Catenacci e ripartenze

Scritto da:  | 11 Gennaio 2010 | Categoria: Curiosità, Mediogioco, Partite commentate, Stranieri, Strategia, Tattica

Annibale Frossi, l’ala con gli occhiali, il teoreta del difensivismo italico, sosteneva che lo 0-0 fosse il risultato perfetto. Il paron Nereo Rocco ed Helenio Herrera gli facevano eco con un repertorio di catenacci, contropiedi, botte da orbi, palla lunga e pedalare. Oggi il calcio all’italiana è ormai demodé, e che non ci scappi di parlare di contropiede – pardon – ripartenza si dice!

Dal calcio agli scacchi, il passo è più breve di quel che si pensi. La partita avverrà pure mediante lo scontro di due menti in singolar tenzone, ma lo svolgimento concreto, il gioco vivo è un fatto collettivo, dove noi siamo i trainer di una squadra di sedici pezzi. A noi dunque la scelta del modulo.

Capita spesso di veder rivaleggiare tra loro due modi diversi d’intender gli scacchi. Lo storico torneo di New York 1924 ci gratifica in questo caso di un bell’esempio di filosofie scacchistiche a confronto. Da un lato, l’ipermoderno Savielly Tartakower, grande attaccante, spirito neoromantico, a tal punto eccentrico da dedicare in quel torneo passato agli annali la sua apertura  1.b4 al simpatico orango Susanna, conosciuto allo zoo di New York.

Dall’altra parte della scacchiera abbiamo Emanuel Lasker, da poco spodestato del titolo mondiale, icasticamente ritratto dalla formidabile penna di Esteban Canal con “quel viso di avvoltoio scolpito a pugni nel granito da diavoli iracondi”. Lasker celebra qui la sua “prima” seconda giovinezza. La partita ha inizio tra le spire di fumo dei sigari d’infima qualità, fumati dal grande Emanuel. A guardarla in rapida successione non se ne può apprezzare il significato recondito, che emerge solo ad un esame più attento.

Tartakower S. – Lasker Em.

Inglese   A 20

New York (21), 16.03.1924

1.c4 e5 2.a3!? Che succede? L’eclettico Tartakower, dopo aver nello stesso torneo giocato a Lasker la Siciliana di Nero, gliela ripropone di Bianco! Un espediente talvolta adottato dai sicilianisti più oltranzisti; tra questi non manco mai di ricordare il caro Maestro Pierluigi Beggi, che apriva pure 1.a3, alla maniera di Adolph Anderssen, se era in vena di stupire. 2…Cf6 3.e3 Ae7 Da eccellente psicologo qual era, Emanuel Lasker ha ben compreso l’intenzione dell’avversario. Giocare una Siciliana con un tempo in meno proprio non gli va a genio. Ecco quindi perché non 3…d5. 4.Dc2 0–0 5.Cc3 d6 Che catenaccio sia! Lasker giocava talvolta l’apertura in maniera disinteressata, quasi sciatta diremmo, aspettando in sordina l’arrivo del mediogioco, dove poteva scatenare le sue doti di mirabile tattico. 6.Cf3 Te8 7.Ae2 Af8 Gioco d’attesa, a mo’ di melina calcistica. Il Nero aspetta il Bianco nella sua metà campo. Già Steinitz, contro lo stesso Lasker ad Hastings 1895, aveva riportato tutti i pezzi sull’ottava traversa, in ordine sparso. Qui l’allievo imita il vecchio maestro. 8.0–0 Cc6 9.d4 Ag4 10.d5 Tartakower oltrepassa il confine. 10…Ce7 11.h3 Ad7 L’Alfiere campochiaro non deve abbandonare questa diagonale. Se andasse in g6, finirebbe col pestare i piedi al Ce7, destinato a quella casa.  12.Ch2 Dc8 In questa apertura c’è molta della filosofia di Lasker: due sole mosse di pedone, non di più, posizione solida al limite della passività, ma nessuna macchia, nessuna ombra di debolezza nel proprio schieramento, contratto a molla, per reagire al momento opportuno con fulminanti contropiedi. 13.e4 Cg6 14.f4 exf4 15.Axf4 Cxf4 16.Txf4 Ae7 Coi difensori schierati in linea sulla settima traversa; la “cassa toracica” che protegge il cuore della posizione, per usare una metafora cara ad Aaron Nimzowitsch. 17.Taf1 La situazione sulla scacchiera vede il Bianco in posizione molto attiva: le Torri raddoppiate sulla colonna “f” sembrano molto promettenti, i pezzi leggeri sono pronti a dar man forte, mentre il Nero, racchiuso dietro la sesta traversa, sembra assistere impotente. Cosa fare? 17…Tf8! Prima di tutto Lasker blinda l’unica potenziale debolezza della propria posizione, il punto f7. Ma, come vedremo, dietro questa mossa c’è dell’altro. 18.Dd3 Ae8! Difendendo ad oltranza il pedone f7. Sembra un manifesto del concetto di superprotezione, forse l’unico tra i precetti nimzowitschiani a non aver attecchito nella pratica odierna. Ma Lasker ha in mente altro. 19.Dg3 Secondo Kostantinopolsky, Tartakower avrebbe dovuto cogliere al volo l’occasione per un doppio sacrificio di qualità: 19.Txf6!? Axf6 20.Txf6 gxf6 21.Cg4 Dd8 22.Dd4 su cui il computer trova però un impressionante miglioramento 22…De7! (il seguito proposto da Kostantinopolsky prevedeva 22…Rg7 23.De3 Tg8 24.Dh6+ Rh8 25.Cxf6 Tg7 26.Ag4! [26.Cxh7? Tg6!], seguita da Af5 con forte attacco) 23.Cxf6+ Rh8 (sottoponendosi ad un attacco di scoperta!) 24.Cxe8+ f6 25.Ah5 a6 26.g4 Taxe8 27.Axe8 Txe8 e, sebbene il vantaggio della qualità sia ridimensionato da un pedone, il Nero può forse ancora sperare di vincere. 19…Dd8 Difendendo il Cf6 dalla minaccia Txf6. 20.Cd1 Cd7! Ecco svelato il significato delle precedenti mosse di Lasker: esse rispondono alla realizzazione di un piano di riposizionamento e trasferimento del Cf6, destinato ad e5, casa di blocco del pedone arretrato e4. nello stesso tempo a trarne beneficio è il cattivo Ae7, che supportato dalla Dd8 diventa d’un tratto pericoloso. Come Lasker sia riuscito ad elaborare un piano simile in tale ristrettezza di spazio è semplicemente meraviglioso. 21.Ce3 Ag5 22.Tg4 Non è certo meglio 22.Tf5 Ah4 23.Dg4 Ce5 24.Dh5 g6. 22…f6 Una mossa stimata più o meno da tutti i commentatori come da punto esclamativo. Lasker doveva essere sicuro di intrappolare la qualità in tutti i modi. 23.Df2? Esistono difese davvero insperate! E la soluzione per Tartakower sarebbe arrivata proprio dalla prosecuzione del piano che stava intraprendendo, giocando cioè 23.Cf5! h5 (dopo 23…Ce5 24.Tgf4 la minaccia in trasparenza su g7 non permette la cattura della Torre, 24…g6 25.T4f2 gxf5 26.h4) 24.Txg5 fxg5 25.Cf3 h4 26.Dxg5 Dxg5 27.Cxg5 g6 28.Cxh4 Txf1+ 29.Rxf1 ed il Bianco ha in questo caso ben due pedoni per la qualità e pezzi particolarmente attivi che lo fanno preferire. 23…h5 24.Tg3 h4! E non 24…Ah4 25.Txg7+ Rxg7 26.Cf5+ Rh8 27.Dxh4 che prestava il fianco all’attacco del Bianco. 25.Tg4 Ah5 Il modo giusto per intrappolare la Torre. Ma questi due Alfieri non erano entrambi cattivi? Attenzione a non inciampare in 25…Ce5?? 26.Txg5!. 26.Cf5 Axg4 27.Cxg4 De8 28.Af3 Ce5 Buona anche 28…Cc5. 29.Cxe5 Dxe5 30.Cxh4 Axh4 31.Dxh4 f5! Valida anche …Dd4+, ma l’intenzione di Lasker è quella di mobilitare quanto prima entrambe le Torri. 32.exf5 Txf5 33.Te1 33.Df2 era probabilmente più competitiva. 33…Dxb2 34.Ag4 Dd4+ 35.Rh2 Taf8 36.De7 Df4+ 37.Rh1 Te5 Lasker segue, come da manuale, la strada più semplice. Più efficace, però, il metodo drastico del computer: 37…T5f6! 38.De2 (porta alla sconfitta 38.Dxc7? Dg3! 39.Tg1 Dxg4! 40.hxg4 Th6#) 38…Dg3 39.Ta1 De5. 38.Txe5 dxe5 39.Dxc7 e4 40.De7 Df6! Lasker è disposto a cedere un secondo pedone, pur di cambiare le Donne. La sua straordinaria sensibilità  lo aveva portato a battezzare come vinto il finale successivo 41.Dxb7? Alekhine ha analizzato la seguente continuazione, più tenace rispetto a quella del testo: 41.Dxe4 Df1+ 42.Rh2 Df4+ 43.Dxf4 Txf4 44.c5 (44.Ae2 Te4 45.Af1 Te1 46.Rg1 Ta1 ed il Nero si assicura la vittoria) 44…Tc4 45.c6 bxc6 46.dxc6 Txc6 47.a4 Rf8! 48.Rg3 Tc4 49.Ad1 Td4 50.Ac2 a6 51.Rf3 Td2 52.Ae4 Ta2 53.Ac6 Re7 54.g3 Rd6 55.Ae8 Ta3+ 56.Rf4 Tb3 ed il Nero vince, approfittando dell’Ae8 in crisi. 41…Da1+ 42.Rh2 De5+! 43.Rg1 Tb8 44.Dd7 Segue matto forzato in sei mosse. 44…Tb1+ 45.Rf2 e3+ 46.Re2 Tb2+ 47.Re1 Dc3+ 48.Rf1 Dc1+ (0/1)

avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


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3 Commenti a Catenacci e ripartenze

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    Alekhine97 11 Gennaio 2010 at 15:56

    una partita che meritava veramente di essere “partecipe” allo stage…(è infatti poi lo è stata)bella!

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    matteo brizzi 11 Gennaio 2010 at 20:07

    grande rikka1 la partita più bella, bilguer 74 the best!

  3. avatar
    Jazztrain 11 Gennaio 2010 at 23:54

    0-0 o 0-0-0?
    🙂

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