Cronache marziane

Scritto da:  | 16 Novembre 2013 | 48 Commenti | Categoria: Attualità, Campionati, Internazionale

 

Cronache marziane 3

Eh, sì, ammettiamolo, di cronaca questo Blog non si è mai occupato troppo. Il nostro spazio e i nostri riferimenti e gli stessi prevalenti interessi dei nostri lettori affezionati si posizionano diversamente, ormai lo sapete. Si posizionano verso la storia del nostro gioco, verso i racconti, i personaggi noti e meno noti, la fantasia, le immagini, l’immaginario, la filosofia, le sensazioni, la ricerca, il divertimento. Non abbiamo mai sottratto troppo spazio e ribalta a chi di noi è assai più specializzato e del mestiere. Tuttavia a volte ci chiediamo, in specie nei momenti d’importantissime manifestazioni internazionali come quelle di questi ultimi giorni, se sia del tutto giusto che i nostri lettori siano rimandati ad aprire altre pagine quando vogliono tenersi informati sull’andamento di tali manifestazioni e sull’analisi di quei momenti fondamentali che vanno a scrivere pagine decisive negli annali dello scacchismo mondiale.

Perché, allora, non trovare qui un piccolo spazio di aggiornamento sull’attualità internazionale e nazionale? Certo, al di là delle scherzose battute con inviati europei ed olimpici immaginari (Bagadais) o veri (Mongo e Jas), questo rappresenterebbe un impegno gravoso per le nostre esigue casse ed energie (Martin Eden ne sa qualcosa!). Per non parlare del nostro prezioso tempo, che, come ci ha ricordato recentemente il presidente Pepe Mujica, vale molto ma molto più di ogni denaro.

Però ci stiamo pensando, e non è escluso che prossimamente, a costo di sacrificare qualche altro piccolo spazio, una giornata fissa alla settimana non possa essere dedicata all’attualità e soltanto all’attualità, attraverso una rubrica appositamente gestita e dedicata.

Vedremo come attrezzarci, ma intanto SoloScacchi ha aperto questa finestra di oggi anche per conoscere il parere di chi ci legge. Cosa si aspettano e cosa ne pensano i nostri lettori? Attualità o non attualità? O pochissima attualità, come è stato finora? Cambiare o restare noi stessi, con quelle caratteristiche che si sono man mano plasmate in questi quattro anni (e più) di vita e che ci hanno consentito di accaparrarci un piccolo ma significativo spazio di estimatori che ci seguono quasi quotidianamente? Ecco, dite la vostra, anche per aiutarci a decidere per il meglio.

Cronache marziane 1

Attualità, dunque, ma “a modo nostro”, e non può essere che così. Il titolo di quest’articolo volutamente riprende l’opera di un altro Maestro, scomparso lo scorso anno, il grande Ray Bradbury.

E si riferisce al personaggio del giorno, il “marziano” Magnus. Che si è portato sul 2 a 0 (o meglio, sul 4 a 2) a Chennai nella sfida mondiale contro il campione in carica Anand. Dopo questo fulmineo e da qualcuno inatteso 1-2 resta difficile credere che al buon Vishy restino soverchie speranze di capovolgere il punteggio, considerato che siamo già al giro di boa del match. E questo lo diciamo senza voler mettere il classico carro davanti ai buoi. Ma alcune considerazioni le possiamo già fare.

Prima del match qualcuno, non ricordo chi, scriveva, e i fatti stanno dimostrando che aveva ragione, come il gioco di Magnus Carlsen non fosse mai del tutto irreprensibile nella fase di apertura e medio-gioco, quasi lui volesse “concedere delle chances per avere delle chances”. Prendiamo, ad esempio di ciò, il decimo tratto della Slava di ieri, quinta partita, il tratto Dd3, un tratto assai raro. Quanti comuni mortali avrebbero optato per questa mossa poco naturale e che era perfino la “quarta scelta” di Houdini? Pochi, credo. Uno dei GM commentatori, l’indiano Parimarjan Negi, dopo questa mossa si chiedeva perplesso in diretta: “Può essere che Carlsen abbia perso di vista che deve fare punti interi per vincere?”. Più facile, evidentemente, spiegare i lati positivi del tratto “a bocce ferme”, come ha fatto Alejandro Ramirez su Chess News, evidenziando come tale mossa, pur strana, possa essere preparatoria a varie opzioni alternative per il conduttore dei Bianchi, quali quelle di sviluppare la Torre “a” in d1 oppure di arroccare lungo.

Dove invece il giocatore norvegese è davvero un marziano, tanto il suo gioco diventa qui inappuntabile quanto rapido, è il finale. Altri hanno fatto notare nei mesi scorsi come Carlsen non solo sia difficilmente battibile in un finale all’incirca pari o dalle equilibrate possibilità, ma come lui stesso in parecchie di queste casistiche rifiuti decisamente la patta, conscio di saper non perdonare eventuali piccoli passi falsi dei suoi avversari e, nello stesso tempo, di saper perfettamente agire per rafforzare, e rendere risolutivi, eventuali suoi minimi vantaggi. In conclusione Magnus è veramente uno che sa tirar fuori l’oro dalle pietre. E’ lui, il “marziano”, e ne è consapevole. Nella sesta partita, quella odierna, ha trovato l’oro quando ormai tutti i commentatori, intorno alla cinquantesima mossa, davano per patto il finale di torri che si era presentato. Ma indubbiamente oggi Vishy ha dato ad un certo punto l’impressione di un decisivo piccolo cedimento nervoso.

Cronache marziane 4Carlsen. Se non è lui un marziano, ci manca poco

Domani è giorno di riposo. Lunedì si riprende, ancora il bianco ad Anand. E non resta che augurarsi, per la salvezza dell’interesse sul match, che il buon Viswanathan si riprenda dalla duplice, terribile botta e sappia almeno una volta sfoderare i suoi antichi artigli, gli artigli della tigre di Madras.

Insomma, fino a questo momento i fatti dimostrano che la lista Elo non mente, che cento punti di vantaggio di Magnus su Vichy (stasera 2872 contro 2772) qualche spiegazione debbono trovarla sul serio. Ma aggiungerei un altro aspetto, che talvolta si tende a dimenticare o a sottovalutare: ci sono 21 anni di differenza tra i due, 23 contro 44, e questo ha un suo peso in una sfida che, pur appena di 12 partite, non è solo di tecnica ma anche di resistenza psicologica e fisica. E poi, più che in un lungo match, tale differenza può emergere più chiara, come sottolineava oggi lo stesso Negi, verso la fine di una lunga partita. Gli stessi giocatori questo lo sanno bene, non se lo dimenticano.

Ne sa qualcosa persino chi vi scrive, che di Anand è tanto meno giovane e che, oltretutto, non è mai stato un vero giocatore né lo sarà mai. Infatti di recente mi hanno strappato un amaro sorriso le parole che, a successivo commento della nostra partita (una delle mie rarissime), il CM romano Tiziano Mosconi scriveva sul suo Blog dopo la sua mossa n. 65. Eccole: “A questo punto avevamo entrambi 3 o 4 minuti sull’orologio, ma la situazione del mio avversario è chiaramente più difficile da giocare …. e, considerando che erano quasi le 22,30 di sera, la stanchezza e la più giovane età mi stavano dando un vantaggio”. Giusto, purtroppo.

Cronache marziane 2

Volevo ora parlarvi un poco anche del numero due mondiale, Lev Aronian (oggi anche lui vincitore), impegnato con la sua ammirevole e sperimentata equipe agli Europei a squadre di Varsavia. E dei suoi “lati deboli”, visto che abbiamo già parlato delle “debolezze” di Carlsen.

Ma l’imperdibile diretta da Varsavia, e soprattutto la stanchezza e la non più giovane età, me lo sconsigliano. Sarà per la prossima, se vorrete.

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48 Commenti a Cronache marziane

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    britanniko 16 Novembre 2013 at 21:00

    Indubbiamente Magnus è straordinario nel finale ed ha una consapevolezza di questa forza chiara e vincente!

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    Giangiuseppe Pili 16 Novembre 2013 at 21:00

    Ottimo lavoro, Marr.! Ho giusto dato uno sguardo alle partite di oggi e mi ritrovo abbastanza con le tue considerazioni. Certo è che per il momento la differenza l’ha fatta il gioco di Carlsen nel finale. Per il resto, a me non è chiaro fino a che punto la preparazione teorica stia favorendo il gioco del più forte giocatore dell’ultima fase: quando la preparazione teorica è molto avanzata si suppone che le linee centrali del mediogioco siano abbastanza chiare (almeno nell’approssimazione). Allora, forse, è già con l’idea di giocarsela in un finale a partire da possibilità dischiuse da piccole sfumature nel mediogioco che si fonda il gioco del norvegese. Anche perché Anand sembra non riuscire a trovare un punto chiave su cui far ruotare la possibile vittoria (perlomeno, da quanto sono in grado di capire io e da queste due ultime vittorie). Quanto detto può indubbiamente essere errato, comunque è quanto mi è capitato di pensare guardando quelle partite.

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    Giangiuseppe Pili 16 Novembre 2013 at 21:01

    Refuso: “non -di oggi” ma “oggi”

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    Marramaquìs 16 Novembre 2013 at 21:31

    Grazie, Giangy. La tua riflessione è pertinente e va ad approfondire il mio ragionamento. In sostanza, ci sono veramente piccole sfumature in quelle posizioni? Sfumature magari preparate e forzate o almeno ricercate da Magnus fin dalle scelte nelle aperture e dalla strategia del medio-gioco? Sfumature che sfuggono ai più (a me certamente)? Oppure Magnus vince (o non perde) in quelle posizioni e in quei finali “a prescindere”, semplicemente perché è più preciso, più freddo, più giovane ecc… del suo rivale?
    Vediamo se altri vorranno intervenire su questo specifico punto.

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    paolo bagnoli 16 Novembre 2013 at 21:55

    “Dodici sole partite costituiscono un match decisamente breve. Chi riesce a vincere un paio di partite giocate al massimo avrà grandi possibilità di vittoria”.
    Mikhail Botvinnik nel corso di una conferenza, di fronte a circa 400 persone, a Vladimir nel luglio 1968 (a proposito delle semifinali dei Candidati).
    Meditate, gente, meditate…..

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      Jas Fasola 16 Novembre 2013 at 22:27

      Se invece di 12 le partite fossero 24 ad un certo punto dovrebbero entrare in azione le Forze dell’Ordine per fermare il massacro 🙁

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    delpraub 16 Novembre 2013 at 21:59

    Probabilmente la caratteristica peculiare di Carlsen fu colta bene da Karpov.
    In una intervista al Reykjavik Rapid tournament del 2004, dopo aver perso in blitz con Carlsen (che aveva 13 anni), disse “E’ molto bravo. Gioca già come un adulto, anche se è molto giovane. E’… come posso dire… un giocatore produttivo. Produce idee… questo è molto inusuale per un ragazzo così giovane.”
    Ecco, credo che sia questa sua caratteristica di scavare sempre nella posizione, di non lasciare mai nulla di intentato, di scegliere le continuazioni che pongono problemi e che possono far sbagliare l’avversario a fare di lui un giocatore così forte e da molti patito. Dopo 6 partite, sembra davvero che la paventata o augurata (secondo le preferenze) difficoltà psicologica di un match sia adesso tutta dalla parte di Anand. E ciò indipendentemente dal fattore età, secondo me.

    Detto questo, penso che l’idea di Marramaquis di organizzare una sorta di rubrica di attualità scacchistica sia interessante ma rappresenta una bella sfida. Come sappiamo, la vera attualità (intesa come cronaca) si può seguire su molti altri siti (specialmente se si mastica un po’ di inglese), quindi credo si dovrebbe immaginare uno spazio per commenti “ragionati”. Di sicuro li leggerei molto volentieri.

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    Jas Fasola 16 Novembre 2013 at 22:26

    Una “attualita’ settimanale” temo non sia attualita’.
    Preferirei si andasse un po’ di piu’ sul contemporaneo. I profili e qualche partita di scacchisti “viventi” :lol:, oppure tornei meno da sogno ma piu’ reali (anche il torneo del condominio da’ emozioni 😉 ).

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    Marramaquìs 16 Novembre 2013 at 22:34

    Intanto aggiungiamo un’altra notizia attualissima. Abbiamo da Varsavia il primo verdetto. L’Ucraina è Campione d’Europa femminile con un turno di anticipo.
    Infatti, battendo oggi l’Armenia per 3 a 1, si è portata a 15 punti su 8 partite (un solo pari contro la Georgia) e tre punti di vantaggio sulle inseguitrici più immediate, Polonia e Russia.
    Le protagoniste del successo ucraino sono, in ordine di scacchiera, Kateryna Lahno, l’ex campionessa mondiale Anna Ushenina, Mariya Muzychuk, Natalia Zukhova e Inna Gaponenko.

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      Marramaquìs 16 Novembre 2013 at 22:40

      Ancora una notizia utile per chi volesse seguire domani il 9° ed ultimo turno dell’Europeo di Varsavia: badate che le partite domani non inizieranno più alle 15,00 bensì alle 11,00.

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      Jas Fasola 16 Novembre 2013 at 22:54

      La Ushenina ha un lato B particolare, visivamente molto elastico, mi ricorda le dune del deserto, direi addirittura, ricollegandomi al “Mozart degli scacchi”, “un mezzo mandolino” :mrgreen: Peccato sia stato cosi’ sorpreso da non aver potuto fotografare questo gioiello naturale.
      Il lato A non male, ma niente di eccezionale.

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        Roberto Messa 17 Novembre 2013 at 09:58

        Chiaramente il tuo commento vuole indicarci quali sono i “lati” dell’attualità scacchistica su cui il nostro blog dovrebbe puntare i riflettori 😉

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          Jas Fasola 17 Novembre 2013 at 10:34

          Infatti, anzi vorrei anche proporre il nuovo Concorso “riconoscila dal lato B” :mrgreen:

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            alfredo 17 Novembre 2013 at 11:53

            sicuramente avrebbe grande successo :mrgreen:
            Un paio di giocatrici con un lato B a cui darei un buon Elo le ho in mente .
            Comunque questo uno due ( pugilisticamente direi un montante sinistro seguito da un diretto destro se non è un knock-out è sicuramente un knock – down .
            All’inizio del match avevo dato in percentuale un 70 a 30% a favore di Magnus e molti erano d’accordo su tale percentuale
            Ora direi un 95% a 5 % .
            Magnus a mio modo di vedere puo’ “controllare” agevolmente . Comunque dopo i palleggi da fondo campo delle prime due partite il match ci sta ripagando ad abundantiam .
            Il finale di Magnus con il Nero è da imparare a memoria .
            Comunque il fattore età conta e molto .
            Magnus è uno scacchista ” sportivo” e in nessuno sport ad alti livelli uno di 43 anni puo’ competere con uno di 23 anni ( tranne qualche eccezione quali lo stradopato Horner alla Vuelta o nel pugilato dove nei massimi domina ancora il 42 enne Klitsko nei massimi . Domina perché c’è il vuoto. Ci fossero massimi come quelli degli anni 60 70 – Ali’ , Foreman , Frazier o anche Holmes o il miglior Tyson – sarebbe già in pensione da un pezzo)
            La generazione degli anni 90 avanza e noi italiani abbiamo un ” gioiellino” di altra specie che forse potrebbe giocarsela un domani con il marziano
            Comunque il gioco d Carlsen è dego di profonde riflessioni in tutte le fasi della partita.

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    Enrico Cecchelli 17 Novembre 2013 at 00:08

    Personalmente tutto ciò che parla di scacchi è il benvenuto!
    Ben venga quindi anche l’attualità che leggerò certamente volentieri.

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    paolo bagnoli 17 Novembre 2013 at 11:24

    Mi candido come giudice (unico?) per quanto riguarda il lato B.
    Per quanto riguarda Nagnus, è impressionante la sua tecnica nel finale della 6°, e trovo soltanto un termine: implacabile. Non vedo come Anand possa recuperare, vista la brevità del match e la splendida forma e smania di vincere dello sfidante.

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    Marramaquìs 17 Novembre 2013 at 18:00

    L’Europeo Open si è concluso “in volata” col successo dell’Azerbaijan (p. 14), che è riuscita oggi a fermare su 4 patte l’Armenia. Alla pari a 13 punti Francia, Russia e Armenia (aspettiamo i calcoli per lo spareggio tecnico). Decisiva per la classifica la partita Andreikin-Tkachiev (1-0) che ha frenato la Francia, al comando da parecchi turni.
    I nuovi campioni sono Mamedjarov (4,5 su 8), Radjabov (4,5 su 8), Safarli (2,5 su 6), Mamedov (5,5 su 8) e Guseinov (4 su 6).

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      Jas Fasola 17 Novembre 2013 at 18:12

      Pero’, tra i nuovi campioni non ce n’e’ uno solo che abbia fatto una prestazione davvero notevole. Differentemente dalla Polonia, che ha vinto la medaglia d’oro di quarta scacchiera con Bartel. Poco importa che i suoi compagni siano gia’ stati inviati a spalare neve sui monti Tatra 🙁
      Anzi, poiche’ la Polonia e’ sedicesima, addirittura nettamente dietro l’Italia (dodicesima) da voci qui in Federazione sembra dovranno la’ rimanere a svernare 😥

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        Marramaquìs 17 Novembre 2013 at 19:18

        Se i tre restano a svernare sui Tatra, mi sa tanto che alle prossime Olimpiadi la Federazione polacca dovrà cercare altri tre personaggi per le prime tre scacchiere!
        Scherzi a parte, la mia sensazione è che un po’ ovunque, e forse anche qui in Italia, si stia guardando un tantino troppo ai risultati, mentre io penso che l’obiettivo numero uno di ogni sportivo sia quello di adoperarsi e spendere risorse per una diffusione capillare e meticolosa del proprio sport (dalla quale poi si raccoglierebbero, e con maggior soddisfazione, i risultati!). O sbaglio?

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          Jas Fasola 17 Novembre 2013 at 19:30

          Giusto, e allora cosa si fa per lo scacchismo femminile?
          Sarebbe interessante se qualcuno che conoscesse il settore ci facesse un articoletto 🙂

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            Marramaquìs 17 Novembre 2013 at 19:40

            L’indirizzo di SoloScacchi lo sai!

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              Jas Fasola 17 Novembre 2013 at 19:54

              … ma io non so niente dello scacchismo femminile in generale e di quello italiano in particolare… faccio il geometra…
              …dovrebbe essere qualcuno che organizza corsi o un genitore…

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              Marramaquìs 17 Novembre 2013 at 19:55

              Intanto possiamo fare una cosa, per incoraggiare la partecipazione al di là del risultato. Questa. Ultima arrivata fra le donne è stata la Finlandia, con 3 punti. Tanja, Laura, Heini, Sari e Anastasia non hanno vinto nulla, nemmeno un euro, credo. Però hanno vinto almeno una partita a testa (Heini ben tre) e una citazione su SoloScacchi! E poi, dimmelo tu Jas, loro non sono molto meglio di Magnus?

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                Jas Fasola 17 Novembre 2013 at 20:11

                Non saprei 😕 Dovrei vederle, almeno da dietro 🙄

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    Marramaquìs 18 Novembre 2013 at 13:50

    Dopo la settima partita (una patta) di oggi, e poi leggendo i commenti di Nakamura, ho anch’io la sensazione che Anand “si accontenti” di perdere questo match per 6,5 a 4,5.

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    Ivano E. Pollini 18 Novembre 2013 at 17:08

    Caro Marramaquìs,

    non mi addentro nei commenti alle partite del mondiale né a un pronostico per il risultato finale. Vedo che la maggior parte dei commenti danno quasi per acquisito il risultato a favore di Carlsen.

    Posso solo dire che il commento di Botvinnik, riportato da Paolo Bagnoli, sembra proprio confermare questa impressione e mi trova in gran parte d’accordo.

    Tuttavia come dimenticare l’inizio folgorante di Karpov nel primo match mondiale Kasparov-Karpov e il suo seguito? E nel lontano passato l’inizio promettente di Zukertort contro Steinitz e la sua successiva disfatta?

    A scacchi NON si può mai dire…vedremo.

    Detto questo, la tua proposta di preparare uno spazio di aggiornamento sull’attualità internazionale e nazionale mi piace molto e credo che SoloScacchi possa solo avvantaggiarsi da questa idea.

    Il tuo pezzo è molto interessante e piacevole alla lettura, e che dire della simpatica foto di presentazione del pezzo?

    Bravo Riccardo e bravo Martin Eden!!!

    Un uccellino mi ha detto che proprio tu, caro Martin, hai scoperto, chissà dove, quel bel gattino che porta notizie fresche di giornata…

    Complimenti a tutte e due.

    E avanti col vento in poppa, 360 giorni all’anno, con SoloScacchi ❗

    IEP

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      Marramaquìs 19 Novembre 2013 at 11:53

      Ivano, grazie. I complimenti sono da estendere a Mongo. Senza di lui non staremmo qui oggi.

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        Ivano E. Pollini 26 Novembre 2013 at 20:28

        Riccardo,

        …oops, mi scuso…

        Certamente!

        Grazie anche a Mongo, di cui seguo spesso con piacere i vari pezzi che riesce a inventare e a rendere interessanti.

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    Sabrina 18 Novembre 2013 at 20:39

    La resa di Anand

    Senza parole.
    Gli appassionati di scacchi di tutto il mondo sono increduli e senza parole di fronte al tipo di approccio alla sfida che il campione del mondo Vishy Anand ha messo in mostra in queste prime sette partite della finale mondiale che sta disputando contro Magnus Carlsen.
    Dopo le prime sette partite, in cui ha avuto quattro volte il bianco e tre volte il nero, il campione indiano è sotto di due punti. E ora avrà a disposizione solo altre cinque partite per tentare di riequilibrare le sorti dello scontro.
    Certo, i pronostici gli erano fortemente contrari fin da mesi prima dell’inizio; certo, ha il doppio degli anni del suo avversario; certo, si sta scontrando con un ragazzo che ha già raggiunto la forza di gioco agonistico di Morphy, Anderssen, Lasker, Alekhine, Tal, Fischer e Kasparov. Ma tutto ciò non basta per cercare di spiegare la ritrosità con cui Anand sta giocando questo match.
    Il livello di gioco del giovane norvegese lo si conosceva tutti fin da prima. Anand stesso pare nutra rispetto e paura per il ragazzo. Ma un campione come lui, amato da tutti e in tutto il mondo, avrebbe dovuto abdicare in ben altra maniera e offrire ben altro spettacolo.
    Non sarà sufficiente poi dire che il team dei secondi (in cui pare, ma serve conferma, sia stata reclutata una forte over 2.600 con il preciso incarico di sviscerare una determinata linea di gioco) non è riuscito a trovare piani di gioco concreti e tali da mettere in difficoltà lo sfidante.
    Le colpe sono solo sue.
    Che venga detto. E che venga detto chiaro e senza giri di parole!
    Anand perderà in malo modo questo mondiale. E quello che è peggio lascerà un’immagine di sé negativa. Negativa al punto che sarà offuscata tutta la sua brillante carriera precedente.
    Il suo modo di concepire questa sfida non ha senso.
    Egli ha sempre scelto continuazioni da patta. Anche quando si è trovato in svantaggio nel punteggio del match.
    Avrebbe invece dovuto scegliere continuazioni a doppio taglio.
    Era l’unica possibilità.
    Il norvegese è fortissimo, sì, ma non è un robot. E non è imbattibile. Così come, prima di lui, non erano imbattibili Morphy, Anderssen, Lasker, Alekhine, Tal, Fischer e Kasparov.
    Vari giocatori sono riusciti a sconfiggere il giovane prodigio. Caruana, per esempio, ben due volte (una nel 2012 col bianco ed una nel 2013 col nero). Alcuni hanno addirittura score positivi nei confronti del medesimo.
    Insomma, per finire, e senza troppo dilungarsi, non serve entrare in questioni e dettagli tecnici di gioco per porre in evidenza ciò che è sotto gli occhi di tutti (e se proprio serva farlo, beh basti guardare alla 38^ mossa della 6^ partita con la quale Vishy offre un pedone per entrare in un finale, che poi perderà [meglio evitare commenti…]).
    Il campione del mondo (diciamo pure: l’ex campione del mondo) avrebbe dovuto con tutte le sue energie inventarsi l’inverosimile per produrre idee, varianti e situazioni che offrissero la possibilità di portate all’errore lo sfidante (diciamo pure: il nuovo campione del mondo).
    Ma non l’ha fatto!
    Perché? Bah, ormai conta poco. Forse ormai si è adagiato sugli introiti in denaro provenienti da alcuni passaggi pubblicitari che lo hanno coinvolto in questi ultimi tempi.
    Ma, ripeto, conta poco.
    Anand rimarrà nei nostri cuori come un signore.
    Ma avrebbe potuto lasciare il titolo in maniera diversa.

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      Marramaquìs 18 Novembre 2013 at 21:38

      Sì, Anand è un signore. Come tutti i signori è poco cattivo e molto portato ad accettare facilmente il destino.

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      Ramon 19 Novembre 2013 at 06:54

      Accipicchia, che commentone super! Meriterebbe un articolo a sé stante solo il commento… 💡

      Sabrina, il prossimo intervento mandacelo alll’indirizzo email della redazione (soloscacchi@gmail.com) così appunto, se vuoi, possiamo farlo uscire come articolo, no?

      grazie e continua a seguirci 😉

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        Marramaquìs 19 Novembre 2013 at 14:23

        Ramòn, sai, io darei a Sabrina il compito, se le va, di scrivere per SoloScacchi il pezzo conclusivo su questo mondiale. Anche perché la pensa proprio come me. Che ne dici? Io non me la sento, sappilo, sono agitato e nei prossimi giorni avrò troppi impegni. E poi mi pare che Sabrina abbia tutte le qualità e le competenze per poterlo fare bene. Meglio di te e me senza dubbio!

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          Jas Fasola 19 Novembre 2013 at 14:41

          … e un bell’articoletto sullo scacchismo femminile italiano? (pero’ mi sa che preferirebbe presentare la sua hit parade degli scacchisti piu’ fi… ehmmm, piu’ fisicamente prestanti :mrgreen: )

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    Marramaquìs 19 Novembre 2013 at 12:00

    Patta l’ottava, senza emozioni, e siamo 5 a 3. Nigel Short ha detto: “Probabilmente ai due giocatori starebbe bene far patta in tutte le rimanenti partite del match”. Proprio quello che avevo scritto ieri.

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    fds 19 Novembre 2013 at 14:16

    Copincollo da IHS:

    Stasera, intorno alle 18.30, Rai Sport 1, canale 57.

    ————————-
    Gli argomenti dovrebbero essere il Mondiale e la finale del CIA,
    e forse altro.

    Ciao!
    Maurizio Mascheroni
    ————————-

    • avatar
      Marramaquìs 19 Novembre 2013 at 19:00

      Grazie dell’avviso, fds. Visto. Una ventina di minuti scarsi, fra le 18,16 e le 18,36, con Fiammetta Panella in studio e Adolivio Capece in collegamento. Bravi tutti e due a disimpegnarsi al meglio, ma a rischio di essere trascinati sui soliti luoghi comuni e domande banali da due presentatori piuttosto a digiuno: “Fiammetta, ci mostri qualche mossa da campione?”. E’ come se mandassero me o Mongo a condurre una trasmissione (o uno spezzone di trasmissione, come in questo caso) sui campionati mondiali di Ippica.
      Adolivio ha accennato ad Agdestein e ad Helenio Herrera, poi ai Campionati Italiani assoluti che domani iniziano a Roma. Sarebbe troppo chiedere alla RAI di cogliere l’assist di Adolivio e fare un salto presso la sede di gioco per realizzare un servizio un po’ più lungo e articolato?

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        alfredo 19 Novembre 2013 at 19:31

        visto anch’io . Non male . Ado ha voluto pero’ strafare . Agdenstein esordi’ si’ contro l’Italia ( al tempo era al 19 posto della classifica mondiale) ma non fece assolutamente gol . anzi , fece una figura piuttosto barbina per cui venne sostituito . bisogna dire che giocava contro una difesa che aveva il suo perno in super GM del calcio quale Kaiser Franz Baresi . Pizzul un paio di volte durante la partita lo chiamo ” lo scacchista”. Michele Godena ( che contro Agdenstein vinse una splendida partita , anzi la partita che Michele considera la sua migliore) mi disse della sensazione di meraviglia nel vedere Agdenstein giocare con la nazionale del suo paese . mi sembra che firmo’ poi un contratto con un squadra tedesca ma un gravissimo infortunio al ginocchio pose fine alla sua carriera.
        Comunque sarebbe bello che Raisport seguisse anche il CIA.

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          Renato Andreoli 19 Novembre 2013 at 20:50

          Caro Alfredo, mi hai fatto venire in mente che una delle frasi ricorrenti di Bruno Pizzul – tu hai citato il “Tutto molto bello!” – era “Ritmo di una partita a scacchi!”.

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            alfredo 20 Novembre 2013 at 20:18

            vero .
            una volta gli chiesi ( era alla presentazione di un libro) se sapeva giocare e scacchi e mi disse di no .
            quindi non poteva capire il ” ritmo” intrinseco che c’è nel nostro gioco .
            un ritmo che forse li accomuna proprio alla musica .
            per Magnus si è usato ancora il paragone con Mozart , partite sono state paragonate a opere musicali .
            comunque Pizzul era un grande professionista e un gran signore.
            Come il compianto De Zan , Martellini , Ciotti .
            I giornalisti tv di adesso fanno piangere mentre tra i giornalisti del Dopo Brera vedo un solo fuoriclasse . Gianni Mura

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              alfredo 20 Novembre 2013 at 20:23

              caro Marramaquis
              se mandassero me però a commentare un mondiale di ciclismo peggio della ” mitica” coppia Bulbarelli – Cassani non potrei fare .
              Bulbarelli non capiva assolutamente nulla .
              non sapeva la differenza tra un 54x 13 e un 42x 26.
              Infatti ha fatto carriera ….

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              Renato Andreoli 20 Novembre 2013 at 23:21

              Se proprio vogliamo stabilire un parallelo fra Carlsen e Mozart, io lo individuerei nel fatto che il genio di entrambi sfugge completamente ad un’analisi formale, è misterioso ed inafferrabile, non sembra stare nelle mosse dell’uno e nelle note dell’altro, che ci appaiono spesso banali e insignificanti, che non ci sconvolgono mai, ma che alla fine ci lasciano una profonda impressione di magica perfezione e ci emozionano proprio per questo.

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    INSALA' 19 Novembre 2013 at 21:53

    …Carlsen è un grande calcolatore e come tale è un grandissimo finalista. Ma le altre fasi del gioco non le tratta allo stesso livello.Ora tutti ad osannare il norvegese ma personalmente non mi convince; gli scacchi non sono solo sfoggio di una biblioteca!! Per quello che ha dato agli scacchi e per il suo stile cristallino Anand non soffrirà mai la solitudine dello sconfitto.

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    paolo bagnoli 20 Novembre 2013 at 09:51

    Condivido “tecnicamente” l’ottimo commento di Sabrina, e mi permetto di ricordare un episodio riguardante il Mondiale del 1921. Lasker, addirittura, pur di non giocare, propose una sua abdicazione in favore di Capablanca, ma venne convinto a giocare grazie ad un mucchietto di soldi stanziato dagli appassionati dell’Avana. La vittoria di Capablanca, in quella occasione, fu addirittura travolgente (anche in quel caso venne citata la differenza di età tra i due, ma allora si potrebbe citare il medesimo argomento per Tal-Botvinnik o per Steinitz-Lasker, ma l’argomento regge fino ad un certo punto…;).

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    Sabrina 22 Novembre 2013 at 15:26

    Rivolgo i miei complimenti al nuovo campione del mondo sia per la sua grande forza di gioco sia per la grande compostezza con cui si è esibito (notevole soprattutto in relazione alla giovanissima età).

    Bravissimo Magnus! Ora che con l’alloro sei nella storia, vola leggero e se puoi cerca di ingrugnirti un po’ di meno.

    …E auguri di buon compleanno, micidiale biondino!

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    Marramaquìs 22 Novembre 2013 at 15:39

    Sì, Sabrina, parole giuste. Bravissimo! Anche la “grande compostezza” esibita è roba da …. marziani. Adesso sappiamo di avere un ottimo Campione del Mondo, in tutti i sensi.

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    Sabrina 23 Novembre 2013 at 12:52

    Magnus come il mitico José Raúl?

    Come molti altri, trovo anch’io piuttosto naturale accostare Carlsen a Capablanca per la loro precocità, il loro stile, il loro gioco preciso nei finali e il loro risultare difficilmente battibili.

    Il cubano divenne campione del mondo imponendosi sul quasi 53enne Emanule Lasker per 9 a 5, rimanendo imbattuto con 4 vittorie e 10 patte e una percentuale di punti di circa il 64,3%.
    Il norvegese è diventato campione del mondo sconfiggendo il quasi 44enne Anand per 6,5 a 3,5, rimanendo imbattuto con 3 vittorie e 7 patte e una percentuale di punti del 65% netto.

    Le due percentuali di cui sopra sono quasi identiche.
    Ci sono 9 anni di differenza nell’età dei due sconfitti ma va detto che Lasker dopo la perdita della corona mondiale rimase molto competitivo in torneo per diversi anni.

    Un accostamento tra Carlsen e Capablanca è possibile anche basandosi su una dichiarazione sul campione cubano fresco di titolo proprio da parte di Lasker.
    Quest’ultimo, che pare già non avesse una gran voglia di disputare il match, abbandonò l’incontrò lamentando problemi di salute dopo 14 delle 24 partite in programma.
    Ma riconobbe con queste acute parole la forza di gioco del suo avversario:

    “Questo match, che mi procurò difficoltà quali nessun altro, è stato per me un piacere scacchistico. Circostanze estrinseche mi furono veramente sfavorevoli ma il gioco di Capablanca mi pose legittimi problemi. Le sue mosse sono chiare, logiche e vigorose, non hanno nulla di occulto o di artificioso, vi si avverte il suo pensiero, anche quando vorrebbe essere astuto. Che egli giochi per vincere, per pattare o tema di perdere, le sue mosse lasciano vedere chiaramente quel che sente. Con tutto questo, se le sue mosse sono trasparenti, non sono per niente facili da trovare e a volte sono profonde. Capablanca non ama le complicazioni né le avventure: preferisce sapere prima dove andare. La sua profondità non è quella di un poeta, ma quella di un matematico, il suo spirito è romano, non greco. Le combinazioni di Anderssen e Chigorin furono realizzate in situazioni particolari, in esse si manifestavano i loro caratteri individuali; quelle di Capablanca possono essere previste con varie mosse d’anticipo, perché si basano sui principi generali del gioco”.

    Accipicchia… sembra Carlsen!!

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      Gabbiere di parrocchetto 23 Novembre 2013 at 16:36

      L’accostamento al match tra Lasker e Capablanca ci sta tutto, io personalmente penso che nel match di Chennai il divario -soprattutto in termini di punteggio- sia stato troppo a favore di Carlsen. Anand ha subito probabilmente un condizionamento psicologico che certo non lo ha aiutato e, sia come forza di gioco, che come caratteristiche, non è inferiore al norvegese in modo così netto come invece il punteggio finale ha sentenziato.
      Ora in ogni caso tutti gli oneri sono sulle spalle del giovane Carlsen, come lo furono su quelle di Fischer dopo il match islandese del ’72, vedremo come andranno le cose.

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