Scacco all’arte (1ª parte)

Scritto da:  | 7 Agosto 2014 | 6 Commenti | Categoria: Scacchi e arte

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Marcel Duchamp

Uno degli artisti più noti del novecento, il francese Marcel Duchamp, come noi tutti sappiamo era anche un forte scacchista. Ma pochi hanno visto qualche sua partita a scacchi, e quindi ho pensato di presentarvi in questo articolo non solo i suoi lavori artistici legati alla scacchiera ma anche i suoi lavori artistici sulla scacchiera.
Nato in Francia nel 1887, si avvicino giovane alla pittura, con una prima fase nella quale si ispirò alle coorenti ed ai maestri più famosi dell’epoca, come è visibile nella bella tela “The chess game”:

Duchamp – The chess game – 1910

Ma rapidamente scavalcò le correnti che imperversavano all’epoca, e contribuì in maniera determinante alla nascita del futurismo, dipingendo una cinquantina di tele tra le quali “I giocatori di scacchi” del 1911, conservato a Philadelphia (vedi immagine).

Duchamp – Portrait de joueurs d’echecs – 1911

Ad appena venticinque anni d’età smise definitivamente di dedicarsi alla pittura, e da quel momento il suo talento si indirizzo verso una miriade di altre tecniche, principalmente legate al campo della scultura. Ed è in questo secondo periodo che nascono opere fondamentali nel bene e nel male, pioniere della neonata arte concettuale. Tra i primi lavori di questa seconda fase la famosissima “Fontana” del 1917 (vedi immagine) e la “Gioconda con i baffi”.

Duchamp – Fontana – 1917

Nel 1923, tornato a Parigi dal Sudamerica, decise di dedicarsi quasi esclusivamente al gioco degli scacchi, e per dieci anni cercò con molta volontà di sfondare anche nella nostra arte, arrivando ad ottenere risultati discreti. Nel 1928 (6,5/16, vincendo una partita al forte lettone Petrov e pareggiando contro Stoltz e il nostro Marotti), nel 1930 (4/15, pareggio con Marshall), nel 1931 (2,5/9, pari con il nostro Hellmann) e nel 1933 (2/12) fu uno dei rappresentanti della nazionale olimpica francese (che aveva Alekhine in prima scacchiera), vinse qualche torneo minore e si cimentò alcune volte ad alto livello, ottenendo comunque risultati nella parte inferiore del tabellone.
Deluso forse da questo, si riavvicinò all’arte, non dimenticandosi di rappresentarvi il suo gioco preferito, come potete vedere nelle immagini che seguono:

Duchamp – pezzi di scacchi

Duchamp maestro di scacchi…e di fantasia

Duchamp e Max Ernst – pezzi di scacchi

Marcel Duchamp and Eve Babitz posing for the photographer Julian Wasser (© 2000 Succession Marcel Duchamp, ARS, N.Y./ADAGP, Paris.)

Duchamp – Marcel Duchamp modellato vivo, 1967

Ma torniamo adesso al Duchamp scacchista, che scrisse anche un libro sui finali di pedoni insieme ad Halberstadt. Quello che conosciamo di meno, assorto alla scacchiera come nella seguente foto:

Duchamp alla scacchiera

Ecco per finire un paio di sue partite che dimostrano come il suo livello di gioco non fosse così malvagio:

avatar Scritto da: cserica (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Scacco all’arte (1ª parte)

  1. avatar
    Zenone 7 Agosto 2014 at 12:38

    Leggendo questo “vecchio” pezzo mi sono chiesto: “Ma quanto ci manca della “carne fresca” di cserica…”.
    Bravo Claudio!

  2. avatar
    Giancarlo Castiglioni 7 Agosto 2014 at 12:53

    Bell’articolo.
    Anche io ero curioso di vedere come erano le partite di Duchamp e non era difficile, bastava consultare i database.
    Nel database ci sono 17 vittorie e 49 sconfitte, ma gli avversari erano tra i migliori giocatori in circolazione dopo i primissimi, direi tra il 10 e il 50 nel mondo.
    Io gli darei qualche cosa in più di “livello di gioco non malvagio”, se era in squadra nelle olimpiadi nel perioodo era uno dei migliori in Francia.
    Giocò in 4 olimpiadi, 1928 1930 1931 1933; si riesce a ricostruire in che scacchiera giocava?
    Non credo che abbia smesso di giocare perchè deluso, credo capì che dopo 10 anni di professionismo e vicino ai 50 anni era arrivato al massimmo delle sue possibilità e che aveva altre cose interessanti a cui dedicarsi.
    Da considerare anche che ha cominciato a giocare seriamente tardi, vicino ai 40 anni.

  3. avatar
    alfredo 8 Agosto 2014 at 22:09

    Duchamp pochi mesi prima della morte fece visita al suo grande amico Arturo Scwartz a milano e quando seppe che si stava giocando il CI al castello sforzesco ci volle andare e si fermo’ a commentare la partita Napolitano – Guido Cappello .
    In seguito a questo incontro Schwartz ( ancora vivo quasi centenario) chiese a Guido Cappello di curare la parte scacchistica del suo fondamentale ” La sposa messa a nudo in Marcel Duchamp anche” . Guido mi regalò poi questo libro
    Ho avuto modo di conoscere Schwartz grazie a una amica comune
    Voleva donare la sua straordinaria collezione di opere di Duchamp al comune di Milano ma non avendo questo mostrato interesse alcuno la sua straordinaria collezione finirà a Tel Aviv e Gerusalemme
    Che Vergogna !!!

  4. avatar
    alfredo 8 Agosto 2014 at 22:11

    Il libro sui finali di Duchamp sembra comunque in gran parte un plagio
    nulla toglie alla grandezza dell’artista

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