George Koltanowski, avventure di un Cavaliere errante

Scritto da:  | 9 Febbraio 2014 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
George Koltanowski 1
Le leggende che circolano nel mondo degli scacchi sono parecchie, e la maggior parte di esse sono gigantesche bufale.
Il maggior “creatore” di bufale scacchistiche è senza dubbio George Koltanowski, il quale, nelle numerose pubblicazioni scacchistiche a sua firma, ha sparato cazzate incredibili, quasi mai supportate da elementi concreti. Una per tutte, quella riguardante Vera Menchik la quale, a dire di Koltanowski (nel suo “With the Chess Masters”), giocò al torneo di Mosca del 1935 battendo Euwe due volte.
George (a volte si trova la scritta “Georges”;) nasce il 17 settembre 1903 ad Anversa, in Belgio, da genitori di origine polacca e di fede ebraica. Cittadino belga a tutti gli effetti, George presta servizio militare nell’esercito passando il tempo, come lui racconta, a pelare patate. Aveva appreso il gioco a 14 anni, osservando il padre ed il fratello maggiore seduti davanti ad una scacchiera, e rivelò ben presto una straordinaria capacità di giocare alla cieca.
Abbandonò senza indugi la professione di intagliatore di pietre preziose per passare al professionismo scacchistico, e la sua prima apparizione sul palcoscenico internazionale avvenne a Merano nel 1924. Giunse nella città altoatesina a rimorchio del connazionale Edgar Colle con l’intenzione di giocare un torneo sussidiario, ma venne inserito in quello principale (nel quale giocavano anche i nostri Rosselli e Miliani, penultimo ed ultimo), finendo nella parte bassa della classifica. L’esperienza, tuttavia, fu proficua, anche perchè la vittoria contro Colle e la patta contro Tarrasch (un Tarrasch, tuttavia, ormai da tempo sul viale del tramonto) lo rafforzarono nella convinzione di poter fare degli scacchi la sua fonte di guadagno. L’anno precedente, inoltre, aveva vinto il campionato belga, cosa che ripeterà nel ’27, nel ’30 e nel ’36.
Nel 1937, ad Edimburgo, stabilì il record mondiale di simultanee alla cieca (34 partite), ed iniziò a girare il mondo esibendosi in questa specialità. Allo scoppio del conflitto mondiale si trovava in Guatemala, e questo lo salvò dalla misera fine della maggioranza dei suoi parenti, che scomparirono durante l’Olocausto. Nel 1940 si recò a Cuba per una delle sue innumerevoli esibizioni pubbliche, venne notato dal console statunitense, e si vide offrire un visto d’ingresso negli USA che lui accettò con entusiasmo.
Nel 1946 giocò, a Pittsburgh, nell’ Open USA, che all’epoca si disputava con tornei di qualificazione round-robin e con un torneo finale, ma non riuscì a qualificarsi per la fase successiva. L’anno seguente riuscì a convincere la Federazione USA ad adottare, per l’Open annuale, il sistema svizzero, e venne quindi nominato responsabile per quella edizione ed anche per le successive. Nel 1944, frattanto, aveva conosciuto Leah, che poi divenne sua moglie e con la quale si stabilì a San Francisco; frattanto, gli era stata riconosciuta la cittadinanza statunitense.
Nel 1950, quando la FIDE istituì i titoli di Grande Maestro e di Maestro Internazionale, a Koltanowski venne attribuito il titolo minore, mentre quello di Grande Maestro gli verrà riconosciuto honoris causa nel 1988.
Nel 1952 venne arruolato come riserva nella squadra statunitense all’Olimpiade di Helsinki, nel corso della quale giocò due partite, pattandole entrambe, contro il fortissimo Kotov e contro l’ungherese Florian. Tre anni dopo, per i tipi della McKay, pubblicò uno dei numerosi libri di “memorie”, Adventures of a Chess Master, dove raccontò aneddoti in gran parte inventati o deformati, com’era sua inveterata abitudine. Nel ’60 la FIDE lo nominò Arbitro Internazionale, e nel ’74 venne eletto presidente della Federazione USA., carica che ricoprì senza infamia e senza lode.
Il passare del tempo non aveva scalfito le sue prodigiose qualità mnemoniche, e negli anni della terza età le sue esibizioni preferite, oltre a quelle abituali delle simultanee alla cieca, erano quelle che contemplavano il cosiddetto “giro completo di Cavallo”, l’esercizio che contempla 64 mosse di Cavallo che vadano a coprire una sola volta ogni casa della scacchiera.
theKnightsTour.jpg
Koltanowski aveva ideato una variante che complicava notevolmente la faccenda; era quella che coinvolgeva il pubblico presente all’esibizione e che, ad ogni mossa di Cavallo che Koltanowski eseguiva su una lavagna divisa da una griglia 8×8, indicava cosa scrivere su quella casa: un nome, un numero di telefono, una parola, una data di nascita, eccetera. Terminato il giro di Cavallo, “Kolty” (così era stato soprannominato nell’ambiente) osservava la lavagna per tre o quattro minuti, poi si girava verso il pubblico voltando le spalle alla lavagna, ed invitava gli spettatori a “chiamare” una casa, ad esempio “f3”, e ripeteva il contenuto di quella casa, fino all’esaurimento delle 64 case. Era anche in grado di snocciolare in sequenza il contenuto di una traversa, una colonna o una diagonale.
Non soddisfatto, complicò il tutto esibendosi su DUE lavagne, fino a quando, a 80 anni di età, a Palo Alto, si esibì addirittura su TRE scacchiere, commettendo due errori immediatamente corretti da lui stesso.
Knight's tour
Morì nel 2000, quasi centenario, a causa di un collasso cardiaco.
George Koltanowski 2
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a George Koltanowski, avventure di un Cavaliere errante

  1. avatar
    fds 9 Febbraio 2014 at 22:26

    Insomma, un cialtrone con la memoria prodigiosa :mrgreen:

  2. avatar
    paolo bagnoli 9 Febbraio 2014 at 22:41

    Be’, cialtrone proprio no, ma sicuramente dotato – oltre che di memoria – anche di notevole… ehm… fantasia. Il suo livello di gioco da torneo era certamente quello di un MI, ma non – altrettanto certamente – di un GM.

  3. avatar
    Mongo 9 Febbraio 2014 at 23:09

    Nel sistema Colle esiste una variante che porta il nome del nostro: la variante Koltanowski.
    1. d4, d5; 2. Cf3, Cf6; 3. e3, e6; 4. Ad3, c5; 5. c3, …;
    mentre la variante più ‘tranquilla’, la Zukertort, prevede: …; 5. b3, …;
    Giocavo il Colle, entrambe queste varianti, ma la mia preferita era proprio la variante Koltanowski.

    • avatar
      Jas Fasola 9 Febbraio 2014 at 23:17

      anche la mia…
      ma era veramente di origini polacche? forse aveva un altro cognome?

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    Enrico Cecchelli 10 Febbraio 2014 at 09:19

    Koltanowski doveva essere un bel personaggino….A proposito di Colle e del campionato belga nel 1922 ad Antwert i giocatori di Anversa fecero una vera e propria “combine” tra di loro per non far vincere il titolo nazionale a Colle
    arrivando a farsi dare matto in due mosse ( appunto nella Boruchowitz – Koltanowski con 1)f3 e5 2)g4 Dh4 matto ) o accordandosi con patte combinate per favorire questo o quel giocatore che in quel momento fosse meglio piazzato in classifica. A dispetto di questi miserevoli sotterfugi il grande e sfortunato Colle vinse il campionato con mezzo punto dei distacco su Koltanowski.

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