Lezioni di scacchi

Scritto da:  | 27 Gennaio 2014 | 23 Commenti | Categoria: Lezioni di scacchi

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Ogni miglioramento nasce dal divenire consapevoli di una debolezza e dal possedere mezzi per rimediarvi”.

Impariamo ad imparare

Lo sviluppo di un giocatore di scacchi è simile alla costruzione di un puzzle: dapprima tutto è caotico e senza forma, poi, con attenzione e perseveranza, le tessere iniziano ad ordinarsi lasciando intravedere sempre meglio cosa esse rappresentano. Il periodo richiesto dipende certamente dal talento che si ha, ma è altrettanto vero che anche un buon metodo è indispensabile.

Ciò che bisogna imparare bene all’inizio, non sono tanto cose particolari, quanto idee generali: bisogna saper riconoscere le caratteristiche del gioco “sano”, e saper riconoscere i principi da cui nasce, per poterli poi utilizzare nelle nostre partite.

Una partita a scacchi, come disse qualcuno che la sapeva certamente lunga, è in essenza un confronto di idee che per essere efficace necessita di:

  • idee
  • conoscenza di mezzi e modi per affermarle.

In queste due semplici proposizioni è racchiuso il segreto degli scacchi e, badate bene, non è retorica.

Lo scopo della serie di lezioni che presenteremo è di aiutare il lettore a conoscere, oltre i principi generali del gioco, i motivi che caratterizzano il cosiddetto “mediogioco”, la parte più ricca della partita e per questo di maggior difficoltà di comprensione.

L’individuazione dei motivi tattico-strategici che lo compongono, la loro valutazione e sfruttamento sono essenziali per “giocare bene” a scacchi: li definiremo con sufficiente cura con “partite modello” che li presentano in forma abbastanza pura, evitando la co-presenza di altri motivi che possano complicarne la comprensione.

Impareremo, affinando la nostra capacità di giudizio, a formulare un piano conseguente (strategia) ed anche la coerenza necessaria nella scelta delle mosse (tattica), per supportarlo.

Saper valutare significa capire al meglio cosa accade sulla scacchiera per poter agire nella maniera appropriata.

I finali e le aperture saranno trattati di sfuggita e solo per puntualizzare come anche in queste fasi operino molti dei principi generali che descriveremo. È molto importante conoscere o meglio “sentire” tali principi, così lo studio di finali ed aperture, sui quali esistono ottimi manuali, sarà senz’altro più facile e naturale: non sarà più tanto la memoria (fallibile) a guidarci, ma il comune buon senso e la comprensione (meno fallibili).

Riassumendo, cercheremo d’imparare i fondamentali del gioco ed i motivi strategici che lo caratterizzano; impareremo ad evitare dannose perdite di tempi, di creare debolezze gratuite; impareremo a mantenere una formazione di pedoni favorevole al finale, a semplificare la posizione quando un certo vantaggio è raggiunto, senza temere, come tipicamente accade ai principianti, di cambiare i pezzi quando è utile. È opportuno notare che se anche abbiamo giocato in funzione di un piano, però “non adatto” alla natura della posizione, in genere, nulla di positivo potremo ricavarne: ma impareremo anche che un cattivo piano è meglio che “nessun piano”.

Avere un piano significa fare qualcosa sulla scacchiera che, per quella disposizione di pezzi, avrà un’alta probabilità di essere realizzato: non può dipendere solo dalla nostra volontà, il “cosa fare” sarà sempre largamente determinato dalla realtà della scacchiera.

Il nostro primo obiettivo sarà imparare, non a scegliere, tra gli adatti, il piano migliore, ma a saper scartare con sufficiente certezza ciò che proprio non potrà funzionare (senza la collaborazione dell’avversario, almeno…). Scontato il raggiungimento dell’obiettivo, saremo allora in grado di avere una “rosa” ristretta di piani tra cui scegliere: sarà sufficiente trovare qualcosa che potrà funzionare bene e che, preoccupando l’avversario, ci permetterà di conquistare l’iniziativa. Saremo noi quindi, con minacce tattiche o strategiche, ad imprimere una direzione al gioco; quando ciò accade, il nostro piano (anche se non è il migliore) si rivela almeno superiore a quello avversario e, a scopo pratico, ciò è largamente sufficiente.  Ovviamente non è tutto così facile: mentre un piano buono o anche discreto trionferà facilmente su di uno cattivo, non è detto che troveremo spesso cattivi piani contro cui spadroneggiare!

La realtà più comune è che il confronto avviene di solito tra strategie “quasi” equivalenti, per cui, crescendo la nostra esperienza, non basterà più scartare i piani cattivi, ma dovremo imparare a scegliere tra i “quasi equivalenti”, quello più adatto alla posizione  (o all’avversario) e che con maggior efficacia possa essere condotto a termine. Oltre al gioco pratico che è essenziale per sviluppare questo istinto, il corso accelererà tale processo e non lo farà di certo enumerando varianti su varianti o analizzando minuziosamente questa o quell’apertura.

Dobbiamo imparare, prima di scendere in analisi approfondita della posizione, a valutarla con un metodo “generale” che ci permetta di decidere quasi “a priori”, se vale la pena o meno d’imbarcarsi nel duro lavoro dell’analisi concreta della variante.

Buon lavoro.

Il Re

 Fra tutti i pezzi questo deve essere preso in speciale considerazione: da una parte è il pezzo focale del gioco, d’altra parte per lunghi periodi deve espletare dei compiti davvero modesti se non vuol dar esca ad attacchi contro di lui.

Ovviamente è inutile assegnargli un punteggio poiché esso non può essere scambiato con altri pezzi. Nel finale quando il pericolo di un attacco è diminuito, il Re può mostrare i suoi poteri; la sua attività si incrementa bruscamente e diviene un importante fattore strategico del gioco.

L’esperienza ha mostrato che la forza del Re è superiore a quella di un pezzo minore ma inferiore a quello di una Torre.

Gli scopi strategici connessi col Re nel finale (centralizzazione, opposizione etc. ) non sono qui studiati perché tratteremo solo del problema del Re nel mediogioco.

Benché il Re in genere resta passivo fino al finale, vi sono dei casi nei quali porta il suo contributo direttamente in un attacco da matto, o appoggiando l’avanzata dei pedoni o anche preparando uno sfondamento.

In ogni caso, ripetiamo, il Re può osare solo quando non può essere coinvolta la sua sicurezza, cioé in genere quando le Donne sono state scambiate ed esso può anche rinunciare all’arrocco per centralizzarsi subito.

L’Arrocco

In molte partite entrambe le parti proteggono il Re con l’arrocco, generalmente nell’apertura.

L’arrocco, non solo dà protezione al Re, ma determina frequentemente l’andamento strategico del gioco. Per esempio, quando vi sono gli arrocchi eterogenei (uno corto, uno lungo), nasce di frequente una violenta battaglia con assalto reciproco di pedoni e pezzi sull’ala in cui è arroccato il Re avversario. Perciò a volte, quando si è in inferiorità di sviluppo, si cerca di ritardare l’arrocco fino al momento in cui non lo fa l’avversario; così, arroccando dalla sua stessa parte, si diminuisce di molto la violenza dell’eventuale attacco.

Szabo – Bisguier (Buenos Aires 1955)

1.d4 d5 2.c4 c6 3.Cf3 Cf6 4.Cc3 e6 5.e3 Cbd7 6.Ad3 Ad6 7.e4 dxe4 8.Cxe4 Cxe4 9.Axe4 Cf6 10.Ac2 Ab4+ 11.Ad2 Axd2+ 12.Dxd2 0–0 Questa posizione è molta favorevole al Bianco: ha la superiorità al centro ed un Alfiere molto attivo rispetto a quello nero che ha poche prospettive di unirsi alla lotta. Il problema è di trovare l’esatto piano per esplicitare questo vantaggio. Nella stessa posizione Trifunovic (un giocatore “tranquillo”) con il Bianco contro Bisguier scelse l’arrocco corto, permettendo all’avversario di eguagliare il gioco. Szabo fa meglio e sceglie l’esatto piano strategico: l’arrocco sul lato di Donna, come premessa di un forte attacco che porrà il Nero sotto grande pressione.

 13.Ce5 Dc7 14.0–0–0 c5 Reazione logica, ma troppo di routine… Indubbiamente meglio sarebbe stato 14…b5! con l’idea di assicursi una solida base per il Cavallo in d5, benché perfino così il Bianco è superiore dopo 15. c5, poiché l’Alfiere nero resta chiuso all’interno del suo schieramento.

 15.De3 b6 Cambiare i pedoni con 15…cxd4 16. Txd4 avrebbe solo aiutato l’attacco bianco. La mossa del testo, comunque, preclude ogni contrattacco sulla colonna dell’Alfiere di Donna.

 16.dxc5 bxc5 Il finale dopo 16…Dxc5 17. Dxc5 bxc5 18. f3 è estremamente favorevole al Bianco; il pedone “c” nero è debole e la vicinanza del Re bianco al centro è un fattore importante.

 17.g4 Tb8 18.Thg1 Db6 Non è giocabile 18…Cd7 a causa di 19. Cxd7 Axd7 seguito da Dd3.

19.b3 Tb7 20.g5 Ce8 

diagramma 1

21.Axh7+ ! Rxh7 22.Dh3+ Rg8 23.Tg4 1–0 Il matto minacciato sulla colonna di Torre non può essere evitato: 23…f6 24. Th4 fxe5 25. g6.

Questa partita ha dimostrato come l’arrocco su un lato possa preludere ad un attacco sull’altro.

A volte, comunque, un giocatore ha un tale vantaggio di spazio che l’arrocco è possibile perfino dalla parte dove si intende avanzare con i pedoni, benché tale strategia non è esente da rischi a causa delle debolezze che le spinte di pedone lasciano alle loro spalle.

Molto frequentemente un attacco sul Re avversario è l’oggetto di un piano strategico. Spesso naturalmente questo è solamente una parte di alcuni altri motivi strategici, come lo sfruttamento di una colonna aperta; a volte è esso stesso parte determinante del piano.

Quindi a volte si attacca perché se ne hanno i motivi strategici, altre volte è l’idea dell’attacco che ci spinge a tentare di creare (dopo l’idea) tali motivi.

Nel seguente esempio la strategia della parte attaccante implica il forzare il nemico all’arrocco in posizione esposta, da dove poi poterlo facilmente attaccare.

Alekhine - Winter (Londra 1931)

Alekhine – Winter (Londra 1931)

In questa posizione il Nero ha una migliore formazione di pedoni; se solo egli potesse completare lo sviluppo ed arroccare corto, le sue prospettive sarebbero davvero buone, ma Alekhine sfrutta con energia il vantaggio di tempo (che insieme al materiale ed allo spazio formano gli elementi per giudicare una posizione nella sua completezza): con le due mosse successive riesce a prevenire l’arrocco corto del Nero facendogli abbandonare ogni speranza di una partita tranquilla. Fatto questo, il suo piano sarà quello di sfruttare la posizione esposta del Re nero.

La cosa da notare è che Alekhine nel suo sacrificio di pedone si è lasciato guidare da considerazioni di carattere generale, non poteva certo calcolare esattamente tutte le possibilità cui andava incontro.

12.d5! exd5 13.0–0 0–0–0 Non c’è tempo per l’arrocco corto poiché su 13… Ae7 segue 14. Te1. Il Re nero deve muoversi in una posizione dove non riceve molta protezione dai suoi pedoni.

14.Axc6 bxc6 15.Tb1 Dc7 16.Da4 Td7 17.Ad2! Qui ci si poteva attendere 17. Ae3 che però non minaccia nulla; la bella mossa di Alekhine prepara il colpo Aa5.

17… Ac5 18.c4! Rd8 La miglior difesa. Il Bianco minacciava 19. Da6+ Rd8 20. Aa5 Ab6 21. Txb6! che non può essere parata da 18…Ab6 per 19. c5! Axc5 20. Da6+ ecc.

19.Aa5 Ab6 20.Axb6 axb6 21.Da8+ Lo scopo di questa mossa non è di guadagnare il pedone “b”, ma piuttosto di liberare la casa a4 per la Torre bianca. Nello stesso tempo il Bianco si prepara a togliere al Nero la casa di fuga e7.

21… Dc8 22.Da3! Db8 23.cxd5 cxd5 Dopo 23…Txd5 24. Tfd1 Te8 25. Txd5+ cxd5 26. Td1 Te5 27. f4 e il Bianco ha ugualmente un forte attacco.

24.Tb4! Dd6 25.Te1 Chiaramente 25.D∂a8+ Re7 26. D∂xh8 sarebbe una sciocchezza perché allontana la Donna da dove occorre.

25… Tc7 Se 25…Te7 26. Td1! con l’idea Db3.

26.Db3 Te8 27.Td1 Te5 28.Txb6 Tc6 29.Txc6 Tg5+ Ovviamente non 29… Dxc6? per 30. Db8+ e la Te5 non c’è più!

30.Rh1 Dxc6 31.Te1 Df6 32.Db8+ Rd7 33.f4 Tg6 34.De8+ Rc7 35.Tc1+ Rb6 36.Tb1+ Rc5 37.Db5+  1–0

Illustriamo il concetto di posizione esposta per la sua importanza con un altro esempio.

Crediamo che il gioco combinativo sia inizialmente molto utile a chi impara e vuol progredire, per il semplice motivo che per imparare a nuotare bisogna entrare in acqua: chi lo esegue deve destreggiarsi fra molte varianti e sforzarsi per andare in profondità più di quanto sia richiesto nelle posizioni normali.

Tartakower – Burn (Karlsbad 1911)

1.e4 e5 2.f4 Ac5 3.Cf3 d6 4.fxe5 Ovviamente questo cambio non può essere raccomandato: l’apertura della colonna di Donna aumenta la mobilità del Nero. Il Bianco non trae alcun utile dalla colonna “f” aperta, finché l’Ac5 impedisce l’arrocco, perciò egli intende giocare c2-c3 e d2-d4, ma tale manovra è dubbia e l’intera apertura ha davvero un numero troppo elevato di mosse di pedone. In questa partita il Nero fa risaltare con evidenza le mancanze dell’avversario.

4…. dxe5 5.c3 Cc6 6.b4 La scopo di tale mossa non è chiaro, dato che 7. b5 non guadagna il pedone (per 7… Ca5 8. Cxe5 Dh4+), inoltre non aiuta lo sviluppo e compromette i pedoni “b” ed “e”.

6…. Ab6 7.Ab5 Cf6 Diretto contro il pedone di Re privato del suo “supporto” ideale: il Cavallo di Donna. In tale posizione il Nero fa bene ad attaccare il pedone di Re piuttosto che difendere il suo, poiché dall’apertura della colonna di Re si avvantaggerà lui solo, infatti, potendo arroccare, può occupare con la Torre la colonna prima che il Bianco possa portare il Re al riparo.

8.Cxe5 Era meglio proteggere e4 con la Donna o con il pedone.

8…. 0–0! L’inizio di un attacco brillante. Sia che cambi l’Alfiere o il Cavallo, il Bianco è superato.

9.Cxc6 Dopo 9. Axc6 bxc6 10. Cxc6 De8 il Nero vince; anche 10. d4 perde poiché il Nero guadagna due pedoni dopo 10… Cxe4 11. 0-0 Cxc3!. È interessante osservare come la debolezza bianca in c3 è stata sfruttata.

9…. bxc6 10.Axc6

Alt! Non proseguite. Fermatevi per scoprire quale sarà la prossima mossa del Nero.

diagramma 3

10… Cxe4!! Ora il Bianco non può prendere né il Cavallo né la Torre. Nel primo caso Dh4+ forza il matto in poche mosse, nel secondo, Af2+ seguita da Ag4+ o Aa6+ guadagna la Donna.

11.d4 Df6 ! 12.Axe4 Dh4+ 13.Rd2 Dxe4 14.Df3 Dh4! 15.g3 Non Dxa8 per Df2+ e guadagno della Donna, per il successivo scacco di scoperta con l’Alfiere c8.

15…. Dg5+ 16.De3 Dd5 17.Te1 Ag4 18.Rc2 a5 19.bxa5 Txa5 20.Aa3 c5 Il Nero smantella la posizione dei pedoni bianchi. I suoi Alfieri e le sue Torri sono padroni del campo.

21.dxc5 Txa3! 22.Cxa3 Oppure 22. cxb6 Txa2+ 23. Txa2 Dxa2+ 24. Rc1 Af5. Il resto non ha certo bisogno di commento.

22…. Axc5 23.De5 Af5+ 24.Rb2 Db7+ 25.Rc1 Axa3+ 26.Rd2 Td8+ 27.Re3 Td3+ 28.Rf2 Df3+ 29.Rg1 Td2 30.Db8+ Af8 0–1

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Ringraziamo la rivista ‘Torre & Cavallo – Scacco‘  ed il direttore Roberto Messa per averci messo a disposizione questo materiale da lui pubblicato nel 1998, con il titolo di ‘Lezioni per il giocatore dilettante‘.

Noi ci siamo limitati a rendere più scorrevole il testo ed ad apportare le correzioni del caso.

(1. continua)

avatar Scritto da: Mongo (Qui gli altri suoi articoli)


23 Commenti a Lezioni di scacchi

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    nikola 27 Gennaio 2014 at 14:45

    da dilettante quale sono per me questi articoli sono molto preziosi e vanno a toccare le difficoltà che si incontrano in sede di torneo (a differenza della problemistica da tavolino). attendo le puntate successive. grazie sentite per l’iniziativa :)

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    Jas Fasola 27 Gennaio 2014 at 16:00

    Ma come… il nostro grande Tartakower trattato in questo modo da Burn?

    A me 6. b4 non dispiace. 6. … Ab6 7. b5 Ca5 e ora il Cavallo Nero è relegato quasi fuori dal gioco. Basta non mangiare in e5.

    Poi 10. … Cxe4 (dice Houdini) è molto meno forte di 10. … Cg4! 11. De2 (11. d4 Dh4+ 12. g3 Df6 minacciando il matto e attaccando l’Ac6)Ce5! 12. Axa8 (meglio limitarsi a perdere l’alfiere) Ag4 e la Donna bianca è persa.
    In partita il Bianco poteva difendersi meglio con 15. Rc2.

    Nel gioco combinativo è così… si pensa di aver giocato la migliore e c’era ancora una mossa più forte 🙂

    Quindi… se vi siete fermati davanti al diagramma e avete trovato Cg4! siete davvero forti tatticamente 😯

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    The dark side of the moon 27 Gennaio 2014 at 17:15

    Fondamentale saper leggere la posizione….
    La principale differenza tra un forte giocatore ed un dilettante sta proprio in questo.
    Se sai leggere la posizione automaticamente molti piani li scarti e quindi puoi calcolare meglio ciò che è veramente utile calcolare.
    Il tutto naturalmente richiede una grande conoscenza di tutti gli elementi tattico-strategici presenti nella posizione.
    Detto niente… 😕

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    Luca Monti 27 Gennaio 2014 at 17:28

    Ottima media grande Mongo.Terzo articolo nell’ultimo mese: una intervista,un capitolo della gara di soluzione e la tua rivisitazione di oggi.
    Come un abile chef,giochi con gli ingredienti più disparati per proporre succulente pietanze;sempre.
    Ti saluto e ti abbraccio forte forte.
    Tuo
    Luca Monti

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    alfredo 27 Gennaio 2014 at 18:06

    tempo fa una certa Rossella :oops: chiedeva come poteva imparare a giocare a scacchi .
    questo pezzo di Mongo sarebbe già un ottimo inizio

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    Michele Panizzi 29 Gennaio 2014 at 01:09

    Vorrei comprare Torre e Cavallo ,
    le lezioni apparse sulla rivista sono tutte nei numeri del
    1998 o arrivano fino al 99 ?

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      Mongo 29 Gennaio 2014 at 11:50

      @Michele Panizzi: Queste lezioni sono uscite, una al mese, dall’ autunno 1998 e con puntualità svizzera ogni mese, per una trentina di numeri.
      Se sei interessato, chiedi il mio indirizzo e-mail alla Redazione, posso fotocopiartele o inviarti, una volta completati, i files che uso per impaginarle oppure te le puoi scaricare una ad una direttamente su PDF.

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    The dark side of the moon 29 Gennaio 2014 at 11:13

    Ho analizzato un po le 3 partite…
    Partita 1: Szabo ha giocato in maniera veramente impeccabile.
    Partita 2: Alekine è stato “fortunato”:8.Aa5?! e 9.Axb6?! sono mosse deboli che di fatto annullano il vantaggio del bianco.
    Winter però sbaglia giocando successivamente 12…,cxd5? invece che 12…,Txd5 (con possibile seguito 13.Tfd1,Te8 14.Txd5+,cxd5 15.Td1,De5! e non Te5? come suggerito nel testo che sarebbe un errore.
    Comunque Alekine ancora una volta non ne approfitta giocando 13.Tb4?! anziché 13.Tfc1.
    Anche 15…,Te8?! di Winter è debole: meglio 15…,Tc6.
    Poi con 17…,Tc6?? si chiudono i giochi.
    Partita 3: 9.Cxc6? è la peggiore che Tartakower potesse giocare, meglio 9.Cf3 o addirittura 9.Axc6 (che come detto nell’articolo sarebbe stata comunque perdente).
    Eppoi con 10…,Cg4! (anzichè 10…,Cxe4)il bianco può abbandonare.
    Premetto che ho analizzato con l’ausilio del pc ma penso si era capito 😆

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      Jas Fasola 29 Gennaio 2014 at 11:50

      Szabo ha attaccato in un modo stupendo 😯

      Qualche tempo fa su un libretto polacco ho visto le ultime mosse della partita Alekhine-Johner, Zurigo 1934
      http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1007984

      Posizione alla 44esima mossa
      44. e5!!dxe5 45. d6! c5 46. Ae4! Dd7 47. Dh6! 1-0

      “A naso” mi sembrava incredibile che il Nero non avesse niente di meglio, ecco per Hou:
      44. e5 (! per il libretto, !? per Hou) dxe5 (44. … Cd7= per Hou; 44. … fxe5 45. f6 Dxf6 46. Dxg4+ Rh8 47. Ae4+- per il libretto 47. … Dh6= Hou) 45. d6 c5?? (cxd6 46. c5 d5 47. Ab3 Dd7 48. Dg4 Rh7 49. Dh5 Rg7=) 46. Ae4+-
      Anche nelle note alla partita indicate nel sito non c’e’ niente al riguardo. Insomma, per tre quarti di secolo sembra non si siano viste le difese del Nero. Forse perché’ il Bianco era Alekhine? Le tue note alla partita con Winter mi sembra rafforzino questa supposizione.

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    nikola 29 Gennaio 2014 at 11:43

    Non voglio assolutamente fare polemica (anzi) ma l’analisi con l’ausilio del computer che viene fatta di alcune partite (qui e altrove) un po’ si scontra con il senso dell’articolo, il quale mira a sottolineare l’importanza della individuazione di un piano e la conseguente scelta di mosse logiche per portarlo a termine. Talvolta non è la bontà delle mosse che conta bensì la capacità di condurre la partita imponendo le proprie idee (e questo se mi permettete, capita anche nelle partite odierne e non solo in quelle del passato). Personalmente mi sono piaciuti molto i commenti e le parole usate nell’introduzione e poco mi importa se (l’ho fatto io stesso) ho trovato mosse migliori con i vari Fritz o Houdini. Capita che durante il gioco si riescano a trovare le mosse del pc, ma poco servono se nella nostra testa non sono accompagnate da una chiara lettura della situazione e dalla consapevolezza di dove vogliamo arrivare. In pratica, Alekhine ha vinto imponendo il suo gioco e facendo in modo che il suo avversario non capisse come trovarvi rimedio.

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      Jas Fasola 29 Gennaio 2014 at 11:59

      Hai ragione sul senso dell’articolo, ma se si parla di tattica il piano di gioco si dovrebbe essere gia’ realizzato. E se la tattica non e’ corretta e’ stato inutile avere scelto il piano di gioco giusto. Quindi sono importanti tutti e due gli aspetti.

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        nikola 29 Gennaio 2014 at 12:23

        Sono d’accordo che siano importanti entrambi. Però personalmente mi è capitato di vincere partite seguendo un’idea strategica forte e corretta pur utilizzando non sempre le mosse migliori, il viceversa pensa sia davvero difficile da realizzare (a me per esempio non è mai capitato) se non in rari casi, ed in quel caso userei a ragione la parola “fortuna”.

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      Mongo 29 Gennaio 2014 at 12:00

      Ecco, nikola ha centrato in pieno il perché ho voluto riproporre queste lezioni.
      Ben vengano, ci mancherebbe, le analisi dei vari Silvan, Houdini, Fritz, ecc., ma non dimentichiamoci che in partita nessun giocatore, salvo per fortuna rarissime eccezioni, utilizza softwares, ma solo la propria testa. Nella prossima lezione, già in preparazione, parleremo delle torri e dell’importanza di piazzarne, almeno una, in settima (seconda) traversa… Poco importa, per ora, come ci arriva lì, l’importante è il capire perché quella torre deve stare là… Con l’esperienza si troverà anche il miglior percorso possibile da far compiere al nostro pezzo per raggiungere l’obiettivo.

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        nikola 29 Gennaio 2014 at 12:24

        una virtuale stretta di mano e avanti così :)

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    Michele Panizzi 29 Gennaio 2014 at 14:08

    Mongo grazie!
    Ho scritto , come dicevi ,

    ciao,
    Michele .

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    The dark side of the moon 29 Gennaio 2014 at 14:18

    Analizzare una partita col pc ai giorni d’oggi è normale, è chiaro che in partita non potendo usufruire dei motori certe varianti non le vedi ma che c’entra con l’analisi post partita?
    Nella match tra Alekine e Winter bastava che il nero riprendesse di Torre in d5 e la posizione sarebbe stata circa pari, Alekine avrebbe sciupato un vantaggio importante, ma nessuno allora riuscì a trovare la difesa giusta per il nero.
    Perché non c’erano i motori?
    Non penso, se i pezzi bianchi non fossero stati mossi da Alekine sono convinto che i GM di allora avrebbero trovato qualcosa.
    Con Nikola e Mongo non dissento assolutamente su quanto riguarda l’aspetto propedeutico della posizione e il trovare la giusta strategia per imporre il proprio gioco ma se poi tatticamente fai degli errori è giusto che questi vengano segnalati a prescindere dal nome del giocatore.
    Soprattutto in passato, quando non esistevano i motori, mi sembra che certe partite siano state “analizzate” con qualche pregiudizio.
    E Jas Fasola ha ragione a sospettare che questa tesi abbia senso.
    Ragazzi, sia chiaro: odio fare il professorino anche e soprattutto perché non sono un buon giocatore, quindi senza polemica… 😉

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      nikola 29 Gennaio 2014 at 14:37

      ognuno ovviamente è libero di scegliere la via che preferisce e analizzare ciò che gli pare e con i mezzi migliori :)
      dal mio punto di vista però farlo in questo caso in parte svuota di significato il messaggio e i precetti che l’articolo vuole trasmettere. ciò dicendo non dico sia reato trovare al pc le mosse migliori (indipendentemente che le partite siano datate o meno) ma così si tradisce lo scopo che l’autore voleva raggiungere.
      forse me la sto prendendo a cuore perchè è pieno il mondo di libri o siti di analisi mentre è raro trovare chi ti dice come porsi davanti alla scacchiera, ed anche perchè non sono un buon giocatore di torneo ma un discreto analista. io stesso sbaglio durante le partite ponendomi mentalmente la domanda ‘che mossa farebbe ora il computer’ mentre spesso farei meglio a chiuderlo il pc e ad aprire il mio cervello per scoprire quale piano sia da attuare.
      tralasciando le alte sfere credo che le partite di noi mortali si vincano sopratutto mettendo in pratica le idee strategiche più forti e non tanto le singole mosse migliori, ma magari sbaglio ;)

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        danilo 30 Gennaio 2014 at 20:52

        bene! spendida sezione, spero si possa esaudire il nostro desiderio. le analisi dei PC possono essere lasciate alle verifiche a posteriori, giustamente ci interessa migliorare il flusso del nostro pensiero, spero si possa gestire e organizzare al meglio questa sezione, aiutateci con titoli tag e pgn per per poterle conservare e ristudiare comodamente! grazie 1000.!! 😉

        • avatar
          Jas Fasola 30 Gennaio 2014 at 22:13

          l’ideale sarebbe avere partite ok sia strategicamente sia tatticamente 😉

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            danilo 1 Febbraio 2014 at 15:33

            ciao, aggiungo 2 note, se le ritenete inadatte qui, toglietele pure.
            1) l’idea e’ quella di insegnare, in questa lezione, il riconoscimento del piano giusto e scartare quello errato. Tra i lettori ci sono anche semplici 1N, quindi piacerebbe se ci si soffermasse sul perchè questo è meglio di quello.
            2) nota “tecnica”: all’articolo aggiungerei il tag “re esposto”. il tag e’ un etichetta che ci aiuta nelle ricerche degli articoli dove si tratta quel tema, a prescindere che provenga dalla categoria “lezioni” piuttosto che da “partite commentate”. attualmente la ricerca per tag è la piu’ comoda e diffusa ma non esponete una ricerca per tag(tagcloud) ….si lo so, sono un rompiballe… 😉 comunque grazie.

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    Mongo 30 Gennaio 2014 at 13:37

    Zurigo: Nella prima partita del torneo lampo inaugurale Caruana ha battuto Carlsen. 😛
    Classifica: Carlsen e Aronian 3; Nakamura, Caruana e Anand 2.5; Gelfand 1.5.
    Il primo (Carlsen), il terzo (Nakamura) ed il quinto (Anand) giocano il torneo a tempo lungo con tre bianchi e due neri (in caso di patta prima delle 40 mosse, i due disputeranno subito una partita rapid); il ritorno sarà a colori invertiti, ma a cadenza rapid (25 minuti più incremento).
    web: http://www.zurich-cc.com/home.html

  12. avatar
    Mongo 30 Gennaio 2014 at 23:44

    Ho appena scoperto, su segnalazione del nostro Direttore, che il Terribile Victor sta bene. Se volete vederlo anche voi, basta guardare il video dell’inaugurazione del torneo di Zurigo… E’ seduto, in compagnia della moglie, proprio dietro a Magnus Carlsen… E, ma non ditelo a nessuno, qualcuno lo ha fotografato mentre si gustava un bicchiere di rosso. :mrgreen:

  13. avatar
    Yanez 8 Febbraio 2014 at 11:09

    Info di servizio: domattina sveglia all’alba per tutti!

    …esce la nuova puntata di Mongo dell’acclamata serie Palestra Scacchistica 😉

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