da NC a Maestro

Scritto da:  | 16 Dicembre 2013 | 40 Commenti | Categoria: Racconti

da NC a Maestro for dummies 3

Quando ho conosciuto gli scacchi non avrei mai pensato di diventare maestro: ora vi spiego come ci sono riuscito.

Premetto che questo non è un racconto di fantasia, so che ve lo stavate chiedendo… Sorpreso

Il mio feeling con gli scacchi inizia solo nel 2009 dopo che per motivi fisici abbandonai la pratica dei miei due sport preferiti, ossia il calcio e soprattutto il basket.

Mi sono ritrovato allora senza poter esercitare una disciplina che mi piacesse e non volendomi rassegnare a vedere le partite in tv dalla poltrona di casa mi è tornato in mente una uggiosa giornata di inverno quando mia moglie mi insegnò come si muovevano i pezzi degli scacchi.

La cosa si rivelò utile quando qualche anno più tardi nacque la nostra prima figlia che aveva scambiato la notte per il giorno e che ci costringeva a fare turni di notte per accudirla.

Bobby con un allievo

Durante il mio turno per non addormentarmi accendevo il pc e giocavo contro fritz partite lampo, sapevo solo muovere i pezzi e naturalmente perdevo di continuo.

Quando mia figlia decise che di notte di solito si dorme le mie partite contro fritz fortunatamente finirono e con esse anche il mio primo disastroso approccio con gli scacchi.

Dopo qualche tempo però, in seguito a dei problemi fisici alle ginocchia decisi che era giunto il momento di dedicarmi a qualcosa di diverso e siccome mi piace leggere comprai per curiosità in edicola una copia di “Torre e Cavallo”, poi comprai il mio primo libro di scacchi “Lezioni di scacchi” di Averbakh e Bejlin.

Ricominciai infine a giocare, questa volta on-line su playchess partite di 3 minuti con risultati questa volta semi-disastrosi.

Nel frattempo il mio ginocchio destro mi avverte che è giunta l’ora di appendere le scarpette al chiodo.

E qui torniamo all’inizio del racconto.

Feci il mio primo torneo semilampo a tavolino nel 2008 ma solo nel 2009 spinto da un eccesso di pazzia decisi che era giunto il momento di misurarmi con avversari in carne ed ossa in un torneo a tempo lungo Sorpreso

Mi tesserai alla FSI e da lì nel giro di 4 anni sarei diventato Maestro di scacchi!!!

Beh, in teoria per la FSI e per la Fide sarei ancora una 3N ma da pochi giorni svolgo nella scuola di mia figlia corsi di scacchi forgiandomi del titolo di “Maestro” Linguaccia.

EnneciIn realtà dovrei spiegare all’insegnante che mi ha proposto quest’esperienza che nell’ambiente scacchistico la definizione di “Maestro” si usa per quei giocatori che hanno delle credenziali un po’ diverse dalle mie ma tanto è stato l’entusiasmo che si è creato nella prima lezione riservata al “gioco degli scacchi” che l’ora a nostra disposizione è terminata in fretta e non ho avuto tempo di precisare certi dettagli… Santarellino.

Però la mia collaborazione con l’istituto è a tempo indeterminato, avrò quindi modo di “dettagliare”……

Che dire?

Penso che per fare uscire gli scacchi da una certa forma di elitarismo col quale sono visti sia importante che chi ha la passione per questa disciplina si adoperi affinchè altre persone si appassionino a questo gioco o comunque nutrino un certo interesse per esso.

Personalmente il tutto è nato per caso: mia figlia riferisce alla sua maestra di italiano che il “babbo gioca a scacchi e vince le coppe” (ne ho vinto un paio negli open C), la maestra mi contatta per una eventuale disponibilità gratuita, sbriga le funzioni burocratiche dell’istituto e il gioco è fatto.

Il Sabato gli alunni della 4a A hanno la loro ora di scacchi.

Io intanto dopo 4 anni dal mio primo torneo a gioco lungo sono diventato “Maestro” Risatona.

avatar Scritto da: The dark side of the moon (Qui gli altri suoi articoli)


40 Commenti a da NC a Maestro

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    Jas Fasola 16 Dicembre 2013 at 22:57

    Sono bambini fortunati, pensa a quanti altri negli scorsi decenni (e anche adesso) non hanno mai avuto un vero “maestro” di scacchi 🙁

    Ma il decalogo del giovane scacchista glielo hai insegnato? Non lo conosci? Allora prendilo da qui (va tradotto ma con Google sara’ un attimo)
    http://www.krawiec-adam.pl/portal/JUNIOR/dekalog.html

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    Silversurfer 17 Dicembre 2013 at 02:07

    Per fare quello che stai andando a fare più che il titolo di maestro ti servirebbe avere quello di istruttore. Esistono corsi appositi della FSI per ottenere la tessera e le competenze ad essa annessa; perchè non valutare di prendervi parte (salvo che tu non lo sia già.). Per maggiori informazioni vedi sito FSI nazionale o quello della rua regione di appartenenza.

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    Ramon 17 Dicembre 2013 at 07:24

    Traspare dal messaggio del nostro nuovo amico un entusiasmo sincero e appassionato che vorrei ci contagiasse tutti… grazie per aver condiviso con noi questa stupenda esperienza e, mi raccomando, non cambiare mai! 🙂

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    alfredo 17 Dicembre 2013 at 08:28

    bellisimo !
    e tenerissima la foto in cui un giovane Bobby Fischer tiene tra le braccia la prima nipote :o

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    Mongo 17 Dicembre 2013 at 12:44

    Simpaticissimo… 😎
    Anch’io vorrei diventare istruttore di scacchi, ma i corsi per diventarlo (in Piemonte ed in Lombardia) li fanno solo in luoghi ‘barrierosi’, a Milano addirittura in una delle sedi del CONI… Alla faccia dello sport per tutti. 😥

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      Jas Fasola 17 Dicembre 2013 at 12:56

      Povero Mongo, fai prima a diventare istruttore venendo a fare un corso qui in Polonia 😥

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        Mongo 17 Dicembre 2013 at 13:59

        La mia compagna non approverebbe… 😉

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          Jas Fasola 17 Dicembre 2013 at 14:21

          che venga anche lei! se foste venuti due o tre anni fa l’avreste fatto insieme ad altre coppie (tra cui i Socko).

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    alfredo 17 Dicembre 2013 at 13:28

    Mongo mi stai dicendo che la sede del CONI a Milano ha barriere arhitettoniche ❗ 😯
    non ci posso veramente credere ….
    siamo lontani dall’essere un paese mediamente civile
    Ciao Jas freddino a Varsavia ? 😉

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      Jas Fasola 17 Dicembre 2013 at 13:38

      +4, sereno 🙂

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      Mongo 17 Dicembre 2013 at 13:53

      Si, parlo di quella in via Piranesi, dove fanno una o due volte l’anno corsi per diventare istruttori di scacchi.

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    The dark side of the moon 17 Dicembre 2013 at 14:42

    Grazie ragazzi.
    @ Jas Fasola: non riesco a tradurlo neanche con google 😯
    @ Silversurfer: non ho la qualifica di istruttore, potrei prenderla visto che possiedo la categoria minima di 3N ma il problema è trovare un corso.
    Abito nelle Marche e non vorrei venire a Milano solo per fare il corso 😐
    @ Ramon: non preoccuparti, ormai ci sono dentro con tutte le scarpe e poi superati i 40 è difficile cambiare…. 😛
    @ Mongo: se per fare il corso devi superare luoghi “barrierosi” il problema è di certi signori che non sanno cosa si perdono: Mongo istruttore sarebbe il top per ogni aspirante maestro. :mrgreen:

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      Jas Fasola 17 Dicembre 2013 at 17:35

      Il Decalogo del giovane scacchista (by FM Andrzej Modzielan)
      1 Mi piace giocare a scacchi

      Da questa semplice affermazione tutto ha inizio . Se non ti piace il gioco reale , allora perché giocare? Beh ci sono diverse risposte a questa domanda : perché ci piace vincere , ci piace vincere medaglie, ci piace fare gite alle gare di scacchi e l’atmosfera che c’e’, come il momento specifico in cui il nostro avversario abbandona, o , infine, perché vogliono i genitori . Ognuna di queste ragioni non è affatto male, ma a mio parere – insufficiente . Le persone felici sono quelle che sentono la gioia di quello che stanno facendo, che è – per citare il MI . Alexander Czerwoński – ” il punto è amare gli scacchi in se’ e non se’ stessi negli scacchi”.

      2 Voglio giocare sempre meglio
      Migliorare le vostre abilità , il desiderio di diventare sempre meglio nella disciplina , cui dedichiamo un sacco di tempo libero – è naturale e molto positivo…

      3 Non ho paura di nessun avversario
      Quante volte perdiamo una partita a scacchi già nello spoglatoio… Il nostro avversario ci appare nei colori più scuri , e le sue capacità paralizzano la nostra volontà di lottare e ci portano a una sconfitta inevitabile…

      4 Voglio vincere ogni partita , anche se so che non tutte le partite si possono vincere…

      5 Io non propongo né accetto pareggi

      6 Non sottovaluto nessun avversario

      7 Agli amici offro la miglior partita che sono in grado di giocare

      Per gli amici le nostre porte sono sempre aperte , ci piace trascorrere del tempo insieme. Allora perché è così difficile un comportamento simile durante una partita di scacchi? Perché non ci offriamo reciprocamente la miglior partita che possiamo dare? I due “amici” sono, purtroppo, non raramente – Breve pareggi , risultati concordati che danno benefici finanziari ad uno dei giocatori. Un vero peccato .

      8 Gli scacchi sono il gioco dei re, percio’ si applicano usi reali
      (diversamente da come succede “il fine giustifica i mezzi”;).

      9 Grazie agli scacchi viaggiamo, conosciamo il mondo e facciamo amicizie.

      10 Gli scacchi ci insegnano a conoscere noi stessi.

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    The dark side of the moon 17 Dicembre 2013 at 20:32

    Grazie Jas.
    Sabato prossimo ne do una copia ad ognuno degli alunni.
    Dovrei poi anche proporre alla direzione se è possibile acquistare una scacchiera didattica.
    Pian piano vedremo cosa ne caverò a fine anno.
    L’importante per ora è che c’è un grande entusiasmo tra i ragazzini che francamente non mi aspettavo.

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      Jas Fasola 9 Giugno 2014 at 18:34

      Ciao Dark, come vanno le lezioni? La scacchiera a cui ti riferivi e’ arrivata?

      Sono stato alla conferenza “Scacchi a scuola” qui a Varsavia nei giorni scorsi.
      Un oratore ha avuto la bella idea di concludere con una frase di Paul Morphy “Insegnate gli scacchi ai bambini e non ci saranno piu’ guerre, se non sulla scacchiera”.
      Dal pubblico si e’ alzata una voce “Non sono d’accordo, i migliori giocatori sono i russi e la Russia ne ha combinate di tutti i colori” 🙂

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    Gianmarco 18 Dicembre 2013 at 16:44

    La tua storia è molto simile alla mia: l’unica differenza è che io ho due figli e quindi ho iniziato due corsi :)
    4 anni fa mia figlia, giunta in terza elementare, parla con la sua maestra del fatto che gioca a scacchi con me e così…mi sono trovato ad insegnare a due classi di terza, poi diventate di quarta e poi di quinta. Un’ora per classe ogni 15 giorni per tre anni. Naturalmente compenso zero mentre lavagne magnetiche, libri di testo, fotocopie, ecc. a mie spese. Ma il tutto da soddisfazioni che non hanno prezzo. L’anno scorso sono riuscito a portarli a fare i campionati regionali studenteschi: ultimi ma felici.
    Quest’anno il mio secondo figlio è arrivato in terza e quindi si ricomincia. Altri 45 bambini a cui insegnare scacchi.
    Detto questo, due cose.
    Corso per istruttori: io ho preso contatto per iscrivermi ma l’anno scorso è saltato. Pare che a febbraio ne facciano un altro: io sono a 50 km da Milano, mi viene comodo. Ho letto il programma e lo trovo utilissimo. Il problema degli scacchi a scuola non è tanto insegnare il gioco ma la multidisciplinarietà, usare il gioco per far crescere altre qualità utili in età scolare, non creare scacchisti ma aiutarli ad utilizzare al meglio le capacità che il gioco aiuta a sviluppare. Per questo esistono parecchi testi utilissimi sulle modalità di insegnamento nelle scuole. Io li ho un po’ tutti (dai metodi classici ai regoli, le fiabe, ecc.).
    Devo dire che dalla mia esperienza ho trovato, nelle scuole, un terreno fertile per gli scacchi: mi pare che manchi chi semina. A parte alcuni scuole nei pressi di Milano , mi pare che le sporadiche apparizioni del gioco nelle scuole sia legato a pochi genitori volontari (che, parlo per me, rischiano tra l’altro di fare danni: insegnare a bimbi di quella età non è semplice) non coordinati tra loro. Manca un metodo comune. Manca un intervento della federazione, un coordinamento. I circoli locali pensano molto a coltivare i proprio tornei serali, i loro iscritti ma, mi pare (a parte qualche eccezione) non abbiano la volontà (o forse la capacità, intesa come disponibilità di mezzi e uomini) per curare la divulgazione del gioco.
    Scusate la lunghezza e la disgressione e grazie a chi cura questo sito che tanto fa, invece, per divulgare tutta la bellezza del nostro gioco.

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      Giuseppe 19 Dicembre 2013 at 12:39

      Pienamente d’accordo che manca un coordinamento da parte della federazione. Basterebbe almeno mandare un questionario per fare un po’ il punto della situazione ai livelli regionali e nazionale. Non costerebbe nulla, ma non si fa neanche questo. L’attenzione della federazione è esclusivamente rivolta all’interno, alle cose che funzionano già. Nessuna voglia non dico di espandersi, ma almeno di aiutare i circoli in difficoltà. L’esperienza nelle scuole della mia provincia (Bari) è invece completamente diversa dalla vostra. A marzo i campionati studenteschi erano a 10′ di auto da casa, così andai a salutare gli amici degli altri circoli. Le scuole rappresentate si contavano con le dita di una mano, eppure siamo una provincia molto popolosa. Veramente sconfortante. Fra una chiacchiera e l’altra il responsabile provinciale (con alle spalle una lunga esperienza) mi confermava che, se non hai un aggancio ai massimi livelli, nelle scuole non ci metti piede. Il che corrisponde alla mia esperienza di presidente di società: sono tre anni che porto locandine e progetti nelle scuole della mia città (che sono tante, perchè la città è grande), ma non si è mai concretizzato nulla. Da qualche mese a questa parte mi limito a mandare le email, giusto per scrupolo, tanto non serve a nulla. Da quello che scrivete voi, è evidente che ci sono differenze da una provincia all’altra.

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        Roberto Messa 19 Dicembre 2013 at 14:42

        Mi sembra di ricordare che nel 2011 o 2012 la FSI fece (o meglio tentò) un censimento dei corsi di scacchi nelle scuole italiane, ma a detta di uno dei responsabili della Commissione Didattica Giovanile e Scuola molti istruttori (soprattutto quelli che operano nelle realtà più piccole) non aderirono all’invito, perché per vari motivi non volevano dare troppa pubblicità ai loro corsi!
        Comunque è vero che ci sono grandi differenze da una provincia all’altra, per esempio a Barletta credo si facciano centinaia di corsi, al punto che la città pugliese è considerata da almeno un decennio uno dei migliori esempi a livello nazionale.
        Nella provincia di Brescia invece è stato un singolo istruttore, ma molto dinamico e motivato, a coinvolgere nel giro di pochi anni 20 o 30 scuole di vari paesi (per un totale di circa cento corsi nell’anno scolastico 2013-14); la cosa buffa è che nessuno di questi corsi si tiene a Brescia città: a volte sembra facile trovare l’attenzione di scuole, insegnanti e genitori, altre volte a 10km di distanza sembra tutto impossibile.

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    The dark side of the moon 18 Dicembre 2013 at 19:16

    E’ verissimo ciò che dici Gianmarco!
    Meno male che c’è ancora gente che la pensa come te perchè purtroppo mi è capitato di osservare molti “addetti ai lavori” che manco ti rivolgono la parola se non sei minimo 1N o meglio ancora CM.
    Gente che non fa niente per niente e che aspetta che gli scacchi siano resi obbligatori da qualche legge.
    Signori con “la puzza sotto al naso” dannosi per chi cerca in qualche modo di avvicinarsi a questa disciplina.
    Purtroppo non hanno ancora capito che se tutti coloro che giocano a scacchi avessero il loro stesso atteggiamento ben presto si ritroverebbero a giocare da soli.
    PS.
    Se hai da darmi qualche consiglio riguardo le tue primissime lezioni è ben accetto 😉

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      fds 18 Dicembre 2013 at 20:27

      Non sono Gianmarco, ma a suo tempo ho fatto lo stesso vostro percorso (figlia in 4a elementare) e una delle insegnanti mi chiese di fare un corso per i bambini delle due classi nelle quali lei insegnava. Per fortuna avevo già una discreta esperienza come istruttore giovanile.
      Per la didattica in senso stretto, intesa come programma da svolgere, affidati a una delle recenti pubblicazioni specialistiche.
      Intervengo solo per sottolineare una cosa che forse è ovvia e tieni già ben presente.
      I bambini hanno un grado di attenzione limitato nel tempo: la chiacchierata teorica, la lezione esplicativa, seppur fatta in maniera brillante non deve superare i 15-20 minuti, poi iniziano ad annoiarsi e non seguono più. Pertanto ad ogni lezione fai prevalere la parte ludica, quindi il lavoro di gruppo (di coppia sarebbe meglio) con la messa in scacchiera di quanto appena presentato, che seguirai muovendoti tra i banchi intervenendo ogni qualvolta necessario.
      Buon divertimento.

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    Marramaquis 18 Dicembre 2013 at 20:06

    Grazie a te, Gianmarco, e non devi scusarti proprio di nulla. Anzi. La tua magnifica e disinteressata esperienza non fa che confermare, purtroppo, tutte le impressioni e le considerazioni contenute nel mio articolo di inizio dicembre “Scacchi, campioni e ….”.
    Ribadisco anch’io che l’obiettivo dell’insegnamento degli scacchi non dev’essere “creare scacchisti” ma “curare la divulgazione del gioco” e che, a questo fine, occorrerebbero più volontà e, soprattutto, più coordinamento negli interventi e più unità d’intenti .
    Siamo sulla stessa identica linea, Gianmarco, anche se tu hai più coraggio e capacità di me perché sei “al fronte”, mentre io mi muovo nelle estreme retrovie.
    Tantissimi auguri a te e ai tuoi ragazzi!

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      Marramaquis 18 Dicembre 2013 at 20:09

      E grazie, naturalmente, anche a “The dark …”, che speriamo di rileggere qui.

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    INSALA' 18 Dicembre 2013 at 20:23

    …Cari Gianmarco e “Dark side” avete centrato perfettamente il PROBLEMA scacchi in Italia:i circoli non fanno “rete”(anzi!) per non parlare dell’imprinting “culturale” dei soliti ambientucoli(dire elite è un eufemismo!).Vedremo, ora, come si muoverà la FSI in seguito al pronunciamento dell’Unione Europea riguardo il progetto “scacchi a scuola”;l’esempio ideale da seguire è quello della Turchia.

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    Jas Fasola 18 Dicembre 2013 at 20:38

    Da un articolo sulla stampa scacchistica polacca („Mat”, la rivista della Federazione) di inizio anno.
    L’articolo e’ molto lungo e comprende un’intervista al presidente di un circolo di giochi logici (soprattutto scacchi) di un paese di circa settemila abitanti e la risposta del Presidente della Federazione polacca.

    Domanda (al presidente del circolo)
    Ci dica come funziona la collaborazione con le strutture locali e centrali della Federazione. Avete sostegno o dipendete solo dalla vostra energia per andare avanti?

    Risposta
    Non mi immaginavo un simile rapporto. La nostra attivita’, essendo anche circolo associato alla Federazione, e’ stata notata. Percio’ ci aspettavamo qualche sostegno. La realta’ e’ stata un’altra. Finora non abbiamo avuto nessun aiuto se non due libri.
    Piu’ avanti si va piu’ ci sono barriere. Non sono per noi tornei come “Ultima Chance” o il campionato della Macroregione. Oltre una settimana di gioco, con costi di vitto, alloggio e anche dell’accompagnatore. E’ questo sport o business?
    Nei nostri dintorni molte iniziative scolastiche hanno chiuso. Le scuole organizzano corsi per alcuni mesi, e dopo? In un comune qui vicino una associazione aveva organizzato una sezione di scacchi per i bambini. Ho parlato con il presidente, la sezione non esiste piu’. Costi per i tornei, iscrizioni, licenze, viaggi…

    La risposta del presidente della Federazione polacca.

    Domanda
    Il presidente del circolo di un paese dice che non ha nessun sostegno da parte della Federazione. Non puo’ la Federazione aiutare in questi casi?

    Risposta
    Talvolta mi capita di incontrare qualcuno che si attende che la Federazione dia direttamente contributi a qualche circolo, ma questo non e’ possibile considerando come si sostiene la stessa Federazione, che ottiene i fondi da tre fonti. Per primo il Ministero dello Sport, che si occupa solo dello sport con alte prestazioni. Abbiamo anche soldi da sponsor, che finanziano campionati importanti e i migliori talenti. La terza fonte sono i pagamenti dell’ambiente scacchistico (circoli e giocatori). Da dove si possono prendere soldi per sostenere direttamente singoli circoli? Non possiamo utilizzare fondi del Ministero o degli sponsor, che riceviamo per fini specifici. Ritengo che sia inoltre una cattiva idea sostenere qualche circolo a costo di altri circoli o giocatori.

    Domanda
    Allora quali vantaggi ai circoli da’ l’attivita’ della Federazione?

    Risposta
    Sosteniamo i circoli indirettamente attraverso la promozione e la costruzione di prestigio e buona atmosfera intorno agli scacchi. Mostrare attraverso i media e decision makers che gli scacchi servono sia ai giovani sia alla societa’ e’ senza prezzo per tutto l’ambiente.
    Un aiuto diretto va solo ai migliori giocatori, a qualsiasi categoria di eta’ appartengano. Spesso sono giocatori di circoli di paese! I migliori ricevono aiuto dalla Accademia Scacchistica Giovanile…
    Inoltre ci sono altre iniziative, come un progetto pilota con il Ministero dell’Educazione, “L’educazione attraverso gli scacchi a scuola”. Grazie a questo ci saranno 200 classi di scacchi in tre regioni, per oltre quattromila bambini.

    Qui il sito del circolo con l’articolo (in polacco ovviamente)
    http://www.krawiec-adam.pl/portal/KLUB/

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    Franco Trabattoni 19 Dicembre 2013 at 00:40

    Mi associo ai complimenti di molti, soprattutto per l’entusiasmo e per la disponibilità disinteressata. Ai miei tempi anch’io ho avuto parecchie esperienze di insegnamento degli scacchi, a vari livelli di età e di competenze (fino a qualche anno fa la federazione mi dava anche un tesserino di istruttore). Poi ho smesso, per varie ragioni. Tra cui, non ultima, la seguente. Benché alla fin fine l’unico vero lavoro che ho fatto e faccio nella vita è quello dell’insegnante (come dice un simpatico insegnante di Domenico Starnone, “qualcuno mi ha rinchiuso a scuola da piccolo e non mi ha più lasciato andare”;) trovo l’insegnameno degli scacchi davvero molto difficile e molto impegnativo. Se conosci bene, ad esempio, la matematica, magari come didatta non sei un fulmine, ma riuscirai a fare comunque un lavoro decente. Se invece sai giocare bene a scacchi, questo non significa ancora niente sul piano didattico, perché la maggior parte delle tue competenze di giocatore non sono utilizzabili. Conta molto di più in questo caso, “saper insegnare” gli scacchi. E a mio parere si tratta di una cosa piuttosto complessa, che non si improvvisa, che richiede studio e tempo (e infatti gli amici intervenuti qui sopra fanno frequente riferimento alla bibliografia). Dunque, largo a coloro che in questo campo sono i veri “maestri”.

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      Gabbiere di parrocchetto 19 Dicembre 2013 at 19:46

      Acuta e profonda osservazione questa del Professor Trabattoni: a scacchi infatti per l’ottenimento di risultati di rilievo sono utili anche quelle qualità caratteriali che negli sport praticati a livello agonistico aiutano sempre… tenacia, costanza, furbizia e psicologia, aspetti tutti che secondo la didattica tradizionale spesso vengon tenuti -non senza ragione- in minor conto.

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        INSALA' 19 Dicembre 2013 at 20:22

        …la furbizia non è una qualità e c’entra poco con l’agonismo, quello vero! Questa è la prima cosa da insegnare…seguire le REGOLE, sempre.

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    Jas Fasola 1 Gennaio 2014 at 14:26

    il sito di una scuola di scacchi di Kalisz in Polonia
    http://szachmistrz.pl/oferta.html

    Szkoła = scuola
    Przedszkole = asilo (da 4 anni)

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    Mongo 1 Gennaio 2014 at 16:45

    Notiziona: abbiamo ingaggiato un grande maestro e presto pubblicheremo le sue lezioni di scacchi. 🙄

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      Jas Fasola 1 Gennaio 2014 at 17:52

      grande quanto? 1,90 ? :mrgreen:

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    The dark side of the moon 7 Gennaio 2014 at 21:50

    Mongo, ci devo credere?
    Se poi non è vero ci rimango male e non ti rivolgerò più la parola per 1 mese.
    T’ho avvisato 😈

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      Mongo 7 Gennaio 2014 at 23:34

      @The dark side of the moon: Ci stiamo organizzando per la pubblicazione del materiale. La prima lezione sarà pronta prima della fine del mese. Parola! 😎

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        The dark side of the moon 8 Gennaio 2014 at 21:08

        Grandioso 😯

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    Jas Fasola 8 Gennaio 2014 at 19:21

    Non c’è un’anima buona, che abbia fatto almeno il corso per istruttori base, che possa fare un articoletto dando indicazioni a chi ha la ventura di insegnare ai bambini gli scacchi (papà, zii terze nazionali etc)su come farlo?

    Ho appena letto sul sito del forte MF Francesco Bentivegna un articolo molto interessante in cui il GM Mikhalcisin sottolinea tra le altre cose che sarebbe un grave errore insegnare ai giovani(addirittura agli scacchisti intermedi ma non so cosa significhi questo termine) la Difesa Francese. E quindi? Solo 1. e4 e5, eventualmente Siciliana e Scandinava? E poi da cosa si comincia, dalle aperture o dai finali?

    http://fidetrainer.it/teoria/errori-comuni-dellistruttoretrainer/

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      The dark side of the moon 8 Gennaio 2014 at 21:08

      http://www.federscacchi.it/sii/documenti/gbalac_doc1_Corso%20I%20Liv.pdf
      http://www.federscacchi.it/sii/documenti/gbalac_doc2_Corso%20II%20Liv.pdf

      Quelli sopra sono due links di programmi di 1 e 2 livello del corso base di istruttore messi a disposizione dall’istruttore federale Giovanni Balacco sul sito della federazione.
      Come potrai vedere le aperture non sono trattate nello specifico.
      Penso che lo scopo di un istruttore di livello base sia quello di far appassionare l’alunno al gioco degli scacchi.
      E’ quello che sto cercando di fare io nella classe di mia figlia attenendomi al programma sopra.
      L’alunno che deciderà in futuro di giocare a scacchi nelle competizioni ufficiali dovrà per forza di cose cercarsi un tutor coi requisiti necessari dotato possibilmente del titolo da Maestro FIDE ed oltre (IM, GM) e con questo avviare un percorso didattico che lo porti ad affrontare i primi tornei a livello agonistico.

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        Jas Fasola 8 Gennaio 2014 at 21:33

        Questi non sono i link a un corso base di istruttore, ma ai due primi corsi per chi impara il gioco.
        Per fare tornei non è necessario da un corso base saltare a un trainer. Ci sono anche i corsi nei circoli e si può fare da sè se non si hanno particolari mire. Mi chiedo però se dopo il corso base (inteso come principi fondamentali del gioco) il tizio che tiene il corso successivo abbia un minimo di conoscenze pedagogiche per poter indirizzare i discenti (uso questo termine perchè Mikhalcisin non faceva riferimento solo ai giovani).

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          Jas Fasola 8 Gennaio 2014 at 21:35

          … quelle conoscenze che portano, ad esempio, a sconsigliare la Francese (immagino perché troppo strategica).

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            The dark side of the moon 8 Gennaio 2014 at 22:37

            Si, questi sono corsi basi per imparare il gioco e possono essere tenuti da istruttori iscritti all’albo FSI e giocatori di categoria nazionale, i corsi per categorie nazionali sono tenuti da Maestri Fide e/o Maestri Internazionali.
            Per quanto riguarda questi ultimi penso che un Maestro FIDE o IM sappia che insegnare la francese ad una 3N o 2N sia controproducente proprio per il titolo che lo contraddistingue da un “normale” istruttore, quindi le conoscenze pedagogiche per capire certe cose devono per forza far parte del bagaglio tecnico dell’istruttore di secondo livello.
            Cosi mi pare di aver capito.

            • avatar
              Jas Fasola 9 Gennaio 2014 at 12:01

              Ho trovato un lavoro di un istruttore polacco per i corsi delle prime tre classi elementari.

              http://mkarasinski.pl/_cms/files/A_Modzelan_Praca_magisterska.pdf
              Pag. 63 sono 120 ore per corso (4 ore per settimana).

              szachownica=la scacchiera
              bierki= i pezzi
              końcówki = finali
              teoria debiutów = teoria delle aperture
              nauka samodzielnej pracy = insegnare a lavorare da soli
              analiza partii rozegranej przez uczniów= analisi delle partite giocate dai bambini
              wybrane zagadnienia z ,,Kodeksu szachowego’’
              = questioni specifiche del codice degli scacchi
              zagadnienia kombinatoryczne = combinazioni

              Le aperture vengono insegnate dal secondo anno, in cui due ore sono assegnate per insegnare a studiare da soli le aperture.

              Agli ultimi mondiali under 8 senz’altro dopo 1. e4 la risposta più giocata è stata 1. … e5 ma al secondo posto forse c’è proprio la francese (talvolta la variante Rubinstein, che semplifica il gioco).

  19. avatar
    Jas Fasola 28 Maggio 2014 at 14:12

    Conferenza a Varsavia “Scacchi a scuola” il 7 giugno.

    Tra gli argomenti “scacchi negli asili”, “scacchi con alunni di particolari capacita’”, “scacchi con bambini che hanno bisogno di particolari attenzioni educative” etc.

    Finalmente potro’ capire cosa ho sbagliato da piccolo 🙂
    Quando lo scopriro’ ve lo faro’ sapere 😉

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