Il 27 gennaio è “il giorno della memoria”. Voglio raccontarvi una storia poco conosciuta nel mondo scacchistico, ma che potrebbe ispirarvi alcuni pensieri decisamente contraddittori.
Il 27 gennaio 1898 nasceva a Herford, un paesino della Westfalia oggi divenuto un’importante cittadina grazie alla base NATO sviluppatasi nelle immediate vicinanze, Erich Ernst Zepler, secondo figlio di Martin Zepler e Flora. Erich aveva un fratello maggiore di nome Hans; nonostante la loro appartenenza alla piccola comunità ebraica locale, i coniugi Zepler diedero ai figli, come è evidente, nomi del tutto estranei alla tradizione “biblica” (nessun Salomon o Abraham, dunque).
Il padre Martin era il medico del paese, la famiglia viveva in una piacevola villetta ai margini dell’abitato, villetta che ospitava anche la farmacia e lo studio medico dove Martin visitava, a lume di candela, i pazienti, mentre svolgeva le visite a domicilio recandosi a piedi nelle varie abitazioni.
Nel 1902 la famiglia Zepler si convertì al cristianesimo, e poco dopo si spostò, dopo aver fatto battezzare i figli, ad Evingsen, una cittadina a circa duecento chilometri di distanza. Erich apprese il gioco degli scacchi mentre frequentava la scuola elementare in quest’ultima località, approfondì la conoscenza del gioco e già a quattordici anni si dilettava a comporre problemi scacchistici, soprattutto “diretti” in tre o più mosse, ma non disdegnava la composizione di studi.
In quegli anni Erich conobbe, per pura coincidenza e per corrispondenza, Adolf (Ado) Kraemer, di due mesi più giovane, anch’egli appassionato di composizione scacchistica, ed i due ragazzi avviarono una collaborazione che si protrasse negli anni.
Erich Zepler, terminato il normale cursus di studi, inizio a frequentare le università di Bonn e Wuerzburg presso le facoltà di Fisica e Matematica, materie nelle quali eccelleva fin da ragazzo. Si laureò ed si lanciò nello studio di progettazione di apparecchi radio, che, in quegli anni, rappresentavano “il futuro”. Negli anni dal ’23 al ’32 iniziò, in un piccolo laboratorio nella Foresta Nera, la progettazione e produzione di apparecchi radio in società con un ex collega universitario, ma in Germania e nel mondo intero stavano sorgendo autentici colossi del settore, e la modesta attività avviata dai due incontrò parecchie difficoltà, tanto che, nel ’27, Erich avviò una personale collaborazione con la Telefunken nel settore dei ricevitori radio.
Nel ’33 Hitler prese il potere, e le vessazioni nei confronti dei cittadini tedeschi di “razza” ebraica divennero molto pesanti. In più, Erich seppe dell’arruolamento volontario dell’amico Ado Kraemer prima nelle Camicie Brune ed in seguito nelle SS, ma ciò non raffreddò i loro rapporti di carattere scacchistico. Poi, nel ’35, la situazione per gli ebrei tedeschi raggiunse limiti intollerabili ed Erich (che nonostante la sua “cristianità” veniva considerato razzialmente ebraico) decise di trasferirsi in Gran Bretagna dove, grazie alla sua competenza nel settore dei ricevitori radio, iniziò una collaborazione con la società Marconi.
Nel settembre del ’39, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Zepler (che era ancora cittadino tedesco) venne internato quale “cittadino di potenza ostile”, ma i britannici non vollero farsi sfuggire la sua competenza nel settore delle radiotrasmissioni, gli concessero la cittadinanza, ed Erich Ernst divenne Eric Ernest, assumendo il ruolo di docente presso il Collegio Universitario di Southampton (che in seguito divenne una vera e propria Università).Negli anni bellici Eric pubblicò un testo fondamentale relativo alla progettazione degli apparecchi radiofonici, e collaborò in tale settore con l’Università di Cambridge fino al ’46. Poi, dal 1947, gli venne affidata la cattedra di Elettronica (che, in quel periodo, veniva considerata “materia avveniristica” a Southampton.
Ado Kraemer, nel frattempo, incarcerato in Germania come appartenente alle SS, venne rintracciato da Eric e fu anche grazie all’interessamento di quest’ultimo che poco tempo dopo venne scarcerato, ed i due, ripresa la collaborazione scacchistica, pubblicarono a doppia firma nel 1951 Im Banne des Schachproblems, un testo fondamentale per la guida alla costruzione di problemi scacchistici.
I due appartenevano a quella che venne battezzata come la “scuola logica” del problemismo scacchistico, e produssero parecchie decine di problemi “diretti”, dilettandosi di tanto in tanto nella produzione di originali studi di finale.
Kraemer morì a Berlino il 25 giugno del 1972, mentre Eric Zepler scomparve il 13 maggio 1980 nella sua patria di adozione.
Non vedo grandi contraddizioni, anzi questa bella storia giustifica il nostro motto: Gens Una Sumus!
Sim, realmente uma bela història. Bravo Bravo Bagnoli.
Gran bella Storia… Grazie per avercela fatta conoscere. 😎
Ado Kraemer era considerato un genio della composizione.
Mi piace ricordare questo matto in due mosse semplice ed essenziale ma
di grande spettacolarità. Bianco : g2,g3,Dc1, Tc3, Td2, Rh5
Nero:Rh2
Soluzione :1) Tc8!,Rxg3 2)Dc7 matto
Be’, anche Zepler non scherzava. Ho in mente un finale di Torri e Pedoni dove, al Circolo, il Bianco abbandona (2 Pedoni contro 6 e posizione tranquilla, senza matti in vista) e nella quale il Bianco riesce a pattare mediante un procedimento “logico” con una serie di mosse “illogiche”.
E’ vero ! grazie per le tue solite splendide rivisitazioni!
io ho trovato questa patta
Bianco : h2, g5, f5 Rf2, Te1
Nero: a4, b4, c6, d5, h7, h3, Ra8, Tc5
1)g6, hxg6 2)f6, d4 3)Th1!!, Tf5+ 4)Rg1 Txf6 patta !
Nel testo che ho consultato non esistono i Pedoni g5 (B) e h7 (N) e si parte con la tua seconda mossa. A parte la genialità della soluzione, notevolissime sono le varianti alcune delle quali giungono a dare la vittoria al Bianco!
Ogni giorno che apro questo blog mi domando: ma come fate a conoscere tutte queste storie?
Siete fantastici!
bellissimo racconto e ‘contraddittori’ i pensieri che mi sono sorti leggendo che i due amici (l’uno SS e l’altro perseguitato) diedero alle stampe un libro di studi (tra l’altro dalla copertina bellissima).
riguardo allo schema riportato io ho trovato un matto in cinque mosse:
1.Ag2 (l’alfiere corre in aiuto per costruire la rete di matto mentre il bianco é costretto a mantenere la sua regina a guardia di a2 e b4)
… (Db3 2.Ad5) b5
2.Dc5+ Ra4
3.Ad5 b4
4.Ta2+ Dxa2
5.Dxb4#
anch’io , al di là di tutto , sono rimasto colpito dalla bellissima grafica della copertina .
MAI PIU’ !
Desidero ringraziare Paolo per questo importante ricordo che si riallaccia idealmente a quello pubblicato un anno fa, in questo identico giorno, da parte del Professor Berni: questo il link.
Aggiunto un video con note che sicuramente toccheranno qualche cuore…
Il mio certamente, anche perché mia nipote piccola si chiama così. Paolo in versione S.H. Grande.
Mai piu’
davvero ?
ricordo una strepitosa vignetta di Altan .
un suo personaggio ( che non mi sembra pero’ Cipputi” )
che dice e asè stesso
La storia insegna per poi rispondere a sé stesso
Ha tutta da imparare quella .
Giust giustissimo il giorno della memoria
ma quante più piccole Auschwitz oggi nel 2015 contiamo nel mondo ?
Avevo inviato alla Redazione un racconto che speravo pubblicato oggi ed intitolato “Solomon”. Evidentemente non è stato ritenuto all’altezza. Vi ringrazio comunque per la ripubblicazione di questo pezzo della cui esistenza mi ero quasi dimenticato e la prossima volta tenterò di fare meglio.
MAI PIU’!
Un abbraccio a tutti
Paolo
Paolo, ti prego di accettare le mie più doverose e sentite scuse. Il tuo stupendo racconto è già in bozza da tempo, se sei d’accordo lo possiamo pubblicare dopodomani, oggi ci sembrava comunque necessario riproporre anche questo…
con stima e amicizia
Martin
Se sono d’accordo? Io sono SEMPRE d’accordo sulle scelte della MegaRedazione, e le scuse non sono necessarie (scuse di cosa?). Grazie della considerazione e scusate il disturbo.
Interessante. Soprattutto il fatto che l’ex perseguitato di origine ebrea si sia dato da fare per l’amico ex SS – dimostrando che in fondo parecchi dei “convinti nazisti” dell’epoca potevano essere perdonati perchè forse non consapevoli fino in fondo degli orrori del regime…
Sarebbe da far leggere a colui che , a proposito di un altro scacchista “nazista”, il giovanissimo Junge, aveva postato l’atroce commento “ha fatto la fine che meritava”…
” in fondo parecchi dei “convinti nazisti” dell’epoca potevano essere perdonati perchè forse non consapevoli fino in fondo degli orrori del regime…” 😯
NO COMMENT
Per favore, cerchiamo di non essere prevenuti. Abbiamo nel caso di Junge un ragazzino che fin da bambino è stato indottrinato pesantemente dal regime: come possiamo pretendere che potesse sviluppare una forma di critica nei confronti del regime stesso? E poi: siamo certi che in Germania TUTTI sapessero degli orrori dei lager? non credo…
Pensiamo anche a parecchi intellettuali di sinistra italiani, che da giovani aderirono entusiasti al fascismo e alla RSI, per poi pentirsene e cambiare bandiera politica nel dopo guerra… nomi? Fo, Scalfari…
Se pensi di riuscire a trovare il tempo di leggere (e anche
lacapacita´di comprenderlo) ti consiglio di leggere
il libro dello storico Daniel Goldhagen I volenterosi carnefici
di Hitler , pubblicato da Mondadori . Li´ troverai spiegato
come la magggioranza dei tedeschi fosse consapevole .
lordste, chi ha voluto ti ha capito, chi non ha voluto no 🙂
Grazie Jas, ero certo che tu e altri avessero compreso, purtroppo non tutti qui hanno la voglia e pazienza di leggere e capire, chiusi dai loro preconcetti…
Non sono intervenuto prima per evitare polemiche inutili.
Sull’argomento in questione ognuno è libero di pensarla come più gli fa comodo; c’è persino qualcuno che predica la falsità dell’olocausto.
Aggiungo che condivido le tue affermazioni in quanto sotto certi regimi (nazismo, stalinismo, fascimo) anche il solo non condividere al 100% le idee ed i fatti compiuti dal leader di turno (meglio dire: dittatore), voleva dire ‘Siberia’.
Inoltre all’epoca della seconda guerra mondiale, la stragrande maggioranza dei soldati era fatta da uomini ignoranti (analfabeti, contadini, ragazzi) che dovevano da buoni soldati solo obbedire agli ordini senza farsi domande.
Chiudo ponendo a tutti questa semplice domanda: è più criminale il militare che ha obbedito all’ordine di aprire la ‘doccia’ o l’equipaggio che ha obbedito all’ordine di salire sull’Enola Gay e sganciare quella ‘bombetta’?
…ti rispondo con un’altra domanda:è più criminale Chrys Kyle o il Guerillero Heroico (definito in un saggio “una macchina per uccidere” che scrisse:” il rivoluzionario dev’essere capace di trasformarsi in una fredda macchina di morte ???
Non si risponde ad una domanda con una domanda.
Il Guerillero Heroico mai disse la frase che tu riporti; certo è che lui non era Cristo!
In guerra è lecito sparare contro il nemico, ma mai contro i civili e la croce rossa.
Che la guerra sia una cosa stupida è senza discussione.
> Non si risponde ad una domanda con una domanda.
😉
…”Il Guerillero Heroico mai disse la frase che tu riporti”… sicuro? Eppure Pierre Kalfon… 😉
Ringrazio per la ripubblicazione. Un abbraccio a tutti e, ancora una volta, MAI PIU’!
Se dico che il tema del bel racconto di Paolo
mi ricorda “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman ,
vinco un bambolotto di pezza ?