1976: boicottaggio a Reggio Emilia

Scritto da:  | 16 Luglio 2014 | 19 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Tornei

Reggio Emilia, il boicottaggio 1

Il GM Ludek Pachman (classe 1924) cecoslovacco, dopo l’invasione del suo paese da parte delle truppe sovietiche, nell’estate del 1968, rafforzò la sua visione critica nei confronti di quel comunismo e, sempre in quell’anno, fu arrestato,torturato e imprigionato con l’accusa di spionaggio. Nel 1972 gli fu concesso di emigrare nella repubblica federale tedesca dove, nel 1975, ottenne la cittadinanza. Pachman fu invitato  (come dalla allegata comunicazione “Due parole chiarificatrici” di Enrico Paoli, a pagina 5 del libretto “Enrico Paoli XVIII Torneo Scacchistico Internazionale Magistrale di Capodanno   Reggio Emilia 27 XII 1975 – 6 I 1976”, 31 pagine) dal conte Dal Verme presidente della FSI, al torneo in questione.

Reggio Emilia, il boicottaggio 4

La presenza del GM esule cecoslovacco determinò il duro intervento delle federazioni scacchistiche della Cecoslovacchia e della Bulgaria che decisero per l’immediato ritiro del cecoslovacco Kubicek e dei bulgari Kolarov e Kaikamdzozov. Decisione presa quando i tre giocatori erano già a Reggio Emilia e che mise a repentaglio l’avvio stesso del torneo. Leggendo l’allegata comunicazione e anche l’allegata pagina iniziale dell’articolo “18° Torneo Internazionale di Capodanno” (pag.35 del numero di Febbraio 1976 della rivista ‘Scacco!’;) potete facilmente informarvi sul prosieguo della vicenda.

Reggio Emilia, il boicottaggio 5

Pochi mesi prima,come scrive Paoli, alcuni maestri del blocco sovietico non avevano partecipato al torneo zonale di Barcellona in segno di protesta contro il regime franchista. Amaramente Paoli (in veste di organizzatore storico di quella manifestazione) lancia il suo “j’accuse” contro la moda corrente “di politicizzare tutto,anche il gioco degli scacchi!”.

Siamo a pochi mesi dai fatti della 22° edizione delle olimpiadi scacchistiche (Haifa, Israele 26-10-1976  10-11-1976 ) boicottate, perchè tenute appunto in quel paese,da molte nazioni e dalle contro-olimpiadi  scacchistiche di Tripoli (Libia) giocate dal 24-10-1976 al   15-11-1976. Siamo,andando su vicende molto più note, a sette mesi dai giochi olimpici di Montreal, a quattro anni da quelli di Mosca (1980) e ad otto anni da quelli di Los Angeles (1984).E sappiamo come è andata. Gli esempi ,del resto,nel mondo dello sport sono innumerevoli,nel passato mi viene,per esempio, in mente il boicottaggio della Spagna e dell’Unione Sovietica alle olimpiadi di Berlino, nel 1936. Poiché considero il livello di chi scrive su questo sito (io mi escludo, come nel pugilato, per manifesta inferiorità) decisamente al di sopra della media (ci vuole un po’ di captatio) sono assai curioso di leggere le risposte (immagino variegate,circostanziate e contrastanti) alla domanda,sempre attuale, di Paoli “la politica può boicottare gli scacchi?”, ed aggiungo l’atletica, il calcio, eccetera ( i famosi circenses), o meglio “che vantaggi insegue la politica in boicottaggi del genere?”.

Tradizionalmente al Torneo di Capodanno, i grossi calibri stranieri ed italiani venivano affiancati da giocatori italiani ,più o meno giovani, considerati promettenti,normalmente candidati  maestri o maestri emergenti (per un excursus storico vedi qui). Nell’edizione 1975-76 l’invito premio era toccato al milanese Riccardo Magrini (nell’ambiente si vociferava che Riccardo avesse, e mi scuso con le lettrici, un punteggio pelo molto alto, da MI, mitraglia insonne,con una norma da GM, grande mitraglia, torneo di Saint Tropez, estate 1970) e il genovese Claudio Cangiotti. Entrambi candidati maestri con 2200 punti, questa volta, elo.

Reggio Emilia, il boicottaggio 2

Come si vede dall’allegata classifica i due si classificarono penultimo, Magrini, e ultimo, Claudio, entrambi con 3 punti su 9.

Claudio perse con Pachman, Paoli, Ciric, Schneider e Toth, pattò con Formanek e Beggi, vinse con Valenti e Magrini.

Reggio Emilia, il boicottaggio 3

Reggio Emilia, il boicottaggio 7

La rivista “Scacco!”, nell’articolo sul torneo, considerò degna di pubblicazione la partita Cangiotti – Pachman, con note del grande maestro, che vinse in 45 mosse.

Reggio Emilia, il boicottaggio 6

Quel giorno Claudio aveva di fronte non solo un grande maestro con eccellenti risultati in campo nazionale ed internazionale, ma anche uno dei pochi giocatori al mondo a non avere un bilancio  negativo con Bobby Fischer: 2 vinte, 2 perse e 4 patte! Scendendo nei dettagli:

  • Pachman-Fischer 1/2-1/2  torneo internazionale di Potoroz,Jougoslavia ,1958
  • Pachman-Fischer 1-0 torneo internazionale di Santiago del Cile,1959
  • Fischer-Pachman 0-1 torneo internazionale di Mar del Plata, Argentina, 1959
  • Fischer-Pachman 1/2-1/2  torneo internazionale di Buenos Aires,Argentina,1960
  • Fischer-Pachman 1-0, 14° olimpiade, Lipsia, DDR,1960
  • Pachman-Fischer 1/2-1/2  torneo internazionale di Bled,Jugoslavia,1961
  • Pachman-Fischer 1/2-1/2  torneo internazionale dell’Avana, Cuba,1965 ( giocato da Fischer, via telescrivente, dal Marshall Chess Club di New York, poiché il dipartimento di stato americano gli aveva negato il permesso di  ingresso a Cuba)
  • Pachman-Fischer  0-1, 17° olimpiade , L’ Avana,Cuba 1966
avatar Scritto da: Paolo Silvestri (Qui gli altri suoi articoli)


19 Commenti a 1976: boicottaggio a Reggio Emilia

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    mauro berni 16 Luglio 2014 at 10:23

    Ciao Paolo, non rispondo alla domanda su scacchi e politica, perchè non se ne uscirebbe più. Vedo invece che hai seguito il mio suggerimento di dedicare attenzione alla Cangiotti-Pachman e, di conseguenza, al decoroso Torneo di Capodanno di Cangiotti.
    Aggiungo un aneddoto minimo. Negli anni successivi, sapendo che ne aveva diverse, chiesi a Claudio una copia del libretto del torneo; ne ebbi sempre assicurazione, ma mai l’oggetto. Qualche anno fa, scorrendo il lascito Damele al Centurini, trovai finalmente il famoso libretto e lo fotocopiai. Stessa cosa feci per un altro scacchista, un maestro di Varazze, tanto per non far nomi, che aveva avuto un’esperienza analoga.
    Quanto a Pachman, il boicottaggio all’epoca fece molta impressione. Come ricorda Rosino, per qualche anno Paoli girò al Capablanca gli inviti giunti all’Accademia Reggiana per il torneo Fide di Olomouc, città cecoslovacca gemellata con Reggio. E così andarono Pederzoli, Vittiglio, forse anche Reggiani e qualcun altro.

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    Muad'dib 16 Luglio 2014 at 13:57

    Quella del “punteggio pelo” è fantastica! 😉

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    Giancarlo Castiglioni 16 Luglio 2014 at 21:31

    I boicottaggi politici degli eventi sportivi erano d’attualità negli anni ’70 e ’80 adesso sono passati di moda.
    Il punto non è se siano giusti, ma se siano efficaci.
    Già allora scontentavano gli sportivi e lasciavano indifferenti gli altri.
    Adesso farebbero ridere.
    Ai tempi l’Italia si è distinta per il comportamento ambiguo e opportunistico.
    L’atteggiamento era: sarebbe giusto boicottare, dovremmo farlo, ma è un peccato non approfittare dell’assenza di forti avversari che boicottano.
    Così pagliacciate come Panatta in Cile con la maglietta rossa o la partecipazione semiufficiale alle Olimpiadi di Mosca.

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    Giancarlo Castiglioni 16 Luglio 2014 at 22:11

    Quella del punteggio pelo non la sapevo, sicuramente una battuta di Cangiotti.
    Ogni tanto Magrini si lamentava perchè le donne lo consideravano un “ragazzo oggetto”.
    Mieteva successi effettivi o virtuali in tutti gli ambienti e tutte le età, posso confermarne qualcuno in occasione di tornei fatti insieme.
    Una volta tornando la sera tardi da un torneo lo ospitai a casa mia, credo avesse dimenticato le chiavi di casa.
    Il mattino dopo conobbe mia madre che dopo mi disse di essere rimasta affascinata.

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    pablo 17 Luglio 2014 at 02:18

    Sono stato amico di Claudio Cangiotti, e su questo sito continuo a ricordare la sua figura di uomo e di scacchista, ma, per amore di verità, il punteggio pelo è un giochino di parole di mia invenzione. L’amicizia con Claudio era, ovviamente, condita di una reciproca voglia di ridere, con battute e prese in giro… per esempio i cognomi erano spesso fonte di ispirazione e se avessimo seguito assieme gli ultimi mondiali di calcio gli avrei detto: “Di Mascherano tutto si può dire, ma certo che non è un paraculo…”

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    Giorgio Gozzi 17 Luglio 2014 at 11:54

    In tema di politicizzazione negli scacchi avevo letto in uno degli articoli di Gijssen su Chesscafè che alle Olimpiadi ci sono “accoppiamenti proibiti” nel senso che ci sono nazioni che non possono essere messe a confronto.
    Adesso provo a trovarlo e poi entro nel merito. Forse De Sio ne è al corrente.

    Approfitto per segnalare che il link alla storia del Torneo di Capodanno non mi funziona (non so a voi). Riesco ad arrivarci con il seguente link
    http://www.ippogrifoscacchi.it/tdc_storia.asp
    Tra l’altro quella pagina l’ho compilata io in modo molto spartano quando avevo accesso a quel sito e sarebbe da completare e sistemare (è ferma alla 51esima edizione) aggiungendo anche i pdf di tutti i libretti di Paoli fino alla 33esima edizione.

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      fds 17 Luglio 2014 at 23:17

      Ciao Giorgio.

      Probabilmente ti riferisci ai tornei a squadre, tipo quello olimpico.
      Si applica la regola di realpolitik di non abbinare il Paese esastellato con quelli che non si siederebbero per nessun motivo allo stesso tavolo.

      A proposito di boicottaggi.
      Prima non hanno tutti i soldi per fare le olimpiadi scacchistiche, poi non danno i visti di ingresso, poi non comprano i tavolini agli arbitri di match che quindi dovranno tenersi le carte sulle ginocchia (la sedia pare ci sia) e li sbattono in un albergo a 70 Km da Tromso, poi non accettano le iscrizioni ritardatarie, tra le quali le campionesse in carica della Russia.
      Sti norvegesi, dei quali il loro epigono Carlsen mostrò molta puzza al naso verso gli italiani in un intervista di Janis Nisii su T&CS di un paio di anni fa, ci sono o ci fanno?

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        fds 17 Luglio 2014 at 23:31

        Ehm… il Paese esapuntestellato, naturalmente.

        Aggiungo poi, che in recente torneo italiano partecipava una WIM norvegese.
        Rivelò che la sua federazione non ha disponibilità finanziaria per un trainer della squadra femminile, che quindi dovrebbe autogestirsi.
        Fu predisposta una colletta tra gli scacchisti partecipanti al torneo.
        Cose da pazzi, uno dei PIGS che finanzia lo sport vichingo :mrgreen:

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    Mongo 17 Luglio 2014 at 12:41

    La fine delle “Due parole chiarificatrici” di Enrico Paoli, è stato l’obbiettivo primario di chi è riuscito nell’impresa di far cessare il torneo di capodanno, della serie ‘Paoli non ci è riuscito, invece Io si’.
    -.-.-.-.
    @Giancarlo Castiglioni: dimentichi, solo per citare purtroppo i più recenti casi di boicottaggio, l’ultimo Memorial Gashimov ed il Campionato europeo individuale disputato a Yerevan.

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      Giorgio Gozzi 17 Luglio 2014 at 14:04

      La prima frase fa pensare!
      Hai un nome?
      Perchè io ancora:
      1) non ho capito se Reggio Emilia è morto o solo interrotto
      2) non ho capito (del tutto…ho solo ipotesi) perchè si è interrotto (o cessato di esistere per sempre)
      Purtroppo chi potrebbe rispondere a queste domande forse non legge qua ma una cosa la posso dire io:
      Il Torneo di Capodanno si sarebbe interrotto (o morto per sempre?) tanti anni fa se delle persone (non sono fra queste io) che si sono fatte un mazzo tanto (e non potete sapere quanto e non lo so del tutto nemmeno io) non avessero proseguito con grandi sacrifici economici e personali l’opera grandiosa di Paoli.

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        Mongo 17 Luglio 2014 at 16:33

        Qualche sospettato ce l’ho…!
        Credo però, per essere onesti, che la colpa sia anche da ripartire con la crisi economica/politica che attanaglia da diversi (troppi) anni il nostro paese, che probabilmente ha spiazzato gli addetti ai lavori di organizzazione.
        Il clima non è cambiato, ma altri però sono lo stesso riusciti ad organizzare un super-torneo (Bergamo 2014); certo non con nomi di primissimo piano, ma comunque sempre di altissimo livello… E la voglia di fare meglio per il futuro è apparsa in modo chiaro nella conferenza stampa di presentazione dell’evento.

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          Giorgio Gozzi 17 Luglio 2014 at 17:00

          Sono d’accordo…si era raggiunto un livello impossibile da mantenere con questi chiari di luna.
          Però io, e non solo io, avevo suggerito una “decrescita felice” in attesa di tempi migliori come successe dopo l’avvento di Kasparov che rappresentò il top degli anni 80-90 e al tempo stesso decretò la fine dei finanziamenti degli sponsor di allora. Allora si passò da Kasparov a Campionati Italiani Open (5 italiani contro 5 stranieri di buon livello e titolo italiano in palio…rifarlo,no?).
          Adesso, essendo obiettivamente troppo oneroso (sponsor dove siete?) continuare a proporre tornei con Caruana, Nakamura ecc. si poteva proseguire mantenendo un torneo femminile di buon livello come nell’ultima edizione e affiancarlo da un torneo con giocatori italiani emergenti contrapposti a GM anche se non Super ma di ottimo livello con norme in palio (da sudare!). Oppure un torneo Snowdrops vs Oldhands (giovani emergenti contro “vecchi marpioni” che sono convinto avrebbero attirato pubblico come e più di certi super giocatori).
          Approfitto per complimentarmi con gli Organizzatori di Bergamo che hanno riportato un Supertorneo in Italia…sperando che domani diventino 2 🙂

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        Marramaquis 17 Luglio 2014 at 17:03

        Caro Gozzi, quando ebbi l’occasione di discorrere con Enrico Paoli (era il febbraio 1982 e l’intervista è stata ripubblicata qui su SoloScacchi nel febbraio 2013), lo sentii emozionarsi, lo vidi quasi tremare mentre pensava e parlava del Torneo di Capodanno, che era per lui come un figlio e che è stato a lungo un faro per la storia degli scacchi d’Italia.
        Tu hai detto molto bene: sacrifici. Non in tanti evidentemente sono oggi disposti a fare quei “sacrifici economici e personali” che fece Paoli e chi lo ebbe ad aiutare in tutti quegli anni e poi chi ne ebbe a proseguire l’opera negli anni successivi.
        E’ evidente che il mondo degli scacchi non è fatto soltanto di grandi maestri: il mondo degli scacchi è fatto di grandi uomini e, purtroppo, di piccoli personaggi.
        Bada bene, non so perché Reggio Emilia è morta e chi l’ha seppellita, non lo voglio nemmeno sapere, non m’interessa minimamente.
        E del resto tutto finisce, prima o poi. Ma una cosa è certa: oggi di Enrico Paoli qui in giro mi sa che ne sono rimasti ben pochi …

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      Giancarlo Castiglioni 17 Luglio 2014 at 16:36

      E’ vero me ne ero dimenticato, ma sono due cose molto diverse. Negli anni ’80 i boicottaggi li facevano USA e URSS, adesso li fanno singole persone o nazioni minori.
      Rimango dell’idea che i boicottaggi sportivi si sono dimostrati inutili e controproducenti ed è per questo che sono passati di moda.

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    DURRENMATT 17 Luglio 2014 at 21:05

    …i boicottaggi sportivi si sono dimostrati inutili?? La DEMOCRAZIA CORINTHIANA di Socrates ha dimostrato l’esatto contrario…una dittatura (quella Brasiliana) mandata gambe all’aria da una squadra di calcio!! E della famosa “sputazzata” di Fischer del’92 con dedica non ne vogliamo parlare? Per assurdo, tornando all’oggi, immaginatevi un Carlsen impavido che boicotta gli scacchisti filo-Putin …sarebbe forse un gesto inutile? Io dico che,per la rilevanza simbolica e mediatica, a Vladimir gli girerebbero…eccome!!! Semplicemente ci vuole CORAGGIO visto che il boicottaggio (quello vero) è un gesto estremo… chi boicotta qualcuno boicotta anche se stesso.

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      Giancarlo Castiglioni 17 Luglio 2014 at 22:56

      Due episodi che non ricordo.
      Probabilmente i boicottaggi fanno impressione solo sulle persone che li approvano.

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    paolo bagnoli 17 Luglio 2014 at 21:44

    Per quanto riguarda Paoli, posso solo dire che raccomandò caldamente al direttore editoriale della Mursia (Dr. Tozzi) la pubblicazione del mio “primo” Scacchi Matti, e che in occasione di un torneo a squadre a Bologna (non mi ricordo se il “Nettuno” o la “Targa Cussini”) seguì una mia partita nelle pause della sua e, alla fine, sentenziò: “Bagnoli, lei ha le idee di un Maestro e la tecnica di un dilettante”. Non so ancora oggi se si trattasse di una critica, di un elogio o di tutte e due…
    Per quanto riguarda, invece, i boicottaggi di ogni genere, ritengo che appartengano alla categoria “squallore infinito”, di qualunque attività si tratti.

  10. avatar
    DURRENMATT 18 Luglio 2014 at 15:40

    …dopo aver letto l’opinione di KARPOV (nell’occasione si conferma un piccolo uomo) riguardo l’affaire Tromso (Olimpiadi) considero il boicottaggio verso i Russi salvifico!!!

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