Non torneremo più

Scritto da:  | 4 Giugno 2014 | 3 Commenti | Categoria: Racconti

Non torneremo piu 1

Non andava più a scuola Gavrilo. In verità non c’era mai andato, almeno regolarmente, nel senso che tutti attribuiscono al concetto di frequenza scolastica. In effetti in ogni paese o città laddove si fermava la disordinata carovana di cui faceva parte la sua famiglia v’era l’obbligo di accettare nelle classi dei vari istituti i ragazzi in età scolare che ne avessero diritto. Eppure Gavrilo fin da subito aveva manifestato una ritrosia innata a trascorrere le ore del mattino sui banchi di scuole ogni mese diverse. La sua infanzia era stato un rimbalzare allegro tra strade interminabili, variopinti arredi esotici di scalcinati vagoni su enormi ruote di gomma e soprattutto una fauna originale e unica di personaggi incredibili e di spelacchiati animali. Tutti, senza distinzione di pelo o di cappello, facevano comunque parte della sua grande odorosa affettuosa rude famiglia.
Il padre di Gavrilo faceva un po’ di tutto ma essenzialmente si occupava degli animali: cavalli, gli asini ovviamente, i due orsi marsicani, Arturo e Leone che a dispetto del nome era solo un vecchio scalcinato platigrado, i cani e i serpenti. Felini feroci il Circo Garelli non se ne era mai potuti permettere e comunque suo padre non era mai stato domatore anche se da giovane millantava di aver frequentato il Circo del grande Rastelli, un vero circo ove gli animali erano una grande attrazione.
Martino, il padre di Gavrilo, faceva il funambolo, camminava sulla corda, come i Wallenda, ma per una brutta caduta rimase zoppo ad un piede e si dovette dedicare agli animali, accudirli, procurar loro cibo e foraggio, insomma quel lavoro umile e oscuro che chi paga il biglietto ed è da questa parte della pista non suppone forse esistere. Non sapeva leggere Martino ma delle cose di politica si appassionava e si animava come pochi, questo il motivo dell’insolito nome con cui aveva insistito per battezzare il figlio, in onore del Princip di Sarajevo da Martino ingenuamente identificato in un eroe immortale degli anarchici. Ma nella colorata banda dei ragazzetti del Circo Garelli Gavrilo era un nome come tanti, quello che davvero dava modo di farsi distinguere agli occhi esperti degli adulti era solo quello che si sapeva fare: la cascata con cinque palle da giocoliere piuttosto che il salto bendato all’indietro nella botte dell’acqua piovana, oppure lo sguardo sfrontato davanti agli orsi o il coraggio nel maneggiare i serpenti. Gavrilo ci sapeva fare, e si era conquistato con naturalezza fin da bambino l’affetto e la simpatia di tutte le famiglie del Garelli. Non sapeva far nulla di meglio degli altri ragazzi Gavrilo ma sapeva far tutto e alla svelta, anche scappare a gambe levate quando c’era da evitare la sfuriate di qualche vecchio adirato per una negligenza di troppo, e soprattutto conosceva alla perfezione tutti gli innumerevoli giochi di carte con cui si concludeva l’interminabile giornata dopo i chilometrici trasferimenti o nelle piovose serate quando non c’erano gli spettacoli e tutte le faticose incombenze della giornata erano alle spalle. I compiti più fastidiosi e lunghi spettavano solitamente ai giovani o ai vecchi che non avevano più un numero in cartellone.
Gavrilo non era né piú felice né più triste degli altri, semplicemente perché per il pubblico del circo, al di qua di quella pista, non ci dev’esser spazio per queste emozioni, per una vita sempre ogni giorno così diversa e sempre così uguale, semplicemente perché non era questa la sua vita.
Una domenica al termine dello spettacolo Gavrilo non tornò più, Martino lo attese a lungo, la mattina infine chiuse la porta errante del suo convoglio e ripartì insieme agli orsi e a tutti gli altri.
Quattro stracci e quattro vecchi pezzi di scacchi era tutto il fagotto che un ragazzo si era portato via…

Non torneremo piu 2

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a Non torneremo più

  1. avatar
    Fabio Lotti 4 Giugno 2014 at 23:12

    Una storia semplice e pulita senza tanti sbrodolamenti stilistici che trovo spesso in giro.

  2. avatar
    Marco Pic 10 Giugno 2014 at 01:34

    Come sempre le sensazioni che Martin riesce ad evocare tratteggiando i suoi personaggi sono veramente affascinanti.
    I mondi che crea dal nulla, apparentemente con semplicità e naturalezza, colpiscono quanto le combinazioni dei veri campioni che sembrano essere già sulla scacchiera in attesa solo di essere “trovate” (ma in realtà nascono dall’unione di una grande tecnica e di un innato talento).
    Complimenti!

  3. avatar
    Zenone 11 Giugno 2014 at 21:43

    Martin: come sempre semplice e coinvolgente.
    Bello.

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