Elijah Williams

Scritto da:  | 21 Aprile 2014 | 11 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Bristol

Elijah Williams nacque il 7 ottobre 1809 a Bristol. Studiò farmacopea ed avviò un’attività in tale specialità, quando i medicinali erano il prodotto di procedimenti officinali affidati alle conoscenze di coloro che esercitavano la professione di “farmacista”. Apprese il gioco degli scacchi in gioventù e si dimostrò dotato per il gioco, tanto da divenire presidente del locale circolo scacchistico, e da  pubblicare regolarmente una column scacchistica (una delle prime in Gran Bretagna) sulla Bath and Cheltenham Gazette.

Bath and Cheltenham GazetteA 35 anni si trasferì a Londra e, pur esercitando saltuariamente e senza grandi profitti l’attività di farmacista, decise di procurarsi da vivere giocando a scacchi ed iniziando a frequentare regolarmente il Simpson’s Divan, la Mecca degli scacchi londinesi in quegli anni e nei decenni successivi. Non era propriamente un professional player, ma la scacchiera gli dava da vivere dignitosamente e poteva comunque contare su un gruzzoletto accumulato negli anni di Bristol.
Nel ’49 il Divan organizzò un torneo – il primo “ufficiale” nella Storia degli Scacchi – con la formula dell’eliminazione diretta, e Williams superò agevolmente il primo turno venendo tuttavia sconfitto al secondo turno dal fortissimo dilettante Buckle, che poi vinse il torneo. L’anno seguente Williams sfidò proprio Buckle in un match che non venne mai portato a termine e che si interruppe sul punteggio di 3 a 1 in favore del primo.
Howard Staunton era considerato in quel periodo il miglior giocatore britannico. Le sue idee, sicuramente innovative anche se in fase embrionale, deviavano dalla moda dell’epoca, che vedeva trionfare sulle scacchiere il Gambetto di Re nelle sue varie forme, ed è certo che Williams “studiò” lo stile di gioco di Staunton, ispirato da idee posizionali. Quando Staunton organizzò, per il 1851, il primo torneo internazionale della storia in occasione della Grande Esposizione Universale di Londra, Williams non mancò di iscriversi ed il suo cammino verso il successo iniziò con una vittoria al primo turno contro il quotatissimo Johann Jacob Löwenthal per 2 a 1 (si giocava alla seconda vittoria). Al secondo turno, dove si giocava alla quarta vittoria, Williams si sbarazzò del dilettante Mucklow con un secco 4 a 0. Erano così rimasti, a disputare le semifinali, Staunton, Williams, il dilettante Wyvill ed il professor Anderssen di Breslavia, un trentatreenne insegnante di matematica invitato unicamente grazie alla rinuncia di altri giocatori europei, e che avrebbe riempito di sè i successivi decenni di manifestazioni scacchistiche internazionali.
A questo punto il cammino di Williams si fermò a causa della sconfitta subìta da parte di Marmaduke Wyvill; nonostante il vantaggio di 3 a 0, Williams ebbe un autentico tracollo e finì per perdere (3 1/2 a 4 1/2), mentre sull’altra scacchiera Anderssen batteva Staunton.
Howard-StauntonStaunton e Williams si trovarono così faccia a faccia per disputare la “finalina” per il 3° e 4° posto, e qui scoppiò la grana che fece discutere l’ambiente scacchistico londinese. Staunton, che già si era lamentato del sovraccarico di lavoro che l’organizzazione del torneo gli aveva provocato (ma Staunton fu sempre prodigo di scusanti per le proprie sconfitte), venne sottoposto da Williams ad una serie di maratone scacchistiche senza precedenti. In mancanza di limiti di tempo – gli orologi da scacchi erano di là da venire – Williams tenne inchiodato l’avversario davanti alla scacchiera per ore ed ore (in un caso fino a 13 ore filate), provocando in quest’ultimo vere e proprie crisi di impazienza che culminarono, nel corso di una partita, in una battuta di Staunton: “Elijah, non sei qui soltanto per stare seduto, se qui per stare seduto e pensare!“.
Williams riuscì a battere Staunton, aggiudicandosi così la terza piazza, ma il “maestro” non perdonò l’ “allievo”; partì immediatamente una sfida alla settima vittoria nella quale Staunton accordava a Williams tre partite di vantaggio. L’incontro terminò con sei vittorie di Staunton, quattro di Williams e tre patte e, visto il vantaggio accordatogli da Staunton, Williams potè intascare la posta in palio.
Incoraggiato dai risultati ottenuti, Williams battè poi Medley e Mongrédien entrambi col medesimo risultato di 4 a 0, ma venne (siamo ancora nel 1851) battuto da Löwenthal per 7 a 5 con 4 patte.
Souvenir Of The Bristol Chess ClubL’anno successivo Williams subì due pesanti sconfitte da parte di Daniel Harrwitz, un professionista tedesco emigrato in Gran Bretagna che veniva, a causa della bassa statura, gratificato da parte di Staunton del titolo di “little German”; entrambi gli incontri, disputati alla settima vittoria, vennero stravinti dal tedesco, che si sarebbe poi trasferito in Francia per divenire il miglior giocatore della Régence. Sempre nel 1852 Williams battè l’altro emigré tedesco, Bernhard Horwitz, col punteggio di +5 =9 -3. Fu proprio Horwitz a sfatare la diceria che definiva Williams un giocatore lento, tanto che i frequentatori del Divan gli avevano affibbiato il titolo di “Bradipo di Bristol”; Horwitz, infatti, scrisse che le partite del loro match avevano avuto una durata media di un paio d’ore, giungendo ad un massimo di cinque.
Nel ’46 Williams aveva pubblicato Souvenir of the Bristol Chess Club, e nel 1852 uscì il suo Horae Divanianae, nel quale commentava parecchie partite giocate dai frequentatori di Simpson’s e descriveva, con stile scorrevole, caratteri , vizi e virtù dei giocatori che onoravano il locale con la loro presenza. Nel 1853, a partire dal mese di gennaio, tenne una rubrica scacchistica sul Field, rubrica che anni dopo verrà tenuta da Wilhelm Steinitz.
Nel 1854 Londra venne colpita da una terribile epidemia di colera, dovuta indubbiamente alle scadenti condizioni igieniche nella quale viveva gran parte della pololazione che superava i due milioni di abitanti. Le autorità erano costrette a contare circa tremila morti settimanali; Williams, dal canto suo, affisse alla porta di casa un avviso nel quale offriva gratuitamente cure preventive (?) a coloro che le desiderassero. Continuava a frequentare il Divan ed il 6 settembre uscì di casa per raggiungere il ritrovo; mentre percorreva lo Strand venne colto da un violento malore e ricoverato all’ospedale di Charing Cross, dove morì due giorni più tardi, stroncato anch’egli dal colera.
Qualche commentatore lo ha definito, per il suo stile di gioco, un “Nimzovich avanti lettera” , ma tale definizione è sicuramente eccessiva; di lui si può dire che rifuggì dall’imperante stile di Gambetti di Re ricercando vantaggi posizionali così come fece il suo “maestro” Howard Staunton.
Esposizione universale Londra 1851
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a Elijah Williams

  1. avatar
    Fabio Lotti 21 Aprile 2014 at 09:02

    Il “Bradipo di Bristol” mi rammenta certi “ponzatori” che non la finivano più di fissare la scacchiera. Ottimo, come al solito.

  2. avatar
    Giancarlo Castiglioni 21 Aprile 2014 at 09:55

    Hai sollevato un argomento interessante.
    Quando sono stati introdotti gli orologi? E da chi?
    Come erano i tempi di gioco nei diversi periodi?
    E come conseguenza, quando è stata introdotta la sospensione e la mossa in busta?
    Forse i giovani non sanno neanche cosa sia.

    • avatar
      lordste 21 Aprile 2014 at 20:25

      Curioso.. io ero convinto che proprio Londra 1851 fosse stato il primo torneo con orologio…

      • avatar
        lordste 21 Aprile 2014 at 20:30

        Rapida verifica: il primo torne ufficiale con orologio fu sì a Londra, ma nel 1862

  3. avatar
    DURRENMATT 21 Aprile 2014 at 13:05

    Articolo interessantissimo ricco di riferimenti storici non solo scacchistici vedi l’epidemia di colera che colpì Londra nel 1854 data,questa, importantissima per la Medicina visto che segna la nascita dell’Epidemiologia descrittiva.Infatti John Snow formulò, tra lo scetticismo e l’indifferenza generale, una teoria sulle modalità di trasmissione del colera, quando ancora non ne era noto l’agente eziologico. Il lavoro di ricerca che sottende questi articoli è notevole e ne ammiro la minuziosità.Quello che,in particolare, mi colpisce dei tuoi lavori, caro Paolo, e che li rende speciali è il tentativo(ben riuscito) di embricare le vicissitudini dei tuoi “anti-eroi” con le vicende storiche dell’epoca…lectio brevis appunto. Un grazie per la tua generosità.

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    The dark side of the moon 21 Aprile 2014 at 16:05

    E’ vero: Paolo Bagnoli riesce a correlare le vicissitudini degli “anti-eroi” con le vicende storiche dell’epoca di riferimento in una sorta di “naturalismo zoliano”.
    Paolo è una enciclopedia vivente! 🙂

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    Mongo 21 Aprile 2014 at 18:12

    Grazie Paolo per questa tua ennesima perla ed un grosso in bocca al lupo per il tuo avvenire. 😉

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    paolo bagnoli 21 Aprile 2014 at 18:42

    Be’, senza la Storia che senso avrebbero le Storie? Grazie a tutti.

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    paolo bagnoli 21 Aprile 2014 at 23:45

    Per quanto riguarda gli orologi da scacchi, Londra 1862 è una data sbagliata; ci si deve spostare più avanti nel tempo ma questo è un argomento che tratterò diffusamente in un prossimo articolo.
    Ciao a tutti.

    • avatar
      lordste 22 Aprile 2014 at 09:55

      Sono curioso… :mrgreen:

  8. avatar
    Matteo Negrini 23 Aprile 2014 at 23:40

    Sempre una miniera di informazioni, questi articoli. Bravissimo! 🙂

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