L’angolo sbagliato

Scritto da:  | 3 Giugno 2014 | 18 Commenti | Categoria: Scacchi e cinema, Zibaldone

“La scacchiera è posta tra i due giocatori in modo che la casa nell’angolo a destra del giocatore sia bianca.” Regolamento Internazionale degli scacchi FIDE, art 2.1

Angolo sbagliato 11

Come tutti noi scacchisti ben sappiamo, c’è una sorta di maledizione inspiegabile che aleggia su chiunque voglia usare una scacchiera per scopi pubblicitari o scenografici.

Riguarda la disposizione della scacchiera: angolo a destra in basso bianco o nero?

Se dovessi occuparmi di una cosa del genere e non sapessi nulla di scacchi, chiederei a qualcuno, oppure vedrei di documentarmi, ma, evidentemente, questo sembra un atteggiamento troppo modesto e non consono all’ego di registi e pubblicitari. “In fin dei conti che differenza fa?”, penseranno. Col risultato di innumerevoli casi di pubblicità sbagliate, film con errori imperdonabili e immagini varie che, a noi scacchisti, colpiscono come un pugno in un occhio.

Diciamo che, se mi venisse in mente di inserire una partita a scacchi in un film grandioso e simbolico a cui ho deciso di dare il titolo “Il settimo sigillo”, magari chiederei a qualcuno in giro (o forse farei come mi pare, tanto… chi può mettersi a discutere con la Morte sulle regole degli scacchi?)

 

Angolo sbagliato 8

 

Allora mettiamoci nei panni del regista del pluripremiato “Il silenzio degli innocenti”: cosa vuoi che importi a due entomologi di come si posiziona correttamente la scacchiera? E infatti se ne accorge solamente il ristretto gruppo degli scacchisti-cinefili: quanti mai saranno al mondo?

Entomologi...

Entomologia e Scacchi: ci sono aperture col nome di insetti?

Stessa storia anche se mai ci affidassero la direzione di un altro capolavoro: “Le ali della libertà”. Per rappresentare uno dei modi con cui uno può occupare il tempo in prigione, decidiamo di fare una carrellata su una scacchiera. E cosa facciamo? Invece di chiedere al primo che passa qual è l’orientamento giusto, ci affidiamo al caso. E sbagliamo.

In prigione valgono le stesse regole?

In prigione forse valgono regole diverse…

Insomma, anche solo passando in rassegna film famosi di vario genere (da “Austin Powers – La spia che ci provava” a “007 – Mai dire mai”, da “Blade Runner” a “Il Codice da Vinci”;), si mettono in fila parecchi esempi della vecchia storia chiamata “L’angolo sbagliato”.

 

Angolo sbagliato 10

 

Anche volendo dare credito alle leggi statistiche, diciamo che, andando a caso, uno dovrebbe disporre la scacchiera correttamente nella metà dei casi. Aggiungendo a questa semplice osservazione coloro che a scacchi ci giocano davvero (ce ne sarà pur qualcuno tra registi, fotografi e relativi collaboratori, no?), uno dovrebbe pensare che nella maggioranza dei casi la disposizione dovrebbe essere quella giusta.

E invece no! Sarà che ci si ricorda più delle cose sbagliate che di quelle giuste, ma posso dire con sicurezza che ho incontrato più scacchiere “sbagliate” che “corrette” (senza contare improbabili pedoni in ottava traversa, coppie di alfieri dello stesso colore, Re entrambi sotto scacco, Re su case adiacenti, disposizione di pezzi solo sulle case nere a mo’ di dama…).

Avevo cercato di giustificare alcuni errori in Italia con una certa maggior diffusione della dama che, secondo le regole italiane, si gioca su una scacchiera 8×8 con angolo a destra in basso nero.

Beh, in fondo sono solo manichini...

“Beh, in fondo sono solo manichini” dirà qualcuno…

Recentemente sono stato qualche giorno in Irlanda (dove si gioca la dama inglese, che prevede anch’essa una scacchiera 8×8 ma con angolo a destra in basso bianco). Niente da fare: come si vede dalla foto, la scacchiera è stata stolidamente posizionata in maniera errata in una sala dove è stata ricostruita (con tanto di manichini) una situazione tipica di un paio di secoli fa.

Con buona pace degli statistici e degli amanti degli scacchi…

separator4

Si ringraziano:

  1. Arika Okrent e il suo sito http://mentalfloss.com per le citazioni dei film
  2. Il fantastico sito http://www.chess-in-the-cinema.de per le immagini dei film citati, dove si vede che in realtà nella stragrande maggioranza dei casi la scacchiera è posizionata correttamente. Ma un articolo dal titolo “L’angolo corretto” avrebbe avuto poco senso, no?
  3. Delpraub – foto scattata con il mio smar(foto)fono nella Westport House a Westport, Co. Mayo, Ireland

 

avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


18 Commenti a L’angolo sbagliato

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    Renato Andreoli 3 Giugno 2014 at 20:06

    E’ vero; nella maggioranza dei casi la scacchiera è posizionata correttamente. Una volta ho assistito ad una versione teatrale del Settimo Sigillo messo in scena da una compagnia amatoriale e ti posso garantire che tutto era a posto.
    Immagino che nella maggioranza dei casi ci si premuri di consultare qualcuno che conosce il gioco.
    Quando invece la disposizione della scacchiera viene lasciata al caso, interviene puntualmente a guastare il risultato la famigerata legge di Murphy.
    O forse, semplicemente, anche per noi scacchisti vale la regola che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

  2. avatar
    Doroteo Arango 4 Giugno 2014 at 07:22

    Sinceramente non ho mai capito il perché di tanto accanimento esistenziale contro la povera casa nera in basso a destra… dal punto di vista del divertimento e della meccanica del gioco in fondo cosa cambia?

    …è come se in una partita di calcio l’arbitro si sbagliasse e facesse disputare prima il secondo tempo e poi i primi 45 minuti: embé, qual è la differenza?!? 😉

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      fds 4 Giugno 2014 at 09:41

      E allora diciamola tutta 🙂

      Facendo riferimento al regolamento che andrà in vigore tra qualche settimana, per il tempo lungo avremo:

      7.2b. Se durante una partita si riscontra che la scacchiera è stata collocata contrariamente a quanto disposto dall’Articolo 2.1, la partita continuerà ma la posizione raggiunta dovrà essere trasferita su una scacchiera correttamente posizionata

      Però questo non è testo sacro, e non sempre si va all’inferno se si sbaglia, perché per il gioco rapid e lampo, senza adeguata sorveglianza, vale:

      A.4a. Dalla posizione iniziale, dopo che sono state completate dieci mosse per ciascun giocatore,[…] 2. non si può più reclamare riguardo ad un errato orientamento o predisposizione della scacchiera

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        delpraub 4 Giugno 2014 at 10:32

        Interessante, fds.
        Quello che scrivi in riferimento al futuro punto 7.2b, comporta che se ho anche messo il Re in d1 e la Donna in e1 (perchè mi ricordo che “Donna bianca va su casa bianca”;) e ho arroccato corto mettendo il Re in b1 e la Torre in c1, la posizione raggiunta verrebbe trasferita su una scacchiera posizionata correttamnete? Oppure l’errato posizionamento dei pezzi ricade in un’altra fattispecie?

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          fds 4 Giugno 2014 at 11:31

          Fin qui mi riferivo all’orientazione della scacchiera.
          Anche sulla disposizione dei pezzi dipende dalla cadenza con la quale si sta giocando, ed è necessario evocare il concetto di posizione illegale.

          Il regolamento con l’art. 2 tra l’altro ci informa che:
          La scacchiera è collocata tra i giocatori in modo che la casa posta nell’angolo in basso alla destra del giocatore sia bianca
          Dopo questa necessaria premessa è mostrata una figura con l’esatta posizione iniziale dei pezzi.
          Voglio dire che l’esatta posizione/successione iniziale dei pezzi in sostanza prescinde dal colore della casa. Esso è una conseguenza dell’orientamento imposto alla scacchiera.
          Quindi su una scacchiera orientata male, ma con i pezzi disposti con la giusta successione, la D del Bianco sarà “correttamente” su casa nera, viceversa per il Nero.

          Questa premessa non è pedanteria 😉 , ma una dovuta necessità per meglio continuare il discorso.
          Come detto prima, se è sbagliata l’orientazione della scacchiera, la si ruota e si continua.

          Per la posizione dei pezzi, a tempo lungo avremo che:
          7.2a. Se durante una partita si riscontra che la posizione iniziale dei pezzi era sbagliata, la partita sarà annullata e sarà giocata una nuova partita.

          Quindi, a prescindere se in basso a destra la casa sia bianca oppure nera, quello che fa testo e la successione dei pezzi. Per il B in d1 (sulla prima traversa, la quarta casa da sinistra 😉 ) ci deve essere la Donna e non il Re. Diversamente si annulla tutto e si ricomincia. Questo perché si è iniziato (e continuato) con una posizione illegale, e ciò non è ammissibile.

          Le cose cambiano con le cadenze brevi senza adeguata supervisione arbitrale.
          Come prima, completate 10 mosse:
          In caso di errata collocazione del Re, l’arrocco non è consentito. In caso di errata collocazione di una Torre, non è consentito arroccare con quella Torre

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      delpraub 4 Giugno 2014 at 10:28

      D’accordo che stiamo parlando di una convenzione, che però è una regola.
      Il tuo esempio non mi sembra perfetto, perchè riguarda solamente il NOME del tempo (a meno che tu non stia suggerendo di giocare prima il tempo con i giocatori stanchi e poi il tempo con i giocatori freschi 😉 ) ma volendo tentare un parallelo, l’orientamento sbagliato della scacchiera può essere paragonato a invertire l’ordine di rotazione dei giocatori nella pallavolo o il lato del campo da dove battere i punti dispari nel tennis. Non cambierebbe il gioco, ma una volta che una regola è fissata, va rispettata.

      Inoltre, negli scacchi c’è anche il problema della disposizione asimmetrica di Re e Donna: invertendo l’orientamento della scacchiera, i pezzi possono rimanere disposti correttamente (Re in e1 e Donna in d1), con l’unica differenza del colore delle case, oppure si possono invertire anche le posizioni di Re e Donna, col risultato di una disposizione speculare dei pezzi (e spettacolari matti del barbiere in c7!)

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        Martin 4 Giugno 2014 at 11:20

        Scusa Ameri, scusa Ciotti… e soprattutto scusa delpraub se mi permetto di intervenire (senza alcun intento polemico, ci mancherebbe, anzi complimenti per il bel pezzo) ma credo che Doroteo abbia ragione anche in quanto all’esempio paradossale che ha portato, infatti al di là di quello che dice il regolamento (che non si discute, non mi fraintendere per favore), dal punto di vista logico e matematico l’avere la casa h1 “bianca” piuttosto che “nera” è una pura convenzione cromatica, che assolutamente nulla toglie o aggiunge al resto del gioco (mentre gli esempi che riporti ancorché analoghi mi pare siano già meno calzanti).

        Ti propongo un ulteriore spunto di riflessione: quando per esempio vediamo la scritta 438 tutti automaticamente pensiamo al numero quattrocentotrentotto ma questa associazione implicita dipende esclusivamente dalla convenzione secolarmente adoperata per le cifre. Un conto è la cifra (ovvero la rappresentazione visiva del numero che indica) un conto è il valore numerico effettivamente rappresentato. Cifra e numero non sono la stessa cosa. La prima è solo il simbolo per rappresentare un determinato valore, il numero in sé. Nulla mi vieta per esempio di rappresentare con la cifra (o simbolo) 3 il numero quattro e via dicendo… ove per inciso la stessa scrittura di “quattro” rappresenta essa stessa una convenzione (descrittiva e fonetica).

        Identico discorso per il colore delle case della scacchiera, sei d’accordo?

        Lo stesso articolo del regolamento che riporti nell’incipit del tuo pezzo, se vogliamo esser precisi fino in fondo, contiene una sorta di indeterminazione, perché il concetto di “bianco” così come è riportato nell’articolo non è univoco, tanto che almeno in informatica si adoperano riferimenti ben più precisi e univoci, più corretto sarebbe stato parlare di casa chiara in rapporto a casa scura. Prova ne sia che nella maggior parte delle scacchiere, quelle in legno in primis, quello chiamato “bianco” non è propriamente bianco in senso cromatico puro, giusto?

        E comunque, ribadisco, dal punto di vista del gioco il colore della casa h1 non pone assolutamente alcun vincolo su tutte le altre regole, si tratta solo di convenzioni a cui la nostra mente è abituata dall’inizio dei tempi, nulla di più e nulla di meno… 😉

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          delpraub 4 Giugno 2014 at 18:56

          Martin, tocchi molti argomenti interessanti in un unico post.

          Sul fatto che avere la casa h1 “bianca” (torno dopo su questo) sia una delle due possibilità perfettamente equivalenti per il gioco non ci piove (mentre qui a Bruxelles sta piovendo a dirotto…;), così come ruotare in senso orario o antiorario a pallavolo o iniziare a battere da destra o da sinistra a tennis non cambierebbe nulla per quegli sport.
          E’ anche vero che una cosa andava scelta, e, una volta codificate le regole, compaiono le due possibilità: quella giusta e quella sbagliata.
          Ma su questo immagino siamo tutti d’accordo.

          Sul fatto che le convenzioni non cambino l’essenza delle cose sono ugualmente d’accordo. Pari o dispari sono concetti espressi con una combinazione di lettere, a loro volta rappresentate con una combinazione di segni. Ma continuando di questo passo finiamo in territori lontani dalla mia banale storiella dell’angolo sbagliato…
          Per come la metti tu, basta decidere che il colore “chiaro” si chiami Nero e il colore “scuro” si chiami Bianco e abbiamo ribaltato il significato della convenzione. Problemi per il gioco degli scacchi? Nessuno. Possiamo continuare tranquillamente a cappellare senza curarci delle convenzioni 🙂

          Sulla definizione di “bianco” o sulla preferibilità del termine “chiaro” perchè più vicino al colore reale di metà delle case di una scacchiera, potrei risponderti che una scacchiera con case verdi e rosse sarebbe perfettamente adatta per giocare a scacchi, solo che non potremmo più dire quale tra rosso e verde è il “chiaro”. Tralasciamo questo aspetto, ok? Anche perchè se entriamo nel campo dell’informatica, ricadiamo nelle convenzioni (di cui sopra) con le quali codifichiamo quel che della realtà vogliamo rappresentare.

          Come aneddoto personale, quando imparai a giocare a scacchi (grazie, nonno Mario!) mi appassionai al punto che volevo giocarci anche se a casa mia non c’erano scacchiere. Mi ingegnai a sostituire i pezzi con le carte da gioco e giocavo (contro me stesso) su un tavolo. Senza scacchiera nè griglie. Riuscivo comunque a visualizzare colonne, traverse e diagonali, quindi, a modo mio, giocavo. La prima volta che mio nonno venne a trovarci e gli proposi di giocare sulla mia personale scacchiera, fece tanto d’occhi e andò di corsa a comprarmi una scacchiera vera… Tanto per dire che anche la scacchiera per come la intendiamo noi può essere considerata una convenzione superflua per il gioco.

          Molto più banalmente, col mio articoletto io volevo giocare sulla superficialità di chi decide di comunicare qualcosa usando gli scacchi e lo fa senza applicare le più semplici regole (o convenzioni).

          Magari il prossimo orologio che compro lo chiedo con le lancette che girano al contrario: chi ha mai detto che il tempo sia destrogiro? :mrgreen:

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    paolo bagnoli 4 Giugno 2014 at 08:02

    Siamo nel mondo della cosiddetta “ignoranza colpevole”, lo stesso mondo che ci porta nelle varie “Via DonizZetti” sparse per l’Italia o – vista con i miei occhi – nella “Via Dante A.”, il che mi porta a sospettare che da qualche parte la “Via Carducci” venga segnalata con un “Via Giosuè C.”

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      Enrico Cecchelli 4 Giugno 2014 at 08:57

      Caro Paolo,
      premetto che ovviamente hai ragionissima
      ma personalmente riscontrare una certa dose di
      ignoranza mi conforta e tranquillizza.
      In quest’epoca di “tuttologi” pieni di certezze,
      di personaggi tronfi e presuntuosi,
      saccenti e affabulatori il sorriso che mi strappano questi aneddoti
      mi riconciliano parzialmente, per alcuni versi, con l’umana supponenza.
      Scusate lo sproloquio…

    • avatar
      delpraub 4 Giugno 2014 at 09:11

      Non so quanti altri strafalcioni toponomastici ci siano in giro, ma io ho sentito con le mie orecchie un saccentone a Roma descrivere qualcosa molto di moda come “in ouj” (pronunciando a suo modo alla francese l’italianissima locuzione “in auge”;).

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      Mongo 5 Giugno 2014 at 11:36

      Hai ragione caro Paolo. Vai ad Alessandria, in centro, e prova a chiedere dove si trova via Alighieri. Bene, i villici ti risponderanno che non esiste, ma c’è però tra piazza Libertà e Piazza Genova (Matteotti) una via Dante.

  4. avatar
    Mongo 4 Giugno 2014 at 14:33

    Avevo già postato, tempo addietro, questa mia osservazione che qui ripropongo.
    Nel film ‘il bisbetico domato’ Elia, interpretato da Celentano, gioca perdendo una partita a scacchi, con il suo cane, su una scacchiera mal posizionata.
    Nel film ‘Uh… uh…’ Bingo Bongo, interpretato di nuovo da Celentano, gioca perdendo una partita a scacchi con Arturo, lo scimpanzé della sua tutrice, ma purtroppo ora non ricordo se la scacchiera fosse o meno posizionata in malo modo.

  5. avatar
    paolo bagnoli 4 Giugno 2014 at 18:04

    Caro Enrico, d’accordo su quanto scrivi, ma devo citare un altro caso di ignoranza colpevole bilingue.
    Traduzione in inglese di “Dio t’assista” : “God taxi driver”.

  6. avatar
    Zenone 4 Giugno 2014 at 20:41

    Credo che abbia ragione Martin Eden, son tutte convenzioni, quindi:

    Ittut a ocoig noub! 😛 😛

  7. avatar
    Ragonese 5 Giugno 2014 at 17:53

    ho una copia della scacchiera che sta nell’ultima fotografia, mi è stata regalata
    sempre per parlare di convenzione: sulla scacchiera è disegnato il calendario azteco
    il calendario naturalmente non ha alcuna funzione, se ne può fare naturalmente a meno

  8. avatar
    Chiara 8 Novembre 2020 at 16:23

    Salve,
    vorrei sapere mi saprebbe dare indicazioni circa la scacchiera dell’ultima foto dell’articolo. Ne ho trovata una simile da un parente.

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