Chessjoker: Scacchi con giullare

Scritto da:  | 21 Febbraio 2014 | 78 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Varianti di Scacchi

 ChessJoker 20Si propone una nuova variante scacchistica, chiamata Chessjoker. Allo schieramento tradizionale vengono aggiunti due Giullari, uno per giocatore, che si muovono imitando l’ultima mossa dell’avversario (un’idea già proposta da T. R. Dawson). Ne deriva un gioco che, pur favorendo la fantasia e introducendo un’interessante complessità retroattiva, non sconvolge i canoni nè azzera l’esperienza del gioco tradizionale. Dopo aver definito le tre nuove regole che caratterizzano il nuovo gioco, vengono analizzate le peculiarità più eclatanti e stimolanti di Chessjoker. Infine, si riassumono le regole con un quadro che include le più importanti precisazioni ridondanti.

1 Introduzione

La sfida tra uomo e macchina nel gioco degli scacchi é affascinante per la diversità di approccio nell’analisi di un problema complesso. Al grande scacchista basta spesso un’occhiata fugace per scartare un numero incredibile di possibili configurazioni che, con buona probabilità, non porterebbero ad alcun vantaggio sostanziale. In casi come questi, quando gli si domandano le ragioni della sua conseguente mossa, la risposta non di rado è piuttosto vaga e si appella ad un tipo di intuito – il senso scacchistico – che si acquista con l’esperienza. Dal lato opposto le macchine, che non possono essere programmate con istruzioni vaghe, devono sopperire alle capacità umane con la forza bruta del calcolo: sempre più operazioni nel minor tempo possibile.

In pochi decenni le macchine sono passate da temibili a terribili avversari e la sensazione che oggi si percepisce è che esse abbiano già prevalso sull’uomo. Dalla mitica sfida del 1997 tra Kasparov e Deeper Blue – un computer dedicato al gioco degli scacchi capace di calcolare circa 200 milioni di posizioni al secondo – nessun altro campione del mondo ha accettato di misurarsi pubblicamente con i discendenti di quella macchina; d’altra parte tutti i grandi giocatori usano da anni i computers per migliorarsi. É certo possibile e fors’anche probabile che tra non molto un nuovo campione riaccetti la sfida e vinca nettamente contro le macchine più potenti, come all’inizio riusciva così bene a Kasparov. Ma in base all’attuale progresso dell’elettronica, potrebbero bastare solo pochi anni per realizzare una macchina 100 o 1000 volte più potente di Deeper Blue. Ciò induce a pensare che il momento in cui le macchine superino definitivamente l’uomo nella sfida scacchistica, se non già arrivato, sia ormai prossimo.

É indubbio che un netto predominio della macchina sull’uomo toglierebbe molto interesse al gioco in sè. Se la vittoria, in questo bellissimo ed antichissimo gioco, dovesse infine ridursi a una questione di velocità meccanica, allora anche la più suggestiva mossa intuitiva resterebbe appannata dall’inesorabile destino della contesa: la sconfitta.

Ma all’uomo resta comunque e sempre la possibilità di superare la macchina in un ampliamento del gioco più complesso degli scacchi tradizionali. Ciò che sarebbe tutt’altro che una resa: come se in una corsa automobilistica si venisse sconfitti in ogni tracciato pressocchè rettilineo – già che si dispone di un motore meno potente – ma si riuscisse a spuntarla in un circuito più variegato, in cui l’abilità del pilota ha maggiore importanza. Tuttavia, affinchè il nuovo gioco possa stimolare l’interesse e la curiosità dei tantissimi giocatori di scacchi, affinchè possa realmente considerarsi una generalizzazione e non azzerare la preziosa esperienza scacchistica, esso deve possedere almeno tre caratteristiche:

  1. Le sue regole devono essere immediatamente chiare allo scacchista tradizionale. Le novità devono dunque essere poche, in modo che l’adeguamento richieda al giocatore uno sforzo minimo.

  2. Un buon giocatore di scacchi deve essere automaticamente almeno un discreto giocatore del nuovo gioco. Le novità non devono quindi stravolgere le consuete tattiche di gioco.

  3. Malgrado i punti precedenti, il nuovo gioco deve essere ben più complesso del gioco tradizionale e in particolare favorire l’imprevidibilità e la fantasia. Ciò sia a vantaggio del divertimento, sia in contrapposizione alla forza bruta del calcolo meccanico.

Le varianti del gioco degli scacchi (o scacchi eterodossi) sono innumerevoli e alcune di antichissima data. Gli stessi scacchi moderni non sono che una variante di un gioco molto più antico. Si può avere una buona panoramica di quelli considerati oggi più importanti visitando diversi siti Web2. Ma la stragrande maggioranza dei giochi proposti – alcuni dei quali hanno anche avuto una discreta popolarità – non è abbastanza conservatrice da soddisfare ai primi due requisiti: si tratta di giochi completamente diversi dal gioco tradizionale. D’altra parte, quei pochi che soddisfano queste due condizioni, non soddisfano in genere la terza, perchè per lo più si tratta di varianti che cambiano la tradizionale disposizione iniziale dei pezzi sulla scacchiera o altri dettagli che non incrementano la complessità nè l’imprevidibilità del gioco.

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2 La figura del Giullare

L’introduzione di alcuni nuovi pezzi a movimento fisso (come lo sono tutte le figure degli scacchi tradizionali) é un’idea – non proprio originale e fantasiosa – che non ha avuto molto successo. Per avere un aumento rilevante della complessitá bisognerebbe aggiungerne almeno una coppia per schieramento, col risultato di affollare la scacchiera e rallentare il movimento relativo di ciascuna figura nella partita. Un solo nuovo pezzo per schieramento sarebbe desiderabile da tutti i punti di vista tranne che per l’insufficiente aumento della complessitá. Ma a ció potrebbe ovviarsi con l’assegnazione di un movimento variabile anziché fisso. Da tempo immemore il Giullare (in inglese Jolly, Joker o Jester) rappresenta una figura con peculiaritá istrionica. In molti giochi essa é la carta migliore in assoluto e la si introduce per vivacizzare la contesa. Nel nostro caso lo scopo é diverso e il Giullare puó recuperare in parte le sue originali caratteristiche di imprevedibile buffone. Ecco un’idea: che il Giullare acquisti provvisoriamente la qualitá dell’ultimo pezzo spostato dall’avversario. Quando mi accorsi che era giá venuta in mente a qualcuno, precisamente a T. R. Dawson, ci rimasi un pò male, ma dopotutto era una conferma della spontaneitá della trovata. Nella variante più famosa con Giullari3, comunque, l’originaria semplicitá dell’idea viene di fatto rinnegata. Anzitutto va detto che in tale gioco, poiché si introducono due Giullari piú altre 6 nuove figure per schieramento, le prime due condizioni del paragrafo precedente non sono affatto rispettate. Inoltre, per quanto riguarda il Giullare, ci si trova costretti a limitare la regola del suo movimento prima enunciata: infatti viene aggiunta la condizione che il Giullare puó catturare solo se l’avversario ha catturato e un’altra limitazione quando il Giullare imita lo Steward, una della nuove figure. La ragione di tale complicazione si comprende considerando che se non si limita in qualche modo il potere dei Giullari, si puó arrivare ad avere in campo fino a sei figure con valore di Regina! Una situazione “asfissiante” che sconvolge del tutto i criteri del gioco tradizionale.

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3 Definizione di Chessjoker

3.1 Regola generale

In Chessjoker i Giullari in campo sono soltanto due, uno per schieramento, e non c’é bisogno di limitare il loro potere: la regola generale di Dawson, prima enunciata, puó dunque restare inalterata: il Giullare acquista il valore del pezzo mosso dall’avversario. Prima di muovere, un giocatore dovrá quindi tenere in conto che l’avversario, alla mossa successiva, disporrá del suo Giullare col valore uguale a quello del pezzo che avrà spostato. Ció introduce nel gioco un criterio esplicitamente “retroattivo” che causa, come illustreremo con degli esempi, un tipo peculiare di complessitá.

Per sentenziare la regola a norma, bisogna esaminare con cura tutti i casi possibili. Di che tipo è l’imitazione di ruolo del pezzo avversario da parte del Giullare? Per esempio, se il Giullare imita il Re (in quanto l’avversario ha appena mosso il Re), vogliamo che esso possa arroccare o preoccuparsi di finire sotto scacco? In base alle caratteristiche che desideriamo per la nostra variante, no di certo. Un altro caso: se il Giullare imita un Pedone e si trova sulla penultima traversa, coronerà avanzando sull’ultima? Anche in questo caso crediamo che ciò sarebbe abbastanza inopportuno, dato che condizionerebbe fortemente il gioco e snaturerebbe la stessa valenza della nuova figura. In definitiva, non desideriamo un’identificazione ma una pura imitazione di movimento (inclusa la possibilità di cattura).

Dobbiamo inoltre considerare il caso in cui la mossa dell’avversario consiste in una promozione: quale valore di movimento acquisterà il Giullare se l’avversario ha appena coronato un Pedone a Cavallo? In base al criterio tipicamente retroattivo della nuova figura, ci sembra interessante – ed anche spontaneo – che il Giullare acquisti proprio il valore del pezzo coronato: in tal modo la scelta del pezzo di promozione, per l’avversario, potrebbe essere condizionata dalla posizione del nostro Giullare. Questa caratteristica è capace di assegnare al nuovo gioco una valenza originale e stimolante per quanto riguarda l’ambito delle promozioni. Si può includere questo caso dicendo che il Giullare imita sempre l’ultima figura giocata dall’avversario.

Per comprendere tutti i casi possibili, potremmo allora stabilire:

Regola

1 (Regola Generale): Il Giullare può unicamente eseguire ogni movimento (inclusa la possibilità di cattura) che corrisponde all’ultima figura giocata dall’avversario. Questa proprietà si dirà in breve imitazione della figura.

3.2 Disposizione iniziale ed arrocco

Per Chessjoker sembra opportuna una scacchiera 9×9. Infatti, l’aggiunta di una traversa aumenta la complessità, evita l’affollamento e non ritarda di molto l’inizio della battaglia. La disposizione iniziale dei pezzi è la seguente:

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Rispetto alla scacchiera tradizionale, viene aggiunta una colonna tra le colonne f e g. Inoltre, viene aggiunta una traversa. La disposizione scelta è quella più vicina alla tradizionale: infatti, se si colloca il Giullare a fianco del Re, entrambi gli Alfieri di uno stesso schieramento avrebbero il controllo delle case di uno stesso colore. Si potrebbe ovviare scambiando la posizione dell’Alfiere e Cavallo sul lato di Giullare, ma sembra una trovata piuttosto rozza. Anche quella di relegare il Giullare nell’angolo è inopportuna, tanto per la figura in sè come per l’inedita configurazione dopo un arrocco sul lato di Giullare.

L’arrocco e tutte le sue condizioni per farlo possono restare identiche a quelle stabilite dalla FIDE4. Con la differenza che le due possibilità di arrocco – a sinistra o a destra – possono adesso essere del tutto simmetriche. Dato che la presenza del Giullare avversario (per esempio con valore di Torre o Regina) può rendere oltremodo pericolose le colonne centrali, mi sembra opportuno accentuare il carattere difensivo degli arrocchi, stabilendo quindi che, dopo l’arrocco, il Re disti solo una casa dall’angolo (trovandosi in b1 o h1, nel caso del Bianco):

Regola

2 (Regola dell’arrocco): Dopo l’arrocco il Re bianco finisce in b1 o h1, quello nero in b9 o h9. Ogni altro aspetto dell’arrocco obbedisce alla normativa stabilita dalla FIDE.

Così, segue automaticamente che è necessario spostare il Giullare dalla traversa 1 (9 per il Nero) prima di poter effettuare l’arrocco destro (sinistro per il Nero). I due arrocchi possono rappresentarsi con le notazioni: 0-0 e 0-J-0, dove il secondo è effettuato sul lato di Giullare (destro per il Bianco, sinistro per il Nero). Secondo le regole della FIDE, l’arrocco è una mossa di Re; pertanto, in base alla Regola Generale, eseguire l’arrocco conferisce al Giullare dell’avversario l’imitazione del Re (e non della Torre).

In base alla stessa Regola Generale, all’inizio del gioco i valori dei due Giullari sono indefiniti. Ne segue che il Bianco non può cominciare la partita muovendo il Giullare. Il Nero invece sì: se (e solo se) il Bianco ha cominciato muovendo un Cavallo. In questo caso il Nero potrà spostare il suo Giullare in f7 o h7.

Nella suddetta Regola Generale possiamo anche comprendere il caso in cui un Giullare imiti il Giullare dell’avversario. Nell’esempio appena visto, se il Nero ha spostato il Giullare in f7 (movimento che rappresenteremo con Jf7) imitando un Cavallo spostato dal Bianco all’inizio della partita, il Giullare del Bianco avrà a sua volta il valore di Cavallo. Ecco, dunque, una sequenza corretta dell’inizio di una partita: 1. Cc3, Jf7; 2. Jh3, Je5; 3. d4, Je4;… oppure 3. d4, Jxd4; 4. Dxd4…

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3.3 L’imitazione del Pedone da parte del Giullare

Quando il Giullare imita un Pedone, possono presentarsi alcune situazioni impreviste: se il Giullare si trova sulla prima o seconda traversa (1 o 2 per il Bianco, 9 o 8 per il Nero) cosa potrà fare? Un Pedone non può mai trovarsi nella prima traversa; nella seconda, invece, può avanzare anche di due passi. Questo accorgimento, che accentua le capacità difensive e nello stesso tempo accorcia i tempi delle battaglie sul settore centrale, è giustificato dalla scarsa mobilità del Pedone; ma nel caso del Giullare sembrerebbe inopportuno e artificioso. Meglio semplificare, consentendogli sempre un solo passo dalla prima alla penultima traversa. Se il Giullare si trova sull’ultima traversa, resterà invece “bloccato” fino a che l’avversario non giochi una figura diversa dal Pedone:

Regola

3 (imitazione del Pedone): Quando un Giullare imita un Pedone può unicamente eseguire, ovunque si trovi, il movimento (inclusa la possibilità di cattura) che corrisponde a un Pedone in una traversa centrale. [Di conseguenza:

a. in ogni traversa, eccetto l’ultima, può avanzare di un solo passo e catturare in diagonale.

b. nell’ultima traversa (9 per il Bianco, 1 per il Nero) non può muovere catturare finchè l’avversario non abbia giocato una figura diversa dal Pedone.]

dove le precisazioni entro le parentesi quadre sono ridondanti.

Ne segue anche che un Giullare che imita un Pedone può catturare un Pedone avversario en passant (mentre non può mai essere catturato en passant, dato che non può fare più di un passo). Esempio: …12. Jh6, g8g6; 13. Jxg7 (e. p.)…

Non ci sono altre Regole che caratterizzano Chessjoker! Ogni altra peculiarità si deduce spontaneamente in base agli articoli della FIDE. Per esempio, dato che alla promozione si può richiedere una qualsiasi figura eccetto Re e Pedone, va da sè permettere che si possa richiedere anche un Giullare. E, chi conosce sufficientemente questo meraviglioso gioco, non si stupirà di constatare che effettivamente esistono, come mostreremo più avanti, dei casi molto interessanti in cui conviene farlo. Se un giocatore corona richiedendo un Giullare, assegna il movimento attualmente imitato dai suoi Giullari5 al Giullare avversario.

Tre nuove Regole sono dunque sufficienti; ma, naturalmente, è assai opportuno esplicitare i diversi particolari ridondanti con un quadro sintetico: lo faremo nel penultimo paragrafo.

4 Il Giullare in azione

In questa sezione cercheremo di illustrare con degli esempi le caratteristiche più importanti e stimolanti che la figura del Giullare è capace di apportare al nuovo gioco.

4.1 Inibizione

Il Giullare è in grado di inibire o condizionare fortemente il movimento di alcune figure dell’avversario. Consideriamo per esempio la seguente situazione:

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Alla mossa n. 12, il Nero avanza il suo Pedone in b5, minacciando sia il Giullare bianco in a4, sia di catturare una Torre dando scacco: Dxe3+! Ma il Bianco può avanzare il suo Giullare, che ora imita un Pedone, in a5. Qui, benchè non minacci direttamente alcun pezzo, per il fatto di avere in diagonale il Re nero condiziona fortemente la successiva mossa, n. 13, del Nero. Precisamente:

  • il Nero non può muovere l’Alfiere (anche se esso controlla solo le case bianche) perchè metterebbe sotto scacco il suo Re attraverso il Giullare bianco;
  • per la stessa ragione il Nero può muovere la Regina solo in tre case: o in a5, catturando il Giullare (e sacrificandosi) o coprendo la diagonale in b6 o c7 (dove in entrambi i casi potrebbe essere catturata dal Giullare alla mossa successiva). Ogni altro spostamento della Regina nera è proibito.

Ciò, naturalmente, non corrisponde ad alcuna nuova regola, ma obbedisce semplicemente al tradizionale divieto di muovere un pezzo che esponga o lasci il Re dello stesso colore sotto scacco6. Per il Nero, muovere l’Alfiere è vietato esattamente come gli è vietato spostare il Cavallo da e5; e catturare la Torre bianca in e3 con la Regina, dando scacco, è vietato esattamente come, per lo stesso Cavallo in e5, è vietato dare scacco al Re bianco in d3 o f3.

Nel seguente diagramma il Giullare bianco è in grado di inibire la promozione del Pedone nero:

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Apparentemente, il Bianco è nei guai perchè non ha modo di impedire la promozione del Pedone nero, che coronando a Regina darebbe matto. Ma il Bianco può giocare: 23. Ce3, liberando il suo Giullare di fronte al Re avversario. Ora il Nero non solo non può muovere la Regina o la Torre ma neanche coronare il Pedone con queste figure. Per la stessa ragione, la Torre in c9 non è adesso in grado di difendere il Pedone dall’attacco del Cavallo bianco. Inoltre il Bianco minaccia sia Dxi8, che a sua volta minaccia una combinazione di matto, sia Dc5+! con cattura della Torre avversaria alla mossa successiva (e probabile minaccia di combinazione di matto)7.

Qual’è la miglior risposta del Nero? Non c’è modo di neutralizzare l’inibizione del Giullare bianco: l’unica possibilità, 23. …, Rh9, conduce ad una combinazione di matto per il Bianco che comincia con 24. Dxi8+. L’unica soluzione per il Nero sembra quella di coronare il Pedone. Le possibilità sono: Cavallo, Alfiere o Giullare, ma solo in quest’ultimo caso il Nero può scongiurare le micidiali azioni della Regina avversaria. Dato che il neopromosso Giullare nero – con valore di Cavallo – si troverebbe di fronte al Re avversario, il Bianco non potrebbe più muovere nè la Regina nè la Torre. Dopo 23. Ce3, c1=J, anche il Giullare bianco vale Cavallo e continua ad inibire la Regina e le Torri del Nero. Ora per il Bianco ci potrebbe forse essere b5, Axb9 oppure e7, ma a questo punto lasciamo questo interessantissimo seguito per ritornare ai nostri obiettivi diretti.

I casi schematizzati nel successivo diagramma (di natura esclusivamente esemplificativa, senza pretesa di una reale situazione di gioco) completano le possibilità inibitorie del Giullare.

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Supponendo che il Giullare bianco imiti una Torre e tocchi al Nero, il Nero non può giocare nè la Regina nè l’Alfiere nè un Pedone (eccetto se potesse coronare con una figura diversa da Regina o Alfiere). Nè può giocare il suo Giullare se esso si trova ad imitare una di queste figure oppure il Re. Inoltre non può spostare il Re in d9 o e8.

Nello stesso schema, supponendo che il Giullare nero imiti una Torre e tocchi al Bianco, il Bianco non può muovere il Cavallo in g2 (nè il suo Giullare qualora stia imitando un Cavallo) nè spostare il Re in e2 o f2. Ma, naturalmente, il Cavallo in h4 può catturare il Giullare nero con l’unica mossa consentitagli.

In tutti gli esempi precedenti, sostituendo il Re nero con la Regina o una Torre nera, si hanno casi di “forte” inibizione al gioco del Nero da parte del Giullare bianco, dato che esso potrebbe catturare queste importanti figure.

4.2 Peculiarità offensive

In fase di attacco, bisogna prestare speciale attenzione alla valenza effimera del Giullare. Se esso dà scacco, come per esempio nel seguente diagramma:

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il Nero può “parare” semplicemente muovendo una qualsiasi figura eccetto Regina e Torre. Incluso con: 32. …, Re8. Anzi, una mossa di Re è spesso in grado di ridurre drasticamente le velleità offensive del Giullare avversario.

Tale peculiarità fa sì che il Giullare sia scarsamente affidabile in fase di appoggio all’attacco di una figura amica. Nel seguente diagramma, per esempio, il Giullare bianco vale Alfiere dato che il Nero ha appena mosso: Ac2.

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Qual è la miglior mossa del Bianco? Il lettore è invitato a pensarlo. Certamente non è quella che l’intuito scacchistico tradizionale suggerisce: 26. Dxd8+. Infatti, non solo non sarebbe scacco matto, ma il Re nero potrebbe tranquillamente catturare la Regina!! Quando si supporta un attacco amico, serve un’affidabilità che il Giullare può offrire soltanto da vicino, come vedremo tra poco.

Una buona mossa, invece, è : 26. Jxd8+! Il Re nero non può muoversi perchè, facendolo, assegna al Giullare il movimento di Re, subendo scacco. Il Nero non può neanche muovere nè Regina, nè Alfiere, nè un Pedone (eccetto se potesse coronare con un Cavallo o una Torre); dunque può muovere soltanto Cavallo o Torre per parare lo scacco. Se non avesse nessuna di queste figure, lo scacco sarebbe matto! Ciò rivela una peculiarità offensiva interessante per il Giullare.

Se si vuole che il Giullare difenda a dovere l’attacco di una figura amica, esso deve trovarsi a ridosso di essa, come nel seguente diagramma.

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In questo caso, anzi, il Giullare acquista una capacità insospettata: lo scacco è matto qualunque sia il valore della figura imitata! Nel nostro esempio, dopo Tf9 del Nero, il Giullare vale Torre e un giocatore poco avvezzo al nuovo gioco stenta a credere che la Regina (che, per esempio, possiamo supporre trovarsi in d4) sia in grado di dar matto in d8. Ma è proprio così! Dunque il Giullare diventa particolarmente pericoloso quando dista una sola casa, in diagonale o no, dal Re avversario, essendo sempre in grado di difendere una figura amica frapposta in tale casa.

Questa proprietà si può sfruttare anche per attaccare una figura importante dell’avversario: nello stesso diagramma, sostituiamo il Re nero con la Regina nera e la Regina bianca con un Alfiere bianco. L’Alfiere bianco riesce ad attaccare la Regina avversaria protetto dal Giullare che vale Torre! Come prima, il Giullare è in grado di difendere l’Alfiere, qualunque sia il valore attuale della sua imitazione.

Completiamo l’analisi esaminando il caso in cui il Giullare si trova a ridosso del Re avversario ed è difeso, come nel seguente diagramma.

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Si ha che è scacco se il Giullare imita Regina, Torre o Re. In tutti i casi, il Nero non può muovere il Re e può parare lo scacco soltanto giocando un Pedone, un Alfiere o un Cavallo (se non ha nessuna di queste figure, lo scacco è matto).

Se il Giullare bianco imita Pedone, Alfiere o Cavallo, non è scacco, ma il Nero può ancora giocare soltanto un Pedone, un Alfiere o un Cavallo (se non ha nessuna di queste figure, è patta).

4.3 Inattaccabilità

Il Giullare è una figura molto difficile da attaccare. Risulta infatti che una figura che attacca direttamente (cioè mediante un suo movimento) un Giullare, qualunque essa sia (incluso un Giullare), è a sua volta da esso attaccata. In ciò la nuova figura è superiore alla stessa Regina, che può essere attaccata direttamente da un Cavallo senza che il Cavallo sia minacciato.

Tuttavia il Giullare ha due punti deboli: l’attacco diretto da parte di un Pedone avversario difeso e l’attacco indiretto, cioè di scopertura. Nel primo caso il Giullare può soltanto fare un passo avanti per sfuggire; non ha nessun’altra possibilità: se anche questa casa è sotto il controllo dell’avversario, la figura è perduta. Nel secondo caso il Giullare è minacciato da una figura che non ha mosso. Come nel seguente diagramma, dove subisce un attacco di scopertura da parte della Torre nera.

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Dato che esso vale Cavallo, non minaccia a sua volta la Torre nera come in un attacco diretto8. Naturalmente per minacciare così una Regina, la scopertura dovrebbe dar scacco. [Una buona risposta del Bianco è forse: 32. Da5+. Infatti, se 32. …, Dxa5, allora: 33. Jxc9+, Re8; 34. Pxa5, Txc9 e, se un Giullare vale meno di una Torre, il Bianco si è avvantaggiato9. Il Nero ha comunque possibilità migliori per rispondere allo scacco della mossa 32, ma quest’analisi ci allontanerebbe dai nostri scopi]

In nessun caso il Re può essere spostato a ridosso di un Giullare avversario – cioè attaccarlo direttamente – esattamente come succede per la Regina avversaria. Può invece attaccare indirettamente un Giullare (se in precedenza è stato quest’ultimo ad avvicinarsi): si consideri il penultimo diagramma come risultato delle mosse: 26. …, Pi6; 27. JxCd8. Se adesso il Cavallo nero cattura quello bianco in f7, il Re nero minaccia il Giullare bianco (al pari del Cavallo in f7). [Naturalmente, nella circostanza, il Giullare bianco può sfuggire a tale minaccia e addirittura catturare la Regina o la Torre avversarie].

4.4 Coronamento a Giullare

Abbiamo già visto un caso in cui un coronamento a Giullare è probabilmente la mossa migliore. Ma nel seguente studio ciò è incontrovertibile.

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Per il Bianco non c’è modo nè di dar scacco nè di difendere il Pedone. Non resta che coronare quest’ultimo, ma se si richiede una qualsiasi figura classica la sua vita è brevissima. Richiedendo una Regina, una Torre o un Alfiere, tale figura si perde subito dopo Ce8+ del Nero; coronando con un Cavallo, il Nero può invece rispondere con Ta9, minacciandolo senza scampo. La soluzione è richiedere un Giullare: esso è in grado di evitare le due suddette mosse del Nero. Dopo c9=J, il Giullare acquista il valore dell’ultima figura mossa dall’avversario. Qualunque sia tale valore, il Nero non è in grado di catturare il Giullare bianco, nè gli risulta conveniente attaccarlo con Tc4: infatti, se il Bianco accetta lo scambio, il Nero si ritroverebbe con una Torre in meno e un finale senz’altro perdente. Dopo c9=J, la partita è forse ancora giocabile, ma il Bianco ha un Giullare di vantaggio, malgrado le infelici posizioni delle altre figure.

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4.5 Finali di partita

Ci limitiamo ad osservare che il finale di Re e Giullare contro Re è vincente: dopo aver spinto il Re avversario sul margine della scacchiera – cosa nient’affatto difficile – il Giullare, che imita sempre un Re, può dar matto protetto dal Re.

4.6 Valore

Quanto vale il Giullare rispetto alle altre figure? Solo una solida esperienza, che per ora non possediamo, può fornire una buona risposta; e, conseguentemente, determinare un punteggio da inserire nei programmi scacchistici.

Per adesso possiamo solo tentare di approssimare la sua collocazione nella gerarchia delle figure sulla base di considerazioni oltremodo generali. Riassumiamo:

punti deboli del Giullare

  • È molto difficile prevedere la sua posizione e il suo valore d’imitazione dopo n mosse; epperciò coinvolgerlo nella programmazione di un piano strategico, specie se offensivo.
  • Se dista più di una casa dal Re avversario, non è capace di supportare l’attacco di una figura amica.
  • L’avversario può essere in grado di neutralizzare la sua potenziale pericolosità (o il suo scacco) semplicemente muovendo una figura, anche se tale figura risultasse affatto estranea alla battaglia in cui il Giullare è coinvolto.
  • È attaccato pericolosamente da un Pedone difeso e tramite una scopertura, anche se essa non dà scacco.

punti di forza del Giullare

  • È molto difficile, per l’avversario, prevedere la sua posizione e il suo valore d’imitazione dopo n mosse. Ciò ostacola la programmazione di piani strategici contro il nostro schieramento.
  • In posizioni chiave è capace di inibire contemporaneamente il gioco di diverse e potenti figure avversarie. Oppure il coronamento di un Pedone.
  • In termini generali è difficilmente attaccabile, dato che in ogni caso minaccia esso stesso la figura che, avendo mosso, si trova a minacciarlo.
  • Quando dista una sola casa dal Re avversario, supporta un attacco amico qualunque sia il valore attualmente imitato.
  • A ridosso del Re avversario, se difeso, può dar matto in diversi casi oppure bloccare il monarca.

D’altra parte, si può ritenere che il valore medio della figura imitata da un Giullare nell’intera partita, corrisponda grosso modo a quella di un Cavallo o Alfiere.

Tutto ciò ci porta a sostenere che il valore della nuova figura sia compreso tra un Cavallo (o Alfiere) e una Torre. Cioè: meno di una Torre ma più di un Cavallo o Alfiere. Questa stima è fondata in massima parte sull’intuizione e, dato che potrebbe essere smentita – anche clamorosamente – dall’esperienza, deve considerarsi soltanto come un approssimativo punto di partenza.

5 Come giocare il Giullare?

Pur trovandoci agli esordi del problema, è possibile dare qualche indicazione di massima. Come ogni altra figura, è bene mettere presto in campo il nostro Giullare. Per la sua difficile attaccabilità, lo si potrebbe ritenere idoneo per le posizioni centrali anche ad inizio partita, dove, statisticamente, si troverà ad imitare più spesso il Pedone e il Cavallo. Tuttavia bisogna prestare speciale attenzione proprio ai Pedoni avversari che, se difesi, potrebbero attaccarlo pericolosamente. Al progredire del gioco, il Giullare si adatta bene anche alle situazioni di scarso affollamento, in cui può posizionarsi come un Alfiere o una Torre, con velleità tanto inibitorie come di cattura diretta. In attacco può essere usato con successo solo in prossimità del Re avversario, mentre nelle vicinanze del Re amico può svolgere un ruolo difensivo importante, benchè difficile da prevedere con esattezza.

6 Conclusioni

Gli esempi analizzati sono capaci di renderci le novità più importanti introdotte dalla nuova variante Chessjoker. La figura, intrinsecamente retroattiva, del Giullare è in grado di proporzionare un tipo speciale di complessità che, in termini generali, rende molto più difficile il gioco programmatico, favorendo quello intuitivo. Infatti, la gestione delle potenzialità del Giullare richiede al giocatore uno sforzo di previsione che il calcolo bruto è capace di sondare molto più approssimativamente che non nel caso di una figura a movimento fisso. Di conseguenza Chessjoker dovrebbe favorire il senso scacchistico tipicamente umano rispetto all’analisi combinatoria di un computer10.

7 Sintesi delle regole di Chessjoker

Regola

1 (Regola Generale): Il Giullare può unicamente eseguire ogni movimento (inclusa la possibilità di cattura) che corrisponde all’ultima figura giocata dall’avversario. Questa proprietà si dirà in breve imitazione della figura.

Regola

2 (Regola dell’arrocco): Dopo l’arrocco il Re bianco finisce in b1 o h1, quello nero in b9 o h9. Ogni altro aspetto dell’arrocco obbedisce alla normativa stabilita dalla FIDE.

Regola

3 (Imitazione del Pedone): Quando un Giullare imita un Pedone può unicamente eseguire, ovunque si trovi, il movimento (inclusa la possibilità di cattura) di un Pedone in una casa centrale.

Regola

4 (Disposizione iniziale): Chessjoker si gioca su una scacchiera 9×9 secondo la disposizione iniziale mostrata dal primo diagramma della pubblicazione.

Ogni altra regola si evince dalle regole della FIDE per gli scacchi tradizionali.

RIDONDANZE:

  • Il Bianco non può cominciare la partita muovendo il Giullare.
  • Quando il Giullare imita il Re si limita ad imitarne il movimento (inclusa la possibilità di cattura), senza identificarsi con esso: non può dunque subire scacco.
  • Se un giocatore arrocca, assegna il movimento del Re al Giullare avversario.
  • Se un giocatore gioca il Giullare, assegna il suo attuale valore di movimento al Giullare avversario.
  • Se un giocatore corona un Pedone con una figura, assegna il movimento di questa figura al Giullare avversario.
  • Se un giocatore corona richiedendo un Giullare, assegna il movimento attualmente imitato dai suoi Giullari al Giullare avversario.
  • Quando il Giullare imita un Pedone, si ha che:
    • avanzando sull’ultima traversa (9 per il Bianco, 1 per il Nero) non corona;
    • in ogni traversa, eccetto l’ultima, può avanzare di un solo passo e catturare in diagonale;
    • nell’ultima traversa (9 per il Bianco, 1 per il Nero) non può nè muovere nè catturare finchè l’avversario non abbia giocato una figura diversa dal Pedone;
    • può catturare un Pedone avversario en passant; mai può essere catturato en passant.
    • Un giocatore non può giocare (nè promuovere un Pedone con) nessuna figura che assegni al Giullare dell’avversario un’imitazione capace di mettere sotto scacco il suo Re.

8 Ringraziamenti e Copyright

Ringrazio Giangiuseppe Pili per l’utile discussione. E, in anticipo, chiunque vorrà contattarmi per favorire la diffusione e/o l’implementazione informatica di Chessjoker.

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Il contenuto di questa pubblicazione è protetto da copyright: Murcia 2014 n. 0121.

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1 UCAM – Università Cattolica di Murcia, Spagna; graguni_AT_ucam.edu

2 Come l’ottimo: http://www.chessvariants.org

3 Jester Chess, si veda: http://www.chessvariants.org/large.dir/contest/jester.html

4 La FIDE (Fédération Internationale des Échecs) è l’organismo internazionale che regola il moderno gioco degli Scacchi.

5 I Giullari di uno stesso colore possono dunque essere più d’uno, ma in ogni caso le regole fanno sì che essi abbiano sempre un medesimo valore d’imitazione.

6 Articolo 3.9 della FIDE. Regolamento completo qui.

7 Si osservi anche che, supponendo che il Re nero non si trovi di fronte al Giullare bianco, la sola posizione di quest’ultimo in g3 impedisce lo scacco matto Dxe3#. È un esempio di ruolo difensivo del Giullare.

8 In verità c’è un caso di attacco indiretto che non è di scopertura: quando il Giullare viene minacciato dalla Torre avversaria dopo un arrocco. Esso infatti imiterà un Re e in nessun caso potrà minacciare la Torre avversaria: risulta infatti che la presenza di un Giullare bianco nelle posizioni da e8 fino a h8 impedisce, qualunque sia il suo valore d’imitazione, l’arrocco del Nero sul lato destro (e8-b8 per il lato sinistro). Dualmente per il Bianco.

9 Dedicheremo la sezione 4.6 circa il valore del Giullare rispetto alle altre figure.

10 Ciò malgrado, fino a quando non ci saranno esperti di Chessjoker, le macchine presumibilmente prevarranno nel nuovo gioco.

ChessJoker 17

avatar Scritto da: Giuseppe Ragunì (Qui gli altri suoi articoli)


78 Commenti a Chessjoker: Scacchi con giullare

  1. avatar
    Mongo 21 Febbraio 2014 at 12:29

    Interessante, ma forse un po’ difficile da rendere concreto.
    Mi spiego: la scacchiera 9 x 9 sarebbe un’assoluta novità!! Si, si potrebbero riciclare le scacchiera da dama internazionale, che sono 10 x 10, ‘oscurando’ una traversa ed una colonna, ma sarebbero poi brutte a vedersi.
    Il joker che disegno tridimensionale avrà? Sarà un ‘alfiere’ con un sorriso o un pedone con l’ultima sfera di colore rosso o un ‘bronzo di Riace’ con un viso simpatico?
    🙄

  2. avatar
    Markus 21 Febbraio 2014 at 13:13

    Io trovo l’idea di Giuseppe assolutamente geniale! 😉

  3. avatar
    Ivano E. Pollini 21 Febbraio 2014 at 13:18

    Ho letto l’anno scorso con una certa difficoltà il notevole libro di Giuseppe Ragunì “I confini logici della matematica” (Aracne editrice 2010) e posso capire che il Professore Ragunì, con la sua mente logica e curiosa, abbia proposto questa interessante variante scacchistica denominata “Chessjoker”.

    Forse dietro a questa proposta, c’è anche un piccolo zampino di GianGiuseppe Pili, anche lui curioso e interessato alla teoria dei giochi.

    Essendo un appassionato di logica simbolica ho trovato il libro di Ragunì molto interessante, a tal punto che richiederà da parte mia una successiva e più matura rilettura quest’anno. Per ora posso solo ringraziare nuovamente l’amico Pili per avermi inviato il libro di Ragunì.

    Che posso dire di questa interessante proposta di Giuseppe Ragunì?

    Intanto mi sono piaciute molto le maschere che ho copiato in un mio Folder, poi ho guardato con attenzione i vari diagrammi del testo, che ho trovato piacevoli e degni di attenzione.

    Per quanto riguarda la scacchiera 9×9 non mi sembra un problema: è una delle soluzioni più semplici nel gioco del Go (la scacchiera standard è 19×19), e già Capablanca e Maroczy avevano proposto di allargare la scacchiera per includere nuovi pezzi.

    La proposta di Ragunì è in questa linea e credo che potrebbe essere realizzata senza eccessive difficoltà dagli esperti del settore.

    Non so se il gioco potrà trovare fautori e appassionati come sarebbe auspicabile (io me lo auguro), ma quello che so sicuramente è che mi devo complimentare con Giuseppe Ragunì per la brillante concezione della proposta di questo nuovo gioco originale, per la sua fantasia e la sua inventiva.

    Complimenti e auguri

    Ivano E. Pollini

    • avatar
      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 19:17

      Caro Ivano, grazie di cuore per i tuoi apprezzamenti! Per la scelta delle stupende maschere, comunque, devi ringraziare Martin (credo)!
      Sono anche felice che abbia letto il mio libro di logica. Purtroppo gli argomenti della logica moderna, per quanto possa tentare di semplificarli, restano “intrinsecamente” complessi e difficili. Mi farà, comunque, tanto piacere ricevere domande, osservazioni e critiche sul libro, se in futuro vorrai farne.
      Spero davvero di conoscerti un giorno, ma già da adesso, per favore, chiamami semplicemente Pippo (e l’invito è esteso a tutti i lettori di soloscacchi!!)

      • avatar
        alfredo 22 Febbraio 2014 at 19:25

        mi procurerò il libro al più presto ❗
        La logica matematica è uno dei miei interessi, pur facendo (purtroppo) altre cose…
        Un logico matematico è stato il mio primo vero “maestro” e un logico matematico è uno dei miei più cari amici .
        Ben arrivato quindi Pippo!

        • avatar
          Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 20:20

          Grazie Alfredo!

          Puoi scaricare il libro, gratis, qui:

          http://www.bubok.es/libros/195952/I-confini-logici-della-Matematica

          oppure, se usi il kindle, in amazon.

          Un caro saluto, Pippo

          PS l’edizione di stampa Aracne, è ben fatta ma non contiene gli ultimi miglioramenti/correzioni che ho fatto nel corso di un paio d’anni.

          • avatar
            alfredo 23 Febbraio 2014 at 11:36

            grazie a te!
            Lo leggerò al piu’ presto .

            • avatar
              alfredo 23 Febbraio 2014 at 11:50

              caro Pippo
              ho appena dato una rapida occhiata e sicuramente lo leggerò appena posso . Ovviamente affronti il lavoro d quel gigante che fu Godel .
              Qualche anno fa è stato edito da Bollati Boringhieri ” la prova logica dell’esistenza di dio” con scritti di Lolli , Odifreddi e Roberto Magari .
              Come ben saprai Roberto Magari , CM di scacchi fu un grande esperto di scacchi eterodossi .
              Nel 2007 a Vienna , alla presentazione delle manifestazioni per il centenario della nascita di Godel , in presenza del presidente della repubblica , il discorso iniziale fu tenuto da Garry Kasparov . Vi erano circa 10 logici , la metà dei quali avevano lavorato con Godel . Tra questi Cohen , già molto malato , che fece un intervento poco scientifico ma molto emotivo e toccante .
              logica e scacchi sono molto vicine .
              io mi chiamo come un altro logico forse secondo solo a Godel, Tarsky ( conterraneo del nostro Jas , poi emigrato in America)
              Simpaticamente diceva che forse non era il piu’ grande ma almeno l’unico sano di mente!
              Un altro personaggio molto interessante è Alonso Church . Chi lo ha conosciuto mi ha detto che era cosi’ noioso che alle sue lezioni non solo si addormentavano i suoi studenti ma lui stesso!
              e per finire quello che è forse il piu’ importante logico contemporaneo , Saul Kripke , è stato definito il ” Bobby Fischer della logica” . Anche se a lui la cosa non piace molto !
              ancora un saluto
              a presto!

              • avatar
                Giuseppe Raguní 24 Febbraio 2014 at 10:55

                caro Alfredo, grazie per le tue informazioni! Molte le sconoscevo e mi stimolano a saperne di più. Troppo forte il pettegolezzo su Alonso Church!!! Come saprai, essere bravi investigatori e bravi professori sono due cose affatto diverse!
                Arrisentirci e fammi pure tutte le domande/commenti/critiche che desideri sul libro se lo leggi, grazie!

                • avatar
                  alfredo 24 Febbraio 2014 at 13:11

                  Caro Pippo , smontato notte di Ps 😥 … appena posso inizio a leggerlo seriamente . Tieni conto che sono un dummy , non un professionista in materia . Magari lo faccio leggere al mio amico 😉 che peraltro citi nella biografia . In realtà avrei voluto proprio fare logica matematica ma in famiglia c’era già l’intelligente ( un mio fratello acquisito che è diventato un fisico di levatura mondiale nel campo della elettrodinamica dei quanti). però la passione mi è rimasta e ho avuto l ‘ enorme piacere di conoscere alcuni dei matematici piu’ importanti al mondo . se su questo blog vai alla poesia che ho decicato a Fischer troverai i complimenti fattimi da uno dei piu’ grandi matematici al mondo ( un tipo anche simpatico ). una soddisfazione enorme .
                  per quanto riguarda la tua variante non ho una idea precisa al momento .
                  devo impratichirmi un po’ , magari confezionando all’uopo una scacchiera 9 x 9 e inventando il joker .
                  certo che tu e il Giangi dovete essere proprio una bella coppia ❗
                  a presto . Buona giornata 😀

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    INSALA' 21 Febbraio 2014 at 14:43

    …semplice speculazione filosofica nulla più.

  5. avatar
    lordste 21 Febbraio 2014 at 16:55

    Non mi piace per nulla parte della terminologia usata nell’articolo.
    Passi usare “figure” per “pezzi”, passi usare un fantasioso “coronare” per “promuovere”, ma non posso sopportare chiamare “regina” la Donna!!!!!!!

    (e tralascio il termine “Giullare” che, per coerenza con la sua identificazione con la lettera J dovrebbe essere “joker” o “jolly”;)

    • avatar
      Lorenzo Sanna 22 Febbraio 2014 at 17:15

      Perché? Dove sta scritto che il Re si deve chiamare Re e non Uomo mentre la Donna si deve chiamare Donna e non Regina? 😀

      • avatar
        nikola 23 Febbraio 2014 at 11:55

        dove sta scritto che il Re si deve chiamare Re?

        • avatar
          lordste 24 Febbraio 2014 at 09:25

          Nel Regolamento degli Scacchi, che prevedono anche che la Donna (D) si chiami cosi per non confondersi con il Re (R) in notazione abbreviata.

          • avatar
            nikola 24 Febbraio 2014 at 10:48

            la mia era solo una provocazione che non sono riuscito ad esprimere con la tastiera :). chi si chiede perchè il Re si chiama ‘Re’ negli scacchi non solo non ne conosce il regolamento ma nemmeno ne conosce la storia.

            • avatar
              Giuseppe Raguní 24 Febbraio 2014 at 10:57

              capito Lorenzo? Studia più storia e regolamenti, ne hai bisogno!!

              • avatar
                lordste 24 Febbraio 2014 at 11:24

                Rimane il fatto, caro Ragunì, che la terminologia da lei usata è fondamentalmente scorretta:
                http://www.federscacchi.it/doc/reg/d20090723100958_fide.pdf
                Sul regolamento ufficiale si parla esplicitamente di:
                – “pezzi” (e non figure)
                – “promozione” (e non il bizzarro “coronamento”;)
                – “donna” (e non l’errato “regina”;)
                le consiglio pertanto di correggere l’articolo

                • avatar
                  nikola 24 Febbraio 2014 at 12:08

                  io li lascerei tali così da sottolineare la diversità/distanza/differenza dagli Scacchi! :)

                • avatar
                  Giuseppe Raguní 24 Febbraio 2014 at 12:35

                  Accetto il suggerimento di Nikola.
                  A proposito: non si dovrebbe scrivere “Nicola”?

                • avatar
                  nikola 24 Febbraio 2014 at 12:37

                  nikola è la versione ungherese

                • avatar
                  Lorenzo Sanna 24 Febbraio 2014 at 13:17

                  Mi pare strano che il regolamento della Fide si pronunci sul nome ufficiale dei Pezzi in italiano, più probabilmentefa riferimento alla loro nomenclatura in inglese laddove la Regina è indicata appunto come Queen, corretto?

                  In merito alla trascrizione delle mosse non mi risulta alcun vincolo di sorta fatta salva l’univocità delle stesse tanto è vero che al giocatore non è espresso divieto alcuno in merito alla lingua di trascrizione.

                  In ultimo vorrei solo rammentare che l’osservazione di qualcuno circa l’iniziale del pezzo è davvero puerile tanto che in russo, lingua non certo da deridere in contesto scacchistico, il Re ed il Cavallo iniziano con la stessa consonante, la Kappa, e distinguono il quadrupede dal monarca con una K semplice piuttosto che con una Kappa seguita da una erre, combinazione che appare a chi non è esperto di cirillico (ovviamente non Lordste) come ‘Kp’, che sta per Korol, Re appunto…
                  Buone trascrizioni a tutti

                • avatar
                  lordste 24 Febbraio 2014 at 14:11

                  Per Lorenzo Sanna: mi spiace, ma lei è nel torto. Se avesse letto il regolamento (ufficiale!) che ho allegato, avrebbe visto che +per ogni lingua* c’è una ben precisa nomenclatura ufficiale che identifichi inequivocabilmente i varu pezzi. Pertanto, in Italiano la “Regina” è tradotta con Donna (D), mentre in inglese, ad esempio, il “cavallo” è un Cavaliere (kNight) che però prende la N come simbolo per non confonderlo con il re (King). Sul cirillico mi spiace smentirla ma pur non essendo esperto ho imparato a distinguere i vari nomi dei pezzi…
                  Cmq anche la versione inglese ufficiale http://www.federscacchi.it/doc/reg/d20090706150820_lawsofchess.pdf prevede l’utilizzo di una certa nomenclatura ben precisa.

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    danilo 21 Febbraio 2014 at 19:06

    mi associo a markus
    ge-nia-le!!

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      Jas Fasola 21 Febbraio 2014 at 19:12

      soprattutto con regole semplici e a cui siamo familiari :mrgreen:

      • avatar
        Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 19:25

        Grazie davvero a tutti e tre!! Come avrete compreso, non si tratta di cercare di rendere il gioco degli scacchi più bello (dato che è già infinitamente bello) ma di tentare di scongiurare la “minaccia meccanica” con una trovata “retroattiva” che potrebbe favorire l’intuito umano a scapito del calcolo bruto. Perciò la variante vuole essere il più possibile “conservatrice” del gioco tradizionale.
        Sono felice che vi piaccia!

  7. avatar
    Luca Monti 21 Febbraio 2014 at 20:28

    Non saprei di preciso,è una novità che andrebbe testata a fondo prima di ogni altro commento.
    Per quel che vale,la mia prima impressione è di una proposta macchinosa e cervellotica:
    una dubbia complicazione.Ma potrei sbagliarmi.
    Il gioco degli scacchi è armonico ed equilibrato nella dimensione a 64 caselle e nella disposizione classica dei pezzi che conosco.

    • avatar
      Jas Fasola 22 Febbraio 2014 at 10:58

      Luca, non ti riconosco piu’ 😯
      Un commento (abbastanza) critico e perlopiu’ a una new entry :mrgreen:

      • avatar
        nikola 22 Febbraio 2014 at 13:51

        mi sembra un segnale evidente!

    • avatar
      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 19:40

      Sono assolutamente d’accordo sul fatto che andrebbe testata a fondo (tra l’altro un passo molto importante sarebbe la sua implementazione informatica).
      E non è affatto escluso che, in concreto, il gioco possa risultare troppo… macchinoso, complesso,… non so bene come dire. La cosa peggiore sarebbe: poco divertente. Questo l’ammazzarebbe.
      Dunque trovo del tutto legittimi i dubbi di Luca.
      Ma io credo – magari sbagliandomi – che, invece, la novità del giullare possa esaltare la bellezza e la creatività nel gioco. Per questo l’ho presentato.
      Comunque grazie per il commento.

  8. avatar
    The dark side of the moon 21 Febbraio 2014 at 21:20

    Spero che gli scacchi classici non cambino MAI.
    I programmi di gioco non sono il problema.
    L’uomo non potrà mai competere con le macchine ma da esse può trarne beneficio e questo è il motivo per cui le ha progettate 😉

    • avatar
      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 19:52

      A me la semplice frase: “l’uomo non potrà mai competere con le macchine” mi suona a resa. E tra l’altro è falsa in generale: vale solo per i giochi poco complessi.
      Se si rende il gioco degli scacchi sufficientemente complesso, nessuna “macchina potrà mai competere con l’uomo”. Ci sono già tantissime varianti scacchistiche che molto probabilmente sono così (a anche il “go” lo è); il problema è che finiscono per essere troppo lontane dagli scacchi tradizionali. Per questo ho cercato una soluzione conservatrice ma che aumentasse sufficientemente la complessità.

  9. avatar
    INSALA' 22 Febbraio 2014 at 14:55

    …chi sa di scacchi condivide l’opinione espressa dal sig.MONTI. Questo “chessjoker” è un ibridoma utilizzabile al massimo come variante dall’allenamento. Trovo più interessante 50(cinquanta) sfumature di grigio…e ho detto tutto!!

  10. avatar
    Lorenzo Sanna 22 Febbraio 2014 at 16:33

    Chi sa di scacchi?? Tu per esempio come ‘quantifichi’ questa tua tua sapienza? A chessjoker hai mai giocato??
    Mi sembrano, le tue e quelle degli altri scettici, le stesse perplessità di quelli che tempi addietro storcevano la bocca di fronte all’arrocco, al pedone mosso di due passi… forse prima degli scacchi c’erano altri giochi più antichi e altri scettici conservatori che ne difendevano l’indubbio fascino…

    • avatar
      Jas Fasola 22 Febbraio 2014 at 17:58

      Cosa vuoi farci, anche prima di muovere a scacchi ho tanti dubbi su quale sia la mossa giusta 🙂

      • avatar
        Ivano E. Pollini 23 Febbraio 2014 at 09:09

        Riprendo la frase di Ragunì e la estendo: “A me la semplice frase:-l’uomo non potrà mai competere con le macchine – mi suona a resa. E tra l’altro è falsa in generale: vale solo per i giochi poco complessi. Se si rende il gioco degli scacchi sufficientemente complesso, nessuna “macchina potrà mai competere con l’uomo”.

        Riprendo anche la frase di Lorenzo Sanna:- forse prima degli scacchi c’erano altri giochi più antichi e altri scettici conservatori che ne difendevano l’indubbio fascino.

        Alcuni esempi nella linea di Giuseppe Ragunì e un’informazione per Sanna.

        Sanna: Il Chaturanga indiano, per esempio, e il Chatrang (o Shatrani)persiano. Gli scacchi europei prima delle nuove regole (Lucena, Damiano, Greco).

        Ragunì: Alcuni finali tipici NON sono risolvibili con Fritz o Houdini, che sbagliano (solo forza bruta e poco senso posizionale).

        Uno di questi è riportato in uno dei miei precedenti articoli del 2012: lo studio di Zachodjakinin(1930) in “Scacchi: dalla Psicologia alla Neuroscienze”, p.27.

        Cari saluti a Raguni’, a Sanna e ai sostenitori di SoloScacchi

        IEP

      • avatar
        Ivano E. Pollini 23 Febbraio 2014 at 09:18

        Caro Jas Fasola,

        per una volta almeno sono d’accordo con te! 😆

        Dopo tanti anni che gioco NON so ancora se giocare con consapevolezza 1.e2-e4 o 1.d2-d4. ❓

        Non solo, ma quando gioco 1.d2-d4 (che come tutti dicono è più sicura – leggi solida – cioè si perde un po’ più tardi… 😕 ) NON so decidermi se sia più forte 2. c2-c4 o 2. Cg1-f3. ❓

        Certe volte mi sembra di essere come Munoz, il giocatore di scacchi della “Tavola Fiamminga” ❓ ❗

        Con simpatia

        IEP

    • avatar
      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 20:02

      Ottima replica Lorenzo!
      Naturalmente neanch’io posso essere sicuro della riuscita di Chessjoker. La mia è una proposta, un invito – per chi desidera raccoglierlo – a sperimentarlo. Magari risulta davvero una buona idea, come a me – intuitivamente – sembra.
      Più che parlarne bisognerebbe giocarci. Sarebbe MOLTO opportuno, per prima cosa, disporre di un programma informatico: chi può aiutarmi in questa direzione? Chi conosce o sa come rintracciare dei programmatori di scacchi?

  11. avatar
    Luca Monti 22 Febbraio 2014 at 17:44

    Scusate se intervengo.Mi sembra che un mio commento a questo articolo che non era
    ne polemico e neppure ispirato a criteri da scettico conservatore,abbia senza volerlo, generato una coda polemica.Io ho scritto che la novità andrebbe provata a fondo prima di ogni commento e che la mia prima impressione (impressione non giudizio) della
    proposta rivela un carattere macchinoso e cervellotico.Poi ho anche aggiunto che potrei
    sbagliarmi.
    Ho chiuso affermando che ” Il gioco degli scacchi è armonico ed equilibrato nella dimensione a 64 caselle e nella disposizione classica dei pezzi che conosco”.E dopo
    questo devo sentirmi paragonare a quanti storcevano naso e bocca difronte ad 0-0 e
    pedone di due passi?

    • avatar
      Jas Fasola 22 Febbraio 2014 at 17:54

      Lorenzo si riferiva a quanto scritto da Insala’.

    • avatar
      Lorenzo Sanna 22 Febbraio 2014 at 17:56

      Signor Monti non mi riferivo assolutamente a lei di cui apprezzo infinitamente i nobilissimi lavori ma ad Insalà che in modo anonimo lancia spesso attacchi ingiustificati a destra e a manca.

      • avatar
        Luca Monti 22 Febbraio 2014 at 18:12

        Mi scusi;infatti non capivo.
        Ogni bene a Lei.
        Luca Monti

  12. avatar
    alfredo 22 Febbraio 2014 at 18:09

    Giangi
    fatti vivo 😉

    • avatar
      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 20:12

      Grazie a Giangi mi sono deciso a scrivere le nuove regole in forma minimale, quasi fossero assiomi di una Teoria matematica. Eppoi spiegare a parte le “ridondanze”.
      Infatti lui mi ha fatto notare che così sono scritte le regole della FIDE (quantunque, secondo lui stesso, non siano affatto scritte bene).
      Un caro saluto.

  13. avatar
    Jas Fasola 22 Febbraio 2014 at 18:11

    Aneddoto. Sulla rivista polacca “mat” c’e’ una nuova rubrica, “En passant”. Guarda guarda spiegano che in un suo libro Emanuel Lasker racconta che furono gli europei nel XV secolo a voler velocizzare il gioco facendo muovere alla loro prima mossa i pedoni anche di due passi. Cio’ fu ingiusto nei confronti dei pedoni che stavano sulla loro quinta traversa perche’ i pedoni dell’avversario potevano affiancarsi a loro impunemente. Ci furono percio’ proteste (secondo Lasker da parte degli stessi pedoni :mrgreen: ) e si arrivo’ a un compromesso, che dura fino a oggi, che da’ la possibilita’ di mangiare ma solo alla mossa successiva.
    Quindi per questa novita’ bisognerebbe chiedere agli altri pezzi se accettano il Giullare 🙂

  14. avatar
    INSALA' 22 Febbraio 2014 at 20:25

    …il GIULLARE e i PEZZI con la loro portata simbolica e semantica millenaria…non scherziamo!!

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    Luca Monti 22 Febbraio 2014 at 20:31

    Quando la ultima mossa ,diciamo del Nero, è stata la cattura di un Pedone ad opera di
    un proprio Pedone,il Giullare del Bianco che in quel frangente per imitazione sarà Pedone,dovrà per forza muoversi eseguendo a sua volta una presa (per imitazione) o potrà anche scegliere di muoversi in avanti di una mossa?
    E poi ancora perché (capitolo 4.2)nel diagramma dopo la mossa 25…Ac2 si sostiene
    che 26 Dd8 matto non funziona per via della “lontananza” del Giullare ( imitazione Alfiere) in a5? Se il Giullare sia una imitazione,perché imporgli una limitazione?
    Forse ho fatto un po di confusione.

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      Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 21:31

      – Non si è mai detto che il giullare deve necessariamente catturare se l’avversario ha catturato. Nel caso che descrivi, il giullare bianco imita (cioè “vale”) pedone e, se il Bianco decide di giocarlo, si può muovere come un pedone (eventualmente catturando). L’unica limitazione quando il giullare imita un pedone è che, se dovesse avanzare nell’ultima traversa, non promuove.

      – nella situazione che consideri, Dd8 non è matto perché il giullare, malgrado si trovi con valore di alfiere, non è in grado di difendere la regina: il Re nero, catturandola, assegna al giullare il valore d’imitazione del Re. Se invece il giullare si trova subito dietro la regina, la difende: se il re nero la mangia, si trova di fronte il giullare avversario con valore di re (che quindi “gli dà scacco”). Spero di esser stato chiaro… 🙄

      • avatar
        Luca Monti 22 Febbraio 2014 at 22:12

        Oh si adesso è più chiaro. Questo Giullare è come un camaleonte,cambia pelle
        in continuazione.La bravura di un giocatore potrebbe consistere anche nel
        muovere limitando, di volta in volta,le potenzialità del Giullare avversario
        e, per inverso, esaltando quelle del proprio.
        I motori (engines) non sono celebrati per la loro ironia.Chissà mai come reagirebbero avendo in squadra un tipo imprevedibile e buffonesco come il
        nostro?!

        • avatar
          Giuseppe Raguní 22 Febbraio 2014 at 22:52

          Caro Luca,

          <>

          esatto. Questo complica molto le cose per il calcolo bruto.

          <>

          naturalmente anche il gioco del giullare può essere computato; ma la previsione del suo valore dopo n mosse è un problema estremamente complesso. Perciò potrebbe “spiazzare” i computer a vantaggio del “naso” del grande scacchista!
          Ma, come hai detto bene, bisognerebbe testare a lungo la trovata.
          Forse riuscirò a convincere qualche coraggioso programmatore a farlo… chissà.
          Nel frattempo, grazie per l’interesse! Pippo

  16. avatar
    delpraub 23 Febbraio 2014 at 10:38

    Pippo,
    grazie per aver condiviso la tua idea.
    Al di là della valenza intrinseca della variante che proponi, è sempre interessante vedere come gli scacchi possano stimolare riflessioni e analisi sul rapporto tra uomo e computer per quanto riguarda le differenze di approccio alla soluzione di problemi complessi.
    Offro volentieri due miei contributi al tuo articolo (e una piccola critica finale).
    Mi scuso per la lunghezza di questo intervento, ma l’argomento è molto stimolante e una ciliegia ha tirato l’altra…

    La mia prima riflessione è su quella che mi sembra la tua motivazione principale nel pensare, codificare e proporre una variante agli scacchi cosiddetti classici: modificare l’attuale rapporto tra le capacità competitive di uomo e macchina, progressivamente sbilanciato a favore di quest’ultima. Nota bene che ho detto “competitive” e non razionali, perché comunque le macchine sono pur sempre programmate da uomini (almeno fino ad ora), quindi se riescono ad eccellere in qualche attività è perché a monte l’uomo è riuscito ad analizzare un problema altamente complesso e a ridurlo a istruzioni elementari eseguibili in una qualche sequenza e con una qualche strategia.
    In effetti, mi sembra che il tuo paragone con le competizioni di velocità sia calzante, ma io arrivo a conclusioni diverse. E’ evidente che le macchine sono più veloci dell’uomo, quindi è pacifico per chiunque che la competizione di velocità non possa essere tra uomo e macchina (ed in effetti si parla di competizioni diverse in sport diversi). Allo stesso modo quindi le competizioni di tipo scacchistico dovranno essere separate: è inutile cercare di bilanciare artificiosamente la mente umana e quella siliconica cambiando le regole del gioco.
    Interessante invece la tua riflessione sulla convenienza (diciamo così) a portare la competizione su terreni meno consoni alla macchina. Ad esempio ad oggi uno slalom speciale parallelo di sci verrebbe sicuramente vinto dall’uomo (almeno spero!). Ma fino a quando? Prima o poi, con i dovuti finanziamenti e stimoli, potrà essere sviluppata una macchina in grado di sciare altrettanto bene, e, in prospettiva, meglio di un uomo. Cosa faremo allora? introdurremo varianti allo sciare solo perché la flessibilità del cervello umano possa sopravanzare temporaneamente la forza bruta del robot? Sarebbe una vittoria effimera, a mio parere.
    Torno alla tua variante degli scacchi ed all’idea di studiare un gioco molto simile ma diverso e più “scomodo” per un computer. Io credo che la capacità peculiare del cervello umano, che dovremmo eventualmente sfruttare, sia la profondità strategica, ovvero una capacità che potremmo definire quasi-statica rispetto a quella tattica (dinamica). La semplicità di una situazione che richieda una pianificazione non esaustiva è l’arma vincente dell’uomo sulla irraggiungibile (ormai) velocità di calcolo e valutazione tattica del computer. Ogni qual volta gli elementi dinamici di una posizione sono preponderanti (molteplicità di pezzi, linee aperte, rapide mutazioni degli elementi tattici di una posizione…) il computer batte a mani basse l’uomo. Quando invece la posizione è “lenta” e consente piani a lungo termine i cui risultati non siano calcolabili oltre un certo orizzonte, ecco che l’uomo (sempre fino ad oggi) resta superiore. Almeno fino a quando la posizione non sia talmente semplice (come nei finali con pochi pezzi) che il computer possa “risolverla” con la sua forza bruta.
    Questo spiega in qualche modo perché il computer non sia ancora così bravo a “Go” (gioco apparentemente semplice ma che richiede un approccio spaziale e strategico superiore a quello degli scacchi) e perché a tutt’oggi nessun computer sia riuscito a battere l’uomo ad Arimaa (http://en.wikipedia.org/wiki/Arimaa – solo una lontana parentela con gli scacchi, ma un gioco di nuovo con regole semplici e dinamiche lente).
    Siamo quindi secondo me di fronte ad una sfida che non si può risolvere aggiungendo pezzi, per di più altamente “variabili” come tipologia e dinamicità. Non ho, come nessuno ha, elementi oggettivi a sostegno del mio pensiero, ma sono convinto che l’aggiunta del Joker possa solo aiutare il computer a battere l’uomo. Ci sono voluti secoli di gioco per noi umani per costruire un edificio di teoria e di pratica utile a giocare a scacchi ad un alto livello, e solo pochi anni ai computer per superarci per capacità analitica e per cominciare a trovare idee (o meglio sequenze) di apertura valide e nuove. Non a caso quasi tutte varianti altamente dinamiche e squilibrate: non è stato certo il computer a rinverdire il Berlin Wall…
    In qualche modo all’opposto della tua terza premessa (“il nuovo gioco deve essere ben più complesso del gioco tradizionale e in particolare favorire l’imprevedibilità e la fantasia. Ciò sia a vantaggio del divertimento, sia in contrapposizione alla forza bruta del calcolo meccanico”), la regola di variazione del valore del Joker è assolutamente prevedibile e calcolabile per un computer, quindi credo che al di là degli aspetti nuovi e stimolanti del Chessjoker giocato tra umani, una sua eventuale adozione per competizioni con i computer ci vedrebbe inesorabilmente (e ancora più nettamente) sconfitti.

    La mia seconda riflessione è invece sulla variante di gioco in se stessa. Al di là di trovarla molto stimolante dal punto di vista intellettuale, temo che il suo aspetto caratteristico (quella che tu chiami retroattività) introduca un elemento molto lontano dal gioco degli scacchi come siamo abituati a giocarlo, in qualche modo in contrasto con la prima delle caratteristiche che tu stesso definisci (“Le sue regole devono essere immediatamente chiare allo scacchista tradizionale”). L’immediatezza di comprensione di una regola non è ovviamente legata alla semplicità della sua esposizione, ma in questo caso la dipendenza del valore del Joker dall’ultima mossa dell’avversario aggiunge un grado di sequenzialità che, ad esempio, obbliga a specificare l’ultima mossa dell’avversario nel presentare un diagramma. Non sono sicuro che questo sia di immediata comprensione. Gli scacchi sono un gioco ad informazione perfetta, ma è anche vero che sono un gioco le cui posizioni sono analizzabili per quello che sono, e non sulla base di come ci si è arrivati (a parte alcuni problemi che invece si basano proprio su ciò). So bene che anche gli scacchi classici hanno piccoli elementi di retroattività (possibilità di arrocco e presa en-passant) ma nel caso del Joker questi sarebbero aspetti preponderanti nella valutazione di una posizione.
    Non che questo mi disturbi, anzi è chiaro che il gioco acquista una sorta di tridimensionalità, ma temo che l’immediatezza di cui parli sia molto a rischio.
    (Magari offro un suggerimento pratico: sostituire al Joker il pezzo di cui ha assunto il valore con caratteristiche visive evidenti. Ad esempio nel gioco alla scacchiera il pezzo con una base diversa o di colore diverso per rappresentare che non è un vero Cavallo ma un Joker che ha preso temporaneamente le sembianze di un Cavallo. Oppure, nei diagrammi, rappresentare il Joker con il pezzo di cui ha assunto le sembianze con un cerchio attorno.)

    Mi sembra comunque che dal punto di vista intellettuale e quasi sicuramente pratico (tra uomini) il Chessjoker sia molto interessante. Volendo cercare similitudini, preferisco però ancora la variante del “bottone” spiegata da Paolo (Bagnoli) nel suo “Scacchi”: un semplice imitatore sulla normale scacchiera 8×8 che vi assicuro introduce limitazioni e sorprese superiori alla sua apparente semplicità.

    Mi farà piacere leggere ancora commenti e interventi sull’argomento.

    PS: Come anticipato, un’ultima cosa. Il tuo intervento è strutturato secondo un articolo, con premessa, esposizione e conclusioni. Per curare meglio la correttezza fattuale della premessa, ti faccio notare che:
    Kasparov ha giocato contro “Deep Blue” e ci ha giocato due volte, nel 1996 (vincendo) e nel 1997 (perdendo).
    “Deep Blue” per la seconda sfida era stato potenziato e per questo era soprannominato “Deeper Blue” ma il nome ufficiale è sempre stato “Deep Blue”.
    Non è vero che “nessun altro campione del mondo ha accettato di misurarsi pubblicamente con i discendenti di quella macchina”. Al di là della definizione di “discendenti”, Kramnik, da campione del mondo, ha giocato due volte contro il computer. La prima volta nel 2002 in Bahrein (pareggiando) e la seconda in Germania nel 2006 (perdendo).
    Non mi disturba affatto, invece, l’uso dei termini “figure”, “coronare” o “regina” (anche se non avrei sopportato un eventuale “pedine” al posto dei “pedoni”). E’ vero che non sono i termini usati come consuetudine, ma l’articolo rimane perfettamente comprensibile. La forma si può aggiustare facilmente, mentre è la sostanza che deve essere ben spiegata, come è in questo caso.
    Ricordo la storiella dello studente di Ingegneria che si presenta all’esame di Analisi I senza ver mai frequentato le lezioni. Inizia ad enunciare un teorema con l’incipit “Preso un tre piccolo a piacere…”. Il professore lo ferma subito e chiede cosa intenda lo studente con questo “tre piccolo a piacere” e lo studente, nervosamente, traccia sul foglio una epsilon dicendo “Questo!”. Capito l’equivoco (e decidendo di soprassedere alla evidente mancata frequenza del ragazzo alle lezioni) il professore fa continuare lo studente, premiandolo alla fine con un trenta per la comprensione perfetta degli argomenti e per l’esposizione completa (per la lode, magari, un po’ di terminologia bisogna saperla, però…;)

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      Giuseppe Raguní 24 Febbraio 2014 at 12:21

      Caro delpraub, sono contento che trovi l’idea stimolante e interessante. Commenterò il tuo intervento seguendo il tuo stesso ordine.
      – Anche se potrei essere d’accordo sul fatto che competizioni umane e meccaniche debbano mantenersi separate, non vedo perchè debba essere “inutile” cercare di bilanciare le menti (umana e meccanica): non sarà inutile fino a quando ci sarà qualcuno che abbia voglia di giocare contro una macchina con qualche chance di non perdere sempre.
      -Il meccanismo cui accenni (aumento di complessità – aumento di prestazioni del computer – riaumento di complessità – riaumento di prestazioni etc..) non può spingersi all’infinito. Come saprai ci sono problemi (assai facilmente formulabili) detti “intrinsecamente difficili (o complessi)” di fronte ai quali non ci potranno MAI (in base alle attuali leggi della fisica) essere computer all’altezza. Alcuni qui: http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1979_131_7.pdf
      Si pensa (ma non è ancora dimostrato) che anche il problema “stampa i primi n numeri primi” sia intrinsecamente complesso: finora tutti gli algoritmi hanno tempi di calcolo che crescono esponenzialmente con n.
      È probabile che gli scacchi stiano un pò “al limite” in tal senso. Come ha detto Ivano ci sono situazioni di gioco in cui il computer “si arrende” per la loro complessità. Tuttavia sappiamo come sono sempre più forti in generale. Forse se si aumentasse la complessità (senza esagerare per non stravolgere il gioco) si potrebbe creare un gioco in cui la loro abilità non è così schiacciante e… almeno ugualmente bello (questa è la speranza senz’altro più importante!). E, come detto, tale che si possa essere ragionevomente sicuri che il progresso della tecnologia non potrà MAI farlo sbilanciare di nuovo FORTEMENTE a favore della macchina.
      -punto più importante: tu sostieni che la trovata del giullare, in quanto soluzione “dinamica” piuttosto che semplice, aiuterebbe più il computer che l’uomo.
      Io credo che, effettivamente, all’inizio i computer (soprattutto nell’avanzato stato soft-hardware in cui si trovano) saranno molto avvantaggiati (l’ho anche detto in una nota). Tuttavia sono portato a pensare che dopo un pò di tempo (che potrebbero essere mesi o anni) SE IL GIOCO PIACE (condizione indispensabile per stimolare gli uomini!!) sarà l’uomo a prevalere. Perchè: 1. L’uomo riesce ad abituarsi e dominare anche problemi “dinamici”. Cosa c’è di più dinamico della vita? Una macchina non sarebbe attualmente capace di fare un buon acquisto al mercato (e non mi riferisco alle difficoltà motorie…;). 2. Prevedere il valore del giullare dopo, diciamo 5-6 mosse, sospetto sia già un problema “intrinsecamente difficile”!! In tali condizioni di imprevedibilità, siano le regole semplici o no, un uomo (esperto) si dimostra spesso superiore al computer.
      Forse mi sbaglio e hai ragione tu; ma converrai che soltanto una buona, lunga, esperienza di gioco potrebbe stabilirlo.
      -Osservazione seguente: chiunque conosca minimamente gli scacchi, sa come sono estremamente sensibili alla più leggera variazione delle regole. Pensa a come l’abolizione dell’arrocco stravolgerebbe le aperture e tutta la scienza (perchè di scienza si tratta) relativa!! Sarebbe una rivoluzione. Lo stesso abolendo il doppio passo dei pedoni. Perciò non posso farmi illusioni relativamente all’introduzione del giullare. È chiaro che si dovrà “ricominciare da capo” su un’enormità di cose. Tuttavia una buona parte dell’esperienza scacchistica potrà salvarsi. E, soprattutto, la trovata del giullare mi sembra stimolante, intrigante.
      – I tuoi suggerimenti pratici circa la rappresentazione visuale della nuova figura sono molto opportuni. Si potrebbe realizzare abbastanza facilmente nei programmi informatici.
      -Deep Fritz non è un discendente del Blue dell’IBM. La sua superiorità sul Blue è algoritmica (ma gira quasi cento volte più lento, se non ricordo male). Non oso pensare in una macchina che usi l’algoritmo del Fritz con una velocità di 200 milioni di mosse al secondo! Queste sono le attuali potenzialità delle macchine!
      Comunque hai ragione, avrei dovuto accennare alla sfida di Kramnik con Fritz. Se dovessi riscrivere l’articolo lo farò. Ma il mio attuale desiderio è quello di veder realizzata una versione informatica di chessjoker.
      Un caro saluto, Pippo

      PS mannaggia, se avessi saputo che ti infastidiva così tanto, avrei usato “pedino” anzichè “pedone”!!!

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        delpraub 24 Febbraio 2014 at 22:46

        Ciao Pippo,
        grazie molte per la tua articolata risposta. Continuo volentieri lo scambio di opinioni.

        Come prima cosa, non ho detto che sia inutile studiare un modo per “bilanciare” (come dici tu) le menti umane e meccaniche, ma lo trovo interessante più come metodo per comprendere meglio i due processi razionali e decisionali che come tentativo di pareggiare le possibilità competitive. E non sono tra quelli che cercano il divertimento (sia pur intellettuale) nel confrontarmi con una macchina. D’altra parte neanche Usain Bolt potrebbe pensare di competere non dico con una formula 1 ma neanche con una normale auto da strada (anche se agli albori dell’industria automobilistica uno come lui avrebbe potuto farlo!)

        Mi fa piacere invece continuare a ragionare su quale potrebbe essere una ipotetica strategia per modificare in gioco esistente (gli scacchi) in senso pro- o contro-computer.

        (@Nikola: no, gli scacchi non mi hanno assolutamente stufato né credo siano “esauriti” come gioco – non lo sono per i grandi campioni, figuriamoci per i giocatori normali! Però questo non impedisce di provare a immaginare le conseguenze di una modifica alle regole. In molti approcci analitici, per capire meglio un sistema, lo si stimola o modifica in alcune parti per studiarne il comportamento e ipotizzarne le possibili regole interne. Il solo fatto di ragionare se una modifica come ChessJoker renda gli scacchi più o meno favorevoli alla mente umana rende questa discussione interessante. Ma, come sempre, quel che interessa a qualcuno è noiosissimo per altri 🙂 Nessun problema, basta saltare il post!)

        Pur non essendo un esperto in materia, so che esistono problemi che non sono attualmente (e probabilmente non saranno mai) risolvibili con la forza bruta di calcolo (grazie molte per il link all’articolo!). Non credo però sia corretto portare come paragone problemi a numerosità crescente come “stampa i primi n numeri primi”, perché sono problemi per i quali non esiste (al momento) una strategia di riduzione. Negli scacchi invece esiste, anche se necessariamente imperfetta, tanto che noi umani siamo in grado di giocarci in maniera altamente efficiente.
        Ritengo che gli scacchi siano un caso di problema non risolvibile per via euristica. Infatti, a parte le tablebase dei finali, gli scacchi non sono giocati oggi dai computer sulla base della sola forza di calcolo. Sono necessarie “scorciatoie” (strategie) per escludere dal calcolo le linee al cui termine (orizzonte) ci siano posizioni con valutazione inferiore al miglior candidato. E’ qui dove la capacità dei programmatori entra in gioco: non tanto nell’implementare algoritmi di calcolo super-efficienti, ma nel costruire, valorizzare e confrontare alcuni elementi non-tattici caratteristici della posizione che l’uomo valuta con la sua esperienza (che possiamo chiamare alternativamente intuito, sesto senso scacchistico, visione strategica…;) e che la macchina deve confrontare con il risultato di calcoli algoritmici. Le valutazione della macchina sono quindi figlie di una strategia di ottimizzazione ideata dal programmatore e messa a punto con molti, molti tentativi (leggi partite).
        Come molti hanno già fatto notare, esistono tuttora “angoli ciechi” oltre i quali i computer non riescono a vedere per una combinazione di fattore orizzonte (limitazione del tempo disponibile per i calcoli) e di precisione degli algoritmi (nonostante i tentativi di adattamento al carattere della posizione). Anche se ipotizziamo che l’orizzonte di calcolo possa essere spostato progressivamente più in là grazie all’aumento della velocità dei processori, rimane sempre un limite fisico. E’ qui che io immagino risieda il punto debole della corazza di Smaug, dove concentrarci se vogliamo contrastare lo strapotere del computer scacchisti. Come ho scritto nel post precedente, in quelle situazioni dove i calcoli arrivano a poco e le valutazioni sulla linea dell’orizzone sono molto vicine: posizioni poco dinamiche e con preponderanti elementi strutturali. Di nuovo, solo una mia idea, che però mi sembra adottata spesso come strategia da chi vuole cimentarsi con i computer (vedi la terza partita del match Kasparov – X3D Fritz, http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1269891).

        Non pretendo di avere ragione, ma credo proprio che la variabilità del Joker non sia un ostacolo agli algoritmi di valutazione, mentre lo è sicuramente per il cervello umano che deve visualizzare e valutare posizioni talvolta radicalmente diverse in funzione della mossa che si pianifica di giocare. Per il computer è solamente un’altra posizione dalla quale partire per eseguire algoritmi di ottimizzazione, per un uomo è una modifica sostanziale del controllo di case e della dinamicità di una posizione.

        Certo, le nostre idee rimangono sospese senza una prova pratica, ma prima di imbarcarsi un una qualsiasi iniziativa di programmazione o di studio approfondito (umano) del ChessJoker, qualche previsione va tentata: altrimenti si rischia di investire in una variante sterile. (NB: no, non sono un programmatore, quindi non pensare che ci stia pensando! 😉 )

        Concludo sull’argomento “Deep Blue”/“Deep Fritz”. Avevo premesso che la definizione di “discendenti” era un po’ vaga, ma considerando che “Deep Blue” fu fisicamente smontato dopo il match con Kasparov del 1997 per non essere più ricostruito, è stato di fatto impossibile non solo per un Campione del Mondo ma per chiunque misurarsi con un suo discendente. La sfida dei realizzatori di programmi scacchistici si è spostata sul programmi in grado di girare su macchine meno specializzate e “Deep Fritz” è uno di quelli (oggi neanche il migliore, si dice – io non possiedo nessun programma che gioca a scacchi). Ma già così, senza hardware dedicato, la sfida è improponibile…

        Ciao

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          Giuseppe Raguní 25 Febbraio 2014 at 15:05

          Caro delpraub, grazie per questo ulteriore commento, interessante come o più del precedente. Ci sono diversi elementi che possono alimentare profonde, belle e soprattutto pacifiche discussioni ma credo che si potrebbero sviluppare più comodamente via e_mail privato. Chi volesse farlo può scrivermi all’indirizzo riportato nell’articolo stesso. Commento dunque solo sinteticamente le tue osservazioni.
          – concordo che l’esempio “stampa i primi n primi” sia fuori tema: l’ho riferito solo “en passant” perchè mi è venuto in mente ed è molto interessante.
          – so bene che anche i programmi informatici lavorano con algoritmi di tipo “strategico”. DEVONO farlo, dato che gli scacchi “nudi e crudi” sono un problema “IPERintrinsecamente difficile”. Del resto lavorano assegnando un valore ad ogni pezzo (pardon: figura) che è già una “strategia”. L’algoritmo è dunque un’opera SOMMAMENTE stimolante e creativa (quando si dice “forza bruta” non può “bypassarsi” quest’enorme sforzo di cervelli umani!).
          -Mi sembra che la dici grossa quando affermi che “la variabilità del joker non sia un ostacolo per gli algoritmi di valutazione”. Posso comprendere la tua opinione che tale neo-complessità sia più a discapito dell’uomo che della macchina (anche se non sono dello stesso avviso), ma..?; forse intendi per “non ostacolo” qualcosa come che non sarebbe affatto difficile ristrutturare un algoritmo per gli scacchi tradizionali in modo che giochi a chessjoker. Ma è ben diverso!
          – E sono d’accordo: infatti non credo affatto che “l’imbarco” informatico in chessjoker sia un’opera così complessa. Le nozioni di informatica che possiedo sono sufficienti a farmi credere che sarebbe, anzi, abbastanza facile.
          Altro discorso è, naturalmente, se, proprio per la presenza del joker, si vogliano ritoccare gli algoritmi allo scopo di giocare meglio. Ma questo potrebbe farsi in un secondo momento, non credi?
          -Non sapevo dello smantellamento di Deep Blue (pooraccio!). E questo aumenta (aimè) l’approssimatività dell’introduzione del mio articolo. Mi spiace, avrei dovuto documentarmi meglio!

          Beh, amici di soloscacchi, chessjoker è stato un successo in quanto a numero di commenti e questo solo fatto già mi rende felice. Avevo previsto le critiche e non so davvero perchè qualcuno ha rilevato permalosità in me: ho soltanto fatto un pò d’ironia, talvolta, circa le critiche terminologiche 😆 !
          Proporre e/o discutere una variante non implica essere stufo degli scacchi: tutt’altro. Basta informarsi (o ragionare un pò 😉 ) per convincersene.
          Non ho preteso nemmeno interesse per l’idea; eppure qualcuno che – per sua ammisione – non ha neppure letto per intero l’articolo, si è interessato di cercare di appartarmi il più possibile dalle sue “segrete cose”.
          Ma non sono arrabbiato per questo: l’ho notato tantissime altre volte. Bisogna rassegnarsene: se non vuoi imbatterti in tale gente, resta a casa!

          Un abbraccio a tutti, Pippo

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            danilo 26 Febbraio 2014 at 21:44

            be’ la cosa e’ interessante…conoscete un forum di programmatori scacchisti?, una chiacchieratina ce la farei….

  17. avatar
    The dark side of the moon 23 Febbraio 2014 at 11:31

    Quando dico che l’uomo non può competere con le macchine, mi riferisco in senso generale.
    Se cosi non fosse, l’uomo correrebbe più veloce di una automobile, per non parlare delle macchine nelle catene di montaggio delle fabbriche etc.
    Dai non scherziamo…
    L’uomo e la macchina sono complementari per l’evoluzione ma non si possono mettere a confronto, è fuori discussione.

  18. avatar
    nikola 23 Febbraio 2014 at 11:52

    io chiedo ai qui presenti se c’é qualcuno che é stufo di giocare a scacchi e reputa che questo gioco sia finito o ormai prossimo ad essere decapitato dai computer. detto questo io non ho avuto né la forza né l’interesse di terminare il lungo articolo e lascio ai suoi estimatori tutto il tempo di impratichirsi in questo nuovo gioco. se poi vorrete chiamare il Re con un altro nome (magari Uomo) e sbarazzarvi dell’arrocco perché lo giudicate una novitá inferiore a quella dell’introduzione del jocker, tanto meglio. non ho bisogno di sperimentare le novitá per affermare che adoro gli scacchi cosí come sono e non mi stuferó mai di studiarlo sui libri e di giocarlo a tavolino.

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      The dark side of the moon 23 Febbraio 2014 at 12:53

      Infatti… 😉

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    INSALA' 23 Febbraio 2014 at 13:03

    …traduco in soldoni le riflessioni di DELPRAUB: A)codificare e proporre una variante agli scacchi classici(chessjoker) introduce il concetto (da me espresso) di IBRIDOMA che, evidentemente, non è da intendersi come grande ibrido! B)”le sue regole devono essere immediatamente chiare allo scacchista tradizionale”: introduce il concetto di “speculazione filosofica”. Riguardo,poi, la chiarezza di chessjoker passo il testimone ad altri. C)chessjoker non godrà mai di una sua dignità. Il GIULLARE introduce una discrasia simbolica e semantica che DISTRUGGE l’essenza IMMORTALE del gioco degli scacchi. Detto tra noi:lo scacchista medio percepisce chessjoker, cognitivamente parlando, come un ramo secco (vedi post di LORDSTE, MONTI e DELPRAUB). Da ciò discende la mia riflessione: chessjoker introduce nuovi elementi di complessità (certo che sì!) utilissimi per diversificare l’allenamento scacchistico.Ad es. consiglierei chessjoker a quei giocatori che hanno difficoltà nel migliorarsi (abbattere il classico “muro”;).Concludo questo mio post con un ringraziamento per il sig. Raguni visto che il suo chessjoker ha implementato le mie (e non solo) utilities scacchistiche. Pace e bene a tutti… P.S. piccola nota per RAGUNI: i NO sono pillole di ENTROPIA e, quindi, miglioramento e crescita. Partorire con dolore è un percorso necessario.

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      alfredo 23 Febbraio 2014 at 13:09

      sicuro che ” partorire con dolore” è necessario ?
      e allora perché si ricorre all’epidurale ?
      comunque porto all’attenzione a chi è sfuggito questo interessante articolo
      http://en.chessbase.com/post/computer-resistant-chess-variants
      Questo sito pubblica spesso articoli su possibili varianti agli scacchi ” tradizionali”

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        INSALA' 23 Febbraio 2014 at 13:19

        …la medicalizzazione del parto è nata per seguire i parti patologici e non quelli fisiologici. Se vuoi posso imbastire la storia del lettino ginecologico iniziata nel lontano Settecento.Che “c’azzecca” con il parto mi dirai? C’azzecca, eccome!Chiusa parentesi e torniamo a chessjoker…

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    Bagirow 23 Febbraio 2014 at 23:37

    Una variante molto originale, certo bisognerebbe giocarci qualche mese per apprezzarla al meglio o eventualmente trovare qualche difetto.

    Il limite evidente è la scacchiera 9X9, quella per lo shogi non andrebbe bene in quanto monocolore e con case non quadrate, io suggerirei, un’idea già nota, di inserire il joker nella prima casa liberatesi in prima e in ottava traversa.

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    Lorenzo Sanna 24 Febbraio 2014 at 14:31

    Per il ‘professor’ lordste: prima di dar torto agli altri per cortesia si premuri di capire bene l’italiano: sul documento che mi accusa di non aver letto, in appendice C, comma C3, si parla di libertà in merito all’iniziale del pezzo di cui trascriver la mossa, libertà. e non obbligo, legga bene per favore e poi mi dica chi ha torto e chi ha ragione 😉
    cordialmente, Lorenzo

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      INSALA' 24 Febbraio 2014 at 14:54

      …SANNA,alla faccia della chiarezza di chessjoker!! A proposito, se l’intento è quello di non sostituirsi agli scacchi eliminate il “chess”. Inoltre avrei un suggerimento per le fattezze del GIULLARE: sono indeciso tra un super-eroe della Marvel( Spiderman per es.)o uno della Comics(Batman andrebbe bene? E’ il mio preferito, fa molto dark). A tal proposito pregherei la Redazione (per l’occasione SoloChessJoker, of course! )di aprire il televoto. Signori, affrettatevi!!…P.S. un tantinello permalosi questi fans del chessjoker. Sarà per la complessità del gioco…credo determini ipoperfusioni parcellari.Sperimenteremo. Peace&love.

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        Jas Fasola 24 Febbraio 2014 at 15:15

        effettivamente il Joker sa molto di supereroe, direi pero’ meglio da Terminator, come quello del film che assume le sembianze di chi un attimo prima lo tocca :mrgreen:

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      lordste 24 Febbraio 2014 at 15:52

      da: professor lordste
      a: allievo svogliato Lorenzo Sanna
      oggetto: forse non hai letto bene…
      …ma “C2. Ogni pezzo è indicato con l’iniziale, in lettera maiuscola, del suo nome.
      Esempio: R= re, D= donna, T= torre, A= alfiere, C= cavallo.
      C3 Per iniziale del nome del pezzo, ogni giocatore è libero di usare la prima letteradel nome che è comunemente usato nella sua lingua”
      Quindi: ognuno è libero di usare l’iniziale NELLA PROPRIA LINGUA se non vuole / può usare la lingua ufficiale FIDE (inglese). ma non si può “inventare” iniziali di pezzi in altro modo (ogni lingua ha la sua denominazione ufficiale)
      Quindi: io ho ragione, lei ha torto.
      cordialmente, professor lordste :mrgreen:

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        Lorenzo Sanna 24 Febbraio 2014 at 16:16

        non mi sono accorto di aver lasciato abilitata la scheda audio del mio pc ma quando ho sentito un sospetto scricchiolio di unghie sugli specchi ho capito che aveva partorito un altro post dei suoi 😆

        si tratta, la sua, di un’interpretazione personale, soggettiva ed arbitraria del regolamento, a casa mia il termine ‘libertà’ ha un significato evidentemente diverso dal suo, peccato 😯

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          Mongo 24 Febbraio 2014 at 16:40

          Quando feci il corso per diventare Arbitro regionale, l’insegnante fu particolarmente pignolo sul modo della corretta scrittura delle mosse, anche perché, ci disse, che finite le partite con i formulari gli arbitri o i loro aiutanti avrebbero dovuto trascrivere le partite (per la federazione, per il notiziario, per l’organizzatore). Ecco perché il re si trascrive con R, la donna/regina con D e così via gli altri pezzi (ovviamente parlo della lingua italiana, ma lo stesso discorso vale per tutte le altre lingue. Ad esempio, come già scritto da qualcuno, per l’inglese: King, Queen, Rock, Bishop e kNight). Solo il pedone/pawn non ha alcuna lettera che lo identifica, per isso vale solo l’indicazione della casella d’arrivo, scritta rigorosamente in minuscolo.

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            lordste 24 Febbraio 2014 at 17:40

            Bravo Mongo!
            I regolamenti, da che mondo e mondo, non si “interpretano”: si applicano. E un regolamento che dice testualmente che le mosse le scrivi in un certo modo, con al limite la “libertà” di usare la tua lingua madre e non l’inglese, è ben chiaro!!!!! qui, signori, le unghie scricchiolanti sul vetro non sono certo le mie…
            Grazie ancora a Mongo per la precisazione arbitrale, passo e chiudo che è meglio per tutti.

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              Vince 24 Febbraio 2014 at 18:26

              Scusate se mi intrometto ma son sicuro di ricordare tanti formulari in inglese in cui anche le mosse del Cavallo sono riportate con “Kn” al posto di “K”, in tempi recenti forse meno, ma qualche decennio orsono era la consuetudine.

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          nikola 24 Febbraio 2014 at 16:42

          per mettere pace tra i due contendenti, come ho scritto qualche commento fa, io lascerei piena libertà ai nuovi giocatori di adottare qualsivoglia nome: Uomo al posto di Re, e Regina al posto di Donna. Così da evidenziare che si tratta d’altro e non di scacchi. :)
          io nel frattempo continuo ad interrogarmi sulla necessità di tali invenzioni, a meno che non servano a stimolare giocatori oramai saturi della loro conoscenza delle 64 caselle, magari tra i lettori di soloscacchi ce ne sono parecchi.

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    Ricardo Soares 24 Febbraio 2014 at 21:14

    Donna, Regina, Re, Queen, King …. eh, podemos dizer “Senhora” e “Senor”!

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      delpraub 24 Febbraio 2014 at 21:31

      In effetti nel mio racconto “Come doveva essere bello!” (http://soloscacchi.altervista.org/?p=38194) avevo prefigurato un futuro Regnante-1 e Regnante-2, come strapolazione di alcuni ^trend” attuali…

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    Martin Eden 19 Marzo 2014 at 21:09

    Una buona notizia: Chessjoker è stato implementato!

    Occorre ringraziare in primo luogo Ubaldo Andrea Farina, il creatore di Chiron, che ha consigliato al caro Pippo il sito giusto (talkchess) e, soprattutto, la persona giusta (il singolarissimo personaggio olandese: Muller). Beh Muller ha implementato Chessjoker su una scacchiera 9×8 (pare che una 9×9 gli costasse troppo…;). Comunque, bene lo stesso: non cambia affatto la sostanza nè i particolari. Infatti Pippo aveva aggiunto una riga giusto per una questione estetica: la simmetria fa sempre il suo effetto! 😉

    Racconta Pippo: Propenderò ancora – se il gioco dovesse diffondersi – per una soluzione 9×9, ma comunque per ora questo è secondario. Più grave è il difetto che, per ora, si può solo promuovere con Regina (stavo per dire Donna, ma mi sono corretto in tempo ;)). Questo difetto in verità è grave in Chessjoker, perchè i jokers possono influenzare pesantemente le promozioni.
    Ma per ora l’importante è che Chessjoker sia scaricabile on-line qui:

    http://hgm.nubati.net/WinBoard-4.8.beta.zip

    http://hgm.nubati.net/jokermax.zip

    Per installarlo bisogna:

    1. Mettere TUTTI i files (di entrambi gli zip) in un’unico folder
    2. Avviare winboard e aspettare che compaia un quadro
    3. Sostituire “fmax” con “jmax” in entrambi i dialoghi (questa sciocchezza ti fa un pò capire la personalità di Muller…;) eppoi OK
    4. Nel menù “File”, scegliere “new variant” e selezionae “joker” (ce ne sono un casino!)
    5. Giocare possibilmente battendo il computer!!

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      Giuseppe Ragunì 19 Marzo 2014 at 22:18

      Grazie Martin!

      La discussione che è scaturita in Talkchess, tra le altre cose, ha sviscerato la natura intrinsecamente “retroattiva” del joker; capace, come avevo fiutato, di causare un nuovo tipo di complessità. Ebbene, essa si mette a nudo semplicemente chiedendosi cosa potrebbe fare il nostro avversario se toccasse ancora a lui muovere (quando in realtà è il nostro turno): una cosa che, ovviamente, si fa sempre quando si gioca; e che fanno anche i programmi! I programmatori lo chiamano “null movement”: non è altro che un “passo”. Ma dopo un “passo”, che valore possiamo assumere per il joker avversario? Il suo valore sarà determinato dalla nostra mossa, ma noi non abbiamo ancora mosso!
      In altre parole… nemmeno il nostro avversario può sapere cosa potrebbe fare perchè saremo noi a decidere il valore del suo joker!
      Naturalmente, il programma potrebbe assegnare ogni possibile valore d’imitazione al joker… ma sarebbe molto, troppo dispendioso! Dunque, si profila un’apposita strategia per risolvere questo problema. Muller ha provvisoriamente risolto l’analisi del null movement, assegnando al giullare l’imitazione del Re.
      Nella discussione spiega molto bene perchè è una prima buona approssimazione (anche se con un motore ben più efficiente di quello che ora implementa il gioco, e cioè FairyMax, si potrebbe fare certo meglio).

      Lo stesso Muller ha addirittura creato, proprio oggi, un nuovo threat sull’argomento in talkchess! Si chiama “null move rivisited” e vi discute proprio il nuovo problema che ha dovuto affrontare – e risolvere con approssimazione – nell’implementazione di chessjoker.
      Insomma il gioco si sta rivelando ben più complesso (naturalmente anche per gli umani…;) di quello da una frettolosa analisi potrebbe concludersi.

      Giocherò con molta curiosità. E, naturalmente, mi piacerebbe tanto compartire l’esperienza con voi!

      Un caloroso saluto a tutti, Pippo

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        Giuseppe Ragunì 20 Marzo 2014 at 14:18

        Ieri notte ho riletto tutti posts (108!) del thread “chessjoker” e ho “scoperto” alcune cose (che non avevo avuto il tempo o la competenza di capire).
        Tra le altre, un’osservazione di Muller: la soluzione 9×9 ha un grave difetto. Dato che tutti gli angoli hanno uguale colore, gli alfieri di quel colore sono più forti di quelli dell’altro. Ne risulta una brutta asimmetria nei finali di partita (che sono importantissimi, naturalmente, per le decisioni di quasi tutte le partite): KB versus NK è vincente con tali B, patta con gli altri.
        Questo mi basta per convincermi a scartare la 9×9 a favore della 9×8. Comunque, anche l’8×8 con la soluzione Seirawan può andare. L’unica cosa è che non la trovo molto estetica. Una colonna in più da più “respiro” e inoltre aumenta la complessità (anche se per tutti i contendenti: meccanici o viventi 🙄 )

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    frankdimat 17 Marzo 2017 at 11:14

    Scusate,
    ho letto l’articolo e, aldilà del mio parere sulla variante in sè, trovo che essa abbia un difetto non trascurabile, e cioè che il Joker prenda anche le *sembianze* del Re.
    Se un giocatore muove il Re, il Joker avversario deve rimanere il pezzo che era prima che il Re venisse mosso, pena la scarsa collaboratività del Joker in alcune situazioni, come anche evidenziato negli esempi di partite riportate.
    Perchè mai ci dovrebbero essere più Re sulla scacchiera?
    Questa assunzione (forse fatta più per principio che per effettiva utilità) che il Joker può diventare Re, oltre a essere antistorica (nemmeno un pedone può diventare Re pur promuovendo) è anche antipatica.

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