i Maestri di Milano: Antonio Gay

Scritto da:  | 1 Dicembre 2014 | 30 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

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Anche se non lo ho visto spesso, conoscevo abbastanza bene Antonio Gay; eravamo entrati in confidenza, naturalmente dandoci sempre del lei, come si usava allora.

Era nato a Roma nel 1913 e gli auguro di essere ancora vivo, cosa purtroppo improbabile, sarebbe ultracentenario.

Era alto, col viso un po’ scavato, con capelli ondulati castani leggermente brizzolati, fisico atletico, sempre ben vestito in giacca e cravatta.

Il suo atteggiamento era un po’ scostante con gli estranei, da persona abituata a comandare, o meglio che non tollera di essere comandata da qualcun altro; per questo mi sono fatto l’idea che fosse un libero professionista o un imprenditore e che avesse successo nella sua professione.

Come spesso in questi casi, superato il primo impatto, era una persona cortese con cui era piacevole conversare.

Sicuramente aveva una buona posizione economica, non so se fosse sposato o se avesse figli, nel caso sospetto che la convivenza con lui non fosse facile.

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Non veniva spesso in Scacchistica, me lo ricordo il pomeriggio sul tardi nella sede di via Tadino; forse quando la Milanese si spostò in via Chiaravalle e nelle sedi successive, tutte in centro di Milano, trovava troppo difficile posteggiare la macchina.

Una volta mi disse che non sopportava girare in macchina per cercare posteggio e che per evitarlo preferiva lasciare la macchina lontano nel primo posto che trovava e fare un lungo tratto a piedi; una osservazione indicativa del suo carattere, facile ad irritarsi e insofferente a piccole contrarietà.

Era diventato Maestro nel torneo minore di Parma nel 1947 e partecipò a diversi Campionati italiani all’inizio degli anni ’50.

Dopo credo abbia giocato solo raramente, partecipò al Campionato di Milano del 1968, dove lo incontri e lo ritrovai negli anni ’80 quando partecipò diverse volte ai tornei di Lugano e Mendrisio.

Lo incontrai anche qualche volta al circolo di Chiavari, evidentemente aveva una casa per le vacanze nella zona. Appunto al circolo di Chiavari, verso la fine degli anni ’80, gli chiesi come si sentisse a giocare alla sua età, quali fossero le differenze da quando era giovane.

Mi rispose che secondo lui la forza di gioco si manteneva invariata, anzi se mai aumentava ancora, non si smette mai di imparare; il problema era mantenere la concentrazione per tutta la partita, cosa tanto più difficile quanto più era lungo il tempo di riflessione.

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Per questo motivo i risultati tendevano indubbiamente a peggiorare, forse ci si stancava di più a giocare, ma questo era solo secondario.

Giocai con lui partite lampo in diverse occasioni; riuscivo spesso ad andare in posizione superiore, ma poi finivo in ritardo di tempo e alla fine vinceva quasi sempre lui.

Lo ho sempre visto giocare e4 col bianco, siciliana ed est indiana col nero, ma dalle poche partite trovate sul data base, giocava anche d4 col bianco e molte altre aperture, generalmente molto aggressive, come il gambetto di Budapest.

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Non avevo intenzione di mettere la mia partita, non ho molto di cui vantarmi, ma visto che volevo raccontare le ultime due mosse, tanto vale pubblicarla interamente.

Io ero prima sociale, era la prima volta che incontravo un maestro e mi preparai accuratamente; sapevo che giocava il gambetto siciliano, quindi contro di lui decisi di adottare la siciliana che non era la mia difesa principale.

Antonio Gay vs. Giancarlo Castiglioni, 0-1
Milano 1969

1.e4 c5 2.b4 

come previsto.

2…cxb4 3.a3 d5 4.e5 Cc6 5.d4 Db6 6.Ae3 Af5 7.axb4 Cxb4 8.Ca3 Tc8 9.Ab5+ Cc6?! 

Posizione dopo 9...Cc6?!

Posizione dopo 9…Cc6?!

fin qui, tra teoria e improvvisazione, ho giocato le mosse migliori; però adesso dovevo continuare con 9 …Rd8!; 10 c4 Dg6!; e il vantaggio sarebbe stato netto. Non era facile capire che la via giusta era spostare la donna sul lato di Re. Così sto ancora meglio, ma il bianco ha un bel vantaggio di spazio e l’iniziativa; la difesa è difficile e farò diverse mosse deboli.

10.c4 e6 11.c5 Dc7 12.Ce2 Ae7 

volevo sviluppare i pezzi, ma non era così urgente. Erano meglio sia 12…Cge7; che 12 …h6;

13.O-O Ch6 

anche questa è sbagliata. Meglio 13…h6; o anche 13…Ad8; adesso il contro gioco del bianco compensa il pedone.

14.Cg3

14 Axh6 subito era forse un filo meglio.

14…Ag6 15.Axh6 gxh6 16.Dd2 h5 17.Ae2 h4 18.Ch5 Axh5 

Posizione dopo 18...Axh5

Posizione dopo 18…Axh5

volevo impedire 19 Cg7+ con la perdita dell’arrocco, ma non era poi così importante. Meglio ancora 18…a6;

19.Axh5 O-O 

adesso era necessario tagliar fuori il Ca3 con 19…a6; il bianco passa in netto vantaggio.

20.Cb5 Dd7 21.Cd6 

Posizione dopo 21.Cd6

Posizione dopo 21.Cd6

mi aspettavo 21 Cxa7 Ta8; 22 Cxc6 bxc6; il bianco recupera il pedone e sta molto meglio, ma gli alfieri di colore contrario lasciano al nero delle possibilità di patta. Nell’analisi dopo la partita chiesi a Gay perché non aveva preso in a2 e lui disse che non lo aveva neanche preso in considerazione. Oggi sono più dell’idea che avesse ragione lui a continuare l’attacco.

21…Axd6 22.cxd6 

dopo questa mossa il vantaggio del bianco diminuisce considerevolmente. Era meglio impedire la mia spinta f5 con 22 Dg5+ Rh8; 23 Df6+ Rg8; 24 cxd6

22…f5 23.exf6 

meglio 23 Dg5+ Rh8; 24 Dxh4

23…Txf6 24.Dg5+ Dg7 25.Dxh4 Tf5 26.Ag4 Cxd4 

Posizione dopo 26...Cxd4

Posizione dopo 26…Cxd4

non avevo intenzione di tendere una trappola, pensavo che dare la qualità fosse la miglior possibilità di tenere in piedi la baracca, ma era meglio continuare semplicemente con 26…Tf6; e posizione equilibrata.

27.Axf5?? 

era necessario giocare l’intermedia 27 d7 e dopo aver allontanato la donna con 27…Dxd7; prendere la qualità con 28 Axf5 ma il nero riesce a sopravvivere.

27…Cf3+ 

27....Cf3+ e il Nero abbandona

27….Cf3+ e il Nero abbandona

Appena giocò la mossa ne fui sconvolto, nella mia inesperienza mi sembrava impossibile che un maestro si lasciasse dare un doppio a Re e Donna, in seguito ho visto di peggio!

Presi istantaneamente il cavallo ed eseguii la mossa battendo anche il pezzo sulla scacchiera; me ne pentii immediatamente, temevo di essere stato scortese.

Lui rimase ovviamente sorpreso, fece un mezzo sorriso e cominciò a dire qualcosa, commentando l’errore fatto. Ero imbarazzato, non capivo cosa volesse fare, la posizione era vinta, ma una resistenza era ancora possibile, poteva ancora continuare la partita. Lui colse la mia perplessità, riprese immediatamente il controllo della situazione e con la sua abituale aria decisa disse: “Abbandono” con un tono disgustato che significava “Ovvio, dopo un errore del genere non posso nemmeno pensare di continuare la partita”.

0-1

Gay - Castiglioni Milano 1968

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Dopo questo infortunio è doveroso aggiungere una partita giocata nel periodo in cui era in attività più indicativa del valore del giocatore.

Antonio Gay vs. Giuseppe Primavera 1-0

Ferrara Campionato Italiano 1952

1.d4 Cf6 2.c4 g6 3.Cc3 Ag7 4.e4 d6 5.g3 O-O 6.Ag2 Cbd7 7.Cge2 e5

8.O-O a5 9.dxe5 dxe5 10.Dc2 c6 11.h3 Dc7 12.Ae3 Te8 13.Tfd1 b6 14.Ca4 Tb8 

15.Tac1 Af8 16.a3 Aa6 17.Td2 Tec8 18.Tcd1 Db7 19.f4 b5 20.fxe5 bxa4 

21.exf6 Cxf6 22.e5 Ch5 23.De4 Te8 24.g4 Cg7 25.Cf4 

Posizione dopo 25.Cf4

Posizione dopo 25.Cf4

più semplice era prendere il pedone con 25 Dxc6 e il bianco sta meglio.

25…Db3 26.Af1 Tbc8 27.Td7?! 

Posizione dopo 27...Td7?!

Posizione dopo 27…Td7?!

il bianco vuole vincere e sacrifica uno dopo l’altro i 3 pedoni dell’ala di donna. Non era necessario; un giocatore più prudente avrebbe continuato pazientemente con 28 Af2 f5; 29 gxf5 Cxf5; 30 Ch5 Ae7 31 Dg4 con lieve vantaggio, ma Gay concepiva gli scacchi in modo molto più aggressivo.

27…Dxb2 28.Ad4 Dxa3 29.Td3 Db4 30.Df3 Axc4 31.e6 f5 32.gxf5 Cxf5 33.Ch5 Ae7? 

Posizione dopo 33...Ae7

Posizione dopo 33…Ae7

Necessaria 33…Txe6; 34 Dxf5 Ae7; 35 Tc3 Ad5+; 36 Dxd5 cxd5 37 Txc8+ e per quanto sia possibile capire in questa posizione caotica sembra che vi siano pari possibilità, potrebbe succedere di tutto.

34.Dxf5!! 

34.Dxf5!! e il Nero abbandona

34.Dxf5!! e il Nero abbandona

Il nero abbandona perché se 34…gxf5; 35 Tg3+ Rf8; 36 Cf6 Axe6; 37 Cxh7 Rf7; 38 Tg7#; se 34…Tf8; 35 De5 Txf1; 36 Rg2 Ad5+; 37 Txd5 e matto in poche mosse.

1-0

Una partita notevole, grande coraggio e fiducia nei propri mezzi, scacchi senza compromessi.

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avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


30 Commenti a i Maestri di Milano: Antonio Gay

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    Doroteo Arango 1 Dicembre 2014 at 07:40

    Bellissima rubrica, complimenti! Avrei voluto conoscere io personaggi come questi… e, soprattutto, saper raccontarli così…

  2. avatar
    Francesco Comune 1 Dicembre 2014 at 19:45

    Personaggi come Gay,appassionati del gioco allo stato puro, non esistono più.
    Anche nel nondo scacchistico,mi sembra quasi che tutto sia diventato più frenetico, a misura di computer e che non ci sia più posto per la “partita da caffé” e dei suoi protagonisti.
    Affettuoso ricordo,come quello su Ferrantes.
    P.S. Giancarlo è il figlio di Ferruccio,al quale debbo l’interesse per il gioco,grazie alle bellissime voci da lui curate sulla Rizzoli Larousse?

    • avatar
      fds 1 Dicembre 2014 at 19:58

      Ciao.

      Tra l’altro scrivi:

      > appassionati del gioco allo stato puro, non esistono più.

      Non sarei così drastico.
      Per fortuna, c’è ancora spazio per qualsiasi forma di pratica del gioco.

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 1 Dicembre 2014 at 21:47

      Leggi con più attenzione, all’inizio scrivo che NON sono parente di Ferruccio Castiglioni.
      Non ho speranza, anche dopo una smentita formale questa domanda mi perseguiterà fino alla fine dei miei giorni.

    • avatar
      alfredo 2 Dicembre 2014 at 18:17

      Non sapevo che il M. Ferrucio Castiglioni fosse l’autore delle voci scacchistiche della mitica Rizzoli Larousse che ricordo benissimo
      Al m Castiglioni fu dedicato un torneo di selezine per le olimpiadi del 74
      purtroppo di quel torneo sono andate perse tute le partite tranne una ( una Paoli – G . Cappello , pubblicata da Scacco !)
      Mori’ nel reparto in cui io lavoro da moltissimi anni
      Venne li’ a farsi curare in quanto amico del dottor Francesco Berni , appassionato scacchista ( anche i nipoti del dottor Berni sono buoni giocatori di scacchi).
      Anche Ferruccio Castiglioni sarebbe una figura degna di essere ricordata .

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    Ramon 1 Dicembre 2014 at 20:56

    Una delle mie rubriche preferite! Anche perché di tanti giocatori celebri è facile trovare sui libri e su internet aneddoti, informazioni e altro… dei meno noti, eppur importanti, la testimonianza diretta, come quella di Giancarlo, è spesso l’unico strumento per non perder memoria… grazie di cuore!

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      Ramon 1 Dicembre 2014 at 20:57

      Ah, dimenticavo… il solito sentito applauso simbolico a chi riesce a collocare con precisione queste belle foto 😉

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        Giancarlo Castiglioni 1 Dicembre 2014 at 21:44

        1 troppo facile, il Duomo visto dalla galleria
        2 ho in mente una trasversale di Corso Buenos Aires, ma non riesco a identificarla.
        3 anche questa è facile, ma non mi ricordo dove sia.
        4 Porta Venezia l’angolo tra Corso Buenos Aires e via Spellanzani
        5 credo sia il “tumbun di San Marco”, ma la statua non c’è più?
        6 questa è difficile, via Molino delle Armi prima della copertura del Naviglio, mio padre lo ha visto così.

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        Giancarlo Castiglioni 1 Dicembre 2014 at 22:22

        Per la 3 avevo in mente Corso di Porta Ticinese vicino alle colonne di San Lorenzo, ma la colonna della fotografia mi ha portato fuori strada.
        Che fine ha fatto la colonna?

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    Marramaquis 1 Dicembre 2014 at 21:55

    Ramon! Le foto non sono belle: sono una meraviglia (e lo dice un romano…;). Specie l’ultima, come puoi immaginare.

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    Yanez 1 Dicembre 2014 at 21:57

    Sulla 2 siamo lontanucci… direi che ora non è più così, comunque la zona non è quella: facciamo che sta dalle parti di Sant Ambroeus? 😉

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      Ramon 1 Dicembre 2014 at 21:59

      Ah, bisogna indovinare anche quella di copertina! 😎

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        Giancarlo Castiglioni 1 Dicembre 2014 at 23:26

        La copertina è molto difficile.
        A prima vista ho pensato ad una qualche parte dei bastioni prima della demolizione, ma deve essere invece il terrapieno di una linea ferroviaria che magari non esiste più.

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          Gabbiere di parrocchetto 2 Dicembre 2014 at 22:02

          L’immagine di copertina dovrebbe esser stata scattata da Via Maiocchi e mostra, oltre il rilevato ferroviario, l’angolo Frisi/Lambro (la facciata cieca dovrebbe essere quella tuttora esistente).

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      Yanez 2 Dicembre 2014 at 23:36

      La 2?!?

      E’ via San Vittore come si presentava una volta…

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    alfredo 2 Dicembre 2014 at 12:34

    Milano, negli anni 60 , con Jannacci , il Derby , Gianni Rivera , e la nebbia era bellissima!!!

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    DURRENMATT 2 Dicembre 2014 at 15:45

    …da uomo del Sud non amo la nebbia, la confusione, la “velocità” e la “freddezza” dei Milanesi(e non è un luogo comune).Tuttavia trovo Milano bellissima.La “mia” Milano è quella delle festività natalizie(in giro per mostre) e di “Luci a San Siro” cantata in coppia con Jannacci…complimenti per l’articolo.

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    alfredo 2 Dicembre 2014 at 17:58

    Considero Luci a San Siro una dele piu’ belle canzoni della musica italiana
    E La Vita agra di Bianciardi il libro piu’ bello che descriva la Milano degli anni 60
    Una citta molto viva culturalmente .
    Milano negli anni 50 e 60 era la capitale mondiale del design e della architettura .
    Al solito Giancarlo con poche pennellate riesci a trateggiare al meglio un protagonista della Milano scacchistica .
    ho visto Gay piu’ volte .
    Purtroppo non lo ho conosciuto personalmente .

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    Marco Pic 2 Dicembre 2014 at 20:06

    Ho conosciuto anch’io il maestro Gay al circolo di Chiavari negli anni ’80 dove appariva con una certa frequenza.
    Aveva sempre un atteggiamento molto distinto. Ricordo in particolare il suo modo di stare seduto alla scacchiera: schiena eretta, gambe accavallate, leggermente in diagonale e piuttosto staccato rispetto al tavolo…
    Decisamente era un po’ snob. Se ben ricordo non aveva un’alta opinione dei giocatori professionisti che evidentemente secondo lui rovinavano il carattere “olimpionico” degli scacchi.
    Ho giocato con lui sempre partite lampo o semi lampo e nonostante il divario di circa 50 anni sul gioco rapido era comunque temibile. Ricordo in effetti di averlo battuto una volta in torneo 15 minuti dopo uno zeitnot da parte mia piuttosto frenetico (tipo muovevo facendo cadere i pezzi o simili). Dopo aver perso signorilmente mi esortò (giustamente) a comportarmi con più calma. D’altronde sono sicuro che il più delle volte ho perso (ma ovviamente ho rimosso tutto…;)
    L’ultima volta che abbiamo chiacchierato mi aveva confidato di essersi appassionato allo studio della fisica teorica. A suo dire aveva raggiunto livelli di conoscenza superiori a quelli degli studiosi di punta ed aveva dimostrato “matematicamente” l’esistenza di altre dimensioni. Io ovviamente pensai che peccasse di presunzione ma siccome non avevo certo le conoscenze per valutare tali affermazioni gli concessi il beneficio del dubbio e provai a parlarne con un altro socio del circolo laureato in fisica nucleare che però si dimostrò del tutto disinteressato all’argomento. Forse avevo sbagliato a parlargliene mentre stava giocando…
    Così temo non sapremo mai se il maestro Gay avesse o meno scoperto qualcosa di veramente interessante nel campo della fisica teorica.

    • avatar
      Jas Fasola 2 Dicembre 2014 at 20:47

      Le ultime otto righe potrebbero essere le prime di un romanzo di Dan Brown 😯
      Ma una foto del Maestro non si trova?

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 2 Dicembre 2014 at 21:13

      Hai descritto perfettamente l’atteggiamento che Gay aveva spesso alla scacchiera, come se considerasse gli scacchi un passatempo un po’ banale e privo di importanza.
      L’esistenza di altre dimensioni è stato ipotizzata negli anni ’20 da Kazula e Klein, teoria dimenticata e poi tornata d’attualità verso la fine degli anni ’80, circa il periodo a cui ti riferisci.
      Adesso è generalmente accettata.
      Probabilmente Gay si era convinto dell’esistenza di altre dimensioni quando la maggioranza dei teorici del periodo erano scettici o contrari.
      In questo senso la sua affermazione é credibile.

    • avatar
      Ramon 2 Dicembre 2014 at 23:34

      Marco ciao, una curiosità… immagino che quando hai incontrato tu Antonio Gay egli fosse già in pensione, no? Ecco, sai per caso prima di cosa si fosse occupato nella vita? Giusto una semplice curiosità…

      • avatar
        Marco Pic 3 Dicembre 2014 at 19:44

        Ciao Ramon,
        come diceva Giancarlo Castiglioni nel testo, non era una persona propensa a dare facilmente confidenza per cui non saprei proprio dire di cosa si fosse occupato nella vita.
        Del resto io lo conoscevo appena.
        Quando mi aveva parlato della sua passione per la fisica teorica gli avevo chiesto che tipo di formazione accademica avesse avuto e, se ben ricordo (sono passati oltre 30 anni e potrei sbagliarmi), mi aveva detto di essere un chimico.
        Forse sulla rete si può trovare qualche traccia…

  10. avatar
    alfredo 2 Dicembre 2014 at 22:42

    Io ricordo anche un SEBASTIANO Gay, CM che difese più volte i colori della società scacchistica torinese in tornei a squadre negli anni ’60. Qualcuno sa se c’è un nesso di parentela tra i due giocatori?

  11. avatar
    alfredo 2 Dicembre 2014 at 23:04

    Sul sito della FSI scaricabili le partite del CI 1952.
    Interessanti alcune vittorie del nostro Antonio Gay.
    Sono le uniche partite che conosco di lui oltre alle 2 riportate da Giancarlo.
    Qualcuno è a conoscenza di altre partite di Antonio Gay?

    • avatar
      mauro berni 3 Dicembre 2014 at 16:02

      Sullo stesso sito FSI trovi partite di Gay dal Minore Parma 1947 e CI Venezia 1951.

      • avatar
        Franco Trabattoni 3 Dicembre 2014 at 22:54

        Buon ultimo mi aggiungo anch’io. Credo che fossimo verso la metà degli anni ’70, un periodo in cui frequentavo, fra gli altri, il Circolo di Mariano Comense. Qui una volta, credo durante un torneo lampo, vidi Antonio Gay. Mi ricordo solo che sorprese tutti, perché disse che era maestro, ma il suo nome non diceva niente a nessuno. E per la verità nemmeno il suo gioco, tanto che dopo andai a verificare sul Dizionario di Chicco e Porreca se questo signore taciturno (le uniche parole che gli sentii dire sono che si chiamava Gay e che era maestro) era davvero quello che diceva oppure no. Poi non l’ho mai più visto (come non l’avevo mai visto né sentito prima).

  12. avatar
    Alessio 5 Dicembre 2014 at 10:48

    Alla Pizzul ” Tutto molto bello!”.E’ nelle intenzioni del Signor Castiglioni nel
    prossimo futuro argomentare anche su Marco Bonfioli e Luciano Lilloni?

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 5 Dicembre 2014 at 18:34

      Ho in programma Lilloni, Bonfioli, Laco e dulcis in fundo, Contedini e Cappello.

      • avatar
        alfredo 5 Dicembre 2014 at 19:02

        Càspita un bel programma!
        Attendo Guido Cappello di cui ero amico e di cui ho un po’ di materiale…

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