Charles Simic poeta e scacchista

Scritto da:  | 25 Giugno 2014 | 12 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Scacchi e letteratura

“Sono cresciuto curvo sulla scacchiera”

Curvo sulla scacchiera

Charles Simic (vero nome Dušan Simić) è un poeta statunitense di origine serba. E’ nato nel 1938 a Belgrado dove ha avuto un’infanzia molto difficile; l’essere cresciuto in un Paese lacerato dalla seconda guerra mondiale ha influenzato notevolmente la sua visione del mondo. In un’intervista ebbe a dire:” Sono ancora stupito di tutta la viltà e stupidità a cui ho assistito durante la mia vita.” Nel 1954, insieme alla madre e al fratello, raggiunge il padre precedentemente emigrato negli Stati Uniti. Per meglio identificarsi con la sua nuova patria, anglicizza il suo nome in Charles e modifica il suo cognome (togliendo la ć finale). La famiglia vive a Chicago e nelle sue immediate vicinanze fino al 1958. Nel 1966, pur lavorando di notte per mantenersi agli studi, riesce a laurearsi alla New York University. Simic, attualmente, è professore emerito di Letteratura americana e scrittura creativa all’Università del New Hampshire. Tra le altre cose scrive, con competenza, di jazz, arte, filosofia… e scacchi!
La sua fama di poeta inizia a delinearsi nella prima metà degli anni settanta del 900, quando si fa notare come uno scrittore dallo stile minimalista, che scriveva poesie in prosa nitide e immaginifiche. La critica si è spesso riferita alle sue poesie come “strettamente costruite come scatole cinesi”. Simic stesso ha detto del suo scrivere: “Le parole fanno l’amore sulla pagina come mosche nella calura estiva e il poeta non  è altro che uno spettatore stupefatto.” L’affermazione richiama la sua filosofia, secondo cui la vera arte deve trascendere ed essere più grande del suo creatore.
Le sue prime poesie vengono pubblicate nel 1959 quando ha 21 anni. Da allora ha pubblicato più di 60 libri
sia negli USA che all’estero, tra i quali si contano almeno 20 volumi di poesia. Con “The World Doesn’t End” (il Mondo non finisce), un volume di poesie in prosa, ha vinto nel 1990 il premio Pulitzer per la Poesia. Simic ha anche lavorato a diverse traduzioni di poesia dal francese e inoltre dal serbo, dal croato, dal macedone e dallo sloveno, tutte lingue di Paesi che facevano parte della ex-Jugoslavia (il paese in cui Simic crebbe). Numerosi sono i premi e i riconoscimenti ottenuti in carriera. Tra gli altri va certamente ricordata la nomina a 15° Poeta Laureato e Consulente di Poesia presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti (biennio 2007-2008) con la motivazione: “per la qualità piuttosto sorprendente e originale della sua poesia.” Nel discorso di ringraziamento ha detto:“ Sono profondamente commosso, onorato e stupito per questo riconoscimento, se si considera che io sono un immigrato e che fino all’età di 15 anni non parlavo nemmeno inglese”! Come molti jugoslavi e slavi in generale, Simic già da bambino giocava a scacchi. Non sorprende quindi che abbia scritto poesie a tema scacchistico. Invitato ad un programma del canale televisivo ABC News ha recitato Prodigy (che qui riportiamo), una tipica composizione in prosa che fa rivivere icasticamente la sua traumatica infanzia: un ragazzo che  impara a giocare a scacchi con pezzi di fortuna mentre intorno a lui, imperversa la guerra più pazza e spietata.

 

PRODIGY
by Charles Simic

I grew up bent over
a chessboard
I loved the word endgame.
All my cousins looked worried.
It was a small house
near a Roman graveyard.
Planes and tanks
shook its windowpanes.
A retired professor of astronomy
taught me how to play.
That must have been in 1944.
In the set we were using,
the paint had almost chipped off
the black pieces.
The white King was missing
and had to be substituted for.
I’m told but do not believe
that that summer I witnessed
men hung from telephone poles.
I remember my mother
blindfolding me a lot.
She had a way of tucking my head
suddenly under her overcoat.
In chess, too, the professor told me,
the masters play blindfolded,
the great ones on several boards
at the same time.

[“Prodigy” from Charles Simic: Selected Early Poems, 1999]

PRODIGIO
di Charles Simic

Sono cresciuto
curvo sopra una scacchiera,
mi piaceva la parola: finale.
Tutti i miei cugini sembravano preoccupati
Stavo in una casupola
vicina a una necropoli romana
Aerei e carri armati
scuotevano i vetri delle finestre.
Il gioco me lo insegnò un professore
di astronomia in pensione
doveva essere il 1944.
I pezzi da gioco che usavamo,
parlo di quelli neri
erano ormai quasi del tutto scoloriti.
il Re bianco s’era perso
e ogni volta bisognava rimpiazzarlo.
Mi si dice, ma non lo credo
che durante quell’estate avrei visto
uomini appesi ai pali del telefono.
Ricordo che mia madre
mi bendava spesso gli occhi.
Aveva un modo speciale ed improvviso
di infilare la mia testa sotto il suo soprabito
Anche a scacchi, mi diceva il professore,
i Maestri giocano bendati
i più bravi addirittura su diverse scacchiere
contemporaneamente!

[“Prodigio” di Charles Simic da “Prime Poesie scelte”, 1999]

Traduzione di Nazario Menato

Charles Simic

avatar Scritto da: Nazario Menato (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a Charles Simic poeta e scacchista

  1. avatar
    Zenone 25 Giugno 2014 at 10:02

    Grazie,non conoscevo. La poesia è drammaticamente bella (…come la vita di Benigni).
    In questo blog si impara sempre 🙂

  2. avatar
    DURRENMATT 25 Giugno 2014 at 15:17

    …”il tragico quotidiano” è fonte di poesia anche molto alta. Lettura piacevolissima e ottima traduzione. Complimenti per aver “scovato” Simic…scelta eccellente!

  3. avatar
    Filologo 25 Giugno 2014 at 16:34

    Poesia bellissima, gli scacchi come mezzo di superamento delle tragedie umane… Complimenti.

  4. avatar
    alfredo 25 Giugno 2014 at 19:32

    da domani farò di tutto per saperne di piu’ di queso poeta che a prima vista mi sembra veramente eccellente .
    un altro grazie a Saverio
    e un altro di quei pezzi che potrebbero figuare nella seconda raccolta di articoli si Soloscacchi
    a proposito c’è la possibilità che il nostro libro possa partecipare al premio Alvise zichichi .
    Per qualità e originalità non ho dubbi che dovrebbe occupare un posto di prestigio in ognibiblioteca di scacchista – non solo scacchista 😉 😉

    • avatar
      Roberto Messa 25 Giugno 2014 at 22:21

      Caro Alfredo, purtroppo il Premio Zichichi per il miglior libro di scacchi italiano non esiste più da alcuni anni, anche perché la maggioranza delle piccole case editrici italiane del settore dopo i primi anni hanno deciso che partecipare era un inutile sacrificio. In verità esiste ancora il Premio Zichichi per il miglior articolo giornalistico pubblicato da una testata non di settore (e perché non di settore?); è una piccola operazione di P.R. da parte della FSI e come tale non nego che possa avere una sua logica.
      Ma non entriamo in discorsi prosaici, proprio adesso che Nazario ci ha accompagnati nella lirica più sublime.

      • avatar
        Filologo 25 Giugno 2014 at 23:39

        Sarei molto interessato a sapere in che cosa consisteva il sacrificio delle piccole case editrici. Nella mia ingenuità, credevo che una volta stampato il libro bastasse segnalarlo alla giuria, o al massimo inviare una copia in visione. C’erano spese di partecipazione? Obblighi contrattuali onerosi? Che cosa?

        • avatar
          Roberto Messa 26 Giugno 2014 at 00:06

          Nessuna quota di iscrizione, bastava inviare alla FSI alcune copie dei libri e cercare di essere presenti alla cerimonia. Dopo i primi anni alcuni sono giunti alla conclusione che era un’inutile perdita di tempo e di spese più o meno impegnative per essere presenti alla premiazione. Io mi sono sforzato di partecipare a tutte le edizioni, ma devo riconoscere che non produceva praticamente alcun ritorno “commerciale”. Ecco, le note prosaiche sono belle e servite!

          • avatar
            Jas Fasola 26 Giugno 2014 at 10:20

            noi abbiamo il giornalista dell’anno, lo sponsor dell’anno :mrgreen: e da pochi giorni il “Consiglio degli amici degli scacchi” comprensivo di ex presidente della Repubblica
            http://www.pzszach.org.pl/index.php?idm2=173&idn=2357
            e come nella poesia di Simic i maestri (Duda e Gajewski)che giocano bendati (la partita è terminata con uno scacco perpetuo)!

            • avatar
              Mongo 26 Giugno 2014 at 11:55

              La Polonia non è uno dei G8 e noi si! Ciapa lì!!! 😉
              E’ solo una battuta sarcastica, preferirei senz’altro che l’Italia fosse un paese ‘non allineato’, ma con basi sociali ben più elevate di quelle attuali, che rasentano lo zero assoluto. 😕

  5. avatar
    The dark side of the moon 25 Giugno 2014 at 22:41

    Leggendo gli articoli di questo blog ogni giorno rimango piacevolmente stupito di quante e quali risorse storico culturali possa vantare.
    Grazie all’impegno di tutti quanti, siete meravigliosi.
    Stavolta i meriti vanno a Nazario Menato: bravo 😉

  6. avatar
    paolo bagnoli 26 Giugno 2014 at 19:07

    Il buon Marino sosteneva che “è del Poeta il fin la meraviglia”, ma in senso puramente edonistico e pressochè fine a se stesso (in effetti, Marino era un “verseggiatore” più che un “poeta”;). Nel caso citato da Menato, invee, siamo alla “meraviglia” per quanto di essenziale ed esistenziale è nel contenuto. Ottimo!

  7. avatar
    alfredo 13 Luglio 2014 at 20:37

    ho letto di Simic tutto quello ch son riuscito a trovare in questi giorni .
    e ho notato una notevole differenza nela traduzione di questa poesa da il riportato nella raccolta citata e in quella initolata invece ” Hotel insonnia” Adelphi editore 2002

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