On the road to Tromsø

Scritto da:  | 23 Luglio 2014 | 20 Commenti | Categoria: Attualità, Internazionale, Olimpiadi

“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.”
“Dove andiamo?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare”
(Jack Kerouac, On the Road)

Sto ormai per atterrare a Oslo. Norvegia, eccomi!

La missione che mi è stata affidata da quel brav’uomo del direttore è semplice e affascinante: raggiungere la sede delle prossime olimpiadi di Scacchi a Tromsø e tenere informati i lettori di SoloScacchi non solo su cosa succede lassù ma anche “come” succede. Insomma qualcosa su cui si può scrivere solo se si è sul posto e non a casa propria (o, vista la stagione, sotto l’ombrellone) a leggere i reportage di altri.

Peccato che i dettagli della missione siano poi stati definiti dall’efficiente e pidocchioso super-mega-contabile del blog, che ha tenuto a precisare il budget a disposizione. Non ve lo scrivo neanche perché non è detto che abbiate una lente di ingrandimento con voi. Insomma, a conti (rapidamente) fatti, dovrò puntare sia sulla mia inventiva che sulla generosità dei nordici se voglio mettere insieme pane e companatico e anche raggiungere Tromsø.

Già perché una volta dato fondo alla scorta di punti MilleMiglia gentilmente offerti da Bagadais XXIV (la sua gentilezza è stata sicuramente dovuta all’amichevole abbraccio con cui lo ho stretto al collo per ringraziarlo di avere lasciato a me l’onore di questa missione), non ho la minima speranza di raggiungere Tromsø in aereo. I costi dei voli interni in Norvegia sono infatti esorbitanti se non sei uno scandinavo (ovvero se non hai uno stipendio da scandinavo), tanto che uno dei tipici modi di dire qui è “questa cosa mi è costata come un volo da Oslo a Tromsø!”;).

Comunque, basta lamentarsi. Eccomi all’aeroporto di Oslo, bellissimo e molto “ambientalista”, con l’uso abbondante che hanno fatto di legno naturale per decorare la struttura in vetro e acciaio. Ci sono anche sculture varie ad abbellire gli ampi spazi di transito. E bravi i vichinghi.

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Ecco come ha decollato il mio volo super low-cost

Adesso comincia la vera avventura: come ci arrivo a Tromsø? Escluso l’autostop (non mi ci vedo davvero col pollice alzato per coprire i quasi 2000 chilometri che mi separano dalla sede delle Olimpiadi) e l’autobus (vedi sopra, ma senza pollice alzato), devo ripiegare su treno o nave. Forza, facciamoci venire un’idea. La prima è terribile: la distanza da Oslo a Tromsø è la stessa che c’è da Oslo a Milano. AIUTO!

Durante il trasferimento a Oslo città, comincia a formarsi un buon piano: treno fino a Bergen e poi nave (il mitico “postale” o anche qualcosa di più economico) fino a Tromsø. Facendo il conto dei giorni, ce la dovrei fare, devo solo controllare se oltre alla variabile tempo anche la variabile soldi rimane sotto controllo.

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Già che sono a Oslo, decido di concedermi una visita al Vigeland, il parco della città (ingresso gratuito, signor contabile, gratuito) arricchito dalle sculture, in pietra e metallo, di Gustav Vigeland (buffo che si chiamasse proprio come il parco, vero?). Le sculture hanno la caratteristica di essere principalmente di corpi umani in diverse espressioni e fasi della vita, dal bambino che piange ai lottatori. Al centro, un obelisco composto di corpi umani accatastati, chiaramente ispirato dalla visita compiuta dall’autore alla metropolitana di Roma (nda: lo so è un anacronismo, ma non mi sono potuto trattenere).

Alla vista di queste statue, vengo illuminato da una grande idea per racimolare i soldi necessari al viaggio: mettermi a fare la statua vivente in una delle strade principali di Oslo! Se tanto mi dà tanto, mi basteranno gli spiccioli lasciati dai passanti per pagarmi almeno lo spostamento fino a Bergen. Mi appunto mentalmente di non dire nulla di ciò al super-mega-contabile, altrimenti li vedete Marramaquis e Martin Eden a fare le statue viventi per pagare l’abbonamento a Internet?

Decido di ispirarmi, ovviamente, agli scacchi e mi sistemo, travestito da Alfiere nero, in mezzo a Karl Johans Gate alternando minuti di assoluta immobilità a movimenti improvvisi che sorprendono chi mi fissa (soprattutto i bambini). Cosa non si fa per SoloScacchi…

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Dopo un pomeriggio lungo, lunghissimo (qui non tramonta praticamente mai di questa stagione), faccio due conti e vedo che con quello che mi è stato offerto posso permettermi comodamente il viaggio in treno fino a Bergen. Mi avvio quindi verso la vicina stazione e saluto affettuosamente la grande tigre di bronzo sul piazzale, compagna silenziosa e fedele di uno stoico pomeriggio da Alfiere.

Verifico orari e costi del treno ma proprio mentre mi accingo a comprare il biglietto sento una voce familiare che mi chiama “Ma guarda te chi devo incontrare alla biglietteria della stazione di Oslo!”. E’ il mio amico Ivar-Petter, vecchio compagno di avventure in giro per l’Europa, che abita da qualche parte in fondo al Sognefjord, il fiordo più lungo della Norvegia. Dopo molti sorrisi e pacche sulle spalle (mi ricordavo bene le sue manone da cacciatore di alci), gli spiego il mio ardito piano di viaggio e lui, con la massima naturalezza, mi invita a casa sua, che scopro essere dalle parti la Lærdal. Bene, benissimo! Si risparmia anche su vitto e alloggio stasera.

Compriamo il biglietto per Flåm, dove ha lasciato la sua macchina, che raggiungeremo prima con il treno da Oslo a Voss e poi, da lì, con la spettacolare Flåmbana, un treno caratteristico, che compie un tragitto quasi alpino, con gallerie elicoidali e viste mozzafiato sul fiordo. Tra racconti e storie varie, sfrecciamo sugli altipiani a nordovest di Oslo, abbastanza monotoni, se vogliamo, ma sempre spettacolari per un cittadino mediterraneo come me. C’è ancora luce nonostante sia pomeriggio inoltrato e, incuriosito, mi affaccio nel vagone accanto al nostro. Non ci posso credere: è il vagone per i bambini, con spazi per giocare e piccole strutture colorate per gli aspiranti esploratori. Proprio come in Italia, dove siamo abituati fin da piccoli a sopravvivere a treni senza aria condizionata, sporchi e talvolta con anche i servizi igienici non funzionanti…

Arriviamo alla stazioncina di Gjerdåker e, dopo solo il tempo per un caffè, prendiamo la Flåmbana che arrivata a Myrdal si avvia allegra in discesa verso Flåm. Il paesino alla fine della corsa è grazioso, ma la cosa più spettacolare è la vista del fiordo da Aurland: non proprio come la Preikestolen (dove fu ambientato uno spot per il supertorneo Norway 2013 con Carlsen protagonista) ma comunque un grande biglietto da visita per la Norvegia.

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Ivar-Petter guida rapidamente verso casa, scivolando attraverso il tunnel di Lærdal, la galleria stradale più lunga del mondo con i suoi 24 chilometri e mezzo. Non è paragonabile alle caratteristiche naturali della Norvegia, ma le tre immense caverne realizzate per spezzare la monotonia del viaggio ed evitare possibili colpi di sonno lasciano veramente a bocca aperta: sono grandi abbastanza da permettere a un TIR con rimorchio di effettuare un’inversione a U e sono illuminate di blu e arancione. Sono talmente belle, che Ivar-Petter mi dice che qualcuno ci si è addirittura sposato! Beh, speriamo non un camionista.

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Al mattino, dopo una notte di breve riposo, “La prossima tappa di avvicinamento a Bergen sarà Balestrand”, dichiara entusiasta Ivar-Petter che si è divertito molto ai miei racconti scacchistici su Carslen: il ragazzo è una vera celebrità da queste parti, ma non è che tutti siano scacchisti. Per puro caso (diciamo così, anche se era per un convegno), il mio amico era a Goa, in India, durante le ultime partite della sfida mondiale con Anand: stavolta è stato lui che mi ha divertito con il racconto della solenne sbronza stile calcistico e delle bonarie prese in giro agli ospiti locali.

Lungo la strada, non perdo l’occasione di ammirare un’altra delle molte caratteristiche della Norvegia: le Stavkirke (traducibili in Italiano in un orrendo “chiese a pali portanti”;), chiese medievali in legno che ormai sopravvivono solo da queste parti. Nel nostro percorso c’è quella di Borgund, la meglio preservata di tutte e veramente impressionante per la complessità architetturale, considerando che è stata costruita nel XII secolo.

Tra qualche rapido attraversamento in traghetto di rami minori del Sognefjord e una guida lungo la costa con viste mozzafiato, attraversiamo Sogndal, il capoluogo del Sogn og Fjordane, e arriviamo a Balestrand. Balestrand è un paesino senza particolari ambizioni, se non fosse per un magnifico albergo in stile “svizzero” (come dicono da queste parti, ovvero tutto in legno) che si affaccia sul fiordo nel punto da cui diparte l’ennesimo ramo minore, il Fjærdal. A parte la vista panoramica, l’albergo Kvikne vanta una caratteristica particolare: nel salone principale c’è la poltrona dove era solito sedere il Kaiser Guglielmo Secondo durante le sue frequenti permanenze da queste parti. Si narra che questa fosse la sedia sulla quale le sue imperiali natiche fossero assise quando ricevette la notizia dello scoppio della Prima Guerra Mondiale: non che ci si possa davvero credere, ma l’iscrizione sul fondo della sedia l’ho potuta vedere con i miei occhi.

Dopo questo rapido excursus storico, mi viene narrata la leggenda di Re Beli e di sua figlia Ingeborg, che andò sposa al grande Frithjof, la cui statua commemorativa, donata da Guglielmo Secondo, è visibile sull’altro lato del fiordo nella cittadina di Vik. A dir la verità non mi sembra una storia tanto diversa dalle mille leggende e i mille miti delle varie culture, ma Ivar-Petter ci ha tenuto a raccontarmela. Come che sia, è arrivato il momento di separarci e prendo il mio catamarano veloce per Bergen (solo tre ore e mezza…). Grandi promesse di rivederci presto (e di celebrare le vittorie di Carlsen e Caruana, che ci auguriamo a vicenda) e poi lascio il mio amico, che in un impeto di solidarietà con SoloScacchi mi ha anche offerto pranzo e biglietto fino a Bergen: bene, il budget per ora è ancora salvo.

Una volta a Bergen, città dove piove praticamente sempre, acquisto subito il biglietto dell’Hurtigruten (i traghetti postali norvegesi ormai adattati a navi turistiche) che parte giornalmente alle 8 di sera da Bergen e che, dopo quasi 4 giorni, mi depositerà a Tromsø. Ho un po’ di tempo per arrampicarmi con la tradizionale funicolare Fløibanen sul monte Fløyen, da dove si gode di una spettacolare vista della città.

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Dopo un breve giro nella parte anseatica di Bergen (e un salatissimo, in tutti i sensi, panino allo stoccafisso) salgo a bordo nella lussuosa cabina che mi sono potuto permettere unendo il budget originario ai miei guadagni di Oslo. Potete anche voi godere della vista che ho potuto ammirare per giorni dalla mia ampia finestra, che fungeva anche da sistema di aria condizionata.

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Il viaggio, ancorché talvolta noioso, ha offerto meravigliose viste di fiordi, isole e scogli vari, con visioni molto suggestive di montagne innevate e ghiacciai. Le notti praticamente inesistenti hanno contribuito ad alterare il mio ciclo circadiano, trasformandomi, complice una certa difficolta a radermi, in una via di mezzo tra un troll e un vichingo. Per passare il tempo ho anche inventato una sorta di scioglilingua derivato dai nostri famosi trentini “Trentatrè traghetti entravano a Tromso, tutti e trentatre tornando da Trondheim”. Ancora rido pensando a come lo declamava un inveterato ubriacone franco-scandinavo che condivideva il sottoponte super-economy con me…

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Alla fine di una interminabile sequenza di porto, navigazione, porto, navigazione e via dicendo (di cui vi risparmio i dettagli), arriviamo finalmente a Tromsø, dove entriamo passando sotto l’alto ponte che collega la città, costruita su di un’isola, e la terraferma. Lasciando sulla sinistra l’inconfondibile Cattedrale dell’Artico, attracchiamo e finalmente metto il piede su qualcosa di stabile. Non dico di aver baciato il suolo come un viaggiatore molto più santo di me soleva fare, ma devo ammettere di aver provato un certo sollievo a smettere di ondeggiare continuamente: il mio sistema vestibolare sentitamente ringrazia.

“First things first” dicono gli inglesi: come prima cosa devo trovare un alloggio comodo ed economico per le prossime settimane, dove poter stabilire la mia base e inviare i report in redazione. Come saprete, gli alloggi a Tromsø non sono propriamente a buon mercato e, oltretutto, le Olimpiadi hanno anche esaurito l’offerta (alcune delegazioni, in particolare gli arbitri, sono stati messi in strutture anche a 70 chilometri dalla città!).

Dopo alcuni tentativi infruttuosi (e dopo aver abbassato di molto le mie pretese), un colpo di fortuna gigantesco: non solo trovo un alloggio molto vicino alla ex-birreria Mack dove si svolge il torneo, ma trovo anche un lavoretto per tirare su qualche soldo e pagarmi un minimo di cibo in aggiunta al caffè e ai biscotti che saranno offerti dall’organizzazione delle Olimpiadi! Non voglio svelarvi tutti i dettagli, ma vi do un indizio chiaro (“Polaria”;) e vi mostro una foto del mio incarico per le prossime notti (di giorno sarò puntualmente e disciplinatamente nella sede delle Olimpiadi).

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No, nonostante i quattro giorni sull’Hurtigruten non sono quello sdraiato con i baffoni…

Ringraziando di nuovo la Redazione di SoloSacchi per avermi offerto una grande opportunità per lavorare gratis giorno e notte, vi lascio con una bella immagine dall’alto di Tromsø e delle sue nuvole di mezzanotte (niente sole fino ad ora). A presto!

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Tutte le immagini © Uberto Delprato.

 

avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


20 Commenti a On the road to Tromsø

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    paolo bagnoli 23 Luglio 2014 at 08:48

    Redazione biasimevole! Vergogna! Lesinare il denaro ad un inviato di tale caratura!
    P.S. Non ci hai parlato del Maelstrom. Era in ferie?

  2. avatar
    Ivano E. Pollini 23 Luglio 2014 at 09:19

    Molto interessante!

    Norvegia…belle foto!

    Pane e companatico scarseggiano…ora quello che fai vale ancor di più!

    A noi, che veniamo informati attraverso i tuoi sacrifici e sforzi 💡 non resta che dirti

    GRAZIE 😛

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    Mongo 23 Luglio 2014 at 17:00

    Ehi DP, hai notizie dalla mia amicona Vicky Vette? 😉

    • avatar
      delpraub 23 Luglio 2014 at 18:19

      Ah, era amica tua? Complimenti!
      Tra le statue al Vigeland ce ne era giusto una che le assomigliava :)
      Non sembra però che si farà vedere a Tromsø…

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    Martin 24 Luglio 2014 at 00:39

    Geniale come sempre Mr. delpraub! 😉

    …ah, domani altra sorpresa per gli impagabili lettori di SoloScacchi! 😎

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    Giorgio Gozzi 24 Luglio 2014 at 14:44

    Grande! L’uomo giusto al posto giusto per rispondere ad una domanda esiziale: quanto costa una birra media lì? Ho letto recensioni che dicono che la Norvegia è la nazione che riesce a redimere astemi i bevitori a causa dell’alto prezzo dei beveraggi…hic!

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    Elio Malloni 24 Luglio 2014 at 19:03

    … è un Romanzo afascinante 😆 …

    • avatar
      Elio Malloni 24 Luglio 2014 at 19:13

      errata-corrige: affascinante

  7. avatar
    Elio Malloni 24 Luglio 2014 at 19:04

    … è un Romanzo affascinante 😆 …

  8. avatar
    Marramaquis 24 Luglio 2014 at 22:28

    Elio, che ti succede? Una mossa in tre tempi? Starai mica anche tu invecchiando come me? Ciao!

  9. avatar
    Mongo 28 Luglio 2014 at 12:28

    @DP: ho letto in giro che a Godena ‘hanno rubato’ i biglietti per Tromsø.
    Hai notizie in merito alle formazioni azzurre?

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      Mongo 28 Luglio 2014 at 14:10

      Mi rispondo da solo. I convocati del team maschile sono: Fabiano Caruana, Sabino Brunello, Daniele Vocaturo, Alberto David, Danyyil Dvirnyy sotto la guida del Capitano Arthur Khogan. Le convocate del team femminile sono: Olga Zimina, Marina Brunello, Elena Sedina, Tea Gueci, Roberta Messina sotto la guida del Capitano Lexy Ortega.

  10. avatar
    alfredo 28 Luglio 2014 at 13:22

    A proposito di Norvgia.
    So che tra i lettori di Soloscacchi ci sono molti appassionati di gialli.
    Per chi li conosce cosa ne pensa de i Gialli di Anne Holt .Per me molto sopravvalutati

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      Mongo 28 Luglio 2014 at 13:48

      Di Simenon ce ne è uno, tutti gli altri son nessuno!! 😉

    • avatar
      Giorgio Gozzi 28 Luglio 2014 at 18:49

      Mia personale top ten: Agatha Christie, John Dickson Carr (Carter Dickson), Ellery Queen, Rex Stout, James Hadley Chase, Cornell Woolrich, Edgar Wallace, Erle Stanley Gardner, GK Chesterton, Edgar Allan Poe.
      In quelli meno datati ho fatto fatica a trovarne di quelli all’altezza ma ho smesso di cercare pertanto se qualcuno ne ha da consigliare…
      Mongo, Simenon per me è bravissimo ma la sua opera l’ho vissuta con gli sceneggiati televisivi del mitico Gino Cervi e faccio fatica a leggere una cosa che ho già visto in video 🙂

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        Mongo 29 Luglio 2014 at 11:14

        @Giorgio Gozzi: io sono nato con la serie TV del Maigret di Cervi; sin da bambino ero ‘allergico’ ai libri, il piacere di leggere un bel libro l’ho scoperto molto tardi, per cui mi sono visto anche il Maigret con Cremer… Ma leggerli, anche dopo averli già visti e rivisti in TV, non ha prezzo!!!
        (Consiglio la lettura/visione de ‘Il porto delle nebbie’;).
        I migliori Maigret televisivi, forse, Cervi e Gabin.

        • avatar
          Giorgio Gozzi 29 Luglio 2014 at 17:22

          Purtroppo appartengo a quelli che vedendo prima il film non riescono poi a leggere il libro (il contrario sì, spesso con brutte sorprese… vedi certi film tratti da romanzi di Agatha Christie o romanzi di Stephen King). Forse è pura pigrizia. Comunque sono integralista: per me Maigret = Gino Cervi così come Nero Wolfe = Tino Buazzelli e viceversa…anche se a Cervi concedo la seconda identità di Giuseppe Bottazzi 🙂

      • avatar
        Enrico Cecchelli 29 Luglio 2014 at 11:44

        Caro Gozzi ( mi concedo il tu ), in questa tua classifica, anche se ha scritto poco, credo sia stata mera dimenticanza non aver citato Van Dine…

        • avatar
          Giorgio Gozzi 29 Luglio 2014 at 17:37

          Ti devo confessare (vado anch’io con il tu) che nello stilare la lista che avevo dichiarato “top ten” ero andato oltre per cui ho in seguito tolto alcuni nomi e tra questi c’era anche S.S.Van Dine. In ogni caso per i nomi dal 5° al 15 la differenza di gradimento per me è minima per cui Philo Vance (Nando Gazzolo in tv se non ricordo male)potrebbe benissimo inserirsi tra Perry Mason e Padre Brown.

  11. avatar
    Renato Andreoli 29 Luglio 2014 at 16:57

    La prodigiosa velocità di scrittura di Simenon gli consentì di sfornare centinaia di libri uno dietro l’altro ed era tanto leggendaria da rendere quasi verosimili aneddoti come il seguente.
    Una volta Alfred Hitchcock telefonò dall’America a casa di Simenon.
    Alzò la cornetta la moglie dello scrittore:
    – Mi spiace, ma in questo momento non posso assolutamente disturbarlo: è impegnato a scrivere un romanzo.
    – Non si preoccupi – rispose il regista per nulla contrariato – attendo in linea che finisca il libro.

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