Tra meno di una settimana, esattamente il 7 Novembre con la cerimonia di apertura e l’8 Novembre sulla scacchiera, comincerà a Soči/Sochi (Russia) la sfida per il titolo di Campione del Mondo di Scacchi tra Magnus Carlsen e Anand Viswanathan.
Non c’è bisogno di introdurre i due campioni, né di raccontare la storia travagliata del match, la cui sede è stata in dubbio fino a subito dopo il congresso FIDE di Agosto a Tromsø. A riconferma incassata, il presidente Kirsan Iljumžinov si è esibito in uno dei suoi numeri preferiti: l’imposizione delle sue scelte a prescindere dalle procedure. In più usando il pugno di ferro verso i giocatori, che hanno dovuto decidere se accettare o no le condizioni dell’incontro in un tempo relativamente molto breve.
Al di là delle modalità con le quali è stata scelta la sede di gioco, durante quei giorni i temi caldi erano più di uno: la vicinanza ad un’area politicamente e militarmente delicata come la Crimea, il montepremi drasticamente ridotto rispetto al match mondiale precedente e anche la stessa provenienza del montepremi (apparentemente un magnate inserito in una blacklist dell’Unione Europea). Dopo qualche giornata di passione (coincidente con le sofferenze scacchistiche impostegli da Fabiano Caruana a Saint Louis), Carlsen ha infine accettato tutte le condizioni del match, cosa che lo sfidante indiano aveva fatto senza troppe storie.
Ed eccoci quindi in attesa di uno dei match mondiali meno previsti, dato che, dopo Chennai, più di qualcuno aveva considerato Anand come ormai avviato su un inesorabile viale del tramonto. Senza farsi condizionare dalle voci sull’età, l’ex campione del mondo ha sfoderato una convincente, anche se non trascinante, prestazione al Torneo dei Candidati di Marzo a Khanty-Mansiysk, facendo concretizzare uno degli spettri che scaramanticamente Carlsen aveva citato [1] poco prima del match di Chennai: un giovane campione del mondo di 23 anni che difende il titolo conquistato l’anno prima contro il navigato ex-campione.
Tal-Botvinnik 1960 e 1961, come fare a non pensarci? Certo la personalità dei giocatori è completamente diversa. Carlsen ha una condizione fisica incomparabilmente migliore di Tal e non soffre certo di quei condizionamenti ambientali che, possiamo immaginare, subì il campione lèttone a Mosca, né Anand ha quel ruolo di patriarca e quell’influenza politica che Botvinnik vantava, ma la storia propone spesso corsi e ricorsi.
Di una cosa siamo certi: non ci sarà un “nuovo” campione del Mondo, nel senso che chiunque vinca lo è già stato. La striscia dei Campioni “undisputed” rimarrà quindi comunque ferma a 16.
Ma adesso è il momento dei pronostici.
Tanto per cominciare, abbiamo chiesto alla famosa opinionista russa Velina Sibilla Seminòva (nessuna relazione con l’altra ben più famosa V. Seminòva) la sua opinione sul match. “Velina Sibilla, tu sai dove si gioca? Sai chi vincerà il match?” La risposta è stata chiara e illuminante “So chi“.
Per non avere solo il parere di un rappresentante della stampa, abbiamo anche chiesto al cosiddetto “uomo della strada”, un intrattenitore di Tor di Quinto, Massimo Venti, che alla domanda a bruciapelo “Carlsen o Anand?” ha rapidamente risposto “Chi so’?“
Ma non abbiamo dimenticato di chiedere il parere di un indiano, solo che, erroneamente, la nostra Redazione ha contattato un Indiano d’America, Little Wind Vane, che alla domanda “Carlsen-Anand: 1, 2, X?” ha decisamente dichiarato “Oh, Ics“.
Un moderno discendente degli Oschi, residente a Schio, ci ha poi contattato telefonicamente con l’enigmatico pronostico “Ho sci” “Scusi, si capisce male, ‘Ho sci’ oppure ‘Oh, sci‘? Come comincia il suo pronostico?” “Così: H“. Il capitano Jonathan Archer, della Enterprise NX-01, ci ha raccomandato di chiedere una interpretazione di questo pronostico al suo ufficiale addetto alla comunicazioni, Hoshi Sato, ma ci siamo rifiutati, visto che qui si fanno le cose per bene e la sola omofonia non basta.
Invece il pescatore egeo Marramakidis, conterraneo di Mikis Theodorakis, si augura che, chiunque sarà il vincitore, il prossimo mondiale si giocherà nella sua isola, Chios.
Un sospettoso enigmista indiano ci ha confidato che vincerà Carlsen perché “Ha soci a Sochi“, mentre c’è un lettore norvegese che, dopo una lunga disamina della personalità dei due giocatori, fa il suo pronostico senza però fare nomi: vincerà “chi osa” chiosa.
Abbiamo infine contattato la forte scacchista georgiana Nana Dzagnidze, che ha anagrammaticamente risposto via email alla nostra richiesta di un pronostico: “Anand. Nana D.“
Da parte nostra possiamo solo notare che l’ex-campione del mondo ha sicuramente messo bene a frutto l’anno trascorso dal mondiale di Chennai. Nel 2013 Anand aveva poco meno del doppio degli anni di Carlsen: dopo un duro allenamento è riuscito a migliorare questo aspetto negativo e ora ha decisamente meno del doppio degli anni di Carlsen! Un punto a favore decisivo?
E voi, cari SoloScacchisti, come vedete la sfida di Soči?
[1] Dalla intervista di VG-TV a Carlsen del 25 Dicembre 2013: “Magnus, hai qualche mania, qualcosa che devi fare per forza [NdA: durante i tornei]?” “No, non molte. Avevo giocato male nelle prime due partite [NdA: del match con Anand] e stavo usando una penna che ho gettato via. Mi hanno dato una nuova penna e da lì in poi le cose sono andate molto meglio” “Davvero pensi che questo abbia avuto importanza?” “No, ma mi ha dato buone sensazioni. Mi hanno chiesto di firmare un libro sul match per il Campionato del Mondo del 1960 tra Tal e Botvinnik. Tal aveva vinto e aveva 23 anni all’epoca. Perse l’incontro di rivincita e non tornò mai più Campione del Mondo. Mi sono rifiutato di firmare quel libro. Veramente, non ce l’ho fatta: era come se mi avessero chiesto di firmare la mia condanna a morte. Da questo punto di vista probabilmente sono un po’ superstizioso.”
Articolo interessante, divertente e con un grande
valore aggiunto: la foto di presentazione!
Ovviamente… quella del porticciolo…
A proposito del match Tal-Botvinnik. E’ memorabile lo sfogo di Botvinnik raccolto da Ivanchuck durante un viaggio in aereo e da lui riferito in una vecchia intervista (cito a memoria):
– Dopo il primo match, tutti ad osannare il giovane e geniale nuovo campione del mondo dal gioco brillante e spettacolare. Quando, l’anno seguente, vinsi il match di rivincita con cinque punti di vantaggio, dissero “Se l’è cavata ancora una volta quel vecchio porco!”
Sempre a proposito del match di ritorno tra Botvinnik e Tal, Sosonko riferisce
che il Partito chiese al Patriarca di posticiparne l’inizio, viste le cattive
condizioni di salute di Tal ( che per parte sua mi pare di ricordare che non
avanzò nessuna richiesta ), ma Bot fu irremovibile giudicando “oltraggiosa l’ingerenza del potere negli scacchi”.
Io non darei assolutamente per scontata una conferma di Magnus 😉
Certo se speriamo di vedere nel 2016 la sfida tra i due “C”, una vittoria dell’indiano manderebbe tutto all’aria… 🙂
Io tifo per Vishy! 😉
Carlsen vence fácil
Dice il Profeta: “Il Vichingo va in terra russa (no, cosa avete capito? Non cade e non si mette a russare!!), combatte e sconfigge la tenace resistenza di Toro Seduto (tradotto: dell’indiano) e torna tra le bionde (no, non dalle birre, ma dalle simpatiche ragazze scandinave) a festeggiar con la cintura in mano (niente di porcografico: si tratta solo della cintura di campione del mondo, come quella che 30 anni fa un certo Ali strappoò all’americano Foreman in Zaire, ex Congo)”!. 😎
Oggi, intanto, inizia a Mosca il Memorial Tigran Petrosian, con, in ordine di Elo: Aronian, Grischuk, Kramnik, Gelfand, Leko, Ding Liren, Morozevich e Inarkiev.
Vedremo se Aronian confermerà quel suo lungo semiappannamento che non l’ha condotto a Sochi, Grischuk la sua quinta posizione nel rating mondiale, Kramnik di porsi sempre come mina vagante in ogni torneo, Gelfand (infaticabile) alcuni suoi brillanti risultati di quest’anno, Leko la sua grigia incapacità di saper andare oltre i mezzi punti, Ding Liren (imprevedibile e capace di tutto) i suoi noti alti e bassi, Morozevich il suo declino inarrestabile e Inarkiev il suo destino di restare soltanto un comprimario di lusso.
Se dovessi comprare due biglietti per seguire in diretta due partite, io sceglierei la Grischuk-Morozevich del terzo turno e la Gelfand-Morozevich del quinto.
Questo perché “il Moro” è rimasto uno dei pochi giocatori (con Carlsen, Caruana e Rapport) che cerca di vincere qualsiasi partita anche con i colori neri.
Dimenticavo: inizio alle 13,00 ora italiana.
Tra i “combattivi col Nero”, aggiungiamo anche Baadur Jobava!
Il georgiano è anche combattivo oltre la fine della partita: l’analisi in diretta assieme a Giri della loro ultima partita è stata veramente tesa, con non tanto velate minacce del tipo “vieni di là che ti dico due cose in privato” e la mitica frase di Jobava “I’m not the guy who you can ironic!”.
Giri è rinsavito non traducendo in russo tutta una sua frase -abbastanza indelicata- che Jobava non aveva capito in inglese. Poi Anastasiya Karlovich ci ha messo un sorriso dei suoi e la situazione si è calmata.
mah, ho visto il filmato (senza capire cosa diceva Giri che comunque era tranquillo e solo sorrideva un po’ e mi è sembrato tutto il contrario, in fin dei conti Jobava già in passato ha fatto sciocchezze 🙁
se volete farvi un’idea:
http://chess-news.ru/en/node/17136
da parte mia posso dire che Giri talvolta si comporta in maniera un tantino supponente, vedasi reazione dopo la sconfitta subita da parte della Yifan al Tata Steel dello scorso anno
A Sochi oggi, alle 13 italiane, Anand-Carlsen, prima partita del match mondiale. Impressionante ieri Boris Spassky, presente alla cerimonia di apertura.
Qui la diretta delle partite dal Sito Ufficiale: ore 13 in punto… stay tuned! 😉
Vista la seconda partita: squallida! Se Anand continua così, Carlsen se lo mangia con aglio, olio e peperoncino. Mi torna alla mente una frase detta da Boleslavski quando allenava Petrosjan in vista del mondiale; di fronte a proposte “banali” di Petrosjan, Boleslavski ringhiava: “Per giocare in questo modo non occorre allenarsi!”
Sì, purtroppo la partita di oggi ricorda più il Vishy del match mondiale dell’anno scorso che non quello del torneo dei Candidati di questa primavera.
Naturalmente io continuo a fare il tifo per lui, perché mi è sempre piaciuto sia come giocatore che come persona, o forse perché… finisce sempre che faccio il tifo per i perdenti!
“Sarò anche un vecchio leone, ma se qualcuno mi infila una mano in bocca sono ancora in grado di morderla” (Steinitz). Questo è il mio commento all’inattesa vittoria di Anand nella terza. La faccenda si fa interessante…..
Tutto giusto e, sposrtivamente parlando, mi fa molto piacere che il match sia ancora aperto e interessante.
Mi colpisce però il fatto che Carlsen, rappresentante della new wave di scacchisti nati e cresciuti nell’era dei computer, abbia vinto la seconda partita sulla base della pura forza di gioco, senza sfruttare per nulla possibili analisi casalinghe e partendo da una posizione ritenuta da molti piatta ed equilibrata, mentre Anand, rappresentante della vecchia guardia, abbia vinto la terza partita sulla sola forza della preparazione in apertura, con una variante peraltro già dimostrata vincente nella pratica di altri GM.
Se non sapessi chi sono i giocatori, guardando le partite avrei potuto pensare che la seconda partita l’ha vinta Smyslov e la terza Kasparov.
Commento molto calzante, ho avuto anch’io la stessa impressione.
Sottoscrivo anche il commento di Paolo; se non è una pia illusione, ancor più mordace di un vecchio leone può essere una tigre del Bengala appena un po’ spelacchiata!
Nella tersa, Anand ha costruito quella che veniva chiamata “Alekhine’s gun”, e mi meraviglia il fatto che Carlsen non abbia preventivato tale formazione. La seconda partita è stata, come ho già detto, “squallida”, per la serie “così so giocare anch’io” (riferendomi ad Anand). Sono MOOOOLTO interessato al seguito…..
Partita assai strategica, la quarta, attualmente in corso: alla mossa 20 la situazione è ancora di sostanziale parità, un +0,02 di vantaggio che passa dall’uno all’altro a seconda della profondità di analisi dell’Houdini di turno.
L’unico squilibrio presente sulla scacchiera è il numero di isole pedonali presenti: Carlsen ne ha due (3 + 3); Anand ne ha tre (1 + 2 + 3)… 🙂
Vista la quarta, ho l’impressione che il vecchio leone abbia serenamente accettato il Pedone isolato e che il giovane campione si sia un po’ incartato, senza grandi idee sul da farsi. Vuoi vedere che…..
Mah… Difficile pare pronostici per questo match, almeno per me.
Nel complesso di questo e il precedente, osservo che Carlsen quando perde è perché fa errori (cit. di Lapalisse 🙂 ). Anand quando è sotto pressione da ore, perde perché fa vere e proprie cappelle.
“Chi ha paura di avere un pedone isolato non dovrebbe giocare a scacchi!” diceva Siegbert Tarrasch.
…”quando due giocatori disputano il loro secondo match è come se fossero due coniugi che hanno trascorso insieme 25 anni,tanto bene si conoscono”…diceva Boris Spassky.
Vista la quinta in pochi minuti, senza pensarci troppo sopra, ed ho la sensazione che Anand non abbia sfruttato a fondo ciò che la scacchiera gli offriva. Probabilmente sarebbe comunque finita patta, ma la sensazione rimane.
…”fate attenzione alla voracità di Anand.E’ capace di catturare anche l’ultimo dei pedoni!”…diceva Boris Spassky.
La voracità di Pedoni era il “difetto” di Fischer che Botvinnik evidenziò quando si trattò di preparare Spasski al match del ’72
…ho citato “paro paro” un passaggio tratto da una biografia di Spassky per evidenziare un “trait” dell’indiano: con la “vecchiaia” tutti i difetti di Anand si sono acuiti fortemente(vedi quinta partita)…P.S. i teorici Russi (o Botvinnik fa “li stesso”nel ’72 ci capirono poco o nulla.Ricorderai il Petrosjan del match dei Candidati clonato in giocatore “aggressivo” con l’intento di “testare” sul campo una nuova strategia anti-Fischer (partorita da chissà quale mente malata)…pur di vincere trasformarono un grande talento in un “Turco” riveduto e corretto,patetici!
Sulla famosa cattura da parte di Bobby del pedone in h2 nella prima partita del match del 72 ho letto una intrigante ipotesi , se non ricordo male sul blog di Kevin Spraggett
Rispondesse al vero mostrebbere la genialità non scacchistica ( quella è ovvia ma qui non cero mostrata) ma come dire ? ” mass – mediatica” di Bobby .
Giornata importante, anche se il mondiale non è di certo già ri-vinto dal norvegese, ma la sua vittoria nella partita odierna dà una svolta a questo match. Punteggio dopo sei partite (a metà del match): 3,5 – 2,5 per Carlsen.
Per Alfredo. Ho già scritto, molto tempo fa, proprio su queste pagine la mia opinione sulla cattura in h2; che l’Alfiere venisse in seguito confiscato lo vedeva anche un cieco, quindi, a mio avviso, Fischer, oltre a vedere possibilità di patta anche sotto del pezzo, ha lanciato un terribile messaggio a Spasski: “Con te posso giocare anche così” e, secondo me, col resto del contorno psicologico, ha finito per funzionare.
Vista la sesta, con cappella e controcappella. Forse Vishy ha perso il treno…..
…a proposito del “match del secolo” vi consiglio l’intervista che Spassky ha rilasciato qualche giorno fa su El Pais…”Spassky aún sueña con Fischer”…forza Boris, non mollare!
Carlsen e Anand sono entrati nel libro dei records, perché la loro settima partita è durata ben 122 mosse (le ultime 22 praticamente inutili), che è la partita di un mondiale più lunga in assoluto. Hanno superato una Karpov – Korchnoj (118 mosse) ed una Karpov – Kasparov (120 mosse).
Spassoso Svlider, in sala analisi, che ha commentato il finale di partita con la frase: “Buffalo buffalo Buffalo buffalo buffalo buffalo Buffalo buffalo”, che tradotto in italiano vuol dire: ” I bisonti di Buffalo, che intimidiscono bisonti di Buffalo, sconcertano (altri) bisonti di Buffalo”.
Buffalo è una città degli U.S.A.; buffalo è un bovino selvatico; (to) buffalo in inglese vuol dire sconcertare.
Ops… Mi correggo, è stata la seconda più lunga partita di un mondiale (il primato è di 124 mosse, Korchnoj – Karpov 1978), che comunque ha fatto guadagnare al Mondiale un articolo sulla Gazzetta dello Sport.
http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/17-11-2014/scacchi-gara-7-patta-infinita-carlsen-anand-901064475380.shtml
Vista la settima ed anche la ottima (perdonate il gioco di parole) scelta di Anand di eliminare quei due inquietanti Pedoni. Domani Anand deve spingere sull’acceleratore per tentare di riequilibrare il punteggio che, in un match su 12 partite (vergogna!), dà ad ogni vittoria un peso eccessivo. Sono un nostalgico, ritengo che per un match mondiale si debba giocare su un MINIMO di sedici o venti partite, se non sulle 24 degli incontri del dopoguerra. E poi, cosa sono tutti questi riposi?
Per i riposi era anche peggio, mi pare giocassero 2 partite alla settimana, con la ripresa dopo la sospensione il giorno successivo.
Per finire ci volevano 2 mesi e mezzo, veramente troppo.
Adesso tutto è più veloce, a cominciare dal tempo di riflessione e penso sia giusto così.
Succede anche negli altri sport, ad esempio l’introduzione del tie-breack nel tennis e nella palla a volo.
Comunque anche a me sembra più giusto il mondiale su 16 partite.
…il tie-break nel volley ha peggiorato la qualità tecnica e tattica a favore della visibilità televisiva (fornisce tempi certi fondamentali per i contratti televisivi). Uno sport a cadenza lunga è stato trasformato in blitz con conseguente dominio totale della tattica informatizzata. Tecnicamente i giocatori di oggi sono “poverissimi” rispetto all’epoca ante tie-break. Oggi,rispetto al passato, è un’altro sport…possiamo dire la stessa cosa per gli scacchi?
Da ex-pallavolista, sottoscrivo in tutto.
Caro Giancarlo, d’accordo sui tempi d’antan (sicuramente lunghi), ma oggigiorno, giustamente accorciati i tempi di riflessione, anche in considerazione del supporto siliconico in fase di apertura, ritengo che un “riposo” ogni quattro partite sarebbe più che sufficiente. Le esigenze mediatiche (conferenze stampa assolutamente insignificanti, piene di “ma…”, “boh…”, “forse…” evidentemente la fanno da padrone. L’aspetto più divertente della faccenda mi sembrano i vari commenti di GM, SuperGM, eccetera.
Il livello di gioco mi sembra un po’ “scarso” (chi vuol capire capisca).
Molto interessante questo commento di Dmitri Jakovenko sul match di Sochi:
“A mio avviso Carlsen non è un perfezionista. Non mette il 100% nella preparazione ed è anche, forse, incapace di costringersi a farlo, anche quando si tratta di prepararsi per un match. Quello che si è visto a Sochi, riguardo alle aperture, è stato per me qualcosa di incredibile! Non è neanche riescito a preparare le aperture con il Nero. Capisco che oggi, con il Bianco, sia difficile porre problemi all’avversario, ma non riuscire a uscire bene dall’apertura col Nero neanche una volta?
Alekhine scrisse che, analizzando le partite di Capablanca prima del loro incontro, aveva scoperto molte inesattezze del cubano, anche in partite importanti. E’ poi stato evidente come, anche durante il match del Campionato del Mondo, Capablanca non fu in grado di concentrarsi abbastanza per eliminare tali carenze. E’ possibile che Magnus abbia sottovalutato Anand questa volta, ma è tutt’altro che certo che, se Caruana, Aronian o Karjakin si qualificassero per sfidarlo, Carlsen improvvisamente sarà in grado di cambiare atteggiamento e prepararsi otto ore al giorno per il match.“
Interessante, sì. E probabilmente ha ragione. Io però vedo in questo atteggiamento di Carlsen qualcosa che lo rende più umano. Può essere che gli scacchi non siano tutto per lui. E penso che il suo gioco gli basti comunque per tenere a lungo lontani dal titolo i vari Anand, Aronian e Karjakin. Caruana è forse, al momento, l’unico pericolo per lui.
Alla faccia di chi ha detto che al mondiale i computer hanno giocato le aperture
Caro Jas, rimango convinto che le aperture siano state giocate dai computer (esiste anche la memoria umana…. Condivido, invece, l’affermazione di Jakovenko, quando sostiene che Carlsen abbia un po’ sottovalutato l’impegno, così come fece Capa con Alekhine e così come fece (come testimoniato in seguito da Bernstein) Lasker con Capa.
Resta il fatto che si è trattato di un mondiale decisamente “triste” e che l’attuale formula ha fatto il suo tempo.
😐 Paolo, condivido 1OO%. Non potevi usare un aggettivo più appropriato.