Ma pecché?!?

Scritto da:  | 15 Novembre 2014 | 39 Commenti | Categoria: Attualità, Campionati, Internazionale

Ma pecche 4

26.Rd2 la mossa di Magnus… Vishy ce l’ha lì in pugno… ecco qui il momento fatidico…

Posizione dopo 26.Rd2

Posizione dopo 26.Rd2

Chiedo io… ma pecché?!? Pecché 26…Cxe5 nun l’e jucata?? …ma pecché?!?

Ma pecche 2

avatar Scritto da: Joe Dawson (Qui gli altri suoi articoli)


39 Commenti a Ma pecché?!?

  1. avatar
    Icilio 15 Novembre 2014 at 19:42

    “Chiedo io… ma pecché?!? Pecché 26…Cxd5 nun l’e jucata?? …ma pecché?!?”

    Forse per non infrangere il regolamento del giuoco! 🙄

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      Joe Dawson 15 Novembre 2014 at 20:07

      Sagace! Avevo scritto 26…Cxd5? Disgrafico! Ma no, è tutta colpa del grafico di SoloScacchi… 😉

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    Ricardo Soares 15 Novembre 2014 at 20:34

    Noooooo! Fàcil fàcil ………. nooooooooooooooooooo!

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    The dark side of the moon 15 Novembre 2014 at 22:35

    Speriamo di no ma penso che oggi si è deciso il mondiale.

  4. avatar
    danilo 15 Novembre 2014 at 22:48

    ciao
    vorrei che qualche maestro spiegasse a dilettanti come me queste situazioni,
    non sembra Cxe5 impossibile da vedere…come puo’ un campione del mondo (di stile attaccante) non vederla? infine chiedo a qualche esperto dei match mondiali dei KK di raccontare se e’ successo una cosa simile, kasparov non ha visto una cosa di questo livello in una partita di camp. mondiale?
    grazie in anticipo a tutti

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      Massimiliano Orsi 16 Novembre 2014 at 03:12

      Oggi ho letto di molti increduli, ma in realtà queste cose sono sempre accadute, anche nei match mondiali e anche con Kasparov alla scacchiera.

      Il primo episodio che mi viene in mente è la 24a partita del match di Siviglia 1987, nella quale Kasparov doveva assolutamente vincere per pareggiare il match e conservare il titolo. Ottenuta una posizione quasi vincente, Garry fece un errore alla 33a mossa muovendo la donna nella casa sbagliata (33.Qd1??), ma Karpov non ne approfittò e anzichè impossessarsi dell’iniziativa mantenendo il pedone in più, permise un attacco verso il suo Re (33…Ne7??); tuttavia Kasparov non giocò la mossa migliore (34.Bh5!) ma una più debole benché immediata (34.Qd8+?!), il che permise a Karpov di sospendere in posizione difficile ma tenibile. Tuttavia, alla ripresa del gioco, con un pedone in meno e il Re sottoposto ad un duro attacco, Karpov commise presto l’errore decisivo (45…h5??) e la storia prese un altro corso.

      A mio parere, quella resta ancora la partita più drammatica di tutti i tempi e ricordo che fu possibile seguirla “in diretta” su Televideo; un fatto eccezionale per l’epoca.

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        Doroteo Arango 16 Novembre 2014 at 08:15

        La Habana, Cuba… correva l’anno 1892 e se invece di giocare la sciagurata 23.Ab4?? Mikhail Chigorin, in vantaggio di un pezzo contro il Campione del Mondo Steinitz, fosse andato immediatamente in busta, avrebbe probabilmente pareggiato il punteggio del match sul 9 pari e la questione non sarebbe terminata all’istante lì come invece, purtroppo per lui è stato…

        Oppure come non ricordare il celeberrimo svarione di Kramnik contro Deep Fritz, molto più vicino a noi nel tempo, che gli costò un incredibile matto in una?!?

        Cose che capitano…

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      Doroteo Arango 16 Novembre 2014 at 08:18

      Non sono un Maestro e quindi non ho le competenze tecniche per fornirti la risposta che desideri ma credo che siano semplicemente cose che capitano, a tutti i livelli… come quando il grande attaccante clamorosamente sbaglia il goal a porta vuota… voi italiani per esempio ricorderete tutti il ricore sbagliato da Cabrini nella finale del Mundial spagnolo del 1982 contro la Germania…
      Rigore sbagliato da Cabrini contro la Germania nel 1982
      In teoria nulla di tutto questo dovrebbe succedere, eppure…

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        Massimiliano Orsi 16 Novembre 2014 at 13:44

        Sorry Doroteo, ma quel rigore è solo una nota a margine nella cronaca della partita.

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          Doroteo Arango 16 Novembre 2014 at 19:35

          in che senso? 😉

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            Mongo 17 Novembre 2014 at 15:32

            Personalmente tra i rigori sbagliati o tirati male, ne ricordo solo due: quello di Baresi e quello del Coniglio Bagnato, tutti e due lo stesso mondiale USA 1994, la stessa partita: la finalissima con il Brasile!! 😕

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              Giorgio Gozzi 20 Novembre 2014 at 17:26

              chissà perchè nessuno ricorda mai che il rigore sbagliato decisivo in quella finale fu quello di Massaro! L’errore di Baresi era stato sanato dall’errore di Marcio Santos mentre se Baggio avesse segnato il Brasile aveva ancora un rigore a disposizione per vincere.

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    Marramaquis 15 Novembre 2014 at 23:05

    Ma sì, fa niente. Soares, non disperarti, dai. Guardiamo avanti.
    Ad esempio, fra una decina di giorni inizierà a Doha il Qatar Master Open 2014, con la presenza di oltre centodieci (dicesi 110!!) GM, donne comprese.
    Ci saranno Giri, Kramnik, Mamedyarov, Vachier-Lagrave, Jobava, Ding Liren, Harikrishna, Eljanov, Naiditsch, Bacrot, Rapport, Bu, Tomashevsky, Inarkiev, Movsesian, Moiseenko, Sargissian, Cheparinov, Sjugirov, Akopian, L’Ami, Bartel, Bologan, Volokitin, Rakhmanov, Yussupov, il nostro Caprio ecc…..
    Di belle partite (e di errori) ne potremo vedere tante.
    Dimenticherete il mondiale. Se vi va.

  6. avatar
    delpraub 15 Novembre 2014 at 23:48

    Oltre al video (senza commenti per una sfortunatissima pausa dell’eccellente lavoro di Peter Svidler) inserito da Joe Dawson, si possono vedere le reazioni in diretta di Francisco Vallejo e Lawrence Trent qui: https://www.youtube.com/watch?v=s2zBAlqpq3o.
    Il commento è in spagnolo, ma non servono traduzioni…

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      Marramaquis 16 Novembre 2014 at 10:09

      Video divertentissimo: ecco a cosa servono gli errori …

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    paolo bagnoli 16 Novembre 2014 at 10:14

    Il divino Tartakower ebbe a dire che “ciò che giustifica l’esistenza degli scacchi sono gli errori”. Poi c’è la scelta tra svista, errore, cappella, eccetera…

  8. avatar
    delpraub 16 Novembre 2014 at 12:35

    Quello che mi colpisce, quasi dolorosamente, in questa faccenda non è tanto la svista di Carlsen (il campione del mondo) o di Anand (ex-campione del mondo e sfidante al titolo), ma la contemporaneità delle due sviste.

    Intendo dire che sappiamo tutti come gli errori siano “sempre lì, in attesa di essere commessi”, ma la svista in sequenza di quelli che dovrebbero essere i due più forti giocatori di scacchi del momento mi lascia attonito.
    Apre, diciamo così, uno squarcio in quella che mi sono sempre figurato come la completezza e la superiorità del ragionamento e della abilità dei campioni. Questa cecità ad un tema tattico semplicissimo, per di più che è sempre aleggiato nella posizione (Anand stava difendendo il suo lato di Re con puri artifici tattici), mi fa dubitare del fatto che i grandissimi analizzino le posizioni con la visione ampia e l’attenzione che io, e immagino moltissimi specialmente tra i non esperti, credevo.

    Insomma, va bene che entrambi erano alla ricerca della migliore configurazione strategica dei pezzi, va bene che il ritmo della partita era lento, va bene (nel senso che tutti possono sbagliare) che uno dei due commetta una svista per leggerezza (“voglio mettere il mio Re in e2. Passo da d1 o d2? Mah, sarà uguale…”), ma non posso credere che l’altro sia talmente assorto nella sua ricerca di controgioco sul lato di Donna da non fermarsi neanche per un secondo a verificare le conseguenze della mossa del Bianco.

    Lo dico perchè qui non stiamo parlando di combinazioni complicate o lunghe, ma di una tatticismo talmente evidente che non c’è stato bisogno del computer per vederlo. Non discutiamo neanche di quanto semplice deve essere per un Campione del Mondo!
    D’accordo, parliamo di stress del match, di alta posta in palio e di altri luoghi comuni, ma qui siamo in una posizione semplice, senza pressione da mancanza di tempo, con temi strategici e tattici noti.

    Insomma, va bene che tutti possono sbagliare, ma un errore di questo genere commesso DA ENTRAMBI in sequenza è difficile da spiegare e da accettare. Anche solo calcolando le probabilità che ciò accada. Non riesco nemmeno a pensare ad un parallelo con un altro sport.

    Sicuramente sono troppo perentorio con questi miei pensieri, ma quello che è successo ieri rimarrà a lungo nella memoria di giocatori e appassionati. La stessa conferenza stampa dopo la partita è stata surreale.
    Non so immaginare come reagirà Anand, ma so che una eventuale vittoria finale di Carlsen resterà sempre macchiata da questa brutta doppia svista.

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      fds 16 Novembre 2014 at 15:33

      Una buona spiegazione dei “ragionamenti” per cui giocatori bravi, a volte molto, fanno certe scelte la si può trovare nell’ottimo Gli scacchi sono rotondi di Mauro Barletta (Messaggerie Scacchistiche), in particolare nel capitolo “Dove si racconta di chi abbandona troppo presto”.

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        Roberto Messa 17 Novembre 2014 at 09:14

        Nel libro di Barletta c’è pure un capitolo intitolato “Dove si proclama che la storia dei campionati del mondo è lardellata di errori grossolani” che presenta non meno di 50 diagrammi con le cappellacce che hanno “lardellato” i match mondiali degli ultimi 150 anni.
        Tornando a Sochi, quando lo scambio di favori è reciproco ed episodico (Rd2?? – a4??) non si dovrebbe recriminare troppo, ma da tifoso di Anand quale sono non riesco a farmene una ragione: probabilmente quel lunghissimo minuto deciderà l’esito del match.
        A proposito di sviste reciproche, ne abbiamo vista una ad altissimo livello proprio qui (vedi l’articolo
        “L’Ernesto poco lesto”;) la settimana scorsa nella Morozevich – Inarkiev .

  9. avatar
    Mongo 16 Novembre 2014 at 15:18

    Magnus si è accorto subito della sua cappellaccia, infatti esita parecchio prima di scriverla sul suo formulario ed appena, pochissimi minuti dopo, Anand gioca la contro cappella, spingendo il proprio pedone in a4, il campione del mondo si copre la faccia, adagiandola sul tavolo, e tira prima un grosso sospiro di solievo e poi dice: “Ma guarda te con chi mi tocca giocare… Peggio del Mongo è ‘sto indiano qua!”. 😉

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      Marramaquis 16 Novembre 2014 at 16:01

      Esattamente un minuto e tre secondi per Carlsen per muovere Rd2?? e un minuto tondo per Anand per muovere a4?? I 123 secondi che hanno cambiato e caratterizzato (finora) questo mondiale.

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    DURRENMATT 16 Novembre 2014 at 18:32

    …Bias decisionali (circa 150 in grado di influenzare la fase di orientamento),affaticamento tattico,legge dei rendimenti decrescenti, ansia competitiva, disturbi del ciclo sonno-veglia,”legge” di Lasker (se un forte avversario lascia materiale in presa c’è motivo di credere che sia una trappola e non vale la pena sprecare tempo per indviduarla) spiegherebbero cappella e contro-cappella.Ci sono,poi, gli studi di De Groot(Thought and choice in Chess) che smontano i “super-poteri” dei Campioni di scacchi.Quindi tanto casino per nulla! Detto ciò vorrei dedicare una pillola di saggezza a quanti credono (e sono tanti!) al FATTORE C negli scacchi… “trovo che la qualità di gioco e di comprensione delle posizioni dei Campioni di oggi, Anand per esempio, sia molto superficiale a causa dell’eccessiva dipendenza dalle analisi e dai giudizi dei computer”…diceva Karpov Anatolij …P.S. l’allenamento serve per limitare gli errori e il caso. Una vittoria è “macchiata” quando si considera la componente FORTUNA parte integrante del risultato finale!

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      Renato Andreoli 16 Novembre 2014 at 19:44

      Tutto giusto, ma, sull’argomento della comprensione del gioco da parte dei campioni di oggi, mi hai fatto tornare in mente quanto dichiarato una volta proprio da Anand:
      “Avrò giocato una ventina di partite contro Victor Kortschnoj, vincendole quasi tutte facilmente e comunque senza mai perderne una; eppure ogni volta mi ha sempre ripetuto che io di scacchi non ci capisco niente!”

  11. avatar
    The dark side of the moon 16 Novembre 2014 at 18:51

    Il campione del mondo, secondo me, prima tira un sospiro di sollievo e poi in qualche maniera cerca di far notare ad Anand la controcappella per influenzare psicologicamente il suo gioco.
    Questo ha fatto Magnus.
    Se fosse stato più “accorto” l’indiano avrebbe dovuto fiutare qualcosa di strano nel fatto che il norvegese nel trascrivere la mossa rimane quasi imbalsamato…
    Per me ciò che è successo ieri risulterà decisivo per le sorti del match.
    Gli scacchi sono anche psicologia.

  12. avatar
    Marramaquis 16 Novembre 2014 at 21:48

    In ogni sport bisognerebbe forse di più accettare una smitizzazione dei numero 1 o 2 o 3 del mondo. Che sono perfettamente umani, come tutti gli altri.
    Nel tennis, ad esempio, è diventata numero 1 mondiale gente che non sapeva fare uno straccio di volée.
    Le classifiche, infatti, in ogni sport, sono determinate esclusivamente dai risultati.
    E i risultati, a loro volta, sono determinati dalla continuità del rendimento, dalla preparazione psico-fisica e dalla capacità di saper dominare le proprie emozioni, ben più che dal livello tecnico del giocatore.
    Negli scacchi, pertanto, non dovremmo troppo meravigliarci di certe sviste dei campioni, così come non ci meravigliamo troppo quando da loro non vengono giocate mosse geniali o partite di altissimo livello.

  13. avatar
    paolo bagnoli 16 Novembre 2014 at 22:53

    Abrahams una volta scrisse: “Le buone posizioni non vincono le partite. Le buone mosse sì”. E’ una verità lapalissiana, confermata dalla cappella bicolore (della quale esistono illustri esempi passati) della sesta partita.

  14. avatar
    Roberto Messa 17 Novembre 2014 at 09:22

    Qualcuno mi aiuta a ripescare un clamoroso errore di analisi compiuto da Kasparov il quale commentando una sua partita (credo contro Karpov) per l’Informatore (o in uno dei suoi libri?) proponeva una mossa alternativa con una sequela di lunghe e intricate varianti, senza accorgersi che il tutto finiva subito con un matto forzato in 2 o 3 mosse?
    Mannaggia, non ricordo dove l’ho letto…

  15. avatar
    Enrico Cecchelli 17 Novembre 2014 at 10:45

    Non dimentichiamoci del libro di Bagnoli
    Ed Mursia ” Scacchi Matti” che il nostro
    collaboratore troppo modestamente non
    ha citato. Suggerisco, in tema di
    cappelle e controcappelle, la Spasski- Byrne
    del 1968 con altri divertenti aneddoti e casi
    presentati dal nostro Paolo con la solita maestria.

  16. avatar
    paolo bagnoli 17 Novembre 2014 at 21:57

    Grazie ad Enrico per la citazione, ma della serie “Scacchi matti” ne ho scritti cinque, e sarebbero stati forse venti o venticinque se avessi dovuto citare le innumerevoli cappelle commesse da illustri giocatori, campioni mondiali compresi.
    P.S. Ho visto rapidamente la settima del match mondiale, e concordo con la scelta di Anand di dare il pezzo su quei due minacciosi Pedoni. Credo che chiunque avrebbe fatto la stessa cosa. Spero, tuttavia, di vedere un Anand un po’ più “attivo” in quella di domani, visto che Carlsen non mi sembra in perfetta forma.

    • avatar
      fds 17 Novembre 2014 at 22:21

      > della serie “Scacchi matti” ne ho scritti cinque

      Ti prendo in parola 🙂 , e sentiti libero di intervenire per precisare, migliorare e cazziare, sul tema delle spiegazioni a certe imbarazzanti “cappelle”.

      Scacchi (Mursia, 4a ed., 1978)
      – parte quinta – freudiana (pag. 207)
      – Intermezzo n. 5 (pag. 223)

      Scacchi Matti (Mursia, 1974-1984)
      – cappellologia (pagg. 73-133)
      – ultime follie (pag. 169)

      Scacchi Matti n. 2 (Mursia, 1988)
      – sacrificio o cappella? (pag. 34)

      Scacchi e Controscacchi (Mursia, 1994)
      tutto il libro 😉

      Scacchi Matti 3 e mezzo (Caissa, 2004)
      tutto il libro 😉

  17. avatar
    Renato Andreoli 18 Novembre 2014 at 18:23

    A proposito dello scambio di cortesie della sesta partita, scusate, ma non so resistere alla tentazione di raccontare la mia barzelletta preferita, quella del sadico e del masochista.
    Un sadico e un masochista si incontrano per strada.
    Il masochista:
    – Dai, fammi tanto male!
    Il sadico:
    – No!!

    • avatar
      delpraub 18 Novembre 2014 at 19:08

      E il masochista:
      – Grazie!

      • avatar
        Renato Andreoli 19 Novembre 2014 at 07:30

        Esatto, caro delpraub! Ma è un peccato lasciare che la storiella si concluda così.
        Ora si pone una questione fondamentale sulla quale mi interesserebbe conoscere il tuo parere: Quale comportamento deve tenere il sadico per essere coerente con il proprio sadismo?
        Se decide di fare del male al masochista, gli farà un piacere, ma facendogli un piacere gli farà del male e facendogli del male gli farà un piacere…
        Secondo me si tratta di un caso interessante di problema indecidibile. Interessante perché la situazione non è autoreferenziale come quelle che si citano di solito, tipo il classico enunciato “Questa frase è falsa” per il quale non si può stabilire il valore di verità, oppure come quest’altra che trovo molto bella “Questa frase contiene due erori.” E’ falsa perché contiene un solo errore, ma allora è vera perché contiene un errore di ortografia e uno di concetto, ma allora è falsa perché l’errore è solo quello di ortografia…

        • avatar
          delpraub 19 Novembre 2014 at 09:19

          Hai ragione Renato, è un “problema” senza soluzione per il sadico.
          Che quindi, secondo me, non deve proprio rispondere al masochista.

          Parafrasando il presunto koan zen “Se un albero cade in una foresta senza che ci siano spettatori alla scena, l’albero produce un rumore cadendo?”, potremmo dire “Se il sadico non risponde, il masochista ha fatto una domanda?”

          Tu citi i problemi indecidibili, ma, senza scomodare Godel, preferisco citare la classica domanda con risposta incorporata “Sei sveglio?” :mrgreen:

  18. avatar
    paolo bagnoli 18 Novembre 2014 at 19:16

    Per fds.
    Credo di aver capito che tu consideri mie personali cappelle i capitoli citati e gli interi libri citati. Se così è, chiedo venia, se così non è, allora non ho proprio capito. Cosa devo fare? Tieni conto che dovrei andare in cantina a recuperare i testi e rinfrescare la memoria…

    • avatar
      fds 18 Novembre 2014 at 22:40

      Caro Paolo,
      non devi fare nulla.
      Qui si parla di cappelle a livello top, e ho citato un testo abbastanza recente che ne espone un discreto numero, e che prova a fornire una spiegazione per le stesse. E’ stato fatto notare che ho (colpevolmente aggiungo io) mancato di ricordare altri importanti testi in materia.
      Considera il succinto elenco che ho prodotto come un personale ringraziamento per la tua persona per le tante belle ore di piacevole lettura delle quali ho goduto.

  19. avatar
    Filologo 18 Novembre 2014 at 22:15

    Ma dai, Paolo, è abbastanza evidente che si tratta delle pezze d’appoggio che dimostrano la tua competenza in materia di cappellologia…

  20. avatar
    paolo bagnoli 19 Novembre 2014 at 17:53

    Forse sto invecchiando (anzi, senza forse) e non capisco al volo quanto viene detto. Mi scuso con fds e ringrazio Filologo per il chiarimento. Mi sento obbligato, a questo punto, a svolgere ulteriori ricerche cappellologiche.

  21. avatar
    Cardillo - Cordiferro 22 Novembre 2014 at 21:42

    Stupenda anche la canzone, non a caso scelta per un altrettanto memorabile film con protagonista la bellissima Senta Berger…
    Senta Berger

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