L’impresa della vita

Scritto da:  | 7 Febbraio 2014 | 33 Commenti | Categoria: C'era una volta, Partite commentate, Personaggi, Stranieri

“…si continua a salire e non si raggiunge mai la meta.
Forse è anche questo che affascina:
si è alla ricerca di qualcosa che non si trova mai…”
(Hermann Buhl)

L'impresa di una vita 5

Tutti hanno la loro partita della vita, anche se molti per pudore preferiscono non parlarne.

Non sempre è la migliore tecnicamente o quella vinta con l’avversario più forte, quel che distingue la partita della vita è un insieme di fattori, certo la qualità del gioco, la forza dell’avversario, le circostanze in cui è stata giocata, magari il conseguimento di una promozione o la vittoria in un torneo.

Come vedrete nel mio caso molti di questi fattori sono indubbiamente presenti, l’avversario, le circostanze, l’originalità dell’impostazione, la combinazione finale.

Nel 1972 mi ero laureato in marzo e subito dopo ero partito per il servizio militare; dopo il corso di allievo ufficiale a Foligno, in novembre ero al reggimento a Piacenza.

In pratica era da oltre un anno che non giocavo seriamente a scacchi e per tenermi un po’ in allenamento mi accordai per giocare il campionato italiano a squadre a Reggio Emilia con l’Italia Scacchistica, formazione Luppi, Magrini, Castiglioni, Trabattoni (allora sedicenne già promettente, ma agli inizi) ed un quinto giocatore che non ricordo, forse De Cristofano in quarta scacchiera.

Speravo che i miei impegni militari mi permettessero di giocare qualche turno, ma riuscii a venire a Reggio Emilia solo un giorno ed a giocare una sola partita.

Bisogna fare una premessa sugli avvenimenti all’interno della Scacchistica Milanese prima dell’inizio del campionato.

Nicola Palladino, con una paziente azione politica con i soci era finalmente riuscito a scalzare il conte dal Verme dalla presidenza del circolo e voleva dare subito un segnale che i tempi erano cambiati vincendo il Campionato Italiano a squadre.

Perciò aveva allestito una squadra fortissima che doveva sbaragliare il campo ingaggiando non gli “oriundi”, il che sarebbe stato anche tollerabile, ma proprio gli stranieri.

In prima scacchiera lo jugoslavo GM Ljubojevic poi Toth MI ungherese allora appena arrivato in Italia, il GM peruviano Canal che era in Italia da una vita, ma che non viveva a Milano ed infine i due soci veri Capece e Rubinstein.

Sulla carta la squadra era fortissima e tutti pensavano che avrebbe sbaragliato il campo.

In realtà era un po’ un colosso con i piedi d’argilla; Canal aveva superato i 70 anni e anche se molto raramente perdeva una partita, non si poteva pretendere che giocasse tutte le partite alla morte; Capece era ancora candidato maestro, contro le squadre più forti se la giocava al massimo su un piano di parità e Rubistein era un maestro anziano molto forte lampo, ma che da molti anni non giocava partite di torneo a tempo lungo.

La Scacchistica Milanese disponeva di giocatori più forti, Guido Cappello, Contedini, Bonfioli, Magrini e non so se non erano stati invitati, se non potevano o se si erano rifiutati di partecipare.

Non essendo a Milano non conoscevo i retroscena, ma arrivando a Reggio Emilia seppi subito che tra i soci della Milanese era in corso una polemica violentissima tra fautori e contrari allo squadrone di Palladino.

Il più acceso oppositore era il maestro Bonfioli, presente a Reggio Emilia anche se non giocava che ironizzava sulla “legione straniera” di Palladino e sosteneva che il Campionato Italiano a Squadre aveva un senso come espressione della forza dei circoli; ingaggiare giocatori di un’altra città o addirittura stranieri era una perversione che ne snaturava lo spirito.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, oggi le “legioni straniere” sono la regola, ma io anche oggi non ne capisco lo scopo.

L'impresa di una vita 7

Sarò all’antica, ma sia come giocatore che come presidente di circolo preferirei arrivare a centro classifica con una squadra di amici, piuttosto che vincere con giocatori che vedo arrivare la sera prima e che spariscono alla fine del torneo.

Comunque non ero per niente interessato alla diatriba, mi interessava solo giocare la mia partita, e quando il mattino arrivai a Reggio Emilia fui contento di sapere che incontravamo proprio la Scacchistica Milanese, prima in classifica, e avrei giocato con Canal.

Lo avevo conosciuto al torneo di La Spezia del 1966, il primo torneo a cui partecipai fuori Milano e mi fece subito una grande impressione; allora la mia massima aspirazione era di essere promosso seconda nazionale, arrivare a giocare nel magistrale e riuscire ad incontrarlo in una partita di torneo, per me era una fantasia inimmaginabile.

Già allora la sera in albergo avevo appezzato la sua conversazione brillante e mi aveva colpito sentirlo rispondere con disinvoltura ai suoi interlocutori in 4 o 5 lingue diverse.

Avevo passato con lui una serata indimenticabile a San Benedetto del Tronto dove giocavo il Campionato dei Giovani, quando Magrini, non poteva essere che lui, gli chiese di insegnare ai partecipanti del campionato dei Giovani come prendere una sbronza, proposta prontamente accettata da Canal.

In una decina andammo con lui in un bar all’aperto e con due bottiglie di whisky e abbondante acqua minerale, Canal ci raccontò le sue battaglie sulla scacchiera con i grandi del passato e, ancora più interessante, aneddoti, pettegolezzi, episodi a cui aveva assistito prima e dopo gli incontri.

Leggende come Alekhin, Capablanca, Nimzovich, Rubinstein e tanti altri rivivevano nelle sue parole.

Non bisogna credere che quello di Canal fosse un monologo; era il protagonista, ma oltre a Magrini, che come istinto istrionico era a lui poco inferiore, più o meno tutti hanno dato il loro contributo alla conversazione.

Alla fine della serata Canal disse che per concludere ci voleva un Fernet e per questo ci spostammo in un altro bar; era ormai tardi c’eravamo solo noi ed il proprietario, all’inizio era piuttosto sconcertato da quella strana e allegra combriccola di un vecchio con una decina di giovani.

Poi iniziò a divertirsi e ad intervenire anche lui e quando fu il momento di andarsene era talmente coinvolto che non ci fece pagare il conto!

Il giorno dopo in commento più bello alla serata fu di Magrini, che paragonò i campioni di scacchi anni ’30 con gli eroi dell’Iliade.

Era stato come incontrare un reduce della guerra di Troia che raccontasse: “Ho combattuto al fianco di Agamennone e di Aiace, sono stato con loro nei banchetti, li ho visti sotto la loro tenda quando indossavano elmo e corazza per andare a combattere. Io c’ero quando Achille inseguì Ettore per tre volte intorno alle mura di Troia ed visto Ettore alla fine fermare il suo cocchio dicendo: Non fuggo più”.

Tornando a Reggio Emilia ed alla partita che dovevo giocare, il risultato non contava; speravo solo di fare una buona partita e di vendere cara la pelle.

Ma più incredibile ancora dell’esito della mia partita fu quello complessivo dell’incontro a squadre: in prima scacchiera Ljubolievic spazzò via rapidamente Luppi con una partita posizionale di 20 mosse, in quarta Trabattoni andò in vantaggio contro il maestro Rubinstein, ma non ebbe il coraggio di continuare e accettò la patta; in seconda scacchiera contro Toth, rimaneva Magrini approdato ad un finale con alfieri di colore contrario che, dopo essere stato ad un passo dalla sconfitta per un tentativo di vincere, pareggiò dopo lunga lotta.

Quindi finale 2 a 2 e questo risultato fu decisivo per far vincere Bologna, con la Scacchistica Milanese seconda a ½ punto.

Finalmente ecco la partita:

1.e4 e6

in quel periodo avevo deciso di abbandonare la troppo passiva Caro Kan e tornare alla Francese, che avevo già giocato qualche volte agli inizi.

2.d4 d5 3.exd5

non me lo aspettavo, ma non rimasi sorpreso; Canal non giocava certo per la patta, ma voleva evitare complicazioni teoriche (era noto che da anni non si preparava) e voleva impostare una partita tranquilla per far valere la sua esperienza e tecnica superiore. Dovevo evitare che la partita si mettesse su questi binari. Solo molto tempo dopo scoprii che Canal aveva spesso giocato questa variante in partite da vincere.

3…exd5 4.Cf3 Ad6 5.Ad3 Ag4

mossa logica, ma non prevista dalla enciclopedia delle aperture (almeno nella edizione che ho io del 1981) che indica 5 …Cc6, 5 …Ce7, 5 …De7+ e 5 …Cf6 come variante principale.

6.O-O Df6!

Posizione dopo 6...Df6!

Posizione dopo 6…Df6!

Con questa mossa la partita prende forma. Ag5 subito o dopo De1+ non da vantaggio; per esempio 7 De1+ Cd7; 8 Ag5 De6; 9 Dxe6 Axe6; o 7 Ag5 Dxg5; 8 Cxg5 Axd1; con posizione circa pari.

7.Cbd2 Cc6 8.c3 g5!

Posizione dopo 8...g5!

Posizione dopo 8…g5!

All’attacco! Avevo già pensata di farla alla mossa precedente ma ero trattenuto.

9.Te1+ Cge7 10.Cf1

Più attiva era 10 b4. Non mi piace il suggerimento del mio programma 10 h3 Ah5; 11 b4; che permette la rottura sull’arrocco con g5, anche se per il momento non c’è nulla di grave.

10…Af4!

Posizione dopo 10...Af4!

Posizione dopo 10…Af4!

potevo giocare 11…Axf3; 12 Dxf3 Dxf3; 13 gxf3 h6 con parità; la doppiatura dei pedoni dell’arrocco è il sogno di chiunque inchioda il cavallo, ma in questo caso non sono sicuro che valga la coppia degli alfieri e poi io cercavo le complicazioni. Queste tre mosse non sono perché siano tecnicamente le migliori, ma meritano i punti esclamativi a perché indirizzano la partita nel senso da me voluto.

11.Ce3

Intermezzo psicologico: Canal non gradisce 11Axf4 mossa impegnativa che sbilancia la posizione e cerca una strada più tranquilla.

11…Ae6 12.Cf1

Il PC consiglia 12 Cc2 ed io avrei giocato egualmente 12…Ag4; dato che h3 mi favorisce indebolendo l’arrocco, per evitare la ripetizione bisogna comunque giocare Axf4 e quindi è sicuramente meglio avere il cavallo in f1 a difesa del Re piuttosto che in c2. Forse meglio 12 b4

12…Ag4

Il PC la consiglia perché ritiene la posizione del bianco lievemente superiore e quindi conveniente al nero la ripetizione, ma la cosa non è così ovvia; si poteva continuare l’attacco per esempio con h4 o arroccare lungo, ma io sono tornato in g4 senza esitazioni. Ero sicuro che Canal in un torneo a squadre contro un avversario molto inferiore non poteva ripetere le mosse; anche se giocavo in modo aggressivo la patta era per me un buon risultato e quindi che era lui che doveva giocare per vincere.

13.Axf4

Alla fine il bianco accetta la sfida: struttura di pedoni rovinata per colonna aperta sull’arrocco, ma la mossa non era scontata; portando l’alfiere in f4 ero deciso a prendere di pedone, come credo la maggioranza dei giocatori umani, ma il PC valuta più forte la ripresa di donna.

13…gxf4 14.C1d2

In partita mi aspettavo e il PC suggerisce 14 b4 con minimo vantaggio bianco.

14…O-O-O 15.Ae2

Il PC suggerisce ancora 15 b4 con minimo vantaggio bianco, ma l’attacco nero sul lato di re è più rapido per via della colonna aperta. L’idea di Canal, semplificare per sfruttare in finale la debolezza dei pedoni neri, è logica ma forse insufficiente; dopo Ae2 il PC da parità.

15…Thg8 16.Rh1 Cf5 17.Ce5

Meglio era: 17 Db3 Ch4; 18 Tg1 Tg6 o 17 Da4 Ch4; 18 Tg1 Tg6; o 17 h3 Dh6; 18 Ch2 Axe2; 19 Dxe2 Td6; in tutti i casi con posizione incerta ma più facile da giocare col nero.

17…Cxe5

Posizione dopo 17...Cxe5

Posizione dopo 17…Cxe5

Con questa mossa passo in vantaggio; già da qui la difesa del bianco è problematica.

18.dxe5 Dh4 19.Axg4 Txg4 20.Dc2

Dopo questa mossa il vantaggio del nero è decisivo; dopo la passiva 20 Tf1 possibile 20 … Tdg8 21 Cf3 Dh5; 22Tg1 Dg6; 23 Dxd5 Txg2; e vince.

20…Dh5 21.Dd3

L’alternativa 21 Dd1 Tdg8; 22 h3 Dh6; 23 Tg1 Ch4; 24 Cf1 Cxg2; perde egualmente anche se il modo meno spettacolare. A questo punto ho pensato: “Bisogna trovare il modo di attaccare un’altra volta g2” e immediatamente dopo: “Sì! Si può fare”.

21…Tdg8 22.Tg1 Ce3!!

Posizione dopo 22...Ce3!!

Posizione dopo 22…Ce3!!

Interferisce con la donna sulla terza traversa e minaccia il sacrificio Dxh2 e Th4 matto! Una combinazione semplice e lineare, vicina ai miei gusti; ho sempre preferito Capablanca ad Alekhin. In quel momento capii che mia la partita della vita sarebbe stata questa. C’era un’altra mossa vincente ma meno elegante 22…Th4! 23 Cf3 Txh2; 24 Cxh2 Cg3+; 25 fxg3 fxg3; 26 Dxg3 Txg3.

23.g3

Il seguito, tutto forzato per non prendere matto, porta a un finale con due pedoni in meno e l’iniziativa al nero per cui non rimane che abbandonare.

23…fxg3 24.Txg3 Txg3 25.fxg3 Txg3 26.Tg1 Txg1+ 27.Rxg1 Dg5+ 28.Rf2 Cg4+ 0-1

28...Cg4+ e il Bianco abbandona

28…Cg4+ e il Bianco abbandona

Dopo la partita io dissi a Canal che mi aspettavo un suo controgioco sul lato di donna; lui mi rispose che non riusciva a pensare perché era disturbato dal rumore della sala, ma subito dopo aggiunse che io avevo giocato bene.

Mentre raccoglievo i moduli per portarli al direttore del torneo, arrivò il maestro Bonfioli raggiante perché la “legione straniera” della Scacchistica Milanese era stata sconfitta. Con un largo sorriso mi strinse calorosamente la mano dicendo una sola parola a commento: “Stritolato!”.

Canal Castiglioni Reggio Emilia 1972

avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


33 Commenti a L’impresa della vita

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    Mongo 7 Febbraio 2014 at 21:40

    Una perla di racconto e di partita. 😎

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    Luca Monti 7 Febbraio 2014 at 21:53

    Grazie a Giancarlo Castiglioni per le memorie e le parole di stima verso Esteban
    Canal.Vorrei solo aggiungere che Canal in quel campionato a squadre,realizzò
    3,5 su 5 in questo modo : -1 Giancarlo Castiglioni per IS, = 1 Verter Cugini per Reggio
    Emilia,+3 Paolo Sartori per Bologna, Mario Grassi per Centurini Genova ed uno che
    ancora non conosco del Richter di Bolzano.
    Grazie ancora.
    Luca Monti

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    mauro berni 7 Febbraio 2014 at 22:07

    Molto interessante. Come ho già scritto a Giancarlo Castiglioni il CIS 1972 fu il primo torneo nel quale un giorno feci da spettatore. Cosi’ ho qualche sprazzo vivo nel ricordo. La manifestazione si tenne nel ridotto del Teatro Municipale, oggi Municipale Romolo Valli, nei giorni del ponte dei primi di novembre, organizzata dal Capablanca, la sezione scacchi del Circolo Gramsci. Per risultati e giocatori rimando all’archivio federale,per il quale ho cercato di dare alcune informazioni a Massimiliano Orsi. Quanto ad alcuni nomi citati, sono certo della presenza di Contedini in Serie B (ricordo ancora la sua barba ramata e la sua altezza), ritengo possibile quella di Guido Cappello, sempre in B, e direi che Bonfioli fosse lì solo come capitano non giocatore dell’ Italia Scacchistica, come mi pare anche di capire dall’articolo. Qualche altro sprazzo: un dragone perso da Paoli (bianco) contro Tamburini, ancora in B, una Scandinava persa da Romani contro Renato Cappello (e alla fine Romani disse che aveva giocato 1…d5 convinto che il Bianco avesse mosso 1. d4), l’aver udito della presenza di Dal Verme. Sarei lieto se qualche altro scacchista ormai attempato come e più di me desse la stura ai suoi ricordi…e magari inviasse qualche partita di quel campionato, un successo di partecipazione ed elevato nel livello tecnico.

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    Franco Trabattoni 7 Febbraio 2014 at 22:13

    Davvero un bellissimo pezzo, che in più mi tocca molto da vicino, perché racconta una storia alla quale ho partecipato anch’io. Ricordo bene quel campionato, e anche la proposta che mi venne fatta un po’ all’improvviso, ossia di contribuire a mettere in piedi una squadra milanese per partecipare al campionato a squadre di serie A. Rammento per i più giovani che allora le serie venivano stabilite in base ai coefficienti, maestro 1, candidato 2, ecc.; e che per giocare in serie A il coefficiente cmplessivo massimo era 8. Io fui chiamato(da Sergio Luppi, se non ricordo male) perché ero diventato candidato maestro da pochissimo. Confermo poi che c’era De Cristofano (me lo rammento perché Luppi propose di dare la terza scacchiera a me e la quarta a lui; ma De Cristofano, non senza ragione, non ne volle sapere). Ricordo anche la faccenda della Milanese “mercenaria” (diciamo così) e delle polemiche annesse; credo che fu una scelta deliberatamente provocatoria di Palladino, ma devo dire che ormai i retroscena non li ho più presenti da anni. Né ricordavo, francamente, il 2 a 2 con la Milanese, e nemmeno la bella vittoria di Castiglioni contro Canal. Sono stato invece miracolosamente in grado di rintracciare la mia partita contro Rubinstein (mando contestualmente il pgn in redazione), e devo dire che anche qui Giancarlo ha ragione: il Bianco, nella posizione del diagramma dopo 39…exf4, avrebbe potuto andare in vantaggio con 40.Ad1! Ma evidentemente non l’ho vista (le mosse che lasciano in presa un pedone con scacco talvolta sono scartare a priori, senza analisi, anche quando sarebbe semplice).

    Trabattoni vs. Rubinstein, dopo 39...exf4

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    Mongo 7 Febbraio 2014 at 22:30

    A proposito di squadre mercenarie che partecipano al campionato ITALIANO: nella partita Juventus – Internazionale di Milano di domenica scorsa, quest’ultima squadra, di proprietà di un filippino, ha schierato in campo ben 11 stranieri!!! Che vergogna, visto poi anche il risultato finale! 😉

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    Yanez 7 Febbraio 2014 at 22:33

    Mi ha incuriosito molto anche la bella foto dell’incontro tra l’autore di questo bel pezzo e tal Kalman sul cui cartellino spicca la dicitura ‘apolide’… qualcuno per caso sa raccontarci qualcosa di questo misterioso personaggio passato sotto silenzio nel filtro della grande storia degli scacchi?!?

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      Franco Trabattoni 7 Febbraio 2014 at 22:39

      E dove è stata presa la foto?

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      mauro berni 10 Febbraio 2014 at 15:36

      Nella cronaca di San Benedetto del Tronto 1968 sull’Italia Scacchistica, Kalman è indicato come pastore protestante non nuovo a tornei italiani. Non possiedo le annate della seconda metà degli anni Sessanta, solo alcune fotocopie, ma mi sembra di ricordare che in un’occasione Kalman non è apolide ma danese. Qualcuno può confermare?
      Pastore protestante era anche Aurelio Cappello, giocatore quasi esclusivamente per corrispondenza. La circostanza potrebbe anche spiegare i frequenti spostamenti del figlio Guido in gioventù (Salerno, Gorizia, Pisa, Trieste e magari qualche altro).

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    alfredo 7 Febbraio 2014 at 23:23

    la vittoria di Tatai contro Ljuboievic
    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1091287
    il grande Ljuba mi è sembrato un po’ troppo avventuroso in questa partita.
    @Mongo : è indonesiano, non filippino! :mrgreen:

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      Mongo 7 Febbraio 2014 at 23:45

      Lapsus. Grazie della correzione. 😉

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    Luca Monti 7 Febbraio 2014 at 23:42

    La fotografia è preziosa perché mi permette di associare un volto a dei nomi che
    ricorrevano in quegli anni.
    Renato Resaz è l’ultimo in fondo con il Nero (opposto ad Albano?) o quello mancante
    alla scacchiera?
    Quello solitario col Bianco è il bergamasco Berlanda?

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      Franco Trabattoni 7 Febbraio 2014 at 23:51

      Il giocatore in fondo a destra credo che sia il maestro Elio Romani; che potrebbe essere in effetti opposto ad Albano (la zazzera è la sua). Resaz non è alla scacchiera, mentre il suo avvesario non so chi sia (Berlanda non l’ho mai conosciuto – o comunque non lo ricordo). Tutto fa sospettare che si tratti di un torneo di la Spezia. Ma certamente chi ha messo la foto ci può illuminare.

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    paolo bagnoli 7 Febbraio 2014 at 23:48

    Sei proprio TU ! Ricordi il nostro match, giocato a Piacenza e conclusosi a Milano qualche anno dopo sul 3 a 3 ? Tu eri allievo ufficiale ed io direttore vendite di un’azienda locale. Giocammo le partite piacentine in un bar di Piazza Cavalli, e ci lasciammo sul 3 a 2 in tuo favore; poi ci ritrovammo qualche anno dopo alla Milanese e decidemmo di concludere la faccenda.
    Bello il tuo articolo, che mi ha fatto ricordare alcuni amici del Circolo Scacchistico Bolognese, Tamburini innanzitutto, ma anche Renato Cappello e Paolo Sartori.
    Cristo, quanti anni sono passati…..!

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      Giancarlo Castiglioni 8 Febbraio 2014 at 00:28

      Certo ero io.

  10. avatar
    Franco Trabattoni 8 Febbraio 2014 at 00:04

    Trovato! Si tratta del torneo di La Spezia del 1971:

    http://www.torneionline.com/loto_tornei_d.php?codice=1971XSP01&tipo=1

    Per cui il giocatore a sinistra senza avversario è indubbiamente il francese Pierre Berlacki (ora me lo ricordo!). Nella classifica qui sopra c’è un errore, perché si parla di “Ferruccio” Castiglioni, quando invece si trattava evidentemente di “Giancarlo”.

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 8 Febbraio 2014 at 00:19

      Nella classifica ovviamente ero io, non Ferruccio.
      A parziale discolpa del mio pessimo risultato, preciso che avevo iniziato con 3 su 4 e pattato con Zichichi al 5° turno.
      Poi incontrai Cosulich, Teani, Giorgewski e persi tutte le restanti partite.
      Non ricordavo che anche Magrini fosse andato così male, ma probabilmente allora era ancora candidato.

    • avatar
      alfredo 8 Febbraio 2014 at 15:41

      notevole fu la prova del CM torinese Bruno Manzardo che concluse il torneo con 9 patte su 9 partite ❗

  11. avatar
    Giancarlo Castiglioni 8 Febbraio 2014 at 00:08

    La foto è del torneo di La Spezia 1971.
    Kalman viveva a Malta ed era la prima ed ultima volta che lo ho visto nei tornei italiani; per la cronaca vinsi quella partita.
    Resaz non si vede, giocava con Berlaki.
    Albano in fondo giocava credo con Romani.
    Non ricordavo che Contedini e forse Guido Cappello a Reggio giocassero in B.
    Visto che in B la Milanese è andata malissimo sicuramente Contedini, che era dipendente ENEL, giocava con la loro squadra.

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      mauro berni 8 Febbraio 2014 at 14:30

      Questa mattina ho guardato la classifica di Reggio Emilia 1972 e ho pensato anch’io che Contedini fosse con l’ENEL. Giuro sulla sua presenza, non lo faccio assolutamente su quella di Guido Cappello.

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      Michele Panizzi 8 Febbraio 2014 at 16:20

      A Malta?

      Mi ha preceduto!

      Anch’io ti faccio i complimenti per l’analisi della partita
      che spiega tutto benissimo, grazie!

  12. avatar
    Marramaquis 8 Febbraio 2014 at 06:53

    Complimenti a Castiglioni per il suo debutto su SoloScacchi e in particolare per questo pensiero:
    ” …. sia come giocatore che come presidente di circolo preferirei arrivare a centro classifica con una squadra di amici, piuttosto che vincere con giocatori che vedo arrivare la sera prima e che spariscono alla fine del torneo”, un pensiero che abbraccio pienamente e che riflette bene un’evoluzione scarsamente condivisibile, per quanto forse inevitabile, dell’attività agonistica in generale, non soltanto circoscritta agli scacchi.
    Mi auguro proprio di leggere qui altri lavori di Giancarlo Castiglioni.

  13. avatar
    alfredo 8 Febbraio 2014 at 08:13

    Buongiorno
    sono felice che il nostro blog si arricchisca ogni giorno di autori e pezzi cosi’ belli .
    La foto di La Spezia sarebbe stata da proporre per la gara di riconoscimenti !

  14. avatar
    Franco Trabattoni 8 Febbraio 2014 at 09:46

    Ed ecco la partita Berlacki – Resaz: http://www.chess.com/games/view?id=188441

  15. avatar
    Jas Fasola 8 Febbraio 2014 at 09:50

    Articolo, partita… davvero troppo bello! 😯

  16. avatar
    Enrico Cecchelli 8 Febbraio 2014 at 13:29

    Complimenti per lo splendido pezzo e gli altrettanto magnifici interventi. Colgo l’occasione per segnalare a tutti gli appassionati le stupende fotografie del torneo di Zurigo del 1953 visibili cliccando sul sito del torneo Zurich Chess Challange

    • avatar
      alfredo 9 Febbraio 2014 at 11:07

      viste .
      splendide !
      secondo Bronstein quasi tutti i giocatori russi erano collaboratori del KGB
      Lunedi’ mattina ero in partenza , dopo la notte , per Zurigo .
      fortunatamente ho letto l’intervento di Roberto sulla sala di gioco.
      fare 700 km in un giorno , con il sonno , per vedere pochi minuti i giocatori , se andava bene …
      son tornato a casa.
      per una volta l’istinto di conservazione ha prevalso su quello del ” guardone”

  17. avatar
    Giancarlo Castiglioni 8 Febbraio 2014 at 14:41

    Ringrazio tutti per gli apprezzamenti e ne approfitto per una precisazione.
    Ho scritto che Capece a Reggio Emilia era candidato maestro, invece Berni mi informa che era appena stato promosso maestro a Recoaro.
    Ovviamente, essendo fuori Milano, allora non lo sapevo.

    • avatar
      alfredo 8 Febbraio 2014 at 19:56

      Anche Toth non era ancora MI pur valendo ovviamente a pieno il titolo .
      Io ricordavo che Contedini fosse tornato all’ agonismo a Ceriale 1973 .
      comunque ancora complimenti per tutto, per il contributo e la partita !

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    Roberto Messa 8 Febbraio 2014 at 15:04

    Aggiungo i miei complimenti per la bella partita e per l’articolo. E un ben ritrovato a Giancarlo, di cui sono stato alcune volte compagno di squadra successivamente (nel novembre del 1972 ero ancora alle prese con il mio primo manuale – il “famigerato” Padulli).

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      Franco Trabattoni 9 Febbraio 2014 at 10:52

      Il “Padulli” c’è l’avevo anch’io. Ma la mia bibbia era il “Salvioli”, nella edizione aggiornata da Giuseppe Stalda, uscito negli anni ’50. La più recente attualità era il match finito 12 a 12 tra Botvinnik e Bronstein, mentre Geller era descritto come un giovane e promettentissimo maestro…

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        alfredo 9 Febbraio 2014 at 11:03

        Beh l’edizioni di Stalda diceva cose giuste , se non altro.
        Io ho una prima edizione , inizio del 900 , non ricordo ancora dove e come trovata.
        il Padulli è ancora in catalogo Mursia e lo ho visto un po’ di tempo fa in libreria.
        ora un autentico cimelio .Mi venivano le lacrime agli occhi.
        Le partite piu’ recenti riportate erano del 1930…

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      Giancarlo Castiglioni 9 Febbraio 2014 at 14:17

      Sono stato più fortunato ho cominciato col Chicco e Porreca

  19. avatar
    Zenone 9 Febbraio 2014 at 06:51

    Interessantissimo il pezzo e la partita. Come ho già avuto modo di dire, commentando un articolo di Trabattoni, sono ricordi che aiutano forse più di altri i giovani (e non) a comprendere la bellezza degli scacchi, la loro essenza, facendoci ricordare perché amiamo e viviamo di questo gioco: possiamo condividere con altri la nostra esperienza anche a distanza di decine di anni, anzi a distanza di una vita. “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”.
    Complimenti.

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