Mi chiamo Geller

Scritto da:  | 8 Marzo 2014 | 38 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Mi chiamo Geller 3

Voi riguardate mai i risultati e i formulari delle vostre partite, i tabellini dei vostri tornei, le statistiche dei vostri matches? E riguardate la vostra grafia tonda e sicura trasformarsi a volte in rapidi e illeggibili svolazzi? Beh, e poi come vi sentite? Delusi? Rappacificati? Soddisfatti? Rimborsati? Temibili? Mediocri? Esaltati? Devastanti? Disgustati? Divertiti? Appagati? Professori? Indifferenti?

Insomma, io ieri ho preso in mano i miei risultati, di tutta la mia carriera, e ho cominciato a fare un po’ di conti. Ebbene, ho giocato con Tal 35 volte e siamo in perfetta parità. Ho un vantaggio su Petrosian (22 a 20) e su Smyslov (27,5-25,5), Botvinnik l’ho di brutto strapazzato (7,5-4,5, in verità lui era un po’ declinante) e infine la soddisfazione maggiore: il quasi incredibile 6-4 rifilato al grande Fischer. Tutti campioni del mondo, no? Roba da campione del mondo anche “me”, quindi, no? Ma io non lo sono mai stato. E neppure sfidante sono stato, e neppure ci sono andato mai troppo vicino. Sì, una cosa indecente, curiosa. E perché? Perché?

Mah, spiegatemelo voi …. qualcuno diceva che fumavo troppe sigarette. Qualcuno, come Gligoric e Max Euwe, diceva che mi mancava “le phisique du role”, che sembravo più un lottatore o un pugile che un maestro di scacchi. Qualcun altro … poi, da quando nel 1961 fui preso di mira da “Sachmaty” … lasciamo stare. Io dico che non ho mai avuto abbastanza tempo per prepararmi abbastanza bene per il titolo mondiale. Non ci ho mai realmente pensato. Vi va giusta questa risposta?

E poi mi sono sempre dato da fare per gli altri. Anche troppo. Sono poco modesto? No, no. Ve la ricordate la partita Botvinnik-Fischer alle Olimpiadi di Varna nel 62? Quella sospesa con Fischer in vantaggio di un pedone e Mikhail che andò a dormire dicendo che non l’avrebbe proseguita? Invece la proseguì e strappò sorprendentemente la patta? “Un miracolo di Botvinnik”, fu il commento. Io non credo a questo …. Beh, sapete come diciamo noi in Ucraina? “L’orso balla e lo zingaro prende i soldi!”.

Mi sono parecchio divertito lo stesso, però. Insomma, chi sono io? Eh, sì, sono un mezzo sconosciuto, visto che non ho un posto sul podio dei più grandi, visto che forse mi conoscono soltanto i soliti addetti ai lavori, i patiti immancabili della storia del nobil gioco, quelli, per capirci, che, come voi, leggono SoloScacchi.

Mi chiamo Geller, Efim Petrovic Geller. Sono nato a Odessa, in Ucraina, da famiglia ebrea, l’8 marzo del 1925. Proprio oggi avrei avuto 89 anni.

Mi occupo di economia e da ragazzo mi piacevano la pallacanestro e il nuoto. No champion, no champion. Niet. Tuttavia qualche primo posticino in qualche torneo di qualche rilievo me lo sono accaparrato. Per esempio Beverwijk (1965), Hilversum (1973), Mosca (1975) e Wijk aan Zee (1977). E pure qualche ammiratore ce l’ho, visto che un giorno Miguel Najdorf ha paragonato alcune mie vittorie addirittura a delle sinfonie (ma quel giorno Miguel doveva aver bevuto una mezza bottiglia di Tempranillo ….. o forse mi aveva scambiato con Mark Taimanov?).

Ho avuto la mia prima grande delusione scacchistica nel campionato URSS del 1949, allorché buttai via il titolo perdendo, dopo aver troppo rischiato, all’ultimo turno con Ratmir Kholmov. Mi incoraggiarono in quel momento, inducendomi a continuare nella carriera, le buone parole di Grigory Levenfish: “nella storia dei tornei sovietici è raro vedere tante magnifiche partite come quelle giocate da Geller, che ci ha mostrato un talento eccezionale, sottile comprensione posizionale, buona tecnica ed energia incredibile nei finali: ha sicuramente un futuro brillante”.

Ringrazio Grigory e non dico altro del Campionato sovietico, se non che l’ho giocato per la bellezza di 23 volte, riuscendo a vincerlo nel 1955 e nel 1979. Non dico altro? Ma no, ve lo dico, certo che ve lo dico. E poi vi mostro anche una partita presa da quest’ultimo, una partita alla quale sono affezionato. Ve la mostro perché sono un fanatico delle donne, o meglio dei sacrifici di Donna.

Ma andiamo con ordine. Lo racconto brevemente, quell’indimenticabile torneo del 1979, giocato alla vigilia di quella luttuosa guerra in Afghanistan che avrebbe significato l’inizio del collasso dell’Unione Sovietica di Breznev.

Siamo a Minsk, la capitale della Bielorussia. Non sono il favorito, tutt’altro. Il campione uscente è Vitaly Tseshkovsky, ed è qui. Poi c’è Tal, a questo giro nuovamente fra i candidati al titolo mondiale. Poi c’è Oleg Romanishin in formissima, che qualche mese fa è arrivato secondo dietro Karpov nel supertorneo di Tilburg, dove ha battuto gente come Hort, Spassky, Timman e Smyslov. Poi ci sono due ragazzi in gamba che sono stati campioni del mondo dei giovani, Sergej Dolmatov e Artur Yussupov, e poi Vaganian , Balashov, Beliavsky e Sveshnikov, tutti fra i primi venti della lista Elo. Più forte di un qualsiasi “interzonale”.

Si parte. E con 3 su 3 chi ci ritroviamo al comando? Un outsider azèro, un tal Garri Kimovic Kasparov, 16 anni, che già qualcuno s’è azzardato a pronosticare tra i favoriti. Ma d’erba amara da masticare il ragazzo ce n’ha parecchia, se vuole diventare un grande. E infatti strada facendo s’imbatte in tre sconfitte con Beliavsky, Anikaev e Lerner, che ne frenano gli ardori. Chi va sparato è, a sorpresa, quel bel giovanotto di casa di Viktor Kupreichik, un poco noto maestro internazionale figlio della terra bielorussa. Lui al settimo turno è primo grazie a cinque vittorie di fila, mentre io ho incamerato tutte patte.

All’ottavo turno, finalmente, batto Romanishin e mi metto ad inseguire i primi. Batto Lerner al dodicesimo e sono in testa, approfittando dei passi falsi di Kasparov e di Kupreichik (che ne perde ben tre di seguito) e delle troppe patte di Balashov. Mi sento in forma e accelero in sicurezza, vinco con Beliavsky e Razuvaev. Non mi riprendono più. Finisco con 11,5 su 17, imbattuto (strano per uno dal gioco solitamente aggressivo e rischioso come il mio), un punto in più di Yussupov, uno e mezzo in più di Kasparov e Balashov, due in più di Makaritchev, Georgadze e Kupreichik.

A proposito, Viktor Kupi ancora ci sta provando a vincere qualche campionato, sapete? Con quel suo stile da avventuriero donchisciottesco di solito parte a razzo, poi spesso finisce la benzina. In queste prime settimane del 2014 mi pare abbia giocato il campionato di Bielorussia … e poi anche, e sempre a Minsk, il “Memorial Bronstein”.

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(GM dal 1980, Viktor Kupreichik ieri…)

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(…e oggi)

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(GM Artur Yusupov, da Mosca, secondo a Minsk, qui in compagnia di un altro promettente giovane…;)

Ed ecco la partita che vi dicevo. Scusatemi ma non ricordo più il turno, dopo il decimo di sicuro.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

(Lui è Yuri Anikaev, vittima a Minsk di uno dei miei migliori sacrifici di Donna)

Geller-Anikaev, Minsk 1979

1.e4,c5 2.Cf3,e6 3.d4,cxd4 4.Cxd4,Cf6 5.Cc3,d6 6.Ae2,Ae7 7.00,00 8.f4,Cc6 9.Ae3,a6 10.a4,Ad7 11.Af3,Ca5 12.De2,Dc7 13.g4

beh, non sono certo il tipo che qui ci pensa due volte: Yuri sta manovrando lento, e io voglio l’iniziativa.

13…Tfc8

Yuri teme g5 e prepara la casa e8 per il cavallo, ma la torre da f8 mi sa che non andava levata.

14.g5, Ce8 15.f5,Cc4 16.Ah5!, g6

Mi sembra che in caso di Cxe3 ho la forte Axf7+

17.fxg6,fxg6 18.Df2,Ce5

ancora, il nero non può muovere Cxe3 per Axg6! con profumo di matto.

19.Cf3,Cg7 20.Cxe5,Tf8?

forse la partita di Yuri è già compromessa, ma dopo questo tratto mi posso scatenare. Io avevo visto come migliore …dxe5 e lì avrei proseguito con Df7+, Rh8; Dxe7,Te8; Df7, sempre in attacco.

21.Cf7, Cxh5 22.Cd5!,exd5 23.Ch6+,Rg7

se il Re va in h8, vinco con Ad4+

24.Df7+!,Txf7 25.Txf7+,Rh8 26.Ad4+,Af6

se 27….Cf6, prendo ugualmente in f6 e non cambia niente

27.Txf6!1-0: caro Yuri, il profumo di matto è diventato “sapore di matto”!

Una bella soddisfazione. Sono (e rimarrò) il campione più anziano (54 anni) che abbia mai vinto il campionato dell’URSS, e ciò è accaduto 24 anni dopo il mio primo titolo. Questo successo mi ha pure fatto parzialmente dimenticare le mie snervanti peripezie di sette anni prima, a Reykjavik, dove ero nel delicato e poco invidiato ruolo di “secondo” di Spassky nel famoso match con l’americano … come si chiama? … sì, proprio quello che ho battuto col tennistico 6-4!

Con Fischer scherzo, è ovvio. Anzi, devo essergli assai grato perché lui volle inserire nella sua famosa raccolta “My 60 memorable games” la partita che gli vinsi a Skopje nel 67, della quale questa è la parte finale con i commenti dello stesso Bobby.

 Fischer - Geller, Skopje 1967, posizione dopo 21.Df4

Fischer – Geller, Skopje 1967, posizione dopo 21.Df4

 

21. … Aa4!! “questa continuazione non l’avevo prevista. Comunque la forza di tale seguito mi fu completamente chiara solo un paio di mosse dopo”;

22.Dg4,Af6! 23.Txf6,Axb3!

Alla fine capii il punto cruciale dell’intelligente difesa di Geller. Stavo infatti analizzando 24.Tf4, quando d’improvviso mi resi conto che 24…Aa2+ avrebbe dato il colpo di grazia. Perciò abbandonai. Se 24.cxb3, il nero vince tranquillamente con 24…Cxf6!”

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E ora vi lascio, cari amici di SoloScacchi. Mi attende fra mezz’ora un’ interessante tavola rotonda con Mikenas, Fuderer, Charousek, Peresipkin, Stejn, Vera Menchik, Serafino Dubois e Mikhail Steinberg (mister Bagnoli, si ricordi di Steinberg, eh?) … con oggetto “Il gambetto di Donna nell’era del computer”. Пока!

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38 Commenti a Mi chiamo Geller

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    Matteo Negrini 8 Marzo 2014 at 03:25

    Molto bello, Geller è stato un vero e proprio mistero: ha punteggi pari o favorevoli vs. una paccata di Campioni del Mondo ma lui non i è mai andato neanche vicino… mistero, appunto. Cmq penso che la foglia d’alloro più bella della ideale corona di questo “Re” che non l’ha mai portata sia l’appellativo che gli era stato dato di “Bestia nera di Fischer” (SOLO il giocatore più forte di tutti i tempi… 😛 )

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    Fabio Lotti 8 Marzo 2014 at 10:16

    Mi piace il giocatore e mi piace il racconto.

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    INSALA' 8 Marzo 2014 at 14:41

    …alle Olimpiadi di Varna del’62 si consumò una vera e propria TRUFFA ai danni di Bobby e Botvinnik si rivelò per quello che era in realtà: un semplice cultore del METODO e nulla più. Direbbe Bobby…”giocava come un edificio!”.

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    Giancarlo Castiglioni 8 Marzo 2014 at 16:27

    Ho giocato e naturalmente perso con Kupreichik al mondiale universitario del 1968.
    Albano aveva perso con Kuzmin.
    Ma ci siamo rifatti a ping-pong!
    In doppio io e Albano abbiamo battuto la coppia Kupreicik-Kapengut.
    Non è stata una impresa da poco.

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      Ennio Beltrame 8 Marzo 2014 at 20:07

      Sarebbe bellissimo se ci raccontasse qualcosa di quell’esperienza… chissà poi con quanti altri campioni ha incrociato i pezzi 🙄

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        Marramaquis 8 Marzo 2014 at 21:16

        Infatti non è cosa di tutti i giorni battere una coppia di Kappa!
        E sottoscrivo anch’io l’invito di Ennio Beltrame.

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    alfredo 8 Marzo 2014 at 18:33

    e la partita è giunta fino a noi
    interessante
    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1087067

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      Franco Trabattoni 9 Marzo 2014 at 00:44

      Stimolato dal soggetto, e per ovvia associazione di idee, mi permetto di sottoporvi questa (anche se a nessuno sfuggirà che il nero ha giocato più di metà della partita davvero come una bestia):

      http://chesstempo.com/gamedb/game/1436600

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        Marramaquis 9 Marzo 2014 at 11:17

        Vista. Siccome si è parlato qui di Kupreichik (che a quel tempo era un giocatore assai temibile) e siccome anche le partite poco corrette a volte sono interessanti ed istruttive, perché, Franco, non provi a commentarla per SoloScacchi?

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          alfredo 9 Marzo 2014 at 11:40

          il mio cane Lucky-microbo ( di stanza però presso i miei) mi chiede quale sarebbe la parte di partita a lui ascritta 😉
          comunque partita interessante ( a un certo punto Franco cerca di “benkizzare” un po’ la posizione . Ricordo che Franco era molto abile con il Benko)
          Kupreicik era un giocatore interessante anche se un po’ offuscato dai grandi di allora
          Korcnoy ( assai avaro di elogi per gli altri giocatori) lo definisce un ” ricercatore” )

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        Giangiuseppe Pili 10 Marzo 2014 at 23:53

        Molto bella questa partita. Mi sono permesso di inserire il diagramma in un lavoro che sto scrivendo. Complimenti!

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    alfredo 8 Marzo 2014 at 20:18

    @marramaquis
    domani corsa ciclistica a Roma .
    Ricordo un tuo bel servizio sul GP Liberazione per dilettanti .
    vai a dare un occhio ? 😉

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      Marramaquis 8 Marzo 2014 at 21:13

      Che memoria, Alfredo! Nemmeno io me lo ricordavo più quel servizio. Dopo cena andrò a vedere di che corsa si tratta.

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        Marramaquis 9 Marzo 2014 at 11:23

        Càspita, Alf! Ma è in pratica il giro del Lazio, con Alejandro Valverde e Philippe Gilbert!

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          alfredo 9 Marzo 2014 at 11:34

          beh si non è una corsetta . e poi con una scenografia straordinaria!
          mi ricordo l’anno scorso che Pozzato credette di aver vinto e alzò le mani . Non si era accorto che c’era una fuga!
          ricordo ancora quanto fu affranta la D’Alessandro , la giornalista che è sempre in mezzo ai corridori .
          Ma non ne seppi dare una risposta :mrgreen:
          PS Gilbert è un classico esempio della maledizione della maglia iridata. Da quando ha vinto il CM 2012 non ha piu’ vinto una corsa .
          Ma peggio di lui , purtroppo , Stan Ockers e Renè Monserè che con la maglia iridata trovarono la morte in corsa
          Monserè sarebbe diventato un grandissimo , ne sono sicuro

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            alfredo 9 Marzo 2014 at 16:10

            bella corsa !
            ha vinto Valverde
            Ma ogni volta che lo vedo mi chiede come mai non è stato ancora squalificato a vita .
            Come dopato nel ciclismo peggio di lui forse solo Riccò

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              INSALA' 9 Marzo 2014 at 19:21

              …allo stesso modo non mi spiego i tanti tifosi di Pantani. Eppure, dati alla mano, non vedo differenze tra il “pirata” e Armstrong. Solo che il secondo è considerato un reietto il primo un eroe…AGGHIACCIANTE!!!

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    Zenone 8 Marzo 2014 at 20:55

    Bello e divertente, grazie all’uso della “prima persona”. Leggendo e astraendosi dal sito, sembra davvero il grande Geller a parlarci.
    Bravo Marramaquis!

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      brunov 8 Marzo 2014 at 21:18

      Ma quale “uso della prima persona”! Ve lo dico io chi è Marramaquis. Lo incontrai per la prima volta ad una serie di conferenze in tema di parapsicologia tenute alla Facoltà di Statistica della “Sapienza” di Roma, in cui erano relatori niente di meno che personalità come Servadio, Nestler ed altri. Era il 1976 o 1977, non ricordo bene. Dopo una di tali conferenze ci fermammo a parlare fuori dell’aula. C’era un avvocato che si interessava alla materia e vidi che stava colloquiando con Marramaquis. Mi associai anch’io. Facemmo amicizia tutti e tre e l’avvocato ci invitò a casa sua per un incontro con altri sensitivi, medium e semplici appassionati, come ero io. Ebbene non vi dico cosa fu capace di fare Marramaquis quella sera… Fu impressionante. Ancora oggi al solo ricordo mi viene la pelle d’oca. Insomma, avete capito, Marramaquis è un potentissimo medium e questo racconto che ci ha portato non è altro che una evocazione medianica del campione di scacchi ucraino. 👿

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        Mongo 8 Marzo 2014 at 23:35

        Era, per la precisione, la primavera del 1978 ed il ‘Marra’ insieme al signor Prodi e signora, l’amico Giulio ed altri udirono un ‘fantasma’ che parlava del lago della Duchessa. 😉

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          alfredo 9 Marzo 2014 at 11:42

          o non era ” gradoli” ?
          certo che mi sembra che fecero di tutto per NON trovare Moro

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            brunov 9 Marzo 2014 at 11:54

            Sì, la parola percepita dal medium era “Gradoli”. I servizi cercarono a Gradoli, un paesino in provincia di Viterbo. In realtà il posto dove si trovava Moro era un appartamento in Via Gradoli, a Roma, una traversa della Via Cassia. Questo è quello che risulta, ma chissà come si svolsero veramente le cose; non lo sapremo mai, anche se adesso il significato e le motivazioni fondamentali dell’uccisione di Moro sono oscuri solo a chi non vuol vedere. 😥

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              alfredo 9 Marzo 2014 at 12:04

              Per questo consiglio il libro
              Miguel Gotor
              Il memoriale della Repubblica .
              e rileggere
              “l’affaire Moro” di Sciascia

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                alfredo 9 Marzo 2014 at 13:37

                comunque via Gradoli non era sconosciuta all’ex governatore del Lazio Marrazzo 😆
                devo aver fatto un po’ di confusione con nomi e cognomi
                la giornalista di cui non mi spiego lo stato d’animo dopo gli insuccessi di Pippo Pozzato ( che doveva essere un campione ma che non vince quasi mai) è Alessandra di Stefano
                Mentre Monserè mi sembra si chiamasse jan Piere..

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              Mongo 9 Marzo 2014 at 20:55

              Ops! 😕
              Verissimo, era Gradoli.

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      Jas Fasola 9 Marzo 2014 at 00:03

      Non so chi sia veramente Marramaquis, ma anche a Geller questo racconto sarebbe piaciuto 🙂

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    jazztrain 8 Marzo 2014 at 21:41

    Incredibile! Stamattina stavo rivedendo alcune bellissime partite giocate da Geller contro Botvinnik, Smyslov, Tal nel libro di Kasparov dedicato ai grandi campioni del passato. Quando si dice il caso. Complimenti a Marramaquis per la sua raffinata tecnica narrativa; è stato bello leggere la storia del Leone D’Odessa raccontata in prima persona.

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      Marramaquis 8 Marzo 2014 at 22:46

      Me lo immaginavo, Jazztrain, che oggi avresti rivisto quelle partite. E non sei stato il solo.

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    paolo bagnoli 8 Marzo 2014 at 21:42

    Per Marramaquis: mi sono ricordato di Steinberg, tant’è vero che la Spettabile ed Egregia Redazione di codesto Impareggiabile Sito ha nel cassetto qualcosina….. Delle facoltà paranormali che dovresti possedere, vorrei gentilmente approfittare: potresti influenzare l’INPS sull’importo della mia pensione? Un piccolo aumento sarebbe estremamente gradito, visto che con seicento euro al mese non si va molto in là …..

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      brunov 8 Marzo 2014 at 22:00

      Caro Paolo, caro Marramaquis, per carità, lasciate stare l’INPS! Se, utilizzando mezzi medianici, si scoprisse il vaso di Pandora che sta lì dentro, penso che saremmo invasi da ogni sorta di entità infernale. 😯

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    Marramaquis 8 Marzo 2014 at 23:04

    Per Paolo e Brunov: purtroppo, o per fortuna, ho esaurito da tempo le mie presunte capacità paranormali. Oggi saranno appena appena normali. Talvolta neppure normali, come davanti ad una scacchiera.
    E’ semmai il grande Geller ad avere siffatte capacità (o ha forse qualche buon amico in Redazione?).
    Comunque sia, non resta che chiedere al supernormale Martin Eden di estrarre dal cassetto di SoloScacchi il Mikhail Steinberg dell’eccezionale Paolo Bagnoli….

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    Enrico Cecchelli 9 Marzo 2014 at 09:12

    Magnifico Marramaquis che si occupa con la solita maestria di un mostro sacro della storia degli scacchi !Avevo anch’io qualcosa nel cassetto ma la figura è così grande che il compito mi è parso improbo..
    Anche se non divenne mai Campione del Mondo è parte della storia del nostro gioco e per valutare la forza di Geller è sufficiente ricordare che partecipò 6 volte al Torneo dei Candidati e nel 1962 giunse a solo ½ punto da Petrosian. La sua cultura enciclopedica nelle aperture ( Botvinnik : “ Prima di Geller non avevamo realmente capito fino in fondo l’Est Indiana” o ancora Bronstein dopo aver perso con lui a Petropolis 1973 con una Alekhine : “ Ma cosa avrei dovuto giocargli? Dopo tutto conosce ogni cosa! “), la sua determinazione e ostinazione nelle analisi (Geller era solito dire : “ Se sono ansioso o sconfortato mi siedo alla scacchiera ad analizzare per 5-6 ore e lentamente inizio a sentirmi meglio ) ne fanno un grande.
    Purtroppo il suo carattere emotivo , perfezionista e scialacquatore lo portarono a perdere molti importanti eventi all’ultimo turno o in partite decisive (contro Keres in un match, contro Sax a Mosca nell’ultimo turno dell’Interzonale), a commettere più di qualsiasi altro G.M. ( Tal ) errori che perdevano la partita in una mossa e a finire spesso in zeitnot . Da grandissimo analista quale era ( Spassky disse che fu l’unico ad aiutarlo veramente contro Fischer ) spesso per cercare la verità assoluta si sprofondava in analisi di ore dopo aver costruito una buona posizione perdendo di vista l’ovvio e la praticità del gioco così come secondo Sosonko se confrontato con una mossa o un controgioco inatteso sprofondava nel panico con aria assente e le braccia penzoloni incapace di muovere… Geller stesso disse : “ Dopo aver mosso mi accorsi di una mossa migliore e da allora non fui più in grado di continuare quella partita” e qualcosa di simile accadde o nella 7° partita del suo match dei candidati contro Korchnoi del 1971 dove perse per il tempo dopo un inatteso ma parabile sacrificio di pezzo dell’avversario.
    Tra i molti episodi e aneddoti , molti dei quali riferitici da Sosonko, che testimoniano la sua difficoltà nel controllare le emozioni in torneo il più famoso è forse quello contro Fischer all’Interzonale di Maillorca dove Geller, forte del suo ottimo score contro l’americano decise di non rischiare e propose patta alla 7° mossa dopo aver preso un pedone. La reazione di Fischer fu quella di mettersi a ridere e a quel punto anche Geller iniziò a ridere a sua volta. La situazione era chiara, l’americano aveva il Nero in una posizione perfettamente simmetrica ed aveva perso le precedenti 3 partite contro il russo. Fischer smise di colpo di ridere e bisbigliò qualcosa all’orecchio di Geller ma il russo non aveva grande dimestichezza con le lingue straniere ( quando qualcuno gli si rivolgevano in tedesco o inglese immancabilmente scuoteva la testa facendo un ampio sorriso ). Non è ancora assodato cosa Fischer avesse detto a Geller, anche se qualcuno giura di aver sentito “ Too Erly”, ma era chiaro che l’americano voleva continuare a giocare. Geller si fece tutto rosso in viso e solo 2 mosse dopo, in una posizione del tutto semplice riflettè un’ora intera e poche mosse dopo aveva un pedone in meno ma il finale di torri che ne risultò era patto .La partiuta fu aggiornata ma Geller non riuscì a ritrovare il suo equilibrio e alla ripresa per quanto la patta sembrasse a tutti inevitabile commise un errore decisivo alla 71° mossa . Comunque Grandissimo Fischer!
    Consiglio di guardare la Geller Smislov 1965 torneo dei candidati dove sacrificò la Donna diverse volte.

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      Alex Farina 9 Marzo 2014 at 21:56

      Grandissimo Geller! e se ci aggiungiamo nomi come Beliavsky, Romanishin, Ivanchuk, Ponomarev non so quali altri nazioni possono vantare campioni migliori.

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        Alex Farina 9 Marzo 2014 at 22:23

        Mi riferisco all’Ucraina ovviamente, una terra a cui sono particolarmente legato, soprattutto in questi giorni…

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    jazztrain 9 Marzo 2014 at 09:27

    Ieri mattina, avevo visto questa partita giocata da due Giganti con la g maiuscola della scacchiera: http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1049762

    [Event “Moscow”]
    [Site “Moscow”]
    [Date “1975.??.??”]
    [EventDate “?”]
    [Round “?”]
    [Result “1-0”]
    [White “Efim Geller”]
    [Black “Mikhail Tal”]
    [ECO “B08”]
    [WhiteElo “?”]
    [BlackElo “?”]
    [PlyCount “82”]

    1.e4 d6 2.d4 Nf6 3.Nc3 g6 4.Nf3 Bg7 5.Be2 O-O 6.O-O Bg4 7.Be3
    Nc6 8.Qd2 e5 9.d5 Ne7 10.Rad1 Bd7 11.Ne1 Ng4 12.Bxg4 Bxg4
    13.f3 Bd7 14.f4 exf4 15.Bxf4 f5 16.Nf3 fxe4 17.Nxe4 Bg4
    18.Rde1 Qd7 19.Neg5 Rae8 20.c4 Nc8 21.Nd4 Rxe1 22.Rxe1 Re8
    23.Rxe8+ Qxe8 24.h3 Bd7 25.Nde6 Bxe6 26.Nxe6 Qf7 27.b3 Qf6
    28.Nxc7 Qa1+ 29.Kh2 Bd4 30.Qe2 Ne7! [perché il Bianco non può giocare 31 Qe6+? Kh8 32Qxe7??] 31.Nb5! [Geller non abbocca e ha visto una sequenza di mosse semplicemente spettacolati]31… Bg1+ 32.Kg3 Nf5+
    33.Kf3 Nh4+ 34.Kg4 Nf5 35.Qe8+ Kg7 36.Qd7+ Kh8 37.Nxd6 Qd1+
    38.Kg5 Qh5+ 39.Kf6 Bd4+ 40.Ke6+ Ng7+ 41.Kf7 g5 1-0

    :mrgreen:

    Vediamo se conoscete la trappola di Tal

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