Milan Vidmar

Scritto da:  | 11 Novembre 2014 | 9 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
Milan Vidmar 1
Morphy, Anderssen, Buckle, Winawer, Atkins….. La lista dei “dilettanti” scacchistici si potrebbe allungare ulteriormente, ed oggi ho deciso di parlarvi di un megadilettante che viene spesso, ed a torto, relegato in secondo piano nella memoria scacchistica.
Milan Vidmar 7
Milan Vidmar nacque a Lubiana il 22 giugno del 1885, quando l’odierna Slovenia era una delle tante regioni del potente impero austro-ungarico. La sua famiglia, appartenente alla media borghesia locale, si arricchì di un altro membro, Josip, fratello minore di Vidmar. Nel corso degli studi secondari i due fratelli rivelarono doti e gusti divergenti; mentre Josip si volgeva agli studi letterari, Milan preferiva orientare i propri interessi verso attività scientifiche.
Milan, nel 1902, si avviò verso gli studi di ingegneria meccanica presso l’Università di Vienna e nel 1907 ottenne la sua prima laurea. Nel 1904, tuttavia, l’ateneo aveva introdotto il corso di ingegneria elettrica, ammettendo a tale corso coloro che avessero superato un  esame che accertasse conoscenze specifiche nel settore, e Milan Vidmar fu uno di questi. Nel 1911 ottenne la laurea di ingegnere elettrico.
Nella famiglia Vidmar si giocava a scacchi, e fin da ragazzo Milan aveva dimostrato grande interesse per il gioco, interesse che aumentò negli anni di sua permanenza a Vienna. Ogni scacchista ha le sue “predilezioni” e Milan scoprì di essere portato all’esasperazione tattica delle posizioni, senza tuttavia trascurare la solidità delle posizioni stesse. Una sua partita, giocata in un café viennese nel 1903 (aveva diciotto anni), non ha nulla da invidiare, dal punto di vista tattico, ai grandi scontri dell’Ottocento.
Milan Vidmar 4A ventuno anni si iscrive al torneo del 15° Congresso tedesco (Norimberga) e, con 7 1/2 su 16, si piazza a metà classifica, ma ottiene un clamoroso successo contro Tarrasch (che lui considera suo mentore scacchistico) grazie ad una partita d’attacco che lo stesso Tarrasch ha modo di lodare nei suoi commenti sul bollettino del torneo. Inebriato da questo successo, il giorno seguente, in un bar di Norimberga, mostra la partita a Teichmann (che non è tra i partecipanti), il quale, davanti alla 18° mossa del giovane, emette un ruggito: “COSA?! Hai osato giocare in modo tanto presuntuoso contro il grande Tarrasch?”. Sempre nel 1906 batte in match Tartakower.
L’anno seguente Vidmar è sesto a Carlsbad, lasciandosi alle spalle nomi illustri come Marshall, Spielmann, Tartakower, Teichmann, Cigorin e Janowski. Nel 1908 è terzo a Praga, ad appena mezzo punto dalla coppia vincente Duras/Schlechter, e nel 1909 gioca al 7° Campionato Nordico di Goteborg vincendolo. Il 1910 è per lui un anno di “riposo”, dedito unicamente agli studi universitari, ma il 1911 lo vede tornare prepotentemente alla ribalta scacchistica internazionale con il secondo posto (ex aequo con Rubinstein) a San Sebastian, alle spalle del fenomenale Capablanca. Alla fine dell’estate è a Carlsbad, nel megatorneo organizzato dall’infaticabile Tietz, ed è settimo su 26 Maestri di livello internazionale.
Milan Vidmar 8
Nel 1912 vince il torneo di Budapest, poi viene assorbito da compiti professionali e scompare dalla circolazione, per riapparire nel 1914 al torneo di Mannheim, che verrà interrotto a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dopo 11 turni la classifica vede al primo posto Alekhine tallonato ad un punto da un Milan Vidmar imbattuto e che si è già sbarazzato, tra gli altri, di Janowski e Reti.
La carneficina sta per avere termine, e Vidmar riappare sulla scena scacchistica vincendo nel 1918 il “Trebitsch Memorial” di Vienna ed il quadrangolare a doppio turno di Berlino, dove termina imbattuto davanti a Schlechter (che morirà poco dopo), Mieses e Rubinstein.
Milan Vidmar 6
La professione lo assorbe sempre più, è insegnante all’Università di Lubiana e membro dell’Accademia Slovena di Arti e Scienze, scrive trattati sui problemi connessi alla produzione ed alla trasmissione dell’energia elettrica, oltre ad un testo di carattere filosofico (“La mia visione del mondo”), ma non abbandona completamente gli scacchi. Nel 1922 è terzo a Londra, dopo Capablanca e Alekhine, poi viene assorbito nuovamente dall’insegnamento e ricompare al torneo di Capodanno di Hastings del 1925-26, vincendolo ex aequo con Alekhine. Milan Vidmar 5Nel ’26 è terzo a Semmering, dopo il vincitore Spielmann e Alekhine (da lui battuto nello scontro individuale). Ha passato la quarantina, l’Università lo ricopre di onori e di incarichi prestigiosi (sarà rettore di facoltà ed in seguito anche rettore dell’ateneo di Lubiana), ma appena può continua a praticare l’agonismo scacchistico ad altissimo livello.
Nel 1927 è quarto sia a New York che a Londra, nel ’29 è quinto a Carlsbad, nel ’31, a Bled, fa parte di un gruppetto (4°-7°) che comprende Kashdan, Flohr ed il giovane svedese Stoltz, e nel ’32 è primo ex aequo con Flohr a Bad Sliac, ma ormai è costretto a diradare drasticamente le sue apparizioni. Nel 1936, nel corso di una visita agli Stati Uniti d’America, batte Reskevsky in match (+3 =1 -2). Gioca (1936-37), vincendolo, un torneo per corrispondenza e lo ritroviamo, ormai oltre la cinquantina, nel 1939 a Stoccarda al cosiddetto “Campionato Europeo” organizzato dal regime nazista. Anche in questa occasione divide il 3°-6° posto (dopo il vincitore Bogoljubov ed il secondo classificato Richter) con Eliskases, Engels e Kieninger, terminando comunque imbattuto.
Milan Vidmar 2
Dopo il secondo massacro mondiale, organizzato nuovamente dai tedeschi, Vidmar viene incaricato dalla FIDE di svolgere il ruolo di arbitro-capo al torneo-match indetto nel 1948 per trovare un successore al defunto Alekhine. Quello stesso anno l’università di Lubiana istituisce la facoltà di elettrotecnica che oggi porta il nome del professor Milan Vidmar. Poi, a sessantasette anni Vidmar vince il torneo di Basilea. Due anni prima il congresso della FIDE lo ha insignito del titolo di Grande Maestro. Ha un figlio, Milan Vidmar junior, che diverrà Maestro Internazionale.
Milan Vidmar muore il 9 ottobre 1962 a Lubiana.
La partita che segue venne giocata dal diciottenne Vidmar contro uno stimato dilettante viennese.

Abonyi
Il Maestro ungherese Aboniy, poco prima della partita, illustrò a Vidmar le principali linee di gioco che ispiravano il Gambetto di Budapest, e Vidmar ne rimase entusiasta, tanto da giocarlo subito dopo contro il grande Akiba che, bisogna dirlo, ne rimase alquanto sorpreso.
 

separator4
Questa partita fece il giro del mondo e Vidmar, nelle sue memorie, scrive che, dopo 52. … f5, Alekhine entrò in uno stato di agitazione. Allungò le mani verso le sigarette ma, non distogliendo gli occhi dalla scacchiera, non riuscì ad afferrarne una. Vidmar prese una sigaretta e la infilò tra le labbra di Alekhine, ma quest’ultimo continuò a cercare invano una sigaretta. Vidmar accese quella che l’avversario aveva tra le labbra, ed Alekhine aspirò due o tre volte, calmandosi. Sempre stando a Vidmar, Alekhine proseguì con l’erroraccio 59. Da4?? ed abbandonò dopo 59. … C:a4+
Milan Vidmar 3
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a Milan Vidmar

  1. avatar
    Mongo 11 Novembre 2014 at 15:03

    Bello l’aneddoto della sigaretta!! 😛

  2. avatar
    Ramon 11 Novembre 2014 at 19:01

    Il solito ringraziamento sincero, grande e sentito al mitico Paolo per l’inesauribile miniera che è di gemme preziose come questa…

  3. avatar
    The dark side of the moon 11 Novembre 2014 at 23:08

    Che partite!
    Un precursore del grande Tal…, tatticismo esasperato, sto Vidmar “menava come un fabbro”!

  4. avatar
    nikola 12 Novembre 2014 at 23:06

    La figura di Vidmar qui descritta sapientemente a me è piaciuta parecchio, e direi che collocarlo in secondo piano sarebbe fargli torto. Sono affascinato sopratutto dai giocatori in cui trovo la contemporanea presenza di abilità alla scacchiera e affermazione professionale e culturale.

    • avatar
      Marramaquis 13 Novembre 2014 at 06:43

      Grazie a Paolo Bagnoli per queste pennellate come sempre deliziose.
      Anche a me, Nikola, attirano molto personaggi poliedrici e sovente pure rinomati in altri campi. Basti citare Philidor.
      Però non si può dimenticare che, specialmente un tempo, personalità provenienti da famiglie benestanti avevano tante più opportunità di affermarsi negli scacchi rispetto ad altri meno fortunati.
      Si pensi, senza andare troppo indietro negli anni, al geniale e sfortunato Albin Planinc, del quale qui sul Blog si è parlato più di una volta (anch’io lo scorso anno).

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    Enrico Cecchelli 13 Novembre 2014 at 13:56

    I soliti scontati complimenti a Paolo.

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    Graziano Masi 25 Novembre 2014 at 21:30

    Chissà per quale motivo un bel giovane intelligente e colto portava dei baffi così improbabili!. Grazie Paolo

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    Graziano Masi 25 Novembre 2014 at 21:44

    Chiedo scusa. Il mio post precedete era riferito ad Atkins. ….è l’età….

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