Il reverendo William Pollock era felice: il 21 febbraio di quel 1859 era nato il suo figlio maschio, al quale impose i nomi di William Henry Krause. Il luogo di nasciata era Cheltenham, una cittadina del Gloucestershire famosa fin dal Settecento per le sue acque termali.
Il ragazzo venne iscritto dal padre al Clifton College di Bristol, che dista un centinaio di chilometri da Cheltenham. Compiuti diligentemente gli studi anche presso il Somersetshire College di Bath, il giovane William, assecondando i desideri del padre, intraprese il corso universitario presso il Royal College of Surgeons di Dublino nel 1880, portando a termine con successo, due anni dopo, gli studi di Medicina.
In quegli anni rimangono tracce della sua iscrizione e frequenza al Dublin Chess Club; la sua formazione scacchistica era ancora improntata “all’antica”, con la tendenza ad allestire violenti attacchi alla posizione del Re avversario, nonostante fossero già noti i frequenti appunti – e le ancor più frequenti critiche – che Steinitz, dalle colonne del Field, rivolgeva a tale abitudine.
Ottenuta la licenza per l’esercizio della professione, Pollock rientrò in Gran Bretagna aprendo uno studio medico, ma la sua passione per gli scacchi era tutt’altro che tramontata; nel 1884 lo troviamo iscritto al Torneo B di Bath, dove giunse primo (ex aequo) con 7 punti su 10. L’anno successivo, poi, al Congresso della British Chess Association di Londra, totalizzò un lusinghiero quarto posto (10 1/2 su 15) preceduto unicamente da Gunsberg, Bird e Guest. Sempre in quell’anno fece visita agli amici di Dublino per partecipare al Campionato Irlandese, da lui vinto con un autorevole 9 su 10.
Non godeva di buona salute, afflitto dalla “malattia del secolo”, la tubercolosi, e di tanto in tanto le sue prestazioni scacchistiche soffrivano di tale disturbo, ancora nelle sue fasi iniziali ma tragicamente conclamato. Nonostante tale sentenza, continuò ad esercitare la professione medica e a giocare a scacchi con rendimenti che alternavano buone prestazioni a disastrosi fallimenti. Dopo una deludente prova al torneo magistrale di Hereford (3 su 10), nel 1886 al torneo magistrale di Londra finì al quinto posto (3 su 7), preceduto tuttavia da alcuni “mostri sacri”: Blackburne, Bird, Gunsberg e Mason. Poi, tornato in Irlanda, vinse il torneo di Belfast con un formidabile 8 su 8 di notevole valore tecnico, visto che si lasciò alle spalle nientemeno che Blackburne e Amos Burn.
Sempre nel 1886, a Londra, ebbe uno dei suoi frequenti cali di rendimento (4 1/2 su 12), togliendosi tuttavia la soddisfazione di battere il vincitore Blackburne. Fu un anno, quel 1886, di intensa attività scacchistica per il ventisettenne medico di Cheltenham: a Nottingham totalizzò un 3 su 9, preceduto da Burn, Schallopp, Gunsberg, Zukertort, Bird e Taubenhaus. Le sue prestaioni scacchistiche continuavano ad essere altalenanti tra brillanti vittorie e disastrose sconfitte, cosa che venne confermata anche dalla sua partecipazione al torneo di Stamford del 1887 (3 su 6) e da quello di Londra dello stesso anno (4 su 9). Stesso rendimento anche l’anno seguente: 7 su 16 a Bradford (il vincitore fu Gunsberg) e quinto posto al torneo londinese del Simpson’s Divan (anch’esso vinto da Gunsberg).
Nell’ ’89 lo ritroviamo a Dublino, dove giunse secondo, per poi imbarcarsi per gli Stati Uniti al fine di partecipare al grande torneo di New York indetto in occasione del sesto Congresso Americano. La manifestazione, dichiaratamente indetta al fine di trovare un challenger di Steinitz con il titolo mondiale in palio (da alcuni anni il campione del mondo si era stabilito negli USA) e vinta a pari merito da Cigorin e Max Weiss (entrambi rifiutarono l’invito a giocare contro Steinitz), vide Pollock a metà classifica (11° su 20). Abbandonato lo studio medico, Pollock decise di rimanere negli Stati Uniti, si spostò a Baltimore dove iniziò a collaborare in qualità di redattore scacchistico al Baltimore Sunday News, esercitando anche l’incarico di corrispondente scacchistico per la British Chess Magazine.
In quel periodo ebbe una intensa corrispondenza con Steinitz, che era in attesa di un avversario contro il quale mettere in palio il titolo mondiale; lo stile scacchistico di Pollock subì un’evoluzione dovuta proprio a tali frequenti contatti, ma la sua salute stava inesorabilmente declinando. Nel ’90 battè di misura Moehle a New York, e fu secondo al torneo di Saint Louis, e nel ’91 venne battuto da Delmar; quello stesso anno giunse primo alla pari con Showalter a Lexington, ma venne sconfitto nell’incontro di spareggio.
Nel ’92 Steinitz lo “assunse” come allenatore e segretario, e nel ’93 Pollock partecipò a due tornei a New York (4° nel primo e 9° nel secondo).
All’inizio del ’95 Pollock era in Canada, a Montreal, dove pareggiò un match contro Gossip, e la Federazione Canadese lo inviò, come suo rappresentante, al grande torneo di Hastings programmato per l’estate di quell’anno. Con la salute sempre più declinante, Pollock tornò in patria per giocare questo torneo, non senza aver comunicato ai suoi lettori americani una breve nota di addio: “Con sommo dispiacere devo annunciare di essere costretto ad abbandonare l’incarico di redattore scacchistico. Per gravi e prolungati disturbi di natura (come minimo) bronchiale (… oggi devo partire per la mia casa paterna di Bristol sperando che il completo riposo e le cure casalinghe possano produrre una guarigione”.
La sua classifica finale ad Hastings testimonia delle sue precarie condizioni fisiche (19° su 22); furono tuttavia notevoli le sue vittorie contro Tarrasch e Steinitz. Una cronaca da tale torneo, pubblicata dalla British Chess Magazine, lo descrive nel modo seguente: “Una persona alta e di bell’aspetto, cortese ed affabile, con voli poetici sia negli scacchi che nelle parole, che siede distante dal tavolo con le braccia appoggiate sulle ginocchia e con il viso che sfiora la scacchiera, cosicchè sembra impossibile che egli abbia una visione globale”.
Poco più di un anno dopo, il 5 ottobre 1896, William Henry Krause Pollock moriva nella casa paterna. La sua ultima attività di carattere scacchistico fu la pubblicazione – firmata unitamente a James Mason – del libro del torneo di San Pietroburgo del ’95-’96.
Il necrologio pubblicato nel numero di Novembre del ’96 della BCM recitava quanto segue: ” (… i suoi amici erano addolorati per il suo aspetto sconvolto (… nei primi tempi della sua carriera scacchistica molti videro in lui un futuro campione britannico (… era negli scacchi un idealista (… non era soddisfatto di ciò che poteva fare bene e facilmente, ma ricercava l’assoluto, la sua concezione della perfezione (… era soprattutto un artista della scacchiera, non perseguiva semplicemente ‘il matto’, ma la bellezza del matto, non voleva semplicemente vincere, ma vincere nella maniera più artistica possibile, e nella ricerca dell’ideale l’aspetto pratico spesso soffriva (…”.
Ecco la sua vittoria (con le sue note) nella partita contro Steinitz del torneo di Hastings del 1895.
Steinitz – Pollock (Hastings, 12 agosto 1895)
1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Ac5 4. c3
Un’apertura prediletta da Steinitz in questo torneo, nel quale ha dimostraton splendidamente la validità di alcune idee contenute nell’ultima parte del Modern Chess Instructor
4…De7
Prima del match tra Steinitz e Lasker per il titolo, su richiesta del secondo giocai alcune partite amichevoli con lui presso il Manhattan Chess Club. Adottai questa vecchia difesa senza successo, sebbene Lasker abbia ammesso che non la conosceva. Tuttavia gli dissi che Steinitz l’avrebbe giocata contro di lui e che l’avrebbe battuto se egli non avesse condotto l’attacco in modo diverso. Non è facile ribattere correttamente alle mosse deboli di Lasker. Con umorismo Lasker disse che avremmo sottoposto la faccenda teorica a Showalter, comunque egli non adottò quell’attacco contro Steinitz. I principi della difesa sono ben illustrati dalla presente partita
5. d4 Ab6 6. a4 a5 7. 0-0 d6 8. d5
Come al solito questa è una spinta discutibile
8…Cd8 9. Ad3 Cf6
La nona mossa del Bianco è fatta per prevenire la spinta in f5. Senza dubbio il Nero avrebbe dovuto proseguire con 9….g6
10. Ca3 c6 11. Cc4 Ac7 12. Ce3 Ch5
Se 12. … c5 allora 13. Ab5+ segita da 14. C5, e il Nero non può arroccare in vista di 13. Ch4 minacciando di piazzare un Cavallo in f5
13. g3 g6 14. b4
con la chiara intenzione di 15. d:c6 b:c6 16. b5 , che renderebbe difficile l’impedire il piazzamento del Cavallo in d5
14…f5
Il Nero deve attaccare, ma la situazione è critica
15. Cg2
15. d:c6 doveva essere tentata come alternativa atta a prevenire 15. … f4 visto che se ora 15. … f4 seguirebbe 16. c:b7 seguita da Ab5+ e Cd5
15…c5 16. e5
Appare certamente preferibile 16. Ab5+ e se 16. … Ad7 allora 17. e:f5 con le minacce immediate C:e5 o Ag5
16…Cf7 17. Te1 0-0
Ora il Nero ha un’ottima posizione
18. Cd4 Df6 19. Cb5 Ab6 20. b:a5 A:a5 21. Ae2 Cg7 22. Ad2 Ad7 23. Tf1 Tac8 24. c4 Ab6 25. Ae3 A:e3 26. f:e3 Cg5
Ovviamente un attacco con … g5 sarebbe da considerare, ma il Nero preferisce il piano più solido di … Ce4 e … Cc5, per dare sicurezza innanzitutto all’ala di Donna
27. Cc3
Debole, visto che fornisce all’avversario una spendida occasione per un attacco sull’ala di Re
27…f4 28. Dc2
28. g:f4 e:f4 attaccando il Cavallo
28…f3 29. Ch4
Se l’Alfiere si sposta, 29. … Ch3+ seguita da 30. … f:g2+
29…Cf5 30. T:f3
Se 30. C:f5 A:f5 31. Ad3 f2+ eccetera
30…C:f3+ 31. C:f3 C:e3 32. Db1 C:c4 33. Ce4 Dd8 34. D:b7 Ca5 35. Db4 Ag4 36. Tf1 Ah3 37. Te1 Tb8 38. D6 D6 39. C6 Tb2 40. Ad1 Tg2+ 41. Rh1 Tf2 42. Ce4 T2:f3 43. A:f3 T:f3 44. d6 Tf1+ 45. T:f1 A:f1 46. Rg1 Ad3
Non 46. … Ah3 per 47. g4
47. Cf6+ Rf7 48. C:h7 Re6 49. Rf2 R6 50. Re3 Ac2 51. h4 Cc4+ 52. Re2 Rd5 53. g4 Rd4
Sia il Pedone che il Re possono avanzare con effetti immediati
54. Cf8 Ad3+ 55. Re1 Re3 56. h5
Inutile; il Nero ha matto in quattro mosse
56…g:h5 57. g:h5 Ae2 58. Cd7 Ca3 il Bianco abbandona.
… e un altro evviva per il nostro infinito Paolo!
Ciao Paolo!
Articolo molto, molto interessante ❗
Particolarmente per me, che in questo periodo sto studiando le partite di Steinitz, e ogni tanto saltava fuori questo giocatore Pollock che non riuscivo a inquadrare.
Avevo tuttavia una fotocopia di una sua pubblicazione – firmata unitamente a James Mason – del libro del torneo di San Pietroburgo 1895-1896, che ho trovato molto utile quando studiavo Lasker.
Molto bene dunque 😀
E allora, come dice l’amico Maramaquis, EVVIVA Paolo Bagnoli ❗ ❗
essi’
meno male che Paolo c’è !
un saluto da insonne a Paolo e a Ivano
Nella posizione del diagramma Steinitz con 13 Cxe5 guadagnava un pedone con vantaggio decisivo. Se 13 …Dxe5 14 Cc4 e il Ch5 rimane indifeso, tipica combinazione di 2 mosse.
Non sopravvaluto il livello medio di gioco del tempo, ma è possibile che non la abbiano vista?
La posizione era proprio quella?
Non si fermi mai, la prego, signor Bagnoli!
Per Giancarlo: ho verificato il testo su ChessCom che mi ha confermato la sequenza, non saprei cos’altro dirti…..
Grazie a tutti
Paolo
Be … il tentativo di salvare Steinitz da una brutta figura lo ho fatto…
Per Giancarlo: la partita è anche su ChessGames con le note di Pillsbury, note che ignorano totalmente la possibilità da te indicata. Un frequentatore del sito, tuttavia, indica proprio ciò che tu hai correttamente indicato (guadagno di Pedone senza alcun rischio di compromettere la posizione).