Gersz Rotlewi

Scritto da:  | 25 Febbraio 2014 | 11 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
Lodz
Ci sono giocatori, nella meravigliosa storia degli scacchi, condannati alla gloria da una sconfitta. E’ il caso di Gersz (Georg) Rotlewi, nato a Łódź (ma vi sono alcuni che collocano a Varsavia il suo luogo di nascita) il 18 agosto 1889, in una poverissima famiglia di origine ebraica. Apprese il gioco in età adolescenziale, dimostrando grandi doti soprattutto se applicate ad un gioco combinativo e brillante. Nel 1904 lo troviamo a New York presso uno zio, ma il soggiorno statunitense non gli portò alcun giovamento, e l’anno seguente il sedicenne polacco tornò in patria.
Gli scacchi non lo avevano abbandonato, nè lui li aveva abbandonati; nel 1906, infatti, lo vediamo tra gli iscritti al torneo di Łódź (una manifestazione a doppio turno all’italiana) dove giunse ultimo, togliendosi tuttavia la soddisfazione di battere, in una delle loro partite, il vincitore Akiba Rubinstein, in quegli anni all’apice della sua carriera scacchistica che qualche anno dopo lo fece considerare come un pretendente alla corona mondiale.
Rotlewi 2Il deludente piazzamento non lo scoraggiò, e nel 1907 partecipò ad alcune menifestazioni che lo portarono all’attenzione della stampa scacchistica e che contribuirono a migliorare il suo gioco, sempre teso a trovare soluzioni combinative alle situazioni che si verificavano sulla scacchiera. Al nuovo quadrangolare di Łódź giunse terzo, alle spalle di Rubinstein e Daniuszewski, ad Ostenda fu secondo ed al 5° torneo panrusso di Łódź (vinto da Rubinstein) fu 6° su 13 partecipanti, subendo da parte del vincitore Rubinstein una sconfitta che fece il giro del mondo grazie alla formidabile combinazione inscenata dal grande Akiba.
Rotlewi, tuttavia, non era un giocatore da poco (la combinazione giocata da Rubinstein è tra le più belle della storia degli scacchi e viene giustamente ricordata come “L’Immortale di Rubinstein”;); nel 1908, dopo un quarto posto a Praga, si rese conto delle proprie possibilità e l’anno seguente divise il primo posto con Daniuszewski a Lodz e fu secondo, dopo Alekhine, a San Pietroburgo nel Torneo Panrusso per “dilettanti”. Quello stesso anno venne sconfitto da Gersz Salwe, uno dei grandi giocatori polacchi degli inizi del XX secolo, con un onorevole +5 =5 -8 , per poi prendersi la rivincita l’anno seguente con il risultato di +3 =6 -1.
Il 1910 è l’anno in cui la sua maturazione scacchistica si rivela appieno: 1° ex aequo con Rubinstein a Varsavia, in un torneo indetto dal locale Circolo, lasciandosi alle spalle Bogoljubov ed altri quotati giocatori polacchi. Ad Amburgo fu primo nello Hauptturnier A, e gli venne riconosciuto il titolo di Maestro, col conseguente invito al torneo di Carlsbad indetto per l’anno successivo.
Carlsbad 1911
Carlsbad (Karlovy Vary) 1911: uno dei più grandi tornei organizzati da Tietz, il consigliere comunale appassionato di scacchi. Nella località termale boema convennero quasi tutti i migliori giocatori in circolazione, vista anche l’entità dei premi in palio. Tra i partecipanti c’era anche il russo Fjodor Duz-Khotimirski, che del ventiduenne Rotlewi scrisse, nelle proprie memorie: “Una notevole prova fu quella del giovane Rotlewi, che sconfisse avversari molto forti, tra i quali Nimzovich, Schlechter, Marshall e Spielmann in stile brillante”. Al termine del 17° turno Rotlewi guidava la classifica assieme a Schlechter e Teichmann, con un punto e mezzo di vantaggio sull’immediato inseguitore, Rubinstein.
L’organizzatore Tietz era imbarazzato; ci si avvicinava alla fine della manifestazione e Rotlewi si presentava in sala di gioco con un abbigliamento “indecoroso”. Scrive ancora Duz-Khotimirski: “Immaginate; un vincitore di premio al torneo di Carlsbad che appariva indossando un paio di pantaloni che erano chiaramente quelli di un fratello minore! Tietz anticipò a Rotlewi parte del premio finale suggerendogli l’acquisto di alcuni abiti nuovi ed il giorno successivo Rotlewi si presentò con un completo nuovo e con scarpe di cuoio. Con il tintinnìo di Corone in tasca era irriconoscibile”.
Gli inviati scacchistici lo intervistarono, definendolo una “stella nascente”, ma il favore che Tietz gli aveva fatto parve alterare il comportamento di Rotlewi davanti alla scacchiera: da quel momento e fino alla fine del torneo il suo gioco perse l’abituale nerbo, e la classifica finale lo vide al quarto posto con 16 punti su 25, davanti a giocatori del calibro di Nimzovich, Marshall, Vidmar, Tartakower, Alekhine, Spielmann, Burn, e superato soltanto da Teichmann (vincitore con 18 su 25) e dalla coppia Rubinstein/Schlechter (17 punti).
Rotlewi 1
Fu il suo canto del cigno; a soli 22 anni iniziò ad essere divorato dalla tubercolosi ed iniziò a vagare per Paesi Bassi e Germania Settentrionale, affidandosi alle cure di vari specialisti senza ottenere risultati e piombando, di tanto in tanto, in uno stato di depressione. Ernst Junger, in quel periodo adolescente, e negli anni successivi buon giocatore di scacchi, divenne un suo abituale accompagnatore nelle lunghe passeggiate che Rotlewi, sempre più ansimante, compiva nei dintorni di Amburgo, ed ascoltava i racconti del giovane polacco sulla vita di un professionista scacchistico: “… seduto al bar, in attesa di un avventore al quale spillare un po’ di soldi, ed in mancanza di questo escogitare il modo per evitare il cameriere al quale non poter pagare il conto”. Durante una di queste lunghe passeggiate, Junger chiese a Rotlewi: “Signor Rotlewi, non posso più tacere. Non capisco perchè lei sia sempre tanto triste” e ricevette la seguente risposta: “Cos’è una vita senza il desiderio di amare?”.
La salute di Gersz Rotlewi continuò a degenerare; per qualche tempo frequentò, ad Amsterdam, il medico Johannes Esser, ottimo scacchista, ed iniziò a giocare con lui un match mai condotto a termine. Nel 1920 tornò a Łódź, dove morì a soli 31 anni di età.

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a Gersz Rotlewi

  1. avatar
    Jas Fasola 25 Febbraio 2014 at 23:39

    Bravissimo Paolo, su Rotlewi si sa poco, non so come hai fatto a trovare tutto questo…
    sull’ultima frase ho un’altra versione tradotta in polacco dal libro di Junger, Stuttgart 1967:
    “Che cosa e’ la vita senza il bagliore dell’amore?”
    “Se questo era un invito, o una risposta a una domanda non sapevo. Sicuramente era una lamentela. Non conoscevo nemmeno il poeta che l’aveva detto. Sentivo pero’ che null’altro si poteva aggiungere. In silenzio siamo ritornati a casa per il bosco”.

    Hai illustrato cosi’ bene la sfortunata vita di Rotlewi che null’altro si deve aggiungere.

  2. avatar
    nikola 26 Febbraio 2014 at 00:02

    fa riflettere l’aneddoto che racconta il peggioramento del suo gioco dopo aver ricevuto un anticipo dei soldi da parte dell’organizzatore del torneo. storia affascinante.

  3. avatar
    paolo bagnoli 26 Febbraio 2014 at 08:19

    Caro Jas, visto che la salute mi costringe a casa per la maggior parte della giornata, mi aggiro per i siti più “improbabili” tentando di raccogliere notizie, aneddoti (a volte probabilmente “falsi”, ma a tale proposito aveva ragione Voltaire), storie strane ma comunque affascinanti, almeno per me.
    La citazione di Junger l’ho trovata in una traduzione inglese dal tedesco, e per mia colpa mi sono fidato del traduttore; probabilmente la tua è la versione giusta, oppure… sono giuste entrambe, visto il tono di disperazione con il quale la frase venne pronunciata, a dire di Junger.
    La formidabile Redazione di SoloScacchi ha nel cassetto alcune altre storie da me ricostruite, e qualunque arricchimento di tali storie sarà sempre il benvenuto.

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    Enrico Cecchelli 26 Febbraio 2014 at 09:03

    Grandissimo Paolo! Effettivamente è uno dei personaggi del quale è
    piu difficile raccogliere notizie biografiche…tanto di cappello!

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    Filologo 26 Febbraio 2014 at 09:45

    Il verso recitato dallo sfortunato Rotlewi potrebbe essere quello del poeta greco Mimnermo: ”Cos’è la vita, senza Afrodite d’oro?”.

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    Filologo 26 Febbraio 2014 at 10:10

    No, l’ho trovato. È Schiller, dal Wallenstein: “was ist das Leben ohne Liebesglanz?”. La traduzione corretta è quella di Jas.

    • avatar
      Jas Fasola 26 Febbraio 2014 at 11:38

      Caspita… fossi Mongo ti darei un punto extra :mrgreen:

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    The dark side of the moon 26 Febbraio 2014 at 15:01

    L’ho già detto e lo ripeto: questi lavori andrebbero raccolti in un bel libro con tanto di foto e partite. 😉

    • avatar
      The dark side of the moon 26 Febbraio 2014 at 15:06

      Le partite magari commentate dagli stessi protagonisti dove è possibile.
      Sarebbe una bomba ❗

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    paolo bagnoli 26 Febbraio 2014 at 18:54

    Leggendo l’originale della citazione, chiedo scusa: la traduzione giusta è quella di Jas (“Glanz”;).
    La Faccia nascosta (oscura) della Luna sarà accontentata a non troppo breve termine, ci sto lavorando …

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    Giancarlo Castiglioni 26 Febbraio 2014 at 20:40

    Non sapevo che Jungher giocasse a scacchi, ma non mi meraviglia.
    Mi ha sempre interessato come persona e come scrittore.
    Ho letto diversi suoi libri più o meno autobiografici e non ho mai trovato riferimenti agli scacchi.
    Paolo, dopo aver lanciato il sasso non puoi ritirare la mano!
    Devi scrivere su Jungher e gli scacchi.

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