“Con l’età si diventa lineari…”
1.d4 Cf6 2.Cf3 d5 3.e3 e6 4.Ad3 Ae7 5.Cbd2 OO 6.OO b6 7.c3 Ab7 8.De2 c5 9.b3 cxd4 10.exd4 Dc8 11.Ab2 Aa6 12.Tac1 Axd3 13.Dxd3 Da6 14.Dxa6 Cxa6 15.Ce5 Tfc8 16.Tfd1 Cb8 17.Cb1 Cbd7 18.Cxd7 Cxd7 19.g3 Tc7 20.Rf1 Tac8 21.Re2 b5 22.f3 a5 23.a3 a4 24.b4 Cb6 25.Cd2 g6 26.Rd3 Rg7 27.Tc2 Ad6 28.Ac1
forse dovevo giocare 28…e5 per aprire il centro: non l’ho giocata perché avevo timore di riattivare l’alfiere bianco sulla grande diagonale ma col Re al centro della scacchiera i rischi maggiori erano per il mio avversario. Altra alternativa poteva essere 28…h5 e qui il dubbio che avevo era di rischiare di fissare i pedoni sul lato di Re e creare buchi sulle case bianche dove poteva eventualmente operare il redivivo alfiere bianco.
28…f5
giocata senza convinzione, avevo avuto subito come la sensazione che le possibilità di vittoria del Nero si fossero ridotte.
29.Te1 Rf6 30.f4
qui il mio avversario propone la patta che accetto.
1/2-1/2
non credo che 28…h5 sia risolutiva ma di sicuro è meglio di 28…f5 che ha permesso al bianco poi di chiudere il gioco e di parare qualche minaccia.
il finale è tutto da giocare ma credo che il nero stia nettamente meglio: più spazio, il c3 debole del bianco, la casa c4 come eventuale avamposto per il cavallo nero e le due torri incolonnate è più mobili.
ecco perchè secondo me un h5 sarebbe stata migliore iniziando a portare minacce ad est con l’aiuto del Re e distogliendo quindi qualche pezzo del bianco per poi decidere dove concentrare l’attacco.
ad ogni modo ripeto: il finale è tutto da giocare ma il nero sta meglio, secondo me
“Sarebbe stato possibile in teoria forzare senza rischiare di perdere?”
Ovviamente no. Ma il rischio sarebbe stato “piccolo”.
In questi casi bisognerebbe chiedersi “che cosa ci faccio io qui?” se la risposta e’ “gioco a scacchi” allora perche’ non farlo? 😉
Nikola e Jas hanno ragione. “Se vuoi avere delle chance, devi dare delle chance” recita un vecchio adagio.
28 …h5 era giusta perché approfittava della situazione poco elastica delle forze bianche, impegnate nella difesa ad ovest, per trasferire velocemente l’attacco ad est.
E’ vero che ogni mossa di pedone crea debolezze, ma se l’iniziativa è nelle tue mani, l’avversario non avrà il tempo di approfittarne.
ciao Renato ❗
mi consigli un bel brano per il week end ?
sto facendo la raccolta dei CD di Abbado che stanno uscendo con Repubblica e Il Corriere .
Veramente un grandissimo .
E continuo a chiedermi che cosa abbia mai fatto L’Italia per meritarsi tutti i giorni in TV un ” rappresentante ” come Gasparri.
Quel poveretto che chiedeva quali fossero gli ” altissimi meriti” di Abbado e Rubbia …..
Molto volentieri, caro Alfredo. Ti propongo due concerti di musica antica che mi hanno veramente emozionato. Si tratta di musica bassa, musica di strada, eseguita da cantanti e strumentisti che hanno fatto della ricerca su questo repertorio quasi una ragione di vita.
In Italia sono misconosciuti, mentre all’estero sono considerati per il loro valore.
Non per nulla queste registrazioni sono state fatte in Francia. Nel primo concerto, intitolato ” La bella noeva”,la voce è quella di Marco Beasley, napoletano ma genovese di adozione, un artista verso cui nutro un’ammirazione sconfinata.
Nel secondo concerto “Musica nelle strade di Napoli” Beasley è affiancato da un altro grandissimo cantante, Pino De Vittorio.
L’operazione culturali che essi e il loro ensemble stanno conducendo non è meno significativa di quelle di Abbado, Barenboim, Pollini, Argerich.
Grazie Renato
La Argerich la ho sentita a Lugano qualche anno fa
non so cosa darei per saper suonare almeno un poco il piano 😥
Innanzitutto ringrazio la redazione per la bella impaginazione che ha dato al mio modesto contributo: come sempre bravissimi 😉
I fratelli Coen sono tra i miei registi preferiti e il film “Non è un paese per vecchi” è bellissimo.
Per quanto riguarda la partita…ero consapevole che avrei dovuto continuare ma avevo 20 min. in meno sull’orologio e non riuscivo a vedere bene cosa sarebbe successo dopo h5.
L’unica cosa possibile era quella di aprire la colonna h ma ripeto: se la situazione non fosse cambiata e mi fossi trovato in zeitnot a quel punto non potevo più offrire patta dato che l’avversario avrebbe potuto giustamente giocare speculando sul tempo.
E’ stata una decisione presa d’impulso, a sensazione: la strada per vincere era ancora lunga ed ho preferito pattare.
La prossima volta magari continuo se dovesse ricapitarmi una situazione del genere 🙂 …però credo che dipenda in generale dal contesto e soprattutto dalle sensazioni che hai al momento.
PS.
Avete visto a proposito di patte quella di Anand ieri con Andreikin?
Anche a me piacciono molto
Il mio preferito è ” l’uomo che non c’era”
A proposito l’ultimo film che Fischer vide fu ” American Gangster”
Per quanto riguarda la posizione sarebbe un interessante esercizio farla giocare da quel punto da un giocatore piu’ forte con il B .
il pedone c3 è molto malato e la vista dell’ Alfiere N è molto piu’ acuta di quella del suo collega B.
Comunque ben giocata . Bisognava ” crederci” ed armarsi ancora di pazienza . Prima o poi qualcosa sarebbe successo 💡
Purtroppo caro Alfredo uno dei miei tanti difetti è quello di non essere un “agonista”, spesso mi accontento di prendere quel che c’è e a tavolino ciò rappresenta una grande carenza.
Mi è capitato più di una volta di buttare via punti pesantissimi in maniera “fantozziana” nei non molti tornei che ho fatto, psicologicamente devo superare quello che è anche un limite caratteriale e ne sono consapevole.
L’avevo comunque già detto: ragazzi, sono un tipo da psicanalisi io
Racconto la mia freschissima esperienza, successa proprio ieri.
Ho l’onore di essere il capitano, da qualche anno, della squadra del mio circolo che milita nel CIS nella serie Promozione. Ieri, per l’appunto, impegno casalingo contro l’analoga formazione di Vallemosso, località dove i ragazzini li tirano su a ‘pane e scacchi’!
Bene sull’ 1 – 1 giochiamo ancora in terza scacchiera (io), ed in prima scacchiera; due partite che parrebbero già vinte per noi, quando all’unisono io ed il mio compare in prima scacchiera commettiamo due terrificanti sviste. Qualsiasi giocatore, nei nostri panni, avrebbe abbandonato partita e gli scacchi per sempre!! Il mio compagno di squadra mi guarda ed io, fiducioso delle sue capacità, gli faccio cenno di continuare. Dopo una trentina di mosse giocate con un pezzo ed un paio di pedoni in meno riesco a raggiungere un finale (re e torre contro re, torre e due pedoni distanti: perso!) da giocare e l’inesperienza del pur bravo mio avversario mi permette di pareggiare l’incontro.
La palla ora passa alla prima scacchiera, dove per noi la situazione è tragica, ci minacciano un matto in 4 mosse, ma per nostra fortuna il nostro giovane avversario sbaglia la sequenza delle mosse e permette a noi di salvarci in calcio d’angolo! La partita continua in parità ed entra in un finale di re, alfieri uguali e 3 pedoni uniti. Il nostro avversario sacrifica l’alfiere per due pedoni, commettendo un terribile errore di calcolo. Infatti il nostro pedone ‘h’ sopravvissuto riuscirà a raggiungere l’ottava traversa, dandoci l’insperata vittoria.
C’è il famoso detto che qui cade a pennello: le partite più difficili da vincere sono quelle che sembrano già vinte!!
Ancora complimentoni ai terribili ‘mocciosi’ di Vallemosso!! 😎
Come ebbe a scrivere il grande Tartakower:“Sieger werden ist nicht schwer. Sieger sein, dagegen, sehr”. Dedicato a tutti i germano fili.
Per i non germanofili, azzardo una traduzione in versi con rima come nell’originale: “aver partita vinta / non è poi gran vanto. / ma vincerla davvero, / invece proprio tanto.
E’ quella la frase che poi fu molto liberamente tradotta in
” nulla è piu’ difficile che vincere una partita vinta? ” ❓
Sì, è quella.
Ok, io comunque avevo solo una posizione vantaggiosa e non partita vinta che è ben diverso. Comunque è bello giocare nel CIS, c’è un bel clima d’amicizia e il 90% dei giocatori giocano solo ed esclusivamente per passione.
Nei tornei invece spesso ti ritrovi gente a cui non importa niente divertirsi o migliorare ma vincere a tutti i costi e questo riguarda anche i tornei minori dove la totalità dei partecipanti sono dilettanti (spesso allo sbaraglio… ma che si sentono professionisti.
Forse sarà un caso ma le mie partite più decenti le ho fatte giocando nel CIS.
A proposito di cappelle: 2 Domeniche fa ne ho fatta una in un finale stra-patto dopo 4 ore di gioco che mi vergogno pure dirla, però a mia discolpa posso dire che giocavo in condizioni menomate (con un occhio solo causa una cheratite fastidiosissima) 😥
è vero quello che tu dici .
Io ho giocato molto poco ma ricordo un CIS di quarant’anni fa .
Vinsi una partita con un ragazzo molto simpatico di Lucca . Poi diventammo amici con i nostri avversari .
un paio di anni fa vado alla presentazione di un libro del mio antico avversario divenuto nel frattempo un importante giornalista .
Lo vado a salutare , naturalmente faccio una gaffe terribilmente chiamadolo ” senese” … incredibilmente mi riconosce subito e ricorda benissimo la partita ( una Benoni) .
Beh , molto bello , divertente 😀
auguri per il tuo occhio 😉
Grazie Alfredo, ora va meglio l’occhio anche se lo devo tenere ancora sotto controllo.
La partita di 2 Domeniche fa la ricorderò di sicuro ma quando mi capiterà non saprò se ricordarla per l’occhio messo in quelle condizioni (ho giocato cogli occhiali!)o per la mega cappella in finale.
Comunque è stata veramente tragica: dopo 4 ore di resistenza stoica sbaglio a spostare il Re con conseguente abbandono dato che il mio avversario sarebbe andato a promozione.
Il brutto della vicenda è che ho mosso senza vedere e pensare un solo secondo, l’avevo battezzata pari e volevo finirla prima possibile…invece… 😈
Peccato perchè il mio avversario era una 1N e per me pattare con le 1N è sempre un buon risultato.
Mi sono dato del coglione per una settimana per quanto me la sono presa
Intervengo con molto ritardo.
Dopo anni di dubbi sono arrivato alla conclusione che in posizione superiore bisogna continuare, sempre contro qualsiasi avversario e specialmente quando il punto non è importante.
Il ragionamento è semplice: tutto quello di buono fatto fino alla proposta di patta rimane, continuando si può solo aggiungere qualcosa di buono in più, un eventuale errore successivo non rovina quanto si è fatto prima.
A posteriori mi sono pentito a metà di aver proposto patta, accettata, a Rukavina anche se continuando in posizione complicata con poco tempo avrei quasi sicuramente perso.
Mi sono mezzo pentito di aver accettato patta con Giacomo Vallifuoco.
Non mi sono mai pentito di non aver proposto patta a un grande maestro in un finale di torre con un pedone in più. Lui avrebbe sicuramente accettato e poi ho perso, ma “Pensa se non ci avessi provato” (Valentino Rossi, ma lui c’è riuscito).
Col senno del poi posso condividere ora la tua prima parte dell’intervento.
Fossi in te comunque sarei contento delle altre patte che citi anche se dipende sempre tutto dalla posizione raggiunta e dalla situazione del momento che nel tuo caso non conosco…
Penso in sostanza che se la posizione è pari e il tempo a disposizione anche, ho contro un avversario abbastanza più forte di me…la patta mi sta bene.
Ci sono invece delle situazioni contestuali dove DEVI cercare di vincere per forza a prescindere perché ti serve il punto intero e allora la patta non va più bene.
Credo comunque che la questione sia a volte anche soggettiva, nel mio contesto dopo aver cercato di riflettere obiettivamente e atteso alcuni minuti…ho sentito che la mia concentrazione era calata e istintivamente ho accettato la patta.
Gli scacchi sono belli pure per questo 😉