Hypnocheating?!?

Scritto da:  | 5 Febbraio 2014 | 30 Commenti | Categoria: Attualità, Curiosità, Zibaldone
Ipnosi 1
Si parla parecchio di un tal giocatore che, negli ultimi tempi, pare (PARE) aver trovato il sistema di avvalersi dell’uso del computer per infliggere sonore legnate a GM di chiara fama: auricolari nascosti o altre diavolerie del genere.
Per non tornare al famoso toiletgate di un mondiale non troppo in là negli anni, mi ha incuriosito la lettura di diversi articoli piazzati su vari siti scacchistici nei quali si ventila l’idea che Carlsen si avvalga dell’ipnosi per indurre l’avversario a commettere errori.
Lasciando perciò da parte computer ed elettronica varia e scavando nella memoria ho rispolverato vecchie carte che parlavano, appunto, dell’uso dell’ipnotismo per influenzare il gioco dell’avversario.
Pollock, valido giocatore della seconda metà dell’Ottocento, raccontò che in alcuni casi il suo avversario aveva commesso un grossolano errore per poi affermare, in fase di analisi: “Me l’hai fatta giocare tu!”.
Un articolo sull’ipnotismo scacchistico, pubblicato sull’ American Chess Magazine nel numero di ottobre del 1897, diceva: “… Ogni giocatore a volte sente che il proprio gioco è controllato da qualche ‘potere’. Esegue le mosse per poi chiedersi ‘perchè’ le ha giocate… Pianifica una combinazione e, dopo un accurato controllo della linea di gioco, dimentica tutto ed esegue qualche mossa ridicola… Spesso si sente un giocatore dire: ‘E’ strano, volevo muovere l’altro pezzo’ “.
KrogiusL’articolo segnala un fenomeno che a volte si verifica, ma da qui all’ipnotismo ce ne passa; direi che si tratta piuttosto dei fenomeni segnalati da Krogius (qui a destra raffigurato) nella sua famosa pubblicazione sugli aspetti psicologici del gioco ed in effetti l’articolista della pubblicazione americana si dichiara piuttosto scettico per quanto riguarda l’ipnotismo.
Un divertente racconto apparve sette anni prima sulla British Chess Magazine nel quale un lettore affermava di aver tentato di influenzare il gioco dell’avversario mediante la propria forza di volontà. Dopo aver descritto le fasi iniziali della partita questo lettore proseguiva: “… Misi in presa una Torre e, se lui l’avesse presa, gli avrei catturato la Donna e volli, con tutta la mia forza di volontà, che lui la prendesse. Ci pensò sopra parecchio, per poi catturarla con fare esitante. A mia volta gli catturai la Donna (…;) ed il mio avversario, sorridendo, disse: ‘Sapevo che ci saresti cascato. Bello, vero?’ e mi annunciò il matto in tre mosse”.
Francamente, non riesco a collegare questi racconti a supposti “poteri ipnotici” e mi piace riportare l’opinione che Lasker espresse in proposito: “… Può esistere un’arte simile? Assolutamente no. Se esistesse e qualcuno si dichiarasse insegnante di tale arte, avrebbe come clienti il mondo intero senza tuttavia ricavarne alcun vantaggio, visto che i suoi allievi lo ipnotizzerebbero suggerendogli di restituire la tassa di iscrizione”. 
Nel 1981 la famosa rivista sovietica 64 comparve un “saggio” sulla psicologia del giocatore di scacchi. Mescolato a risultati di ricerche effettuate negli anni precedenti, appariva un brano che trascrivo fedelmente: “Abbiamo invitato nel nostro laboratorio l’ex campione mondiale Mikhail Tal, che ha giocato sei partite contro uno dei nostri soggetti (di studio). Quest’ultimo ne ha giocate tre in stato di ipnosi, e gli era stato suggerito di ispirarsi a Paul Morphy (…;) Nelle altre tre egli era nel suo stato normale. Tal ha vinto. Dopo la seduta ha valutato il gioco del soggetto nel modo seguente: ‘ Prima dell’ipnosi il mio avversario conosceva appena il movimento dei pezzi. Sotto ipnosi davanti a me era seduto tutt’altra persona: aggressivo, energico, audace, che giocava al livello di un paio di categorie superiori'”.
Quattro anni dopo, sulla rivista Chess Life, spiccava una pubblicità che recitava quanto segue: “Risultati stupefacenti! Migliorate il vostro gioco mediante Cassette Ipnotiche. Soddisfatti o rimborsati (…;)accludendo un indirizzo californiano al quale rivolgersi. Non conosco i risultati commerciali dell’annuncio.
Volendo tornare alle cose “serie”, sentite come Tarrasch, nel libro da lui dedicato al Torneo di Sa Pietroburgo del 1914, si esprimeva nei confronti del campione mondiale in carica: “Lasker sembra esercitare un certo potere ipnotico nei confronti di parecchi giocatori, quindi è difficile spiegare il perchè guerrieri abituati a vincere, quando si trovano in vantaggio contro di lui, improvvisamente iniziano a giocare per perdere”.
In una pubblicazione firmata da Reuben Fine nel 1951 (The World’s Great Chess Games) il grande giocatore americano, di professione psichiatra, affermava a proposito di Alekhine: “Per un certo lasso di tempo lavorò alla teoria di vincere grazie all’ipnotismo”.
Ed ora torniamo a Carlsen ed alla sua recente conquista del titolo mondiale.
Già nel 2011 Korchnoi, intervistato a proposito di Carlsen, aveva dichiarato: “Non vedo in Carlsen abilità scacchistica (sic!) e non riesco assolutamente a capire come faccia a conseguire questo invredibile successo. Posso imaginare il perchè, ma ciò non ha diretta relazione con gli scacchi” (…;) Nel mondo scacchistico vi sono alcune persone che possiedono incredibili capacità ipnotiche. Non molto tempo fa scrissi in uno dei miei libri che nella storia degli scacchi ci sono stati tre giocatori che potevano (o possono) leggere nel pensiero dei loro avversari: Tal, Mecking e Carlsen. Ciò spiega, io credo, il fenomeno norvegese. Egli legge i pensieri”.
E’ noto il divertente espisodio verificatosi al Torneo dei Candidati del 1959 quando Pal Benko, opposto quel giorno a Mikhail Tal, si sedette alla scacchiera ed inforcò un paio di occhiali scuri “a specchio”, per contrastare il “potere ipnotico” dell’avversario. Tale gesto è stato ripetuto da Nakamura il 12 settembre 2013 alla Sinquefield Chess Cup nel corso della sua partita contro – guarda un po’ – Magnus Carlsen.
Ipnosi 3
Kasparov, commentando le dichiarazioni di Korchnoi, si è detto in totale disaccordo, mentre Morozevich ha commentato scherzosamente: “Certo, pratico regolarmente l’ipnotismo scacchistico, ma senza alcun risultato”.
Resta il fatto che alcuni siti scacchistici (alcuni indiani…;) insistono sulle “capacità ipnotiche” del neo campione mondiale, e secondo tali siti la “prova regina” di tale capacità è l’incredibile errore commesso da Anand nella nona partita del match.
Mah…..
Ipnosi 4
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


30 Commenti a Hypnocheating?!?

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    Renato Andreoli 5 Febbraio 2014 at 21:19

    Molto bello, Paolo, come tutti i tuoi articoli.
    Un mio amico, giovane maestro, a volte mi spiega così certi errori dei suoi avversari:
    – Qui gli ho chiamato la mossa!

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    Zenone 5 Febbraio 2014 at 21:27

    Ho seguito il recente torneo di Zurigo e ho spesso seguito le partite con i video live. Molto di frequente veniva inquadrato Carlen, anche in primo piano, e i suoi occhi mi sembravano tutto tranne ipnotici! 😛

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    Mongo 5 Febbraio 2014 at 23:19

    Beh, il Terribile Korchnoi nel match di Merano si avvalse di due yogi per controbattere la malefatte ipnotiche che gli commettevano contro Karpov ed l suo team.

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    Doroteo Arango 5 Febbraio 2014 at 23:42

    Dopo aver parlato di omeopatia e altre medicine per così dire “alternative” ho anch’io un cosa che vorrei chiedere agli amici medici (Alfredo, Enrico e Bruno in primis) che nobilitano il sito: l’ipnosi ha un suo fondamento scientifico nell’ambito della medicina tradizionale oppure è qualcosa più legato alle pratiche di (auto)suggestione che altro?!?

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      Brunov 6 Febbraio 2014 at 15:16

      Caro “Pancho Villa”, il discorso è molto complesso. Mi limiterò ad esprimere alcuni concetti. Lo stato ipnotico corrisponde ad un determinato tipo di alterazione della coscienza come il sonno fisiologico, il sogno, il terrore notturno, le allucinazioni che compaiono all’inizio dell’addormentamento o alla fine di esso (dette rispettivamente a. “ipnagogiche” e a. “ipnopompiche”;), il sonnambulismo, per arrivare agli stati di trance o semi trance, agli stati di estasi, alle percezioni extrasensoriali (ESP)ed ai vari tipi di coma. Come si vede, questi stati di coscienza alterata possono essere fisiologici, parafisiologici o francamente patologici. Possono essere spontanei o indotti.
      L’ipnosi è solitamente indotta (dall’ipnotista) mediante atti o manovre specifiche. Fu di moda nella seconda metà dell’Ottocento, quando si cominciò a capire qualcosa di più sul funzionamento del cervello. Un neurologo molto noto a quel tempo, Jean-Martin Charcot, direttore della Clinica parigina della Salpétrière, utilizzò il metodo dell’ipnosi per curare molte psiconevrosi, in particolare l’isteria, attraverso l’induzione di una regressione psichica cui doveva far seguito una “catarsi” ossia una liberazione attraverso la presa di coscienza di fatti traumatici avvenuti per lo più in età infantile. Un suo famosissimo allievo, Sigmund Freud, adottò il metodo catartico per la cura di tali nevrosi, senza però ricorrere all’ipnosi, che considerava non utile ed anche nociva. La catarsi si potè così raggiungere con le metodiche tipiche della psicanalisi (interpretazione dei sogni, associazione delle idee, studio dei lapsus ecc.). Con il diffondersi della psicanalisi e la sua evoluzione ad opera ad esempio di Adler e di Jung, l’ipnosi venne quasi del tutto abbandonata, rimanendo confinata in pratiche parascientifiche, nel mondo dello dello spettacolo (in teatro o in TV)quando non addirittura utilizzata a scopi truffaldini, anche, purtroppo, talora, da medici senza scrupoli. Attualmente gli studi sull’ipnosi continuano ad essere condotti da pochi e ben selezionati gruppi scientificamente validati. Per tali motivi sconsiglio vivamente i pazienti di utilizzare tale metodo per guarire da malattie o disturbi di vario genere.

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        Doroteo Arango 6 Febbraio 2014 at 20:57

        Grazie Brunov… era proprio quel che desideravo sapere 😉

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          Brunov 6 Febbraio 2014 at 21:44

          Lo so che era quello che desideravi. Ho infatti praticato la lettura del tuo pensiero a distanza tramite la “teleipnosi”. Se ci fai caso, nel primo pomeriggio intorno alle 14,30 ti sei sentito un po’ “strano”, vero?

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      Brunov 6 Febbraio 2014 at 15:31

      Vorrei comunque esser chiaro. Non rifiuto il metodo ipnotico (“ipnositerapia”, non “ipnoterapia” = cura del sonno)a priori. Anzi è un campo estremamente intrigante, ma purtroppo anche minato, come del resto le medicine alternative e addirittura la parapsicologia, nei suoi vari aspetti. Ma proprio per questo, prestandosi a distorsioni di vario genere, va utilizzata da professionisti di grande serietà ed esperienza. Sono disponibile ad approfondimenti se qualcuno mi porrà dei quesiti ai quali io possa essere in grado di rispondere.

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    The dark side of the moon 6 Febbraio 2014 at 10:52

    Casomai servisse una cavia sarei disposto…magari salgo un paio di categorie :mrgreen:
    Penso che più che ipnotismo certe persone posseggono l’arte di capitalizzare al meglio tutto ciò che fanno aiutati magari con appositi esercizi di training autogeno o meditazione trascendentale etc.
    PS.
    Premesso che l’ipotetica influenza ipnotica si riferisca a certi livelli di gioco che non mi competono, anche a me è capitato più di una volta di non giocare linee che avevo analizzato e che mi avrebbero portato a dei vantaggi importanti ma penso che fosse dovuto al fatto dell’insicurezza tipica del mio carattere 😥

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    INSALA' 6 Febbraio 2014 at 19:43

    Oggi siamo soliti chiamare ipnosi un fenomeno che è sempre stato conosciuto, seppur sotto altri nomi sin dalle origini della storia umana.Si tratta di una NATURALE modalità di funzionamento di tipo protettivo del Sistema Nervoso che è proprio del mondo animale e che nell’uomo è andato assumendo valenze squisitamente psicosomatiche. Ognuno di noi sarebbe, forse, in grado di sperimentare l’ipnosi se tale potenzialità non andasse gradatamente perduta o attenuata nel corso dello sviluppo sia per le condizioni di maturazione del Sistema Nervoso (prevalenza delle funzioni corticali) sia per le modalità educative e di allevamento del bambino (soprattutto nelle culture occidentali).Ma cosa è l’ipnosi? Tra le tante definizioni (tutte valide visto che si embricano tra loro a costituire l’approccio Pluridimensionale) ho scelto quella più calzante per il nobilgiuoco:” particolare STATO DI COSCIENZA modificata che si ottiene adottando determinati comportamenti tecnici nel contesto di una relazione interpersonale che coinvolge anche il corpo e presenta specifiche caratteristiche fenomenologiche”. Detto questo, un conduttore di pezzi (altresì noto come scacchisa)potrebbe essere anche un IPNOTISTA? Certo che sì soprattutto se a conoscenza di particolari modalità comunicative definite TECNICHE INDUTTIVE. E, allora, sotto questa nuova luce gli SCACCHI potrebbero definirsi come un particolare STATO PSICO-FISICO che, evocato da un soggetto INDUTTORE (es. conduttore dei Bianchi o Neri)in un altro soggetto INDOTTO (es. conduttore dei Bianchi o Neri) decorre, si svolge, si modifica e si intensifica nel corso del rapporto tra i 2 soggetti (induttore ed indotto). Tale stato può variare in relazione alla tecnica comunicativa adottata, la disponibilià del soggetto “indotto” e (sorpresa delle sorprese!?!) l’ABILITA’ dell'”induttore”. Bella questa definizione del nostro gioco, vero?….P.S. L’ipnosi in partita viva e i computer biologici (a Dna)per lo studio casalingo, rappresentano il futuro non troppo lontano degli scacchi. Naturalmente con le Nanotecnologie si potrà barare alla grandissima.Benvenuti nella nuova era Carlsen!!

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      Doroteo Arango 6 Febbraio 2014 at 20:58

      Grazie Insalà, adoro questo sito perché, come ripete spesso Alfredo, si respira cultura in ogni poro: scacchistica e …non solo! 😎

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    INSALA' 6 Febbraio 2014 at 20:58

    Mi tocca l’ingrato compito del Bastian contrario e contrappormi ai novelli Virchow. Come ho già detto in un mio precedente post l’ipnosi è una POTENZIALITA’ INNATA del Sistema Nervoso. Il recupero di tale potenzialità individuale POTREBBE( sottolineo potrebbe)costituire un importante mezzo di cura naturale realizzabile con relativa facilità e sarebbe particolarmente utile nelle attuali condizioni di vita. Ma per ottenere ciò è innanzitutto necessario che la si smetta, ad ogni livello, di formulare nei confronti della medicina “non ufficiale” giudizi a priori siano essi apologetici o denigratori. Ricordiamo ai più che l’ ipnosi non è magia ma è considerata la madre, seppur disconosciuta, di tutte le forme di PSICOTERAPIA DINAMICA a partire dalla psicoanalisi. Detto questo, gli “addetti ai lavori”, dovrebbero sapere che l’ipnosi ha svariati campi di applcazione: nella ricerca sperimentale, in ambito diagnostico( in diagnosi differenziale l’ipnosi può costituire un ausilio come elemento di agevolazione e di ampliamento nell’indagine di dinamiche sottese a sintomatologie psicogene e anche come test di per sè proiettivo),in terapia ( in associazione con altri presidi),in ambito internistico (con prudenza può essere utile nelle sintomatologie algiche o in presenza di altre alterazioni cinestetiche),in ambito di patologie psichiatriche e dei disagi relazionali,in ambito chirurgico (quale pre-medicazione, quale riduzione nel dosaggio di farmaci anestetici, quale ausilio alla riduzione delle complicanze, per un miglioramento del decorso post-operatorio con possibile accorciamento delle degenze), in ambito odontoiatrico (riduzione dell’ansia e della secrezione salivare),in ambito ostetrico(varie fasi della gravidanza quale ausilio alla migliore accettazione della stessa ,quando occore o quando è a “rischio”, sino alla espletazione del parto e all’allattamento) nella riabilitazione funzionale( ausilio a riduzione del dolore) in ambito psico-somatico( attraverso le componenti psichiche e somatiche che sono proprie dello “stato-relazione” ipnotica) e potrei continuare ancora. Cosa voglio dire con questo “papello”: semplicemente che il Medico deve riappropiarsi della propria autonomia culturale ed esercitare lo spirito critico visto che gli studi sperimentali, il cuore della EBM, sono in mano alle case farmaceutiche. Basta vedere cosa stanno combinando con i vari cut-off (vedi, per es., l’abbassamento costante del valore della colesterolemia per ampliare la gaussiana) e ho detto tutto!…P.S. ritornando agli scacchi, per quanto detto sopra sull’ipnosi il nobilgiuoco, potenzialmente, rientra tranquillamente nei campi di applicazione.Quindi eviterei ironie sull’occhialuto Nakamura!

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    alfredo 6 Febbraio 2014 at 21:17

    non entro sull’argomento Ipnosi .
    condivido pero’ in pieno l’osservazione di INSALA’ sui livelli di riferimento della colesterolemia ( e lo stesso si puo’ dire per i valori della pressione arteriosa).
    il costante , progressivo decremento dei valori ” consigliati” è pro domo solo della farma.co .
    oramai si curano pazienti che non sono malati affatto , e che verosimilmente non si ammaleranno mai .
    in realtà di per sé l’ipercolesterolemia e l’ipertensione arteriosa non possono essere considerati di per sé malattie vere o proprie ( se non in alcuni casi) ma “fattori di rischio” .
    per ridurre il ” rischio” si medicalizza un paziente , facendogli correre tutti i rischi reali che gli effetti collaterali , e non sono pochi , che questi farmaci comportano .
    la migliore prevenzione sarebbe semplicemente il controllo del peso corporeo , 15-20 minuti di passeggiata a passo svelto al giorno .
    ma sappiamo bene come funzionano le cose .
    regalìe ( soprattutto viaggi per ” convegni” in realtà turismo ) in cambio di prescrizioni .
    una delle poche cose di cui vado fiero è di aver ridotto al minimo i miei rapporti con i rappresentanti .
    se voglio fare un viaggio lo faccio a spese mie .
    se voglio aggiornarmi idem
    aderisco a questo gruppo :
    http://www.nograziepagoio.it
    sul sito di questo gruppo molte informazioni su questo punto, per me molto importante

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      Brunov 6 Febbraio 2014 at 22:19

      Cari Alfredo e INSALA’, sono pienamente d’accordo con quanto da voi rilevato, soprattutto per quanto riguarda la necessità che il medico abbia una mente aperta a tutto ciò che non è “ufficiale”. Ancor più d’accordo sul fatto che la Evidence Based Medicine (EBM) è perfettamente funzionale non solo agli interessi delle Multinazionali del Farmaco ma anche alla dittatura culturale angloamericana imposta dalle riviste scientifiche dominanti, guarda caso, tutte pubblicate in tali paesi. E’ odioso sentire nei convegni e nei congressi medici i nostri rappresentanti mentre usano termini inglesi quando vi è la disponibilità di termini nostrani anche più precisi e, ancor peggio, quando si italianizzano termini inglesi 😥 . Cosa ne è della nostra bella cultura greco-latina? Si dice, sono lingue morte. Morte un cavolo! Morti saranno loro con i loro schematismi, le loro semplificazioni da pallottoliere, le loro rozzezze che decapitano ogni sfumatura 😡 . Per tornare alla necessità di essere aperti a ciò che non è standardizzato (vedete? ci sono cascato anch’io :oops: ) e omologato (medicine alternative ecc.), richiamerei la famosa frase “Vi sono più cose in cielo e in terra di quanto la tua filosofia possa comprendere” (Amleto). Bisogna però stare attenti a non cadere nel vizio opposto, ossia di credere acriticamente a quanto non è scientificamente provato. Equilibrio quindi, equilibrio aristotelico e metodo galileiano! 😎

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        INSALA' 7 Febbraio 2014 at 16:08

        …sicuramente l’equilibrio aristotelico e il metodo galileiano aiutano a mantenere la barra dritta ma non bastano.Serve un’implementazione.Ad esempio è possibile approcciarsi ad una patologia anche con un atteggiamento “non-classico” (perchè non ancora sostanziato da dimostrazioni sperimentali) come quello delle DINAMICHE CAOTICHE.Pur con queste limitazioni l’insegnamento delle Dinamiche Caotiche è un Ade di alcune Facoltà di Medicina a dimostrazione che l’EBM non è sufficiente per spiegare le fluttuazioni dei sistemi omeostatici. Coltiviamo l’apetura mentale e non rinchiudiamoci nei “santuari”.Un caro saluto….P.S. per inciso le Dinamiche Caotiche che regolano il caos patologico possono trovare applicazione anche nella costruzione del flusso di pensiero necessario agli scacchisti per valutare la posizione.

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          Brunov 7 Febbraio 2014 at 21:13

          Sì, sì, infatti non a caso ho citato la frase dell’Amleto. Quanto all’EBM ho espresso il mio velato “disprezzo”, guardandola come ad una pratica riduttiva e limitante, che ha i suoi fondamenti soltanto nei parametri chimici e statistici. Ma l’organismo e le sue funzioni non possono essere misurati come fossero una bottiglia di gazzosa. Dove potrei trovare approfondimenti sulle “dinamiche caotiche”; e cosa intendi per “Ade” a proposito di alcune facoltà di medicina?

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            Brunov 7 Febbraio 2014 at 21:26

            🙂 Ah, ho visto! ADE = Attività Didattiche Elettive

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    paolo bagnoli 6 Febbraio 2014 at 21:40

    Come diceva quel contadino di Russi (vicinanze di Ravenna), “scusatemi se la mia ignoranza non è uguale alla vostra”. Non avevo intenzione di scatenare una discussione di alto livello sull’efficacia dell’ipnosi, ma mi limitavo a riferire alcune opinioni ed alcuni divertenti fatti legati alla scacchiera.
    Nella mia ignoranza in materia – condita da una piccola dose di scetticismo – stento a credere che, davanti ad una scacchiera, si possa stabilire un solido rapporto tra “induttore” ed “indotto”, ma – ripeto – attendo smentite di fronte alle quali mi toglierò doverosamente il cappello…

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    Giancarlo Castiglioni 6 Febbraio 2014 at 23:40

    Senza parlare di ipnosi, io trovo che un rapporto tra i due giocatori davanti alla scacchiera ci sia anche oltre ai pezzi degli scacchi.
    Non sempre, ma spesso quando la posta è importante e l’avversario ha una forte personalità. La concentrazione e la forza di volontà del giocatore di fronte si sentono e se non si è in grado di opporsi con le stesse armi, si rimane condizionati.
    I giocatori di bridge la chiamano “presenza al tavolo”.

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      alfredo 7 Febbraio 2014 at 21:18

      questo è assolutamente vero .
      e di questo ne ebbi una nettissima percezione circa 20 anni fa a Chiasso .
      un valido MF italiano surclassò completamente un GM di prima fascia .
      a un certo punto costui invece di abbandonare si fermò davanti alla scacchiera facendo finta di pensare e consumò quasi tutto il suo tempo . poi mosse .
      il MF italiano a quel punto invece di “concludere” fece le uniche mosse perdenti, praticamente si diede un auto matto
      una sorta di suicidio sulla scacchiera .
      ma una prova della “presenza al tavolo” .
      questo succede in tutti gli sport . anche in quello, il ciclismo , che io ho praticato .

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        Jose Anguita 6 Maggio 2014 at 17:41

        Allora per cortesia spiegami come Carlsen calcola le mosse giuste in sequenze lunghissime….senza sbagliare seguendo il ritmo dei supercomputer….pure riesce a collegarsi con le macchine??nemmeno i super GM che seguono ogni tanto le sue partite riescono a calcolare come lui…Secondo te le due partite che ha perso recentemente nello stesso torneo e perché la ipnosi non e andata bene quei giorni……stronzate!!!!

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        Jas Fasola 6 Maggio 2014 at 21:08

        Alfredo, quello a cui fai riferimento e’ un vecchio trucchetto… c’e’ anche la versione in apertura che e’ qualcosa di simile. Ho letto nel commento alla partita di un noto GM che questi aveva fatto tutte le migliori mosse teoriche in apertura in una certa variante. Poi ha sbagliato la prima mossa non teorica. Non ricordo il commentatore, ma diceva che questo capita abbastanza frequentemente e che viene considerato dovuto alla “mancanza di riscaldamento”. Il cervello cioe’ non ha fatto in tempo ad abituarsi alla posizione che si e’ delineata sulla scacchiera. Qualcosa del genere si ottiene anche interrompendo a lungo il gioco.

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    paolo bagnoli 6 Febbraio 2014 at 23:48

    D’accordissimo su quanto osserva Castiglioni, io stesso ho provato a volte tale sensazione, tuttavia non riesco ad andare oltre, soprattutto parlando di ipnosi.

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    alfredo 7 Febbraio 2014 at 11:59

    ” a me gli occhi”
    si’ nello sguardo di Carlsen non c’è nulla di ” ipnotico”
    Pero’ i suoi sono gli ” occhi della tigre” , come quelli di Kasparov.
    20 anni fa ebbi il piacere di trascorrere un po’ di tempocon Peter Lekò , ai tempi il piu’ giovane GM del mondo e ovviamente considerato un possibile futuro campione del mondo .
    ho visto per la prima volta Carlsen piu’ o meno all’eta che aveva Lekò la prima volta.
    Magnus aveva ” gli occhi della tigre” . Peter no .
    e forse fu per questo che si è fermato un pelo prima del titolo.
    Nulla a che fare con l’ipnosi ma è proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima e riflettono le nostre motivazioni .
    per alcuni , i medici che praticano l’iridologia , anche le nostre malattie .
    Ma questo è un altro discorso

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    alfredo 7 Febbraio 2014 at 12:03

    Già nel 72 l’entourage si Spassky accusò Fischer di ” ipnotizzare” Spassky .
    Stranamente non Spassky che giunse , solo , serenamente , alla conclusione che Bobby , in quel 1972 , giocava semplicemente meglio di lui !

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      INSALA' 7 Febbraio 2014 at 15:24

      …Spassky rilasciò un’intervista nella quale confidava il suo “particolare” stato mentale!

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    INSALA' 7 Febbraio 2014 at 15:45

    “A me gli occhi”, “sguardo magnetico”,”fluido”…queste tre espressioni sintetizzano pressochè tutte le idee, le fantasie, le curiosità, i timori che, nel tempo, hanno accompagnato le(non) conoscenze relative all’ipnosi, altra parola densa di fascino e di timore nella fantasia popolare. E’ opportuno dire chiaramente che si tratta di espressioni che al di là di una loro deteriore spettacolarità, non servono. Nella realtà l’ipnotista non è affatto un individuo dotato di speciali poteri. E’, invece, un soggetto che conosce certe particolari MODALITA’ COMUNICATIVE e le applica in maniera più o meno corretta ed efficace.Quindi l’ipnosi non è magia che richiama mondi misteriosi ma una TECNICA o una serie di tecniche utilizzabili in vari contesti.In fondo tutti noi conosciamo l’ipnosi: nel corso delle nostre attività quotidiane ciascuno di noi, in relazione all’interesse a alle emozioni provate,all’attività svolta, sperimenta STATI DI COSCIENZA differenti passando attraverso quelle modificazioni dei livelli di VIGILANZA che Erickson definiva “trance quotidiane”. Una volta Bronstein pensò 45 minuti alla 1^mossa e a quanti gli chiesero spiegazioni rispose che era andato in ESTASI nella contemplazione delle sue infinite possibilità (detto in soldoni era entrato in un diverso stato di coscienza).In questa ottica, allora,l’ipnosi altro non è se non l’estensione e l’utilizzazione di questi comunissimi processi dinamici che fluttuano spontaneamente tra le attività preconsce e gli orientamenti della realtà.Gli scacchi rappresentano una situazione limitativa sotto il profilo motorio.Allora è possibile, mediante tecniche induttive indirette(suoni, odori,particolare mimica facciale, postura, movimenti effettuati come ad es. la modalità con cui si spostano i pezzi ecc.)incrementare ed estendere la produttività IMMAGINATIVA dell’avversario a tal punto da produrre una alterazione delle prestazioni sensitivo-sensoriali o amnesie focali cioè relative solo ad aspetti eventi specifici.Tutto è possibile negli sport della mente!

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      alfredo 7 Febbraio 2014 at 21:23

      caro INSALA’ a me gli occhi è solo una espressione scherzosa
      non ho cognizioni precise di ipnosi ma solo una discreta preparazione di base dovuta al fatto di aver dato gli esami di anatomia e di fisiologia con un neuroanatomo e un neurofisiologoco ( mauro Mancia ) . se volevi ” sopravivere” e andare avanti dovevi studiare a fondo .
      ho avuto trent’anni fa il modo di conoscere bene uno dei padri della ipnosi medica in Italia . Ricordo che si chiamavava Mosconi e il suo trattato che mi regalò e che consrervo ancora aveva la prefazione di Musatti .
      Era un ginecoloco che già molti anni fa usava l ‘ipnosi nel parto .
      mi spronò a interessarmi ad esaa ( aveva una scuola a Milano) ma non raccolsi l’invito in quanto interessato ad altro .
      ma comunque dell’ipmnosi medica come dell’agopuntura ho molto rispetto .
      mentre poso dire che l’omeopatia è solo una turlupinatura .

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        INSALA' 8 Febbraio 2014 at 11:06

        Caro Alfredo, c’è stato un qui pro quo.Il mio target sono gli scettici rinchiusi a doppia mandata nel “santuario”.Buona giornata.

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    Jose Anguita 6 Maggio 2014 at 17:33

    Sicuramente Carlsen Riesce pure a collegarsi mentalmente con i super computer che seguono le partite online….Perché di solito più che leggere la mente degli avversari calcola le mosse giuste in sequenze perfette… che nemmeno i grandi maestri riescono a seguire….e che cosa dice Kroscnoi sulle partite blitz che pure li ammassa tutti…riesce a leggere la mente a una velocità simile?? una stronzata !!…….

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