(Não, não, eu não posso pensar…)
No, Mongo, no, oggi non si parla del Che… ma…
… Movimento maldito! Movimento maldito! Guardate che è accaduto (o meglio, che non è accaduto) questo pomeriggio a Mosca.
La partita è la Alexander Morozevich – Ernesto Inarkiev.
La posizione del diagramma è quella a cui si è giunti dopo la mossa 41 del bianco. Un errore imperdonabile quello della quarantunesima del Moroz, in scarsa forma di questi tempi, il Moroz che, quasi blitz, ha appena avventatamente catturato un pedone in d4 con la Regina, anziché con la Torre e con conseguente posizione più o meno equilibrata.
Un errore colossale che non meritava
di restare impunito, ma l’Ernesto è stato purtroppo, come recita il tìtulo, poco lesto ad approfittare. Forse nemmeno era così difficile da vedere. Visto che l’ho visto anch’io. E nemmeno è giustificato dallo zeitnot, visto che abbiamo appena oltrepassato il controllo del tempo. E infatti ha riflettuto oltre 10 minuti prima di sbagliare. Ehi, ma qui si parla di 2700 o giù di lì, eh, ragazzi? Possibile?
Lo avete visto tutti, no? Visto, visto … un classico e decisivo esempio di “sacrificio di deviazione”: 41…Tc1+ e la partita è finita, il nero matta in poche mosse. Invece Ernesto ha mosso 41…Dc7???, e si è allontanato per una ventina di minuti dal tavolo, evidentemente disgustato. Alexander ci ha pensato su una vita, più di venti minuti, forse scosso anche lui, e dopo 42.Dd6 la patta è stata concordata dopo pochi tratti.
Tra l’altro Inarkiev non aveva mai battuto Morozevich. Quando ci riuscirà mai se non raccoglie occasionissime del genere? Vero è che anche Leko con Aronian ha cercato in ogni modo oggi di imitare Inarkiev … riuscendoci.
Movimento maldito! Movimento maldito!
Chissà se Ernesto stanotte avrà dormito…
(Immagine di oggi dal sito ufficiale dell’ International TASHIR Chess Tournament in Memory Of Tigran Petrosian)
(traduzione di Marramaquìs)
L’immagine di apertura me ne ha immediatamente richiamato alla memoria un’altra, la terza foto del seguente articolo. Alla scacchiera c’è Maya Ciburdanidze, dietro di lei il suo allenatore Eduard Gufeld.
http://www.chayka.org/node/3457
Be’, il nome di battesimo di Inarkiev non credo sia tanto dovuto al caso… 😉
Non è solo un sacrificio di deviazione (della Torre che difende la Donna), ma anche di adescamento del Re, che, se prende in c1, viene mattato dopo Dc7.
Vero è che se Ernesto Poco Lesto non vince queste in posizioni, e con tutto il tempo a disposizione per pensarci, non vince più…
Leko ormai è leggendario: è bravissimo a non vincere e, secondo me, è stato colpito nell’orgoglio dal grande risultato di Radjabov a Tashkent (tutte patte).
Sta quindi cercando di stabilire un nuovo record, puntando a tutte patte a partire da posizioni vinte. E’ dura ma l’ungherese è capace di questo e altro (vedi Brissago).
E’ vero, diavolo! Oggi seguivo in diretta col mio amico Ricardo (via WhatsApp) la partita di Leko, preciso e sicuro di sé finché Aronian non si è fatto un autogol.
In quel momento, piombato di sorpresa in posizione vincente, Leko si è guardato intorno spaventato e impreparato. E ha riflettuto mezz’ora prima di riuscire a scovare un’insperata e plausibile via di fuga verso il consueto pareggio.
😉
Niente da fare per Leko: oggi ha preso una sonora sveglia da Grischuk (sette vittorie nelle ultime otto partite!) e quidni fallisce la sua sfida al record di patte.