Sulle tracce di… ISLANDA, i luoghi di Bobby Fischer
Siamo a Reykjavik pronti per la nostra missione
… La prima tappa… Cerchiamo la Klapparstigur
… L’edificio in cui ha vissuto gli ultimi anni
… Procediamo lasciandoci alle spalle la casa di fronte al mare
… La seconda tappa non facciamo fatica a trovarla
… Stessa via… “Bokin” la sua libreria preferita
… Sbirciando dai vetri, promette sicuramente bene
… E infatti entriamo ed è una sorpresa
… Stupefacente, il magazzino delle parole
… Libri accatastati ovunque in un disordine speciale , ma anche immagini, cartoline, poster
… Bobby rimaneva qui per ore a leggere
… Bobby rimaneva qui per ore a leggere
… Ci lasciamo “Bokin” alle spalle dopo aver respirato la meraviglia di un luogo simile
… Proseguiamo nel nostro cammino incrociando la Laugavegur alla ricerca del luogo in cui Bobby amava mangiare
… E finalmente eccoci arrivati e che dire? E’ proprio l’ora di pranzo
… Non abbiamo sbagliato, ne abbiamo conferma da un’occhiata sul bancone all’ingresso
… Non posso fare a meno di acquistarne una copia… la storia di come Bobby tornò in Islanda
… Ed ora in attesa di un lauto pranzo a base di pesce , un’occhiata a questo importante documento
… Il pranzo è arrivato, ma si sa noi appassionati di scacchi siamo così, non vediamo altro
… Prima di uscire cerchiamo il suo tavolo preferito e ci imbattiamo nella sua foto appesa alla parete
… Sembra che sia l’ultima foto scattatagli e mi emoziona vedere il mio riflesso nel vetro, le due immagini quasi si sovrappongono e si confondono
…. Ed eccoci fuori pronti per la prossima tappa
… Qui al Museo Nazionale sembra sia conservata la scacchiera con cui si disputò il match con Spassky
… Non la troviamo, è stata sostituita con una scacchiera qualsiasi, ci dicono che è in magazzino in attesa di una collocazione più consona, intanto lascio un appunto
… E ripropongo le mosse della terza partita del match
… Oggi siamo diretti a Selfoss, raggiungiamo a piedi la stazione dei bus, da cui partono le linee extraurbane
… Ma sembra che da qui ci sia un’unica partenza alle 6.30 del mattino….. Dopo varie peripezie prendiamo la linea n°2 urbana che ci porterà a Mjòd
…. Qui possiamo prendere le linee extraurbane n° 51 o 52 per Selfoss
… On the road
…. Verso la nuova tappa
… Ci fermiamo a chiedere informazioni più volte ed ora forse siamo sulla strada giusta….. Si proprio in fondo alla strada
… Sembra non finire mai, il vento soffia gelido
…. E dopo tanto camminare eccoci, una casa, una fattoria e dietro l’angolo
… Dietro l’angolo la chiesetta
…. Siamo arrivati
… Qui riposa in pace Bobby
…..E’ un’emozione fortissima
…. Quasi in mezzo al nulla
… Solo il rumore del vento
…. Per gli amici di “SoloScacchi” e per Luca Matticchio
…. Verso l’ingresso della chiesetta
… Guardiamo l’interno, saliamo sul piccolo campanile per la scaletta di legno che si inerpica ripida fin lassù
…. Questo luogo rimarrà nella memoria per sempre
… Proseguiamo il nostro cammino
… Ci indicano l’edificio della vecchia banca, come lo chiamano da queste parti….. Lo conoscono tutti
In questo edificio è stato realizzato il Bobby Fischer Center
… Ormai è tardi, torneremo alle 14.00; troveremo un posto dove mangiare?….
… La caffetteria è deliziosa e dentro…
… Una sorpresa! Questi luoghi ci attirano come calamite
… Proprio non male… Altrettanto non si può dire del caffé; anche qui troviamo testimonianze di Bobby
… ed eccoci puntuali. Parliamo con l’anziano signore all’interno: non ci fa pagare il biglietto…
… E ci lascia girare e fotografare indisturbati
… Curiosiamo tra tavoli, libri e scacchiere
…. In ricordo del world championship match del 1972 in Islanda
… Le foto
… Le lettere
… L’elettrocardiogramma, Bobby era bradicardico
… Il ricordo di Spassky
… Ecco dove era finita la sedia…
… Si, proprio la sedia della libreria “Bokin”
… Questo libro nella vetrinetta ci ricorda qualcosa
… Acquistiamo qualcosa per compensare il mancato introito dei biglietti e lasciamo la testimonianza della nostra visita
… Anche a nome degli amici di “SoloScacchi”
…. Ed ora si ritorna a Reykjavik
… La giornata è stata faticosa, portiamo con noi tante emozioni…
…. L’acqua…
… Le rocce vulcaniche….. La malinconica Islanda
… Rientrati a Reykjavik, un’altra tappa…
… Il Café Paris, meta preferita dalla maggior parte degli Islandesi, dai turisti e anche da Bobby
… La ragazza che ci accoglie al tavolo è al corrente della frequentazione di Bobby, ma è giovane e non lavorava ancora qui ai tempi
…. I ragazzi ai tavoli corrono veloci, c’è troppa gente per poter chiedere di più, la fame si fa sentire, non c’è che l’imbarazzo della scelta
… Altro giorno, altra tappa…. In viaggio verso il Parco nazionale di Pingvellir
… In Islanda l’acqua regna sovrana
… ed eccoci a Pingvellir, qui i Vichinghi fondarono il primo parlamento democratico del mondo, l’Alpingh
… Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, una foto ritrae proprio qui Bobby a passeggiare
I beseech you, do not confine me,
Bobby, the chess player,
the greatest one the world could ever
know
to the only role
of alienated psychic paranoid.
This was indeed the truth:
I was a genius, an artist and a scientist;
a winner ruthless but chivalrous
a rare loser, somber but still stout;
a warrior artist
free from flattery and cheats,
a warrior still living
according to the laws of Samurai.
In that game, what I have sought at most
’twas Beauty, Harmony and Truth:
I raised it to almost boundless heights
but I never encountered
quiet and refreshment.
Maybe it was not Madness
to bring me away
from my human sufferings;
’twas rather the dark and icy wind
of Iceland
and of its melancholy
“Bobby the chess player”- Alfredo Pasin
…. Proprio quella foto che trovai struggente ispirò i miei versi
… Ed ora cammino su i suoi passi
… Qui nel parco la spaccatura causata dalla separazione di due zolle tettoniche, quella nord-americana e quella europea
… In viaggio verso Reykiavik
… Il cielo d’Islanda
… Visitiamo il Reykjavik Museum e sorpresa…
… Una scacchiera è sempre una tentazione irresistibile
… Chiudiamo il nostro itinerario ritornando al punto di partenza, la dimora di Bobby
… Questa volta approfondiamo la visita salendo per le scale
… Il giardino interno
…. E il mare di fronte
… E i tramonti mozzafiato
… E l’Harpa, simbolo della rinascita dell’Islanda
… La sua facciata stupefacente e solida, strutturata e trasparente e cristallina allo stesso tempo mi fanno pensare al gioco di Bobby
… Un gioiello dell’ingegno umano
… Questa l’Islanda di Bobby
… Pronti a lasciare il suolo di questa terra e le orme del nostro mito…
… Sognando: il match che non c’è mai stato e…
… L’incontro del millennio!!
L’immagine in copertina è di Luca Matticchio, che ringraziamo per la collaborazione.
Scritto da:
Alfredo (
Qui gli altri suoi articoli)
Ringrazio gli amici per avere fatto uscire il reportage proprio il 1 settembre.
Fu il 1 settembre 1972 il giorno in cui Bobby Fischer divenne l’undicesimo campione del mondo della storia.
Agli amici però il viaggio di ritorno potevi anche pagarglielo!!! 🙄
Siamo rimasti lassù tra vulcani in eruzione e Vichinghi che, sogghignando sotto i loro tipici baffoni, ci lanciano sfide a chi si mangia più aringhe… 😉
Che dire? Reportage straordinario…
Cosi’ ho fatto anche io un viaggio in Islanda, grazie Alfredo!
Grazie a te Alfredo per questo tuo reportage che ci hai regalato!
Bellissime le foto, per alcuni attimi mi è sembrato di stare li con te.
Veramente emozionante!
Grazie ancora.
PS.
Come ricordavi, oggi è il 1 Settembre: sono passati parecchi anni da quel 1 Settembre del 72 ma il ricordo di quest’uomo che è entrato nella leggenda rimarrà eterno.
Meraviglioso reportage 🙄 Bravissimo Alfredo! Immagini perfette
E che bel viaggio.
Grazie e complimenti per il lavoro fatto.
Great!!!
Caro Alfredo, formidabile!
Grazie tante Alfredo, mi sono commosso…
“L’Harpa Concert Hall e Conference Center progettata da Henning Larsen Architects, è un’architettura suggestiva come la terra che la ospita e di cui è il simbolo della rinascita dopo la crisi economica e finanziaria.
E’ stata proclamata vincitrice del premio Mies van der Rohe dall’Unione europea per l’architettura contemporanea.
Il volume appare “de-materializzato” dall’ elemento caratterizzante l’edificio che è la stupefacente facciata, realizzata in vetro e acciaio con un sistema geometrico modulare dodecagonale a nido d’ape, che riproduce l’idea del basalto cristallizzato.
La “ pelle” esterna trasforma l’edificio in un caleidoscopico gioco di superfici trasparenti ed opache variamente colorate sulle quali si riflette la luce.
Dis-sonanza, coinvolgimento strutturale, spazio, tempo, continuum paesaggistico.
Tutte le invarianti alla massima tensione, nell’incanto della tecnica che si fa poesia”
(Arch. Mary Gargaro)
E’ vero: sembra di essere stati lì con te!
Stragrandissimo Alfredo! Ti riconfermi una delle colonne del sito con questo straordinario tuffo in una storia che ogni scacchista non può che vivere con emozione e nostalgia! Grazie !!
Un commovente itinerario del cuore e della memoria, bravo Alfredo.
Tra le altre, ho trovato suggestive le foto della libreria, quasi a significare di come sia meravigliosamente casuale e complesso lo sviluppo della cultura… così come i meandri degli scacchi in alcune menti “complesse”.
Il che mi permette di segnalare che nella stessa strada Saint Louis Chess Club dove si sta svolgendo la Sinquefield Cup, si trova la World Chess Hall of Fame, un ampio e invitante edificio dove dal 24 luglio 2014 al 7 giugno 2015 è aperta una speciale mostra intitolata:
“A Memorable Life – A Glimpse intro the Complex Mind of Bobby Fischer”
Vi sono esposte decine di grandi fotografie di Fischer, sue annotazioni di pugno su partite e brogliacci di teoria e altre “memorabilia” collezionate dalla quella simpatica coppia di vecchi miliardari che sono Jeanne e Rex Sinquefield.
Al loro mecenatismo si devono l’esistenza della Hall of Fame e del “Saint Louis Chess Club and Scholastic Center”, il cui nome ci ricorda che Sinquefield non sponsorizza solo supertornei, ma continuativamente e da diversi anni i programmi di insegnamento nelle scuole del Missouri, soprattutto nelle aree di disagio sociale e giovanile.
Un buon motivo per andare a Saint Louis ❗
Avevo ricevuto l’invito per l’inaugurazione della mostra ma mi risultava difficile andare in America in quei giorni
L’invito era legato alla mia collaborazione per quanto minima al Libro del Prof Joe Ponterotto ( esposto anche al Bobby Fischer Center ) che si è addentrato proprio nei meandri della mente di Bobby .
La mostra è aperta fino al giugno 2015 .
Ci sto già pensando .
Sarebbe bello ( per quanto lo spazio di Selfoss sia sggestivoe amorevole) che a Bobby fosse dedicato uno spazio piu’ grande e strutturao dove veramente vi sia raccolto e catalogato tutto il suo lascito .
Mi viene in mente in Max Euwe Center Di Amsterdam ad esempio .
…un vero e proprio tunnel di emozioni.I sorrisi radiosi di Bobby, gli abbracci teneri e fraterni con Boris richiamano alla mente aneddoti “succosi”. Si racconta di quella volta in Bulgaria (nel’62 credo)quando, durante un torneo, Robert Byrne suggerì a Bobby l’ausilio di uno psichiatra.Bellissimo il knock-out di rimando:…”uno psichiatra dovrebbe pagare me per il privilegio di lavorare sul mio cervello”…e come dargli torto? Ma l’uno-due rifilato a Benko è da leggenda.Accusato di paranoia, Bobby leggero come una farfalla manda al tappeto l’ingenuo maestro di origine ungherese…”i paranoici possono avere ragione”…parafrasando niente di meno Delmore Schwartz (“anche i paranoici hanno nemici veri”. L’enigma Fischer è tutt’altro che risolto.Troppi i pezzi mancanti,troppi gli angoli bui da illuminare.Penso a Russel Targ,il marito di “Giovanna” sorella di Bobby,alla cella del carcere di Pasadena così simile ad un “pozzo di Faraday” utilizzato per studiare civili “dotati”, alla sua vera o presunta iperacusia che potrebbe essere un link per il suo “stato mentale”…pezzi mancanti appunto.
…Ma il genio ribelle, “l’uomo più famoso di Gesù” (all’apice della sua carriera) era veramente pazzo? Valery Krylov ha parlato di Schizofrenia (paranoide),altri hanno invocato la Sindrome di Asperger.Ultimamente è stata azzardata l’ipotesi di Disturbo di Personalità Paranoide (pare ne soffrisse anche la madre di Bobby, Regina)con la comparsa in età adulta di manifestazioni di un Disturbo Delirante di tipo Persecutorio (quest’ultimo in comune,pare, con Morphy).Queste ipotesi diagnostiche sono state avvalorate da particolari e sofisticate tecniche mutuate dalla Psichiatria Forense,utilizzate sia in ambito penale(morti sospette e/o suicidi) che civile. Quindi,mistero risolto? Niente affatto! Queste tecniche di Ricostruzione Biografica Retrospettiva applicate ad un individuo scomparso presentano notevoli limitazioni:A) E’ molto difficile standardizzare e sistematizzare un protocollo (anche se vi sono dei modelli strutturati e sistematizzati utilizzati in Centro e Nord America).Le testimonianze vengono spesso raccolte in tempi diversi con possibili distorsioni cognitive e di memoria( per questo in Europa e, soprattutto in Italia sono poco utilizzate).B) Spesso i dati vengono raccolti tramite intervista strutturata.E’ importante per la validità dell’indagine il tempo intercorrente tra l’evento in studio e la somministrazione degli items dell’intervista(consigliati 2-6 mesi).Questa precauzione è necessaria per eludere l’innesco di meccanismi di difesa nell’intervistato. C)Queste tecniche non vengono considerate specificatamente delle ricerche mediche (infatti spesso sono svolte da gruppi pluri-disciplinari senza purtroppo la partecipazione di un medico specialista)cosicchè è possibile che vengano disattese le procedure di CONTROLLO ETICO adottate solitamente per la ricerca medica (memoria del defunto, confidenzialità nel trattamento dei dati, raccolta delle informazioni). D)Ultimo dato da non sottovalutare è che i dati ricavati mediante queste tecniche retrospettive non dovrebbero essere utilizzati per fini diversi da quelli investigativi(se siamo nel penale o nel civile)o per ricerca scientifica. Quindi si tratta, per mezzo di queste tecniche retrospettive di fornire solo delle IPOTESI che rimarrano SEMPRE TALI e che non potranno essere utilizzate per la Pianificazione di possibili interventi preventivi( per es. interventi sui ragazzi dotati di talento al fine di fornire loro un “equilibrio”. Detto ciò ritorniamo al punto di partenza: il genio ribelle, “l’uomo più famoso di Gesù” (all’apice della sua carriera)era veramente pazzo??
Vedendo la foto nel museo pensavo che è proprio vero: in Islanda è facile quasi dovunque trovare una scacchiera… Lì dovunque ti sembra di essere a casa, anche per l’incredibile squisitezza e socialità delle persone. Complimenti: davvero un bel reportage su una terra meravigliosa.
Bello!
Grazie.
Fotoreport veramente coinvolgente. Grazie per averci “portato con te” in Islanda.
Che differenza tra la tomba di Bobby e l’ultima dimora “sciccosa” di Alekhine a Montparnasse. In linea col personaggio, più o meno come quella di Jim Morrison.
Mi sono fermato anche davanti all’ospedale in cui Bobby è morto.
Non ho scattato nessuna fotografia.
In fondo non mi sembrava importante o forse non me la sono semplicemente sentita.
Non avrebbe aggiunto nulla comunque.
Visto che Alfredo ha citato il Max Euwe Center di Amsterdam, ho pregato Stefano (il mio secondogenito), che vive e lavora ad Amsterdam, di preparare un “servizio”. Mi ha risposto che, non appena avrà qualche giornata libera, mi invierà immagini e commenti.
Che dire?
Emozionante.
Coinvolgente.
Malinconico.
In grado di toccare corde nascoste.
Grazie Alfredo.
Ora anche in versione video per youtube
Gustevelo possibibilmente a schermo interno lasciandovi trasportare dall’atmosfera rarefatta della musica dei Sigur Ros:
Fuser for President!!! 😉
Inimitabile Alfredo… gli voglio bene a questo ragazzaccio dai capelli brizzolati perché è sempre se stesso in tutte le cose che fa, senza risparmiarsi mai…
Fantastico!!!
Ho un debole per quelle terre del Nord e quando vedo certi video mi sembra di esserci vissuto in vite precedenti.
Chissà…
Bobby aveva ritrovato forse quello che cercava in quei posti, quell’identità perduta a causa della strumentalizzazione politica della sua immagine.
Bobby voleva solo giocare a scacchi perché solo attraverso gli scacchi poteva esprimersi ma il sistema glielo poteva permettere solo a certe condizioni e lui, che non era incline ai compromessi, non poteva accettarlo.
L’Islanda è stata il suo rifugio, un luogo che ha rappresentato la simbiosi perfetta col suo stile, il suo modo di essere.
…e, invece, per Bobby l’Islanda era diventata una “prigione” come hanno dichiarato Oddsson e Sverrisson, se non ricordo male, membri del Comitato “Rjf”. E’ stato un uomo di grandissimo spessore, purtroppo, totalmente incompreso. Ammiro il suo “arrendersi”…è stato grande sino alla fine.
Questo mi sfuggiva, pensavo in effetti il contrario perché avevo collegato idealmente il carattere di Bobby a quei luoghi selvaggi e ribelli, malinconici e incontaminati per certi versi dove la natura è ancora padrona del tempo.
Sarebbe interessante approfondire…
Un reportage molto gradevole ed emozionante, per tutti noi scacchisti. Anche per chi Fischer era un mito solo sulla scacchiera. Che, in fondo, non è poi così poco. Un caro ringraziamento ad Alfredo!
Per chi non lo avesse già visto
http://www.chess.com/news/historic-moment-in-chess-kasparov-at-fischers-grave-4016
…”Queste partite sono una montatura!Kasparov dovrebbe rispondere alle mie accuse!Lo si dovrebbe sottoporre a un test con la macchina della verità,allora tutto il mondo vedrebbe cos’è una bugia!” (docu-film Me&Bobby Fischer) …e ancora…”Ci volle del tempo prima che Bobby accettasse il fatto di stare morendo,ma quando ciò avvenne spiegò subito a Sverrisson di non volere nessuna fanfara nè alcun genere di CIRCO MEDIATICO,solo un semplice funerale da svolgersi in forma rigorosamnte privata.Nel tentativo di garantirsi fino alla fine il massimo controllo,espresse chiaramente la volontà che nessuno dei suoi NEMICI partecipasse al funerale:coloro che a suo parere lo avevano sfruttato o con cui era entrato in rotta.E soprattutto non avrebbero dovuto esserci giornalisti,videocamere o TURISTI perdigiorno.Sverrisson organizzò il funerale attenendosi scrupolosamente alle ultime volontà di Bobby [..] Nel giro di poche settimane iniziarono ad arrivare da Reykjavìk autobus,a volte persino due o tre al giorno, carichi di TURISTI perdigiorno che Bobby aveva così disperatamente provato a evitare”(Brady F.)
Tengo a precisare questo :
il MIGLIOR amico di Bobby Fischer mi ha comunicato di aver messo il video sul sito web del suo chess – club e in poco tempo questo ha ricevuto moliti ” I like”
trattandosi di lettera con contenuti anche personali non posso divulgarla pubblicamente ma saro’ ben lieto di farla vedere in forma privata a chi lo volesse.
Einar S. Einarsson
questo è il nome
chi sia lo si puo’ sapere leggendo la biografia di Fischer .
Cari amici
un stralcio di una recente intervista al Terribile Viktor
E. Surov: Well, then let’s talk about Kasparov and Karpov. Who do you appreciate more as a chess player?
V. Korchnoi: Kasparov’s chess is much better than Karpov’s.
G. Sosonko: Better even than Fischer’s?
V. Korchnoi: (smiling, with a characteristic smooth hand gesture) Fischer… Fischer is in a class by himself.
” A CLASS BY HIMSELF ”
Ho visto le visualizzazione del io video su youtube .
Superate le 500
Gli amici diSoloscacchi potrebbero aiutarmi ad arrivare a 1000 ? il mio target diciamo.
La cosa piu’ semplice sarebbe , per chi possiede un profilo fb sarebbe pubblicarlo sullo stesso .
Per me sarebbe proprio una bella soddisfazione ❗
Una buona giornata a tutti , amici 🙂
Grazie del report! mi ha aiutato ad andare sulle tracce di bobby nel mio recente viaggio in Islanda. un aggiornamento: la scacchiera utilizzata per il campionato del mondo è ora nel Bobby Fischer Center, in tutto il suo splendore al centro della sala della mostra.