Ucraina-Russia: danni scacchistici collaterali

Scritto da:  | 10 Aprile 2014 | 34 Commenti | Categoria: Attualità, Internazionale
Crisi di Crimea 1
La battaglia per il bastione Malachov dell’8 settembre 1855, fase finale dell’assedio di Sebastopoli
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Quando Viswanathan Anand ha deciso di accettare l’invito al torneo Sberbank di Kiev, non poteva immaginare che si stava infilando in una tempesta politica.
A prima vista questo “rapid” sponsorizzato dalla Sberbank appariva grandioso, con otto grandi maestri tra i quali Veselin Topalov, Anatoly Karpov, la stella locale Ruslan Ponomariov e Sergey Karjakin.
Poi è entrata in scena la politica: sia Karpov che Karjakin hanno pubblicamente supportato l’annessione della Crimea da parte della Russia; in particolare Karjakin, che in Crimea ci è nato, ha provocatoriamente dichiarato che la Crimea aveva semplicemente seguito il suo esempio “emigrando” in Russia.
Tali commenti hanno suscitato il risentimento dei grandi maestri ucraini che hanno dato il via a una petizione per bandire Karpov e Karjakin dal torneo. A chiedere di poter sottoscrivere la petizione si è aggiunto un numero inaspettato di giocatori non ucraini, tra i quali anche l’ex campione dell’URSS Lev Psakhis.
Ponomariov, che aveva ingaggiato una diatriba via Twitter con Karjakin quando le truppe russe sono entrate in Crimea, è stato tra i più energici nel promuovere il boicottaggio. L’associazione scacchistica di Leopoli ha chiesto che Karpov e Karjakin venissero dichiarati “persona non grata”.
Al che gli organizzatori di Kiev si sono trovati sotto assedio, anche perché lo sponsor Sberbank è la più grande banca della Russia. Cancellare l’invito a Karpov e Karjakin, che avevano partecipato all’edizione 2013 del torneo Sberbank nella stessa Kiev, avrebbe condotto con tutta probabilità alla perdita dello sponsor, ma anche far partire un torneo con Karpov e Karjakin nella capitale dell’Ucraina, in questo delicatissimo momento politico, sarebbe stato chiaramente un andare in cerca di guai.
Il sito web del torneo, che aveva messo in grande evidenza i profili e le fotografie delle otto star invitate, è stato ristrutturato, lasciando solo qualche informazione generale sul torneo, mentre gli organizzatori cercavano disperatamente una via d’uscita. Non avendola trovata, il 10 aprile gli organizzatori si sono arresi e hanno annullato il torneo.
Un piccolo danno collaterale della lotta in cui l’Ucraina è impegnata per evitare di perdere pezzi del suo territorio.
Crisi di Crimea 2
I bersaglieri alla Battaglia della Cernaia del 1855
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avatar Scritto da: GM Ian Rogers (Qui gli altri suoi articoli)


34 Commenti a Ucraina-Russia: danni scacchistici collaterali

  1. avatar
    Roberto Messa 11 Aprile 2014 at 07:56

    A proposito di scacchi e situazioni di conflitto, mi ha scioccato la seguente riflessione del GM Adrian Mikhalchishin, che riprendo dal suo articolo sul recente Campionato europeo individuale (da Torre & Cavallo di aprile 2014):

    “Ai nastri di partenza del campionato [che si è svolto a Yerevan, capitale dell’Armenia] c’erano 260 partecipanti e quasi tutti i Paesi erano rappresentati, fatta eccezione per l’Azerbaigian a causa del conflitto del Nagorno Karabakh […]
    Forse è arrivato il momento di permettere anche ai giocatori dei Paesi in guerra con le nazioni ospitanti di partecipare comunque ai tornei, magari giocando su Internet. Il prossimo anno l’Azerbaigian ospiterà la Coppa del mondo (di cui il campionato europeo rappresenta il torneo di qualificazione) e nel 2016 le Olimpiadi Scacchistiche. Chiaramente l’Armenia non potrà partecipare, per cui sarà necessario trovare una soluzione.”

    A parte le ovvie considerazioni sull’incapacità degli uomini di risolvere questi stramaledetti conflitti che si trascinano per decenni – il Nagorno Karabakh è uno dei tanti – la soluzione proposta da Adrian mi suona molto “pragmatica”… ma nel senso peggiore del termine. Non so precisamente come si regoli il Comitato olimpico internazionale, suppongo che sia anch’esso abbastanza pronto e prono a soddisfare i poteri politici planetari, ma credo che anche per la Fide l’unica soluzione di minima decenza sarebbe quella di escludere dal novero delle sedi ospitanti di campionati “istituzionali” (europei, mondiali, olimpiadi) tutti quei paesi che non possono garantire piena agibilità ai concorrenti di ogni altro paese.

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      Mongo 11 Aprile 2014 at 10:59

      Mi ricordo, credo fosse il 1961 o il 1962, che Fischer fu costretto a giocare il Memorial Capablanca, che si disputava a Cuba dove la Rivoluzione aveva da poco trionfato, telefonicamente da Miami perché il governo statunitense (il paese più libero del mondo!!) non gli aveva concesso, il visto essendo Cuba sulla loro black-list!! 💡
      E’ un gran peccato che la Storia non riesca ad insegnarci niente!! ❗

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        Roberto Messa 11 Aprile 2014 at 12:58

        Ottimo il richiamo a quel precedente: se si fece mezzo secolo fa con il telefono, figuriamoci oggi quanto sarebbe più facile con internet… La differenza è che in quel caso si trattava di un torneo “privato” a cui Fischer avrebbe potuto anche rinunciare. Diverso è quando si tratta di campionati europei o mondiali: partecipare dovrebbe essere un diritto inviolabile per tutti coloro che hanno i titoli sportivi necessari. Altrimenti è il titolo stesso di campione europeo o mondiale che ne ha un pregiudizio, per non parlare dei principi basilari dello sport.
        Riconosco che chiedere queste cose è un po’ utopistico – e Francesco ha tutte le ragioni per riportarci con i piedi per terra – ma quando ci stancheremo di chiederle… saremo finiti.

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        fuser 11 Aprile 2014 at 15:01

        😯
        Mongo 👿
        era il 66
        comunque sempre nel 66 la squadra usa partecipo’ alle olimpiadi a Cuba .
        vi sono anche fotografie di Bobby con Fidel
        Ma l’esempio piu’ drammatico di commistione sport politica penso fu la partita di pallanuoto alle olimpiadi del 56 tra Ungheria e Russia .
        Amche la partita Germania est – Germania Ovest dei campionati mondiali del 74 ( vinse la Germania Est con un gol di Sparwasser ) ebbe un grande valore simbolico .

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          Mongo 11 Aprile 2014 at 15:47

          @fuser: era il 1962 e Fischer giocò il Memorial Capablanca telefonicamente da New York, non Miami come ho indicato prima. Lo so perché c’è chi sostiene che giocò, sempre telefonicamente, anche una partita con il Che.
          Nel 1966 gli USA parteciparono, con Fischer in squadra, alle Olimpiadi che si tenevano a Cuba, Olimpiadi a cui il Che non poté assistere perché impegnato nell’impresa Boliviana, che lo vide morire assassinato nell’ottobre del 1967.

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            alfredo 11 Aprile 2014 at 16:41

            Mongo
            abbiamo sbagliato tutti e due
            l’anno è il 65 . ho appena controllato
            questa è la partita forse piu’ celebre di quel torneo con la vittoria di Bobby contro il vincitore del torneo Smyslov
            http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1008422
            a me sembra comunque di ricordare una foto del Che che osserva una partita del match USA URSS. cercherò….
            Ovvio che non posso competere come guevarologo con te , anche se il tatuaggio del Che lo abbiamo tutti e due 😉

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              Claudio 11 Aprile 2014 at 18:09

              la foto è questa:

              il Che, Taimanov e Larry Evans

              con il Che che osserva la partita tra Taimanov e Evans

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              Claudio 11 Aprile 2014 at 18:12

              è giusto il 1966: ecco qui

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              Claudio 11 Aprile 2014 at 18:36

              chiedo venia; ho ricontrollato il tutto: ha ragione Mongo le foto del Che sono del ’64 non del ’66; su internet l’informazione è errata

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              Filologo 11 Aprile 2014 at 19:42

              Era il 1965 e Fischer giocava da New York, ma via Telex, non per telefono.

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                Mongo 11 Aprile 2014 at 22:34

                Nel 1965 il Che sparì da Cuba e nessuno sapeva che fine avesse fatto. La CIA lo cercò in Vietnam e poi disse che Fidel Castro lo aveva fatto internare e poi uccidere. In realtà, ‘stufo’ della sovietizzazione che stava burocratizzando Cuba, il Che d’accordo con Fidel andò ad appoggiare il nasciente movimento rivoluzionario congolese. In Congo la rivoluzione fallì per vari motivi, in primis perché i dirigenti non stavano vicino ai combattenti anzi se la spassavano molto bene e questo avrebbe dovuto insospettire da subito il Che, invece purtroppo ci mise un po’ di tempo prima di rendersene conto. Da qui la ‘fuga’ dei cubani e del Che, che però si fermò in Tanzania e poi andò a Praga perché Castro aveva reso pubblica la famosa lettera di addio del Che. Tornò poi in gran segreto a Cuba nel 1966 solo per preparare la spedizione in Bolivia. Solo Fidel, Aleida (la moglie) e pochissimi altri lo sapevano; nemmeno i suoi figli che credevano che l’uomo che andava a trovare la loro madre fosse un amico del padre… Ma questo lo avrò già postato mille altre volte. Per chi vuole approfondire l’errore della data vicino alla foto della partita Tajmanov – Evans, clicchi qui

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                  fuser 12 Aprile 2014 at 10:54

                  ciao Mongo
                  come al solito hai ragione !
                  comunque rileggere quel pezzo è stata una occasione per risentire ancora il pezzo di Endrigo , a mio parere un grande sottovalutato.
                  Buona giornata
                  tuo Fuser

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                  Claudio 12 Aprile 2014 at 13:44

                  sì; su questa foto ci sono molti errori di interpretazione; sia da parte di Wilson che di altri che l’hanno postata sul web; tra l’altro il Che lasciò Cuba il giorno stesso dell’inizio delle Olimpiadi il 23 ottobre 1966

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        alfredo 12 Aprile 2014 at 11:00

        beh gli Usa sono un paese talmente libero che pensava di poter bombardare tranquilamente la Jugoslavia ma non poteva permettere a un suo citadino di giocarci un match di scacchi .
        e sono talmente liberi ( di far cio’ che voglio) che appena sentono odore di un affare che va in fumo il loro presidente prende l’air force one per ricordare al nostro primo ministro l’affare F 35
        C’è qualcuno che crede che a Obama importasse qualcosa di Bergoglio ?
        Purtroppo in tutta la nostra storia c’è stato un solo governante che ha detto no agli Usa . Craxi . che è tutto dire

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        alfredo 12 Aprile 2014 at 19:03

        ” Ha tutto da imparare quella” ( la storia)
        Altan

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    fds 11 Aprile 2014 at 09:03

    La tua riflessione implicherebbe che una qualsiasi federazione fosse scevra da dosi variabili di condizionamenti, opportunismi, pragmatismo, superficialità, costrizioni, contiguità, incapacità, arroganza e personalismi.
    Non è umanamente possibile.

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    DURRENMATT 11 Aprile 2014 at 10:10

    Le scelte di Karpov sono in linea con il suo stile di gioco. E’ sempre stato un “allineato” per cui non vi è da sorprendersi.Basta rammentare il suo atteggiamento nel ’75. Da ciò discende la mia scarsa considerazione per questo giocatore a tal punto da averlo sistematicamente ignorato.Per me da Fischer si passa a Kasparov. Credo che sia giunto il momento di bandire la Russia da tutte le competizioni agonistiche, non solo scacchistiche.

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      The dark side of the moon 11 Aprile 2014 at 15:08

      Karpov è uno dei più grandi di sempre, fa di professione lo scacchista e non il politico.
      Che doveva fare nel 75?
      Per coerenza allora dovresti cancellare anche Botvinnik, Tal, Petrosian, Smislov, tutti campioni del mondo ma scacchisti sovietici “allineati” (come li definisci tu) col governo di Mosca.
      Ps.
      A me lo stile di Karpov piace 😉

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    Mongo 11 Aprile 2014 at 10:52

    Semplice: bandiamo le guerre da questo mondo!!!
    Ogni popolo ha il diritto di autodeterminarsi come meglio crede.
    Peccato che l’Italia abbia già giocato la mossa sbagliata: ‘soldi in F35’!!! 👿

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    Matt 11 Aprile 2014 at 13:29

    Mica ha Karpov colpa delle ca..ate che fanno i governanti; bandirlo…..mah va’!

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    DURRENMATT 11 Aprile 2014 at 15:17

    Karpov è un deputato della Duma espressione di “Russia Unita” il partito di Putin,quindi, è un “organico” …e ho detto tutto!

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      The dark side of the moon 11 Aprile 2014 at 20:53

      Premetto che non ho la minima simpatia per Putin.
      Io ho sempre considerato Karpov come un grande scacchista e mai come un politico.
      Comunque l’osservazione di DURRENMATT è corretta, Karpov è deputato della Duma, politicamente ha scelto di sostenere Putin e se questo vuol dire essere “allineato” con la politica di Mosca ci sta pure.
      Mi sembra però frutto di pregiudizio dire di voler “bandire la Russia da tutte le competizioni agonistiche, non solo scacchistiche”.
      Lo stesso metro di giudizio dovrebbe valere allora per tutti, in primis per chi esporta la “democrazia” invadendo e bombardando Stati sovrani e coinvolgendo altre nazioni in quelle che ipocritamente vengono definite “missioni di pace”…
      La verità è che con questi discorsi rischiamo di cadere in un terreno molto scivoloso e non ne veniamo a capo.
      La politica dovrebbe essere scissa dalle competizioni sportive e non, non è più ammissibile che una nazione non possa o non voglia partecipare ad una competizione se svolta in un paese ad essa ostico.
      Ecco, partiamo da questa premessa e non da un partito preso che spesso si dimostra il peggiore….

  7. avatar
    alfredo 11 Aprile 2014 at 21:16

    Ricordate le polemiche per la finale in Cile della Coppa Davis nel 76 ?
    nessuna polemica 2 anni dopo per la partecipazione dell’Italia ai mondiali di calcio in Argentina .
    Videla meglio di Pinochet ?

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    Franco Trabattoni 11 Aprile 2014 at 21:22

    In Argentina nel 1978 avremmo dovuto andare anche noi per le olimpiadi. A me era stato chiesto di fare il passaporto…poi non se ne fece nulla perché non si trovarono i soldi per il viaggio.

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    Renato Andreoli 12 Aprile 2014 at 13:42

    Le olimpiadi di Haifa del 1976 erano state boicottate dai paesi arabi e da quelli del blocco sovietico. Furono pure organizzate delle controolimpiadi a Tripoli.
    Se non ricordo male, la federazione italiana fu l’unica a mandare una rappresentativa ad entrambe le manifestazioni!

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    Roberto Messa 14 Aprile 2014 at 10:17

    E il bel dipinto che raffigura il momento più epico della prima partecipazione italiana a una guerra di Crimea non suscita qualche riflessione? Se non altro la speranza che dopo 160 anni non ci si ritrovi invischiati in un’altra guerra di Crimea.
    Riguardo a Karpov non si discute, è stato un gigante nella storia dei campioni del mondo. Devo aggiungere che, pur avendo parlato con lui in diverse occasioni, non ho mai subito il fascino della sua personalità… e ieri ho accolto quasi con sollievo la notizia che non era nella rosa dei sette che daranno vita al supertorneo di Bergamo dal 12 al 20 luglio. Dopo la rinuncia dell’ex campione del mondo russo, gli organizzatori sono riusciti ad avere il 20enne filippino Wesley So, attuale numero 19 al mondo (Elo 2738). La notizia completa è qui: http://www.messaggeroscacchi.it/?p=4428

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      Jas Fasola 14 Aprile 2014 at 13:13

      Vorrei chiederti, visto che non capisco, qual’e’ il vantaggio di organizzare un torneo con sette giocatori? Affiancato da un open internazionale di tre giorni?

      • avatar
        Jas Fasola 14 Aprile 2014 at 13:15

        scusate, “qual e'”, purtroppo il mio italiano e’ qarente 🙁

      • avatar
        Roberto Messa 14 Aprile 2014 at 15:34

        Un torneo “chiuso” in cui Brunello e Vocaturo possano misurarsi con GM più forti? Un evento a cui in Italia non si assiste dall’ultima edizione del torneo di Capodanno?
        Sulla scelta dei sette giocatori devono aver sicuramente influito considerazioni di budget, poi ovviamente speriamo che segua una seconda edizione con 9 superGM, una terza con 12 ecc. Bisogna pur cominciare (o ricominciare) alla faccia della crisi economica.
        L’open di Bergamo ha una tradizione e una formula che si ripete da 13 anni; ovviamente l’affiancamento dei due tornei non è casuale.

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          Jas Fasola 14 Aprile 2014 at 16:25

          Credo ci siano altri motivi. Dopo le prime 40 mosse ci sara’ l’aggiornamento, da quanto scrive Garrett su Twitter. Forse per questo motivo e’ necessario dare un giorno di riposo a tutti facendo che non sia lo stesso giorno?

          • avatar
            Filologo 14 Aprile 2014 at 19:58

            Uau! Le buste!

  11. avatar
    alfredo 14 Aprile 2014 at 10:38

    Caro Roberto
    stavo scrivendo una cosa simile su Karpov dopo avere rivisto una partita di Karpov contro Stein nel 1971.
    ho avuto il piacere di stringere piu’ volte la mano a Karpov ma mi è sembrata una stretta di mano ” sfuggente” . ben diversa è la stretta di mano di Kasparov .
    In una intervista fatta a Kasparov da un mio amico Garry disse che non stimava minimamente Karpov come uomo ma come scacchista era un gigante .
    Tra lui e Karpov individuava solo una sostanziale differenza .
    Quando si sono trovati nei loro match a dover vincere per forza una partita lui ci è riuscito . Karpov no .
    Comunque So è sicuramente un fortissimo giocatore , in ascesa .
    il tuo pensiero sulla guerra di Crimea lo ho avuto anch’io per due motivi .
    Uno è l’aver sentito una canzona di Vecchioni e l’altro essere stato a Torino qualche giorno fa e aver visto la toponomastica . Quante vie e piazze riguardano la guerra di Crimea .

  12. avatar
    Roberto Messa 4 Luglio 2014 at 22:01

    Sul fronte scacchistico della guerra Ucraina-Russia si sta scrivendo un nuovo brutto capitolo che avrà il suo culmine alle Olimpiadi di Tromso, sotto lo sventolio delle bandiere con il motto “gens una sumus”.

    Katerina Lagno (o Lahno come si scriveva fino a qualche anno fa) vorrebbe giocare per la Russia, ma la Federazione scacchistica ucraina non ci sta e il 3 luglio ha diramato una lettera aperta dal titolo: ” In respect of the exclusive juridiction of the Ukrainian Chess Federation over territory of Ukraine and serious violations of FIDE rules by the FIDE Secretariat”.

    Ian Rogers mi ha segnalato un link dove si può leggere e scaricare l’intero documento:
    https://mikhailgolubev.files.wordpress.com/2014/07/ucf-open-letter.pdf

    • avatar
      Jas Fasola 4 Luglio 2014 at 23:50

      La Lagno e’ nata a Lviv (Leopoli), come le Muzychuk. Lviv e’ stata per secoli polacca, poi non piu’ quando nemmeno la Polonia esisteva, ed e’ poi tornata ad essere polacca fino alla fine della seconda guerra mondiale. Mi chiedo come mai tutte queste forti giocatrici di quella citta’ preferiscono la Russia o la Slovenia alla Polonia 🙄 … saranno mica gli euro e i rubli? 😉

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