Richard Teichmann

Scritto da:  | 27 Marzo 2015 | 4 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
“Gli scacchi sono al 99 % tattica”
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La Turingia è, in un certo senso, il “cuore” della Germania. E’ un Land di modesta estensione, a nord della grande Baviera, ed è nota per le sue numerose anche se piccole località termali, per i suoi boschi e le sue colline. In Turingia si trova Weimar, la “capitale” della provvisoria Repubblica che sorse, nel 1919, sulle ceneri dell’impero del Kaiser. Nella parte orientale della regione si trova la cittadina di Altenburg, ed a circa cinque chilometri da questa località si trova il piccolo borgo di Lehnitzsch, dove, il 24 dicembre 1868 (stessa data della nascita di Emanuel Lasker), nacque Richard Teichmann.
La famiglia, facente parte della media borghesia tedesca, lo fece studiare presso gli atenei di Berlino e di Jena, ma, una volta ottenuta la laurea in filologia classica, Richard scoprì la propria attitudine ad apprendere con estrema rapidità le lingue straniere ed anche la propria abilità nel gioco degli scacchi.
Richard Teichmann 5Per parecchi anni ebbe incarichi di insegnante di lingue, ma partecipò anche a molti tornei internazionali di scacchi, disturbato tuttavia da fastidi all’occhio destro (che finì per perdere totalmente). Il suo “credo” scacchistico era: “Gli scacchi sono al 99 % tattica”, ma ebbe diverse occasioni nelle quali dimostrò anche una notevole sensibilità strategica, accettando un trattamento posizionale della partita. In effetti, Teichmann non ebbe uno stile facilmente individuabile; i suoi avversari seppero ben presto che si trattava comunque di un giocatore da prendersi “con le pinze”.
Il suo esordio negli scacchi di alto livello avvenne quando aveva 23 anni, al Campionato cittadino di Berlino, da lui vinto davanti a giocatori di calibro internazionale come Bardeleben e Walbrodt. Nel 1893, a Lipsia, venne riconosciuto come Maestro grazie al suo terzo posto (dopo Tarrasch e Lipke) che lo vide precedere giocatori come Schlechter, Blackburne e Janowski. L’anno precedente si era trasferito in Gran Bretagna grazie ad un incarico come insegnante di lingue, per poi fare ritorno in Germania.
Venne invitato al grande torneo di Hastings del ’95, dove finì nella parte alta della classifica (7°-8° con Bardeleben) e dove ricevette l’invito a fermarsi in Gran Bretagna per un incarico permanente di insegnante di lingue, invito che accettò decidendo di risiedere in Gran Bretagna per diversi anni.
Gli impegni didattici, tuttavia, non lo allontanarono degli scacchi, e nel corso degli anni sostenne diversi match contro avversari di levatura internazionale (tra gli altri, Mieses, Showalter, Bardeleben e Spielmann, tutti battuti).
Nel 1899 si iscrisse al torneo di Londra, ma dopo quattro partite i disturbi all’occhio destro si fecero intollerabili e dovette ritirarsi dalla manifestazione per farsi ricoverare in ospedale, dove i medici non poterono fare altro che riscontrare la necessità di intervenire chirurgicamente, causandogli la totale perdita dell’occhio. Da allora adottò una benda nera che gli conferiva un’aria un po’ “piratesca” ed anni dopo Edward Lasker lo descriveva così: “Sembrava Wotan in compagnia di divinità minori” , riferendosi agli altri giocatori. In effetti, la corporatura massiccia, la folta barba e la grossa testa destavano a prima vista una certa impressione.
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Gli scacchi non erano la sua sola grande passione; era interessatissimo anche al pugilato, che lui vedeva come un impiego della tattica sul piano fisico. In una occasione antepose il ring alla scacchiera; impegnato in un torneo di Circolo mentre a poche centinaia di metri di distanza stava per aver luogo una kermesse pugilistica, dopo poche mosse spazzò via i pezzi dalla scacchiera dichiarando: “Basta con queste sciocchezze! Patta!” ed uscì precipitosamente per non perdere neppure un minuto degli incontri di boxe.
Un anno dopo l’intervento all’occhio il suo nome figurava nuovamente nel tabellone di un torneo, quello di Londra del 1900, che venne da lui vinto (9 1/2 su 12) precedendo avversari del calibro di Mason, Gunsberg e Blackburne. Nel 1902 si piazzò quarto assoluto al Torneo di Montecarlo, preceduto unicamente da Maròczy, Pillsbury e Janowski, e nel corso del primo decennio del secolo fu molto attivo sul piano agonistico, disputando parecchi tornei e meritandosi l’appellativo di “Riccardo Quinto” grazie al suo frequente piazzamento al quinto posto.
Componeva problemi, oltre ad essere un attento analista, un profondo conoscitore delle aperture ed un autentico virtuoso dei finali. Come scrittore scacchistico era decisamente pigro, ma il suo contributo all’ennesima edizione riveduta ed ampliata del Bilguer fu notevole.
Nel 1903 giocò ancora a Montecarlo (5°), l’anno seguente ottiene un deludente decimo posto a Cambridge Springs, ed è ancora una volta quinto ad Ostenda nel 1905. Nel 1906, sempre nella stessa località balneare, Teichmann fa parte del gruppo di 36 (!) giocatori che, grazie ad un regolamento astruso che prevede gironi eliminatori, giungeranno alla fine della maratona ad un girone finale a 9 giocatori, “trascinandosi” i punteggi precedenti. Vince Carl Schlechter, davanti a Maròczy e Rubinstein, e Teichmann è 4°-6° in compagnia di Bernstein e Amos Burn.
Richard Teichmann 4Ancora ad Ostenda l’anno successivo (un torneo a 29 giocatori!) Teichmann, oltre ad essere designato come redattore del libro del torneo, giunge a ridosso del gruppo dei primi: è sesto, precedendo avversari come Duras, Marco, Tartakower, Spielmann e Blackburne. Vince, sempre nel 1907, il torneo di Berlino, imbattuto con 9 su 11, ed a fine estate è a Carlsbad con un settimo posto nel torneo vinto da Akiba Rubinstein. Nel 1908 lo troviamo al quinto (!) posto al torneo internazionale di Praga, ad un punto e mezzo di distacco dalla coppia dei vincitori Duras e Schlechter, con una sola sconfitta subìta da Duz-Khotimirski. Stesso risultato a Vienna, anche in questo caso con una sola sconfitta ad opera di Mieses.
Forse per la consapevolezza dei propri mezzi o forse per il crescente fascino che il gioco esercitava su di lui, decise di abbandonare l’insegnamento per divenire professionista a tempo pieno, e tornò in Germania, stabilendosi a Berlino.
Nel 1909 scende in campo a San Pietroburgo, ed è sesto, ma vince il piccolo torneo di Monaco di Baviera. Nel 1910, dopo la vittoria a Berlino, si iscrive al torneo di Carlsbad del 1911, e lo vince con due sole sconfitte (Duras e Burn) e con un 18 su 25, lasciandosi alle spalle gente come Rubinstein, Schlechter, Marshall, Vidmar, Tartakower ed il giovane ma “promettente” Alekhine.
Iniziò a soffrire di disturbi al fegato ed al cuore, ma non per questo le sue partecipazioni a grandi tornei si diradarono, e restava un avversario temibile per chiunque. Al torneo di San Sebastian del 1911, che rivelò al mondo scacchistico il genio di Capablanca, Teichmann fu soltanto decimo, ma a Breslavia, l’anno seguente, fu terzo ad appena mezzo punto dalla coppia dei vincitori Rubinstein e Duras, per poi giungere 4°-6° a Pistyan nel torneo dominato da Rubinstein.
Nel 1913 disputò un mini-match contro Capablanca, ma il cubano vinse entrambe le partite. Si deve dire che sia Lasker che Capablanca furono le sue “bestie nere”, ma che a sua volta lui fu la mina vagante dei tornei ai quali prese parte, riportando vittorie contro tutti i migliori giocatori del periodo. La guerra interruppe completamente la sua attività scacchistica; sospettato di simpatie anglofile vista la sua precedente lunga permanenza in Gran Bretagna, Teichmann trascorse gli anni bellici in Svizzera. Lo ritroviamo,  ormai oltre la cinquantina, impegnato in un match contro Alekhine, incontro che terminò con due vittorie per parte e due patte (Berlino, 1921), mentre al torneo di Teplitz-Schonau del 1922 si piazzò a metà classifica.
I suoi problemi di salute si aggravavano, e nel 1923, a Carlsbad, nuovo piazzamento a metà classifica, mentre al Campionato berlinese del ’24 fu primo ex aequo con Ahues. Fu la sua ultima apparizione ufficiale. Ai primi di giugno del 1925 una crisi più violenta delle precedenti provocò il suo ricovero all’ospedale berlinese di Virchow, dove morì il giorno 15.

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avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Richard Teichmann

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    Enrico Cecchelli 27 Marzo 2015 at 13:03

    Grande come sempre! Il nostro fu a mio avviso un fortissimo giocatore, sicuramente tra i 6 – 10 giocatori più forti del suo tempo. Oltre a torneo di Montecarlo del 1903 partecipo’ anche a quello del 1902 dove arrivo’ quarto. Tra l’altro detto torneo, di cui fu uno dei protagonisti fino all’ultimo, è’ l’argomento della prossima puntata su Montecarlo che dovrebbe apparire a breve. Ancora complimenti Paolo!

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    Ivano E. Pollini 27 Marzo 2015 at 16:08

    Interessante ❗

    Sapevo poco di Teichmann (tranne la sua partita contro Capa).

    TY a Paolo

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    Mongo 28 Marzo 2015 at 22:07

    Semifinali del mondiale femminile:
    Mariya Muzychuk (Ukraine) – Harika Dronavalli (India)
    Pia Cramling (Sweden) – Natalia Pogonina (Russia)
    Punto il mio ultimo mezzo dollaro bucato sulla svedese!!! 😉

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    paolo bagnoli 28 Marzo 2015 at 23:17

    Punto sulla finale delle “inossidabili”: Cramling-Dronavalli (in attesa di smentita).

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