George Walker

Scritto da:  | 12 Maggio 2014 | 13 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
George Walker 1
Parlare di George Walker non è facile, vista la grande influenza che ebbe sullo scacchismo britannico dell’Ottocento.
Innanzitutto, non va confuso con William Greenwood Walker, un commerciante di seta nato a Leeds il 9 dicembre 1785 e morto a Londra il 24 giugno del 1839, che passò alla storia degli scacchi soprattutto come fedele annotatore dell’infinita serie di partite giocate tra Labourdonnais e MacDonnell (ma ne dimenticò tre…;).
George Walker nasce a Londra il 13 marzo 1803 nella casa di suo padre, un libraio che in seguito coinvolgerà il figlio nell’attività e che diverrà anche editore musicale. Come scriverà nella sua breve ed interessante autobiografia (che seguirò fedelmente, Westminster Papers, Dicembre 1876) l’abitazione ed il bookshop si sposteranno in seguito da Great Portland Street a Soho Square, nel West End di Londra, nella zona pressappoco compresa tra Regent’s Park e Hyde Park.
Lewis Walker Mongredien
Il giovane George si appassiona ben presto al gioco degli scacchi, frequentando le numerose coffee house londinesi che ospitano gruppi di giocatori e nelle quali rimane ancora intatto il ricordo delle visite di Philidor. Frequenta soprattutto la Percy Coffee-house in Rathbone Place e vi fonda, assieme ad un gruppo di dilettanti, un vero e proprio circolo.A vent’anni inizia a tenere una rubrica scacchistica sul Lancet, tuttavia questa collaborazione ha breve durata; in quel periodo gioca sovente contro Lewis, che gli concede una Torre di vantaggio, compone senza grande frutto alcuni problemi, ma il suo gioco si affina e nei primi anni della quarta decade gioca contro MacDonnell, che gli concede “Pawn and move”.
Nel 1831-32 Walker fonda il Westminster Chess Club con sede presso il Café Huttman’s in Bedford Street, ad un tiro di schioppo dalla propria abitazione (il titolare venderà sigari avvolti in foglietti contenenti problemi di scacchi), e nei due anni seguenti pubblica una rivisitazione dell’opera di Philidor, un manuale ed un “trattato”, scritti che gli conferiscono una certa fama negli ambienti scacchistici della capitale. Il signor Huttman, tuttavia, decide di trasformare il locale in una sorta di café chantant, col doppio risultato di provocare la dispersione degli scacchisti per altri ritrovi e di dover chiudere per fallimento qualche tempo dopo.
George Walker 2
George Walker non si perde d’animo, inizia a girovagare per il West End alla ricerca di un locale che possa ospitare un circolo scacchistico, e finalmente lo trova nello Strand: è il Ries’ Divan che diverrà in seguito il famoso Simpson’s quando il signor Ries cederà l’attività al suo capocameriere Simpson. Nel frattempo pubblica una selezione di partite di Philidor (1835) ed un manuale nel 1836.
Con il ritiro di Lewis dall’attività scacchistica viene considerato come il miglior giocatore londinese, fino a quando Staunton non emergerà tra i numerosi dilettanti che popolano le coffee house. Con Lewis ebbe qualche screzio, dovuto soprattutto ad un senso di gelosia di quest’ultimo, così come avrà dopo qualche anno una sorta di “conflitto di carattere” con Howard Staunton, altezzoso, scostante ed irascibile. Walker, tuttavia, butterà dietro le spalle tali contrasti, continuando ad essere il solito scanzonato ed allegro “jolly good fellow” che, nel 1835, inizierà una collaborazione col pettegolezzaio londinese, la rivista Bell’s Life, collaborazione che durerà per trentasette anni senza interruzioni. E’ ai suoi scritti su questa rivista che dobbiamo testimonianze divertenti sui migliori giocatori londinesi dell’epoca.
Nel ’39, visto che i mezzi non gli mancavano, visitò la Régence, perdendovi un brevissimo match contro Boncourt (+1 -2) e l’anno seguente , come ho già detto, trascina nel locale dello Strand gran parte degli appassionati della metropoli britannica. Nel ’44, poi, pubblica una mastodontica raccolta di partite (oltre mille) sotto il titolo di Chess Studies.
Nel ’45 è protagonista del primo match telegrafico della storia: da Londra, in compagnia di Buckle, Perigal, Tuckett ed Evans gioca contro Staunton e Kennedy che hanno raggiunto Portsmouth in treno, ed i londinesi vincono una partita, pattando la seconda.
La sua attività di propagandista del gioco è inesauribile, così come quella sul piano sociale: organizza collette, delle quali è il primo generoso contribuente, in favore di scacchisti in difficoltà o delle loro vedove. Sarà lui a raccogliere fondi per Labourdonnais quando il grande scacchista francese si stabilirà in Gran Bretagna, morendovi nel 1840.
Quando suo padre morì (1847) Walker liquidò l’azienda e divenne broker presso la Borsa londinese, per poi dedicarsi a propagandare e promuovere il primo torneo internazionale della storia: Londra 1851. Con Staunton a capo del comitato organizzatore, la manifestazione avrà un grande successo, e rivelerà la genialità del tedesco Anderssen.
Walker era modesto ed obiettivo: nella citata autobiografia riconosce che i migliori giocatori suoi contemporanei – cita Morphy, Labourdonnais, MacDonnell e Deschapelles – avrebbero potuto tranquillamente accordargli “Pawn and move”, ma dichiara, con altrettanta sincerità ed obiettività, che “non fui mai un giocatore della massima categoria, sebbene essendosi ritirati dal gioco attivo Fraser e Lewis, con Cochrane in India e morto MacDonnell, non c’era in attività un giocatore più forte di me”.
Old London Bridge and Vicinity, engraved by E. Goodall published 1827 by Joseph Mallord William Turner 1775-1851

Sarà sempre e pervicacemente un sostenitore del gioco ispirato ai Gambetti, violento ed aggressivo; quando apparirà la Difesa Francese la condannerà senza appello come “codarda” e quando verrà indetto il torneo di Londra del 1862 avanzerà la richiesta – giustamente respinta dal comitato organizzatore – che difese come la Francese o la Siciliana vengano vietate a termini di regolamento.
Morirà nella “sua” Londra il 23 aprile del 1879, dopo aver dedicato l’intera esistenza alla promozione ed alla diffusione del gioco.

George Walker 3

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


13 Commenti a George Walker

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    Enrico Cecchelli 12 Maggio 2014 at 00:34

    Lodi, lodi, lodi e ancora lodi…
    Bravo Paolo.

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    Mongo 12 Maggio 2014 at 01:35

    Ma dove li trovi? 😉

    • avatar
      Marramaquis 12 Maggio 2014 at 06:01

      Te lo dico io: nell’800 Paolo girovagava felicemente per tutta Europa, e li ha conosciuti personalmente uno per uno. Un giorno o l’altro, vedrai, ci mostrerà la raccolta delle sue partite contro Walker, Williams e Lewis.

  3. avatar
    paolo bagnoli 12 Maggio 2014 at 08:27

    Vecchio va bene (a fine mese sono 73) ma TANTO vecchio no!

    • avatar
      alfredo 12 Maggio 2014 at 19:01

      FOREVER YOUNG , Paolo

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    The dark side of the moon 12 Maggio 2014 at 10:17

    Pure la difesa siciliana Walker avrebbe voluto bandire al torneo di Londra del 1862, e per quale motivo?

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    fds 12 Maggio 2014 at 10:57

    In quei tempi la Siciliana muoveva i primi passi, e non aveva ancora sviluppato la fama di difesa che porta spesso a partite squilibrate.

    Ma il punto era un altro: il Gioco Romantico prevedeva come unica prima mossa del Bianco e4 e, per reciprocità, per il Nero e5. In tal modo si poteva giocare la Partita Italiana o, meglio il Gambetto di Re, unici schemi da veri uomini!
    Tutte le altre possibili mosse di apertura erano riservate ai pavidi.
    Poi venne Steinitz (ma anche Morphy…;) e le cose, come sappiamo, cambiarono.

    • avatar
      The dark side of the moon 12 Maggio 2014 at 11:28

      Il problema non era quindi solo la difesa francese allora…
      Anche se non la ho giocata mai a qui tempi avrei fatto la parte del pavido visto che rifuggo le partite di gioco aperto 😆
      Mi piacerebbe poter giocare 1.e4 e soprattutto rispondere 1…,e5, dovrei cambiare il mio modesto repertorio di aperture, è un po che ci sto pensando ma ormai è diventato come la coperta di Linus… 😛

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    Ivano E. Pollini 12 Maggio 2014 at 10:58

    Complimenti a Paolo per questo suo ultimo saggio, interessante, preciso e completo.

    Le illustrazioni della Londra moderna e dell’epoca sono affascinanti.

    Walker è una figura centrale dello scacchismo inglese dell’Ottocento.

    Di questo giocatore e importante autore gli scacchisti in genere non ne sanno molto (quando non è del tutto sconosciuto), per cui un grande benvenuto a questo pezzo di Paolo Bagnoli. 💡

    Walker è anche stato uno dei pochi autori che ci ha lasciato importanti notizie sulla vita e l’attività di campioni del Café de la Régence, come Deschapelles e La Bourdonnais (per cui nutriva una grande “adorazione”;) e di altri importanti giocatori inglesi del suo tempo.

    Bravo Paolo ❗

    Ancora complimenti 😛

    IEP

  7. avatar
    Mongo 12 Maggio 2014 at 14:10

    Sulle prossime schede elettorali, regionali ed europee, anziché scrivere “Io sono figlio della foca”, scriverò “Paolo Bagnoli for president”. ❗
    99 pacche sulla spalla a mio grande amico Fuser. 😉

  8. avatar
    alfredo 12 Maggio 2014 at 15:39

    non è una cattiva idea fratello Mongo ❗

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    paolo bagnoli 12 Maggio 2014 at 17:10

    Caro Ivano, grazie per l’elogio, ma il merito delle immagini è tutto della MegaRedazione, che dovrebbe avere in gestazione le coffee house londinesi, dove rivedremo alcuni dei personaggi già “biografati”.

  10. avatar
    paolo bagnoli 12 Maggio 2014 at 18:44

    Per The Dark Side of the Moon: se vai a ripescare un mio recente post intitolato “Codardia” troverai alcuni gustosi commenti di giocatori dell’epoca riguardanti proprio la Difesa Francese.
    I trattati che circolavano a metà Ottocento, infatti, parlavano di Italiana, di Ponziani, di Spagnola e, soprattutto, di Gambetto di Re condito in varie salse, dal Kieseritzky al Muzio (anche doppio…;) e via sacrificando.

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