Gösta Stoltz

Scritto da:  | 4 Aprile 2015 | 18 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
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Quando, nel 2004, chiesero a Ponomariov quale fosse, secondo lui, la più bella partita di tutti i tempi (domanda abbastanza banale), senza esitazioni lui rispose: “Spielmann-Stoltz, quinta del match”.
Gösta Stoltz 1La partita, che più avanti vedremo, è senza dubbio un gioiello di tattica e strategia, ed è testimonianza delle capacità scacchistiche del troppo trascurato Gösta Stoltz, giocatore svedese coetaneo di Erik Lundin (entrambi del 1904, Stoltz nato il 9 maggio e Lundin il 2 luglio). Verrebbe la tentazione di definirli – parafrasando una famosa espressione calcistica – “i gemelli della scacchiera”, ma tale espressione risulterebbe completamente errata: quanto Lundin era giocatore solido, tanto Stoltz era giocatore estroso ed aggressivo, quanto Lundin era personaggio “normale”, tanto Stoltz era imprevedibile e dal rendimento alterno, autentica mina vagante dei tornei ai quali partecipò.
Il suo esordio in campo internazionale avvenne nel 1926, nell’incontro a squadre Stoccolma-Leningrado, giocato nella capitale svedese. Opposto a Mikhail Botvinnik, Stoltz pattò una partita e venne sconfitto nella seconda, ma giè erano evidenti le caratteristiche del suo stile, sempre alla ricerca di soluzioni tattiche che provocavano una fortissima tensione sulla scacchiera.
Gösta Stoltz 5Venne schierato in quarta scacchiera all’Olimpiade di Londra del ’27 e chiuse con un dignitoso 50 % (+5 =5 -5) dopo aver pattato un match con Allan Nilsson, all’epoca considerato il miglior giocatore svedese e schierato, a Londra, in prima scacchiera. L’anno seguente, dopo un deludente undicesimo posto a Berlino, nel torneo celebrativo del centesimo anniversario della fondazione della Berliner Schachgesellschaft, il ventiquattrenne Stoltz venne schierato in prima scacchiera all’Olimpiade dell’Aia (in quarta scacchiera giocava il ventenne Gideon Stahlberg), chiudendo con un +6 =5 -5.
Di professione meccanico automobilistico fin da quando aveva 15 anni, Stoltz non fu nè dilettante nè professionista, anche se la sua attività scacchistica fu decisamente intensa. Aveva anche, fin dagli anni giovanili, una smodata passione per l’alcool (ne furono afflitti anche Mason, Blackburne, Alekhine, Tolush) e ciò a volte pregiudicava i suoi risultati, ma il suo stile di gioco restava immutato: attaccare.
Gösta Stoltz 3
Nel 1930 lo troviamo secondo ex aequo con Bogoljubov a Stoccolma, nel torneo vinto da Kashdan, poi vittorioso (+3 =1 -2) in un match contro lo stesso Kashdan, ed ancora vittorioso contro Spielmann (alcune fonti riportano una vittoria di Spielmann, altre l’anno 1931, ma entrambe le notizie sono errate). Poi, in terza scacchiera all’Olimpiade di Amburgo, dove in prima scacchiera gioca l’astro nascente Stahlberg ed in quarta Lundin, Stoltz chiude con 10 su 17.
Anche il 1931 è un anno di intensa attività per il ventisettenne Gosta Stoltz. Vince un match, a Goteborg, contro Salo Flohr, e patta contro Stahlberg (+2 =2 -2), è quarto a Bled (ex aequo con Kashdan, Vidmar e Flohr) nel torneo a doppio turno stravinto da Alekhine, mancando il podio per una doppia sconfitta con il belga Colle, ma registrando una doppia vittoria contro Tartakower. Poi viene schierato in seconda scacchiera all’Olimpiade di Praga, vincendo l’oro individuale con un notevolissimo +10 =7 -1. Alla fine dell’anno partecipa al torneo di Hastings, chiudendo a metà classifica.
Gösta Stoltz 2
Nel 1932 vince a Swinemunde e nel 1933 è secondo a Copenhagen dopo Nimzovich, poi, schierato in seconda scacchiera all’Olimpiade di Folkestone, porta a casa la medaglia di bronzo di squadra con un personale di 8 su 14. Nel ’34 è terzo a Stoccolma nel torneo vinto da Lundin e perde di misura, sempre a Stoccolma, un match contro Nimzovich. Nel 1935, dopo aver partecipato al match Svezia-Germania (Zoppot) con un ottimo risultato individuale, è quarto ad Orebro ed è quinto a Bad Nauheim, poi primo ad Harnosand, ed è nuovamente impegnato con la squadra nazionale all’Olimpiade di Varsavia, dove vince l’argento di squadra ed il bronzo individuale (+8 =8 -3) giocando in seconda scacchiera.
Nel 1936 la Svezia è invitata, ovviamente, all’Olimpiade non ufficiale di Monaco di Baviera e Stoltz gioca in terza scacchiera (si gioca su otto scacchiere) concludendo con 11 1/2 su 19, ed è 2°-3° ad Helsinki dopo Petrovs. Nel 1937, all’Olimpiade di Stoccolma, deludente per la squadra padrona di casa, Stoltz è in terza scacchiera e la sua è una prestazione disastrosa (3 1/2 su 12). E’ l’inizio di un periodo di forma scadente, dovuta forse all’eccesso di alcool, ma Stoltz si riprende vincendo il campionato nazionale (Stoccolma) nel 1938. Nonostante ciò, non viene inserito nella squadra che partecipa, l’anno seguente, all’Olimpiade di Buenos Aires.
Scoppia la guerra ed i giocatori della neutrale Svezia vengono invitati ai tornei che si disputano in Germania. Nel 1941 vince, davanti a Lundin ed Alekhine, il secondo Europaturnier, ed Alekhine non risparmia le lodi per i due trentasettenni svedesi, evidenziandone le profonde differenze di stile. Nel 1942, a Salisburgo, Stoltz deve accontentarsi del sesto posto, e nel successivo mese di settembre partecipa al cosiddetto “Campionato Europeo” di Monaco di Baviera, vinto da Alekhine, ma anche in questa occasione la sua prestazione è tutt’altro che entusiasmante, confermando i continui alti e bassi della sua carriera.
Gösta Stoltz 6
La Germania diventa un luogo poco sicuro ed i giocatori svedesi respingono ulteriori inviti, limitandosi ad una scarsa attività in patria. Nel ’43 Stoltz vince a Stoccolma e verso la fine dell’anno è quarto sempre a Stoccolma. L’anno seguente, al Campionato svedese (Lidkoping), è terzo dopo Lundholm e Keres. Finita la guerra, Stoltz gioca in un modesto torneo a Beverwijk, giungendo secondo alle spalle del belga O’Kelly, poi è quarto a Zaandam  ed infine partecipa al grande torneo di Groningen, vinto da Botvinnik. In questa manifestazione Stoltz è 8°-9°, con 10 1/2 su 19, alla pari col connazionale Lundin. Infine, è secondo, dopo Najdorf, a Praga, dove batte i due forti jugoslavi Trifunovic e Gligoric.
Nel 1947, ammesso al torneo zonale di Helsinki, lo vince a pari punti con Book, pattando poi il match di spareggio. In base a questo risultato, Stoltz è ammesso all’interzonale di Saltsjobaden dell’anno seguente, ma in questa occasione la sua prestazione è scadente ed il suo nome compare negli ultimi posti della classifica finale. Si consola con una vittoria a Stoccolma e col quarto posto di Carlsbad-Marienbad.
Gösta Stoltz 7
Ha passato la quarantina, la sua presenza ai tornei internazionali si dirada e la ruggine si accumula. Nel 1950 è 9°-13° a Bled, tuttavia quando quell’anno la FIDE dirama la prima lista di “titoli”, Stoltz è giustamente inserito in quella dei Maestri Internazionali in considerazione dei suoi risultati anteguerra. Vince tre campionati svedesi in successione (1951, 1952 e 1953) e nel ’52 gioca anche, in seconda scacchiera, all’Olimpiade di Helsinki vinta dalla squadra sovietica che, per la prima volta, partecipa alla manifestazione, anche se priva di Botvinnik. L’anno precedente Stoltz, col terzo-quarto posto al zonale di Praga, aveva ottenuto una ulteriore partecipazione al successivo interzonale da disputarsi a Stoccolma, ma l’aria di casa non gli giova: è sedicesimo nella manifestazione stravinta da Kotov, e che provocò aspre critiche nei confronti della FIDE, visto che i giocatori sovietici presenti al torneo liquidarono gli incontri diretti tra di loro con una ininterrotta serie di patte “molto d’accordo”.
Il cinquantesimo compleanno di Gosta Stoltz gli permette di festeggiare anche il fresco titolo di Grande Maestro assegnatogli dalla FIDE. Quell’anno Stoltz fa un’apparizione in terza scacchiera all’Olimpiade di Amsterdam, giocando e pattando due sole partite, per poi scomparire dalla circolazione. Riapparirà otto anni dopo a Belgrado, in un torneo vinto da Herman Pilnik, e sarà dodicesimo.
Il 25 luglio del 1963 Gosta Stoltz muore a Stoccolma.
Spielmann – Stoltz (5° del match, 1930)
1. e4 e6  2. d4 d5  3. Cd2 Cf6  4. e5 Cfd7  5. Ad3 c5  6. c3 Cc6  7. Ce2 Db6  8. Cf3 c:D4  9. c:D4 Ab4+ 10. Rf1 f6  11. Cf4 f:e5  12. C:e6 e4  13. Af4 e:f3
Posizione dopo 13...exf3

Posizione dopo 13…exf3

 (E’ a questo punto che Stoltz concepisce ciò che segue? Spielmann, re della tattica, ha portato a termine un piano che prevede la cattura della Donna avversaria, ma il piano formulato da Stoltz è coraggioso e strategicamente ambizioso)
14. Ac7 Cf6  15. C:g7+ Rf7  16. A:b6 Ag4  17. g3 Ah3+  18. Rg1 R:g7
Posizione dopo 18...Rxg7

Posizione dopo 18…Rxg7

(Il piano del Nero è giunto a termine. e le considerazioni da fare sono: Il Bianco, pur avendo dato solo due pezzi leggeri in cambio della Donna avversaria, non ha obiettivi immediati; in più, la sua Torre im h1 è definitivamente sotto sequestro e la posizione del suo monarca è molto delicata. Il Nero, dal canto suo, a parte l’immediata minaccia di catturare anche l’ Ab6, deve soltanto mobilitare le Torri, aumentando in tal modo la pressione)
19. Ac7
(maggiore resistenza avrebbe offerto probabilmente 19. Ac5 , ma Spielmann è rimasto evidentemente disorientato dal brillante sacrificio di Donna)
19…The8  20. Ae5
Posizione dopo 20.Ae5

Posizione dopo 20.Ae5

(20. D:f3 C:D4  21. Df4 Te4!  22. Dg5+ Rf7) 
20…C:e5  21. d:e5 T:e5  22. Db3 Ac5  23. Af5
Posizione dopo 23.Af5

Posizione dopo 23.Af5

(23. D:b7+ Te7  24. D:a8 Cg4!  25. Tf1 C:f2!  26. T:f2 Te1+ , oppure 23. Af1 A:f2+!  24. R:f2 Ce4+ e vince) 
23…A:f5  24. D:b7+ Rg6  25. D:a8 Te2  26. h4 A:f2+  27. Rf1 Ad3  28. h5+ Rg5
SpielmannStoltz5

28…Rg5 e il Bianco abbandona

il Bianco abbandona.
L’Interzonale del ’52 fu, per Stoltz, una delusione. Si consolò con il primo premio di bellezza attribuitogli per la partita che segue, giocata contro Herman Steiner.

 

Alcuni testi riportano, alla 34° del Bianco, 34. T:f6 . Resta il fatto che dopo la cattura della Donna avverrà inevitabilmente anche il cambio delle Torri ed il Bianco andrà a vincere in carrozza con la cattura del Pf3.
Gösta Stoltz 4
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


18 Commenti a Gösta Stoltz

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    Ramon 5 Aprile 2015 at 09:49

    Una stupenda galleria di figure che hanno fatto la storia degli scacchi e che si arricchisce oggi di un altro splendido ritratto…

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    Fabio Lotti 5 Aprile 2015 at 10:06

    Avanti così, Paolone!

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    DURRENMATT 5 Aprile 2015 at 12:31

    …”ma il suo stile di gioco restava immutato: attaccare.”…in fondo gli scacchi sono una cosa semplice. 😉

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    Mongo 5 Aprile 2015 at 17:38

    Grazie Paolo per avermi fatto scoprire questo, per me, Carneade dal gioco spumeggiante.
    Complimenti anche al Martin per l’apparato fotografico a corredo dell’articolo: superlativo! 😉

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      paolo bagnoli 5 Aprile 2015 at 21:40

      Carneade un cazzo! Mi unisco ai complimenti per il corredo fotografico, ma tornando al “Carneade” penso che ci sia una enorme sottovalutazione di alcuni eroi della scacchiera, sovrastati in fama dal reggimento di sovietici apparsi alla ribalta dal 1925 in poi. La MegaRedazione ha in serbo anche l’altro dei “gemelli della scacchiera”, Lundin, ed anche in questo caso si tratta di un “Carneade” della forza di un Grande Maestro.
      Ti ringrazio per l’apprezzamento e ti abbraccio
      Paolo

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        fds 5 Aprile 2015 at 22:19

        Ciao Paolo.

        Non capisco la tua foga 🙂
        Un conto è essere bravo, altro è che ti venga riconosciuto con il nome tramandato ai posteri.
        Succede anche oggi in tutti gli ambiti. Per esempio vedi le nazionalità, o meglio la non appartenenza al mondo occidentale, segnatamente il mondo anglosassone, in merito all’assegnazione dei premi Nobel (è solo un esempio tra mille).

        “Carneade” è, da Manzoni in poi, sinonimo di sconosciuto.
        Prima di oggi non avevo mai sentito nominare Stoltz. Quindi?

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          paolo bagnoli 5 Aprile 2015 at 23:59

          Non era “foga”, ma “enfasi”, ma mi scuso se ho usato termini inadeguati o sono andato oltre le righe, Non credevo – e chiedo nuovamente scusa – che Stoltz fosse uno sconosciuto, ma questo è soltanto un mio problema.

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            H.M. 6 Aprile 2015 at 08:59

            Definire Stoltz un Carneade mi pare forse superficiale… per quanto mi riguarda ne appresi a conoscere il nome dallo scorrere delle classifiche dei tornei riportati in calce a Il Mio Sistema, l’intromontabile edizione Mursia, decisamente la migliore apparsa sul mercato editoriale italiano, non fosse altro per l’ineguagliabile introduzione storica di Hannak, il grande biografo di Lasker.

            • avatar
              Mongo 6 Aprile 2015 at 12:18

              @Paolo: nel mio post avevo detto ‘per me Carneade’. Comunque ho apprezzato il tuo sfogo, lo stesso che avrei avuto io nel sentire chiamare Carneade un certo Roberto Rodríguez Fernández.
              Per chi non lo conoscesse, Roberto Rodríguez Fernández detto ‘El Vaquerito’, comandante del plotone suicida della colonna ‘Ciro Redondo’ guidata dal Che, è dopo il Che e Camilo Cienfuegos uno dei barbudos più amati a Cuba.

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    Enrico Cecchelli 5 Aprile 2015 at 19:02

    I soliti complimenti a Paolo. La quinta partita dei match tra Spielmann e Stoltz dove essere in qualche modo carica di significati esoterici infatti nel match del 1932 si verificò’ una delle più’ lunghe combinazioni / allucinazione della storia imbastita da Stoltz col Nero

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    Mongo 6 Aprile 2015 at 12:08

    News: Mariya Muzychuk (Ukraina) è la 15a campionessa del mondo di scacchi. Nella finalissima di Sochi ha battuto la russa Natalia Pogonina per 2.5-1.5

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    DURRENMATT 6 Aprile 2015 at 16:00

    … “One Hundred Selected Game” di Botvinnik si apre proprio con la Botvinnik-Stoltz(1-0) del match Leningrado-Stoccolma.Ecco uno stralcio del cappello introduttivo del Patriarca …”In the autumn of 1926 a scratch team from the Leningrad Trade Unions went to Sweden to play a match with a scratch team from Stockholm. In this Leningrad-Stockholm match I had the opportunity of meeting G.Stoltz,today an experienced international Master. At that time Stoltz was only one of many talented young chess-players,but even so the Swedes were surprised when my first game with him ended in draw,while in the second I defeaded him”…quindi il SUBLIME “Carneade un cazzo” ci sta tutto…con enfasi e senza!! ;-).

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      Michele Panizzi 6 Aprile 2015 at 22:26

      Durrenmatt . E´ vero ! Anch io ho collegato Stoltz alle ´One Hundred Selected games´.

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    Mongo 6 Aprile 2015 at 19:49

    Resta il fatto che Stoltz, per me (ribadisco!), era un Carneade prima di leggerne le gesta nell’illuminante pezzo del nostro Paolo.

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      paolo bagnoli 6 Aprile 2015 at 20:44

      Absit iniuria verbis.
      Un abbraccio
      Paolo

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    Joe Dawson 7 Aprile 2015 at 07:46

    Ragazzi… avete per caso notizie di Alfredo?!?

    Temo abbia la febbre… un Alfredo tonico e in salute avrebbe già riconosciuto nella foto di copertina aggirarsi per le vie di Stoccolma, dopo un vittorioso arrivo in volata, il nonno ed il prozio di Gösta Pettersson 😉

    • avatar
      DURRENMATT 7 Aprile 2015 at 19:40

      …Searching for Bobby Fischer…I suppose… 😉

  10. avatar
    alfredo 7 Aprile 2015 at 19:48

    no
    E.R 😥

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