Occhio al regolamento: il finale rapido (quickplay finish)

Scritto da:  | 14 Dicembre 2013 | 5 Commenti | Categoria: Regolamento

Occhio al regolamento 3

Il fatto

Stavo arbitrando un torneo a cadenza rapida in cui si usavano orologi meccanici e, mentre ero impegnato ad osservare il gioco su una scacchiera, sento che mi chiamano dal fondo della sala di gioco. Un giocatore a cui era appena caduta la bandierina sostiene che, ritenendo la partita patta, qualche decina di secondi prima aveva fermato l’orologio per poter effettuare la richiesta all’arbitro, ma l’avversario aveva subito riavviato l’orologio chiedendogli di continuare il gioco. Così facendo dopo poco il suo tempo si era esaurito e sosteneva che la partita a suo giudizio era ed è patta, e non era giusto perdere per il tempo. L’avversario confermava questa versione dei fatti.

Il commento

Lo sviluppo dei software che giocano a scacchi ha fatto rapidamente scomparire la “partita sospesa”, sistema in cui al termine del tempo assegnato uno dei giocatori metteva la sua prossima mossa segretamente in busta, che era sigillata e affidata alla custodia dell’arbitro, per riprendere la partita da quella mossa la sera dopo cena oppure l’indomani. Di conseguenza si è manifestata l’esigenza di codificare un modo per porre fine ad una partita nella stessa sessione di gioco. Ecco quindi il famoso art. 10 del regolamento degli scacchi, che disciplina il quickplay finish o finale rapido, la fase finale di una partita quando tutte le restanti mosse devono essere fatte in un tempo limite. Tale norma si applica, per estensione del regolamento, anche alle cadenze rapide (semilampo).

Premesso che se si ha un buon motivo è sempre possibile per il giocatore fermare l’orologio per richiedere l’assistenza dell’arbitro, se rimane con meno di due minuti sul suo orologio può richiedere patta prima che la bandierina cada. Deve fermare gli orologi e chiamare l’arbitro.

Non tutti i giocatori sanno che la richiesta di patta all’arbitro è in ogni caso un’offerta di patta. L’arbitro preventivamente chiede all’avversario se è d’accordo per la divisione del punto. Se la risposta è negativa deve esprimersi, valutando la posizione sulla scacchiera.

Se appare evidente che la richiesta di patta all’arbitro è pretestuosa o immotivata, egli respinge la richiesta e invita a continuare il gioco, assegnando due minuti extra all’avversario.

Diversamente, per esempio in un banale finale R+A contro R+p ove non è possibile vincere, l’arbitro dichiara immediatamente la partita patta.

Quello appena descritto è un caso infrequente. Nella maggior parte dei casi la presa visione della posizione presente sulla scacchiera non basta a fornire all’arbitro elementi sufficienti per decidere. Ecco perché di solito egli invita a proseguire il gioco in sua presenza. A questo punto il richiedente non deve più preoccuparsi della caduta della propria bandierina: quando ciò accadrà, o anche prima, l’arbitro deciderà il risultato finale.

Se l’arbitro si convince che l’avversario non sta facendo alcuno sforzo per vincere la partita, in altre parole esegue mosse finalizzate al solo scopo di far trascorrere il tempo, dichiara la patta.

Se si convince che il richiedente sta manovrando correttamente e, ragionevolmente, l’avversario non riuscirà a superare la difesa, accorderà la patta.

Se si convince che l’avversario sta giocando per vincere, per esempio spingendo pedoni, non accoglierà la richiesta di patta e certificherà la sconfitta per il tempo. Anche nel caso di una posizione di pari possibilità, che ovviamente non vuol dire che è automaticamente patta, quando l’arbitro ha verificato che l’avversario si sta sforzando di vincere, e pure se il richiedente è in possesso di materiale superiore la sconfitta per il tempo ci sta.

Da quanto sopra descritto si evince che in questo frangente, seppur raramente, l’arbitro per decidere con cognizione di causa ha bisogno di conoscenze sul medio gioco o sul finale analoghe a quelle dei giocatori, e non è detto che sempre le abbia. Inoltre il regolamento sul quickplay finish gli concede un grado di discrezionalità elevato, al quale di tanto in tanto dobbiamo sommare il nervosismo dei giocatori o peggio il loro “provarci”, anche con argomenti pretestuosi, ed ecco spiegato il perché di alcune polemiche a cui si assiste nei tornei.

Comunque è sempre più diffuso l’uso dell’orologio elettronico, che nelle partite a tempo lungo permette al giocatore di ricevere un tempo addizionale di 30 o più secondi per ciascuna mossa. Si presuppone che con almeno 30 secondi addizionali il giocatore ha il tempo di scrivere e riflettere. In questa situazione l’art. 10 del regolamento non si applica, a tutto vantaggio della tranquillità del torneo… e dell’arbitro.

Il fatto descritto all’inizio di questa nota si concluse nel seguente modo: in prima battuta concessi la vittoria all’avversario del giocatore che protestava, perché non è possibile chiedere di applicare le regole del quickplay finish a bandierina caduta. Sentito ciò, lo stesso avversario, molto sportivamente, riconosceva che la partita era anche a suo giudizio patta, che non avrebbe dovuto riavviare l’orologio e infine proponeva di dividere il punto. E così fu.

Occhio al regolamento 1

avatar Scritto da: AI Francesco De Sio (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Occhio al regolamento: il finale rapido (quickplay finish)

  1. avatar
    Mongo 14 Dicembre 2013 at 12:46

    Grazie FDS per queste ‘lezioni’. 😛

    • avatar
      Jas Fasola 14 Dicembre 2013 at 21:43

      davvero, utilissime!

  2. avatar
    fds 15 Dicembre 2013 at 01:16

    Mi fa piacere leggere che le mie esposizioni sono ritenute utili.
    Lo scopo è proprio quello di aumentare il bagaglio di conoscenze tecniche del giocatore di torneo, che comprendono pure quelle sul regolamento.
    La scarsa conoscenza delle regole può portare alla perdita di svariati mezzi punti o punti interi, e l’art. 10 è proprio l’esempio principe.

  3. avatar
    Yanez 15 Dicembre 2013 at 08:25

    Mi associo anch’io ai ringraziamenti, Franco: dedicarsi ad una disciplina sportiva (gli scacchi per noi) senza conoscere bene il regolamento è come cercar di guidare l’auto senza aver nozione dei segnali stradali, giusto?

    • avatar
      fds 15 Dicembre 2013 at 12:44

      Esatto! Simpatica similitudine.

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