ovvero: due ruote e un dubbio…
Caro Alfredo (e cari Lettori tutti) ignoro chi possano essere i due ciclisti che si prendono la secchiata d’acqua che possiamo vedere sulla copertina di Once upon a time in Italy, sapete…è il nostro grafico che si occupa di queste faccende e ogni tanto si concede queste licenze senza autorizzazione alcuna… ma in compenso vi vorrei sottoporre un dubbio che mi è sorto ripensando a quando anch’io andavo in bici, ormai tanti anni orsono… trascorrevo, come da qualche parte avevo raccontato, le mie vacanze estive in Carnia e per andare a farmi una partitina al circolo me ne andavo tutti i pomeriggi da Cavazzo a Verzegnis: il primo pezzo è una falsa salita che si fa col 54 senza troppo penare, poi al bivio per Tolmezzo devi mettere il 39 davanti e inizi a sudare di brutto… bon, una volta arrivato esattamente a due terzi della strada foro un tubolare ma sfortuna vuole che, nonostante un giovane tifoso il quale per caso assiste alla scena si ingegni in tutti i modi per darmi una mano a cambiarlo, qualcosa, chissà come mai, va storto…
…qualcosa va storto e io rimango appiedato… morale della favola mi metto la bici in spalla e raggiungo Verzegnis tra smoccoli e sbuffi. Ci metto il doppio del tempo impiegato fino a quel punto ma alla fine, zuppo fradicio di sudore, arrivo alla bottega del meccanico… ecco, mi son sempre chiesto, ma a piedi, con la bici in spalla, rispetto alla mia velocità prima di bucare, a quanto sono andato?!?
Mi sa che il vecchio Martin si è dimenticato di dire una cosa… che il 54 e il 39 erano gli autobus che in realtà prendeva! 😉
Beh, è facile… Spazio fratto tempo… poi aggiungi il 2597, numero sulla bici, nonché l’età del meccanico, circa 3, ad occhio e croce, e trovi il risultato corretto = PIANO! 😉
Hai percorso a piedi la metà dei chilometri che hai percorso in bicicletta ed hai impiegato un tempo doppio. Dunque sei andato quattro volte più lento.
Intelligenti, intelligenti… gli scacchisti credono di fare qualcosa di particolarmente cerebrale e poi di fronte a una semplice proporzione aritmetica si perdono in un bicchier d’acqua…
Hei… Così non vale!!
Mi metti come titolo ‘Le cycliste’ ed io mi aspetto di vedere delle belle signorine in bici e non monsieur le cycliste!! 🙁
Tiro ad indovinare
nella foto
il tedesco Rolf Woslshfol seguito dal nostro Renato Longo
quella foto e’ famosa non per chi fa fatica ma per chi guarda 😉
QUALE foto ?
personalmente no ho mai apprezzato il ciclocross…
Da bravo romagnolo, e seguendo le tracce di Oriani, sono sempre stato un estimatore della bicicletta. Da adolescente, quella era l’ UNICO mezzo di trasporto concepibile. Per chi capisce il dialetto romagnolo, suggerisco la serie di sonetti di Stecchetti (alias Olindo Guerrini) che descrivono il viaggio in bicicletta da Ravenna al Col d’Olen compiuto ai primi del Novecento (“ciclista, evviva!” “salute, o casta diva!” eccetera).