Birstall era un piccolo borgo di circa 500 abitanti situato a nord di Leicester (oggi è un sobborgo della città), anticamente fortificato dai Sassoni, quando il 16 gennaio 1884 vi nacque Frederick Dewhurst Yates (Dewhurst o Dewhirst? Alcuni sostengono la seconda grafìa).
Di corporatura esile e di salute malferma, Yates ebbe un curriculum scolastico senza infamia e senza lode, divenne contabile, e nell’adolescenza apprese gli scacchi, gioco che lo affascinò immediatamente. Rendendosi conto della propria abilità davanti alla scacchiera, a venticinque anni decise di lasciare l’impiego e di divenire professionista e giornalista scacchistico, redigendo la rubrica scacchistica del Yorkshire Post dal 1910 al 1932, quella del Daily Telegraph dal 1925 al 1932, e divenendo corrispondente scacchistico del Manchester Guardian.
Già nel 1910 veniva considerato come uno dei migliori giocatori britannici grazie al suo secondo posto al torneo di Oxford, e ciò gli valse l’invito al torneo internazionale di Amburgo, che vedeva ai nastri di partenza alcuni dei più forti giocatori di quegli anni. Uno di questi, il grande Siegbert Tarrasch, protestò vivacemente contro questo invito (“Non ci sono Maestri di scacchi in Inghilterra”), e l’inizio della manifestazione parve dargli ragione, visto che Yates collezionò una serie di sconfitte.
Tarrasch era afflitto, in quei giorni, da un forte raffreddore; incontrandolo nella hall dell’albergo, Tartakower gli domandò: “Wie geht’s?” (Come va?) e l’immediata riposta di Tarrasch fu un gioco di assonanze che testimoniava della stima che il Praeceptor Germaniae nutriva nei confronti di Yates: “Wie Yates” (Come Yates). In effetti Yates giunse ultimo (a parte il ritirato Jakob) con tre patte ed una sola vittoria, proprio contro Tarrasch!
Il deludente risultato non scoraggiò il ventiseienne britannico; l’anno seguente, infatti, giunse primo ex aequo al campionato inglese assoluto, perdendo tuttavia il match di spareggio contro il fortissimo Atkins. Sempre nel 1911 vinse il torneo di Glasgow, arrotondando le magre entrate che gli derivavano dalla sua attività giornalistica, e fu secondo a Richmond l’anno seguente. Fu ancora primo a Cheltenham nel 1913 ed a Chester nel ’14 , vincendo il titolo britannico assoluto, vittoria che ripeterà nel 1921, 1926, 1928 e 1931.
Era capace di realizzare vittorie clamorose contro fortissimi avversari oppure di subire deludenti sconfitte da parte di avversari oggettivamente più deboli. Nel suo curriculum scacchistico figurano due vittorie contro Alekhine, tre contro Rubinstein ed altrettante contro Bogoljubov. Come scrittore e commentatore era estremamente coscienzioso e preciso e molti attribuiscono a tale accuratezza diverse sconfitte in tornei ai quali prendeva parte, dovendo inviare ai quotidiani il “pezzo” sulla miglior partita del giorno, abbassando in tal modo la tensione agonistica e presentandosi alla partita dell’indomani stanco ed assonnato.
Non gli facilitava le cose il suo stato di salute; era tormentato da una continua tosse che gli prosciugava le energie, e non poteva permettersi di seguire i consigli dei medici, che gli avevano suggerito di trascorrere lunghi periodi in climi secchi. Anche la sua vista, che non era mai stata acuta, si indeboliva; portava occhiali dalla leggera montatura in metallo, senza i quali si sarebbe trovato in serie difficoltà sia davanti alla scacchiera che nello scrivere.
La sua prima apparizione dopo la fine del primo conflitto mondiale fu la vittoria a Malvern nel 1921, seguita dal disastroso risultato dell’Aja (+1 =0 -8) che confermava l’assoluta irregolarità del suo gioco. Un nuovo deludente risultato fu per lui quello di Hastings del ’22, dove fu ultimo nonostante una vittoria ed una patta contro il vincitore Alekhine, mentre si piazzò a metà classifica al famoso torneo di Londra (quello delle “Regole”). Sempre nel ’22 fu terzo ex aequo con sir George Thomas a Weston-super-Mare ed i due si trovarono nuovamente appaiati al terzo posto nel ’23 a Liverpool, dopo gli imbattuti Mieses e Maròczy.
Nel ’24 fu secondo a Southport e nuovamente secondo al torneo di Capodanno di Hastings (1924-25), ripetendo tale risultato nel 1925 a Stratford-on-Avon, torneo vinto dal semidimenticato ma fortissimo Atkins. Nel frattempo aveva partecipato, nel ’23, al grande torneo internazionale di Carlsbad piazzandosi a metà classifica, ma aggiudicandosi il premio di bellezza per la sua vittoria contro Alekhine, primo classificato. Sempre nel 1923, a Scheveningen, era giunto settimo confermando tuttavia la sua estrema tenacia difensiva, che lo portava ad abbandonare soltanto quando la vittoria dell’avversario risultava inevitabile o ad accettare la patta quando essa appariva altrettanto inevitabile.
Ad Hastings (1923-24) fu terzo ex aequo col belga Colle alle spalle di Euwe e Maròczy e venne invitato al “colossale” torneo di New York, il round robin a doppio turno rimasto nella storia degli scacchi. Terminò nella zona bassa della classifica, pur pattando una delle partite sia contro Lasker che contro Capablanca, primo e secondo classificati. A Baden-Baden, nel ’25, fu ancora una volta a metà classifica, confermando una sconcertante alternanza di risultati e lo stesso fu a Marienbad. Peggio ancora fu per lui a Mosca, dove fu 17° su 21 e nel 1926 si ebbe la testimonianza del fatto che stava attraversando un periodo critico: i 3 punti su 9 del torneo di Dresda.
Si riprese ad Edimburgo piazzandosi al primo posto ed a Gand (vinto da Tartakower) al secondo, dove tuttavia ricadde nel vizio di perdere contro giocatori più deboli, in questo caso l’ultimo classificato Crepeaux. Due patte contro gli italiani Sacconi e Calapso gli costarono il primo posto a Merano, mentre Semmering Baden, sempre nel 1926, lo vide nuovamente in crisi di risultati e nella zona bassa della classifica finale.
Nel 1927, a Kecskemét, fu primo ex aequo con Tartakower ma a Londra si classificò al penultimo posto. A Scarborough fu secondo con Fairhurst, alle spalle di Colle, ed anche in tale occasione lasciò per strada qualche mezzo punto contro giocatori a lui inferiori (Barlow e Saunders). L’anno seguente, a Bad Kissingen, ottenne un dignitoso 5 su 11, settimo ex aequo con Marshall e Tartakower, contro un agguerrito campo di concorrenti (il vincitore Bogoljubov, Capablanca, Euwe, Rubinstein, Nimzovich, Reti, Spielmann, Tarrasch e Mieses nell’ordine). Poi, a Scarborough, ricadde nell’inveterato vizio di farsi battere da giocatori più deboli (in questo caso la campionessa mondiale Vera Menchik e lo sconosciutissimo Frantisek Schubert) e dovette accontentarsi del quarto posto. Stessa cosa a fine anno ad Hastings, dove mancò il primo posto perdendo contro l’ultimo classificato Norman.
Aveva scritto dettagliati resoconti, con i suoi soliti precisi commenti, sul match mondiale tra Alekhine e Capablanca e farà lo stesso per il match itinerante tra Alekhine e Bogoljubov del ’29. Collaborando con William Winter scriverà alcuni testi di discreto successo editoriale, il più diffuso dei quali sarà il Modern Master Play del 1929, anno in cui Yates parteciperà al torneo di Carlsbad, giungendo 17° ma togliendosi la soddisfazione di battere il vincitore Nimzovich.
Nel 1930 fu quinto a Sanremo, un risultato più che dignitoso, ed il vincitore Alekhine, che stava vivendo il suo periodo di Sonnenschach, definì la vittoria di Yates contro Vidmar come “la più bella partita del dopoguerra”. Poi, a Scarborough, nuova caduta di rendimento (4 ½ su 11). Dopo aver vinto, come già ho detto, il campionato nazionale del ’31 tenutosi a Worcester, Yates giocò anche quello – denominato “Campionato dell’Impero Britannico” – del 1932, vinto da Sultan Khan, e confermando la sua scarsa propensione alla patta (+6 =0 -5).
Fu il suo ultimo torneo individuale. Aveva giocato nella squadra del British Empire all’Olimpiade di Londra del ’27 in seconda scacchiera (in prima c’era Atkins) ottenendo 8 su 14 e vincendo la medaglia di bronzo di squadra (prima fu l’Ungheria e seconda la sorprendente Danimarca), nuovamente in seconda scacchiera a quella di Amburgo del ’30 (in prima giocava Sultan Khan), ed ancora in seconda scacchiera a Praga nel ’31.
La sera dell’8 novembre 1932 Yates sostenne una simultanea su 16 scacchiere a Wood Green, per poi rientrare nella sua modesta abitazione di Coram Street, a Bloomsbury. Il giorno seguente impartì una lezione di scacchi (simultanee e lezioni di scacchi erano ormai i suoi unici mezzi di sostentamento) ad un allievo fino a notte fonda, poi si chiuse in casa come era solito fare quando voleva dedicarsi interamente a quanto stava scrivendo.
Il giorno 11, allarmati dal fatto di non averlo visto da due giorni, i vicini segnalarono la cosa alle autorità. La porta, chiusa a chiave dall’interno, venne sfondata e Yates venne rinvenuto cadavere sul letto; il fetore di gas era tremendo. Venne formulata l’ipotesi di suicidio, ben presto archiviata, visto che fu accertata una perdita di gas dalle condutture in prossimità del contatore ed il coroner emise il verdetto di “morte accidentale”.
Nel 1934 uscì, postumo, il suo One-Hundred-and-One of my Best Games of Chess, ordinato e curato da William Winter.
Ecco alcune partite giocate da Frederick Yates.
Tarrasch – Yates (Amburgo, 1910)
1. d4 d5 2. Cf3 Cf6 3. c4 e6 4. e3 Ae7 5. Cc3 c5 6. Ad3 Cc6 7. 0-0 0-0 8. b3 b6 9. Ab2 Ab7 10. Tc1 Tc8 11. c5 C5 12. Ce2 c4 13. Ce4 C4 14. C4 T:c1 15. D:c1 Ad6 16. Cf3 De7 17. Da1 f6 18. Cd4 f5 19. Tc1? (preferibile Td1 o Cf3) C:e3!! 20. f:e3 Dg5 21. Rf2 D:g2+ 22. Re1 A:h2 23. Ae2 e5 24. Ce6 Ag3+ 25. Rd1 Af3 26. A:f3 D:f3+ 27. Rc2 De4+ 28. Rd2 Dd5+ 29. Cd4 e4 30. A4 f4 31. e4 D:e4 32. Tc4 Td8 33. a4 Af2 , il Bianco abbandona.
Alekhine – Yates (Carlsbad, 1923)
1. d4 Cf6 2. c4 g6 3. g3 Ag7 4. Ag2 0-0 5. Cc3 d6 6. Cf3 Cc6 7. d5 Cb8 8. e4 Cbd7 9. 0-0 a5 10. Ae3 Cg4 11. Ad4 Cge5 12. C:e5 C:e5 13. c5 d:c5 14. A:c5 b6 15. Ad4 Aa6 16. Te1 Dd6! 17. Af1 A:f1 18. T:f1 c5 19. A:e5 D:e5 20. Db3 Tab8 21. Db5 f5 22. Tae1 f4 23. Dd7 Tbd8 24. g:f4 D:f4 25. De6+ Rh8 26. f3 Dg5+ 27. Rh1 Td6 28. Dh3 Ae5 29. Te2 Tdf6 30. Cd1 Tf4 31. Ce3 Th4 32. De6 Dh5 33. Cg4 T:g4! 34. f:g4 T:f1+ 35. Rg2 D:h2+ 36. R:f1 Dh1+ 37. Rf2 Ad4+ 38. Rg3 Dg1+ 39. Rh3 Df1+ 40. Tg2 Dh1+ 41. Rg3 De1+ 42. Rh3 g5! 43. Tc2 Df1+ 44. Rh2 Dg1+ 45. Rh3 Dh1+ 46. Rg3 Dd1! 47. Tc3 Dg1+ 48. Rh3 Df1+ 49. Rg3 Af2+ 50. Rf3 Ag1+ , il Bianco abbandona.
Yates – Reti (New York, 1924)
1. e4 c6 2. d4 d5 3. Cc3 d:e4 4. C:e4 Af5 5. Cg3 Ag6 6. Cf3 Cd7 7. c3 Cgf6 8. Ac4 e6 9. De2 Ae7 10. 0-0 0-0 11. Te1 Cd5 12. Ab3 a5 13. a3 Dc7 14. c4 Cf4 15. A:f4 D:f4 16. Tad1 Af6 17. Ac2 Tfd8 18. A:g6 h:g6 19. Ce4 Cb6 20. b3 Ae7 21. Td3! A:a3 (non avvertendo il pericolo) 22. Ce5 Dh4 23. Th3 De7 24. Cg5! , il Nero abbandona.
Possibile?!? il mitico Paolo ci dona un’altra perla e nessuno ha qualcosa da dire?? 😉
Sicuramente l’apprezzamento tangibile fa sempre piacere, e con Paolo oramai si è a corto di aggettivi 😉
Sarebbe interessante verificare l’apprezzamento di ogni pagina basandosi anche sul numero di singoli collegamenti, non solo il numero di commenti, ove per singoli si intende la stessa persona (stesso IP), non il numero di volte che accede.
Tecnicamente credo sia possibile.
In questo modo si avrebbe anche un indizio sul numero di “lurker” che frequentano con discrezione il blog.
Stavo per intervenire …
mi sembra che Yates fosse noto per le sue simpatie comuniste
La partita citata
http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1007974
Beh , buona partita , ma non certo all’altezza della Bogoliubov – Monticelli giocata nello stesso torneo
Be’, il matto di Monticelli a Bogo è veramente spettacolare ed a giusta ragione fa parte della Storia degli scacchi.
Con un giorno do ritardo rinnovo i soliti scontati complimenti a Paolo.
Yates era un “attacchino” temuto per il suo acume combinativo tanto da poter sconfiggere chiunque…. ma anche perdere da chiunque…
Ad ogni frequentatore della luminosa piazza di Solo Scacchi estendo i cari saluti da parte di Luca.Seppure lontano,siete spesso presenti nei suoi pensieri.Elena.
Contraccambio di cuore, in attesa di rivederlo tra noi appena possibile.
Francesco De Sio
mi associo .
con affetto
Io pure 🙂 .
Un abbraccio a Luca.
Mi associo ai saluti.
Zenone
Un saluto affettuoso anche da me
questa partita è interessante ma speciale per un motivo particolare
http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1007878
chisà chi lo sa
magari l’amico Enrico visto che su sanremo 1930 ci ha scritto un libro .
bottiglia di vino in palio
È la partita che detiene il record per l’arrocco più tardivo sia del Bianco sia del Nero… Prosit!
Bravo !
sembra sia la partita in cui la somma delle mosse in cui è avvenuto l’arrocco ( 24 + 36 uguale 60) sia la piu’ alta
a meno che questo record non sia stato superato
Caro Filologo dovrai dunque venire al prossimo incontro tra amici di soloscacchi 😉
brinderemo assieme … io con coca cola però
Interessante curiosità, Alfredo!
Ho trovato questa Parimarjan Negi-Kateryna Lahno dal loro match del 2006: http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1442124.
Il Nero arrocca alla 27a e il Bianco alla 38a: totale 65.
Certo i nomi dei giocatori sono molto meno importanti…
quindi record battuto !
le partite tra Yates e Alekhine contenvan sempre qualosa di frizzante .
Fu dopo la sconfitta di Alekhine contro Yates a Carlsbad nel 1923 che Alekhine distrusse la stanza di albergo .
Ma , oggi , uno come Yates sarebbe GM o MI ?
Per Paolo abbiamo finito gli aggettivi…si potrebbe fare dei “copia e incolla” dei vecchi commenti visto che la qualità dei suoi articoli è rimasta quella che tutti conosciamo 😉
PS.
Un saluto a Luca Monti: ci manchi, torna presto!
LUCA! Cosa succede?
Per Alfredo:
Yates, così come Winter, coltivava idee di “socialismo avanzato”. Il secondo, soprattutto, subì l’ostracismo da parte della Federazione britannica proprio per tale motivo, Ufficialmente, tale ostracismo aveva come motivazione la sua propensione per il whisky.
Grande Alfredo anche tu riesci sempre a stupirci!
Un saluto affettuoso a Luca Monti con la speranza di vedere presto i suoi pezzi.
Un altro stupendo ritratto da parte di Paolo: uno sportivo, Yates, come forse oggi non ce ne sono più. Nella sua collezione di partite è riportata la sconfitta sùbita da Capablanca a Barcellona nel 1929…