Alexei (Alex, Alexandr) Selesniev (Selesnev, Selesnieff, ecc. da pronunciarsi “Selesnioff”, secondo la pronuncia yddish della Mitteleuropa, così come venne detto che “Alekhine” andava pronunciato “Aliochin”, cosa che Alekhine stesso aborriva e che condannò in diverse occasioni) nacque a Tambov, non molto lontano da Mosca, nel 1888 da una famiglia benestante che gli fece seguire gli studi di giurisprudenza presso l’Università moscovita, dove egli si laureò.
La sua prima apparizione nel campo scacchistico si ebbe nel 1910, presso il Circolo Scacchistico di Mosca, e nel 1912, “fattosi le ossa”, partecipò (gruppo B) al torneo di Vilnius, considerato dagli annali come il 7° campionato russo (il gruppo B venne vinto da Hromadka); si classificò decimo, senza infamia e senza lode, per poi tornare a giocare al Circolo di Mosca ottenendo buoni risultati.
Poi, nell’estate del 1914, si iscrisse al torneo internazionale di Mannheim, in Germania. La storia di questo torneo è abbastanza nota: mentre la manifestazione era in corso il Kaiser e Francesco Giuseppe misero mano alle armi, il torneo venne interrotto (Alekhine, che conduceva la classifica, venne considerato vincitore), il monte premi venne frettolosamente diviso tra i primi in classifica, ed i giocatori di nazionalità russa vennero internati, in quanto “cittadini di Potenza ostile”.
Erano undici i russi presenti in Germania allo scoppio delle ostilità; dopo qualche esitazione da parte delle autorità tedesche che trattennero i “nemici” a Baden-Baden, venne deciso di internarli in una cittadina della Foresta Nera, Triberg, ma quattro vennero rilasciati per diversi motivi. Alekhine, ad esempio, riuscì a convincere i medici di essere mentalmente instabile, fu portato al confine svizzero assieme a Bogatyrchuk, Kopelman e Saburov e rilasciato (comparve qualche tempo dopo a Londra, dove venne intervistato, e rientrò in patria attraverso Svezia e Finlandia).
Selesniev rimase a Triberg in una dorata prigionia (la moglie del custode della “prigione” trattava i russi internati con ogni riguardo) insieme a Bogoljubov, Flamberg, Maliutin, Weinstein, Romanovski e Rabinovich. Passavano il tempo componendo studi e problemi ed organizzando piccoli tornei, nei quali Selesniev si dimostrò giocatore di buon livello, vincendone alcuni e piazzandosi onorevolmente in altri. Nel ’17 giocò un match contro Efim Bogoljubov, perdendo di stretta misura (+2 =3 -3).
La guerra finì con la sconfitta degli Imperi Centrali, i russi furono rilasciati, ma alcuni di loro si fermarono in Germania o in altri Paesi europei. Selesniev giocò a Berlino un piccolo quadrangolare, vincendolo, poi giunse secondo, dopo Bogoljubov, in un altro torneo dello stesso anno (1919). Nel ’20 sostenne un match contro Von Bardeleben, vincendo, quindi si spostò in Svezia (Goteborg) per giocare un torneo vinto da Reti e dove lui giunse 14°: l’anno successivo battè Teichmann in un brevissimo match, giunse 4° in un pentagonale vinto da Alekhine ed ultimo in un quadrangolare vinto da Akiba Rubinstein.
La Russia era sconvolta da una guerra civile nella quale i Soviet stavano prendendo il sopravvento sulle forze “controrivoluzionarie” e Selesniev non voleva rientrare in un Paese dilaniato da lotte intestine. Nel ’22 giocò al torneo di Pistyan con risultati deludenti, nel ’23 fu 4° a Märisch-Ostrau (Ostrava) nel torneo vinto da Lasker, e nel ’24 fu 4°-5° al torneo di Merano vinto da Gruenfeld.
Nel frattempo, in Russia (ormai Unione Sovietica), Nikolai Krylenko aveva preso in mano l’organizzazione scacchistica, ed aveva indetto il terzo Campionato Sovietico; Selesniev e Bogoljubov vennero convinti dal quasi onnipotente funzionario (Krylenko, una decina di anni dopo, fu una delle tante vittime delle purghe staliniane) a rientrare nella medrepatria ed a partecipare ai successivi Campionati Sovietici, nei quali Bogoljubov si confermò fortissimo giocatore mentre Selesniev finì regolarmente nella parte medio-bassa della classifica.
Gli andò meglio nel Campionato Ucraino del 1927 (Poltava) dove vinse davanti a Rauser, mentre nel ’28, ad Odessa, giunse 3°-4° nel Campionato Ucraino mentre venne eliminato nei quarti di finale del Campionato Sovietico, disputatosi l’anno seguente nella stessa località sul Mar Nero. Nel ’31 raggiunse la semifinale del Campionato Sovietico e nel ’35 fu decimo al torneo di Leningrado vinto da Vasili Panov.
La sua attività scacchistica ebbe a questo punto un brusco alt. Bogljubov, col quale aveva intrattenuto rapporti amichevoli, si era frattanto stabilito a Triberg, la località dove entrambi erano stati internati durante la Prima Guerra Mondiale, aveva sposato una cittadina tedesca del luogo ed era divenuto un fervente seguace delle idee hitleriane. Selesniev viveva a Donetsk, una città ucraina che venne invasa dalle truppe naziste nel corso dell’attacco della Germania all’Unione Sovietica. Quando Bogoljubov venne a conoscenza della misera situazione nella quale si trovava il vecchio amico, riuscì a farlo uscire dall’Unione Sovietica e lo ospitò a Triberg per qualche tempo.
Selesniev, tuttavia, non se la sentiva di vivere nel Paese di Hitler e, sempre tramite i buoni uffici di Bogoljubov, riuscì ad avere un visto per la Francia. dove si stabilì, riprendendo nel ’48 l’attività scacchistica al torneo di Oldenburg, dove giunse quarto.
Morì a Bordeaux nell’estate del 1967, dimenticato da tutti.
Azz, non sapevo che Bogoljubov fosse divenuto un “un fervente seguace delle idee hitleriane”.
Comunque brutta epoca quella, speriamo che la storia abbia insegnato qualcosa anche se personalmente ne dubito 😐
Grandissima questa Storia ❗
Attraverso due guerre emerge l’Amicizia tra due scacchisti e, boccaccieascamente, mi ha colpito la moglie del custode della ‘prigione’ di Triberg, che trattava i russi internati con ogni riguardo! ops: 😉
E’ vero, Paolo, Selesnev è stato talmente dimenticato che anche io avevo dimenticato di aver preso degli appunti su di lui qualche anno fa. Avevo trovato la copertina di un libro del 2003 (credo fosse una raccolta di studi e problemi) di un certo W.Zhilko, dal titolo: “Sudba Maestro: Alexander Selesnev”. Sudba? Forse “maestro di studi”? Mi ero anche appuntato qualche risultato del nostro: a Triberg nel 1916 pattò un match con Hans Fahrni (2-2-2) e a Berlino nel 1921 vinse il minimatch, che hai citato, contro R.Teichmann (1-1-0). Altro non so. Meno male che Paolo c’è!
Sudba (судьба) significa sorte, destino, fato.
Anche questo da collezione! 🙂
Chissà quanti altri ne avrai da proporre di dimenticati. Avanti così, Paolo.
Non è facile fare i complimenti a Bagnoli per ogni “chicca” che ci propone, ma tant’è è difficile farne a meno.
Che dire di raccogliere il tutto in un’opera organica?
Meditate gente…meditate…
Come al solito,da collezione ❗
Ha ragione Aliosa ❗ ed ancor piu’ Zenone ❗ ❗ e perche’no anche Fabio Lotti… ❗
Avanti cosi’ Paolo ❗
Complimenti 😛
Il cassetto della Redazione è ancora ben fornito. Mi sono “messo avanti” col lavoro in vista di una imminente interruzione della collaborazione, interruzione non dipendente dalla mia volontà, ma da quella dei medici…
e gli auguri di tutti sono affinché vada tutto bene e Paolo si rimetta resto in piena forma! 😉
I medici ti proibiranno il grappino e qualche altra cosa, non certo di scrivere! Auguroni al nostro Paolo.
Paolo non dargli retta… Un grappino accompagnato da un Antico Toscano sono un vero e proprio toccasana, ma non bisogna esagerare!! 😉
Auguri di cuore caro Paolo.
auguroni davvero carissimo Paolo
Mi associo