: per voi va bene quello
    Fablemn: voi chi?
    Patzer88: per voi italiani… offrissero la bandiera italiana a carlsen, sareste felici di tifare per lui…
    Fablemn: vabbè…
    Fablemn: non ti curar di loro ma guarda e passa…
    user11: blunders already
    armaghedon: sapete quanti italiani figli di immigrati si calcolano nel mondo?
    Patzer88: Ma infatti non è che mi freghi molto… Caruana poi come giocatore piace anche a me. Ma è triste che si faccia passare per italiano e che gli si faccia tifo solo perchè si porta il tricolore dietro, cosa per cui è ampiamente pagato.
    user11: as i said…
    armaghedon: stime al ribasso si calcolano circa 30 milioni !!!
    armaghedon: e di noi veneti almeno 4 milioni
    Patzer88: armagedon, fossero anche 300 milioni, caruana di italiano non ha proprio nulla! se sa dire “ciao” è già tanto… parlo meglio io di quanto tutta la sua famiglia ci sia mai riuscita
    Patzer88: ad ogni non sono quì per polemizzare… dico solo che fa sorridere vedere italiani che tifano caruana. speriamo in una bella e spettacolare partita.
    armaghedon: il punto non è cosa hai di italiano il punto è sentirsi italiano per storia dna e affinità con il nostro popolo
    Fablemn: fa anche sorridere leggere queste stupidaggini…
    Kynas: google: this page is italian. whould you want to translate it?
    Patzer88: immagino quanto si possa sentire italiano un ragazzo che ha preferito anche l’Ungheria al vostro paese…ma vabbè, quì sorridiamo tutti quindi va bene così. :)
    armaghedon: chissà perche ma l’italia piace a tanti….
    Fablemn: “anche l’ungheria”… chissà cosa significa?
    Patzer88: significa che oltre all’ungheria è vissuto anche in spagna… tutto tranne l’italia.. fate voi…
    danco777us: caruana sta deja ceva mai bine
    Fablemn: e in svizzera… dove vivo io da piemontese…e allora?
    Fablemn: con moglie della Romania…e allora?
    armaghedon: hei fab quanti italiani ci sono in svizzera
    Patzer88: e allora niente..ripeto che sto ragazzo di italiano non ha nulla. non conosce nè la lingua, nè la storia, nè il paese..nulla di nulla.. si porta quella bandiera gentilmente pagata dalla federazione.

    Spero che non sia per qualche motivo contro le regole postare quanto sopra (eventualmente si cancelli pure, non c’è problema).
    Io ho trovato interessante constatare che il buon Caruana non gode poi di troppe simpatie in Italia, checchè si cerchi ovviamente di far credere il contrario.

    L’episodio, poi, dell’ultimo turno di Parigi conferma che difficilmente diventerà un idolo amato dai tifosi.

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    Riccardo Musso 8 Ottobre 2013 at 10:59

    Divertente questo pezzo di delpraub! Fabiano e Fagiano Caruana 😆
    E ho notato anche che non c’è stata paura nel lanciare la frecciatina dell’ “Ottavo Candidato”, il Candid8 (sembra un mystery alla Agatha Christie)! 😎
    Comunque, a onor di cronaca Fabiano si è regolarmente presentato alla cerimonia di premiazione.

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      delpraub 8 Ottobre 2013 at 13:18

      Grazie, Riccardo.
      Vatti a fidare di quel piccione di Bagadais XXIV… 😆

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    Marramaquìs 8 Ottobre 2013 at 13:50

    La vicenda dell’ultimo turno di Parigi e questa originale invenzione di gemello Fagiano fanno riflettere sui personaggi che più seguiamo e sul perché a volte i grandi campioni non diventino idoli. E’ un fatto che nel cuore degli sportivi (o tifosi?) fanno facilmente breccia eroi estremi come Pantani e Maradona, o misteriosi come Bobby Fischer, assai meno campioni “normali” come Schumacher e Karpov.
    L’ottimo Caruana non sarà mai un mito, neppure se domani diventasse Campione del Mondo, a meno che un giorno non estragga il coniglio (o il fagiano) dal suo cilindro. Ma probabilmente non gli interessa. Oppure non esiste nessun fagiano e nessun cilindro. Altrimenti non sarebbe diventato quello che è, o appare, oggi.
    Resta un dubbio: anche Pantani e Maradona, Schumacher e Karpov erano (o sono) come ci sono apparsi (o appaiono) oppure a volte la realtà è stata (è) diversa dall’immagine? A fianco di ognuno di loro (e di noi!) c’era (c’è) un gemello Fagiano al quale sarebbe piaciuto vendere grattachecche e nient’altro?

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      Mongo 8 Ottobre 2013 at 14:11

      Se la nostra federazione obbligasse Caruana ad imparare un po’ di italiano (lingua, storia, geografia, usi e costumi), credo che Fabiano acquisterebbe più simpatie. Detto questo, stiamo parlando del numero 3, quasi 2, al mondo!!!! 😉

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      delpraub 8 Ottobre 2013 at 19:58

      Credo che molto abbia a che fare con l’istinto a immedesimarsi in qualcuno che sia visibilmente diverso e (fortunatamente di solito) migliore di una presunta media.
      Lo sportivo che vince senza picchi di spettacolarità viene spesso giudicato come un esecutore di un qualcosa di ripetitivo. Ammirato, forse, ma non amato.
      E questo perchè la profondità dell’esecuzione di un piano a lungo termine o l’accumulo di piccoli vantaggi grazie ad un lavoro paziente e certosino di allenamento scompare di fronte alla grandezza di una mossa o di un movimento inaspettato e, in quanto non immaginabile dalla persona media, “geniale”. Il tutto acompagnato dall’ammirazione per chi, grazie ad una grande fiducia nei propri mezzi, continua a cercare e sperimentare soluzioni efficaci e vincenti.

      E’ stato e sarà sempre così, anzi in qualche maniera è una delle molle della innovazione, della voglia di tentare qualcosa di diverso dalle noiose vie battute (ancorchè affidabili e nalla maggiornaza dei casi adeguate e di successo): la voglia di verificare quanto ognuno di noi sia “speciale”.

      Sulla esistenza degli alter ego (fagiani o no) non ci giurerei, ma voglio sperare che ci sia sempre una parte di noi che stimola l’altra (senza per questo avere bisogno di sdoppiamenti di personalità). Solo le tensioni (in questo caso interne) possono mantenere un organismo vivo e vitale.

      Certo, viene da chiedersi se ciò che di una persona si vede “da fuori” sia l’ego o l’alter ego (o uno dei suoi altri ego); e se ognuno di noi vede lo stesso ego di un altro.
      Beh, adesso però vi saluto, perché l’infermiera mi dice è l’ora della medicina 😉

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        Marramaquìs 8 Ottobre 2013 at 21:37

        Solo alle 20,00, delpraub? Non stai tanto male, eh? Purtroppo nel mio settore anche alle 20,30, poi 21,00 per finire con quel maledetto sciroppaccio amaro delle 21,45 che ci porta l’infermier Garullo … ehi è quasi ora …’ notte..

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    Marramaquìs 8 Ottobre 2013 at 14:36

    M’interesserebbe anche capire fino a che punto la presenza di un numero 1, 2 o 3 al mondo con bandiera italiana, ovvero di una nazionale vincente alle Olimpiadi, possa fare da traino al movimento qui in Italia.
    E poi, se anche ciò massicciamente avvenisse, capire se le strutture scacchistiche, nazionali e locali, sarebbero in grado di organizzarsi per assorbire sul territorio un’eventuale raddoppiarsi o triplicarsi della richiesta di scacchi, soprattutto giovanile.
    Se codesta richiesta dovesse sfociare unicamente in un maggior uso di computer e programmi, giudicherei (dal mio punto di vista) quasi del tutto inutili quei risultati e gli sforzi fatti per raggiungerli.

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    Roberto Messa 8 Ottobre 2013 at 18:39

    A me risulta che Fabiano Caruana ha ufficialmente la cittadinanza italiana (insieme a quella statunitense) fin dal giorno della sua nascita, per volere di sua mamma Santina (pure cittadina italiana) e di suo padre Lou Caruana, italo-americano (tutti e otto i bisnonni di Caruana erano italiani).
    Naturalmente dispiace che non si sia qualificato per il torneo dei candidati, ma cosa ne sappiamo dei retroscena della partita con Dominguez? Per esempio di come si sentiva Fabiano dopo aver perso senza giocare con Nakamura?
    Tutti i commentatori del mondo da due anni in qua elogiano la combattività di Fabiano, perché è il giocatore della top ten che non risparmia le energie, fa poche patte brevi ecc.
    Ci siamo già dimenticati che nel 2012 giocò più di 100 partite di torneo in 6 mesi, inclusi un paio di insidiosi open? Una cosa che nessun giocatore con Elo tra 2730 e 2770 si è mai sognato di fare.

    A molti non piace che la FSI investa soldi su Caruana, ma bisogna dire che senza il sostegno della Federaz. italiana forse Caruana non sarebbe diventato quel che è diventato, perché gli allenatori di alto livello costano molto e purtroppo in quella fase della sua crescita era necessario andarli a cercare in Ungheria o comunque fuori d’Italia.
    Va poi precisato che l’investimento annuo della FSI su Caruana non è gran cosa: per esempio credo che la FSI spenda ogni anno più o meno la stessa cifra per finanziare il Campionato italiano assoluto (mi riferisco alle finali di Roma quest’anno, di Torino, Perugia, Siena ecc. negli anni scorsi).
    Inclusi i capitani, i delegati e i gettoni di presenza per tutti, si è speso sicuramente di più per inviare le squadre maschili e femminili alle Olimpiadi di Istanbul nel 2012. Comunque non sono queste le voci più consistenti del bilancio federale, senza contare che l’investimento su Caruana è sicuramente ripagato da una maggior quota di contributi del Coni; il comitato olimpico premia i risultati.

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    Roberto Messa 10 Ottobre 2013 at 10:31

    Kasparov si candida alla presidenza della Fide. Già attivo il sito della sua campagna per le elezioni che si terranno a Tromso durante le olimpiadi scacchistiche del 2014:
    http://kasparov2014.com/

    P.S. c’entra poco con il Grand Prix Fide e Caruana ma è una notizia. Tra l’altro Kasparov non ha mai manifestato grande ammirazione per Fabiano; se ben ricordo dopo la vittoria del nostro al supertorneo di Zurigo Garry aveva commentato a denti stretti che sì, va beh, Fabiano era arrivato primo (con distacco davanti ad Anand, Kramnik e Gelfand) ma solo perché i suoi avversari avevano fatto più errori…

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    Tonnerres 12 Ottobre 2013 at 06:28

    Caruana ha conluso con 380 punti nella classifica finale del Gran Prix, non 365 come scritto nell’ultimo numero di MS Messaggero Scacchi (7 ottobre u.s.).
    http://it.wikipedia.org/wiki/FIDE_Grand_Prix_2012-2013

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    delpraub 6 Novembre 2013 at 08:43

    E così, alla fine, la wildcard per il Torneo dei Candidati dell’anno prossimo è andata a Svidler. Niente Fabiano (nè Fagiano) per questo ciclo.

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