L’ultima intervista di Mikhail Tal

Scritto da:  | 9 Novembre 2014 | 34 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Questo articolo esce oggi, il 9 novembre, giorno dell’anniversario della nascita di Mikhail Tal; ironia della sorte, proprio  in questi giorni è in corso il torneo di scacchi ‘Memorial Petrosian’.

Intervista a Mikhail Tal 4

Dall’ Ogonyok, 1992.

Vitaly Melik-Karimov: “Contro la medicina, Tal giocò sempre con il Nero.”

 Questa è l’ultima intervista di Mikhail Tal.

 Soffriva di una grave malattia e  sembrava essere malato da molti anni.

Tal fu il secondo campione del mondo del dopo seconda guerra mondiale a morire. Il primo è stato Tigran Petrosian che una volta disse: “Il più sano di noi è Misha Tal. Chiunque altro non sarebbe vissuto nemmeno un anno con i suoi malanni!

Tal era malato quando l’ho avvicinato, ma il senso dell’umorismo non lo ha mai abbandonato. Quando lo incontrai gli dissi che avevo iniziato a fare un film intitolato “13 Campioni” – la storia di tutti i campioni del mondo di scacchi. Mi ascoltò, e poi chiese: “Hai già raggiunto un accordo con Steinitz?“.

Mikhail Tal ha scritto articoli per l’Ogonyok per molti anni. In quegli anni le uniche cose interessanti erano i cruciverba ed i suoi articoli. In quei noiosissimi anni, lui mantenne sempre la sua brillante personalità. Posso immaginare la rabbia che provavano le persone sulle due famose piazze limitrofe di Mosca a causa delle sue ‘scappatelle’, ma credo che anche loro lo amavano.

Era impossibile non amare Tal. Non aveva nemici. Egli non avrebbe potuto averne, perché nulla di terreno lo interessava.

Tal apparteneva alla generazione dei cosiddetti ‘60ers’.  Tal non criticò mai il sistema politico, il partito, i servizi speciali, i comitati esecutivi e quelli di quartiere e per questo riuscì a rimanere libero anche nei momenti più difficili.

Intervista a Mikhail Tal 9

Mikhail Nekhemievich, per tutta la storia degli scacchi solo tredici persone hanno conquistato il titolo di Campione del Mondo. Solo tre di loro hanno vissuto con i loro genitori negli anni dell’infanzia: Max Euwe, Vasilij Vasil’evic Smyslov e te. Ma tu e Smyslov siete stati entrambi campioni del mondo solo per un anno. Forse non è un incidente? Forse, è mancata la forza che solo gli indigenti hanno?

Un noto giornalista sportivo Viktor Vasilyev ha scritto i libri ‘Zagadka Talya’ (‘Tal’s Mystery’) e ‘Vtoroe “ya” Petrosiana’ (‘Petrosian’s second I’). Egli ha espresso la stessa ipotesi nei suoi scritti. Io sono il ragazzo di una famiglia senza problemi che ha vissuto una vita relativamente tranquilla, non tenendo conto del tumulto globale che ha colpito tutti – la seconda guerra mondiale, così ho avuto un mio stile di gioco. La vita di Tigran Petrosian Vartanovich è stata dura, più difficile – e questo ha pure influenzato il suo stile di gioco. Tale teoria è opportuno prenderla in considerazione, ma penso che sia solo un’ipotesi.

A giudicare dai tuoi ricordi, tuo padre è stato un grande uomo che ti ha profondamente influenzato?

Nella nostra famiglia, tutti gli uomini erano medici. Mio nonno era un farmacista, mio padre era un medico, mio fratello maggiore era un medico, mio figlio è anche un medico. L’unico uomo che ha giocato col Nero con la medicina ero io, e la medicina probabilmente si vendicò su di me per questo. E mio padre era un vero e proprio medico, come i medici di un tempo. L’intera città lo chiamava “Dr. Tal”. Chiamate senza fine, visite a domicilio dai pazienti senza fine.

Cosa ne pensi ora sulle tue partite contro Botvinnik? Hanno portato sia la gloria più grande che forse la più grande delusione nella tua vita sportiva?

Per essere onesti, sono stato molto impegnato nel processo di gioco, quindi non ho provato alcuna emozione  dopo la vittoria ne depressione dopo la sconfitta. Dopo l’ultima partita del match di ritorno, siamo subito andati a vedere una partita di basket: i professionisti americani erano venuti a Mosca per giocare contro la nostra squadra di dilettanti. Ero di buon umore. Avrei voluto giocare con Botvinnik un po’ di più. Ma non ho potuto. Che cosa potevo fare?

Intervista a Mikhail Tal 3

Hanno scritto che prima del match di ritorno contro Botvinnik, che ti sei rilassato e non ti seresti allenato molto sulla scacchiera. Cosa sarebbe accaduto se tu ti fossi allenato di più?

E’ sbagliato. Botvinnik non ha giocato peggio di me nel primo match. Ma aveva bisogno di tempo per abituarsi al mio stile di gioco. Non è un caso che le prestazioni migliori di Botvinnik fossero nelle sue partite di ritorno. Si abituava al suo avversario, studiando a fondo i suoi giochi. E la mia prima partita del Campionato Mondiale contro Mikhail Moiseevich, nella sala del Teatro Pushkin, fu in assoluto il nostro primo incontro. Ho avuto molte più informazioni su Botvinnik io che lui su di me. E nel secondo match, il suo modo di giocare fu brillante. Anche se penso che nella seconda metà del match di aver giocato bene. E ho fatto tutto il possibile per prolungare l’incontro. Ho giocato le ultime partite in uno stato d’animo ottimista, forse anche patologicamente ottimista.

Mikhail Nekhemievich, uno dei più misteriosi campioni del mondo è Robert Fischer. Noi non abbiamo molte informazioni su di lui, e quando ce ne arrivano alcune, queste sono molto contraddittorie. Come lo ricordi? Alcuni dicono che ora sembra per lo più un ‘idiota locale’.

E ‘difficile chiamare qualsiasi famoso giocatore di scacchi un uomo perfettamente razionale e dalla logica impeccabile. Ci sono molte persone diverse tra di noi. Ma per quanto riguarda Fischer, non posso essere d’accordo, dicono che sono stato a volte un provocatore verso Fischer e che lui ce l’avesse con me per questo, ma non è assolutamente vero. Quando mi ammalai a Curacao, mi venne a trovare in ospedale. Abbiamo scherzato l’un con l’altro, naturalmente. E ‘un uomo molto interessante. Ma c’era una cosa che rese Fischer molto difficile da capire – il suo peculiare senso dell’umorismo.

 Alle Olimpiadi di Varna nel 1962, dopo un turno siamo andati fuori dalla sala torneo insieme. A quel tempo dicevano che Fischer chiedesse soldi per ogni autografo, per non parlare di un’intervista. “Un editore  di un giornale di scacchi mi ha chiamato da Riga “, dissi a Fischer, “e mi ha chiesto di intervistarti.”.

Intervista a Mikhail Tal 6

 Non era del tutto vero – quell’editore ero io!

Bobby accettò volentieri di parlare, e abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare. La mia prima domanda fu: “Chi pensi sia il più forte giocatore di scacchi?” Lui mi fissò, perplesso. Io subito mi corressi: “Tranne te, naturalmente.” Lui mi fissò di nuovo e disse: “Beh, anche tu sei un buon giocatore.”, ho subito deciso che tale colloquio non sarebbe mai stato pubblicato. Ma gli feci ancora qualche domanda, solo per mia curiosità. Così ho saputo che non ha mai assaggiato lo champagne, né francese né sovietico, ma per qualche motivo preferiva quello francese. Gli ho fatto varie domande, e quando siamo arrivati in albergo, gli ho fatto l’ultima domanda: “Tu compirai diciannove anni a breve, hai mai pensato al matrimonio?” Lui mi guardò e mi rispose ingenuamente: “Sto riflettendo su questo problema, non so cosa fare. Meglio prendere  una macchina usata, o prendere moglie? “

Ho dubitato della mia conoscenza della lingua inglese e glielo ho chiesto di nuovo, e mi ha confermato le sue parole. Stava per sposarsi, ma non con una donna americana (che passa tutto il proprio tempo dalla parrucchiera). Le ragazze di Taiwan o Hong Kong lo attraevano di più, amava le cose esotiche. Una macchina usata costava poi 700 dollari o giù di lì ed il costo  per portare una ragazza da Taiwan negli Stati Uniti erano quasi lo stesso, e se succede qualcosa, è facile rimandarla a casa!

Come avrei potuto pubblicare qualcosa di simile? E molti giornali hanno pubblicato tali materiali. Quindi capisco l’amarezza di Fischer verso la stampa. Ha tutte le ragioni per questo.

Intervista a Mikhail Tal 7

Ci sono state delle donne nella sua vita?

Beh, non posso giurare che è vero, ma ho sentito che ci sono state.

Gli scacchi lo hanno definitivamente perduto?

Per quanto ne so, Fischer ha incontrato di recente Spassky e gli ha mostrato alcune mosse della  Difesa Gruenfeld, che fu l’apertura più usata nei matches tra Kasparov e Karpov. E, come ha detto Borya, Fischer aveva molte idee interessanti. Così ‘lavora’ ancora con gli scacchi.

Un paio di anni fa sono stato in Argentina, e un GM locale mi ha detto che aveva recentemente giocato Blitz con Fischer, e “si può immaginare, Misha, ha vinto tutte le partite!”. Poi ho imparato che non c’è bisogno di essere Fischer per farlo! Ma possiamo dire che Fischer gioca ancora per vincere.

Ci sono anche fatti contrari. La paura, la paura di giocare contro un avversario più giovane. Credo che sia stato il motivo principale del rifiuto di Fischer di giocare contro Karpov. Tuttavia, tutto il mondo degli scacchi, tutti i giocatori di scacchi sono profondamente grati a Fischer. Grazie a lui, gli scacchi hanno  smesso di essere un ‘problema’ interno dell’Unione Sovietica e sono diventati un mezzo di comunicazione internazionale.

Intervista a Mikhail Tal 2

Forse, Fischer temeva altre cose? Come il venire condizionato da fattori che possono influenzare il suo cervello durante le partite? Non fu Korchnoi che per primo iniziò ad accusare il KGB di fare ciò. Questo argomento è stato discusso sin dalle prime partite del primo match per il Campionato del Mondo.  Hai mai avuto l’impressione che il tuo cervello venisse controllato dall’esterno?

Beh, non posso dire se Lasker sia stato mai ipnotizzato perché non l’ho mai visto giocare … Ma ho una grande storia su questo. Nel 1969 o giù di lì, io, insieme a Viktor Lvovich Korchnoi, giocammo un torneo a Wijk and Zee. Viktor Lvovich ebbe una buon inizio mentre io mi influenzai, come al solito… Così fin dall’inizio ci fu chiaro su chi di noi dovesse vincere il torneo. Diversi turni prima della fine del torneo, un uomo dall’aspetto elegante mi si avvicinò e mi disse: “Sono Barenbrecht, maestro di scacchi olandese e psicologo” ed aggiunse: “Maestro, lei piacerebbe giocare blitz con me?”. “Perché no?”, replicai e lui: “Ma io la ipnotizzerò durante la partita. Per questo ho bisogno di tempo supplementare e sono sicuro che posso sconfiggerla!”. Non ero un giocatore malvagio di blitz allora, così accettai. Mentre l’orologio ticchettava, Barnbrecht mi suggestionava dicendo che la mia testa era più pesante, le mie mani erano intorpidite e fredde, e così via… Forse perché non conoscevo la lingua inglese abbastanza bene e non capii molto di quello che mi diceva, comunque vinsi la partita. Poi mi chiese se Korchnoi accetterebbe di giocare con lui nelle stesse circostanze. Quando lo domandai a Viktor Lvovich, lui si stupì: “Sei già d’accordo?”. “Sì, cosa c’è di male in questo”. “Non puoi immaginare”, Korchnoi mi disse, “quali conseguenze si possono avere diversi anni dopo…”. E quando il match tra Kortschnoi e Karpov iniziò, quando iniziarono gli scandali intorno allo psicologo Zukhar, mi ricordai di questa storia…

Sono assolutamente convinto che le cose descritte da Korchnoi non siano mai accadute. Ma un ipocondriaco sarà sicuramente influenzato dal sospetto che alcune forze demoniache influenzino la sua psiche agendo contro di lui. La presenza di qualche parapsicologo, ipnotizzatore, mago, stregone nella sala influenzò la forma e l’umore di Korchnoi. Quel match mai potrà essere definito come una ‘partita a scacchi’. E una guerra è una guerra.

Intervista a Mikhail Tal 10

 In effetti, Korchnoi non si era completamente sbagliato. Nel nostro paese, c’erano alcune forze invisibili, anche se, ovviamente, di natura diversa. Come hai convissuto con loro?

Beh, sai, se un uomo lavora per una certa organizzazione, questo non lo fa automaticamente migliore o peggiore di quello che è realmente. C’erano molte brave persone che senza esitare mi hanno aiutato. Però non voglio dire che tutti i lavoratori di Riga del KGB erano simili. Non voglio nemmeno dire che c’erano solo persone cattive. No. Ci sono state diverse persone. Per alcuni anni non mi fu permesso di andare all’estero. A qualcuno non piaceva la mia lingua, a qualcun altro non piacevano miei discorsi.

Non voglio perdere tempo a ricordare quel periodo triste, che per fortuna è passato.

Le persone hanno giocato col Nero per così tanto tempo che ora che finalmente hanno il Bianco, alcune teste calde stanno cercando di sfruttare in qualunque modo la loro prima mossa e spesso forzano gli eventi quando non c’è bisogno di forzarli.

OK. Quindi cerchiamo di discutere della terza forza segreta che minaccia gli scacchi come gioco fra gentiluomini. Ora è probabilmente la più pericolosa. Non pensi che se Kasparov detiene il suo titolo per altri dieci anni, poi il prossimo Campione del Mondo sarà una macchina, non un uomo? Garry stesso una volta disse che  quando una macchina sconfiggerà un giocatore umano, segnerà il declino della civiltà umana.

Intervista a Mikhail Tal 5

Fino a poco tempo, ero molto scettico verso i computer, anche se le prime parole su questi iniziarono intorno al 1960.

Botvinnik predisse che “presto il robot sarebbe riuscito a giocare come i migliori grandi maestri, anche perché”, non so perché, ma fece riferimento a me quando aggiunse che “non si cura di ciò che i giornalisti scrivono su di esso o di quanti spettatori ci sono nel corridoio”.

Potrei rispondere solo con “Certo, chi andrebbe ad acquistare un biglietto per assistere alla partita fra due frigoriferi, che troverebbe spazio sui quotidiani solo come semplice notizia tappabuchi?”.

Ma Mikhail Moiseevich aveva ragione, come sempre. Ora ci sono alcune minacce reali. Siamo già d’accordo che una macchina è più veloce di qualsiasi sprinter, che una presa di sollevamento è più forte di qualsiasi sollevatore di pesi. Ma non vorremmo mai ammettere che una macchina è più intelligente di noi. Non vorremo mai. Garik, naturalmente, ha fatto bene per l’homo sapiens quando ha sconfitto la macchina. Ma non so per quanto tempo lui riuscirà a sconfiggerla.

 Sai, ci sono alcune persone che sembrano come se provenissero dal passato, e altre persone che invece sarebbero potute nascere più tardi. Forse, se tu fossi… (Tal che prevedeva la domanda, scosse la testa)

Se fossi nato più tardi, il mio rapporto con Kasparov sarebbe probabilmente diverso. Penso che saremmo stati rivali per tanto tempo.

Nel mese di novembre, c’è stato il campionato dell’URSS a Mosca. Forse l’ultimo – non lo so. Il 9 novembre ho giocato lì, pattando, e Alexei Shirov da Riga che aveva vinto brillantemente la sua partita, è venuto da me dicendomi: “Sono contento che oggi, il 9 novembre (compleanno di Tal),  ho giocato così bene. Dedico questa partita a voi”. Molto commovente.

Grazie, Mikhail Nekhemievich, questo è tutto.

Sì, anche per me è tutto.

 Intervista a Mikhail Tal 8

 

avatar Scritto da: Mongo (Qui gli altri suoi articoli)


34 Commenti a L’ultima intervista di Mikhail Tal

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    Fabio Lotti 9 Novembre 2014 at 09:52

    E un bel ricordo ci voleva. Grazie, Mongo.

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    delpraub 9 Novembre 2014 at 09:55

    Grazie a millanta, Mongo, per la traduzione e per l’idea di pubblicare il pezzo proprio oggi! La concomitanza con l’inizio del mondiale, dove durante la cerimonia di apertura abbiamo visto un quasi irriconoscibile Spasski, non deve far dimenticare i grandissimi di un recente passato.

    Questa stupenda intervista fu rilasciata nel 1992 alla rivista Ogonyok, una delle più antiche riviste settimanali illustrate russe (fu fondata nel 1899!).
    E’ stata ripubblicata sul sito http://www.chessmastery.co.uk, dove è disponibile in inglese con alcune foto d’epoca (non rare): http://www.chessmastery.co.uk/interviews/the-final-interview-of-mikhail-tal/.

    Toccante l’aneddoto su Shirov. Questa è la partita: http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1123429. Ci ho messo un po’ a trovarla…

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      Martin 9 Novembre 2014 at 12:01

      Se per una volta tanto posso giocare d’anticipo nei confronti dell’amico Renato (Andreoli) vorrei sottolineare un’altra coincidenza curiosa: il titolo della rivista Ogonyok in russo significa “fiammella”, o più propriamente “fuocherello” ed uno dei magnifici libri del grande Tal si intitola “В огонь атаки” (v ogon ataky), ovvero “Nel fuoco dell’attacco”, immagine -questa del fuoco- non a caso rievocata anche nei titoli di Shirov…

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        Renato Andreoli 9 Novembre 2014 at 13:19

        Ed io ti faccio vedere la copertina del numero di agosto 1992 della rivista Ogonyok, in cui fu pubblicata l’intervista:
        Ultima intervista a Tal
        nonché la prima pagina originale dell’intervista stessa:
        Ultima intervista a Tal

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    paolo bagnoli 9 Novembre 2014 at 10:32

    Straordinariamente interessante! La Storia degli Scacchi ha assoluto bisogno di pezzi come questo ad integrare tabelle, classifiche e dichiarazioni “ufficiali”. Avevo letto da qualche parte brani di questa intervista, che mette in risalto quella che è, a mio avviso, la dote fondamentale di un grande campione: l’obiettività.

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    alfredo 9 Novembre 2014 at 10:34

    Bellissima l’intervista e la partita di Shirov (veramente fuoco sulla scacchiera).
    Tal era veramente un grande anche per la simpatia che emanava e conserverò sempre con amore i suoi autografi (un minuscolo “misha”)
    Il monumento è molto brutto.
    Ma visitare la sua casa e la sua tomba a Riga mi hanno dato una emozione molto simile a quela provata nel visitare la tomba di Bobby Fischer .
    La foto di Spassky mi ha colpito moltissimo .
    Per uno scherzo del destino ho seguito e pubblicato per l’IS un pezzo sulla sua ultima simultanea tenuta a Udine l’11 settembre 2010
    Il giorno dopo fu colpito dall’ictus che lo devastò.
    Penso quindi che le foto che coredano quell’articolo siano tra le ultime se non le ultime con la sua bellissima faccia.
    Grazie Mongo!

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    Alfredo 9 Novembre 2014 at 11:12

    Ecco altre foto, quelle della casa di Tal
    La casa di Tal
    La casa di Tal
    La casa di Tal

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    alfredo 9 Novembre 2014 at 11:41

    la partita con Nikolenko è la numero 32 del libro FIRE ON BOARD of Shirov: una delizia!
    Così conclude il grande (in tutti i sensi !) Alexey:
    “a very complex game wich actually coincided with Mikhail Tal’s last birthday (55) and he was also playing in the tournament. Shortly before Nikolenko resigned I said to Tal that the game had been my modest present to him. It seemed to me that he was very happy with this “

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    paolo bagnoli 9 Novembre 2014 at 12:34

    Un grazie ad Alfredo per i suoi sempre preziosi ed unici contributi alla Piccola Grande Storia degli Scacchi! Concordo sul monumento: pessimo!

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    Francesco Comune 9 Novembre 2014 at 18:55

    Ma senza Fischer cosa ne sarebbe stato degli scacchi? Anche in un’intervista a Tal non si può prescindere dal parlare di Bobby.
    Comunque,bella e godibile intervista, dove affiora un Tal inedito, che dà risposte intelligenti e prive di rancore verso i suoi grandi avversari. Ci si aspetterebbe invece che si dilungasse in inutili giustificazioni sulla sconfitta nel secondo match con Botvinnik. Grande anche per questo. Auguri Misha!

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      alfredo 28 Novembre 2014 at 13:39

      ” Se gli scacchi fossero una religione ci sarebbe un prima e un dopo Fischer”
      Paolo Maurensig

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    alfredo 9 Novembre 2014 at 19:13

    Si sta giocando il memorial Petrossian
    Grishuck sta facendo una prestazione quasi caruanesca e oggi ha giocato …alla Shirov!
    Mi piace pensare che anche questa partita sia un piccolo omaggio di Grishuck a Tal

    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1778630

    Invece a Sochi Magnus mi sembra possa vincere facile.

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    The dark side of the moon 9 Novembre 2014 at 19:45

    E’ stata dura non commentare l’articolo di Paolo Bagnoli “Piatigorsky Cup” (non potevo non dire qualcosa sulla famiglia Rothschild…e allora mi sono auto censurato) e quindi ora non posso non spendere due parole (di numero) su Misha Tal convinto che comunque saranno condivise da tutti.
    Tal è uno di quei personaggi senza i quali gli scacchi non sarebbero ciò che oggi conosciamo.
    Misha era un grand’uomo con un grande spirito che ha meritato il massimo rispetto e stima da tutto l’ambiente scacchistico.
    In alcuni tornei dovette ritirarsi per motivi di salute quando poteva giocare ancora per vincere, la sfortuna dovuta alle sue condizioni fisiche è stata pari alla sua grandezza di uomo e di scacchista.
    Un personaggio cosi purtroppo non lo rivedremo più…
    Grazie a Mongo per averlo ricordato proprio oggi e grazie ad Alfredo per i suoi sempre fantastici contributi.

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    paolo bagnoli 9 Novembre 2014 at 21:57

    Caro “Lato Oscuro”, mi spiace se, per caso, ti ho offeso con i miei cenni sulla Piatigorsky, ma veramente non capisco…
    Condivido il tuo giudizio su Tal, sono rimasto sconvolto – letteralmente – vedendo come è attualmente ridotto Spasski, e sono immalinconito dallo squallore della seconda partita del match mondiale in svolgimento. Ho l’impressione (in attesa di essere smentito) che le aspirazioni mondiali di Anand stiano tramontando.

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      The dark side of the moon 9 Novembre 2014 at 22:28

      Paolo forse mi sono spiegato male.
      Ho apprezzato il tuo articolo come del resto tutto ciò che scrivi.
      Mi sono auto censurato perché sulla famiglia Rothschild ne avrei dette di tutti i colori…mi avresti dato un assist stupendo che non ho voluto sfruttare.
      E’ meglio parlare però di scacchi come hai fatto tu nel tuo pezzo.
      Assolutamente quindi non ti fare nessun problema perché non ce ne sono, anzi continua a deliziarci coi tuoi articoli e grazie ancora 😉

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    alfredo 10 Novembre 2014 at 09:14

    caro Paolo, caro Dark (proprio ieri la commermorazione del Muro, e un altro Muro Berlinese che si sgretola a Sochi, quasi un segno del destino, Ta3: grande mossa, grande idea di Magnus)
    Penso di interpretare il pensiero di Dark (e mi piacerebbe se confermasse o meno)
    La famiglia Rotschild, la famiglia più ricca al mondo negli anni ’20 (forse solo i Rockfeller potevano essere a loro paragonati) furono gli “sponsor economici” del nascente movimento nazionalsocialista e fino all’ultimo o quasi, non fecero mai mancare il loro sostegno a Hitler.
    Sbaglio?
    Non cito fonti particolari ma penso vi siamo miriadi di libri su questo argomento.
    Tal, non dimentichiamolo, era ebreo.

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      Giancarlo Castiglioni 11 Novembre 2014 at 19:05

      Ho letto il libro “I Rothschild” di Herbert R. Lottman e non c’è nessun riferimento a finanziamenti al partito nazista.
      Che ci siano stati mi sembra impossibile perchè i Rothschild sono ebrei e Hitler non ha mai nascosto il suo odio per gli ebrei fin dall’inizio della sua carriera politica.
      Dove hai trovato questa notizia?

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        alfredo 11 Novembre 2014 at 19:50

        Caro Giancarlo
        deve essere stato un abbaglio mio dopo una notte …
        mi riferivo ad altra famiglia di cui ora mi sfugge il nome
        Sono di origine ebraica e conosco molto bene Tel Aviv e mi sembra che addirittura a Tel Aviv vi sia una via Rotschild , vicino al quartiere delle case Bauhaus ,
        Una lunga via che coduce al mare , molto bella , in cui è sorto un palazzo di Richard Meier .
        Devo essermi confuso , mi scuso , chiedo agli amici di togliere il post.
        Altra deve essere stata la famiglia sponsor di Hitler .
        cercherò tempo permettendo di indagare
        Un caro saluto
        Alfredo
        PS : possiedo il libro a cui fai riferimento ma chiunque ha visto casa mia sa che trovare un libro è molto peggio che trovare un ago in un pagliaio.
        ripeto devo essermi confuso con altra ricchissima famiglia tedesca , in un momento di ” caduta di attenzione” dopo 12 ore trascorse in piedi .

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          alfredo 11 Novembre 2014 at 19:57

          Caro Giancarlo
          penso di aver fatto , nel io cervello affatticato , confusione tra i Rotschild e i Krupp .
          Il dubbio mi era sorto
          figurati che mio fratello abita proprio in Rotschild street a tel Aviv .
          Devo ammetterlo la mia memoria non è quella di una volta .
          cerchero’ il libro e lo leggero’.
          A proposito di libri
          Ogi mi è arrivato il meraviglioso libro fotografico di Benson su Boby Fischer , regao di mia moglie
          alcune foto sono note , molte sono reperibili sul web , altre sono utilizate nel documentario sulla conquista del campionato del mondo di Bobby .
          Ma è un maestoso omaggio fotografico di Bobby
          alcune foto sono veramente commoventi .

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        nikola 11 Novembre 2014 at 21:33

        io non so se Alfredo abbia preso un abbaglio o meno ma non mi stupirei del fatto che Hitler abbia accettato soldi da ebrei facoltosi mentre massacrava tutti gli altri. a sto punto chiediamo lumi anche a ‘the dark side’.

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    The dark side of the moon 10 Novembre 2014 at 09:53

    Ciao Alfredo, hai intuito come al solito… 😉
    La malvagità dei Rotschild è contraddistinta anche (ma non solo!) da ciò che hai ricordato, sentire nominare il loro nome mi da un senso di nausea e la cosa che mi infastidisce di più è il fatto che moltissime persone ignorano la loro storia.
    Paolo a questo proposito HA FATTO BENE a richiamare la memoria di questa famiglia, la cultura e la storia sono la base per costituire una società migliore.
    PS.
    Che delusione Anand…., pensavo che questa volta giocando senza pressioni poteva fare meglio dello scorso anno, è ancora lunga ma “se il buongiorno si vede dal mattino”, le altre partite saranno una sorta di via Crucis per l’indiano.
    Peccato perché per quello che ha dato agli scacchi negli ultimi 20 anni non lo meriterebbe.
    Forza Vishy, rialzati!

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      alfredo 11 Novembre 2014 at 19:52

      Oggi la tigre di Madras ha dato una notevole zampata .
      il mio tipo va tutto per lui anche perchè mi sembra che il comportamento di Carlsen sia piuttosto arrogante .

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        DURRENMATT 11 Novembre 2014 at 20:41

        …visti i commenti odierni trovo,invece, arrogante (e poco elegante) Caruana!! Comunque, abbiamo bisogno come il pane di un Carlsen “bicampeòn”. Questo mondiale può perderlo solo il norvegese. Sono per i giovani e contro (eufemismo) le “gerontocrazie” e per questo sostengo Carlsen….daje!!!

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        nikola 11 Novembre 2014 at 21:31

        L’arroganza di Carlsen é lampante quando si atteggia in piedi di fronte all’avversario in difficoltá, dal punto di vista umano é poca cosa di fronte alla signorilitá di Anand. Lo penso anche dal punto di vista scacchistico ma se questa é la nuova generazione preferisco la vecchia, fortuna che Caruana sembra fatto col vecchio stampo.

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          DURRENMATT 11 Novembre 2014 at 22:06

          …preferisci la vecchia guardia?? Fatti un giro su questo blog e troverai un articolo nel quale, tra le tante, c’è una foto che ritrae un “vecchio” giocatore che, assiso su un PITALE,valuta la posizione. Per non parlare delle “faccine” esibite da Tal nei match contro Bobby al Torneo dei Candidati in Jugoslavia(1959).Esasperato l’americano si avvicinò a Koblenz(allenatore di Tal) e disse a bassa voce:” Se Tal non si comporta bene, gli sfondo tutti i denti”. Confondi la PRESENZA alla scacchiera con l’arroganza.

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    alfredo 10 Novembre 2014 at 10:06

    Pecunia non olet
    I soldi e il tempo forse avevano fatto dimenticare molte cose.
    Ai tornei parteciparono ebrei come Najdorf e Reshevsky.
    Ebreo era anche Fischer ma ovviamente qui le cose si complicano.
    Non ho tempo (e luogo) per fare ricerche più precise ma cercherò riferimenti bibliografici sul ruolo dei Rotschild nella nascita economica del partito nazista.
    In quanto a Vishy ho di lui un ricordo molto bello che risale a 22 anni fa, per cui il mio tifo va per lui.
    Ma a questo punto spero che la rivincita non si trasformi per cui in una disfatta.
    Ieri con mezzi semplici Magnus lo ha messo sotto pressione fino alla disastrosa …h5 .
    Ma lì i giochi erano già fatti.
    Volevo andare a Berlino per le celebrazioni della caduta del muro.
    Non ho trovato un posto in albergo per cui ci andrò la settimana prossima.
    C’è qualche “storico” del nostro sito che mi può indicare un “luogo” degli scacchi a Berlino che nell’800 era una delle capitali mondiali del nostro gioco?

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    Fabio Lotti 10 Novembre 2014 at 16:51

    Per Mongo e company uscite le letture di novembre http://theblogaroundthecorner.it/ e chiedo venia.

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      Mongo 11 Novembre 2014 at 12:43

      @Fabio Lotti – Grazie degli ottimi consigli, ma non posso seguirli in quanto ho letture programmate sino a fine 2016: Simenon (tutto Maigret), Trotsky, Serge, Sartre, Bustos (del quale nel 2015 dovrebbe uscire un suo libro, su di lui ed il Che, sul quale la prefazione la farò io), Guevara, qualche testo sul lettrismo e, ovviamente, libri sugli scacchi.

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    The dark side of the moon 11 Novembre 2014 at 21:52

    Alfredo non ti sei sbagliato… 😉
    Ovvio che la storiografia ufficiale dei Rotschild è quella che è…., ci sono moltissimi studiosi che però hanno dimostrato il nesso tra i Rotschild e il nazismo.
    “Ma i Rotschild erano ebrei”.
    E allora?
    Uno dei tratti che li contraddistinguono è la mancanza di scrupoli, su questa famiglia millenaria che si chiamava Bauer (mi sembra) in precedenza si potrebbero riempire migliaia di pagine, quella sul nazismo occuperebbe poche righe….
    Parlando di scacchi:
    oggi la tigre è tornata a ruggire!

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      alfredo 28 Novembre 2014 at 13:45

      sicuramente ci sono stati molti ebrei nazisti , anche altissimi gerarchi , forse lo steso Hitler era in parte ebreo
      Per spiegare l’antisemitismo di Fischer ( ebreo al 100 % )nella sua biografia viene citato un libro che ho cercato e letto
      THE WICKED SON
      David Mamet
      Non dimentichiamo che il direttore della odiosa rivista antisemita ” la difesa della razza” era un certo Interlenghi , ebreo al 100 % !

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    delpraub 13 Novembre 2014 at 20:19

    Impressionante Mamedyarov durante la prima giornata del “Tal Memorial Blitz 2014”. In un torneo dove 10 dei 12 giocatori sono sopra i 2700, ha concluso il girone di andata con uno stratosferico 10 su 11 (con due sole patte).
    Il più immediato inseguitore, Grischuk, ha 8 punti (con 2 sconfitte e due patte).
    Come prevedibile, Alexandra Kosteniuk (fresca insignita della medaglia di prima classe dell’ordine cavalleresco al “Merito della Patria” per risultati sportivi) è buon ultima, ma si è tolta la bella soddisfazione di ottenere il suo unico punto battendo Kramnik con il Nero.
    Vediamo come andrà a finire domani, dopo il girone di ritorno.

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    delpraub 13 Novembre 2014 at 23:03

    Segnalo anche un articolo di presentazione del “Tal Memorial Blitz 2014″ su chess.com: http://www.chess.com/news/mikhail-tal-remembered-in-sochi-6468.
    Contiene al suo interno un bell’articolo di Stefan Löffler dal titolo “A Memorable Comeback in Riga”, basato su una sua intervista alla figlia di Tal, Jeanna. Ci sono anche alcune belle foto che non avevo mai visto.
    In più, parla di una opera musicale “Mikhails en Mikhails spela sahu” (“Michele e Michele giocano a scacchi”;) ambientato durante l’incontro del 1960 per il titolo di campione del mondo tra Botvinnik e Tal (i due “Mikhail”;) e in particolare mette in scena la sesta partita del match, quella dell’incredibile sacrificio di cavallo in f4.
    E’ stata rappresentata per la prima volta a Febbraio di quest’anno e sarà di nuovo in programma al Teatro dell’Opera Nazionale di Riga il 14 e il 15 Febbraio 2015 (http://www.liveriga.com/en/6586-mikhail-and-mikhail-are-playing-chess).
    A giudicare da un breve video delle prove generali disponibile sul web (http://vimeo.com/88812776) non credo sia il mio genere musicale (ed è anche in russo!), ma a parte ciò mi sembra un segnale inequivocabile del ricordo e dell’ammirazione per Tal in Lettonia.

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    Marramaquis 14 Novembre 2014 at 15:07

    Quattro sconfitte per Mamed nel ritorno (contro Nepo, Svid, Moro e Gris), ma successo salvato per mezzo punto (16 a 15,5) su Grischuk. Staccatissimi terzi (12,5), Morozevich, Gelfand e Karjakin. Un record o quasi quello di Leko: il 55% di patte (12 su 22) in un blitz, ma appena nono posto (su 12). Kosteniuk ultima con 2 punti (nel ritorno vince con Tomashevsky).

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      Doroteo Arango 14 Novembre 2014 at 21:23

      Sicuramente Alexandra non sarà stata in forma…
      Non è certo una sprovveduta né l’ultima arrivata la Kosteniuk perché, nel gioco blitz, le ha suonate, in competizioni ufficiali, sia a Magnus che a Vishy

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