Vecchi trucchi da bar

Scritto da:  | 8 Luglio 2014 | 6 Commenti | Categoria: Summer Edition

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“Chi entra in Toscana si accorge subito di entrare in un paese dove ognuno è contadino”, scriveva Curzio Malaparte. Città che meritano di essere cantate: la feconda Firenze, la nobile Siena, la salmastra Livorno, la ventosa Pisa, la Maremma di frontiera, la straccivendola Prato. Ognuna ha un suo vino da spillare, un nettare dolceamaro che lascia decantare un retrogusto antico. Che dire di Lucca? Non è omissione o dimenticanza quella dello scrittore pratese.

Luk è toponimo ligure, che sta per luogo paludoso. È terra, quella di Lucca, troppo molle per essere contadina, troppo ricca per essere toscana. Siamo già così lontani da Firenze, da non aspirare più la “c”, che si indurisce al punto di diventare “g” tra Garfagnana e Versilia. Lucca romana, longobarda, libera, indipendente, bigotta, borghese, così poco toscana, poco Toscana. “Italiani sì, fiorentini mai!”, esclamavano ai tempi del Risorgimento i patrioti lucchesi, riuniti in quel Caffè storico, di via Fillugno, l’antico cardo del castrum romano. Per quel Caffè passeranno Mascagni, Pascoli, Puccini e tanti letterati, artisti e scacchisti. Già, pure scacchisti.

Un Cafè de la Régence di provincia, dove burloni travestiti da Paul Morphy o Adolph Anderssen snocciolavano mossa dopo mossa sempreverdi e immortali, spacciandole per frutti del loro mirabile ingegno, davanti ad un pubblico profano, che rapito applaudiva. Per decenni questi saranno gli scacchi lucchesi, quasi fino ad inizio anni’80. Mentre Firenze dava i natali a Rosselli, Castaldi, Scafarelli, Mariotti, pochi chilometri ad ovest c’era ancora gente che dava vantaggi di pezzo e di tratto alla maniera di François Philidor. Velluti, specchi, tappeti, fumo, caffè, atmosfera belle epoque.

Vecchi trucchi da bar 2

Tra le scacchiere, un vecchietto s’aggirava in silenzio, scuotendo la testa. Il Maestro Angelo Giusti, campione italiano per corrispondenza nel 1955, si limitava a guardare, da anni, in silenzio. Osservava repertori di espedienti e di smorfie, di ammicchi e di bluff rubati alle carte, vicine di tavolo. L’errore s’accompagnava all’esclamazione stentorea, alla manata sul capo, al tintinnar sconsolato della testa, finché il malcapitato avversario abboccava all’amo, troppo tardi per accorgersi del tranello.

Spazio per questi trucchi – si direbbe – negli scacchi odierni, vivaddio, non c’è. Mica vero. Al difensore è concesso giocar d’astuzia. Quando tutto sembra ormai perduto, quando sperare in un pareggio sembra ormai una mera illusione, ebbene il tranello può rivelarsi l’ultima ancora di salvezza. Addirittura Mark Dvoretskij in persona, maestro dei maestri, tra i più acclamati istruttori di sempre, con l’acqua alla gola, tenta l’ultima chance, calando l’ultima carta giocabile come in un fumoso caffè d’altri tempi.

 

Muove il Nero

Muove il Nero

1…Rb7! Chissà se Dvoretskij ha accompagnato la sua mossa a qualche espressione del viso sconsolata… Il trucco, come vedremo, è ben architettato. [Non andava 1…Rc7 2.Txc8+ Rxc8 3.e7 Tg2+ 4.Re3 ed il pe7 non si può fermare] 2.Txc8? Il Bianco non si lascia sfuggire l’occasione di chiudere in bellezza! La combinazione è troppo allettante. L’avversario è ormai alle corde e l’attaccante ormai troneggia sulle rovine del Nero! Invece le cose non stanno proprio così… [Si vinceva facilmente con 2.e7! Ad7 3.Td8 in nome dell’arida tecnica] 2…Tg2+! Sorpresa! Possiamo adesso notare che il Re bianco non trova riparo sul lato di Donna; quindi l’unica strada percorribile è quella che svolta verso est. 3.Re3 Txg6 qui i due giocatori si accordarono per il pari in previsione di 4.Tc6 [Ora se 4.e7 Te6+ il pedone bianco colpito alle spalle viene bloccato di colpo!] 4…Tg4 5.dxc5 bxc5 6.Txc5 Te4+ 7.Rd3 Txe6 8.Txd5 ½–½

Vecchi trucchi da bar 0


avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Vecchi trucchi da bar

  1. avatar
    Fabio Lotti 9 Luglio 2014 at 08:45

    Bentornato Riccardo!

    • avatar
      Franco Trabattoni 11 Luglio 2014 at 23:18

      Mi associo al “bentornao”. Se ho amato a prima vista questo sito è anche per i tuoi (posso?) articoli.

  2. avatar
    brunov 9 Luglio 2014 at 09:14

    Le attività sportive, come sono e dovrebbero essere gli scacchi, non sono fatti di pura tecnica, ma anche di ogni aspetto umano, psicologico, comportamentale, pittoresco e financo grottesco. Ciò li rende un fenomeno artistico e non semplicemente tecnico. Purtroppo con l’avvento di Internet e dei software scacchistici le cose stanno cambiando, sono cambiate, e non so se si potrà più far rivivere lo spirito originario di tale nobile gioco.

  3. avatar
    alfredo 12 Luglio 2014 at 15:34

    Ciao Riccardo
    vramente un affettuoso ben tornato

  4. avatar
    Marramaquis 13 Luglio 2014 at 19:45

    E oggi, con o senza vecchi trucchi, Caruana matta Ponomariov a Dortmund!

  5. avatar
    barbara 26 Luglio 2014 at 23:04

    Chissà perchè dopo tanto tempo sono tornata a guardare il sito e…bellissima sorpresa!
    Ciao Riccardo, è sempre un piacere leggere i tuoi scritti.

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