Qualche tempo fa, il mio caro amico Reynold di Oxford mi ha mandato lo scan di una pagina di una rivista settimanale inglese di 128 anni fa.
Era il 1887, l’anno del “Golden Jubilee”, il cinquantesimo anno di regno, per la regina Vittoria, ma anche per gli scacchi ci furono eventi da ricordare durante quell’anno: a Febbraio nasceva Tartakower, tra Luglio e Agosto Mackenzie vinceva il torneo di Francoforte (battendo tra gli altri Blackburne, Tarrasch, Paulsen e Burn) e tra Novembre e Dicembre, Amos Burn vinceva, assieme a Gunsberg, il torneo di Londra battendo tutti (inclusi il co-vincitore Gunsberg, Blackburne, Bird e Mason) con l’eccesione di Zukertort, col quale perse.
Il 1887 fu anche l’anno in cui W.H.Denison, di Woburn Sands, finì agli onori delle cronache comparendo sulla colonna dedicata agli scacchi del “The Illustrated London News” del 26 Marzo 1887. Ma non proprio nel modo in cui avrebbe voluto.
Nella pagina della rivista, oltre all’annuncio di un ciclo di conferenze sulla “Scienza del pensiero” e alla recensione di due libri di viaggi in Europa, c’è un problema di Josef Pospisil da Praga per i lettori: ve lo ripropongo.
Sono poi pubblicate alcune notizie locali e le risposte alle lettere dei lettori. In particolare, questo è quanto si legge riguardo al signor Denison (le mosse sono riportate in notazione descrittiva e, non avendo la posizione di partenza, è impossibile ricostruire le mosse in notazione algebrica):
“Sappiamo che, di regola, i nostri lettori ci sono grati per non pubblicare i loro eventuali errori. Sembra invece che Lei non lo sia e, piuttosto, insiste per ricevere una risposta. La soluzione da Lei proposta al nostro problema n.2235 (“Donna alla quinta di Alfiere” è completamente sbagliata, visto che il Nero ha a disposizione l’ottima risposta “Torre alla quinta di Cavallo”, con la minaccia di dare scacco al Re Bianco alla mossa successiva. Lei sbaglia anche nell’affermare che l’attacco del Sig. Studd è parato dalla difesa “Torre prende Alfiere”, perché, in risposta, il Bianco continuerebbe con “Donna alla quarta del Cavallo di Donna” e il Nero non potrebbe evitare il matto alla mossa successiva. Speriamo di averLa convinta che la sua “soluzione” non è assolutamente “meritevole di essere pubblicata assieme al nome del suo autore”; nè, in effetti, di questa fin troppo lunga nota.”
Fantastica risposta! Chissà quanto doveva avere insistito con la Redazione il sig. Denison…
Oltre a questa pungente dimostrazione di sarcasmo inglese, la pagina della rivista riporta una partita tra Amos Burn e il Reverendo Arthur Bolland Skipworth, descritta come “la prima partita del match tra i signori Burn e Skipworth, giocato a Tetford il 17 del mese scorso.”
Forse segretamente ispirato dal fatto che nel 1887 Arthur Conan Doyle pubblicò il primo romanzo di Sherlock Holmes, “A Study in Scarlet” (in Italiano “Uno studio in rosso“, ho iniziato una personale ricerca su questa partita. Su chessgames.com ho trovato traccia solo di una “seconda partita” di un match del 1887 tra i due giocatori, vinta da Burn.
Altre notizie, più dettagliate, sono disponibili sulla ponderosa biografia (984 pagine con 800 partite commentate!) di Richard Forster “Amos Burn: A Chess Biography” McFarland, 2004. Pur non avendo letto il libro, sono venuto a sapere, grazie al lavoro di Rod Edwards (originariamente finalizzato al calcolo dell’Elo di giocatori dei secoli passati), che a pagina 256 del libro di Foster viene riportato come il 17 Febbraio 1887 a casa di Skipworth a Tetford Rectory, vicino Horncastle nel Lincolnshire (Inghilterra), fosse stata giocata la prima partita di un match tra Burn e Skipworth, rimasto incompleto dopo la terza partita (giocata il 19 Febbraio 1887), sul punteggio di 2-1 per Burn. Se ne deduce che Skipworth deve aver vinto la terza e ultima partita.
Ho quindi il piacere di potervi proporre l’inedita prima partita del match, con i commenti del rev. Skipworth come pubblicati sul “The Illustrated London News” del 26 Marzo 1887. La partita non ha un valore scacchistico particolare, ma il solo fatto di poterla proporre grazie alla copia di una pagina di una rivista di 127 anni fa, la rende, a suo modo, speciale. Lascio ad altri, ben più esperti di me, la presentazione dei due giocatori: se Skipworth non è stato un giocatore di primo piano, certamente lo è stato Amos Burn.
Bianco: Mr. Skipworth, Nero: Mr. Burn (Gambetto Scozzese) – commenti di Mr. Skipworth
1. e4 e5 2. d4 ed4 3. Cf3 Cc6 4. Cd4 Dh4 5. Cf3
Questa è la mossa di Mr. Fraser ed è difficile definirla cattiva dal punto di vista pratico. Sacrifica un pedone, ma il bianco di solito ottiene in cambio una buona attività. Non dico però che questa mossa sia teoricamente corretta.
5. … De4 6. Ae2 Ab4
Non so dire se questa sia la difesa migliore, e penso non lo possa dire nessuno. Il Nero non perde un tempo dando scacco, perché forza l’avversario a bloccare la casa c3 idealmente destinata al Cavallo di donna, che da lì avrebbe avrebbe agito con efficacia.
7. c3 Ae7 8. 0-0 Cf6 9. Cbd2
Preferisco decisamente 9. Cg5, che lascia l’Alfiere libero di agire praticamente in qualunque direzione. Se il Nero avesse replicato con 9. … Dd5 (suggerita da Mr. Burn e apparentemente la migliore), avrei dovuto giocare 10. Dd5 Cd5 11. Cf7 Rf7 12. Ac4 recuperando sia il pezzo che il pedone e ottenendo una posizione lievemente superiore. Dopo una lunga esitazione alla nona mossa e avere scartato la mossa migliore, in qualche maniera ho come perso animo e interesse, e il mio gioco nel prosieguo della partita è conseguentemente stato molto debole.
9. … Dd5 10. Dc2
Mr. Burn pensava che avrei dovuto giocare 10. c4 e poi b3 e Ab2, ma quella linea di gioco non sembra portare a qualcosa che compensi il pedone sacrificato.
10. … d6 11. Ac4
Questo serve solo a obbligare la Donna a spostarsi esattamente dove voleva andare.
11. … Dh5 12. Te1 0-0 13. Ad3 d5 14. Cf1 Ad6
Il Nero adesso ha una posizione molto superiore.
15. Cg3 Ag3 16. fg3 Ag4 17. Df2 Af3 18. gf3
18. Df3 era un po’ meglio, ma per quanto avessi potuto poi giocare bene, avrei comunque avuto poche possibilità nel finale.
18. … Ce5 19. Ae2 c6 20. Af4 Cg6 21. g4
Questo è un errore. L’alfiere sarebbe dovuto andare in d6.
21. … Cf4
Dopo questa mossa la mia partita non ha più speranze. Le rimanenti mosse, così come quelle fino ad ora, furono giocate bene da Mr. Burn, sebbene poche, se non nessuna, furono le occasioni in cui dovette fare uso delle sue migliori capacità. Le due partite successive saranno di qualità molto migliore.
22. gh5 Ch3 23. Rg2 Cf2 24. Rf2 Ch5 25. Tg1 Tae8 26. Tg4 f5 27. Th4 g6 28. Tg1 Rf7 29. Ta4 a6 30. Td4 Te7 31. h4 c5 32. Td2 b5 33. a4 Cf4 34. Ta1 Ce2 35. Te2 Te2 36. Re2 ba4 37. Ta4 Tb8 38. Ta2 Tb6 39. Rd3 Re6 40. f4 Rd6 41. Rc2 Rc6 42. Ta1 Rb5 43. b3 Te6 44. Td1 Te2 45. Rd3 Th2 46. Re3 Th3 0-1
PS: Non crediate che la storia del signor W.H.Denison, di Woburn Sands, sia finita qui. Ho trovato traccia di lui nel “Dutton, Allen, & co.’s directory & gazetteer of the counties of Oxon, Berks & Bucks” del 1863, dove gli autori, a pagina 572, parlano della parrocchia di Wavendon, nel Bucks.
Con una popolazione di 879 abitanti nel 1861, Wavendon comprendeva nel suo territorio il villaggio di Woburn Sand, dove, a Hardwick Cottage, viveva William Henry Denison. Denison, che si fregiava del titolo di Esquire (equivalente all’incirca al nostro “Ufficiale”, visto che era un titolo a metà tra “Cavaliere” e “Gentiluomo”, fu amministratore della parrocchia per 21 anni e uno dei principali sostenitori della costruzione della Chiesa di St.Michaels ad Aspley Health, vicino a Woburn Sand. Oltre a finanziare di tasca propria la costruzione, il nostro ne curò negli anni i successivi ampliamenti: alla sua morte nel 1890, all’età di 79 anni, la vetrata dell’Ascensione gli fu dedicata come segno di riconoscenza.
PS del PS: no, non c’è un motivo particolare per dare così tanti dettagli su un oscuro abitante del Buckinghamshire di due secoli fa, tranne l’ennesima prova della potenza di Internet e delle sue infinite risorse.
Splendido articolo! Ha scatenato in me ricordi di gioventù, quando passai diverso tempo dalle parti di Newport Pagnell e Woburn Sands (molto vicine, Bedford a un tiro di schioppo, paesaggio collinare incantevole), soggiornando al Royal College of Aeronautics di Bletchley. Per quanto riguarda i protagonisti, Burn a parte, so che il reverendo Skipworth fu tra i maggiori cultori del gioco tra i pastori anglicani dell’epoca.
Condivido la illustre opinione di Paolo, articolo realmente splendido! Grazie.
Illustre?! Come ti permetti?
Veramente delizioso! Complimenti all’autore
e un bravo al nostro scienziato ….
Molto bello e particolare, uno di quegli articoli che si può gustare solo su “Soloscacchi” 😉
Mi ha fatto sudare, ma dovrei esserci riuscito, sperando di non far la fine della soluzione del signor W.H.Denison: 1. Td4!!, Rxd4; 2. Af2#. Se 1…., exd4; 2. Ad6#. Se 1…., c2; Tc4#. Se 1…., Tb4; 2. Td5#.
Articolo intrigante… 😐 😉